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Storie intrecciate. Cristiani, ebrei e musulmani tra scritture, oggetti e narrazioni (Mediterraneo, secc. XVI-XIX)
In questo volume vengono presentati saggi di autori diversi che intendono presentare le forme della presenza delle minoranze ebraiche e islamiche a Roma e nello Stato della Chiesa in età moderna a partire dalla raccolte di oggetti preziosi e curiosi. Attraverso l'esame delle produzioni artistiche minori con rappresentazioni del nemico turco e della schiavitù, l'analisi della pubblicistica in arabo stampata a Roma, le raccolte di arte ebraica e musulmana... gli autori presentano una riflessione a tutto campo sia sulla propaganda religiosa sia sulla conoscenza di culture diverse che permette di ridiscutere (da un punto di vista così particolare) le occasioni di confronto tra cristiani, ebrei e musulmani tra Cinquecento e Ottocento. -
Filosofia civile e crisi della ragione. Croce filosofo europeo
Gli autori di questo volume si propongono di riconsiderare lo storicismo crociano come una filosofia pienamente europea, caratterizzata da una profonda vocazione «civile» e da una intima dimensione esistenziale. Accanto ai più consueti e tradizionali modi di leggere e studiare 'Croce filosofo' si è dato spazio a ricerche di confine: la filologia, la linguistica, l'iconologia, la diplomazia culturale, la storia economica, la storia politica, la storia editoriale, la storia delle religioni e la psicanalisi, al fine di restituire la vivacità e la pluralità di interessi che negli ultimi anni ha ripreso a ruotare at-torno all'eredità e all'opera del filosofo napoletano in Italia e fuori d'Italia. -
Ricerche di storia sociale e religiosa. Vol. 83
Fondata nel 1972 da Gabriele De Rosa la rivista si è da sempre contraddistinta per l'approccio pluridisciplinare e la comparazione fra diversi contesti sociali, in una prospettiva d'indagine all'epoca del tutto inedita. -
«Metti in versi la vita». La figura e l'opera di Giovanni Giudici
In tutto il corso della sua esistenza Giovanni Giudici (1924-2011) ha affiancato all'attività poetica e di traduttore l'impegno civile, soprattutto nella lotta antifascista; la formazione cattolica e il lavoro nell'industria, sono i perni sui quali si fonda il suo interesse per la vita pubblica; pertanto, l'intreccio di letteratura e politica può essere considerata la cifra distintiva della sua poesia. Vincitore di numerosi premi letterari, il suo incontro con importanti intellettuali della sua generazione - da Adriano Olivetti a Franco Fortini, da Eugenio Montale a Elio Vittorini - e le feconde collaborazioni con i giornali e le riviste dell'epoca, ne fanno uno dei protagonisti del nostro '900. In questo volume, tra i più importanti lettori di Giovanni Giudici si confrontano sui più differenti aspetti dei versi, delle traduzioni, delle letture, delle annotazioni diaristiche e della corrispondenza di questo poeta, la cui opera merita sicuramente d'essere approfondita. -
Pasquin, Lord of Satire, and his disciples in 16th-century struggles for religious and political reform-Pasquino, signore della satira, e la lotta dei suoi discepoli
Il volume ripropone gli atti del Colloquio internazionale organizzato da Chrysa Damianaki e Angelo Romano presso il Warburg Institute di Londra il 14-15 febbraio 2013. I contributi pubblicati, che spaziano dalla storia alla letteratura, dalla tipografia alla storia dell'arte e della lingua italiana, sottolineano la necessità della pubblicazione dei testi dei letterati italiani della Riforma, la cui lettura è indispensabile alla corretta interpretazione del loro pensiero. Il Colloquio ha preso le mosse dalla pubblicazione del primo tomo dei Pasquillorum tomi duo di Celio Secondo Curione (a cura di Damiano Mevoli, Manziana, Vecchiarelli, 2013) per affrontare problematiche di carattere storico-religioso e storico-artistico, linguistico-letterario e bibliografico, ripercorrendo la fortuna europea della satira, anonima e non, in massima parte latina, riconducibile alla statua di Parione. Una statua che per l'occasione abbandona le rive del Tevere per essere pilotata da Curione verso i procellosi lidi della Riforma. -
