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Abbattere i muri. Principi di giustizia sociale
L’esasperazione delle disuguaglianze nel nostro Paese si può combattere solo agendo sui meccanismi di formazione della ricchezza. Si può ancora intervenire nella rivoluzione tecnologica, con un programma che si interessi al lavoro, alle donne e al futuro delle giovani generazioni? Fabrizio Barca espone l’ambizioso lavoro collettivo del Forum Disuguaglianze Diversità, le cui proposte sollecitano una radicale riconsiderazione delle politiche pubbliche attuate finora. Punti concreti e attuabili volti a rovesciare la retorica pessimistica, per trasformare la rabbia in leva per l’avvento di una nuova stagione di emancipazione e giustizia sociale. -
Fuori sede. Vita allegra di una femminista nomade
Cosa significa autobiografia per una donna che afferma che la propria vita non le appartiene? Quale identità per un soggetto nomade, complesso, polimorfo? Questo libro ci immerge con toni vibranti nell’avventura di una femminista che ha ripensato in modo radicale il soggetto contemporaneo. Nessuna coscienza unitaria trionfante, ma reti rizomatiche, legami plurimi, migrazioni da una lingua all’altra, da un dialetto all’altro, per toccare con mano la contingenza del sé e imparare ad abitare una diversità incarnata, incessantemente in transito. «Soggetto nomade, dopotutto, non faccio che passare». La geografia di luoghi, incontri e passioni che qui si squaderna ci restituisce la vita allegra e a zig zag di una intellettuale di frontiera capace di sfidare ogni forma di identità cristallizzata, sostituendo al cogito cartesiano un nuovo appello per le generazioni a venire: desidero ergo sum. -
Illustri fantasmi nel castello di Tocqueville
In una piovosa giornata del gennaio 2021, nel castello di Tocqueville si radunano per una breve rimpatriata alcuni grandi spiriti della modernità. Oltre al padrone di casa, siedono in salotto Marx, Lenin, Edmund Burke, Milton Friedman, Rosa Luxemburg, Nietzsche e Gramsci. A dispetto della loro condizione di trapassati, gli ospiti non solo conservano intatta l'eredità del loro pensiero, ma sono informatissimi sul presente, su cui intervengono con l'asprezza e la passione dei vivi. E pochi grandi nodi della modernità sfuggono al loro argomentare: la lunga decadenza dell'Italia, il capitalismo americano e la democrazia, le religioni nel mondo contemporaneo, lo sfruttamento coloniale e il razzismo, la libertà e il mercato, la Rivoluzione d'Ottobre e il crollo del mondo sovietico, la frantumazione individualistica delle società, il nichilismo di massa, la scomparsa della verità dalla discussione pubblica, le minacce che il riscaldamento climatico e la predazione delle risorse proiettano sul futuro prossimo. La condivisa consapevolezza dello stretto sentiero su cui gli uomini si sono irresponsabilmente incamminati li porta a cercare una possibile via d'uscita imposta dalla necessità della salvezza. -
Contronarrazioni. Per una critica sociale delle narrazioni tossiche
"Decoro"""", """"sicurezza"""", """"megalopoli"""", """"sviluppo"""", """"grandi opere"""", """"digitale"""", """"autonomia"""", """"performance"""", """"tecnica"""" non sono soltanto parole, formule vuote recitate dai media nella loro incessante litania. Dietro di esse si nascondono narrazioni tossiche che impregnano la nostra realtà: inquinano il dibattito politico e le relazioni umane; diffondono pregiudizi, luoghi comuni, falsità; acuiscono le divisioni sociali. Nello scenario di una diffusa (in)sofferenza esacerbato dalla pandemia, """"Contronarrazioni"""" offre un «filo sottile di socialità e riflessione collettiva» per demistificare il discorso corrente, sviscerando i temi nodali del nostro tempo: «il valore uguale di tutte le vite umane, il Sud, i Sud, le periferie, la marginalità, il lavoro per uscirne, l'ambiente, l'allargamento degli spazi di democrazia reale». Con i testi di: Abati, Agostini, Angelucci, Aragno, Bevilacqua, Budini Gattai, Cingari, Drago, Ferri, Fiorentini, Lorenzoni, Marchetti, Masulli, Novelli, Pazzagli, Sangineto, Scandurra, Toscani, Vacchelli, Vavalà, Vitale, Ziparo." -
