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Il padrino dell'antimafia. Una cronaca italiana sul potere infetto
Finalista della V edizione del premio Piersanti Mattarella 2019.rnUn siciliano che è “nel cuore” di un boss di Cosa Nostra diventa misteriosamente il faro dell’Antimafia italiana. Il delitto perfetto.rnrn«Un libro destinato a spaccare in due la storia di mafia e antimafia» - Piero Melati, Il VenerdìrnrnCon la complicità di ministri dell’Interno e alti magistrati, di spie e generali, Calogero Antonio Montante in arte Antonello è il personaggio che più di ogni altro segna l’oscura stagione delle “mafie incensurate” che dettano legge dopo le stragi del 1992.rnSimbolo della legalità per Confindustria e a capo di una centrale clandestina di spionaggio, fra affari e patti indicibili la sua storia fa scorgere un pezzo d’Italia con il sangue marcio.rnChi è davvero Montante? Solo il prestanome di un sistema imprenditoriale criminale? Il pezzo “difettoso” di una perfetta macchina di potere? È pupo o puparo?rnMa c’è un intrigo nell’intrigo: le telefonate del Presidente. Qualcuno sospetta che nelle mani di Montante siano finite le registrazioni delle conversazioni fra l’ex Capo dello Stato Napolitano e l’ex ministro Mancino, quei quattro colloqui agli atti del processo di Palermo sulla trattativa Stato-mafia che la Corte Costituzionale aveva ordinato di distruggere. -
Casa per casa, strada per strada. La politica delle idee
«Qualcuno era comunista perché Berlinguer era una brava persona. Qualcuno era comunista perché credeva di poter essere vivo e felice solo se lo erano anche gli altri.»rn«Noi siamo convinti che il mondo, anche questo terribile, intricato mondo di oggi può essere conosciuto, interpretato, trasformato e messo al servizio dell'uomo, del suo benessere, della sua felicità. La lotta per questo obiettivo è una prova che può riempire degnamente una vita» - Enrico BerlinguerrnI versi di Giorgio Gaber dicono da soli molto del perché l'esempio, la tensione morale e lo slancio ideale di Enrico Berlinguer siano stati un modello per più di una generazione. A decenni di distanza da quel tragico 7 giugno 1984, quando il segretario del Pci venne colpito da un ictus durante un comizio a Padova, e in un mondo così diverso da quello in cui lui ha vissuto, le sue idee risultano ancora straordinariamente attuali. Come è possibile che il segretario del partito contro cui è stata scritta la storia della Prima Repubblica conservi intatto il fascino che sprigionava da vivo? In questo libro sono raccolte e riorganizzate le idee del leader comunista attraverso interviste, discorsi e scritti. Dalla questione morale all'austerità, dal compromesso storico allo strappo con Mosca, dai giovani alle donne, i ""pensieri lunghi"""" di Berlinguer riescono a incanalare la forza del sogno in un programma politico e sociale concreto e per nulla utopistico. In un tempo che ha progressivamente perso punti di riferimento ideali e la politica si è spesso ridotta a slogan, il pensiero di Enrico Berlinguer mostra ancora l'anima e il valore di un progetto di società diversa. Prefazione di Eugenio Scalfari."" -
L' infiltrato. La vera storia di un agente sotto copertura
Falco per i colleghi. Mario Bottari per i boss. Giulio per la moglie. Carlos nella sua ultima missione. Tante le identità di un maresciallo dei carabinieri sotto copertura infiltrato nel business del narcotraffico per tutti gli anni Novanta, quando i tir carichi di droga invadono il mercato europeo. Falco segue le rotte degli stupefacenti attraverso rischiose operazioni in Italia, Svizzera, Stati Uniti, Colombia, Bolivia, Turchia; e per un decennio tratta affari con mafiosi e trafficanti, vive a stretto contatto con killer e confidenti, in un pericoloso intreccio di rapporti dove i confini del dovere professionale vacillano fino a generare il sospetto, l'accusa di aver tradito l'Arma. È lo sdoppiamento di vita e di personalità che colpisce gli agenti undercover che abitano il mondo del crimine per conto delle istituzioni e delle leggi. Le pagine del libro svelano per la prima volta dall'interno le reti di promiscuità, le debolezze, le crisi di coscienza in cui è costretta a dibattersi questa particolarissima e per tanti aspetti controversa figura di servitore dello Stato. -
