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Lo scapolo
I fratelli Kenneth e Constance Fielding non si sono mai sposati. Vivono nella loro rispettabile casa borghese nei dintorni di Londra, insieme a una cugina anch'essa nubile. Siamo nel pieno della Seconda guerra mondiale, la penuria di generi di prima necessità e la mancanza di alloggi costringono tutti a ridimensionare la propria vita, eppure il terzetto riesce ancora ad assicurarsi quei pochi ma essenziali piaceri quotidiani che contribuiscono a conservare l'illusione che il mondo non sia mai cambiato. Fino a quando però una serie di ospiti indesiderati converge a turbare il loro ordine: una nuova e avvenente domestica esule da un paese straniero, una vecchia fiamma di Kenneth dalle mire non troppo nascoste, una ragazza irriverente in cerca di avventure, per non parlare del padre, vecchio donnaiolo impegnato ad aprire night club in giro per il mondo. La pace di quel tranquillo angolo di periferia sembra prosciugarsi di minuto in minuto, e nessuno potrebbe mai immaginare che proprio in quella situazione di perduto equilibrio arrivi nientemeno che l'amore tanto atteso. -
La conquista di Roma
Francesco Sangiorgio, giovane politico della Basilicata pieno di fantasia e di orgoglio tutto meridionale, arriva a Roma in veste di deputato nel periodo post-unitario. Un collega, dinanzi al mirabile panorama della Città Eterna, mentre si commemora il combattimento del Vascello, lo avverte che ""Roma non si dà a nessuno... la sua forza, la sua potenza, la sua attitudine è una virtù quasi divina: l'indifferenza"""". Ma lui, ottimista, gli risponde che saprà conquistarla. I suoi primi discorsi pubblici ottengono un discreto successo. Quando un ministro è costretto alle dimissioni, chi lo sostituisce, don Silvio Vargas, lo prende sotto la sua ala protettrice. Sangiorgio si ritrova a trascorrere lunghi momenti con don Silvio e con la giovane, bella, algida moglie di lui. E s'innamora... Romanzo più polemico che artistico, scritto quando già il contatto col naturalismo francese, specialmente con quello zollano, cominciava a turbare l'ingenuo realismo napoletano e sentimentale della scrittrice, """"La conquista di Roma"""" racconta le conseguenze della mediocrità spirituale, della fatuità degli affetti, delle mezze virtù, e restituisce, forte dell'istinto alla decrittazione e del senso dell'ambiente della Serao, il vigore realistico della vita sociale e politica romana."" -
Prezioso veleno
Pubblicato per la prima volta nel 1924 questo classico della letteratura inglese racconta la storia di Prue Sarn, una giovane donna dallo spirito libero, nata con una malformazione al volto e per questo sempre malvista dagli abitanti del villaggio in cui abita, incastonato tra i campi e le foreste delle Midlands Occidentali. Solo l'umile tessitore Kester Woodseaves sembra apprezzarla nonostante la sua ""deformità"""", mentre il fratello della ragazza, animato da un'incontenibile ambizione materiale, si dedica anima e corpo al lavoro per poter migliorare le proprie condizioni di vita. Ispirato ai ritmi e ai colori espressivi delle Sacre Scritture, questo è il romanzo con il quale Mary Webb mostrò al mondo la bellezza, non soprannaturale ma terrena, della vita rurale dell'Inghilterra ai tempi di Napoleone. In quei territori infestati dalle superstizioni e dalle leggende popolari, solo un'eroina come Prue poteva convertire il """"veleno"""" di una maledizione in qualcosa di """"prezioso"""", tramite un amore finalmente libero e vissuto."" -
Innaffiate i gerani
