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Il gusto e il suo doppio. Saggi sul kitsch
Da oscuro sostantivo del lessico estetologico tedesco del primo Novecento ad abusato e approssimativo sinonimo di cattivo gusto e pseudoarte, il termine kitsch ha attraversato il ventesimo secolo registrandone, dal punto di vista estetico, le contraddizioni più acute e il passaggio definitivo da una cultura elitaria a una di massa. Questi studi cercano di tracciare un identikit che vede il kitsch operare in più scenari come un problematico doppio di una delle categorie fondative dell'estetica, il gusto: la cultura ottocentesca, la filosofia del Novecento, l'antropologia, la moda, l'arte contemporanea. -
Oggetti attivi. Sulla singolarità delle opere d'arte
Nei saggi che compongono questo libro l'autore interroga e analizza la singolare natura delle opere d'arte. Nel contesto di una riconfigurazione della teoria estetica perseguita da oltre un ventennio si propone qui di rovesciare il punto di vista da cui considerare questi paradossali prodotti del fare umano. Anzitutto, assumendo la paradossale capacità delle opere d'arte di rivolgere a noi uno sguardo autonomo e straniante. Sul filo di questa paradossalità si considera la polarità immanente alla quasi-vita delle opere d'arte e con essa la tensione tra l'unità di oggetti e l'unità d'immagini in cui consistono. Questa considerazione si svolge su due piani. Un piano decisamente teorico che affronta le opere d'arte nel confine tra estetica e ontologia. Un piano critico-fenomenologico che indaga la dimensione oggettuale delle opere in snodi decisivi dell'arte contemporanea. Il risultato è una concezione delle opere d'arte come ""oggetti attivi"""" caratterizzati da una sovraesistenza che coinvolge i modi stessi del loro aver effetti sulla nostra vita."" -
Il dovere e il piacere. Un'introduzione critica all'etica contemporanea
La filosofia morale che si è sviluppata in Occidente all'indomani della Seconda Guerra Mondiale ha espresso una sorta di diarchia egemone, rappresentata da due teorie alternative: la deontologia di matrice kantiana e l'utilitarismo. Questi due approcci sembrano coprire in maniera quasi esaustiva lo spazio teorico delle alternative etiche oggi disponibili. Il presente lavoro esamina queste teorie per sottoporle ad una critica radicale. Tale critica ha un duplice carattere. All'ordinaria critica immanente, volta ad esporne le aporie, si somma una critica di matrice storico-culturale, che denuncia ciò che queste teorie, apparentemente contrapposte, hanno in comune. Il successo di questa 'diarchia' produce come effetto collaterale un accecamento sistematico verso un intero campo etico. Sia il kantismo che l'utilitarismo focalizzano sulla decisione di individui isolati, con pretese di universalismo astorico che ben si adatta al contesto dell'odierna cultura liberale. Questa collocazione privilegiata li rende più confortevoli rispetto ad approcci tradizionali, che non separano il problema del bene e del giusto da una valutazione dell'intorno sociale e storico. L'odierno paradigma etico risponde ad esigenze storiche specifiche, e produce una forma di ragion pratica inedita, che ostentatamente rigetta ogni riferimento all'Èthos (greco) e al Mos (latino). I modelli filosofico-morali egemoni nella teorizzazione contemporanea rappresentano perciò una rottura fondamentale rispetto a ciò che è stato il cuore dell'orientamento etico-morale in epoche passate; ed il senso di questa peculiarità esige di essere chiarito. -
Leggere il presente con Freud e Lacan
