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Garfagnana in giallo. Antologia criminale 2021
L'antologia criminale con i racconti finalisti del premio Garfagnana in Giallo Barga Noir, raccolti per essere esercizio di lettura e di scrittura, tra storie imprevedibili, cattive, folli, ma anche piene zeppe di quella pacatezza che solo il genere poliziesco può tirare fuori dalle animacce sporche delle scrittrici e degli scrittori che scavano nel torbido e nel nero. In questo libro: La voce di Giuliano Fontanella; Un lavoro certosino di Antonella Pellegrinotti; “Contemplazione emiliana” a tinte gialle di Margherita Gobbi; La trappola della perla nera di Silvia Alonso; Un mondo vuoto di Tommaso Sala; Una questione di principio di Daniele Fontani; La badante di Brunella Brotini e Letizia Quaglierini; Deve aver fritto il galletto di Enzo Ronco; La giustizia del santo di Angela Borghi; Apocalisse 21.4. di Maria Bellucci; La lucertola azzurra di Nicolina Scalzo; Conseguenze di Matteo Pedretti; L’aspirapolvere di Daniele Gennari; La breve notte di Beniamino Rosa; Fiori nel vento di Laura Piva; Dodici corpi di Salvatore Enrico Anselmi; Un’indagine a ritmo di jazz di Riccardo Lana; Un cappuccino e un cadavere di Francesco Randazzo. -
Premio letterario il Borgo Italiano 2021. Antologia 2021
Questa antologia contiene gli autori che hanno aderito all’iniziativa editoriale e che hanno partecipato alle sezioni Racconto Breve Inedito e Poesia Inedita del Premio Letterario il Borgo Italiano 2021, la cui cerimonia di premiazione è stata ospitata dal borgo di Lanzo Torinese. Il “viaggio tra i borghi d’Italia” vede come protagonisti: Augusta (Roberto Giardino Calcia), Bitetto (Dina Ferorelli), Caorle (Francesco Brichese), Casignana (Agata Mazzitelli), Castiglione di Sicilia (Carmela Tuccari), Civita (Miriam De Marco), Civita di Bagnoregio (Alice Cislaghi), Cocullo (Patrizia Manni), Eboli (Lina Rizzo), Grumo Nevano (Alfredo Lombardi), Lustra (Maria Rosaria de Fazio Cuoco), Montesilvano Colle (Fabrizio Fiorente), Orta San Giulio (Corinna Mangogna), Pergine Valdarno (Romina Zamponi), Pesariis (Francesco Sandri), Poli (Giovanni Ierfone), Rocca di Cambio (Bruna Marinangeli), Rossano (Lina Felicetti), San Giorgio Lucano (Rocco Herman Puppio), San Giorgio Morgeto (Rosanna Giovinazzo), San Nicola dell’Alto (Elisabetta Maio), Santa Severa (Loredana Bellisario), Servigliano (Donatella Antognozzi), Vinadio (Rita Primicino). -
Non sarete dimenticati. Memorie dell’ARMIR dal fronte russo
Alpini, fanti, bersaglieri, artiglieri, dell’ARMIR, caduti, scomparsi, fortunosamente tornati, oppure finiti prigionieri durante la ritirata tra il dicembre 1942 e il gennaio 1943. Ventuno storie di ventuno italiani in grigioverde partiti, da ogni regione d’Italia, per conquistare l’Unione Sovietica e scontratisi con la grande storia. Ventuno testimonianze, ricostruzioni, ritrovamenti, che a distanza di ottanta anni ancora dimostrano quanto la tragedia dell’Armata perduta, sia ancora memoria viva. Dopo le madri e le giovani mogli, oggi sono i nipoti o i pronipoti a cercare di colmare il dubbio e di cancellare l’oblio caduto sui loro familiari. Ventuno ritratti di uomini che oggi rappresentano un segno di pace e di contrasto ad ogni guerra. -
Tra il cielo e il mare. Della vita e delle avventure di Michelangelo Saraceno
