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Sociologia della vita quotidiana
Considerato sin dalla sua prima pubblicazione un classico della filosofia, questo libro, scritto nel 1967-1968 e qui accompagnato da una nuova introduzione dell’autrice per l’edizione italiana, continua ancor oggi a sorprendere per la vitalità dei suoi contenuti. Ágnes Heller lo definì «l’avventura filosofica più coraggiosa della mia vita». Nel pieno delle speranze utopiche del Novecento, infatti, in controtendenza rispetto ai cori di massa che annunciavano l’avvento del paradiso in terra, la filosofa ungherese sceglieva di indagare il campo della concreta esistenza umana in tutte le sue manifestazioni e proclamava la necessità di una vera e propria “rivoluzione della vita quotidiana”, che fosse capace di sottrarre l’uomo all’alienazione prodotta dal capitalismo. -
Orbanismo. Il caso dell’Ungheria: dalla democrazia liberale alla tirannia
Ágnes Heller ci narra il caso ungherese, raccontando l’ascesa di Viktor Orbán e con essa i due cambiamenti di sistema che si sono susseguiti nel suo Paese d’origine.rn«La Storia può ripetersi, ma mai nella stessa maniera. Le nuove tirannie del genere dell’«Orbanistan» sono ampiamente diffuse sull’intero globo» - Ágnes Heller, TuttoLibri rnGli anni 1989-1991 sono stati, per tutti i popoli dell’Europa orientale, anni di liberazione dal dominio sovietico e dal suo indottrinamento ideologico. Tuttavia, come insegna Hannah Arendt, liberazione non significa ancora libertà, e il proliferare contemporaneo delle destre xenofobe nei Paesi dell’Est Europa lo dimostra. Ágnes Heller ci narra il caso ungherese, raccontando l’ascesa di Viktor Orbán e con essa i due cambiamenti di sistema che si sono susseguiti nel suo Paese d’origine: il primo, dalla dittatura alla democrazia liberale; il secondo, dalla democrazia liberale alla tirannia. Un libro unico, in cui la più celebre filosofa ungherese, anche mettendo a rischio la propria vita, denuncia frontalmente una feroce tirannia che l’Occidente finge di non vedere. -
Utopia Europa
Ripercorrendo la storia della costruzione comunitaria europea e gli ideali che l’hanno ispirata, Nadia Urbinati affronta lo snodo decisivo davanti al quale si trova oggi l’Unione. L’avanzata dei populismi minaccia e nello stesso tempo porta alla luce il declino della rappresentanza nelle democrazie europee, specchio di una società sempre più disgregata e priva di quei grandi soggetti politici, i partiti, che ne avevano nel bene e nel male distinto la vicenda. Di questa storia è parte integrante la sinistra che sembra disorientata e incapace di cogliere i nuovi bisogni che arrivano dal basso, prigioniera dei suoi errori e vittima di mutamenti, sociali ed economici, planetari. E tuttavia mai come ora abbiamo bisogno della sinistra per arginare lo strapotere del capitale finanziario e rilanciare una nuova idea continentale, per passare da un’Europa dei vincoli a un’Europa realmente democratica. -
Europa, non rimanere da sola!
Perché l’Europa si ostina a chiudersi in sé stessa? Come mai continua a non accorgersi che l’immigrazione e la diversità non sono una minaccia, ma un’occasione di arricchimento per tutti? In questo dialogo, José “Pepe” Mujica e Marco Bentivogli si confrontano sulle questioni più urgenti che l’Unione europea deve affrontare: le migrazioni, il populismo, il rischio di una catastrofe ambientale, la disoccupazione. L’ex Presidente dell’Uruguay ci invita a riflettere sul periodo che stiamo vivendo, a non cedere alla paura e soprattutto a conservare la nostra memoria storica. -
Semi di libertà
Questo testo è un atto di accusa contro l’economia suicida che sta distruggendo la terra, in cui si denunciano gli effetti devastanti che gli agrochimici hanno sui contadini e sull’intero pianeta. La libertà degli organismi di evolversi, degli agricoltori di immagazzinare semi, coltivare i campi e di essere informati su quello che mangiano è costantemente messa in pericolo in nome del libero commercio e della globalizzazione. Vandana Shiva, definita “la Gandhi del grano” e paragonata a Madre Teresa, portando avanti la sua battaglia contro i monopoli delle corporazioni, ha trasformato il seme in un nuovo, potente simbolo di resistenza. -
Magellano. Nuova ediz.
