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L'arma del desiderio
Il desiderio, la più tenace ed enigmatica delle forze che animano uomini e donne, cerca la sua impossibile soddisfazione nei modi più bizzarri e brutali; con esiti sempre diversi. Può innescare la tragedia come la commedia, può suscitare la rabbia, la gelosia, l’ilarità, «mortificare o vivificare chi lo prova e chi ne è oggetto». Lo dimostrano le figure esemplari che costellano questo libro: personaggi storici, mitologici e letterari, protagonisti della cronaca nera, volti della politica, star del cinema. Da Casanova al Monsieur Verdoux di Chaplin, da Leonarda Cianciulli la “saponificatrice” alle donne fatali della Bibbia, Giuditta e Ester; e poi la Medea del mito greco, Victor e Adèle Hugo, Clinton e Lewinsky, le streghe di Salem e le “streghe” del nostro tempo, le coppie hollywoodiane con i loro intrighi. “L’arma del desiderio” conduce al cuore del ragionamento sui moti indecifrabili delle pulsioni umane, provocando ora un sorriso di fronte alla loro assurdità, ora un brivido per la loro violenza. -
Ulisse in giro per Roma
Ulisse è un manovale, figlio di immigrati che negli anni ’50 si sono stabiliti a Tor Bella Monaca. Il suo nome è un marchio affibbiatogli da bambino dai ragazzi di strada, quando la timidezza e l’aria spaurita e trasognata lo rendevano un bersaglio facile. Ancora nell’età adulta, l’unica evasione possibile dalla borgata sono le sue fantasticherie. Finché a sessant’anni si ritrova finalmente libero dalle fatiche del lavoro in cantiere. È come l’inizio di una nuova vita: può uscire dalla sua periferia e scoprire Roma. In compagnia del cane Nerone, inizia a vagare per i quartieri come un esploratore bambino, con i suoi candori di uomo mite e con una visione immaginifica delle cose del mondo. Ulisse è un Marcovaldo dei nostri tempi, che con sguardo ironico, malinconia e inestinguibile stupore svela gli splendori decaduti ma sempiterni di Roma, e insieme le sue miserie quotidiane, gli scarti e i margini, inseparabili dai resti della sua passata grandezza. -
Via Guglielmo da Spello, 17
Via Guglielmo da Spello è una strada tranquilla del quartiere Trieste a Roma, ma si sconsiglia di cercarla sullo stradario perché c’è il rischio di non trovarla. Al 17 c’è un palazzo d’epoca dove da qualche tempo, in certi appartamenti, lungo l’androne, compaiono crepe inquietanti. L’amministratore ne prende atto, fotografa, segnala; e chi di dovere invia squadre di tecnici a monitorare, redigere, valutare. Qui si intrecciano le storie di chi ci vive: l’inquilina russa di fastidiosa bellezza – nessuno sa cosa faccia nella vita; il depresso che affronta un cancro piuttosto serio, facendo in segreto il tifo per il cancro. E poi il vecchio portiere abruzzese, il cui vero problema non è andare in pensione, ma passare le consegne al sostituto cingalese. Il che, essendo razzista a livelli di guardia, gli risulta difficile. Intanto, le crepe non smettono d’aprirsi. Una tragicommedia che non finisce mai di essere più reale della realtà, e che si conclude su un aereo di linea in atterraggio a Dubai. Ma è così che vanno le cose del mondo. -
La tigna
«Il viale era intasato di traffico, di ragazze e ragazzi, di mani che mischiavano isteriche l’aria, di profumo di diari appena usciti dalle cartolerie e puzza di Marlboro light nascoste tra i pugni. Si chiudevano finalmente gli sportelli sulle prediche non finite dei genitori, iniziava un altro anno». È il 15 settembre 1999, il primo giorno di scuola all’istituto tecnico commerciale Vincenzo Danti di Perugia, quando Benedetta Ferri, studentessa del quinto anno, scopre di essere incinta di Francesco Mazzoli e decide di abortire. La notizia, che il loro migliore amico Luca non riesce a tenere per sé, sarà pietra d’inciampo per tutti quelli che li circondano: l’insegnante di religione don Andrea, la preside Valentini, il nuovo professore di italiano Renato Contro; metterà sotto processo le rispettive ricerche di un senso, e svelerà che – scandalo a dirsi – la domanda che dovrebbe assillarci non è perché si muore, ma perché si vive. -
La pietra e il dolore. Michelangelo nei giardini dei Medici
