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La Terra dei Carlone. Arte barocca tra Genova e l'Oltregiogo. Ediz. illustrata
Oltre Cinquecento anni fa si insediò nell’Oltregiogo una straordinaria famiglia di scultori e pittori che per oltre un secolo produsse opere d’arte di grande successo. La famiglia dei Carlone, proveniente da Rovio nel Canton Ticino ma presto annoverata come genovese, divenne un punto di riferimento imprescindibile per i più importanti committenti non solo della Superba, ma di tutta la Repubblica di Genova. Questa mostra vuole essere un omaggio alla loro arte e al loro territorio. -
Rinnovare i musei dei maestri
I Musei dei Maestri del Movimento Moderno - a Genova, Milano, Verona, Venezia, Firenze, Palermo - rappresentano l'origine di due fenomeni fondamentali nella cultura del Dopoguerra: la disciplina museale e il design. Oggi questi allestimenti affrontano la stagione del rinnovamento rispetto al maggior numero di visitatori, alle normative sulla sicurezza e sul risparmio energetico, alle nuove soluzioni illuminotecniche e ai nuovi modi di comunicare il patrimonio. Il riconoscimento della loro qualità intrinseca come beni culturali, tanto quanto gli edifici storici che li contengono e le opere d'arte di cui sono tramite, rende particolarmente ardua la definizione di corrette strategie di trasformazione ed evoluzione. La particolare attenzione dovuta a questi fragili equilibri tra innovazione e conservazione museale e quella effettivamente prodigata in diversi contesti-chiave del nostro paese - a Genova, Verona, Padova e Firenze - è stata oggetto di rassegna nei due incontri genovesi di cui questo volume rappresenta gli atti. -
Le tecniche di Maragliano
Questo volume curato da Daniele Sanguineti è l'ultimo atto di un lungo percorso virtuoso che ha regalato alla città di Genova una delle mostre più importanti degli ultimi dieci anni, quella dedicata alle sculture lignee di Anton Maria Maragliano. Il rigoroso studio delle opere ha innervato i conseguenti restauri, premessa indispensabile della mostra, rendendola quindi allo stesso tempo la giusta conclusione di un percorso di conoscenza e di tutela e un'occasione irripetibile di grazia artistica e sapienza organizzativa. La giornata di studi (21 febbraio 2019), all'origine di questi atti, ha messo in valore le molte informazioni su fatti tecnici scaturite dalla campagna di restauri finanziata dalla Compagnia di San Paolo. Fatti tecnici di grande fascino e interesse non solo per il pubblico degli addetti ai lavori, se è vero, che la gran parte delle domande degli oltre 20.000 visitatori della mostra si sono concentrate immancabilmente sul mestiere dello scolpire, sulle tecniche di Maragliano, della sua bottega e dei suoi allievi e collaboratori... -
Breve storia della forma architettonica (credo laico dell'architettura occidentale)
Nel 1961, Ernst Gombrich scriveva un ""Credo laico della civiltà occidentale"""", nel quale condensava l'intera storia dell'Occidente in una sola pagina. Lo proponeva come un antidoto, per una società che stava perdendo la memoria di se stessa. Questo libro inizia citando per intero il credo di Gombrich e termina provando a proporne uno per l'architettura occidentale. I quattro capitoli che stanno in mezzo possono essere considerati una prefazione, forse perfino troppo lunga, a quel tentativo finale."" -
Navi di pietra. Ediz. illustrata
La genesi editoriale del libro ha origine in un'altra città (Brescia), scaturita all'interno di ben altra ricerca e in altri tempi (alcuni anni orsono). Il libro soprattutto attraverso il disegno dal vero (specialità didattica e di ricerca dell'autore) ha l'intenzione di suggerire come scoprire quelle particolari situazioni d'angolo, dove il lotto architettonico, grazie proprio alla sua singolare forma triangolare o romboidale, per metafora si palesa in una sua possibile ""nuova"""" visione: quella di un natante. Gli esempi campione in analisi, non sono che un estratto delle variegate ed analoghe situazioni d'angolo all'interno della mappa urbana di Genova, ma si possono ritrovare in altrettante città e cittadine italiane e del mondo; così con la fantasia e il disegno manuale dal vero poter riuscire a svelare queste particolar architetture d'angolo rivedendole come """"Navi di pietra"""", capaci di solcare un mare... di città."" -
Il complesso monumentale di Sant'Ignazio sede dell'Archivio di Stato di Genova (secoli XV-XX)