Matteotti
"Giacomo Matteotti vide nascere nel Polesine il movimento fascista come schiavismo agrario, come cortigianeria servile degli spostati verso chi li pagava; come medioevale crudeltà e torbido oscurantismo verso qualunque sforzo dei lavoratori volti a raggiungere la propria dignità e libertà. C'erano in Matteotti, ancor più alla radice, una fondamentale incompatibilità etica e una antitesi istintiva con Mussolini e il fascismo"""". Quanti di noi sanno oggi chi fu veramente Giacomo Matteotti, la sua personalità, la sua azione politica, il suo modo effettivo e peculiare di propugnare la causa del socialismo, prima di diventare il primo grande martire del fascismo? Dietro questa immagine ormai oleografica, ecco un ritratto composto da Piero Gobetti a ridosso dei fatti, che ha l'asciutta solennità di una """"Vita"""" di Plutarco e nel quale noi oggi, a distanza di novant'anni esatti, non possiamo non scorgere la terribile forza di premonizione nei confronti del suo stesso giovanissimo autore, anche lui perseguitato e colpito dalla violenza fascista. Postfazione di Marco Scavino." -
Dopo Caporetto-Vittorio Veneto
"Se volessi esprimermi paradossalmente, direi che Caporetto è stata una vittoria, e Vittorio Veneto una sconfitta per l'Italia. Senza paradossi si può dire che Caporetto ci ha fatto bene e Vittorio Veneto del male; che Caporetto ci ha innalzati e Vittorio Veneto ci ha abbassati, perché ci si fa grandi resistendo ad una sventura ed espiando le proprie colpe, e si diventa invece piccoli gonfiandosi con le menzogne e facendo risorgere i cattivi istinti per il fatto di vincere"""". Nello sviluppo di questa tesi paradossale è da ricercare il significato dei due reportages su Caporetto e Vittorio Veneto del capitano del Regio Esercito Giuseppe Prezzolini. Concepiti, scritti e pubblicati immediatamente dopo le due battaglie, nello spirito anticonformista della """"Voce"""", essi intesero essere, nell'esser racconto di guerra, guerra essi stessi alla retorica nazionale." -
Il tempo del Messia e altri racconti. Ediz. italiana e yiddish
Una donna osserva piena di ammirazione il marito che prega, salvo improvvisamente esplodere in un'incontenibile collera per l'incapacità di lui di provvedere a lei e al loro bambino. Un gatto fanaticamente religioso uccide tre uccellini ammantando i suoi atti di altrettante, sofistiche giustificazioni. Un pupazzo d'argilla viene animato da un rabbino per difendere la comunità ebraica di Praga e ora giace inerte nella soffitta della sinagoga, perché nessuno ricorda più la formula per risvegliarlo. Schegge che rimandano alla vita delle comunità ebraiche dell'Europa orientale di fine '800, alla loro povertà materiale e alla loro religiosità tenace e bizzarra. E dietro questi brevi, scarni apologhi, ora esplicita, ora dissimulata in un simbolo, la condizione della donna in quella cultura. Questo mondo - un mondo che non esiste più, ma la cui eco ha la capacità misteriosa di sollecitare in noi le corde più arcaiche del sogno e della paura - è il mondo di Itskhok Leybush Peretz. -
Scritti. Biblioteche, codici, epigrafi. Vol. 2
La collezione degli scritti di Augusto Campana (Scritti. I.Ricerche medievali e umanistiche; Scritti. II. Biblioteche, codici, epigrafi; Scritti. III. Storia, civiltà, erudizione romagnola) rappresenta praticamente l'intera opera scritta dello studioso. È difficile assegnare i singoli scritti di Campana a singoli ambiti disciplinari. Egli stesso amò definirsi, scherzosamente, «uno studioso indisciplinato», intendendo con ciò alludere alla molteplicità di interessi e competenze tecniche che concorrevano a formare la sua singolare figura di storico della cultura: l'unica definizione che Campana stesso giudicava convenirgli. Di conseguenza, non v'è scritto di Campana nel quale si possa ravvisare come esclusiva - e, in molti casi, nemmeno come prevalente - la pertinenza ad un solo ambito disciplinare fra quelli curricolari nell'insegnamento universitario, poiché ogni suo scritto, secondo le necessità della ricerca, postula le competenze tecniche e i fondamenti metodologici di molte discipline: paleografia, epigrafia, storia delle biblioteche, topografia antica, filologia testuale, per non citare che le più frequenti. -
