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#turismo a Sanremo. Manifesti, immagini e documenti per la storia del turismo a Sanremo e in Riviera
Non sono molte le località italiane che possono vantare una tradizione di apertura al turismo così radicata a partire dalla fine dell'Ottocento, e uno sviluppo che negli anni fino alla seconda guerra mondiale è stato tanto tumultuoso quanto creatore di architetture di assoluta qualità ed eleganza. Il taglio che i curatori, Alberto Parodi e Hilda Ricaldone, hanno scelto per raccontare la Sanremo del turismo tra Otto e Novecento e fino agli anni Settanta è particolarmente originale, perché si è scelto di indagare il fenomeno attraverso la sua (auto)rappresentazione: manifesti, guide, pubblicità di ogni tipo, video e foto dell'epoca raccontano come la città si presentava e si promuoveva in Italia e all'estero, con materiali di grande qualità grafica e con tecniche di marketing all'avanguardia. Un aspetto non secondario della costruzione di #turismoaSanremo è che porta all'attenzione video e manifesti che vengono dalle grandi raccolte dell'Istituto Luce o dal Museo Nazionale Collezione Salce di Treviso – il più grande fondo italiano di manifesti storici – ma anche fondi d'archivio poco noti, che spesso hanno avuto grandi perdite perché giudicati di scarsa importanza. -
Villa d'Este Tivoli
Rappresenta uno dei migliori esempi della cultura del Rinascimento al suo apogeo. Il suo progetto innovativo e i suoi elementi architettonici lo rendono un esempio unico di giardini all'italiana del XVI secolo che ha influenzato lo sviluppo e la progettazione dei giardini in tutta Europa. -
Il demone della stupidità e altre questioni
L’appartamento piccolo nella città vecchia era diventato piccolissimo. Spiaceva però abbandonarlo, con quel suo grande terrazzo: una superficie di ottanta metri quadrati, sulla quale ora sognavo di creare uno spazio coperto. “Nulla di fisso”, mi aveva spiegato con estrema chiarezza un vigile urbano. Ma qualcosa di mobile, di assolutamente mobile? “Quello è un altro discorso”, aveva ammesso il vigile. Nei miei sogni era entrata allora Beled-ki Aur-ka, la Città Cammellata, un impianto itinerante fondato in Somalia a fine Ottocento, del quale avevo letto su una rivista: tende e padiglioni su una grande piattaforma di vimini sorretta da duecento cammelli. Naturalmente avrei lasciato perdere i cammelli, concentrandomi sulla mobilità di una singola dimora. -
Fast Forward: dal futuro al futuro. L'habitat contemporaneo immaginato nelle utopie domestiche degli anni '50 e '60
L’obiettivo di questo volume è quello di verificare le ipotesi intrinseche all’interno dei progetti per le case del futuro, sviluppate negli anni ’50 e ’60 del XX secolo, per costruire l’identità immaginata dell’architettura contemporanea. Il passato che simula il futuro, diventa la chiave di lettura per il presente. -
Musei Civici Gian Giacomo Galletti in Palazzo San Francesco. Ediz. italiana e inglese
Palazzo San Francesco, eretto nel cuore di Domodossola intorno al 1810 sulla chiesa francescana sorta verso la fine del Duecento, riunisce identità diverse tra loro che si svelano in un unico grande edificio. Si entra nelle vestigia dell’antica chiesa a tre navate, con colonne, capitelli scolpiti e soffitti affrescati, passando al primo piano per il grande museo di Scienze naturali. Si approda al secondo piano nella Pinacoteca degli artisti vigezzini che consente di riscoprire le tre scuole pittoriche diffuse nelle valli tra la fine del Seicento e gli albori del Novecento. E poi ancora, si può ammirare la ricca collezione archeologica, ma anche una raccolta di disegni, di sculture lignee e interessanti reperti lapidei medievali che accendono un focus sulle radici della chiesa, dedicata a san Francesco. Il Palazzo non è solo custode di diverse collezioni storiche ma accoglie anche interventi permanenti di arte contemporanea, divenendo così una fucina di idee e di suggestioni con le quali costruire il futuro e guardare lontano. -
Festival dello Spazio. Genesi, presente e futuro