Il mondo è cambiato. Questa mutazione radicale ha prodotto fenomeni macroscopici come la separazione del godimento sessuale dalla procreazione. A un mondo fondato sulla verticalità si è sostituito un mondo dell'orizzontalità, all'economia del desiderio si è sostituita un'economia del godimento, in accordo con un neoliberismo che necessita di consumatori e non di soggetti. Il vivere insieme familiare e sociale e la singolarità di ciascuno ne risultano dipendenti e deformati. Freud e Lacan ci forniscono gli strumenti necessari per leggere quest'emergenza epocale e assolvere così il nostro compito di ""esseri parlanti"""": trasmettere l'humus in cui affondano le radici dell'umano."" -
Arianna. Testo russo a fronte
Scritta a Praga tra il 1923 e il 1924 e pubblicata nel 1927 a Parigi con il titolo di Teseo, Arianna, che doveva essere la prima parte di una trilogia dedicata al celebre eroe greco, rilegge il famoso mito del labirinto e dell'amore infelice tra Arianna e Teseo. Nell'opera di Marina Cvetaeva, il sentimento tragico dell'esistenza peculiare alla tragedia greca rispecchia, e allo stesso tempo si fonde, con il senso di disappartenenza dal mondo e con la legge del ""nonincontro"""" che tanta parte ebbero nella vita dell'autrice (da Rilke a Pasternak). Marina, che si identificava in Arianna e amava a tal punto questo personaggio da dare il suo nome alla figlia primogenita, tratteggia un'eroina appassionata e indimenticabile."" -
Futuri possibili: Frammento di storia futura-I giganti calvi
Due scritti di Gabriel Tarde che si richiamano a vicenda, originale messa in opera della sua particolare filosofia, sociologia e psicologia. Nel primo scritto, ""Frammento di storia futura"""", una catastrofe ambientale costringe i pochi sopravvissuti a rifugiarsi nelle viscere della terra, dove costruiscono una nuova società, sviluppata secondo il modello tardiano. Una sorta di rovesciamento dell'ideale platonico dell'uscire dalla caverna, e un'immagine del futuro che, proprio perché già sempre possibile, non può attingere la perfezione. Nel secondo scritto, """"I giganti calvi"""", incontriamo e impariamo a conoscere la super-umanità del futuro, plasmata con pratiche eugenetiche a partire dall'invenzione """"geniale"""" di un uomo solitario. In un mondo che si crede perfetto e che perfetto non può essere, la catastrofe è però sempre in agguato. Finzioni profonde e ironiche sui futuri possibili dell'umanità, questi scritti tardiani - tutti giocati tra creazione e catastrofe e in cui domina la contingenza - mostrano come la creatività sia un fatto di portata ontologica e lo sforzo di immaginare un futuro altro non sia soltanto un imperativo etico e politico, ma anche il modo migliore per realizzare la natura umana."" -
Le basi chimiche della morfogenesi
"Le basi chimiche della morfogenesi"""" rappresenta ancora oggi il modello teorico di riferimento per un vasto campo di discipline quali la biologia dello sviluppo, la bioinformatica e le ricerche intorno alla cosiddetta artificial life. Riscoperto in anni recenti, il lavoro di Alan Turing ha assunto la medesima importanza rivoluzionaria degli studi dello stesso autore dedicati alla celeberrima """"macchina di Turing"""" e può essere considerato come uno dei testi paradigmatici della scienza del Novecento. In questo volume appare la prima traduzione italiana del saggio pubblicato nel 1952, corredata di un'introduzione che illustra il cuore della proposta teorica di Turing, nella quale emergono gli snodi problematici legati alla genesi della peculiare struttura del vivente." -
Il populismo russo. Vol. 2: Dalla liberazione dei servi al nichilismo.
