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La mia vita
«Le autobiografie della maggior parte delle donne celebri sono una serie di narrazioni sulla loro esistenza esteriore, piene di particolari e di aneddoti futili. Sui grandi momenti di gioia o di angoscia, esse serbano uno strano silenzio. La mia arte invece è precisamente uno sforzo per esprimere, con gesti e movimenti, la verità quale io la sento». Così scrive Isadora Duncan nelle prime pagine di questo libro, pubblicato nel 1927 poco prima della sua tragica e spettacolare morte. Il suo è un autoritratto eccessivo - e dunque paradossalmente fedele - di una donna libera e visionaria, che non ha solo cambiato la storia della danza, ma ha influenzato il mutamento delle arti nel primo Novecento, seducendo le menti e i cuori di personaggi come Rodin, D'Annunzio, Stanislavskij, Gordon Craig, Eleonora Duse. Bambina che supera gli ostacoli di un'infanzia poverissima e artista che sconvolge i teatri d'Europa, seduttrice naturale e madre non sposata, aristocratica e comunista per Isadora Duncan lo scardinamento delle convenzioni sociali, insieme a quelle estetiche, è stata una vocazione. La sua avventura, raccontata con esuberanza quasi violenta, è tanto la testimonianza di un'epoca cruciale quanto la storia di un'inquieta ricerca dell'assoluto. Prefazione di Maria Borgese. -
Vittorio Arrigoni. Ritratto di un utopista
Nei campi con i contadini e in mare con i pescatori tra gli spari, sotto le bombe durante l'operazione militare israeliana Piombo fuso. Questa la scelta di vita di Vittorio Arrigoni a Gaza, terra «madre di tutte le ingiustizie». Nel racconto di Anna Maria Selini si ripercorrono i suoi anni passati in Palestina, attraverso i ricordi delle persone a lui più vicine fino al rapimento e all'assassinio, nell'aprile del 2011. Una morte su cui non è stata fatta ancora chiarezza, dimenticata troppo presto, e seguita da un processo farsa, nell'indifferenza della politica italiana di allora. Partigiano intransigente, un po' Corto Maltese un po' Che Guevara, libero dall'influenza dei governi, Vittorio agiva spinto dall'urgenza di difendere e diffondere il rispetto per i diritti umani stando tra la gente, nel cuore delle cose. Un messaggio, il suo, che continua a ispirare molti e che oggi è più necessario che mai. Introduzione di Francesco Battistini. -
Luoghi comuni (2019). Vol. 2: Corpo
Contributi: Elena Madrussan ""Corpi giovani in formazione. La vita 'che conta'""""; Clemente Tafuri e David Beronio """"Fenomenologia del corpo perduto""""; Luigi Vittorio Berliri """"Disabilita e bellezza""""; Alberto Leiss """"Il corpo-mente fallico, emergenza politica""""; Carlo Saitto """"Possedere il corpo""""; Alberto Olivetti """"Il tatuaggio e la rete""""; Cristina Guarnieri """"L’erotismo, la lingua del corpo""""; Teresa Forcades """"Riflessioni teologiche sul corpo; Il movimento delle donne: «Si parte dal quotidiano per investire l’intero ordine esistente»""""; Intervista a Lea Melandri a cura di Marco Deriu; Mario Agostinelli Vita umana: tra pelle, tecnologia, natura e clima; Giulia Rodano I corpi e i luoghi; Enzo Scandurra Il corpo e la piazza."" -
Il sogno della casa comune. Riflessioni di un vecchio teologo e pensatore
Il capitalismo globalizzato, con la sua accumulazione frenetica di profitti, sta avvelenando la Terra e impoverendo gran parte della popolazione. Sono in troppi gli uomini costretti a vivere sotto la soglia della povertà e troppo pochi i detentori delle ricchezze, ma nemmeno questi ultimi potranno salvarsi dalla distruzione del pianeta. Leonardo Boff, uno dei pionieri della Teologia della liberazione, lancia il suo appello: è più urgente che mai cambiare direzione e ricominciare a prenderci cura della nostra Casa comune. L’essere umano deve riscoprire il valore dell’umiltà e iniziare a considerarsi una parte di un progetto più grande. Non più dominatore della Terra, ma suo guardiano e custode. Soprattutto, se spera di sopravvivere, deve imparare a cogliere le richieste di aiuto che la natura gli manda. Le parole di Boff sono semi da coltivare per un futuro differente. Ascoltandole, l’umanità può salvarsi dalla furia distruttrice che ha contribuito a scatenare e può rendere nuovamente il pianeta un luogo sicuro, fertile e abitabile per tutte le specie. -