Il borgo di San Martino in Pensilis, in provincia di Campobasso, fa da filo conduttore alle avventure e alla vita di Michelangelo Saraceno. L’opera vincitrice della sezione “Romanzo Inedito” del Premio Letterario il Borgo Italiano 2021 edizione Borgo di Lanzo Torinese, trasporta il lettore alla fine del ‘600, tra cielo e mare, in una continua esplorazione di luoghi e costumi che fanno rivivere, con il massimo dettaglio e ricostruzione, le cronache dell’epoca. Michelangelo Saraceno è solo un ragazzo all’inizio della narrazione, ma crescerà durante il suo lungo viaggio che lo porterà su una cocca veneziana attraverso i porti del Mediterraneo e dell’Adriatico. Vivrà avventure, delusioni e vendette trasversali, fino a tornare al suo luogo di origine per saldare un conto rimasto aperto da molto tempo. -
L'arma che inganna. La mimetizzazione negli eserciti della Grande guerra: arte, ingegno e industria
Nel corso della prima guerra mondiale, la possibilità di scrutare il nemico offerta dalla nascente arma aerea e da più sofisticati mezzi di osservazione rese indispensabile, in ogni esercito in lotta, la creazione di strumenti che permettessero di proteggere uomini, mezzi e postazioni. Nascondersi efficacemente, dissimulare alla vista le proprie armate, creare punti di osservazione mimetizzati nella natura significava limitare le perdite ma anche utilizzare il fattore sorpresa negli assalti, entrambi aspetti fondamentali nella guerra di posizione e logoramento che si stava combattendo al fronte. Per raggiungere questi scopi divenne fondamentale la collaborazione di ingegneri, pittori, scultori e scenografi, che lavorarono nel settore del mascheramento, avviato in Italia nel 1917 sull’esempio della Francia. Sulla base di fonti archivistiche in gran parte inedite, in questo libro si presenta per la prima volta in Italia una storia complessiva del camouflage, un tema sottovalutato dalla storiografia ma che ebbe un’importanza crescente in tutti gli eserciti, specie nell’ultimo decisivo anno di guerra. -
Dov’è la vittoria? Frammenti del diario di Francesco Graziano aspirante medico sul Pasubio e sul Carso, prigioniero di guerra in Germania
Francesco Graziano tra il 1916 e il 1917 è stato impiegato come aspirante medico prima con gli alpini del battaglione Cervino e successivamente con i fanti delle brigate Pistoia e Siracusa. Nel suo diario ha illustrato la sua partecipazione ad alcuni degli episodi più cruenti succedutisi nel settore del Pasubio e sul Carso, e ha riportato la narrazione incalzante e carica di sgomento dello sbandamento che ha coinvolto militari e civili in seguito al rovescio di Caporetto. Ha inoltre descritto la sua esperienza di prigioniero costretto a subire la fame e le umiliazioni inflitte nei lager tedeschi, svelando poi come gli ufficiali rientrati in Italia dalla prigionia siano stati sottoposti a un’istruttoria oltraggiosa che doveva fugare il sospetto che gravava indistintamente su tutti loro: di essere caduti nelle mani del nemico per codardia. Ha infine esposto i motivi per i quali nel dopoguerra una larga parte dei reduci è stata colta da un forte sentimento di disinganno. Il diario originale è stato pubblicato nel 1925 in Brasile. Ha così evitato di incorrere nella censura italiana che proprio in quel periodo interveniva sulle opere che raccontavano la verità sulla guerra. -
Dagli alianti agli aerosiluranti S.M. 79 di Carlo Faggioni 1941-1945