La pacchia. Vita di Soumaila Sacko, nato in Mali, ucciso in Italia
«Scrivo di un uomo che non esiste più,rndi un’ingiustizia che dura.»rn«Bisogna leggerlo con attenzione questo libro che, inseguendo inesorabilmente lo svolgimento dei fatti, ha dentro di sé la forza della cronaca più implacabile» – Il VenerdìrnIl 2 giugno 2018, festa della Repubblica, in una fornace abbandonata nelle campagne calabresi, un giovane africano viene ucciso con una fucilata alla testa. Si chiamava Soumaila Sacko, aveva 29 anni, veniva dal Mali. Con due amici stava raccogliendo lamiere per tirar su una baracca nel ghetto dei braccianti neri della piana di Gioia Tauro. Proprio quel giorno, mentre il giovane viene colpito a morte, Matteo Salvini, appena nominato ministro dell'Interno, scandisce in un comizio a Vicenza il suo slogan contro gli immigrati: «La pacchia è finita». Rimbalzando nell'estremo Sud, quella frase diventa il sigillo tragico e beffardo sulla morte di un uomo che, come migliaia di altri africani, lavorava per una paga da fame in un'Italia dove molte sono le pacchie, e nessuna ha per protagonisti i migranti. -
Il direttore. Quarant'anni di lavoro in carcere
Il carcere Luigi Pagano lo conosce come pochi. Perché ha dedicato un'esistenza intera al superamento della distanza che separa i principi fissati nella Costituzione italiana dalla realtà della detenzione. Il Direttore racconta le nostre prigioni dall'interno, in un viaggio umano e professionale lungo quarant'anni, dal primo incarico a Pianosa negli anni di piombo fino alla nascita del pionieristico ""progetto Bollate"""". In un susseguirsi di destinazioni, Pagano è testimone e protagonista di alcuni momenti chiave della storia e della cronaca nazionale: sorveglia i brigatisti che hanno sequestrato e ucciso Aldo Moro e la sua scorta; al culmine dell'emergenza terrorismo affronta le rivolte che affossano la riforma penitenziaria; vede trucidato Francis Turatello, boss indiscusso della mala milanese; segue l'isolamento all'Asinara, imposto dal presidente della Repubblica Sandro Pertini, di Raffaele Cutolo, capo della Nuova camorra organizzata. Finché dirige San Vittore. Qui, da osservatore privilegiato, assiste al gonfiarsi della piena di Tangentopoli, che trascina con sé politici e manager per nulla avvezzi alle patrie galere. Da questa narrazione scaturiscono riflessioni e una lucida critica sul sistema penitenziario, prefigurando una necessaria trasformazione centrata su inclusione sociale e pene alternative. E mentre il ricordo si distende tra storie personali e aneddoti, l'autore apre le porte di un'istituzione quasi sconosciuta al cittadino comune, e chi legge riesce a cogliere, quasi a respirare, la quotidianità, le contraddizioni e il dolore della vita in cella. Ma non solo, tra una sbarra e l'altra, intravede scorrere il tumultuoso cambiamento di un Paese."" -
Cani senza padrone
C'è stato un tempo in cui, nella Sicilia lacerata da una furiosa guerra di mafia, si fecero largo gruppi di picciotti senza regole e senza padroni, che si misero in testa di arricchirsi con le rapine e con le estorsioni. Presto vennero coinvolti nelle faide tra vecchi e nuovi boss di Cosa nostra e si trasformarono in killer spietati. Li chiamavano stiddari. Tra la fine degli anni Ottanta e gli inizi dei Novanta seminarono il terrore nelle province di Agrigento, Caltanissetta, Enna, Ragusa e Trapani. Boss ""posati"""", allontanati dalle """"famiglie"""", li usarono come manovalanza per sistemare i propri conti interni. Ma chi erano davvero i picciotti della Stidda? E perché uccidevano così crudelmente? Di loro si sapeva poco e niente, fino a quando non ammazzarono il giudice Rosario Livatino. Quel delitto segnò l'inizio della fine. Tre processi hanno sentenziato chi sono i colpevoli. Eppure dietro quell'omicidio eclatante si dipanano misteri ancora irrisolti."" -