Museo del romanzo della Eterna (primo romanzo bello)
«Museo del romanzo della Eterna», iniziato nel 1904 e compagno dell'autore fino alla morte, sovverte ogni concezione classica della distinzione dei generi e dissolve qualunque canone lo abbia preceduto. È un gesto di denudamento tradotto in scrittura e protratto nel tempo eternamente inconcluso di un'opera aperta. Si tratta di accettare un invito malsicuro e ritrovarsi, sin dal primo momento, non ospiti ma ostaggi di un poeta senza età, di un folle, o forse di un genio invasato, di un filosofo visionario, e di un buffone, un profeta, un teorico dell'arte indemoniato. Sfilano le identità, si accumulano e si ingarbugliano i discorsi, si disarticolano storie, si smontano personaggi, e l'ostaggio, costretto a un dialogo impossibile, ridotto a interloquire con un'assenza cangiante, si ritrova fatalmente solo, senza scampo e senza scuse, finché per la soddisfazione del suo ospite fa infine esperienza del ""trauma dell'inesistenza"""". Solo allora, abbandonata insieme all'autore l'identità, sacrificato il senso, deposta ogni credenza, quel che resta del lettore potrà, con quel che resta della lettura, incontrare l'Assoluto."" -
L'età del ferro (2019). Vol. 3
“L’età del ferro” non è una rivista di letteratura, né di “critica” o di “poetica”. Non è una rivista di sociologia, antropologia, psicoanalisi o delle più varie humanities. È una rivista militante senza engagement. Forse è addirittura una rivista politica. La letteratura è una forma irriducibile e insostituibile di conoscenza. La letteratura non ha compiti di intrattenimento o di “impegno” immediato, ha la profondità “sociale” delle parole. La letteratura ha a che fare con altri ambiti della cultura, anche con quelli in apparenza più lontani e diversi. La letteratura non è democratica, è critica. Non abbiamo ideologie e comunque fedi, credenze o religioni – neppure la religione della razionalità. La differenza tra tecnologia hard e tecnologia soft – la differenza tra il Novecento e il Duemila – è solo apparente: l’espropriazione non cambia, ma, e non è poco, si sposta dal corpo alla mente, e così incide sulla qualità dell'antropos, decide della sua essenza. Esiste un problema di ecologia della cultura, ovvero di ecologia di quello che siamo. Noi leggiamo il mondo (quindi anche la polis) consapevoli che ciò che ci caratterizza come specie animale, e ci fa diversi da tutti gli altri esseri viventi, è la creatività della nostra mente. Questa è la nostra militanza: rimettere al centro la potenza gnoseologica dell’arte, della poesia. Questa è appunto una funzione politica: combattere per la salute della specie cui apparteniamo. -
Alberi e sacro. Dalla mitologia alla tradizione cristiana
Nell’immaginario collettivo gli alberi sono l’asse del mondo, elemento di forza vitale e di enorme stabilità; appagano il senso di grandiosità, la tensione verso ciò che è senza confini, l’ansia di superare la finitudine umana e il senso del soprannaturale. Rappresentando il tramite fra cielo, terra e mondo ipogeo, sono stati tra i primi oggetti di venerazione in tutte le civiltà antiche.In questo affascinante volume, Anna Maria Sciacca ne esplora la sacralità, narrando miti e leggende diffusi nel continente europeo e in quello asiatico, come pure in Africa e nelle Americhe, e mette a confronto le tradizioni di popoli diversi: prima di tutto greci e latini ma anche germani, celti, egizi, fino alle credenze indiane e vediche. E giunge infine alla cristianità, in cui l’albero acquista nuovi significati religiosi di rinascita e speranza in un mondo di felicità eterna. -
Politica per perplessi
Daniel Innerarity ci offre alcuni suggerimenti per difenderci dalla perplessità di cui siamo schiavirn«Daniel Innerarity analizza l'avanzata di fenomeni contemporanei come la ""globalizzazione dell'infelicità"""" e la """"deregolamentazione emozionale"""" che hanno vanificato di fatto la razionalità politica» - Massimiliano Panarari, il VenerdìrnNegli ultimi anni siamo stati testimoni di eventi politici imprevedibili, dalla vittoria elettorale di Donald Trump alla Brexit. Ogni cosa sembra sfuggire al nostro controllo e l'insicurezza che ne deriva ci porta a essere ansiosi, aggressivi verso l'""""altro"""" e disillusi nei confronti della politica, fossilizzata su vecchi schemi binari che non rappresentano più la nostra realtà. Daniel Innerarity ci offre alcuni suggerimenti per difenderci dalla perplessità di cui siamo schiavi, come la realizzazione di sistemi politici intelligenti, capaci di sopravvivere ai cattivi governanti, o la costruzione di una democrazia più inclusiva, che tenga conto anche della minoranza. Sopra ogni cosa, però, ci invita all'ottimismo: anche se non è possibile prevedere il futuro, ogni nostra azione può dare il via al cambiamento verso un mondo migliore, sostenibile e più sicuro."" -