La storia di Ivano Guidi, che corre dal 1941 al 1945, permette di ricostruire le vicende dei primi aliantisti d’assalto italiani, che avrebbero dovuto essere usati per l’attacco a Malta. Il servizio delle S.R.A.M. (Squadre Recupero Aeromobili e Motori) dell’aeroporto militare “A. Dell’Oro” di Pisa e dopo l’8 settembre 1943 degli Arditi Paracadutisti di Tradate (Va), e del nuovo gruppo aliantisti intorno al Capitano Adriano Mantelli sul campo Agusta di Cascina Costa (Va). Allievo di Plinio Rovesti fu in servizio dal dicembre del 1943 a Venegono con gli aerosiluranti S.M. 79 del gruppo “Buscaglia”. Assiste il 29 marzo 1944 alla cattura di un B24 Liberator che scambiando la Svizzera con l’Italia si era trovato con l’intero equipaggio in campo nemico. Ma il libro traccia anche le vicende degli assi italiani della Seconda guerra mondiale come Carlo Emanuele Buscaglia, Carlo Faggioni, Marino Marini, Irnerio Bertuzzi. E ancora Valentino Cus e il Colonnello Giuseppe Baylon. Vivo il racconto degli ultimi giorni di guerra con i piloti dell’A.N.R. asserragliati a Villa Suardi a Bergamo e la rocambolesca fuga per raggiungere Milano nel maggio del 1945. -
El spin. La satira contro Tito. L’esperienza dell’inserto della Gazzetta di Pola contro l’egemonia jugoslava 1945-1947
Sabato 20 ottobre 1945 i polesi trovarono in edicola insieme a “La Gazzetta di Pola”, un inserto satirico di quattro pagine, al prezzo di sette lire, dal titolo in istro-veneto “El Spin”, la spina, con vignette di Gigi Vidris. Il giornale intendeva mostrare «gli imbonitori ben pagati che urlano e offrono in cambio della rinuncia alla Patria, l’onore d’una cittadinanza titina che desta invidia al mondo; o chi crede o fa credere agli altri che la storia dell’Istria comincia dal regno dei Karageorgevic e finisce con la calata della IV Armata slobodnja. E nel trambusto, rimettono fuori le corna gli sparuti superstiti della sgominata legione neo-fascista, vantandosi novelli salvatori della Patria in pericolo, dopo averla stuprata e rovinata. È uno spettacolo che merita d’essere registrato». Attraverso la lettura degli articoli, delle vignette, delle spigolature, delle lettere in redazione, è possibile ricostruire la tragica vicenda della comunità italiana tra l’incombente esodo, gli arresti, le vigliaccherie, i numerosi gesti antitaliani, la Strage di Vergarolla nella quale morirono 65 polesi. Di fronte alla stanchezza, la paura, l’orrore, i titini, i nuovi “gerarchi""."" -
Affetti privati, pubbliche virtù. La psiche come fattore politico
La centralità degli individui nell’orizzonte politico post-moderno è emersa in pieno: i grandi contenitori – nazioni, partiti – sembrano essersi alquanto frammentati nella globalizzazione. Si pone allora una domanda: restano soltanto egoismo e chiusure o è possibile ricostruire in questo orizzonte qualcosa di vitale? Marcella D’Abbiero sposa questa seconda prospettiva, perché ritiene che gli individui siano sempre stati il motore degli eventi storici. Seguendo le orme di Freud, mette in luce le ombre che accompagnano le “comunità compatte” e gli “affetti pubblici” e mostra il ruolo centrale che gli affetti privati-individuali giocano nella costruzione del tessuto sociale. -
Il serpente Ouroboros
Come in un sogno, “Il serpente Ouroboros” ci trasporta in una terra lontana governata dalle leggi della magia, dove due regni sono in lotta per la gloria o la distruzione totale. Il duello mortale tra Gorice, il Re stregone di Witchland, e Goldry, Signore di Demonland, segna l’inizio di una guerra che coinvolgerà eroi, mostri, incantatori e principesse, trascinati nel vortice delle armi fino all’inaspettato finale. Pubblicato nel 1922, il romanzo fonde in una nuova forma letteraria elementi dell’epica classica, delle saghe nordiche, dei poemi cavallereschi e del romanzo gotico: è l’atto di nascita del fantasy, molti anni prima che Tolkien, amico e attento lettore di Eddison, creasse la Terra di Mezzo. L’ipnotico stile dell’autore evoca la presenza del soprannaturale e le passioni barbariche rimanendo fedele allo spirito delle antiche leggende. -
Il gioco dei tarocchi