Nel 2004, significativamente l'anno in cui Genova fu Capitale europea della cultura, l'Archivio di Stato, ospitato nel Palazzetto criminale fin dalla nascita (1817), trasferì la sua sede nel Complesso monumentale di Sant'Ignazio. Dopo decenni di abbandono, i restauri appena conclusi sanavano i danni causati prima dall'incuria e poi dai bombardamenti del secondo conflitto mondiale: Sant'Ignazio era così restituito alla città, con il preciso scopo di conservarvi la sua memoria, ovvero i documenti attraverso i quali è possibile ricostruire la storia di Genova e dei genovesi, dal X al XX secolo. Questo patrimonio millenario, il cui sviluppo lineare oltrepassa i 40 km di carta, fu allocato negli spazi del seicentesco ex Noviziato gesuitico (le celle, il refettorio e diversi locali di servizio), mentre agli studiosi venne riservato quello che fu l'ambiente di rappresentanza della villa cinquecentesca dei de Franceschi; dall'aula della chiesa settecentesca dei Gesuiti si ricavò una capiente e funzionale sala convegni nella quale l'Archivio si poteva ""mostrare"""" alla città, disvelando i suoi tesori..."" -
Anni Venti in Italia. L'età dell'incertezza. Catalogo della mostra (Genova, 05 ottobre 2019-01 marzo 2020). Ediz. illustrata
"Anni Venti in Italia. L’età dell’incertezza"""", a cura di Matteo Fochessati e Gianni Franzone, propone un’indagine mirata sulla complessità storico, politica, sociale e culturale del decennio e sull’impatto che i suoi precipui caratteri esercitarono sulle ricerche estetiche del tempo, in particolare sulla produzione pittorica e plastica. A tale variegato panorama storico e sociale corrispose infatti nel campo delle arti figurative un’ampia molteplicità di declinazioni linguistiche, che rappresentarono il termometro di un’epoca convulsa. Nonostante la storiografia abbia sovente messo in rilievo il carattere ruggente degli anni Venti, questi si presentano come un’epoca caratterizzata da una generale sensazione di inquietudine che, in campo artistico, trovò dunque riscontro in una vasta gamma di enigmatiche rappresentazioni di attesa, alimentando pure l’esplorazione di universi spirituali, irrazionali e onirici, l’evasione verso dimensioni edonistiche e l’aspirazione a un ritorno al passato, condensata nella celebre definizione di “ritorno all’ordine”." -
Residenze sabaude
Il sito delle Residenze Sabaude è composto da 22 edifici, 11 nel centro di Torino, gli altri distribuiti secondo un impianto radiocentrico intorno alla città. Il sistema nasce nel 1563, quando il duca di Savoia, Emanuele Filiberto, trasferisce la capitale da Chambéry a Torino. Il suo successore, Carlo Emanuele I, progetta la riorganizzazione complessiva del territorio che sarà sviluppata nei secoli successivi conferendo alla città e ai dintorni un'impronta barocca. Intorno alla capitale sorge un sistema di maisons de plaisance, la ""Corona di Delizie"""", con residenze preesistenti e nuovi edifici destinati alla caccia e al loisir. Il territorio è percorso dalle rotte di caccia e da strade che collegano tra loro le residenze extraurbane e queste con la capitale."" -
Lorenzo De Ferrari per Casaleggio Boiro. Un'insolita vicenda. Con chiavetta USB
Protagonista del volume è un dipinto del tardo Barocco genovese: una grande pala d'altare dipinta a Genova nel 1714 da Lorenzo De Ferrari per la comunità di Casaleggio Boiro, un paese del cosiddetto Oltregiogo, in provincia di Alessandria. La vicenda, decisamente insolita, della sua scoperta, della sua storia e del suo restauro - reso possibile da una fortunata combinazione di eventi e da un'intesa tra Enti e Uffici diversi -, è illustrata nelle pagine del volume attraverso alcuni saggi, un video e un disegno animato (realizzato da Enzo Marciante), questi ultimi contenuti in una card USB allegata. Un'occasione unica per poter conoscere e ammirare attraverso un ricco repertorio di immagini, un dipinto poco noto al pubblico e agli studiosi, un'opera da considerare esemplare testimonianza della fase giovanile del pittore genovese. -
Genova per voi. Giglio Bagnara racconta la sua città
"Genova e Giglio Bagnara: una storia da sempre intrecciata. Non si può raccontare di una senza introdurre o menzionare l’altra. Bagnara è testimone dei cambiamenti delle ambizioni, delle difficoltà e della tenacia di questa nostra incredibile città. Cultura, economia e politica, passate e future, raccontate da fotografie della città di grandi artisti e dalle testimonianze di tanti Virgilio, che attraverso testi poetici, propositi e lettere d’amore, regalano un frammento del loro rapporto con Genova e con l’azienda. Giglio Bagnara è Genova. Da 150 anni""""." -
Il Colosseo. Funzione simbolica storica urbana