Anno 1519. Da Siviglia salpano cinque caracche sotto il comando di Ferdinando Magellano. Il viaggio durerà tre anni. Magellano dovrà affrontare ammutinamenti, tempeste, gelo polare, malattie e scontri con feroci tribù, alla ricerca di un passaggio che attraverso il Sudamerica lo conduca in Oriente, verso le favolose Isole delle Spezie. Ma gli eventi prenderanno una piega imprevista. Magellano è il racconto della prima circumnavigazione del globo, narrato dalla voce di Juan Sebastián del Cano, tra i pochi a fare ritorno in patria a bordo dell’unico veliero superstite, il quale si attribuirà il merito dell’impresa infangando la memoria di Magellano, rimasto ucciso nell’oscura isola di Mactan in circostanze drammatiche. Un viaggio non solo fisico ma anche dell’anima, scritto in una lingua che sembra farsi più primitiva a mano a mano che la spedizione procede verso terre sempre più ignote e selvagge. -
I filosofi
Nelle capitali di un grande impero in agonia si gioca l'eterna partita tra vincitori e vinti della storia. Nel li secolo dopo Cristo da Alessandria d'Egitto a Cesarea, da Roma a Costantinopoli si consuma lo scontro tra due intellettuali, il pagano Celso e il cristiano Origene. Dottrine e fedi sembrano trionfare cancellando chi, come Celso, non crede nell'atto di credere, ma ogni dogma si rivela alla fine instabile e illusorio. L'altra partita giocata nel romanzo è quella tra forza delle immagini e ambizione della ragione, tra l'ideologia che vorrebbe portare la verità e l'immagine poetica, irriducibile a una sola verità ma specchio del mistero polimorfo dell'esistenza. -
Salvador Allende. L'uomo. Il politico
Questa biografia di Salvador Allende si apre con l'atto finale della sua vita: il discorso pronunciato nel palazzo presidenziale l'11 settembre 1973, mentre tenta di resistere all'assedio dei militari golpisti. Parole che, come spiega l'autore, costituiscono la colonna sonora dell'intero libro. Jesús Manuel Martínez, oltre a tracciare un quadro storico e sociale del Cile nei secoli XIX e XX, ricostruisce la vicenda personale e politica del Presidente, offrendo al lettore un racconto documentato, preciso, ricco di sfumature, di aneddoti, di fonti e di testimonianze, in cui il rigore della ricerca storica si mescola alla passione e all'affetto per l'uomo Allende. Un racconto che fa trasparire l'ammirazione per lo strenuo difensore della giustizia sociale e, prima ancora, della legalità democratica. -
Diario dal ghetto di Varsavia
Con uno scritto di Samuel D. KassowrnNegli anni terribili che portarono allo sterminio degli ebrei polacchi, Emanuel Ringelblum, studioso e attivista politico, riuscì a creare una rete clandestina per raccogliere documenti e testimonianze dentro le mura del Ghetto di Varsavia. Questo prezioso archivio – più di trentacinquemila fogli nascosti in contenitori per il latte, sepolti tra le macerie – ci mostra come la persecuzione nazista sia penetrata, disfacendola, nella vita delle comunità ebraiche prima ancora che nei campi di concentramento: dalla disgregazione familiare alla precaria economia di contrabbando, dalla cancellazione dello stato di diritto alle delazioni, agli slanci di umanità. Fino alla rivolta che segnerà la fine del Ghetto e dei suoi abitanti. Osservare, annotare, tramandare erano allora una forma necessaria di resistenza, uno dei fronti su cui occorreva lottare. Ringelblum usò carta e penna come armi in un’eroica e disperata guerra per la memoria; il suo archivio è divenuto un simbolo di resistenza culturale. -
Forza e pensiero. Sulla differenza ultima dei sistemi filosofici