Il contributo del grande storico Franco Venturi allo studio del populismo russo è stato tra i più rilevanti. In questa opera in tre volumi, Venturi offre una mirabile ricostruzione del movimento rivoluzionario che, intorno alla metà dell'Ottocento, lottò per l'emancipazione delle masse contadine e per porre fine all'autocrazia zarista. Il secondo volume si apre con il manifesto che l'imperatore Alessandro II pubblica il 19 febbraio 1861 e con il quale libera dalla schiavitù la grande maggioranza della popolazione. Ma, se il mare contadino sembra assestarsi nella nuova situazione, lo stesso non può dirsi per le nazionalità dell'Impero - come la Polonia -, che prendono la via dei risorgimenti nel tentativo di riconquistare la propria indipendenza, mentre nasce la prima organizzazione clandestina rivoluzionaria ""Terra e libertà"""". La risposta zarista è ripiegare verso la reazione, portando il conflitto all'esasperazione: nichilismo, terrorismo e rivolte chiudono così i decisivi anni '60 della storia moderna russa."" -
La dottrina buddista dell'esperienza
Vasubandhu, dopo Nagarjuna, è il più importante autore del buddismo indiano. La tradizione Zen e quella della Pura Terra lo annoverano tra i loro patriarchi. Tuttavia, a oggi, delle sue opere ben poco è stato pubblicato in italiano. Questo testo, che contiene anche uno scritto di Asanga, vuole contribuire a colmare la lacuna. L'opera di Vasubandhu mostra nitidamente il funzionamento sottile dell'essere umano, uno svelamento che, pur finalizzato al come e al perché della pratica buddista, potrebbe modificare il corso stesso della cultura occidentale, sia laica sia religiosa, andando ben oltre Freud e ogni possibile utilizzo concettuale del termine ""Dio""""."" -
Le trasformazioni dell'uomo
Le trasformazioni dell'uomo di Lewis Mumford, pubblicato nel 1956 e qui per la prima volta tradotto in italiano, occupa un posto intermedio tra Tecnica e cultura, uscito nel 1934, in cui Mumford prendeva ancora in considerazione l'ipotesi che lo sviluppo delle macchine potesse essere padroneggiato e messo al servizio di una società umana pienamente democratica, e i due volumi de Il mito della macchina, pubblicati nel 1967 e nel 1970, in cui il ""pessimismo"""" dell'autore lo porterà a osservare come il sistema tecnologico del XX secolo abbia distrutto l'autonomia individuale, le basi della democrazia e la stessa civiltà. Per il Mumford de Le trasformazioni dell'uomo, con lo sviluppo del """"Nuovo Mondo"""", dominato dal capitale e dalla razionalità tecnico-scientifica, il segreto dell'umanizzazione, cioè n""""l'arte di educare l'uomo"""", comincia a venire meno. Il disastro, allo stesso tempo ecologico, sociale e soggettivo, è negli anni Cinquanta del XX secolo già così avanzato che all'orizzonte si annuncia una vera rottura antropologica. Tale rottura è, in questo libro, presentata in forma di alternativa: o l'inizio di una post-umanità in cui un """"uomo poststorico"""" sarà asservito completamente alle macchine che ha costruito, o una nuova evoluzione verso l'unità dell'uomo tanto come specie quanto come individuo."" -
Chiralità: la vita e l'antinomia. Gli eroi dei due mondi
Nel 1848 Louis Pasteur scopre molecole che si comportano come le nostre mani, nel senso che esistono in due forme, definite enantiomeri, che hanno proprietà chimiche quasi identiche ma non sono sovrapponibili: per questo sono chiamate chirali, dal greco ????, ""mano"""". Più tardi riscontrerà un risultato inatteso: in presenza di questa asimmetria destra-sinistra la natura compie una scelta radicale, optando senza eccezione per la forma sinistra. Da quel momento la scienza e la filosofia si interrogano sulle origini di questa rottura e sulle ragioni di questa preferenza. Le opinioni sono varie, ma si converge su un dato di fatto innegabile: esistono due mondi diversi, legati da una relazione speculare tra identità e