Gli spaesati. Cronache del Nord terrone
La storia di una generazione obbligata ad abbandonare un paese dell'entroterra siciliano. Ragazzi partiti tra gli anni Settanta e Novanta, diversi da quelli che con la valigia di cartone erano emigrati un quarto di secolo prima. Ragazzi saliti al Nord per fare gli operai metalmeccanici ma anche gli insegnanti, gli impiegati pubblici, i liberi professionisti. Diplomati o laureati, tuttavia come i loro padri e zii subiscono una condizione permanente di spaesamento. Un libro che racconta tante vicende ma un'unica storia: le radici strappate, generazione dopo generazione. -
La notte della civetta. Storie eretiche di mafia, di Sicilia, d'Italia
Leonardo Sciascia pubblicò ""Il giorno della civetta"""" nel 1961. Fu il primo, vero libro sulla mafia in Sicilia. Con un epilogo amaro: alla fine vince il boss. Da allora si è sempre tentato di cambiare quella conclusione. Non solo in letteratura. Ci siamo riusciti? La Sicilia è stata l'inconscio della storia italiana. Il suo incubo. Una peste siciliana si è diffusa nel pianeta, contagiandolo. Oggi l'epidemia è di nuovo in cammino, da Milano a Palermo, dall'Europa agli Stati Uniti. I patrimoni dei grandi boss sono scomparsi, il narcotraffico non è mai stato fermato, sono tornati i morti per overdose. Era già successo. Negli anni Settanta la Sicilia fu il laboratorio di una nuova forma di """"totalitarismo"""". Qui fu inventato il traffico internazionale della droga. La diffusione dell'eroina provocò un olocausto, oggi dimenticato. Poi, nel 1985, pur di celebrare il Maxiprocesso di Palermo, Stato e Cosa Nostra firmarono una tregua. Non trattativa ma patto faustiano. E da allora... Una storia scomoda è stata cancellata. Al suo posto è stato edificato il mausoleo di una nuova religione. I fatti che la smentiscono sono considerati eretici. Per questo dobbiamo raccontarli."" -
Storia terribile delle bambine di Marsala. Il delitto che sconvolse l'Italia intera
Marsala, nell'autunno del 1971 nel breve tragitto fra scuola e casa, tre bambine di nove, sette e cinque anni scompaiono. Si chiamano Antonella, Ninfa e Virginia. Nei giorni successivi tremila uomini battono la provincia. Sono poliziotti, carabinieri, militari, vigili e molti volontari, li coordina un giudice di alto profilo: Cesare Terranova. Finché i corpi delle tre bimbe vengono ritrovati. Nel 1979 la Corte d'Assise di Messina riconosce colpevole del triplice omicidio lo zio di Antonella, nel frattempo diventato ""mostro di Marsala"""", e lo condanna alla pena di 29 anni. Ma nessuno a Marsala crede che abbia agito da solo. Deve esserci altro: la mafia stragista, una banda senza scrupoli, le più terribili droghe, le orge sataniche, un complotto dei poteri forti. Devono esserci da qualche parte i potenti e gli impuniti. Negli anni e nei processi, altre storie si intrecciano a questa. Per una strana circostanza ne fanno parte personaggi noti: Carlo Alberto dalla Chiesa, a quel tempo colonnello, il pubblico ministero Ciaccio Montalto, il maresciallo Lenin Mancuso, il giudice Paolo Borsellino. Tutti poi vittime della mafia. L'autore, basandosi su atti giudiziari, testimonianze orali, cronache di giornali, ripercorre questa """"storia terribile"""" senza tralasciare nulla. Ne nasce un """"reportage narrativo siciliano"""" che mostra come verità processuale e verità storica non sempre coincidano. Per giungere infine a un'inedita spiegazione dei fatti. Prefazione di Piero Melati."" -
Tanto tu torni sempre. Ines Figini, la vita oltre il lager