Il pensiero di Trendelenburg ha avuto una doppia sorte. Ha sofferto il gigante Hegel, troppo vicino nel passato, ed è stato messo in ombra dagli allievi eccellenti Kierkegaard, Brentano, Bonitz, Cohen, Dilthey ed Eucken nell'immediato futuro. Eppure, proprio nell'opera di chi è venuto dopo ha continuato a vivere, pervasivo e sotterraneo, come filosofia fondamentale della dissoluzione dell'idealismo e del superamento del moderno. In questo saggio del 1847, proposto per la prima volta ai lettori italiani, Trendelenburg riduce il proteiforme corso storico della filosofia occidentale al suo problema ultimo: il rapporto tra materiale e spirituale, tra forza e pensiero, che nutre tutti i sistemi filosofici e anima gli «scontri di concetti» che si giocano il dominio della conoscenza. Una mappatura della storia della filosofia che contiene - condensate - tutte le tematiche che faranno grande Trendelenburg; un nuovo strumento per lo studio della sua opera; un pezzo di filosofia dell'Ottocento dimenticato, e riportato alla luce. -
Exit Roma
La premonizione apocalittica che incombeva sulla città si è infine avverata: la Città Eterna è un organismo in putrefazione dove Crisi Economica ed Epidemia hanno sconvolto ogni cosa. Il centro abbandonato alla barbarie offre uno scenario desolante popolato di cani randagi e altri animali in fuga che si aggirano in cerca di cibo, di carovane che vagano cantando l'Apocalisse di Giovanni e di bande che si fronteggiano per sopravvivere. Eppure gira voce che da qualche parte in città esista una comunità rinata che, praticando una forma di comunismo primitivo, ha trovato una nuova speranza. Davide, lasciato dalla moglie in seguito a un incidente, è rimasto a vivere da solo nel suo quartiere behe, dove nostalgicamente resiste sforzandosi di condurre una vita normale fatta di visite ai conoscenti e piccole commissioni. Quando però la situazione comincerà a precipitare minacciando la sua vita e quella dei pochi che ancora si ostinano a tenere duro nel quartiere, si troverà suo malgrado a dover prendere una decisione estremamente rischiosa. -
Il valore del caso. La mia vita
Le deportazioni naziste dell’infanzia e la complicità degli ungheresi, le fucilazioni degli ebrei lungo il Danubio, la morte dell’amatissimo padre ad Auschwitz, gli amici dell’Isola Margherita. Un’infanzia che decide, “per caso”, il destino di una grande filosofa.rn«L’Olocausto, il socialismo reale, l’amicizia con Lukács, battaglie e tradimenti, Marx e baci d’amore: la pensatrice ungherese si racconta nell’autobiografia» - La StamparnrnAl cuore del suo percorso esistenziale e intellettuale, l’incontro con György Lukács e la nascita della Scuola di Budapest, con il suo vivace corredo di amicizie e intrighi amorosi. La vocazione filosofica e il marcato spirito d’indipendenza di Ágnes Heller si accompagnano a un radicale impegno politico che la catapulta negli snodi cruciali del Ventesimo secolo: la Rivoluzione del 1956, il Sessantotto, la caduta del Muro nel 1989, il passaggio alla democrazia liberale, fino all’attuale tirannia di Orbán in Ungheria. Heller racconta l’emigrazione in Australia nel 1977, cui seguono i febbrili anni newyorkesi, dal 1986 al 2007, caratterizzati da una vita culturale in fermento: teatri, concerti, viaggi, incontri con intellettuali di tutto il mondo. In questo caleidoscopio di esperienze sfilano i più grandi nomi del pensiero novecentesco, da Foucault a Derrida, da Adorno a Löwenthal, da Jonas a Habermas, da Taubes a Bauman. Una vita intensa, movimentata, trascorsa in una costante e coraggiosa ricerca della libertà. -