Solo chi si è spinto a cercare fortuna in quel territorio immenso, selvaggio e sconfinato di praterie e boscaglie che è il bush australiano può conoscere fino in fondo quel particolare tipo di solitudine che schiaccia i suoi abitanti. E in particolare le donne, che hanno abbandonato agi e disagi della civiltà moderna per seguire i loro uomini. Come la signora Spicer, eroica figura di donna forse un po' pazza e talvolta bisbetica, come chiunque sia costretto a vivere in quel paesaggio alienante e cerchi di conservare, con coraggiosa ostinazione, un filo di gentilezza e femminilità in una vita che appare ogni giorno più disumana. Ricordarsi di innaffiare i gerani che crescono a stento è il simbolo della resistenza, del rifiuto ad arrendersi. La forza annichilente del bush, vero protagonista dei racconti di Henry Lawson e soprattutto di questo che, per la modernità e l'insolita attenzione per la psicologia femminile, viene considerato il suo capolavoro, è l'antagonista nella lotta della signora Spicer per mantenere un qualche significato in un'esistenza che ne pare ormai priva. -
Sotto il monte
Pubblicata postuma nel 1904, ""Sotto il monte"""" è l'opera più strettamente letteraria di Aubrey Beardsley, il grande disegnatore e incisore inglese che in soli ventisei anni di vita rivoluzionò l'arte dell'illustrazione e gettò le basi per la futura Art Nouveau. In questo piccolo capolavoro, liberamente ispirato alla leggenda di Venere e Tannhäuser, la sua fantasia grafica si riversa quasi per osmosi nella narrazione scritta. Seguendo le avventure amorose del grande poeta tedesco medievale, Beardsley ci fa attraversare splendidi salotti settecenteschi gremiti di specchi e di candelabri, giardini disseminati di statue e di zampillanti fontane, roseti in cui fanciulli e fanciulle conoscono le prime gioie dell'amore profano; ci fa conoscere i fauni e gli amorini, le incantevoli adolescenti che si scambiano tenerezze troppo audaci e gli ambigui ragazzi che non disdegnano la compagnia del cavaliere Tannhäuser, quegli stessi ragazzi che sopra ogni altra cosa amano assistere, rapiti, alla sublime toletta della dea, storditi dalle fragranti nuvole di cipria e dal pungente profumo degli incensi che sembrano quasi emanare dalle pagine di questa squisita gemma dell'estetismo novecentesco."" -
Olga a Belgrado
Nel 1941 Irene Brin raggiunse il marito Gaspero del Corso, ufficiale in Jugoslavia, contando di scrivere una serie di racconti e articoli per ""Il Mediterraneo"""" e di non restare più di sei mesi in quella terra povera e degradata. Vi rimase invece tre anni, durante i quali viaggiò fra Belgrado e Lubiana, incontrando città distrutte, località di vacanza abbandonate e campagne aride. A seguito di quella esperienza riuscì a scrivere il suo libro più bello, l'unico in grado di mostrare chi si nascondeva veramente dietro quella che sarebbe diventata la giornalista di costume più amata e contestata d'Italia. Fu pubblicato una sola volta, nel dicembre del 1943, e non ebbe vita facile visto che, come racconta la stessa Brin, """"fu sequestrato quasi dovunque perché il titolo e il contenuto sembravano troppo favorevoli ai partigiani jugoslavi"""". Con Olga a Belgrado, Irene Brin firmò un'opera che è allo stesso tempo il diario coinvolgente di una guerra dimenticata come quella jugoslava e un romanzo per racconti capace di svelare il disagio e l'incomunicabilità che rende tragicamente simili tutte le guerre. Dopo quasi settant'anni, l'opera torna finalmente in libreria, svelando il lato autentico e intimo di una delle maggiori giornaliste del Novecento, ingiustamente dimenticata e oggi pressoché sconosciuta al grande pubblico, che fu non soltanto una delle prime donne in grado di conquistare spazio nel mondo maschile del giornalismo ma uno dei personaggi chiave di una importante stagione culturale del nostro Paese."" -
La mia brillante carriera
Appassionata, volitiva e indomita, Sybylla Melvyn è una delle eroine più affascinanti della letteratura australiana. Piena di talento, dalla mente vivace e curiosa, la sedicenne Sybylla si sente in trappola nella fattoria dei genitori nell'entroterra australiano. Pur amando la vita nel bush, detesta la durezza e le fatiche fisiche che questa comporta. Il suo desiderio è poter coltivare i suoi talenti e il suo amore per la scrittura e i libri, il pensiero, la musica, ma soprattutto aspira a una vita dagli orizzonti aperti, ricca delle promesse di un grande futuro. La sua voglia di indipendenza si scontra con la mentalità misogina della società intorno a lei, che vede per una ragazza due sole opportunità: sposarsi o insegnare. Improvvisamente però tutto cambia e la ragazza viene mandata a vivere nella proprietà di sua nonna, dove viene corteggiata dal ricco e affascinante proprietario terriero Harry Beecham che le propone di sposarlo. Sybylla, pur attratta dall'uomo, si troverà a dover scegliere tra una vita convenzionale e i suoi piani per una ""brillante carriera""""."" -