L’apprendistato nella bottega del Ghirlandaio, l’ingresso nella corte medicea, le prime sculture, gli studi anatomici nel convento di Santo Spirito, la fuga a Bologna, il primo soggiorno romano, la commissione della Pietà e la realizzazione del David… I momenti che si impressero nella vita di Michelangelo riprendono vita nel celebrato romanzo storico di Karel Schulz – che il linguista Josef Bečka definì «uno dei capolavori della letteratura mondiale» – insieme ai più importanti eventi dell’epoca: la Congiura dei Pazzi del 1478, la politica dell’equilibrio di Lorenzo il Magnifico, la predicazione di Savonarola e la crisi spirituale della Chiesa. Tra realtà e finzione, si dispiega una fitta trama popolata di protagonisti maestosi, dagli amici e familiari dello scultore alle più grandi figure del Rinascimento italiano: Leonardo da Vinci e Poliziano, i Borgia e Machiavelli. Al cuore della storia, un Michelangelo inquieto, sempre in cerca di un posto nel mondo e di una giusta definizione del rapporto tra fede, arte e dolore. -
I diciotto anni migliori della mia vita
Quando a ventott’anni, nel 1592, Galileo Galilei ottiene la prestigiosa cattedra di matematica all’Università di Padova, la sua fama di scienziato geniale è pari a quella di attaccabrighe. Non ha terminato il corso di laurea, beve troppo, frequenta i bordelli; un poemetto scurrile contro i professori gli è costato il rinnovo a Pisa, mentre a Bologna ha mentito sul curriculum. Eppure – senza trascurare i piaceri della vita, che amerà condividere con l’amico Sagredo –, a Padova Galileo farà il suo ingresso nel milieu della cultura e della politica mondiali; vedrà nascere i suoi tre figli; punterà il “cannone occhiale” verso il cielo nelle sue prime osservazioni, che cambieranno la storia del mondo. Alessandro De Angelis ha rivelato un Galileo poco conosciuto, imperfetto, memorabile, in un romanzo che, poggiando su una rigorosa ricerca storica, gioca sul confine tra fiction e non-fiction e racconta i diciotto anni scapigliati e burrascosi che Galileo definirà i «migliori di tutta la mia età». Con i disegni autografi di Galileo Galilei e le mappe d’epoca. -
Storie del bosco viennese
La giovane Marianne, figlia di un venditore di giocattoli, manda all’aria il fidanzamento con Oskar il macellaio perché innamorata di un damerino di nome Alfred. Squattrinato, perdigiorno, Alfred vive alle spalle di una tabaccaia attempata, perde grosse somme alle corse dei cavalli, e non ha intenzioni granché serie nei confronti di Marianne… Un dramma popolare giocato su ambigue relazioni familiari, amorose e commerciali. Al ritorno nella Vienna asburgica della sua infanzia, von Horváth trova una città sconfitta e impoverita; un «bosco» – come da valzer di Strauss – di espedienti, bassezza e crudeltà, che valse al suo autore il premio più prestigioso della Repubblica di Weimar, il Kleist, oltre all’ingresso nei classici del teatro moderno; qui presentato con la preziosa curatela di Nino Muzzi. -
Il folle volo. Da Dante al tempo che verrà
A partire dalla lettura della “Divina Commedia”, l’attore Giorgio Colangeli – fra i pochi in Italia ad aver imparato l’intera opera dantesca a memoria – e lo scrittore Lucilio Santoni mettono in discussione alcuni luoghi consolidati della nostra cultura. Una critica al nostro tempo, un invito a lasciarci condurre da un pensiero critico che possa illuminare altre prospettive da cui guardare il mondo. “Il folle volo” segue una vocazione spontanea a camminare seguendo la traiettoria della ragion poetica, cercando di salvare le parole dalla loro esistenza transitoria per condurle verso ciò che dura nel tempo. Affrontando i temi sensibili del nostro presente (la nascita, la morte, l’etica, la felicità), questo libro ci aiuta ad abitare poeticamente lo spazio e il mondo in cui viviamo. In dialogo con Lucilio Santoni. -
La causa di Soledad Luque Delgado. Il furto dei bambini nella Spagna franchista
Soledad Luque Delgado nasce a Madrid nel 1965 da un parto gemellare. Francisco, il fratello gemello, scompare e viene dichiarato morto. Il personale medico non mostra – e non consegna – il corpo ai genitori. Da ricerche successive si scoprirà che la documentazione riguardante la morte di Francisco è carente e contraddittoria. È il procedimento che caratterizza il fenomeno del furto di bambini, perpetrato a lungo durante il regime franchista per ragioni ideologiche, repressive ed economiche. Soledad trasforma il caso personale in una causa internazionale e intraprende un’incessante lotta politica orientata su varie direttive: sociale, giuridica, legislativa e dei diritti umani. È attualmente presidentessa dell’associazione Todos los niños robados son también mis niños ed è rappresentante delle vittime del furto di bambini nella Ceaqua (Coordinatrice Statale di Appoggio alla Querela Argentina) contro l’impunità dei crimini del franchismo di cui costituisce un punto di riferimento imprescindibile. Ha esposto la causa dei bambini rubati all’Onu e al Parlamento europeo e con la sua associazione, insieme alla Ceaqua, ha presentato una proposta di legge sul delitto del furto dei bambini che è in attesa di essere discussa dal Parlamento spagnolo. -