alterità, che ha implicazioni profonde in quanto può essere declinata in modalità differenti e assumere significati diversi di carattere culturale, scientifico, filosofico e teologico. Su questi temi si confrontano giganti del pensiero, quelli che possiamo chiamare gli """"eroi dei due mondi"""": lo stesso Pasteur, Vladimir Vernadskij, Pierre Curie, Primo Levi, Tullio Regge, Giovanni Jona-Lasinio. L'argomento diventa il cavallo di battaglia di Pavel Florenskij che, da ricercatore poliedrico e polifonico qual è, ne fa il motivo conduttore della sua """"strategia del ragno"""", volta a tessere una tela con fili radiali che congiungono, in un disegno di straordinaria originalità e attualità, scienza, filosofia, teologia, arte e tecnologia."" -
Gli immaginari in geometria. Estensione del dominio delle immagini bidimensionali nella geometria
Per la prima volta in traduzione italiana, l'opera di Pavel Florenskij che introdusse una nuova interpretazione geometrica dei numeri complessi. In questo saggio, l'autore si propone di descrivere in modo visivo le proprietà delle diverse equazioni risultanti dalle due variabili, che possono avere valori sia reali sia immaginari. Ai primi sette capitoli, cui Florenskij lavorò nel 1902, il filosofo e matematico aggiunse un ottavo nel 1921 e un nono nel 1922. Nel nono capitolo il concetto di ""immaginari"""" viene inserito all'interno di una visione cosmologica che include un originale confronto tra i sistemi tolemaico e copernicano, la relatività speciale di Einstein e la """"fisica"""" di Dante nella Divina Commedia. Un'opera in anticipo sulla sua epoca, considerata """"eretica"""" dai commissari bolscevichi per il suo approccio rivoluzionario alla materia matematica."" -
Benjamin e la scuola di Francoforte
"Walter Benjamin è uno dei pensatori più originali e più drammatici della storia del Novecento"""". Il pensiero filosofico di Benjamin non può essere separato dal suo vissuto biografico. In questo saggio, interamente riveduto e arricchito di un nuovo capitolo, Giacomo Marramao illustra come la concezione della storia di Benjamin rivisiti l'approccio teologico-politico di Carl Schmitt all'interno di un più ampio progetto di rigenerazione della teoria di Marx, in rottura con ogni forma di evoluzionismo e filtrato da nuove lenti filosofiche." -
Confindustria nella Repubblica (1946-1975). Storia politica degli industriali italiani dal dopoguerra alla strategia della tensione
Principale organizzazione di interesse degli industriali, Confindustria ha avuto un ruolo essenziale nel determinare le forme della Ricostruzione e, successivamente, della modernizzazione in Italia. È difficile affermare che la sua azione si sia limitata alla sola difesa sindacale degli associati; altrettanto spesso infatti essa ha agito di fronte a minacce reali o percepite, condizionando gli equilibri della nostra fragile democrazia. Utilizzando documenti in parte inediti insieme a quanto emerso a più riprese in processi e inchieste giornalistiche, il presente lavoro riannoda i fili di un discorso finora rimasto privo di un focus specifico: la storia politica dell'organizzazione industriale e di alcuni dei suoi più importanti membri, ricostruendone la trama coperta accanto a quella ufficiale e seguendo come un ""filo rosso"""" i rapporti con il blocco civico-militare che, nato nella declinazione della Guerra fredda in Italia, manifestò appieno i suoi propositi nel """"quinquennio nero"""" 1969-1974. Prefazione Aldo Giannuli. Postfazione Elia Rosati."" -
Adam Smith a Pechino. Genealogie del ventunesimo secolo