La lettura di fonti visive, documentarie e letterarie che ripercorre la storia dell’Anfiteatro Flavio dall’invasione di Alarico fino al Novecento dimostra che nessun’epoca è mai stata indifferente alla presenza monumentale di questo edificio: il medioevo lo investe di interpretazioni legate a ragioni politico-sociali e arriverà a considerarlo anche come Daemonum Templum; l’umanesimo ne recupera la fondamentale importanza come modello antico e ne fa un imprescindibile oggetto di studio; l’età moderna lo consacra come luogo di martirio cristiano e progetta di trasformarlo in chiesa; il vedutismo seicentesco, il Grand Tour settecentesco e la temperie romantica lo rendono oggetto di uno sguardo privilegiato; l’Ottocento, maturata una moderna coscienza della tutela, si occupa della sua conservazione con eccezionali interventi di restauro; il Novecento, infine, ne discute la funzione urbanistica nei nuovi assetti della città. La narrazione, corredata da un atlante di immagini che rendono visibili le trasformazioni nell’osservazione e nella restituzione del Colosseo nel corso del tempo... -
L'ora del tè in Liguria
L’ora del tè è un momento magico: quando ci si siede ad un tavolo apparecchiato con tovaglie ricamate, tazze di fine porcellana e fiori di stagione, il tempo sembra acquistare un ritmo più lento, i pensieri si alleggeriscono e le ore scorrono liete. Questo libro vuole accompagnare il lettore – con semplicità – nel meraviglioso mondo che ruota intorno a questa millenaria bevanda, arrivata in Occidente a bordo dei vascelli delle Compagnie delle Indie. Attraverso queste pagine e attingendo ai ricettari di famiglia, si intreccia la tradizione culinaria ligure con quella anglosassone, con l’intento di invogliare sempre più persone ad accoglierne altre con il tè, regalandosi e regalando quella bellezza che, ne siamo sicuri, può davvero salvare il mondo. I proventi di questo volume saranno devoluti ai progetti di recupero, tutela e promozione del patrimonio paesaggistico e architettonico che il Comitato Culturale Quellicheatrastacistannobene porta avanti in Val Polcevera (Genova). -
Pelagio Pelagi. Memoria e invenzione nel Palazzo Reale di Torino. Ediz. illustrata
L’architetto bolognese Pelagio Palagi arriva a Torino nel 1832 dopo la formazione a Bologna e le importanti esperienze a Roma e Milano. Nominato dal re Carlo Alberto “Pittore preposto alla decorazione dei Reali Palazzi”, inizia a progettare le nuove decorazioni d’interno per il Palazzo Reale e per i castelli sabaudi di Racconigi e Pollenzo. Attraverso i bellissimi disegni oggi conservati alla Biblioteca Comunale dell’Archiginnasio di Bologna, il catalogo ricostruisce, con saggi originali e schede scientifiche, il laboratorio creativo di un grande artista, capace di arricchire il vocabolario neoclassico con esiti di stile Impero, in bilico tra memoria dell’antico e personale invenzione. Grazie al lavoro di una brillante équipe, nella quale si distingue il pregiatissimo ebanista Gabriele Capello detto il Moncalvo, mobili e arredi si arricchiscono di eleganti motivi naturalistici, intrecciati a putti, vittorie, cariatidi, ghirlande, aquile imperiali, leoni monopodi, decorazioni alla greca e ricordi etruschi. Una fantasia che non conosce limiti, proprio come l’ambizione di Carlo Alberto, che sogna di vincere la gara della magnificenza con le altre corti europee... -
Ennio Poleggi per Genova
Questo è un libro in certo senso inusuale, che prende le distanze dal cliché accademico “in onore di” o “in memoria di” per sposare una formula inaugurata già nel convegno del 2017 a Tursi, Poleggi per Genova. Testimonianze e ricordi, là dove nel succedersi dei relatori, si poteva passare facilmente dai toni della rammemorazione personale a quelli più distaccati dello studio e dell’approfondimento critico, rendendo in questo modo più immediato il significato di figure come Poleggi ed altre, con lui, che hanno dato vita a una stagione per tanti versi straordinaria – così recente, e già così lontana per le generazioni più giovani. Da qui l’idea del libro rivolto a un pubblico largo, non di soli addetti ai lavori – come sarebbe piaciuto a Poleggi, capace di sollecitare interesse per gli argomenti trattati e per la varietà stessa del registro della trattazione (la serietà e il rigore dello studio, l’intensità emotiva del ricordo personale), non meno che per la veste grafica, che della rinuncia al colore e del rigore assertivo del bianco-nero, fa la sua cifra espressiva... -
Abitare nel tempo. Venti ville del Novecento