Sulla tratta e la schiavitù dei neri e dei bianchi. Scritto da un amico degli uomini di tutti i colori
Questo testo, scritto nel 1815, contiene una radicale confutazione di tutti gli argomenti coevi volti a legittimare la tratta e la schiavitù degli esseri umani, fossero essi africani, condannati a essere sfruttati in America, o irlandesi, discriminati e asserviti in Europa. Nelle due sezioni che compongono il volume – la prima dedicata ai “neri” e la seconda ai “bianchi” – si denunciano le assurdità, le ipocrisie e le contraddizioni di quanti persistono nel voler negare l’uguaglianza tra gli uomini e cercano di dividerne gerarchicamente i destini. Pervaso di spirito repubblicano e di egualitarismo cristiano, questo scritto è, secondo il suo autore, essenzialmente volto a sostenere «la cause de l’humanité». -
«Sole nuovo, luce nuova». Saggi sul rinnovamento culturale in Dante
Dante è stato un radicale innovatore delle strutture linguistiche e letterarie del suo mondo, ma anche un poeta, più di qualsiasi altro, immerso nella sua epoca. Se il rapporto di Dante con la critica e la teoria letteraria medievali oggi costituisce uno dei campi d’indagine privilegiati degli studi danteschi, Zygmunt Baranski è stato tra i primi studiosi a indagare in modo sistematico la sfida radicale di Dante alle poetiche medievali; la novitas delle sue forme esegetiche e delle sue proposte metaletterarie; i modi inediti in cui il poeta ha riplasmato nozioni e terminologie critiche standard; la sua ridefinizione del canone degli auctores classici; e la costante, ossessiva premura di auto-legittimarsi e di auto-autorizzarsi non solo come l’auctor volgare e “moderno” preminente, ma anche come scriba Dei divinamente ispirato. A venticinque anni dalla prima edizione, «Sole nuovo, luce nuova» continua ad essere un punto di riferimento imprescindibile con cui confrontarci. -
L'età del ferro (2020). Vol. 3
Giorgio Manacorda, ""La politica è un problema; materiale e immmmateriale""""; Walter Siti, """"Fame di realtà, fuga dalla materia""""; Paolo Febbraro, Omero Morante Weil; Giorgio Manacorda, """"Materialismo mistico""""; Matteo Marchesini, """"Il sogno di una cosa; insofferenze uno""""; Alfonso Berardinelli, """"L'intellettuale Spaventapasseri; insofferenze due""""; Giorgio Manacorda, """"Matematica e idolatria; zibaldino""""; Paolo Febbraro, """"Prose fantastiche e morali; interventi""""; Walter Nardon, """"I rischi dell'apparenza; humanities""""; Giacomo Pontremoli """"Vergognarsi""""."" -
Non autorizzati. L’arte disubbidiente nello spazio urbano
L'evento che ha dato origine a questo libro a più voci, a cui hanno aderito artisti, street artist, writer, antropologi, architetti, critici, curatori e avvocati, è stato l'annuncio del fermo di polizia nei confronti del noto writer romano GECO. ""Non autorizzati"""" non nasce per partecipare alla querelle tra le due “fazioni” che da sempre si fronteggiano quando si parla di writing, tag, street art, ma per interrogarsi sulle importanti questioni che il caso Geco ripropone. Il rapporto tra arte e città, la definizione stessa di arte (chi ha i titoli per decidere che una sua forma sia inclusa o esclusa dal cerchio auratico che separa le produzioni artistiche da ciò che artistico non è?). La libertà che l'arte ha di manifestarsi e apparire, al di là degli spazi e dei tempi, dei “recinti” deputati. La necessità o meno di avere una “autorizzazione” per intervenire nello spazio pubblico, o una committenza. E ancora: di chi è la città? Può ancora essere capace di sorprenderci? È in grado di ospitare forme di alterità anche artistiche, non ancora classificate proprio in ragione della loro ultra-contemporaneità?"" -
L'inganno. L’instabile equilibrio delle cose