Quando fu deportata Ines Figini aveva meno di 22 anni. Non era ebrea, partigiana o antifascista, ma si era schierata a favore di alcuni compagni di lavoro durante uno sciopero. Così finì nei lager di Mauthausen, Auschwitz-Birkenau e Ravensbrück e infine in un ospedale militare, dove trascorse un anno e mezzo. Ha atteso più di cinquant'anni prima di parlare in pubblico della sua vicenda, raccontata in questo libro. È la storia di una famiglia, ma è anche una storia di fabbriche; e di una città, Como, punto strategico per le forze nazifasciste. Di treni che partivano per mete ignote e di luoghi in cui l'umanità si divideva tra vittime e carnefici, fino a negare se stessa. È la storia di una persona a cui il lager non ha rubato l'anima. Che per molti anni è tornata là dove era stata reclusa. E che, pur ricordando, nonostante tutto, ha perdonato. Ines Figini ci ha lasciati il 26 settembre 2020. Aveva 98 anni. -
A quattordici smetto. Ragazzi senza più paura
Storie di ragazzi sotto i quattordici anni. Storie di immigrazione e di solitudine. Di giustizia e di ingiustizie. Di violenze da togliere il fiato. Di prostituzione, di stupri, di furti, di illusioni ferite. Anche di adozioni finite male. E a volte di riscatto... Livia Pomodoro racconta un mondo scoperto ed esplorato anche grazie al suo lavoro e alla sua passione civile. E offre lo spaccato di una realtà ""invisibile"""", immersa in una quotidianità che suscita rabbia e smarrimento. Dodici storie contro la distrazione, per consegnare alla coscienza di tutti una amara verità che ha la forza, dura e struggente, della vita."" -
L' antimafia tradita. Riti e maschere di una rivoluzione mancata
Ha venticinque anni quando suo padre, Pio La Torre, viene ucciso da Cosa nostra, il 30 aprile 1982. Franco La Torre a metà degli anni Novanta raccoglie il testimone dalla madre e si assume, come impegno quotidiano, di continuare la battaglia contro il sistema di potere politico-mafioso. In questo libro ci sono l'antimafia storica e quella contemporanea. Passata con il tempo l'emozione per gli omicidi eccellenti in Sicilia e le stragi dell'estate 1992, oggi l'antimafia ha smarrito la sua natura, fatica a riconoscere il nemico che ha cambiato pelle e non si manifesta più all'esterno con la violenza delle armi. Da qui il racconto di come la mafia - grazie al silenzio di uomini politici, giornalisti, imprenditori, magistrati, associazioni - si sia persino mascherata da antimafia. Tra queste pagine c'è anche l'atto di accusa contro un'antimafia che ha tradito il mandato originario, che si è chiusa in se stessa, sempre più consociativa e addomesticata. Eppure, in fondo a questa inquietante vicenda, Franco La Torre intravede una luce e un futuro per un'antimafia che non sia narrazione di singoli eroi ma parte della più generale battaglia per la difesa della democrazia in Italia. -
Dalle parti di Leonardo Sciascia. I luoghi, le parole, la memoria
Questo è un omaggio a uno dei più grandi intellettuali e scrittori del Novecento: Leonardo Sciascia. A distanza di tanti anni, ancora bisogna - continuamente - fare i conti con i suoi scritti, con il suo pensiero, con la sua parola. Sciascia ha lasciato un vuoto: manca tuttora nella cultura e nella letteratura una schietta e lucida intelligenza come la sua. In grado di illuminare l'oscuro, di seminare dubbi, di scrivere controcorrente, di affondare i bisturi nelle piaghe italiane, di svelare i vizi nascosti della Sicilia. E poi bisogna fare i conti anche con i luoghi che amava, per capire meglio. E se è pur vero che Regalpetra non esiste, se non nella rappresentazione letteraria, esiste invece Racalmuto ed esistono gli altri luoghi in cui lo scrittore visse, tra Racalmuto, Caltanissetta, Palermo: un triangolo, interno al Vallo di Mazara, nel quale si svolgeva la sua vita. E poi Milano, la città di Manzoni e Stendhal, Roma, la Spagna e l'amata Parigi. Così è: senza il rapporto con questi luoghi - vitale come un cordone ombelicale - la scrittura di Sciascia sarebbe stata diversa. Prefazione di Gaetano Savatteri. -
La mafia che canta. I neomelodici, il loro popolo, le loro piazze
