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L'alfabeto del pensiero
Nel 1878 Gottlob Frege pubblica un saggio sulla «scrittura concettuale» o «ideografia», che aspira a diventare il modello per una riflessione filosofica che vuole emanciparsi dalle imprecisioni del parlare comune e dalle astrattezze della metafisica. Con la creazione di formule e segni grafici elementari, Frege elabora un linguaggio immediatamente riconoscibile e utilizzabile da chiunque miri a esprimere in modo chiaro le relazioni tra i giudizi e i rapporti tra le diverse parti del ragionamento. Ancora oggi, nonostante la logica abbia preso strade talvolta molto diverse da quelle tracciate da Frege, questo testo mantiene intatta la sua forza speculativa e rimane la preziosa testimonianza di uno degli ultimi tentativi, nella storia del pensiero, di realizzare la grandiosa idea leibniziana di una lingua universale. Introduzione di Nicla Vassallo. -
Educazione alla morte. Come si crea un nazista
Scritto alla vigilia della Seconda Guerra Mondiale, basato su interviste, commenti e impressioni di direttori, insegnanti, allievi e membri delle organizzazioni giovanili e assistenziali, “Educazione alla morte” è la più importante inchiesta sul sistema educativo nazista. Utilizzata al Processo di Norimberga come prova a carico di Baldur von Schirach, uno dei leader della Hitler-Jugend (Gioventù hitleriana), ispirò il film “Hitler’s Children”, diretto da Edward Dmytryk nel 1943, e il cortometraggio di animazione di Walt Disney “Education for Death: The Making of the Nazi”. Il racconto, drammatico quanto fedele ai fatti, della perversione organizzata di una intera generazione. -
Fragilità. Cura della vita e legami di esistenza
Fragile è il senso che diamo alle cose che accadono. Fragili sono le parole. La debolezza, la vulnerabilità, la precarietà. È l’essere esposti al male e alla malattia. Fragile è il bambino, il vecchio, il migrante, il degente, l’indigente, chi è solo. Fragile è la propria stessa vita. Fragile è la bellezza. La forza del coraggio. La fragilità è rinchiusa in carcere, nelle scuole del buon Dio, nella miseria, nella fuga di popolazioni, nelle catastrofi e nelle epidemie. La terra è fragile. La tenerezza. Ma ognuno di noi è esposto all’“essere fra” la vita e il mondo, fra l’ignoto e il noto; ognuno ne porta il segreto in quel momento del “non ce la faccio” che si confessa solo a chi si ama. E ogni volta si tratta di ricomporre l’“essere fra”, trovare una relazione, una connessione, avere cura. E non basta la terapia come somministrazione del farmaco, ma il nostro starci accanto per ritrovare nella fragilità il segreto della comunità e il sapore della felicità. -
Calendario della libertà
Gli scritti raccolti in questa antologia testimoniano l'evoluzione del pensiero politico di Albert Camus, il suo impegno di intellettuale libero in una fase cruciale della storia europea. Sono articoli, interventi pubblici, interviste e conferenze che abbracciano un ampio periodo della vita dello scrittore: dal 1939, nel pieno della sua formazione culturale e politica, fino al 1956, l'anno precedente il conferimento del premio Nobel per la letteratura. In un processo d'incessante dialogo tra realtà e coscienza, sfilano tutti i temi centrali della riflessione di Camus: la causa della Repubblica spagnola, la questione algerina, la critica all'imperialismo sovietico, il ruolo dell'intellettuale e l'idea di una «società dei popoli» sovranazionale che salvaguardi gli individui dalla violenza degli Stati. Prende così forma il ritratto di un uomo messo di fronte a delle scelte difficili, in un contesto dilaniato prima dalla guerra e poi dalla contrapposizione delle ideologie e degli imperialismi. Nel mai eluso confronto con il proprio tempo e nel coraggio delle prese di posizione, il Camus politico, inscindibile dal filosofo e dal narratore, mostra oggi la sua quanto mai necessaria attualità. -
L'architettura dell'umanesimo. Contributo alla storia del gusto
Geoffrey Scott, originale figura di poeta e studioso, compone con questo libro una brillante «storia naturale» del pensiero architettonico, per scoprire quanto di vero o di falso esista dietro la riflessione moderna. Pubblicato alla vigilia della Prima Guerra Mondiale e poi riveduto nel 1924, L’architettura dell’umanesimo esprime una tensione estetizzante e un’acuta insofferenza per ogni approccio utilitarista. Per Scott, infatti, ciò che si avverte come «bellezza» non è mai materia di dimostrazione logica, ma si fonda piuttosto sul lavoro inconscio della memoria e affiora semplicemente come «piacere». L’educazione della facoltà creativa consisterà, allora, nell’affinare la sensibilità e ciò avverrà con l’abitudine a contemplare opere che incarnino i valori «umanizzati» di massa, spazio, linea e coerenza. È nella tradizione italiana, dal XV al XVIII secolo, che Scott ritrova tali valori: recuperarli è per lui un tentativo di ravvivare nei lettori il senso del gusto, avvilito dall’eclettismo vittoriano. -