L'isola luminosa. Riflessioni sul diritto a emigrare e sul presunto diritto di proibire l'immigrazione
«Si possono mettere muri ai territori ma non ai desideri», eppure le immagini a volte violente, a volte strazianti di respingimenti, naufragi e cadaveri non smettono di travolgerci. La migrazione è tema ancora ineludibile nel nostro complesso presente, dopo essere stato una delle trame del racconto di tutta la civiltà occidentale. Solo che oggi la globalizzazione economica e valoriale ha portato alla creazione di ""isole"""", fatte di uomini e società legati solo dal profitto e da interessi immediati e da difendere contro l'invasore. Riccardo Colasanti racconta il sogno migratorio doloroso verso l'""""isola luminosa"""" che è il nostro mondo affrontando le due grandi visioni, la conservatrice e la globalista. Ma chi sono i buoni e chi i cattivi, e siamo obbligati a scegliere tra gli uni e gli altri? Si può fare ricorso solo alla politica, all'economia e alla legge per trovare una risposta, o non è necessario piuttosto cercarla in un ritorno di senso dell'umanità? Prefazione di Emanuele Caroppo."" -
Happy Diaz. Sette giorni di gioia e divisione a Genova 2001
La generazione che nel 2001 andò a Genova a contestare il G8 aveva ragione. Scese in strada per la democrazia partecipativa, il diritto di migrare, la legittimità del conflitto sociale, l'informazione dal basso, la distribuzione globale di cure e vaccini. Sfrontata e laica, internazionale per definizione e precaria per costrizione, quella generazione proponeva modelli che non facessero rima con sfruttamento. Rivendicava una convivenza sociale diversa. È stata repressa, ammazzata di botte nelle strade, nelle carceri o in mattatoi improvvisati. Divisa in buoni e cattivi. Perseguitata nei tribunali. Ora che i processi sono finiti, è tempo di comprendere. Genova durò sette giorni, sette giorni di assemblee e dibattiti, ma se ne ricordano solo due, tragici, convulsi. ""Happy Diaz"""" li racconta tutti, dal lunedì alla domenica, facendo affiorare sogni, incubi e ossessioni attraverso la musica che quella generazione ha ascoltato. Attraverso memorie e testi, """"Happy Diaz"""" narra di come si arrivò a Genova, con quale stato d'animo si scrisse l'agenda della contestazione; con quali note in sottofondo, per vent'anni, quella generazione si preparò alla politica, alla violenza, giorno dopo giorno. Con tredici ritratti di Tuono Pettinato."" -
Capitalismo. Crimine perfetto o emancipazione
Nel mondo contemporaneo, il capitalismo neoliberista occupa l’intero orizzonte del pensiero: siamo in una fase storica in cui i desideri, gli affetti, le speranze e i legami, vere e proprie spinte nelle lotte trasformative, si trovano già modellati sotto le forme del capitale. Il capitalismo si avvicina oggi più che mai all’idea del “crimine perfetto”, a un’esperienza interiore che funge da barriera invalicabile capace di bloccare il pensiero e l’azione estranei al sistema. Come emanciparsi da questo stato di cose? Alemán affronta lucidamente le possibilità di reazione da parte delle tradizionali forme statuali dinanzi al monopolio capitalista delle passioni. -
Cinque tesi sul populismo
I modelli economici e politici superstiti sembrano essere soltanto due: il neoliberismo e le tendenze populiste e neonazionaliste di alcuni governi latinoamericani. Enrique Dussel, tra i più eminenti filosofi del Sudamerica e figura di spicco del movimento Filosofia della Liberazione, analizza questa opposizione con gli strumenti delle scienze sociali. Il dilagante successo di certi populismi diventa quindi occasione per riflettere sia sul concetto di leadership – e scongiurare così l’ascesa di dittature carismatiche – sia per rimettere al centro del dibattito le questioni del “popolo” e del “popolare”: concetti chiave per una democrazia rinnovata che crei nuove istituzioni di partecipazione. -