Sertorio Quattromani lettore di Bembo. I «Luoghi difficili» delle «Rime»
Letterato versatile e curioso del presente, Sertorio Quattromani (1541-1603) fu uno dei migliori critici letterari della seconda metà del '500, come dimostrano innanzitutto l'importante ""Spositione delle Rime"""" di Della Casa e il commento alle """"Rime"""" di Bembo, qui per la prima volta pubblicato, sulla base del ms. Palatino 1036. Elaborato verosimilmente tra il 1564 e il 1570, il commento bembiano si presenta non del tutto compiuto, per quanto già ricco di chiose esplicative e di riferimenti intertestuali. Quattromani intende essere al servizio del testo e insieme offrire ai poeti coevi la possibilità, entrando in uno dei più raffinati laboratori lirici del Rinascimento, di conoscere meglio gli strumenti essenziali della lirica moderna."" -
«Una civilizzazione che diventerà europea». L'umanesimo cristiano di alessandro Manzoni
Smontando, con argomenti inoppugnabili, alcuni dei principali e più radicati pregiudizi, questo volume insedia l'umanesimo cristiano di Manzoni nel cuore stesso della civiltà europea, nel segno e sulla scorta di un memorabile passo delle 'Osservazioni sulla morale cattolica': ""Gli apostoli (...) gettano i fondamenti d'una civilizzazione che diventerà europea, che diventerà universale"""". La personalità di Manzoni viene qui ricondotta efficacemente a due aspetti cruciali del suo profilo umano e culturale: il rapporto tra fede e ragione, capace di restituire l'uomo all'uomo operando il radicale riscatto dell'orizzonte terreno; e le mai rinnegate radici illuministiche che presiedono, alla stregua di un abito mentale, alla sua ricerca del vero. Spirito rigoroso, vigile e severo, indulgente con gli uomini ma intransigente sulle idee, per nulla incline all'accomodamento e al compromesso, il Manzoni che esce da queste pagine è tuttavia uno scrittore dai vasti orizzonti, aperto senza preclusioni al confronto e al dialogo, mosso unicamente da un amore incondizionato per la verità."" -
Una Chiesa nel tempo. Clero e società a Modena dalla Restaurazione al Concilio Vaticano II
Il caso della chiesa modenese consente di osservare la storia della Chiesa e dei suoi mutamenti in età contemporanea attraverso una prospettiva unica: Modena fu dapprima diocesi principale di un piccolo ducato, poi chiesa tra le chiese del Regno d'Italia e infine parte di una cattolicità allargata, globalizzata e in cerca di nuovi equilibri. Nella storia plurisecolare della chiesa emiliana confluiscono un'esperienza che rimanda alle origini della cristianizzazione, all'eredità del monachesimo, alle contrapposizioni tra vescovi e Comuni per il governo delle città e a uno splendore culturale che nella sua cattedrale romanica conosce uno dei suoi vertici. -
Logica delle forme sensibili. Sul precategoriale nel primo Husserl
Il libro prende in esame il tema del precategoriale in Husserl dagli anni della formazione alla prima grande opera, le ""Ricerche logiche"""" (1900-01). La questione del precategoriale - ovvero del fondamento sensibile delle formazioni logiche (concetti e giudizi) - viene individuata come tema centrale della riflessione husserliana sin dai suoi esordi, antecedenti alla primissima impostazione dei rapporti tra sensibilità e intelletto nella seconda sezione della """"Sesta ricerca logica"""". Quest'ultima costituisce il nucleo dell'indagine qui condotta, nella quale il riferimento alla dimensione prelogica si configura come primo veicolo della progressiva maturazione della proposta husserliana, che dalla sfera logica accenna già all'approccio più propriamente fenomenologico. L'autrice pone in risalto il carattere intrinsecamente ambiguo del tentativo operato da Husserl e ne propone in modo originale la riconduzione all'antropologia sottesa."" -