Non ha più un lavoro, Giorgio Tumiati . E sua moglie, probabilmente, gli è infedele. Così, usa i tanti giorni liberi per spiarla, presentarsi a colloqui infruttuosi e frequentare un inutile corso auto-motivazionale. Proprio una seduta di gruppo gli dà l’idea di recuperare un suo vecchio manoscritto, già respinto da tutte le case editrici a cui l’aveva inviato, e spedirlo all’aggressiva Portnoy Edizioni. Solo che, per dimostrare una sua teoria, lo firma col nome di un autore molto conosciuto: Niccolò Ammaniti. E, tra mille sotterfugi, Tumiati porta avanti il suo piano… -
La bambina invisibile. Diario di una transizione
Alessia è una donna transgender, ma questa definizione è solo uno stigma sociale che distorce e cela un mondo di emozioni nascoste nel dualismo più ancestrale, quello tra corpo e anima. Di questa scissione e delle sue conseguenze ci parla Alessia. Dalla sua infanzia in cui emerge la consapevolezza che il suo involucro da bambino è solo un’illusione ottica, perché la sua è un’anima femminile, alla sua adolescenza in lotta tra la solitudine e il desiderio di riprodurre una qualche forma di normalità, dalla costruzione metodica e riflessiva di una identità che non ammette tradimenti conformistici alla transizione che, oltre a sgretolare rapporti familiari e sociali, le serra ogni possibilità lavorativa. Alessia deve rifondare ogni giorno la sua vita e sulla sua strada incontrerà la diafana solitudine di ragazze fragili e il calore empatico di Don Gallo, la tenerezza del gesto infantile di un uomo qualunque e la cattiveria generata dall’ignoranza. -
Dante e le stelle
«E ’l sol montava ’n sù con quelle stelle…». Attraversando i cieli di Dante e incontrando le intelligenze angeliche, Piero Boitani offre un’interpretazione suggestiva e originale dell’armonia delle sfere, dei moti dei corpi celesti e della musica che risuona nei canti del “Paradiso” della “Divina Commedia”. Protagoniste di questa escursione critica sono le stelle, che hanno ispirato scrittori e poeti sin dai tempi di Omero e che si presentano già dai primi versi dell’opera dantesca. Il testo di Boitani ci offre un ritratto di Dante regista straordinario e astronauta ante litteram, capace di far sognare il lettore contemporaneo con incomparabili descrizioni del firmamento. Prefazione di Massimo Arcangeli. -
Vita di Dante
Gli anni dell’infanzia e dell’adolescenza, gli episodi della vita fiorentina, l’impegno politico, la dolorosa esperienza dell’esilio, la consolazione trovata negli studi filosofici e teologici, l’amore per Beatrice: dalle dense e appassionate pagine di questa biografia emerge l’immagine viva di un uomo interamente calato nel suo tempo ma rivolto a un ideale universale, un ritratto che Umberto Cosmo ha disegnato da una prospettiva intellettuale unica e mai più eguagliata. Serio e rigoroso nella ricostruzione storica, il testo di Cosmo è «un lavoro – ha detto Bruno Maier – egualmente lontano dalla compilazione erudita e dalla “vita romanzata”, una rappresentazione esauriente del dramma dell’uomo e del poeta, rievocato nei suoi termini effettivi e nel preciso colore del tempo». -
L'Iran al tempo di Biden
La presidenza di Joe Biden, dopo gli anni di “massima pressione” dell’amministrazione Trump, sembra promettere un nuovo inizio nella quarantennale partita tra gli Stati Uniti e l’Iran, con un ritorno di Washington all’accordo sul nucleare e alla possibilità di ritrovare un clima di dialogo e reciproca fiducia. Ma il diverso approccio della Casa Bianca non rimuove dal tavolo i problemi di sempre, e resta negli Usa e tra i loro alleati la volontà di ridimensionare l’influenza nella regione e le strategie di difesa di Teheran che tanto allarmano i suoi vicini. Nel frattempo, gli equilibri politici interni all’Iran sono cambiati, la linea dura ha preso più piede e il Paese rafforza la sua alleanza strategica con la Cina. In questo quadro, Luciana Borsatti guarda al ruolo dell’Europa e dell’Italia e torna a far parlare gli iraniani: un popolo colpito dalle sanzioni più dure, ormai scettico e disincantato nei confronti dell’Occidente, ma che può ancora contare sui suoi giovani istruiti e spesso cosmopoliti. E, cercando di dare ascolto ai punti di vista di un’intera nazione, offre testimonianze importanti anche su altri temi cruciali come i diritti umani, la forza delle donne o cosa significhi essere giornalisti oggi in Iran. -