Introduzione a me stesso
L'arte dello scrivere, la genesi di un'opera e i ""perché"""" di uno scrittore sono alcuni degli aspetti affrontati da Raffaele La Capria in questo speciale autoritratto narrativo nel quale sono stati raccolti testi che ruotano soprattutto intorno a un romanzo quale """"Ferito a morte"""". Di quel libro, vincitore del Premio Strega nel 1961, La Capria racconta la genesi, l'operazione letteraria messa in atto, il linguaggio, la costruzione, lo stile, l'intenzione deliberata di fare i conti con la rivoluzione formale del """"romanzo come struttura simbolica"""" avvenuta nel Novecento. E così che, smascherando se stesso e la sua opera, lo scrittore proietta le luci di una profonda consapevolezza sulla capacità del linguaggio di irradiare energia, di mettere in atto contemporaneamente più significati, di diventare, al di là della trama e dei personaggi, il contenuto irrinunciabile della narrazione."" -
Fiabe. Ediz. illustrata
"Il principe felice e altri racconti"""", la raccolta di storie per bambini di Oscar Wilde, fu pubblicato per la prima volta nel 1888 e divenne presto un classico della letteratura per l'infanzia. Erano storie di amore, di perdita, di innocenza, di sacrificio, in cui lo spirito provocatore e la sferzante ironia di Wilde lasciarono spazio - pur senza scomparire del tutto - a un'atmosfera commossa e malinconica. In questo volume vengono raccolte le tre storie (Il principe felice, L'usignolo e la rosa e II gigante egoista) illustrate da Charles Robinson per un'edizione speciale pubblicata nel 1913 dopo la morte di Wilde. Robinson, membro di una famiglia di famosi illustratori, corredò le storie di Wilde con figure evocative, disegni ora minuti ora a pagina intera che rappresentano ancora oggi un punto di riferimento nella difficile arte dell'acquerello. Età di lettura: da 8 anni." -
Una luce nella foresta
Norman Stokoe nella sua lunga attività di tranquillo funzionario statale non ha mai preso decisioni affrettate, ha sempre avuto una vita privata molto solitaria e tanto tranquilla quanto gli incarichi che ha ricoperto nel corso della sua carriera. Quando viene promosso responsabile del dipartimento per la sicurezza dell'infanzia, si trasferisce nella regione del Northumberland, restando in attesa che l'ufficio da lui diretto diventi davvero operativo. Nel frattempo viene però coinvolto, suo malgrado, da un giornalista che sta per essere licenziato e da una madre sconvolta dal dolore, nel caso di due bambini scomparsi. Da quel momento Norman si troverà ad affrontare qualcosa di assolutamente sconosciuto per lui e sarà testimone di avvenimenti talmente sconvolgenti che non solo gli faranno mettere in discussione il sistema di cui ha fatto parte finora, ma cambieranno per sempre la sua stessa visione della vita. -
La figlia di Debussy
"Ogni settimana suonerò un pezzo di Claude Debussy. Sarà il mio modo di decorare la sua memoria, di riviverlo. Ripercorrerò la sua vita passo dopo passo, nota dopo nota"""". È la primavera del 1918, Claude Debussy muore a Parigi. Claude-Emma, l'unica e amatissima figlia del compositore (cui dedicò i sei brani del Children's Corner), decide di ripercorrere la sua storia attraverso la musica. Ha solo tredici anni. Morirà l'anno dopo di difterite. Damien Luce ricostruisce un diario immaginario di """"Chouchou"""" - come era chiamata affettuosamente dal padre - attraverso cui rivivono le musiche, la vita, le storie personali e quelle di famiglia del musicista, il suo rapporto speciale con la figlia, il clima di paura e disperazione nella capitale francese ai tempi della guerra. Chouchou ricorda di quando era più piccola, quando passava il tempo sotto il pianoforte ad ascoltare il padre, in quella che era la sua """"capanna"""" personale. Nel filo dei pensieri, filtrati da uno sguardo di tenerezza, le ombre della disgregazione si trasformano in luci di gioia in questo poetico e delicato omaggio all'amore celato dietro l'arte musicale del grande compositore." -
