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Senso della vita e abbandono. Viaggio tra filosofia, letteratura e religione
Un itinerario tra filosofia, letteratura e religione, un dialogo con i classici della cultura occidentale, alla ricerca della risposta alla domanda ultima: cos’è che dà senso alla nostra esistenza? Il senso della vita è altro dal significato, e può trovarsi anche là dove ogni significato è distrutto. La sua dimensione non è riducibile a quella dello scopo, e può esistere anche nell’inconsistenza di ogni scopo. È la percezione della bellezza della vita vissuta che ci fa sentire che questa ha un senso, al di là del dolore e della morte. Fare esperienza del senso della vita è possibile solo a chi è in grado di dimenticare se stesso, di liberarsi da sé, di abbandonarsi, in uno spazio inaccessibile alla volontà. È questo che ci rende capaci di amare gli altri e di amare la vita, di sperimentarne la bellezza, di sentire che è degna di essere vissuta. Con una nota di Elmar Salmann. -
Bugiardo Occidente
Sei nuovo da queste parti, hai lasciato il paese per frequentare l’università. Il dormitorio ricavato in questo casermone sarà la tua casa. E hai un nuovo coinquilino. È difficile da inquadrare. Ha pelle bianca e liscia di vampiro, ignote abitudini notturne; sembra poter fare a meno di parlare, forse di dormire e mangiare. Diventerà la tua ossessione. L’inquietudine scivola in “Bugiardo Occidente” già dal primo racconto, ma lo scarto tra realtà oggettiva e percepita si fa ancora più grottesco nel corso di una «tranquilla serata» a base di droghe e alcol scadente, sotto i portici di via Mascarella, dove ha inizio l’allucinazione di una quête cavalleresca. Oppure durante la prima autopsia di uno specializzando in Medicina, in cui, è presto evidente, l’oggetto d’indagine non è soltanto la causa di morte, ma anche la vita interiore del defunto. Ed è con la stessa attitudine a sorprendere, con scrittura volentieri ipertrofica, totalizzante, che un anno di studi a Lisbona può essere cronaca di un’autodistruzione, svelamento dell’ipocrisia della “generazione Erasmus”, in realtà fatta di emotività fragili e in crisi morale, incapaci alla lotta, intrappolate dentro alla «striscia di Moebius del capitalismo». -
Essere giovani non è una scusa
Quando un operaio sardo viene licenziato dalla fabbrica dove lavorava da più di vent’anni, la vita dei suoi due figli cambia da un giorno all’altro. Alessandro, che cercava il suo futuro a Bologna, vede infrangersi il sogno di una carriera accademica. Francesco, falegname in Sardegna, capisce che il suo lavoro sicuro può garantirgli solo una vita di frustrazioni. Le loro risposte sono alternative, quasi opposte: da un lato la realtà alienante delle consegne a domicilio e dei supermercati h24, dall’altro quella feroce di una strada senza ritorno; ma entrambe sono dettate dalla precarietà e dal desiderio di riscatto. “Essere giovani non è una scusa” è una vivida istantanea dei giovani del nostro tempo, un romanzo sulle aspirazioni, le paure e gli amori della “generazione rider”; una denuncia del presente e insieme, tra realtà e fantapolitica, la visione di un futuro possibile. -
Trentasei ore
Le trentasei ore di Agnes Pollinger, che ha lasciato la provincia per trasferirsi a casa della zia a Monaco, cominciano dall’ufficio di collocamento. In fila le capita di conoscere il giovane Eugen, di cui si sente subito attratta, ma è un amore da lasciar perdere: Eugen, come lei, è senza lavoro e prospettive. È qui che parte l’odissea di Agnes, percorsa in una città impoverita dalla crisi che è piovuta sull’Europa dall’America, in mezzo ai personaggi più normali e mostruosi. Trentasei ore in cui Agnes insegue il miraggio del lavoro, scoprendo che, in tempi così difficili, le è richiesto di «rendere anche la sessualità produttiva»; di dare a un pasto caldo il valore del suo corpo. E trovando invece proprio in Eugen l’ultimo riparo da quel mondo d’inferno. Nel suo esordio in narrativa il genio dissacrante di Ödön von Horváth si posa sulla Germania degli ultimi anni di Repubblica di Weimar, già gravida del demone del nazismo. Vincendolo col sarcasmo, e con l’amore. -
Geopandemia. Decifrare e rappresentare il caos
Ci muoviamo in un territorio inesplorato, ma tutti abbiamo la percezione, più o meno chiara, che il Covid-19 sarà il cigno nero che metterà all'angolo quella che Ulrich Beck ha definito la ""società del rischio"""". Oltre alla convinzione diffusa che all'emergenza sanitaria, nei prossimi mesi, si unirà una recessione globale e una nuova definizione dei rapporti di forza a livello mondiale. La sfida geopandemica farà sì che nell'era della post-globalizzazione la conflittualità non si manifesterà solo nella vecchia dimensione spaziale/istituzionale, ma anche attraverso una verticalizzazione delle contrapposizioni all'interno di ogni singola realtà statuale."" -
Uccidete Guido Rossa. Vita e morte dell’uomo che si oppose alle Br e cambiò il futuro dell’Italia. Nuova ediz.