Il Festival dello Spazio è un insieme di persone, cose ed esperienze che raccontano la straordinaria avventura dell’esplorazione spaziale. Franco Malerba è il primo astronauta italiano: ha volato nello spazio il 31 luglio 1992 con lo Shuttle Atlantis, per una missione di otto giorni che ha messo in orbita la piattaforma tecnologica europea EURECA e sperimentato il satellite scientifico italiano Tethered. Laureato in Ingegneria Elettronica e in Fisica all’Università degli Studi di Genova. Ha lavorato in diversi ruoli e responsabilità nel settore della ricerca e dell’industria di alta tecnologia, in Europa e negli Stati Uniti (CNR, NIH, NATO, Digital, ESA, NASA, ASI). Dal 1999 ha lavorato come ingegnere per Alenia Spazio a Torino e a Parigi; dal 2005 al 2013 è stato Addetto Scientifico della Rappresentanza Permanente d’Italia presso l’OCSE, l’AIE e l’ESA a Parigi. Attualmente svolge un incarico di Coach della Commissione Europea, al servizio di alcune PMI europee, vincitrici di progetti di ricerca spaziale H2020. Dal 2017 è l’“architetto” del Festival dello Spazio di Busalla. -
Il museo archeologico nazionale di Ferrara. Il museo dell'antica città di Spina
“Un Museo in forma di Palazzo”: in questa espressione si può sintetizzare l’emozione che prova il visitatore che frequenta il Museo Archeologico Nazionale di Ferrara; a lui, che sia un cittadino, un turista o uno studente, è data la possibilità di ammirare una collezione custodita ed esposta in un'architettura del Rinascimento italiano. -
Villa Adriana Tivoli
Villa Adriana (a Tivoli, presso Roma) è un complesso eccezionale di edifici classici realizzati nel II secolo a.C. dall'imperatore romano Adriano. È un capolavoro che riunisce le più alte forme di espressione dell'essenza culturale dell'antico Mondo Mediterraneo. -
Giovanni Battista Schellino 1818-1905
Il libro nasce dagli esiti del Convegno internazionale Neo-Gothic Cuneo / Giovanni Battista Schellino 1818-1905, dalle mostre fotografiche sull’architettura del neogotico in Piemonte e sulle opere schelliniane in occasione delle celebrazioni del bicentenario della nascita di G.B. Schellino e della presentazione dell’edizione inglese Neo-Gothic Cuneo. La prima parte del volume affronta i riferimenti necessari a definire il “neogotico” in Piemonte nel contesto internazionale attraverso la sorprendente sintesi del celebre storico dell’arte Andrew Graham Dixon, i percorsi diramati nel tempo e nello spazio e nelle diverse discipline artistiche del progetto del CuNeogotico, la “storia della storiografia” nelle fortune e sfortune critiche del Gothic revival dal Novecento al contemporaneo con speciale riferimento all’attività di Schellino nel racconto di una lunga stagione di studi e nel confronto tra culture locali e culture internazionali. La seconda parte è tutta dedicata a G.B. Schellino a cominciare dalle prime esplorazioni dei nuovi documenti dell’Archivio depositati nell’ultimo lascito al Comune di Dogliani, presentato per la prima volta al pubblico in occasione del convegno, e dalla concomitante inaugurazione del restauro dell’ingresso monumentale del cimitero di Dogliani, nonché delle nuove campagne fotografiche. -
Santa Maria Nuova e i Canonici Lateranensi ad Asti
Il libro propone un affondo sul cantiere di Santa Maria Nuova e sul ruolo esercitato nell’Italia di antico regime, e particolarmente nei confini amministrativi dell’odierno Piemonte, dai canonici lateranensi. L’antica presenza in Santa Maria Nuova di un celebre capolavoro di Pierre Subleyras oggi al Louvre, l’unico quadro conservato negli edifici sacri del Piemonte che i francesi abbiano scelto di portare a Parigi durante l’occupazione di età napoleonica, restituisce la centralità di un cantiere che è oggi un poco l’ombra di quello che è stato, per la dispersione dell’arredo a partire dalla soppressione dell’ordine durante il dominio francese, per le continue manutenzioni che si sono stratificate sulle decorazioni, fino alla mortificante pellicola di intonaco grigio steso nel corso della prima metà del Novecento sulla pelle interna della chiesa. A questo si aggiunge la condizione di abbandono in cui versa l’isolato dell’antico convento, adibito in ospedale dal 1805 e i cui spazi sono stati trasformati e rimodernati nel corso del Novecento, fino al trasferimento dei servizi, nel 2003, nella nuova struttura ospedaliera. È una ferita nel cuore della città e del quartiere, uno spazio vuoto, sicuramente di non facile gestione e che richiede un impegno, prima che economico, di progettazione e di prospettiva per il futuro della città. -
Da Giorgio Vasari agli epigoni ottocenteschi. Legami d’arte e d’architettura a Santa Croce di Bosco Marengo