Venti vite del Buddha
I Jataka sono storie antichissime che raccontano le vite anteriori del Buddha. Costituiscono una tra le espressioni più popolari e diffuse della tradizione buddhista orale ancora prima che scritta. La compilazione ufficiale fu redatta in singalese da un anonimo nel V secolo, ma da allora sono seguite integrazioni, rielaborazioni, modifiche strutturali e versioni apocrife. In questi racconti il Buddha è ora protagonista, ora personaggio secondario, ora testimone, ora semplice narratore di vicende e parabole in cui si trasmettono messaggi di compassione, sincerità, altruismo. Pubblicate a Londra nel 1939, le ""Venti vite del Buddha"""" rappresentano una selezione dei Jataka tradizionali, riscritti da una donna dalla vita breve e straordinaria (Noor Inayat Khan fu poetessa, musicista, poi agente segreto nell'esercito britannico per combattere la minaccia nazista) che dedicò questo libro non solo ai lettori adulti ma anche ai bambini, nella speranza di diffondere parole di pace nei tempi atroci della guerra."" -
La traduzione
Soprannominato il ""Jean Genet italiano"""" per le esperienze di vita comuni a quelle dell'autore francese, Silvano Ceccherini iniziò la sua carriera di scrittore in carcere, mentre scontava una lunga condanna. """"La traduzione"""", suo primo romanzo, fu pubblicato da Feltrinelli nel 1963, durante gli ultimi mesi di reclusione, ricevendo da subito l'attenzione e l'appoggio della critica italiana per la forza evocativa e l'originalità della sua scrittura. Grazie a Carlo Cassola, l'opera arrivò nelle mani di Giorgio Bassani, il quale scrisse: """"Non abbiamo mai avuto molta fiducia nella letteratura dei non letterati, ma una volta tanto abbiamo avuto torto, torto marcio"""". Il titolo del romanzo allude al viaggio di trasferimento in treno, da un carcere a un altro, di un detenuto malato di cuore e di nostalgia. Nonostante la semplicità della trama, la potenza e la profondità descrittiva dell'autore ci aprono la porta su un mondo che le persone libere ignorano, attraverso un detenuto che osserva, assapora e pensa la realtà attraverso piccole cose: il paesaggio, una bella ragazza che corre, una famiglia in attesa sulla pensilina della stazione; e poi le conversazioni fatte di poche parole tra carcerati, il gesto gentile di una guardia, il gusto di un cibo che non sia il rancio della galera. Introduzione di Filippo Bologna."" -
Chi ha cucinato l'ultima cena? Storia femminile del mondo
La storia dell'umanità è iniziata con la donna. In principio, era lei la protettrice divina, depositaria del cromosoma originale, esperta nella coltivazione della terra, capace di leggere i cicli lunari e di costruire la casa per la propria famiglia. Per millenni ha gestito il potere, ucciso, nutrito esseri umani e animali, si è presa cura dei vivi e dei morti. Ma di tutto questo difficilmente abbiamo finora sentito parlare perché generazioni di storici, archeologi, antropologi e biologi hanno sempre posto l'uomo come principale forza motrice dello sviluppo umano: l'uomo cacciatore, l'uomo fabbricatore di utensili, l'uomo signore della creazione. Ora, grazie a questo libro, possiamo leggere una storia nuova del mondo, che rimette nella giusta prospettiva la presenza e il contributo della donna, di tutte le donne, all'evoluzione della nostra specie. Senza ideologismi e polemiche, con linguaggio serrato e pieno di umorismo, questo saggio coinvolge il lettore in un viaggio nel tempo alla scoperta di fatti mai narrati, di episodi volutamente esagerati, di verità drammatiche e miti fasulli, fino a riscoprire il ruolo centrale della donna come artefice imprescindibile nel progresso della tecnologia, nella religione, nella guerra e nella pace. -