La mia vita
Le memorie di lady Ottoline Morrell ci portano nel cuore del celebre circolo di Bloomsbury, che ospitò alcuni tra i maggiori intellettuali e artisti inglesi del primo Novecento, da Aldous Huxley a Katherine Mansfield, da T.S. Eliot a Virginia Woolf. Attraverso la scrittura intima e personale di lady Ottoline, si assiste all’evolversi della sua intensa e complessa amicizia con Bertrand Russell, alle giornate trascorse con Joseph Conrad e Henry James, alle serate in compagnia dell’affezionatissimo Lytton Strachey. Colta protagonista dei salotti in un’epoca di profondi mutamenti sociali, lady Ottoline ha vissuto a contatto con i più importanti eventi storici della Belle Époque, culminati nella Grande Guerra, durante la quale, insieme al marito e deputato liberale Philip Morrell, è stata animatrice di un coraggioso movimento d’opinione pacifista. Il suo libro è il ritratto privato di un’epoca caotica e vitale in cui nasceva l’Europa moderna e alla quale non possiamo guardare senza nostalgia. -
Ascetica dell'uomo d'azione
Per Sergio Paronetto, tra i più influenti ispiratori del moderno pensiero sociale cristiano, l’ascetica non è una disciplina per eremiti, ma piuttosto il necessario complemento alla vita quotidiana, un allenamento all’azione e all’esercizio dell’impegno civile. Questo libro, pubblicato per la prima volta nel 1948 su iniziativa del futuro papa Paolo VI, raccoglie le riflessioni di Paronetto negli anni della Resistenza al fascismo e dei primi sforzi per la rinascita del Paese. Sono scritti lontani da ogni sterile introspezione narcisistica, testimonianza di un’energia spirituale e politica che si nutre di una inesausta ricerca di verità nella pratica quotidiana. Prefazione di Giovanni Battista Montini. -
Mio babbo partigiano. Patriota senza nazione
Paolino Ranieri (1912-2010) è una figura leggendaria della Resistenza sarzanese e un interprete dei valori etici più alti dell’Italia antifascista. A nove anni fu testimone dei Fatti di Sarzana che, unitamente alla storia familiare, determinarono il suo successivo impegno militante, per cui fu condannato dal Tribunale Speciale a quattro anni di galera nel 1937. Dopo il 1943 partecipò alla Resistenza armata. Ferito e caduto prigioniero nelle mani delle brigate nere, si salvò miracolosamente. Dopo la Liberazione, per venticinque anni è stato primo cittadino di Sarzana e protagonista della sua ricostruzione. Le pagine commosse del figlio Andrea, chiamato così dal padre in ricordo del proprio nome di battaglia, ci restituiscono tutta la forza della passione civile di uno dei padri dell’Italia di oggi. -
Il rumore della pace. Pandemia e spiritualità
È un tempo sospeso tra silenzi e pensieri che diventano preghiere. Quanto ha aiutato la fede a vivere l’isolamento imposto dalle misure di contenimento del virus? Quanto questo isolamento è diventato uno spazio da riempire? L’evento inatteso ci ha fatto comprendere il valore di ciò che si fa e di ciò che si ha, sperimentando la fragilità delle certezze, lasciando andare la prepotenza delle agende, rallentando la corsa della vita e la velocità delle parole, svuotando le acquasanti ere e collezionando nel cuore riserve, per resistere e sognare, anche con la croce sulle spalle, e stare nel proprio dolore e nel dolore degli altri senza fuggire. -
Coronavirus ed emergenza climatica
Donne e uomini che abitano la biosfera sono, al pari del coronavirus che ha sconvolto le nostre vite, il risultato di una cosmogenesi permanente, da cui proviene l’intero vivente sulla Terra. Tutto ciò che ci circonda fa parte di una storia comune che dura da quasi 14 miliardi di anni. Ma, dimenticando di essere totalmente interconnessi, abbiamo finito col separarci dalla natura e dalle sue leggi, presumendo di poter progettare la Terra come un nostro manufatto. La pandemia in corso ci ammonisce che il futuro arriva quando meno ce lo si aspetta, e che solo uno sforzo comune e convergente può affrontare con successo le minacce di questo secolo – il brusco cambiamento climatico, un non impossibile conflitto nucleare, una irrimediabile ingiustizia sociale. -