Ritorno al futuro. Manifesto per l'Unità d'Italia
Nel mondo del XXI secolo la democrazia parlamentare è entrata in crisi, gli stati-nazione vengono schiacciati dal peso del debito pubblico e dal ricatto di finanza e imprese multinazionali, la Lunga Stagnazione si sta trasformando in recessione mentre l’“Impero cinese” avanza e l’Europa si ritrae. In questo quadro anche l’Italia, la sua unità nazionale, rischiano di venire travolte sotto la spinta della secessione delle regioni più ricche. Non possiamo e non dobbiamo però tornare alla frantumazione del nostro Paese, che finirebbe facile preda di potenze straniere, così come accadrebbe all’Unione Europea che si disgregasse. Dobbiamo ricostruire e rilanciare un’identità nazionale di cui essere orgogliosi, senza scadere nei nazionalismi e nel razzismo di ritorno. Solo restando uniti potremo riconquistare dignità e un ruolo internazionale. -
La nuova Corea del Nord. Come Kim Jong Un sta cambiando il Paese
La successione, nel dicembre 2011, di Kim Jong Un al Caro Leader Kim Jong Il ha posto le basi per una profonda ristrutturazione sociale e politica della Corea del Nord, quasi del tutto ignorata dai media occidentali. Il Paese, di cui si tende a parlare per derisori luoghi comuni, vede nascere nelle proprie città nuovi quartieri con servizi più funzionali e organizzati; l'economia, principalmente privata, sta prendendo sempre più piede. Pur rimandendo una dittatura, con l'arrivo della byungjin, la nuova linea politica inaugurata da Kim Jong Un nel 2013, i militari hanno lasciato il posto a una nuova classe di tecnocrati ed economisti che stanno preparando la Corea ad accogliere nuove leggi di mercato. Questo libro ha il merito di tratteggiare con oggettività i vari scenari, interni ed esterni, in cui si trova lo Stato e il popolo nordcoreano, andando oltre gli stereotipi e i cliché preconfezionati. -
Arafat. Il sovrano senza Stato
Il conflitto israelo-palestinese è stato esacerbato dalla ritrosia della comunità internazionale a riconoscere l’identità di un popolo, perché ser-viva «una terra senza identità pubblica, senza storia, senza leader, ma fino a quando Arafat avesse continuato ad essere a capo della malandata Autorità palestinese avrebbe continuato a dirsi il capo di un popolo e a fare di tutto, nel bene e nel male, per dare un volto umano e un’identità collettiva ai palestinesi». A novant’anni dalla nascita di Yasser Arafat, e a quindici dalla sua scomparsa, Stefania Limiti ripercorre le tappe della vita di questo personaggio controverso, eroe per alcuni e terrorista per altri, leader carismatico, uomo politico sempre molto più aperto al dialogo e al compromesso di quanto i suoi avversari vogliano ricordare. -
La pazienza della notte
A Roma, Marcel Farcoz, un alpino che accompagna un celebre storico a un convegno, conosce Elias Franck, giovane psichiatra discendente da un'importante famiglia ebraica. Nati entrambi nel 1930, ma su versanti opposti del Monte Bianco, i due hanno un passato molto diverso. Da una parte la dura disciplina della montagna e dall'altra la storia di chi, pur toccato dalla tragedia della Shoah, ha avuto una vita facile. Tra loro nasce un'amicizia che si trasformerà in un'occasione preziosa per confrontarsi su temi universali. Divisi poi per anni tra Aosta e Ginevra, proprio al momento di ritrovarsi una tragedia avvenuta alle pendici di una delle montagne più alte d'Europa porterà l'alpino a scoprire una triste verità. -
Il fantasma del corpo estraneo. Per un diritto internazionale dell'ospitalità