Lungo l'intero arco del Novecento, la villa è tema di sperimentazione tipologica e linguistica per eccellenza. Attraverso il racconto di casi paradigmatici e di saggi che ne mettono a fuoco i temi, relazionandoli tra loro, il libro esplora l'evoluzione dell'abitare unifamiliare. Villa Savoye di Le Corbusier e Villa dall'Ava di Rem Koolhaas sono i termini a quo e ad quem che definiscono una collezione di venti piccole e preziose abitazioni, ciascuna rappresentativa di un modo di significare lo stare nel mondo quanto di concepire l'architettura. -
Restauri nella Chiesa di San Bernardino da Siena a Saluzzo. Ediz. illustrata
Il complesso conventuale di San Bernardino da Siena si trova sulla collina di Saluzzo (Cuneo), immediatamente fuori dal centro storico, adagiato in una posizione tale da dominare la pianura sottostante. La chiesa è costituita da una navata centrale, coperta da una volta a botte lunettata, da sei cappelle laterali voltate per ogni lato, dal presbiterio coperto da una cupola ellittica e dall’abside costituita da un corpo poligonale. A sinistra dell’abside si accede alla torre campanaria, mentre a destra si entra direttamente nel convento. All’interno la chiesa è interamente decorata da pitture murali, mentre all’esterno le murature sono in mattoni pieni a vista, ad eccezione di alcune parti intonacate. Il volume racconta l’accurato lavoro di restauro che ha portato a nuovo splendore la chiesa. -
Giuliano Menegon. Quando il bianco ci aggredì. Ediz. illustrata
"Quando il bianco ci aggredì"""" è l’incipit di una poesia contenuta nella raccolta """"Atemwende"""" (Svolta del respiro, 1967) di Paul Celan (anagramma del nome Paul Pessach Antschel) che, nato nel 1920 a Czernowitz, nella Bucovina del nord (allora parte del Regno di Romania), morì suicida a Parigi nel 1970, dopo un’esistenza errante, spezzata all’origine dalla deportazione e dalla morte di entrambi i genitori e dal suo senso di colpa per non essere riuscito a salvarli. Divenuta negli ultimi anni la principale fonte di ispirazione per la pittura di Giuliano Menegon, la sua produzione poetica ha spesso dato vita a un dibattito critico sulla componente ermetica dei suoi versi." -
Il convento dei Cappuccini e la chiesa di Santa Croce a Chiavari. Ediz. illustrata
Attraverso il vaglio di numerose fonti archivistiche e storiografiche, il volume ricostruisce le articolate fasi costruttive, le vicende storiche, storico-artistiche e culturali dell’ex convento Cappuccino di Santa Croce, attuale sede dell’Istituto di Studio e Lavoro di Chiavari. Il patrimonio pittorico – in parte ancora presente negli spazi di Santa Croce, in parte dislocato presso il Museo Diocesano chiavarese – è costituito dalle opere di alcuni protagonisti del Seicento e Settecento genovese e ligure, come Cesare Corte, Andrea Ansaldo e Giuseppe Palmieri. L’inventario dei beni librari offre poi uno spaccato sulla cultura letteraria dei padri Cappuccini di Chiavari, che possedevano una straordinaria biblioteca, composta da oltre settecento volumi. Oltre all’arredo ligneo e all’apparato scultoreo, risulta di particolare rilievo anche il presepe ottocentesco, costituito da oltre un centinaio di statuine lignee. A due secoli dalla fondazione dell’Istituto di Studio e Lavoro di Chiavari (1819-2019), questo studio presenta – per la prima volta in modo sistematico – le particolarità di un complesso di grande interesse, divenuto sede dell’Istituto a partire dal 1900. -
Teoremi immaginari. Discontinuità, sovrapposizioni, ritorni. Catalogo della mostra (Genova, 21 novembre 2019-16 febbraio 2020)
Catalogo della mostra del Museo d'Arte contemporanea Villa Croce di Genova (21 novembre 2019 - 16 febbraio 2002) -
Il presepe del Re
Fin dal Settecento sovrani e nobiltà si dilettavano di ordinare presepi per i loro palazzi, e spesso amavano partecipare direttamente al montaggio o alla definizione degli abiti. L’usanza è documentata per i Borbone come per i Savoia. La scelta di artisti di primaria importanza, il lusso di alcuni abiti (soprattutto quelli dei re Magi, che consentivano di esibire tutta la gamma delle ricchezze e dell’esotismo), la varietà delle scenografie, purtroppo in gran parte perdute, costituivano probabilmente più un’esibizione di buon gusto e di attenzione alle mode che un fatto religioso. In questo senso, i presepi ben conservati, che pur con qualche perdita si presenta come un complesso organico e molto importante, ci offrono, attraverso la sacra rappresentazione, un racconto molto dettagliato di un’epoca e di una società. Dopo un lungo e attento restauro, il cosidetto Presepe del Re, noto anche come Presepe Savoia o Presepe Reale, torna a fare bella mostra di sé in una mostra a Palazzo Reale di Genova, dal 29 novembre 2019 al 2 febbraio 2020.