I restauri di Santa Croce in Bosco Marengo (Alessandria) hanno evidenziato come tutta la struttura pittorica e architettonica della chiesa sia riconducibile all’intelligenza di Giorgio Vasari, che l’ha anche corredata di una serie ineguagliabile di opere artistiche. Nel corso del tempo furono molte le maestranze incaricate di concepire l’imponente chiesa di Bosco Marengo, un unicum per magnificenza e per il ruolo che riveste nella Storia dell’Arte del Basso Piemonte. Nel volume si fornisce una lettura delle diverse stratificazione e si chiarisce quali siano stati gli interventi occorsi nella chiesa nel progredire del tempo. Il volume è dotato di una significativa sezione dedicata alle biografie delle maestranze che si sono alternate nei lavori di costruzione e restauro di Santa Croce. -
Lorenzo De Ferrari. Pittore per Casaleggio Boiro
Nel volume, pensato per avvicinare un pubblico di giovani lettori alla storia dell'arte, il pittore genovese Lorenzo De Ferrari racconta in prima persona la storia della sua educazione artistica, bambino, presso la bottega del padre Gregorio e della bella pala d'altare da lui realizzata nel 1714 per l'Oratorio della Santissima Trinità di Casaleggio Boiro (oggi in provincia di Alessandria). Partendo dalla descrizione del piccolo borgo dell'Oltregiogo, grazie alla narrazione di Rossana Vitiello e ai disegni di Enzo Marciante, il pittore ci permette di conoscere i protagonisti di una prestigiosa commissione che racchiude nel soggetto del dipinto i santi titolari degli edifici religiosi del borgo, nei quali ancora oggi la comunità di Casaleggio si riconosce. Età di lettura: da 10 anni. -
Il giovane Boccioni. Ediz. italiana e inglese
Il catalogo correda la mostra curata dalla storica dell’arte Virginia Baradel, tra i più accreditati studiosi di Boccioni prefuturista, la rassegna propone una accurata selezione di opere eseguite da Boccioni tra il 1901 e il 1909. Anni nei quali il pittore, allora ventenne, rafforza la sua vocazione artistica attraverso esperienze di studio condotte a Roma, Padova, Venezia e Milano, intervallate dall’importante soggiorno parigino del 1906 e dal successivo viaggio in Russia. L’influenza delle diverse correnti figurative europee e l’interesse per la tradizione classica e rinascimentale, affiorano ripetutamente nelle opere del periodo e trovano, soprattutto nella produzione grafica, un valido laboratorio di analisi sperimentale, di invenzione e di verifica stilistica che Boccioni conduce in parallelo rispetto alla pittura. Con contributi di Virginia Baradel, Ester Coen e Niccolò D’Agati, il volume contiene anche il regesto dei disegni e delle tempere, a cura di Niccolò D’Agati. -
Mausoleo di Teodorico e Palazzo di Teodorico
In Romagna, re Teodorico ha lasciato impronte tangibili e ancora oggi intatte del suo passaggio, in particolare a Ravenna con il Mausoleo di Teodorico, il Battistero degli Ariani, la chiesa palatina di Sant’Apollinare Nuovo e in certa misura il Palazzo di Teodorico; ma questo “percorso teodoriciano” che la breve guida vuole introdurre, in realtà potrebbe spingerci oltre i confini della città con le preziose testimonianze della Villa di Teodorico a Galeata o i ritrovamenti archeologici a Meldola nella provincia di Forlì-Cesena. Affacciato su via di Roma, il cosiddetto Palazzo di Teodorico è l’unico frammento rimasto di quella vasta area in cui si conservano le fondazioni della struttura originale della città imperiale, il quartier generale della Ravenna Capitale dell’impero romano d’Occidente, corrispondente al nartece e facciata della chiesa di San Salvatore ad Calchi. -
Made in New York. Keith Harring (subway drawings)+Paolo Buggiani (&friends). La vera origine della Street Art. Ediz. italiana e inglese
New York, primi anni ‘80. Keith Harring e Paolo Buggiani si conoscono nel cortocircuito che mescolava ambientazioni urbane a sperimentazione artistica. L’italiano percepisce la genialità e il talento di Harring e, collezionista ante litteram, stacca dai muri – salvandole – le opere dell’americano, del quale proprio quest’anno ricorrono i trent’anni dalla scomparsa, una cinquantina di Subway drawings, le prime opere in gessetto realizzate sulle affissioni nere che coprivano le pubblicità scadute. Il volume racconta questa storia, catalognado circa 20 opere originali di Haring, realizzate sui muri della metropolitana newyorkese tra il 1981 e il 1983. Ad ampliare il percorso oltre 30 pezzi di Buggiani sui suoi progetti a New York, un documento unico per attraversare simbolicamente la città e tracciare la mappa di azioni e opere ormai estinte. -
La collezione di sculture antiche di Santo Varni. Ediz. illustrata