Il sacrificio dei pedoni
Nel 1977 la variegata gioventù alternativa di Bologna aderisce in massa al Movimento. Intanto all'università la contestazione si fa sempre più dura e il DAMS è uno dei nuclei caldi, frequentato da personaggi poi divenuti miti della controcultura giovanile come Andrea Pazienza, Pier Vittorio Tondelli, Freak Antoni, Francesca Alinovi: tutti ""compagni di strada"""" di Gian Ruggero Manzoni (detto """"il Conte""""). Il Conte e l'amico Maurone incontrano compagni di lotta in giro per l'Italia mentre sono in fuga, dormono dove capita, si battono senza risparmiarsi con pugni e coltello, amano senza pregiudizi, non si piegano alle convenzioni nemmeno in famiglia. Solo che per il Conte le teorie degli altri cominciano a stridere e i comportamenti a sembrare solo teatro, finché il 10 marzo lui e Mauro, armati, vengono bloccati da una Squadra Speciale del ministero dell'Interno, e inizia per loro un'odissea folle. Questa autobiografia è il primo atto di un'avventura, tra il militare e, persino, il criminale, poi durata altri venticinque anni, in parte già romanzata da Pier Paolo Giannubilo ne """"Il risolutore""""."" -
Nuovi lavori, nuove alienazioni
«Jaeggi ritorna alla visione hegeliana del lavoro come cooperazione sociale, da riscoprire in questa nostra postmodernità» - Massimiliano Panarari, il VenerdìSfruttamento, alienazione, precarietà, disoccupazione a lungo termine: sono soltanto alcune delle forme patologiche che il lavoro ha assunto nella nostra epoca. Se, come diceva Hegel, il lavoro è invece condivisione, prender parte alle risorse universali della società (sia come ciò che una società possiede, sia come ciò che una società è capace di fare), tali patologie possono essere intese come modi diversi di rifiutare o impedire questa partecipazione. Nel contesto di una ricostruzione storico-normativa del significato di lavoro quale cooperazione sociale, Rahel Jaeggi indaga gli aberranti sviluppi contemporanei e la minaccia posta alle attuali condizioni lavorative allo scopo di chiarire, attraverso l'analisi di fenomeni negativi, il contenuto positivo del termine e il suo senso nelle società moderne. Introduzione di Giorgio Fazio. -
Le mani sulla scuola. La crisi della libertà di insegnare e di imparare
Questo breve saggio non è neutro. È una riflessione critica sulla storia politica ed economica della scuola italiana, alla luce della progressiva espropriazione della sua funzione e dei suoi fini. rnrnLa crisi che gli autori descrivono riflette il deterioramento di un’istituzione preposta all’interesse sociale della collettività, trasformata in un servizio individuale on demand. In questo passaggio epocale, che ha subito una forte accelerazione nell’ultimo ventennio, nella contemporanea scuola di massa governata dal pensiero unico neoliberista che la vuole “utile” e “produttiva” si incrinano, per docenti e studenti, le condizioni essenziali di libertà nella conoscenza e nell’accesso significativo ai saperi. Forse definitivamente. -
La grande stagione
«Non è ancora estate, ma dalla qualità della luce si capisce che è proprio in questo punto del pianeta e dell'Egeo, in questa parte dell'arcipelago che l'ultimo velo è sfilato. Lo spettro luminoso si irradia ancora più nitido, aurorale, la luce riesce a farsi strada anche nello spessore degli oggetti, rivelandone una trasparenza, un'interiorità che non avevo ancora visto.»