"Il gioco dei tarocchi"""", testo coltissimo quanto fantasioso, è contenuto nell'ottavo volume (1781) di """"Monde primitif, analysé et comparé avec le monde moderne"""", monumentale opera di mitologia comparata scritta da Antoine Court de Gébelin, pastore protestante, massone ed erudito vicino agli illuministi. Senza questo piccolo saggio, quello che nel Settecento era un semplice gioco di carte non si sarebbe forse mai trasformato nella tecnica di divinazione più diffusa in Occidente. Lo studioso vi afferma infatti, perentoriamente e per la prima volta, l'ascendenza egizia dei tarocchi, proiettandone il concepimento nel passato più remoto. I tarocchi, e in particolaare i 22 Trionfi, sarebbero dunque ciò che rimane del mitico Libro di Toth, occultato nella forma di un mazzo di carte e portato in Europa dagli zingari. La disinvolta ricostruzione storica e le ardite allegorie di Court de Gébelin sarebbero state superate dalle ricerche successive, ma la mania egizianista del Secolo dei Lumi era un terreno fertile per simili teorie e, solo quattro anni dopo, l'occultista Etteilla avrebbe pubblicato il primo manuale di divinazione per mezzo dei tarocchi. Si spalancavano così le porte di un immaginario che non ha perso nulla del suo ambiguo fascino e, mentre guida le profezie dei cartomanti, continua a ispirare artisti e scrittori." -
Lettera all'amazzone
Una lunga lettera indirizzata alla poetessa Natalie Clifford Barney, scritta in risposta alle emozioni e riflessioni suscitate dalla lettura – avvenuta nell’estate del 1932 – di Pensées d’une Amazone e concepita come un vero e proprio manifesto sull’amore al femminile. Marina Cvetaeva ci offre uno dei più controversi e poetici scritti sul lesbismo: la profondità dell’amore fra donne, l’impossibilità di avere figli, le inquietudini, le derive e il dolore di due donne che si amano. E poi l’invidia, il riflesso reciproco, le contraddizioni, le ambivalenze. Con la sua prosa, sempre acuminata e mossa da immagini rapide, in continua immersione ed emersione dal suo universo poetico, Cvetaeva descrive in questo libro le impasse a cui si trovano di fronte due donne quando decidono di vivere fino in fondo il loro amore e la loro sessualità. Prefazione di Erri De Luca, introduzione di Annalisa Comes. -
Un'autobiografia
Arrestato a Venezia nel maggio del 1592, Giordano Bruno è costretto a difendersi dall'accusa di eresia di fronte al Tribunale dell'Inquisizione: è l'inizio della lunga e dolorosa trafila processuale che, quasi otto anni dopo, lo condurrà sul rogo. Le sue prime deposizioni, raccolte in questo libro accanto agli interventi dei giudici e dei testimoni, sono la traccia di un profilo autobiografico intenso e sofferto, che del filosofo ci restituisce anche il carattere, lasciandolo emergere nella serrata corrispondenza tra le scelte di vita e gli sviluppi del pensiero. È una confessione resa sotto minaccia, un'abile mistura di verità, intelligenza oratoria e dissimulazione, eppure Bruno rimane orgoglioso anche nell'atto di chiedere perdono. Le sue parole, allora, ci aiutano a comprendere come la scelta di consegnarsi al martirio fu il risultato di una progressiva presa di consapevolezza del proprio ruolo di libero portatore di verità: un'estrema affermazione di autocoscienza. Selezionata e commentata da Michele Ciliberto, tra i maggiori studiosi del filosofo nolano, questa insolita autobiografia, oltre che un'introduzione all'opera del filosofo, è così anche una chiave per decifrarne le complesse ragioni, al di là di stereotipi e mitologie consolidate. -
Scienza e filosofia