Commento al libro II dei Posthomerica di Quinto Smirneo
Nell'ambito del crescente interesse per l'età tardoantica nei suoi vari aspetti, gli studi sull'epica tarda negli ultimi decenni hanno registrato un notevole successo e una cospicua produzione di studi. Nel quadro si inserisce organicamente questo commento al II libro dei 'Posthomerica' di Quinto Smirneo, un poema che in 14 libri racconta le vicende del mito troiano tra la fine dell''Iliade' e l'inizio dell''Odissea'. Il II libro comprende l'arrivo e le imprese di Memnone a Troia e l'uccisione dell'eroe da parte di Achille. Da tempo Quinto era considerato un mediocre imitatore di Omero, ma negli ultimi anni abbiamo assistito a una vera e propria ""riscoperta"""" della sua poesia. Il commento di Alessia Ferreccio offre agli studiosi una grande mole di materiali di primario interesse per il nuovo corso di studi sul poeta e, attraverso l'analisi capillare del testo e dello stile, mostra come quella di Quinto sia a tutti gli effetti una 'poesia docta', che dietro l'apparentemente superficiale patina omerica nasconde, o meglio obbliga a scoprire un """"cuore"""" di variazioni e scarti evocativi condotti con scaltrita perizia."" -
De eruditione principum-De principis officio. Testo latino a fronte
Si tratta dell'edizione critica, con traduzione a fronte, corredata di note esegetiche e apparato critico-filologico, dei trattati latini ""De eruditione principum"""" e """"De principis officio"""" di Giovanni Garzoni, medico umanista e poligrafo vissuto nella Bologna quattrocentesca di Giovanni II Bentivoglio. I due testi, ad oggi inediti, rappresentano un unicum nel panorama dell'Umanesimo bolognese, in quanto declinano, adattandolo all'orizzonte cittadino, il genere dello speculum principis, attingendo a un repertorio consolidato di riferimenti filosofici, letterari e retorici, da Isocrate a Egidio Romano, fino ai testi più illustri della """"paideia"""" umanistica, non da ultimo il De principe del Pontano. L'edizione è accompagnata da un ampio saggio introduttivo che, muovendo dai problemi della datazione e della storia delle differenti redazioni testuali, le contestualizza e interpreta cercando di metterle in rapporto con la realtà politica conflittuale della Bologna di fine '400."" -
Manifesto dei conservatori
"I nostri valori erano intelligenza, ragionamento, cultura, spirito. Le nostre scelte non rispecchiavano gli esempi dei genitori borghesi che ci davano i mezzi di vivere e di studiare. Anzi, erano completamente opposte ad essi ed ai loro pregiudizi religiosi, sociali e storici. (...) Fummo contestatori cinquant'anni prima che nascesse questa parola"""". Prima ancora che saggio politico, il 'Manifesto' di Prezzolini è per noi oggi un testo eminentemente autobiografico. Un documento di critica e di autocritica, che mentre racconta il farsi etico-civile di una coscienza e di una generazione intera di intellettuali, ripercorre di, fatto - dall'interventismo, al fascismo, ai caratteri di lungo corso del costume nazionale - le vicende centrali del nostro Novecento." -
Tra filologia e storia della lingua italiana. Per Franca Brambilla Ageno
Franca Brambilla Ageno (1913-1995) è stata una figura determinante per la storia della filologia e della lingua italiana del Novecento: editrice critica delle laude di Bianco da Siena e di Iacopone da Todi, della 'Fiammetta' di Giovanni Boccaccio, del 'Morgante' di Luigi Pulci, delle rime di Panuccio del Bagno e di Franco Sacchetti, e soprattutto del 'Convivio' dantesco, ha anche scritto un manuale di ecdotica sul quale si sono formate almeno due generazioni di studiosi. Sul versante storico-linguistico, la sua instancabile tenacia ha prodotto un capolavoro come 'Il verbo nell'italiano antico. Ricerche di sintassi' (1964) e una schiera di contributi su problemi puntuali, risolti con intelligente spirito di indagine. A cento anni dalla nascita, allievi, collaboratori e prosecutori della sua opera fanno il punto sulla sua straordinaria esperienza, rievocandone il metodo, la dedizione, i rapporti con la parte più alta della disciplina a lei contemporanea (Gianfranco Contini, Giuseppe Billanovich, Sebastiano Timpanaro), e cominciando a estrarre materiali inediti dalla sua biblioteca e dal suo archivio epistolare, ora conservati presso l'Università Cattolica di Brescia. -