Quando i neomelodici inforcano il microfono per cantarla contro i pentiti o per esaltare le gesta del malavitoso di quartiere, la piazza li acclama e li segue in un tripudio di cori, a Napoli come a Palermo, come in molte altre periferie delle grandi città del nostro Paese. Pubblico in delirio, social intasati da like e follower, testi sempre più spinti verso una deriva criminale; qualche titolo? «Nun c'amma arrennere» che mette alla gogna i collaboratori di giustizia; «'A società», un inno alla consorteria camorrista; «'O rre di Corleone», dedicata a Salvatore Riina. Non tutti i neomelodici cantano di malavita, di carceri e pentiti, ed è ingiusto generalizzare. Ma nemmeno si può pretendere accondiscendenza e silenzio. Gli Autori si interrogano per capire chi sono e cosa rappresentano i neomelodici di ultima generazione e la loro musica, quali messaggi trasferiscono al loro pubblico, perché tanto successo riscuote la musica ""cattiva"""" del loro repertorio. Testimonianze, racconti, documenti ed episodi di cronaca, che fanno emergere le relazioni tra mafie e protagonisti del mondo neomelodico. Le melodie infernali che esaltano la violenza, la sopraffazione e la negazione delle regole della democrazia sono lo strumento più insospettabile ed efficace attraverso cui oggi viene esercitato un devastante potere da """"influencer"""" verso i giovani, spinti a reclamare ogni giorno di più la """"voglia di mafia"""". Prefazione di Dino Petralia."" -
A sud del Sud. Viaggio dentro la Calabria tra i diavoli e i resistenti
La Calabria è una regione data per perduta nell'immaginario del Paese, afflitta da un'eterna emergenza criminale. Ma il suo problema è anche quello di non sapersi raccontare, di essere raccontata male, di non essere raccontata per niente. Perché la Calabria è fatta anche di mille storie positive, di realtà resistenti che la cronaca nera spesso oscura. L'autore svela l'altra faccia della terra dell'emergenza. Là dove è mancato lo Stato, dove le cosche hanno comandato a lungo, è nata una generazione dell'impegno e del coraggio: coraggio è aprire un ristorante, coltivare un terreno confiscato, organizzare un mondiale di vela nel mare con l'onda perfetta, o un festival sulla spiaggia. Sono forme di ribellione cresciute sottovoce, lontane da stereotipi e da una politica miope e indifferente, se non corrotta e collusa con la 'ndrangheta. Storia dopo storia, il libro diventa un viaggio oltre i numeri dell'economia, quasi sempre spietati, alla scoperta della bellezza che le statistiche non vedono, tra luoghi e progetti di rinascita, tra tante vite finora sconosciute. -
Onda su onda. Storie e canzoni nell'estate degli italiani
Molte delle canzoni per l'estate che hanno accompagnato le nostre vacanze, come una colonna sonora popolare e condivisa sotto l'ombrellone, hanno la magica capacità di illustrare storie e passioni, sapori e ritualità della società italiana. Nei decenni le vite degli artisti e le loro creazioni si sono intrecciate ai cambiamenti di costume e di linguaggio, alla cronaca e alla cultura, al boom economico e alle crisi di questo Paese. E così i tormentoni che hanno saputo fotografare gli anni Sessanta, poi tornati prepotentemente nelle stagioni successive, hanno avuto un potere di straordinario radicamento nella memoria collettiva. Seguendo questo filo, Onda su onda ci riporta a un'epoca composta da motivi e sonorità indimenticabili, modi di dire, invenzioni, radici e identità resistenti, traccia una panoramica delle mutazioni di una musica senza tempo, ben al di là di tutte le mode passeggere, attraverso il censimento di più di 300 canzoni di successo e con le voci e le testimonianze dirette di oltre 100 artisti e interpreti, dal 1960 fino a oggi. La narrazione ondeggia tra classifiche, radio e juke-box, abbracciando la storia d'Italia e riaccendendo ricordi, a due passi dal mare. Prefazione di Claudio Bisio. Postfazione di Enrico Vanzina. Con un inserto fotografico con 50 immagini rare o inedite scattate negli anni Sessanta. -