Guido Rossa, operaio e sindacalista all’Italsider di Genova Cornigliano, iscritto al Pci, viene assassinato il mattino del 24 gennaio 1979, mentre sta entrando in auto per recarsi al lavoro. Secondo la colonna genovese delle Brigate Rosse, la sua colpa è stata di aver denunciato, tre mesi prima della sua morte, un compagno di lavoro scoperto a diffondere in fabbrica volantini brigatisti. Da quel momento cominciano la solitudine di Guido e i troppi misteri. Era stato deciso solo un ferimento, ma un uomo del commando è tornato indietro per sparare i due colpi mortali: qualcuno nei vertici delle Br gli ha dato via libera? Nonostante le pesanti condanne, Lorenzo Carpi, l’autista del gruppo, non è mai stato arrestato né rintracciato. Dov’è fuggito? E, soprattutto, è stato aiutato? Da chi? Nel movimento operaio genovese – e non solo – quella morte è uno spartiacque che segna il punto di rottura con il percorso delle Br: si rompe la zona grigia tra gli operai e l’area “silenziosa” che è finora rimasta a guardare gli attacchi ai simboli dell’industria e della politica, Aldo Moro incluso. E proprio negli ultimi mesi si sono aperte nuove indagini e nuovi scenari. -
Capitalismo virale. Pandemia e trasformazioni del lavoro
«La soluzione (utopistica) al ""capitalismo virale""""? Contrapporgli la felicità sociale delle comunità indigene e una forma di proprietà sociale» - Massimiliano PanarariL'idea che il socialismo sia finito è una finzione che, sfortunatamente, trova molti adepti. Se il capitalismo ha avuto bisogno di almeno tre secoli per formarsi, perché pretendere che il socialismo si sarebbe dovuto costituire e affermare, nella sua pienezza, in un unico secolo? La pandemia del capitale ha fatto della reinvenzione di un nuovo modo di vivere il maggiore imperativo del nostro tempo."" -
Non amo i razzisti dilettanti
Se il razzismo italiano e occidentale, camuffato da patriottismo, si è normalizzato con questa facilità nel linguaggio politico («l’Italia agli italiani!»), è perché come società, da sempre, siamo immersi in un razzismo dilettante – quasi inconsapevole, che non scegliamo ma pigramente reiteriamo. Filomeno Lopes è giornalista di Radio Vaticana e attivista, originario della Guinea-Bissau e naturalizzato italiano. Nella forma di un’appassionata lettera ai giovani, senza ipocrisie né risentimenti, ha percorso la pesante eredità storico-culturale europea: dalla schiavitù al colonialismo, dal Codice Nero di Luigi XIV al genocidio degli Herero compiuto dalla Germania di Bismark. Trovando il germe di tanto razzismo di oggi nello stesso canone del pensiero occidentale: gli illuministi, Kant, Hegel, Montesquieu, Hume. A queste voci del nostro passato risponde il controcanto di altre filosofie, soprattutto quella africana, che più di tutte ha contribuito a decostruire l’impianto razzista. Lopes non chiede una scelta di campo, ma di uscire dal dilettantismo dell’ignoranza, del «non lo sapevo»; punto di partenza imprescindibile per la costruzione di una democrazia post-razziale, vale a dire autentica. Prefazione di Enrico Letta. Introduzione di Cinzia D'Auria. Postfazione di Patrícia Godinho Gomes. -
Carne artificiale? No, grazie. La prima grande inchiesta sulle lobby del cibo in provetta
Carne, uova, latticini e pesce realizzati in laboratorio: sembra che questo sia il destino dell’alimentazione mondiale. Il futuro è nel consumo di cibo prodotto senza passare per una fattoria, spezzando ogni legame con la natura? Viene da chiedersi se non ci siano degli interessi dietro la progressiva e inesorabile “chimicizzazione” di ciò che mangiamo. L’agricoltura cosiddetta “cellulare” – la produzione di alimenti, specialmente di origine animale, a partire da ceppi cellulari coltivati in laboratorio o da sostituti vegetali assemblati con proteine sintetiche – si presenta come una panacea, da rimedio contro la fame nel mondo a metodo di ostacolo al cambiamento climatico. La verità però potrebbe essere un’altra e le contraddizioni restano molte. Da dove vengono gli ingenti fondi per la ricerca? Quale valore nutritivo avranno davvero gli alimenti in provetta? Quali sono i risvolti etici della carne prodotta in laboratorio? Arriva in Italia la prima grande inchiesta sulle lobby del cibo artificiale, un’approfondita ricerca indipendente, condotta fra Stati Uniti ed Europa, al cui centro ci sono le start-up delle produzioni artificiali, i loro finanziatori e i legami con il movimento vegano che più di tutti le supporta. Introduzione di Giorgio Cantelli Forti. -