Nuovo Testamento. Una lettura ebraica. Vangeli e Atti degli Apostoli
Quali sono i legami dei Vangeli e degli Atti degli Apostoli con l'ambiente ebraico d'origine? È possibile rintracciare, attraverso il greco della koiné, le parole e le espressioni che consentono di risalire al contesto culturale e spirituale dell'ebraismo in cui viveva Yeshua ben Yosef (Gesù)? Yeshua, infatti, non parlava né in greco né in latino, ma in ebraico e in aramaico. Questo libro affronta con estremo rigore la sfida di rispondere a tali interrogativi, permettendoci così di scoprire – grazie a una nuova traduzione dei Vangeli e degli Atti degli Apostoli – l'universo religioso e culturale in cui si è formato Yeshua. Poiché l'antigiudaismo ha avuto, e continua ad avere, un ruolo rilevante nella storia degli ebrei, abbiamo un motivo essenziale per studiare i testi cristiani: come è possibile che esso tragga origine e si alimenti dell'insegnamento di un giudeo come Yeshua? Piuttosto che declamare solenni e retoriche condanne dell'antisemitismo, i curatori del volume sono convinti che occorra un paziente lavoro di studio dei testi per scoprire le modalità attraverso le quali l'antigiudaismo si è inserito in scritti originariamente giudaici. -
Madri, mostri e macchine
Disastri nucleari, biotecnologie, fecondazione assistita, cinema e letteratura di fantascienza punteggiano la costellazione di idee madri, mostri e macchine. Nell’universo scientifico e nell’immaginario culturale il corpo gravido e quello mostruoso si mescolano, restituendo una visione della corporeità femminile come qualcosa di affascinante e mortalmente temibile. Il fenomeno, che privilegia il deviante, il mutante e l’ibrido, sfida così le versioni più convenzionali dell’umano e riafferma il caposaldo del femminismo: la “differenza” come urgenza politica e filosofica. -
Logiche del desiderio in Dante
D«Amor, ch’a nullo amato amar perdona». È da questi versi, tra i più celebri dell’Inferno dantesco, che il grande filosofo delle passioni Remo Bodei sviluppa la sua riflessione sull’amore e il desiderio: cominciare con la Commedia per arrivare a parlare della crisi dell’amore nella nostra epoca. L’amore, in Dante, è come un fuoco che tende verso l’altro, elevando lo spirito verso la sua origine; la cupiditas invece non dilata l’animo, è desiderio di possesso «mal riposto» che può portare a esiti tragici, come dimostrato dalla morte dei due amanti Paolo e Francesca - e dall’inquietante cronaca quotidiana. Ma l’amor non è mai cancellato: «muove ed è mosso, è inquietudine che non trova su questa terra un oggetto adeguato alla propria dismisura e che perciò ricomincia a cercarlo sempre di nuovo, perché oscuramente lo ha già conosciuto». -
Incertezze
Autunno 1975, Roma. Sandro, ventiquattrenne, sanguinante nel suo letto, ripercorre gli eventi che lo hanno messo in quella situazione. Le storie intrecciate nel corso di un’estate complicata: la relazione intrisa di passione sfrenata con la moglie di un suo amico. L’assurda storia con un’anziana signora, ricchissima, con cui Sandro si trova coinvolto più di quanto avrebbe voluto. Le complesse dinamiche in un gruppo squinternato di amici. Il rapporto tra lui e una coppia hippy che si conclude squallidamente in una notte di bagordi. Tutto è ricordato e vissuto fra dubbi, riflessioni, incertezze e sensi di colpa. Sandro non vuole fare del male a nessuno, eppure continua a seminare dolore e scompiglio intorno a lui. Il risentimento e la tensione crescono in un’irrefrenabile spirale sino al finale del racconto, che dà un nuovo significato a tutto. -
Ragazze con il coltello