Adam Smith è praticamente sconosciuto in Cina, eppure alla base del successo dell'economia cinese abitano alcune idee compatibili con quelle teorizzate nel suo La ricchezza delle nazioni. Questo sostiene l'economista Giovanni Arrighi, per anni direttore del dipartimento di Sociologia alla Johns Hopkins University di Baltimora. In accordo con la concezione di Smith, la Cina ha sempre manifestato una forte tendenza a sviluppare uno stabile mercato interno che non favorisce l'ascesa del singolo e l'accumulazione eccessiva di capitali; inoltre, ha sempre privilegiato un massiccio uso di manodopera. Giovanni Arrighi ricostruisce una storia diversa dell'economia e della società globali, in cui l'economia orientale è stata per secoli la più ricca e dopo una lunga fase di flessione è tornata a superare le economie occidentali. Da diversi anni viviamo quella che l'autore definisce una ""crisi di egemonia"""", un processo che segna cioè lo spostamento del centro dell'economia mondiale dagli Stati Uniti alla Cina. Così come in passato le grandi crisi hanno scandito altre fasi di passaggio, nel mondo attuale solo l'economia cinese può assumere un ruolo egemone. Alla luce di tutto ciò, Arrighi si chiede se la Cina possa dunque proporre un valido modello che sia alternativo alla tradizionale american way of life. Prefazione Salvo Torre. Postfazione Andrea Fumagalli."" -
Rime
«Famosissimo dicitore per rima» e «uomo d'alto intelletto»: così Giovanni Boccaccio definì Dino Frescobaldi, facendone il continuatore della tradizione poetica fiorentina dopo la morte di Cavalcanti e la cacciata di Dante. Dino è uno stilnovista dopo e oltre lo stilnovo. Le sue rime, fedeli al magistero cavalcantiano, intrecciano stretti rapporti con quelle di Cino da Pistoia e seguono la parabola della poesia dantesca: dalla Vita nova alle petrose fino, probabilmente, ai primi canti della Commedia. Andando al di là del luogo comune che fa di Dino un pedissequo imitatore, il volume ripropone l'intero corpus secondo un nuovo ordinamento, frutto di recenti acquisizioni sulla tradizione manoscritta, arricchito di un commento sistematico che con nuove e calibrate proposte interpretative mira ad approfondire la comprensione dei testi e le relazioni con la lirica coeva. Tale corredo fa emergere un sottile lavorio interno al codice stilnovista e una intensa dialettica con le più importanti innovazioni di Dante. -
Ágalma (2021). Vol. 41: Sensibili al segreto.
Rivista di studi culturali e di estetica fondata da Mario Perniola. -
Jürg Jenatsch. Una storia grigionese
Ostilità confessionale e sete di potere sono al centro del racconto di ampio respiro dello scrittore svizzero Conrad Ferdinand Meyer, ""Jürg Jenatsch"""" (1876), seicentesca storia cantonale ambientata nella zona di confine fra i Grigioni e la Valtellina all'epoca della Guerra dei Trent'anni. Il giovane pastore grigionese Jürg Jenatsch è stato mandato a Berbenno a predicare il protestantesimo in una terra a maggioranza cattolica, allora sottomessa ai Grigioni, ma ambita da Spagnoli e Austriaci per via dei suoi numerosi valichi alpini, per tutti di grande interesse economico. Dall'eccidio dei protestanti in Valtellina del 1620, noto come il """"Sacro Macello"""" e programmato nel testo di Meyer dal barone grigionese Pompeo Planta, Jenatsch si salva miracolosamente, lascia la veste talare e, alleato del duca protestante francese Henri Rohan, s'impegna per liberare la Valtellina dai cattolici. Quando però la politica di Richelieu intralcia il suo progetto di totale indipendenza della sua terra, Jenatsch tradisce il duca, si converte al cattolicesimo, passa al partito spagnolo e riesce a far restituire la Valtellina ai Grigioni. Alla fine tuttavia muore per mano di Lucrezia, la figlia di Pompeo Planta, legata a lui da un rapporto di amore-odio, che lo colpisce a morte con la stessa ascia con cui Jenatsch aveva ammazzato a tradimento suo padre. Storia e finzione si fondono in questa prosa, dove ai fatti storici s'intreccia una complessa e ambigua storia d'amore cui fanno da sfondo le montagne e le valli della Rezia. La figura eroica che Meyer traccia di Jenatsch è stata ampiamente riveduta dagli storici, che di questa personalità hanno messo in luce l'opportunismo e l'indomita smania di potere, che lo spinsero fino alla massima abiezione morale."" -