Ritorno a Francoforte. Le avventure della nuova teoria critica
Negli ultimi decenni molti filosofi hanno lavorato a un “ritorno” alla Teoria Critica della Scuola di Francoforte, nell’intento di riattualizzare il programma che negli anni Trenta fu di Horkheimer, Adorno e Marcuse. In un poderoso sforzo di ricostruzione, Giorgio Fazio racconta l’evoluzione di temi e approcci nel corso delle tre generazioni che si sono succedute dopo l’esaurimento della prima Scuola di Francoforte, con particolare attenzione agli itinerari di ricerca di Jürgen Habermas, Axel Honneth, Nancy Fraser, Wolfgang Streeck, Rahel Jaeggi e Hartmut Rosa. Si scopre così una tradizione di pensiero molto fertile, capace di offrire strumenti indispensabili a un programma di teoria critica della società, in un tempo in cui non poche delle premesse teoriche e delle aspettative politiche presenti ai suoi esordi sono crollate: oggi più che mai urge elaborare una diagnosi delle patologie che affliggono le società contemporanee e promuovere efficaci e radicali percorsi di emancipazione. -
Unscripted formats. Teoria e pratica dei programmi televisivi globali
Sono visti ogni giorno da miliardi di telespettatori sparsi in ogni angolo del pianeta e generano un giro d’affari enorme, in costante aumento. Sono i format, i programmi televisivi globali. “Unscripted formats” illustra cosa sono e come funzionano in concreto, in tutti i loro aspetti e le loro declinazioni: creativo-autoriale, economico-commerciale, organizzativo-strategico, legale. Fornendo, grazie anche al contributo di alcuni dei maggiori esperti del settore e all’analisi di oltre 300 format provenienti da 22 diversi Paesi, tutti gli strumenti necessari non solo per conoscere tale mondo dall’interno, ma anche per poter operare professionalmente in un campo d’importanza così strategica nel mercato mondiale. -
Il senso del respiro
Una riflessione a più voci sul Respiro, dato sempre per scontato come il battito del cuore, finché qualcosa non lo mette in crisi. Di fronte all'attacco al respiro della Terra, della società e dei singoli non bastano le azioni di autodifesa e di protezione. Il respiro diventa qui oggetto di riflessione e consapevolezza. Ne scrivono donne e uomini che ne conoscono per esperienza le qualità, le potenzialità, i segreti e su questa conoscenza hanno ottenuto risultati nei settori più diversi (arte, sport, formazione, ecc.). Gli autori entrano nel centro di se stessi, interrogano il proprio respiro e gli danno voce. Tutti i proventi dei diritti d'autore saranno destinati a un fondo speciale della Federparchi-Europarc Italia e utilizzati per iniziative di consapevolezza sul respiro e per la diffusione della lettura nei parchi e nelle aree protette, in collegamento con biblioteche e scuole. Con i contributi di: Emma (Hora) Aboaf, Alessandro Bergonzoni, fra' Bernardino della Romita, Sista Bramini, Davide Carrera, Giuseppe Cederna, Claude Coldy, Vincenzo Cottinelli, Alessandra Cristiani, Erri De Luca, Valeria Di Bitonto, Cristina Donà, Marta Foggini, Paolo Fresu, Michele Gamba, Sabrina Giarratana, Daniel Lumera, Giovanna Marini, Daniele Masala, Giorgio Moretti, Simona Mulazzani, Giuliana Musso, Ilaria Atena Negri, Nicoletta Polla-Mattiot, Francesca Rigotti, Bruno Rizzato, Marcello Sambati, Verena Schmid, Orazio Sciortino, Patrizia Stefanini, Cecilia Ziano. -
Il sacrificio del re
Il capo della Omicidi del Nucleo investigativo dell'Arma dei Carabinieri di Torino si trova coinvolto nella inspiegabile sparizione del suo amico presidente degli Amaranto, la squadra di calcio di cui è tifoso. Le indagini si complicano perché una serie di misteriosi e stravaganti suicidi di uomini al di sopra di ogni sospetto lo portano a contatto con il torbido mondo, dominato dalla frenesia del denaro facile, che gira intorno al calcio. -
La regola del bucaneve