In un paese di mare in Maremma fuori del tempo, si snoda una sanguinante vicenda di passioni nude, primordiali (onore, vendetta, eros, avventura, punizioni esemplari e corpi pieni di cicatrici), che rilegge il mito proiettandolo nel nostro stesso ambiente, con le discoteche e la cocaina, il bullismo e i social network. Ulis Anastasis, un po’ Zorba il greco e un po’ Santiago del Vecchio e il mare, è un pescatore alle prese con un’ostinata lotta per l’indipendenza dal losco ras locale della pesca, Spada. La figlia Lucia, spregiudicata e vitalistica, abilissima con il coltello (con cui pulisce il pesce e si difende dagli aggressori), ha una relazione ambigua con il figlio di Spada; la sua lotta all’indipendenza la combatte con i vitelloni di una eterna provincia. “Ragazze con il coltello” è un romanzo che ha una precisione meticolosa nella descrizione, un’epicità nella narrazione, una lingua che aderisce agli oggetti, che incrocia il naturalismo e il mondo fiabesco, in un’alternanza dei punti di vista in cui padre e figlia vengono raccontati come personaggi popolari da un cantastorie. -
Il gol lo dedico a Bush
2007. Saddam Hussein è stato giustiziato e l’Iraq è nel caos politico-istituzionale; occupato militarmente da una coalizione internazionale, devastato dalla guerriglia etnico-religiosa. La scapestrata Nazionale di calcio si appresta ad affrontare l’Asian Cup; ma, come fosse un campione dell’intera società irachena, lo spogliatoio è spaccato tra giocatori sunniti, sciiti e curdi. A guidare la squadra viene chiamato il burbero tecnico brasiliano Jorvan Vieira. Per capire che tipo è, bisogna sapere che sul tavolo ha una seconda offerta dal campionato saudita: una barca di petroldollari e la possibilità di lavorare in tranquillità. A cinquantatré anni suonati, dopo aver girato il mondo, vorrebbe anche allenare una squadra normale con gente normale, magari in un Paese che non è in guerra con gli Stati Uniti. Ma non ne è capace. Vieira sceglie l’Iraq. “Il gol lo dedico a Bush” narra la storia vera di un gruppo di uomini che durante l’estate di massima umidità e caldo intollerabile del sud-est asiatico tenta l’impresa impossibile; andando molto oltre l’ambito sportivo, e riuscendo, per qualche giorno, a cancellare la guerra. Prefazione di Arthur Antunes Coimbra – Zico. -
Il senso dell'onore
Una terra, la Sicilia centrale, e i suoi uomini: braccianti agricoli al servizio dei signori del latifondo, alle prese con una forma di “mafia” che a inizio Novecento non ha nemmeno un nome con cui essere chiamata, o un volto per essere riconosciuta: è un insieme di pratiche, cultura diffusa, legge naturale. Quella di Calogero Manna detto Calò è una storia di ascesa sociale: un caruso figlio di mezzadri che diventa signore della terra. Ma è anche storia di come e perché un uomo “perbene”, impercettibilmente, diventa parte dell’ingranaggio, di volta in volta vittima o carnefice, e comincia ad amministrare non solo le terre acquisite col sudore, ma anche le vite di coloro che le popolano, sotto l’egida delle parole “onore e rispetto”. Quel che si legge nel “Senso dell’onore” è vero rigo per rigo: una realtà remota, eppure non così lontana, raccolta tra gli appunti a malapena leggibili lasciati dal figlio di Calò, e raccontata in un impasto di italiano e siciliano che riesce insieme a evocare l’arcaico e a risultare lingua freschissima, presente, viva. -
NoCity. Paura e democrazia nell’età globale
I processi tardo-capitalistici fondati sulla frammentazione neoliberista e digitale hanno provocato, secondo Antonio Martone, un senso di insicurezza tanto più diffuso quanto meno determinabile. L’ideologia dominante, pressoché priva di opposizione politica, tende a catturare gli uomini nello spazio di una realtà che l’autore definisce città elettronica. Accanto a una ECity ultramodernista, globalizzata, abitata da uomini sradicati e senza memoria, però, esiste una NoCity dell’esclusione, del degrado e della paura. Della prima, la NoCity costituisce il negativo, il rovescio, un’inesorabile conseguenza sistemica. Per giungere a qualche risultato significativo circa i temi della paura e della sicurezza, soprattutto in tempo di pandemia, è necessario ripensare le condizioni generali del rapporto uomo/mondo tipico del nostro tempo, oltre che operare una rivisitazione dei presupposti storico-antropologici della democrazia. Introduzione di Antonio Cecere. -
La politica è un problema