La politica che non c'è. Un anno di em.ma su Facebook
Un novantaduenne su Facebook. La penna di Emanuele Macaluso si è trasferita, da tempo ormai, dove non ci si aspetterebbe di trovarla, sul più popolare dei social network. Questo libro raccoglie, selezionati e ordinati per grandi temi, più di un anno dì corsivi quotidiani di Emanuele Macaluso sulla pagina em.ma in corsivo. Molte le questioni toccate, dall'attualità politica italiana a quella europea e internazionale, dalle grandi questioni della crisi del sistema politico e del Pd al Sud e alla storia del Pci, ma anche ai giovani, in cui Macaluso ripone molte speranze. E ancora: i diritti civili, il sindacato, l'ultimo film di Checco Zalone, la figura di Gianni Rodari, fino ad alcune note più intime e personali. La scrittura graffiante di Macaluso non risparmia nessuno, e ne emerge il desolante quadro di un Paese, l'Italia, che ha smarrito la sinistra, la politica, i partiti, e con essi la capacità di organizzare la partecipazione del popolo alle decisioni collettive. Eppure Macaluso non smette di riflettere con sobrietà e di seminare, ogni giorno, proposte, idee, critiche e osservazioni, uniche per indipendenza e per originalità di giudizio. -
Alternative per il socialismo (2021). Vol. 59: Dopo il Novecento
Bisogna andare oltre il Pci e persino oltre i protagonisti del movimento operaio del ’900, intanto però comprendendoli tutti: rivoluzionari e riformisti, comunisti, socialisti, anarchici, operaisti, marx-leninisti e marxisti eretici, socialisti utopisti e autogestionali e altri ancora. Non si tratta di dare luogo a una pacificazione postuma delle tendenze che si sono scontrate nel corso della storia. Si tratta di ricomprenderle insieme ai tentativi che ci sono stati prima del secolo del movimento operaio, ossia a fine ’800, di costruire la città futura. E si tratta di ricomprenderle insieme alle esperienze di lotta e di liberazione che si sono manifestate criticamente insieme ad esso o dopo di esso, aprendo, così, pagine inedite ed essenziali di altre storie: il femminismo, l’ecologismo integrale, i diritti della persona. E si tratta di rileggerle alla luce del processo di liberazione, delle straordinarie esperienze sociali, politiche e umane delle donne e degli uomini che ne sono stati protagonisti, delle conquiste realizzate e della grande sconfitta continuando a indagare le cause e chiedendosi se e come sarebbe potuto andare diversamente, rileggendo con i “se” l’intera storia del movimento operaio e di liberazione del ’900 per riempire la bisaccia. Del resto la connessione vitale tra passato, presente e immaginazione del futuro è indispensabile per respingere la vocazione totalitaria del capitalismo finanziario globale a rinchiudere il tempo nell’istante per consumarlo insieme agli uomini ridotti a merce. Il problema è costituito proprio dal capitalismo. L’aveva individuato, per primo e chiaramente, Marx. Il ’21 l’ha tradotto in politica, in Italia. È questa la lezione che resta. Essa si può riassumere in due punti decisivi: la centralità del conflitto di classe e la radicalità nella politica. Andare alla radice del conflitto di classe, per scoprire che ciò che va abbattuto – oggi si può dire, con lo stesso significato, superato – è il capitalismo. Il famoso “balzo di tigre” invocato da Walter Benjamin è diventato nel dibattito politico forse troppo ricorrente, tanto da oscurarne la portata eccezionale, radicalmente rivoluzionaria. I vinti giusti non hanno pace, cioè non è riconosciuta la verità della loro impresa, se non si afferra, per renderla attuale, la ragione di lotta nel loro tempo, proprio quella che li vide sconfitti. La commemorazione dei vinti giusti e della loro causa resta altrimenti opera inerte. Per riportarli nella storia è necessaria la rammemorazione, la messa all’ordine del giorno della contesa, della politica, la causa della loro lotta sconfitta. Se parliamo del ’21 e, più in generale, del ’900 e del proletariato, la causa è la conquista della società dell’eguaglianza e della libertà. […] Per questo, discorrendo della scissione di Livorno e della nascita del Partito comunista, proprio questo “balzo di tigre nel passato” dovrebbe essere considerato la fonte dell’azione per la rinascita di una politica della liberazione. La natura del nuovo capitalismo dovrebbe spingere i suoi critici in quella direzione.