L' arte della salvezza. Storia favolosa di Marck Art
Marck Art, nome d'arte di Marco Urso, è nato sordo. Cresciuto a Favara, periferia della periferia agrigentina, vive l'infanzia nel silenzio, trattato come chi soffre di un grave deficit cognitivo. Ed è solo quando raggiunge i 15 anni che i genitori, lui muratore, lei casalinga, comprendono davvero la sua condizione e gli forniscono un apparecchio acustico. Corpulento, miope e strabico, Marco è un bersaglio inerme perfetto per i bulli del paese, e il suo futuro non sembra promettere alcun riscatto. Invece nel 2006 arriva la svolta. Tanto inattesa quanto infusa di poesia e misticismo. Scivolato in un lieve coma, Marco è in ospedale e si risveglia affermando di vedere gli angeli, i quali vogliono che dipinga per loro. Quel giorno inizia il viaggio straordinario di Marck Art. Quel giorno nasce la sua pittura dalla tecnica avvolgente, armoniosa, solo apparentemente scriteriata. Comincia così l'incredibile favola di Marck Art, le cui opere ora affascinano e conquistano i più grandi collezionisti italiani. Prefazione di Gaetano Savatteri. -
Il terzino cannoniere. Le gesta di Giacinto Facchetti nell'Italia che cambia
Giacinto Facchetti è stato capitano e bandiera dell'Inter e della Nazionale italiana, emblema positivo del calcio di un'epoca. Campione d'Europa a Roma '68, vicecampione del mondo a Messico '70, col soprannome di Cipe ha giocato 94 partite in maglia azzurra - 70 da capitano - e 728 match ufficiali in nerazzurro, vincendo quattro scudetti, due Coppe dei Campioni e due Coppe Intercontinentali. Terzino elegante e potente, stimato dalle tifoserie di ogni colore, Facchetti raggiunse la fama per le qualità da ""cannoniere"""" (59 reti segnate in Serie A) e una proverbiale correttezza in campo. Dopo l'addio all'attività agonistica, nel 2004 è diventato presidente dell'Inter, mostrandosi fiero avversario del sistema di potere e di influenze che governava il calcio italiano. Quella di Giacinto Facchetti qui raccontata non è solo una appassionante storia di sport, ma una testimonianza del cammino dell'Italia contadina verso la modernità. Una testimonianza vissuta ai massimi livelli tra cambiamenti sociali e di valori. Prefazione: Paolo Condò. Postfazione: Carlo Cottarelli."" -
Cerco poesia anche dove non ce n'è
Le parole ardite e audaci delle confessioni d'amore. I giochi testuali spregiudicati e musicali delle canzoni. La lingua disadorna e asciutta del giornalismo. I funambolici e pirotecnici versi delle poesie, ora eleganti, ora enigmatici. Il vocabolario della fantasia che può trovar posto anche sul retro di uno scontrino. Questa è la materia di cui sono fatti i sogni di ""Coop for words"""", il premio letterario che da diciassette anni Coop Alleanza 3.0, Coop Lombardia e Coop Reno dedicano ai giovani scrittori, poeti, parolieri e aspiranti giornalisti tra i 18 e i 4o anni, alla ricerca dei narratori del futuro. Oltre 5oo le opere pervenute, cinque le sezioni in concorso, nove le regioni d'Italia da cui gli autori in erba hanno inviato i loro scritti, valutati da una giuria di esperti composta dal poeta e performer Guido Catalano, dal critico letterario Marco Belpoliti, dalla direzione dí QN - Quotidiano Nazionale e dallo scrittore e autore televisivo Carlo Lucarelli. E infine sono dieci le opere finaliste di ogni sezione, pubblicate in quest'antologia: a voi tutti, buona lettura."" -
L'Appennino stregato. Fantasmi, fantasticherie e fole
Una grande varietà di leggende oscure, in un misto di magia nera, apparizioni demoniache, spiriti dannati e fantasmi inquieti, maledizioni e stregonerie, solca in lungo e in largo i crinali dell’Appennino affondando le proprie radici in tempi assai remoti. Nate sulle alture, tra i borghi, tramandate oralmente da una generazione all’altra, le superstizioni e le dicerie popolari legate a streghe, diavoli, angeli e spettri riprendono vita in una serie di racconti dalla natura sinistra e inspiegabile.