«Un libro che è un omaggio alle città, alla giovinezza e al cambiamento. E anche alla musica» – Read and Play«Una scrittura definita, puntuale, cesellata» – Il Corriere Romagna«Da una parte c'è l'incipit del romanzo e l'introduzione del tema principale, ""lento ma non troppo""""; dall'altra la vita prende il sopravvento in una rumba scatenata... Una voce già matura, autorevole, nonostante questo sia il suo esordio nel romanzo» – Piego di Libri«Merita di essere assaporato senza fretta, capitolo dopo capitolo» – L'Unità /Articolo21La laurea a quasi trent'anni sigla la fine della stagione universitaria di Livio, ma Bologna sembra volerlo trattenere, generosa più che mai di incontri e di avventure notturne. Al primo contratto di lavoro segue un trasferimento, un periodo febbrile a Parigi e, dopo una brusca interruzione, la partenza verso un'isola defilata delle Cicladi. L'erotismo vissuto con amiche o compagne di una notte detta il tempo della vicenda, alternandosi ai ricordi e alla ricerca della causa dell'incidente di volo nel quale Livio da bambino ha perso il padre pilota. Insieme alle ragazze, protagonisti del romanzo sono i luoghi, raccontati attraverso una scrittura lucida e prospettive limpide, quasi fotografiche: Bologna, l'Adriatico, Parigi e """"K"""", la minuscola isola nell'Egeo dove Livio è di nuovo pervaso da un'esaltante fiducia nel futuro, in una nuova grande stagione. Un romanzo di esordio incalzante e magnetico."" -
Il caso Annarumma. La rivolta delle caserme e l’inizio della strategia della tensione
Con la morte a Milano dell’agente di polizia Antonio Annarumma, il 19 novembre 1969 inizia in Italia quella che sarà denominata la «strategia della tensione». E comincia anche la stagione dei depistaggi cui in molti avrebbero fatto ricorso negli anni a seguire. Il giovane poliziotto morì durante violentissimi scontri di piazza che coinvolsero lavoratori e studenti e che innescarono ammutinamenti nelle caserme di Milano, Torino e Roma. In questo libro parlano i testimoni di quel 19 novembre e, per la prima volta, gli agenti che presero parte alle rivolte nelle caserme. Alla luce di documenti di polizia finora sconosciuti, si ricostruiscono i fatti e i momenti di quella tragedia e, più in generale, lo spaccato di quegli anni ancora difficili da raccontare. -
Oltre l'austerità. Disputa sull'Europa
«Europa-Streit»: così è stato definito in Germania il dibattito sul futuro dell’Europa. In questa contesa intellettuale due grandi pensatori tedeschi, Wolfgang Streeck e Jürgen Habermas, si confrontano sui destini del processo di integrazione europea. Se il primo crede che una ripresa democratica per l’Unione possa essere riconquistata soltanto con il ritorno allo Stato nazione (almeno per quanto riguarda le scelte di politica economica), il secondo è convinto che il superamento della crisi della democrazia europea non possa provenire da un ritorno al nazionalismo e al sovranismo, e che sia quindi necessaria ancora «più Europa». Un dibattito che oggi, in un’Europa in bilico tra programmi di rilancio economico comunitari e l’avanzare delle destre sovraniste, si scopre sempre più urgente. -
Digito dunque siamo. Piccolo manuale filosofico per difendersi dalle illusioni digitali
Ciò da cui questo piccolo manuale filosofico vuole metterci in guardia è la più grande illusione dei nostri tempi: già, perché più pensiamo di essere connessi, di empatizzare, di ""essere partecipi"""" grazie ai media digitali, più in realtà ci stiamo isolando. Rifugiandoci in un'immagine idealizzata di noi stessi, forgiata giorno dopo giorno a suon di post e commenti, dimentichiamo l'altro — costretto a recitare il ruolo di pubblico plaudente alla nostra festa. Il digitale, a dispetto delle sue promesse, ci sta lentamente e gradualmente """"disumanizzando"""" in cambio di comodità e felicità liofilizzata in like. Digito dunque siamo rivendica il diritto di difendersi da queste illusioni per restare umani, cosa tutt'altro che facile."" -
Tre saggi su Rousseau. Proprietà, volontà generale, politica
In ""L’idea di proprietà in Rousseau"""", il saggio più lungo e generale di quelli che formano questo libro, si esaminano i diversi significati della proprietà nelle opere rousseauiane. Se nell’Émile viene avanzata una proposta del tutto positiva della proprietà fondata, con Locke, sul lavoro, nel Discorso sull’ineguaglianza già si affianca a questa concezione la dura condanna della grande proprietà che genera forti asimmetrie sociali. Fino al Contratto questo doppio registro rimane al fondo delle molte e interessanti prospettive che Rousseau avanza circa la proprietà. In Rousseau, Diderot e la volontà generale sono messi a tema i rapporti, allora amichevoli, tra i due autori, e si propone un concetto della volontà generale rousseauiana che si chiarisce proprio nella critica al direttore dell’Enciclopedia. Nell’ultimo saggio, infine, si studia il complesso e difficile rapporto tra le due più grandi opere filosofico-politiche di Rousseau: il """"Discorso sull’ineguaglianza"""" e il """"Contratto sociale"""". Postfazione di Stefano Petrucciani."" -