Santo Varni (1807-1885) è una delle figure più interessanti della cultura ottocentesca a Genova. Scultore famoso, docente, scrittore ed erudito si impegnò nella ricerca storico-artistica e archeologica. Fu in contatto con molti intellettuali e archeologi dell’epoca, con cui intrattenne contatti epistolari. Meno indagata della sua attività artistica, quella di collezionista di arte e di antichità ha cominciato ad essere oggetto di ricerca negli ultimi anni. La passione per l’archeologia, in particolare, indusse il Varni a esplorare e documentare i principali siti archeologici della Liguria e del territorio circostante, intessendo una rete di rapporti con studiosi e collezionisti locali. La sua raccolta d’arte e di archeologia che, seguendo il suo desiderio, avrebbe dovuto divenire pubblica, fu venduta nel 1887 all’asta e in gran parte dispersa. Il catalogo d’asta, alcune foto scattate nel 1873, il suo archivio privato, ma soprattutto i suoi manoscritti e gli schizzi delle opere, sono le fonti che possono restituire, almeno in parte, quanto andato perduto. -
Risplendenti. Capolavori della Pinacoteca dei Cappuccini a Voltaggio dopo i restauri (2018-2021)
Dieci opere della Pinacoteca dei Padri Cappuccini di Voltaggio (Alessandria), tutte diverse tra loro per tecnica, supporto ed epoca, sono state riportate al loro originale splendore.Con questo quaderno si vuole raccontare la loro storia e i lavori di restauro che le hanno interessate. -
Mura che uniscono Salonicco a Cittadella
La mura di Cittadella - borgo in provincia di Padova, che vanta in Europa l’unico camminamento di ronda medievale di forma ellittica interamente percorribile - sono un elemento identitario indissolubile della cittadina: racchiudono il centro storico come a tutelare uno scrigno prezioso e al tempo stesso consentono di alzare lo sguardo all’orizzonte e di guardare oltre. Il catalogo della mostra “Mura che uniscono. Salonicco a Cittadella”, da un lato porta a scoprire la storia e le vicende dell’ultramillenario sistema di fortificazioni di Salonicco, grazie a un ampio apparato documentario e didascalico e ad originali testimonianze archeologiche e d’arte antica prestate eccezionalmente dall’Eforato alle Antichità della città e dal Monastero di Vlatadon, dall’altro mette in dialogo Cittadella e Salonicco attraverso i linguaggi contemporanei dell’arte e della fotografia curati dal MOMus, con le opere site specific di Georgia Damopoulou e gli inediti scatti realizzati da Paris Petridis, lavori che resteranno definitivamente a Cittadella e che arricchiranno le collezioni civiche. -
Stravaganze e bizzarrie. La collezione delle arti decorative della Galleria Estense
Tra i tesori che gli Este ci hanno lasciato non ci sono solo importanti dipinti e sculture di noti maestri, ma c'è anche una ricchissima collezione di arti decorative. Sono oggetti questi che spesso avevano funzionalità fittizie: coppe da cui nessuno mai bevve, vassoi che nessuno mai portò in tavola, brocche sempre asciutte, coltelli e cucchiai rimasti in vetrina. Oggetti creati a scopo ornamentale ovvero per ricordare le meraviglie del mondo, sia naturali che artificiali. Madreperle, noci di cocco, conchiglie, zucche incise, pietre semipreziose, materiali rari, esotici. Tutti apprezzati e subordinati a una lussuosa domesticità che serviva a ordinare un mondo nuovo e in espansione. Tra la fine del XV secolo e l'inizio del XVIII, gli Europei spinsero i loro galeoni attraverso gli oceani in cerca di nuove rotte commerciali. Naturalisti, filosofi e i loro prìncipi cominciarono a raccogliere e collezionare oggetti che rappresentassero questo mondo in espansione, improvvisamente più grande, più ricco e più vario. Nacquero così le wunderkammern o camere delle meraviglie dove il mondo veniva guardato, studiato, capito, e ordinato secondo nuove tassonomie. Gli oggetti descritti in questo volume sono parte di questa cultura materiale che ci rimanda allo stupore del continente europeo di fronte a un mondo nuovo e al desiderio di possesso che presto trasformò la meraviglia in espansione egemonica. -
Banksy. Building castles in the sky. An unauthorized exhibition. Ediz. illustrata
Questa mostra rappresenta un imponente evento che riunisce più di 100 opere e oggetti originali dell’artista britannico noto come Banksy. La collezione di opere dà conto di tutta la sua produzione. Vent’anni di attività dagli esoridi fino ai risultati dello scorso anno, con le opere di Dismaland. L’immaginario di Banksy è semplice ma non elementare, con messaggi caustici che esaminano il capitalismo, la guerra, il controllo sociale e della libertà in senso lato, all’interno dei paradossi del nostro tempo.