Il mondo occidentale sta entrando in una nuova fase della sua storia: l’alto tasso di disoccupazione, l’aumento delle diseguaglianze e la percezione di una crisi migratoria stanno modificando la nostra idea di società. È sempre più forte la paura del diverso, dell’estraneo, a cui corrisponde la tentazione di trincerarsi nei confini nazionali. Nel pieno di questo mutamento epocale, Étienne Balibar suggerisce l’istituzione di un diritto all’ospitalità e auspica il ritorno dell’etica in una politica fondata – per dirla con Derrida – su un’infinita e incondizionata responsabilità. -
Il bambino vitruviano. L'innovazione di Janusz Korczak
Il rivoluzionario pensiero pedagogico di Janusz Korczak, pediatra e letterato ebreo polacco, ha conservato tutta la sua dirompenza dopo aver attraversato gli orrori di due guerre mondiali, diventando oggi una delle testimonianze più illuminanti che si possano distinguere nelle tenebre della Shoah. Nel 1911 Korczak fu ispiratore, costruttore e direttore dell'orfanotrofio ebraico Dom Sierot a Varsavia: un'utopia realizzata, «la meraviglia dei bambini soli». L'esperienza del Dom Sierot, insieme alla storia della sua vita e soprattutto della fine della sua vita, fa di Korczak «uno degli uomini migliori che il pianeta abbia mai ospitato». In un saggio composito che lega l'esempio del pedagogista al nostro presente «rapace», dominato dall'intolleranza e dalla semplificazione, Dario Arkel esplora le possibilità creative dell'infanzia e traccia la figura del ""Bambino Vitruviano"""", a fondamento di una società della condivisione dove i bambini non siano ridotti e schiacciati sul mondo adulto, ma liberi di essere se stessi."" -
Appello al socialismo
Tradotto per la prima volta in lingua italiana, Appello al socialismo è un testo che appassionò Martin Buber, Walter Benjamin, Gershom Scholem e tanti altri intellettuali del Novecento. Qui anarchia e socialismo non sono in contrapposizione, ma si completano a vicenda, mirando al recupero di un'arte della convivenza umana, smarrita nella modernità. Gustav Landauer fu un critico dello Stato, del capitale e non di meno di un certo marxismo della Seconda Internazionale, dai tratti fortemente deterministi. La storia non procede infatti secondo tappe evolutive, ma è il frutto dell'azione concreta di uomini e donne che si muovono verso un preciso obiettivo: l'emancipazione dall'oppressione morale, politica ed economica, per realizzare infine un desiderio di vita in comune, l'autentico socialismo. -
Un pacchetto di Gauloises. Una biografia di Guido Morselli
Scomparso tragicamente la notte del 31 luglio 1973, Guido Morselli scrisse migliaia di pagine senza riuscire mai a trovare un pubblico di lettori. Tutti i suoi romanzi furono infatti pubblicati postumi, a partire dal 1974. Un pacchetto di Gauloises ripercorre la vita di Morselli, dai luoghi profondamente lombardi (Varese, Milano e Gavirate) in cui visse, cavalcò, scrisse, produsse il vino e costruì il suo buen retiro, alla Calabria della Seconda Guerra Mondiale, alla Germania, arrivando fino all’America del Vermont, dove l’autrice ha incontrato Mario, il fratello dello scrittore. Emergono così le tappe fondamentali di un’esistenza travagliata, vissuta ai margini dei cenacoli letterari con l’aspirazione di essere apprezzato dagli editori senza adottare scorciatoie, e si svelano persone e vicende finora sconosciute. Queste pagine tratteggiano un volto nuovo di un intellettuale-filosofo dotato di straordinaria acutezza, ma anche appassionato del mondo e dei suoi piaceri e dedito alla cultura in senso autentico, secondo la massima che amava ripe¬tere: «La cultura non è di chi sa, ma di chi apprende».