Fare filosofia in italiano fra Ottocento e Novecento. Atti del Convegno (Firenze, 11-12 giugno 2018)
Il volume raccoglie - grazie al contributo del Centro Internazionale Insubrico ""C. Cattaneo"""" e """"G. Preti"""" dell'Università degli studi dell'Insubria di Varese, in collaborazione con la sezione varesina della SFI - gli atti di un Convegno svoltosi presso la Villa Medicea di Castello sul """"Fare filosofia in italiano fra Ottocento e Novecento"""", promosso dalla Società Filosofica Italiana (presieduta da Emidio Spinelli) in collaborazione con l'Accademia della Crusca (presieduta da Claudio Marazzini). Molti anni fa, nell'anno della sua scomparsa, il padre della Filosofia della scienza italiana, Ludovico Geymonat (1908-1991), sollevò una domanda che parve curiosa: la filosofia della scienza parla unicamente la lingua inglese? Per Geymonat era «opportuno criticare l'abitudine contemporanea in base alla quale molti ritengono, erroneamente, che la filosofia della scienza (che pure era nata in Europa con Mach, Poincaré ed Einstein, per non fare che pochi nomi significativi) sia riducibile unicamente a quella di stampo anglosassone. Alcuni sostengono infatti che """"quando si dice 'filosofia della scienza' in senso stretto si intende un contesto culturale ben determinato che è sostanzialmente il contesto culturale di lingua inglese""""». Col passare dei decenni, quello che allora è sembrata una """"stramberia"""" di un anziano epistemologo è diventato un problema, al punto che oggi è lecito porsi la domanda: si può pensare in italiano? Tant'è vero che il Presidente della Crusca, a fronte della decisione del Miur di obbligare a redigere i progetti di ricerca scientifici del Prin esclusivamente in inglese, ha scritto al Ministro rilevando come alcuni docenti sostengono, «quasi con vanto, di non essere in grado di discorrere in italiano della loro scienza. Proprio in questa affermazione sta il pericolo più grave: una lingua che non venga usata per la scienza, che anzi ne sia reputata contenitore impossibile, decade rapidamente al rango di dialetto». L'italiano, nell'anno di Dante, non merita questa fine. Pertanto, al Centro internazionale Insubrico è parso opportuno farsi carico della pubblicazione di questo volume in difesa dell'italiano in ambito filosofico perché del tutto in sintonia con altri due nostri volumi: quello """"In difesa della lingua e della cultura italiana nell'epoca dell'anglofonia globale"""" (2017) e quello su """"La scuola dell'ignoranza"""" (2019). Questa trilogia vuole porgere un argine critico ad una moda esiziale per la salvaguardia della nostra stessa cultura."" -
Luigi Rasi. La declamazione come scienza nuova
Teatro, letteratura e ricerca si intrecciano indissolubilmente nell'opera e nella vita di Luigi Rasi (1852-1918), direttore della Regia Scuola di Recitazione di Firenze e ultimo esponente di un'illustre tradizione ottocentesca di insegnamento della declamazione come disciplina principe della scena. Figura ibrida di attore, studioso e docente, dotato di una vasta cultura, Rasi seppe attraversare i confini tra le arti, in dialogo con le istanze del suo tempo e in una prospettiva europea. La sua concezione della scena fu in grado di coniugare la storia con la sperimentazione: entro questo contesto egli concepì la formazione teatrale come un tassello fondamentale di un più ampio progetto di riforma del teatro italiano e del suo rapporto con la società, dai cui semi fecondi sarebbero scaturiti frutti anche nei decenni successivi del Novecento. Grazie anche alla valorizzazione di materiali e di carteggi inediti, il volume ricostruisce in una prospettiva unitaria la figura e l'attività di Rasi e ne spiega il contributo determinante, lungo direzioni inedite, alla storia del teatro.