«Nel suo poetico addio alla politica, è con una energia disperatamente cartesiana che Giorgio Manacorda contrappone Illuminismo e Postmodernità: da un lato la tradizionale ""politica della mente"""" e dall'altro l'attuale """"politica del corpo e dell'immagine"""". Nella sua solitudine di poeta, oggi Manacorda non può che ragionare in grande, cosa naturale e possibile quando si sente che intorno c'è il vuoto. Un doppio vuoto: il vuoto di una politica senza cultura né razionalità e il vuoto di una cultura socialmente ineffettuale e politicamente impotente.» (dalla prefazione di Alfonso Berardinelli)"" -
L'Arabia Saudita. Uno stato islamico contro le donne e i diritti
Custode della Grande Moschea della Mecca, prima produttrice mondiale di petrolio e, come tale, alleato e partner economico, militare e politico dell’Occidente (pur essendo accusata di rapporti ambigui con l’Isis), l’Arabia Saudita è un Paese governato da un regime assolutista che viola costantemente i diritti umani e le libertà civili fondamentali, ricorrendo anche a selvagge esecuzioni capitali e limitando tenacemente i più elementari diritti della popolazione femminile. Pochi tuttavia conoscono la realtà quotidiana del più grande Stato arabo dell’Asia occidentale. Liisa Liimatainen è riuscita a penetrare in profondità tra le pieghe della sua complessa società, esplorando in particolare ciò che avviene tra le donne, i giovani e la cospicua minoranza sciita della Provincia Orientale. Scopriamo così le numerose contraddizioni e gli aspetti imprevedibili della vita quotidiana in un regno per molti versi feroce guardiano della tradizione, ma al tempo stesso attraversato da fermenti inaspettati e capace – nelle figure dei suoi attivisti – di soluzioni inedite e coraggiose all’interno di un’originale dialettica con i modelli di sviluppo occidentali. Prefazione di Enzo Maria Le Fevre Cervini, Postfazione di Roberto Aliboni. -
Guarire con Basile. Dodici fiabe per conoscerci meglio
Le fiabe di Giambattista Basile sono un tesoro inestimabile, sorgente a cui hanno attinto nel tempo tutti i grandi narratori di storie, dai fratelli Grimm a Perrault, fino a Walt Disney. Così preziose, e però così dimenticate, perché scritte in una lingua antica e lontana. Dario Amadei, biblioterapeuta e cacciatore di storie, ha voluto salvarle dall'oblio, e restituircele nella loro originaria bellezza. Dal ""Cunto de li cunti"""" Amadei ha scelto dodici fiabe e le ha tradotte nell'italiano moderno, lasciando riecheggiare le suggestioni del dialetto napoletano del Seicento; ciascuna fiaba è commentata, e inserita in una curatela che non solo mette in luce il valore letterario dell'opera, ma anche i messaggi di utilità e attualità che i personaggi, dal loro passato, vengono a portarci. Petrosinella, la Gatta Cenerentola, Talia e tutti gli altri protagonisti di questa raccolta ci parlano dei nostri conflitti, delle nostre emozioni; invitano a riscoprire noi stessi e gli altri."" -
La scomparsa di Adinolfi
Roma, 2 luglio 1994. Il giudice Paolo Adinolfi esce di casa per recarsi al lavoro. Da appena un mese ha chiesto e ottenuto il trasferimento alla IV Sezione Civile della Corte d’Appello. L’ha chiesto dopo dieci anni passati alla Sezione Fallimentare, dove si è occupato di alcuni casi decisamente scottanti: dagli affari della Banda della Magliana alle sentenze aggiustate per compiacere il potere politico e criminale. La moglie e i figli lo attendono per pranzo, ma lui non arriverà mai. Da quel giorno di Paolo Adinolfi si perdono per sempre le tracce. Gli Autori ricostruiscono le diverse fasi delle indagini, sottolineando le piste che forse potevano essere battute ma che invece, per motivi non sempre chiari, sono state tralasciate. Dopo aver recuperato i documenti originali dell’epoca e intervistato i protagonisti, hanno ricomposto un puzzle complicato, dove s’intrecciano colossali fallimenti, buchi miliardari, criminalità organizzata, servizi segreti deviati, Vaticano, arrivando a individuare quella che – se percorsa – poteva essere la pista decisiva per la risoluzione del caso.