La storia del pensiero occidentale nasce con il connubio di scienza e filosofia. Un’avventura intellettuale che ha il suo inizio nella Grecia antica, quando le riflessioni di Talete inaugurano il lungo e articolato cammino della ricerca umana verso una spiegazione razionale della realtà. In questa conferenza, pronunciata nel marzo 1932, Alfred North Whitehead ripercorre alcuni passaggi fondamentali dello sviluppo filosofico-scientifico dell’Occidente. Alla ricerca di una filosofia «organica», Whitehead si sofferma in particolare sulla teoria delle idee di Platone e sul sistema della natura di Newton, che condividono l’ambizione di offrire una descrizione definitiva dell’esistenza. In questo sforzo costante e mai compiuto di elaborare un’immagine coerente del mondo naturale, l’ultimo passo dovrà essere realizzato dalla filosofia, con un’ultima, illuminante intuizione. -
In cerca della terra di nessuno
Il nome di Milena Jesenská è molto spesso legato a quello di Franz Kafka, con cui ebbe un’intensa relazione quasi esclusivamente epistolare. Ma etichettare Milena come «l’amica di Kafka» è estremamente riduttivo: traduttrice, giornalista, attivista politica, la Jesenská è stata una figura di intellettuale a tutto tondo nella Boemia degli anni Venti e Trenta del Novecento, fino alla sua tragica morte nel campo di concentramento di Ravensbrück, nel 1944. Gli scritti raccolti in questo libro raccontano il periodo tra l’Anschluss e l’invasione della Cecoslovacchia da parte dei nazisti. Accanto alla cronaca degli eventi che avrebbero cambiato per sempre il volto dell’Europa, c’è anche spazio per la vita delle persone comuni e per le vicende quotidiane spesso fagocitate dalla grande Storia. Sono testi lucidi e appassionati in cui emerge la forte personalità della Jesenská, come donna e come autrice: acuta, ironica, combattiva, ma anche riflessiva e profonda. Postfazione di Marcella Filippa. -
Crescere con le radici delle parole ebraiche
La lingua che ci è stata trasmessa dai testi sacri è una lingua piena di segreti da decifrare e di energie vive da esplorare. Ogni lettera dischiude un mondo – simbolico, numerico, letterale, metaforico – e ogni radice scoperchia infinite significazioni. Hora Aboav ci conduce con singolare maestria in questo universo linguistico affascinante e misterioso, ricolmo di sensi e di possibilità, capace di parlare alla vita concreta di ciascuno di noi, al cuore più profondo della nostra anima. Questo libro è un viaggio esistenziale e spirituale che tutti possono intraprendere, anche coloro che non hanno alcuna conoscenza della lingua ebraica. Insegnare a leggere l’ebraico attraverso le radici delle parole, per l’Autrice, non significa soltanto far risuonare echi lontani, ma farsi interpellare da una voce antica che risuona attraverso i secoli per attingere a ciò che vi è di più intimo dentro noi stessi. Prefazione di Annalisa Comes. -
Dal golpe alla P2. Ascesa e declino dell'eversione militare 1970-75
Nel 1974, in Italia, le forze eversive abbandonano l’idea dell’assalto aperto e frontale alla democrazia, rivelatasi fallimentare e controproducente, scegliendo una nuova e più efficace strategia: il superamento del ruolo centrale finora riservato alle Forze armate e la penetrazione nelle istituzioni repubblicane per attuarne una profonda distorsione. La nuova forma dell’attacco alla democrazia ebbe largamente le sembianze della loggia massonica P2, ma al successo dell’operazione contribuirono il Sid, settori della magistratura e il ministro della Difesa Andreotti. Grazie a un’approfondita disamina di molte carte giudiziarie italiane e della documentazione proveniente dall’amministrazione Nixon, resa pubblica negli anni recenti, “Dal golpe alla P2” racconta il passaggio, ancora poco noto, verso l’elaborazione di questo nuovo progetto antisistema in grado di superare lo stallo su cui la strategia della tensione si era arenata e di spezzare il percorso dello stesso progetto costituzionale repubblicano. -