Ossi di seppia
Per un volume di eccezione e di gusto come il suo c'è in Italia uno scarso pubblico"", scriveva Piero Gobetti a uno sconosciuto poeta ventottenne che gli aveva fatto giungere una sua raccolta di versi. Quel poeta era Eugenio Montale, e la raccolta """"Ossi di seppia"""", che sarebbe uscita nelle edizioni Gobetti il 15 giugno 1925 segnando la strada della poesia italiana del Novecento. È una storia fatta inizialmente anche di diffidenza; quindi di crescente stima reciproca, attesa febbrile del poeta, richieste tipografiche (""""abbondanza di spazi e vuoti""""), silenzi dell'editore (""""Caro tiranno, mi lasci senza notizie. Che è avvenuto delle bozze?"""") accanto a improvvise accensioni d'entusiasmo: la storia insomma - qui ricostruita nell'accurata appendice di Alessia Pedio - di un esordio luminoso nel punto d'incontro di due giovinezze tra le più alte della cultura italiana."" -
Mario Luzi. Un viaggio terrestre e celeste. Con un'appendice di scritti dispersi
A cent'anni dalla nascita di Mario Luzi, il volume curato da Paola Baioni e Davide Savio ricorda la figura del grande poeta raccogliendo una serie di interventi che ne indagano l'eredità, tuttora viva e operante sulla letteratura italiana. È soprattutto l'ultima stagione dell'opera luziana, quella ""paradisiaca"""", a porsi come centro dell'attenzione: sotto l'insegna di 'Frasi nella luce nascente', Luzi ha sviluppato un coerente percorso di ricerca, che mirava ad approssimare i """"fondamenti invisibili"""" dell'esistenza, secondo i modi dell'interrogazione e della lode a Dio. Oltre a ospitare i contributi dei maggiori studiosi di Luzi, il volume è impreziosito da sette scritti dispersi, taluni inediti, reperiti da Stefano Verdino, e dalla riproduzione di alcune carte del taccuino che ospita i lacerti embrionali di un'opera epocale, Nel magma, esaminati da Daniele Piccini. È presente inoltre una sezione di Testimonianze, dove i poeti stessi raccontano Luzi: Milo De Angelis, Franco Loi, Guido Oldani, Silvio Ramat, Davide Rondoni e Cesare Viviani recano un tributo di amicizia e di riconoscenza all'uomo e al maestro, faro insostituibile nelle acque agitate del Novecento."" -
Pagine ebraiche. Con un'intervista inedita ad Arnoldo Momigliano
Nelle 'Pagine ebraiche' almeno due degli interessi scientifici di fondo di Arnaldo Momigliano, quello ""per l'influenza del pensiero giudaico sul pensiero storico successivo"""" e quello """"per la posizione degli Ebrei e della civiltà ebraica nel mondo antico e successivo"""" - come lo stesso Momigliano si era espresso nel '67 in una sorta di lettera-bilancio a Sebastiano Timpanaro giungono a quel grado di condensata famigliarità cui solo un'ininterrotta frequentazione avrebbe potuto condurli, dando vita così ad una delle riflessioni più approfondite e significative di cui ancora disponiamo sulle relazioni molteplici tra eredità classica, cristianesimo e tradizione ebraica: una tradizione di cui Momigliano investigò le origini come storico dell'antichità, dei cui tratti più peculiari non smise mai di discutere con gli esponenti di essa suoi contemporanei, e di cui ebbe diretta esperienza nella casa nativa. I tre fili di questa ricerca si intrecciano in queste Pagine ebraiche come i tre tempi di un'unica, grande sinfonia di pensiero e di affetti, e come il testamento, forse il più completo, certo il più intimo, di un grande intellettuale ebreo e italiano del Novecento.""