La dialettica materialista della coscienza
Cos’è la coscienza? E qual è il metodo per studiarla? Con questo saggio, pubblicato tra il 1974 e il 1975 e qui compendiato da note critiche e una ricca bibliografia, Tran Duc Thao, filosofo vicino a Sartre e a Merleau-Ponty e figura chiave della fenomenologia francese del secondo dopoguerra, propone un’inedita metodologia per lo studio della coscienza. Questa passa per un progetto semiologico, fortemente debitore della tradizione marxista, il quale non manca di alcuni elementi di grande originalità, come la nozione di “linguaggio della vita reale”. Sullo sfondo di un bilancio biografico e teorico del suo percorso intellettuale, che non risparmia critiche all’individualismo e all’idealismo, Thao accoglie le sfide provenienti dalle scienze (linguistica, psicologia, biologia, paleoantropologia, genetica) e rivendica il ruolo svolto dal corpo, dall’interazione pratica con il mondo reale, dal linguaggio e dalle relazioni sociali nella formazione della coscienza. -
Il leone imbrigliato. Artisti, istituzioni, pubblico
Artisti, istituzioni, pubblico: Maurizio Coccia indaga il rapporto fra i tre principali protagonisti dell’arte contemporanea, partendo da un’iniziale collocazione storico-critica per arrivare a una più precisa connotazione teoretica. Si discutono i pionieri della pratica in oggetto (Institutional Critique), risalendo nei decenni sino al principio del nuovo secolo, quando entrano in gioco le strategie conosciute come New Institutionalism e prendono slancio le nuove pratiche curatoriali, più accentratrici e perfomative. Largo spazio è dato anche ai principi della nuova museografia indirizzati a un ampliamento del pubblico nei musei, con esperienze tratte dalle vicende internazionali più recenti. Un libro che non vuole essere un manuale né un prontuario, ma una tavola rotonda, la possibilità di dialogo tra diverse visioni, come viatico per un’umanità futura informata e consapevole. -
Il nunzio del bene venturo. Primo appello all'umanità contemporanea
Misteriosamente ritirato dal mercato dall'autore, si dice, poco dopo la pubblicazione, ""Il nunzio del bene venturo"""" è l'unico testo pubblicato quando Gurdjieff era ancora in vita e contemporaneamente il più «sfuggente, spiazzante, oracolare e insieme tecnico» tra le varie opere in cui sono disseminati i suoi «frammenti di un insegnamento sconosciuto», citando il celebre titolo del suo collaboratore e allievo P.D. Uspenskij. Ricco di informazioni preziose sulle origini e l'ispirazione del percorso di ricerca del filosofo e mistico greco-armeno, è un tassello essenziale per comprendere l'insegnamento di una delle figure più carismatiche e misteriose della ricerca spirituale del Novecento. Introduzione di Adriano Ercolani."" -
Snaturati. Dalla social-ecologia al populismo
Snaturati racconta il percorso del Movimento dal punto di vista privilegiato di chi ha contribuito a costruirne il profilo critico e culturale, ma che ha anche assistito dall’interno alla sua deriva populista.rnrnLa parabola del Movimento 5 Stelle, il primo partito digitale al mondo, inizia con gli ideali social-ecologici dei primi anni Novanta e Duemila, per i quali Marco Morosini e Beppe Grillo si impegnarono a lungo insieme. Poi subentrarono le speranze politiche dei profeti del digitale, infine i due governi, il primo con la Lega, il secondo con il Partito Democratico e Liberi e Uguali. Snaturati racconta il percorso del Movimento dal punto di vista privilegiato di chi ha contribuito a costruirne il profilo critico e culturale, ma che ha anche assistito dall’interno alla sua deriva populista. Questo libro ha due voci: quella dell’analista sociale che considera l’oggetto di studio con distacco e quella del protagonista che ha partecipato alla più innovativa esperienza politica italiana.