Sulla sindrome populista. La delegittimazione come strategia politica
La delegittimazione è una costante del conflitto politico. Questa categoria consente di leggere, in modo unitario, le molteplici fisionomie assunte dal fenomeno che Giacomo Marramao definisce ""sindrome populista"""". Il populismo rappresenta oggi una delle anime della democrazia. Al suo interno, però, occorre distinguere tra il populismo politico teorizzato da Ernesto Laclau e Chantal Mouffe e il neopopulismo mediatico, neutralizzante e spoliticizzante. La rinascita del politico non passa dunque attraverso il lessico populista, ma per quello dell'autorità: di una auctoritas intesa, secondo la sua etimologia, come un augmentum, un incremento simbolico della democrazia radicato – al di là di ogni feticcio identitario – nell'agire individuale e collettivo."" -
Dai serpenti di Wuhan alle aragoste di Portofino
È ormai accertato che il contagio da Covid-19 sia partito da un mercato di Wuhan dove si vende carne di animali selvatici. Quando foto e video sono iniziati a circolare nel mondo occidentale, il mercato è apparso a molti come una sorta di girone dell’inferno: l’assenza di ogni standard igienico, la crudeltà con cui vengono trattati gli animali vivi, la convivenza ravvicinata tra uomo e creature selvatiche. Francesco De Filippo compie un’analisi sul rapporto storico tra l’uomo e l’animale, che risale alla durissima civiltà contadina, mettendo a confronto due modelli che oggi appaiono agli antipodi. Ma se di mercati come quello di Wuhan è punteggiato tutto il Sud-Est asiatico, non vuol dire che le stesse pratiche siano sconosciute all’Occidente. Una generazione fa, in Italia e in Europa l’allevamento degli animali e le modalità di consumo delle loro carni erano identiche a quelle orientali. E anche oggi, l’Italia e l’Europa non hanno poi molto da insegnare in materia di rispetto della vita animale. -
La crudele pedagogia del virus
Il neoliberismo è morto. Se quando si profila la crisi della pandemia i mercati – considerati gli strumenti più efficienti di regolamentazione sociale – scompaiono, e le persone cercano rifugio nello Stato, il neoliberismo è morto. Beninteso: uno Stato capace di proteggere, non che sceglie di reprimere. Boaventura de Sousa Santos, smentendo il pessimismo apocalittico di Giorgio Agamben, indica un'alternativa al neoliberismo, ma anche al capitalismo tout court: è la preziosa, violentissima lezione del virus, che rende ancora più profonde le disuguaglianze sociali. Una pedagogia crudele, dalla quale è giunto il tempo di imparare. -
La scuola dopo il coronavirus
I giorni del coronavirus segnano un cambiamento: si parla di un “dopo” come si è fatto per le grandi tragedie che hanno afflitto l’umanità. Anche la scuola non può sottrarsi a questa ridefinizione degli obiettivi, dei mezzi, delle strategie per poter vivere insieme una vita serena. Come sarà la scuola dopo il coronavirus? L’occasione che ci si presenta è importante per ripensare la didattica, la valutazione, il rapporto tra strumenti e contenuti e soprattutto la relazione educativa: una relazione fisica, corporea, che è proprio ciò che ci manca in modo così lacerante. Il primo giorno di scuola dopo l’emergenza non dovrà essere semplicemente un ricominciare, ma un rifondare la scuola, un ripensarla a partire dall’insostituibilità della relazione di contatto tra insegnanti e allievi. -
Pandeconomia. Le alternative possibili
Con il Coronavirus e la pandeconomia che ne è derivata siamo di fronte a un bivio: riprendere la vecchia strada, con tutto quello che ne consegue in termini di disuguaglianze sociali, inquinamento e distruzione dell’ecosistema, o procedere verso un’equonomia, ovvero la ricerca di un equilibrio tra uomo e habitat, fondato sull’equità, sugli insegnamenti e i valori positivi che questa crisi ha fatto emergere. -
Annacuccù