Dafne ha vent’anni, vive in un prefabbricato con la madre e i fratelli, e ha imparato ad arrangiarsi, da buona abitante di Tor Furbara. In una piccola comunità come la loro si è un po’ tutti complici, se qualcuno si mette in traffici poco leciti, e si è tutti un po’ famiglia. La sua migliore amica è Carola, la vicina con la roulotte. Fragile e disperata, è la preda perfetta del perbenismo borghese, che si presenta nella persona di Andrea: l’uomo della “Roma bene”, che la umilia con una violenza inspiegabile. La condizione di Carola diventa il pretesto perché Dafne e la famiglia vadano in cerca del loro riscatto. Grazia Di Michele ha scritto un romanzo metropolitano sul mondo che vive ai margini e sull’istinto di sopravvivenza, popolandolo di personaggi vivi che – a modo loro – si battono contro l’indifferenza. -
La maledizione del nome
Derek Rein sta per parti re per il viaggio più lungo ed Eleonore Glenn non può che attendere… A Roma un uomo penzola come l’appeso dei Tarocchi, mentre il commissario Biagini sta dicendo addio a un amico. Nel buio Sòfia apre gli occhi, ora tocca a lei. Un’antica guerra sta per tornare ad alimentare la sua fiamma, in un duello in cui simboli, enigmi, archetipi e oggetti di potere saranno le sole armi a disposizione. Dopo “Il segreto dei custodi della fede” e “Il mistero delle antiche rotte”, l’ultimo capitolo ad alta tensione, in una corsa contro il tempo, con nuovi sconvolgenti segreti da svelare. -
Snaturati. La vera storia dei 5 stelle raccontata da uno dei padri
Dalla critica sociale ed ecologica negli anni Novanta e nei primi Duemila alle ambizioni politiche dei profeti del digitale, fino alla svolta populista che lo portò al governo. “Snaturati” racconta la parabola del Movimento dal punto di vista privilegiato di Marco Morosini, che ha contribuito a costruire il profilo critico e culturale di una delle più innovative esperienze politiche italiane, ma che ha anche assistito dall’interno alla disgregazione di quegli ideali. Prefazione di Michele Serra, con interventi di Lorenzo Fioramonti e Federico Pizzarotti. -
Luz. La terra della mia immortalità
Viola, dalla vita apparentemente ordinaria, entra in un incubo. Per un errore di valutazione, si ritrova reclusa in un appartamento, a subire le violenze e le ossessioni del suo ragazzo. Viola non cerca un’occasione di scappare. Ha paura di fallire, e dover subire l’ennesima brutale aggressione. Ma un giorno dietro i vetri di una finestra, del palazzo di fronte intravede una sagoma. Qualcuno la vede, qualcuno si accorge di cosa le succede. E se accadesse a noi di rimanere incastrate in un rapporto infernale saremmo in grado di gridare talmente forte da poterci salvare? -
I due palazzi
“I due palazzi” è un romanzo autobiografico, un mosaico di avvenimenti, episodi di vita quotidiana, scoperte ed emozioni dagli anni ’50 fino agli anni ’70. È una storia personale, ma anche quella di una generazione cresciuta tra il boom economico e il disincanto: prima bambini imbrigliati in un ordine conformista imposto da famiglie ancora spaventate dalla guerra, poi ragazzi con l’ossessione di cambiare il mondo. Un progetto ambizioso destinato al fallimento, ma al quale nessuno di loro era disposto a rinunciare. -
L'età del ferro (2020). Vol. 2
Matteo Marchesini La realtà muta, l’ispirazione Giorgio Manacorda Grafite o dell’ispirazione, Marion Poschmann La luce dell’asfalto, Umberto Fiori L’ispirazione e il suo contrario, Edoardo Zuccato Una brezza corrispondente, Paolo Febbraro Stasera mi butto, insofferenze Walter Siti Lettera , Alfonso Berardinelli Niente da dire, Paolo Febbraro La rimonta, Giorgio Manacorda L’ispirazione, il presente e la storia, zibaldino Matteo Marchesini Il castello di Atlante, Giacomo Pontremoli Sopravvivere, humanities Matteo Marchesini Cosa si fa per cena? -
Intelligenza e potere. Dewey e Niebuhr di fronte alla Grande Crisi
Di fronte all’inedito scenario aperto dalla Grande Crisi del 1929, due pensatori, tra i più influenti della cultura politica e sociale del Novecento in America, rispondono alla questione sollevata dalla rivista «The World Tomorrow»: After Capitalism What? Sono John Dewey – filosofo e pedagogista simbolo del pragmatismo – e Reinhold Niebuhr – professore e pastore protestante, legato a una particolare forma di realismo politico –, espressioni di valori e limiti di due culture e due mondi, quello della scienza e quello della riflessione religiosa. Crisi, trasformazioni economiche e sociali, nuove forme democratiche: questi i temi di un confronto pubblico che mette in luce i rispettivi orientamenti e proposte politiche che, pur nelle loro innegabili diversità, invitano a trarre dalla crisi i suggerimenti per la costruzione di una società più giusta.