L'oro di Gelli
Quarant'anni dopo la strage della stazione di Bologna, le nuove indagini della Procura illuminano collegamenti finora solo sospettati tra organizzazioni diverse, interne ed esterne allo Stato. Nelle testimonianze, nei documenti e nelle confessioni ritornano spesso gli stessi nomi, a dimostrazione di come il terrorismo di matrice neo-fascista manteneva rapporti saldi con uomini appartenenti ad apparati statali deviati. L'intera ricostruzione dei fatti, dei depistaggi e delle nuove acquisizioni da parte della Procura generale e delle Parti civili è qui raccolta da Roberto Scardova, in attesa che venga finalmente restituita l'intera verità alle vittime e alla nazione. Con un intervento di Claudio Nunziata. -
Oltre la pena. L'incontro oltre l'offesa
L’esperienza della pena attraversa l’esistenza di molte donne e molti uomini. C’è una pena che viene arrecata con gesti d’offesa e ingiusti, una pena sofferta per ciò che si è subito e una pena cui si è costretti, condannati, come esito di un reato. La pena segna certo la perdita dell’innocenza, eppure uomini e donne non innocenti sono capaci di riscattarsi, di rigenerare legami, di vegliare e di iniziare di nuovo. Lo fanno attraverso tessiture personali ed esistenziali, attraverso difficili passaggi nell’esecuzione penale, nella sofferenza, nella cura. Aprendo esperienze nuove di legame e di vita comune. I testi raccolti in questo volume sono nati accanto alle persone coinvolte nelle esperienze della pena. Parlano di storie di vita e di relazioni ferite, di prossimità e di familiarità difficili, e preziose, di esercizi professionali delicati e faticosi e di esperienze di impegno civile e volontario. Sono pagine legate a pratiche, frutto di uno sguardo che incrocia, in una prospettiva fenomenologica, la pedagogia e l’antropologia con la filosofia morale e la politica. -
Vita e dottrina di Kant
Nato come commento e integrazione alle opere complete di Kant, questo libro assunse ben presto una sua autonomia, che lo rese uno dei saggi più originali e completi sul filosofo del criticismo. Convinto che ogni scritto di storia della filosofia debba avere un respiro teoretico ampio, per non ridursi a un mero resoconto cronologico e didascalico, Cassirer offre un'analisi puntuale e acuta dei maggiori testi kantiani, mostrandone gli aspetti ancora vitali e le intuizioni insuperate, che trovarono il loro culmine nelle tre Critiche. L'originalità dell'interpretazione di Cassirer, che rende questo lavoro ancora oggi uno degli studi imprescindibili per la comprensione della filosofia di Kant, consiste nell'aver elaborato una lettura unitaria del suo percorso teorico, spiegando come ogni fase del suo pensiero contenga e porti a maturazione la fase precedente, senza perdere mai di vista lo scopo finale dell'impresa critica: chiarire le condizioni di possibilità di una conoscenza coerente dell'esperienza in tutta la sua ricchezza e complessità. Ne emerge un ritratto di Kant in cui vita e pensiero si intrecciano come aspetti di un'esistenza individuale eccezionale, che si è formata nella temperie culturale dell'Illuminismo europeo segnandone in profondità gli ulteriori sviluppi filosofici, estetici e morali. L'edizione è arricchita da una presentazione di Gianna Gigliotti, tra le massime studiose italiane di Kant e del neokantismo. Presentazione di Gianna Gigliotti.