Quanto ci si può fidare dei grandi? E quanto a lungo si può resistere alle ingiustizie senza ribellarsi? Cosmo ha undici anni e un diario a cui raccontare quel che succede nel mondo. La vita di Riosogno. Gli analfabeti che vengono a farsi leggere le lettere di chi se n’è andato lontano. La mamma che vorrebbe mandarlo in collegio a studiare, per allontanarlo dalle fatiche della montagna e perché non diventi come suo padre. Luce, la ragazzina con la quale inizia a scoprire delizie e turbamenti dell’amore. E i dispiaceri dell’amico Maggio, che ha smesso di parlare e non ha più ricominciato. Finché due eventi sconvolgono Riosogno. Il sindaco-padrone, Isso, corrotto e prepotente con i concittadini, fa deviare il corso del fiume lasciando senza lavoro il mulino, la segheria, la cartiera e cancellando una civiltà millenaria. Segue il disastro del terremoto, che distrugge il paese, con Isso che impedisce ai suoi avversari e alle loro famiglie di riavere una casa. Ma si avvicinano le elezioni. Cosmo osserva il suo papà e gli amici che dicono di volergliela “far pagare”. Dicono che le vinceranno loro le elezioni. E parlano, parlano, ma nei fatti si rivelano degli incapaci. Cosmo comincia a pensare che su di loro non si può contare. Che le chiacchiere dei grandi non bastano per sistemare i conti con Isso. Che serve un gesto di ribellione. Per ridare speranza e coraggio a chi non ne ha. -
Oltre Orwell. Il gemello digitale
Il coronavirus sta velocizzando la mutazione tecnologica e sta rendendo il dibattito sui gemelli digitali più che mai urgente. Il gemello digitale è la nostra vita riprodotta e raccontata dai dati; un “altro noi” che si fa strada grazie al mondo degli assistenti virtuali, che incarna tutte le facoltà umane e le trasforma in un tutt’uno, rendendoci «trasparenti». Saremo capaci di gestire questi strumenti per il bene di tutti, o finiremo per delegare loro poteri considerevoli, perdendo le capacità che ci rendono esseri umani, come l’intelletto, il giudizio, l’immaginazione? L’unico modo per non farci sopraffare è riuscire a riappropriarci della gestione dei nostri dati, pretendendo garanzie politiche e giuridiche più elaborate di quelle già esistenti. Dobbiamo essere noi a costruire il nostro gemello prima che lo facciano altri. Prefazione di Roberto Saracco. -
La fidanzata d'America
Abruzzo, 1920. In un affresco di un’Italia sofferente, sull’orlo del fascismo, tra miseria, sogni e ideali, il ritorno in paese di un giovane prete che, per una ferita di guerra, ha dovuto abbandonare la sua folgorante carriera e il ruolo privilegiato di confessore della Regina, cambia per sempre il destino della sorella, promessa sposa a un giovane emigrante. Ada si prepara a raggiungere il suo innamorato a Filadelfia, ma quando lui è finalmente in grado di spedirle i soldi per il viaggio, nasce il dilemma. La famiglia osteggia l’unione, gli interrogati vi senza risposte sono troppi. In più il promesso sposo è imparentato con una famiglia di briganti e in America è iscritto ai sindacati e lotta per i diritti dei lavoratori. Ad Ada si prospetta una nuova possibilità. Partire o restare? -
La Sala di lettura di Tamworth. Sette lettere sul rapporto fra sapere utile, virtù e religione
Al deputato ""conservatore riformista"""" Robert Peel, che inaugurando la Sala di lettura della Biblioteca nella città di Tamworth, in Inghilterra, esaltava la conoscenza scientifica come strumento del progresso non solo intellettuale, ma anche morale e perfino religioso, il sacerdote e teologo anglicano John Henry Newman risponde con una serie di lettere. I sette testi, pubblicati sul """"Times"""" nel febbraio 1841 con lo pseudonimo di """"Catholicus"""", affrontano la sfida fondamentale che la modernità industriale e secolarizzata pone ancora oggi ai credenti di ogni confessione religiosa. Newman, ancora """"fellow"""" del prestigioso Oriel College di Oxford prima della conversione al cattolicesimo, confuta con satira sottile e pungente le pretese di liberalismo e utilitarismo, e rivendica il primato della religione nell’educazione morale dei cittadini. In questo volume, le sette lettere beneficiano di una curatela di Michele Marchetto."" -
La nube tempestosa
Nel 1884 il grande critico d'arte John Ruskin tenne a Londra due conferenze in cui annunciava l'imminente catastrofe: una nube tempestosa avrebbe attraversato i cieli inglesi oscurando il sole, scatenando la violenza del vento, imputridendo la vegetazione. Si può leggere ""La nube tempestosa"""" come il pensiero pseudoscientifico di un autore notoriamente fobico, e trovarlo oggi il testo precorritore della fantascienza apocalittica. Ma ci sono ragioni altrettanto valide per considerarlo un contributo alla meteorologia dall'incredibile preveggenza, che ha raccontato un nuovo fenomeno nuvoloso, una calamità che ancora passava inosservata: l'inquinamento del cielo industriale. Forte delle sue indubbie capacità scientifico-visionarie e socio-moralistiche, forse Ruskin aveva davvero osservato - senza nemmeno saperlo - il veleno dello smog; o forse quel che indicava al suo pubblico era un cambio del vento: l'annuncio di un'era oscura.""