I viaggi di Jupiter. Il giro del mondo in motocicletta
Partito il 6 ottobre 1973 in sella a una Triumph Tiger 100 con un motore da 500 cc, Ted Simon ha viaggiato per quattro anni in solitaria, attraverso quarantacinque paesi, da un capo all'altro del pianeta. Ha superato deserti, montagne, oceani, giungle, oltrepassando incolume la guerra tra Egitto e Israele, la rivoluzione in Mozambico e in Perù, il fuoco dei cecchini afghani e le carceri brasiliane. È caduto e si è rialzato centinaia di volte grazie alla forza del suo spirito e all'incontro con uomini straordinari. Sulla strada, in compagnia di una sottile miscela di suoni - ottanta esplosioni al secondo, cuscinetti a sfera che ruotano, pompe dell'olio vibranti, una frenesia di metallo - si è abbandonato all'ignoto, convinto che per conoscere il mondo, allora come oggi, non basta navigare, né volare, ma bisogna restare a terra, sentirlo sotto le dita dei piedi, annusarlo e inghiottire i moscerini: solo così il mondo diventa immenso. Ritornato in Europa nel 1977, ha raccolto le sue esperienze in questo libro conquistando il cuore di ogni viaggiatore. I viaggi di Jupiter è la testimonianza di un uomo che ha avuto il coraggio di abbandonarsi al richiamo dell'avventura, sperimentando la fragilità della vita e al tempo stesso la sua infinita bellezza. -
La levatrice
Dal giorno in cui Sibyl ha assistito un'amica durante il parto, ha capito che quella era la sua vocazione. Sono gli anni Sessanta e la cultura hippie influenza la sua decisione di fare a meno di una formazione medica. Da allora sono passati decenni, durante i quali ha lavorato come rispettata levatrice nello Stato del Vermont. Fino alla tragedia. In una gelida notte di marzo Sibyl si trova ad affrontare un travaglio complicato. Nel giro di pochi istanti è costretta a fare scelte irreversibili. Ma quello è solo l'inizio di un doloroso percorso che vedrà Sibyl sotto accusa in un processo che affronta questioni cruciali sia sul piano medico e legale, che su quello etico e morale. Narrati dalla voce di Connie, la figlia all'epoca quattordicenne di Sibyl, gli eventi che precedono e seguono il processo si snodano in un flusso tra presente e passato che scava nei sentimenti familiari e nelle coscienze non solo dei suoi protagonisti, ma anche in quelle dei lettori. -
Salone per signora
In un paesino su cui aleggiano nuvole di concimi chimici vivono Edi, parrucchiere di talento, e sua moglie Loretta. Nonostante gli affari del suo salone vadano bene, lui si sente incompleto, insoddisfatto, mentre lei è alla perenne ricerca dell'autoconsapevolezza, e qualcosa impedisce a entrambi di avere il figlio che desideranornrn«Immaginate di fondere assieme Tom Robbins, Christopher Moore e lo spirito imprenditoriale del Nordest: avrete un romanzo folgorante che vi farà scordare pure il caffè sul fuoco.» – Niccolò Ammanitirn«Divertente, intelligente, folle. Una voce che si riconosce.» – Teresa Ciabattirnrnrnrnrn I loro destini si incrociano con quelli di numerosi e bizzarri personaggi, guidati ognuno da un preciso obiettivo: l'apprendista punk Gennifer vuole imparare l'arte del taglio; la volitiva signora Cosimo deve salvare la sua accademia di hairstyle; la silenziosa Adele vuole preservare i segreti custoditi nel suo monastero laico di sole donne; Mirco, autore di best seller di auto-aiuto, sta provando a liberarsi di un gustoso peperone da cui è dipendente. A unire tutti è proprio l'ortaggio, così morbido e dolce, pungente eppure digeribile: saranno vere le proprietà su corpo e ormoni che gli si attribuiscono? Cosa lo rende così prezioso, e perché tutti vogliono mangiarlo? -
Marie-Claire. Ediz. italiana
"Una vita da romanzo"""" è un'espressione che ben si adatta alla storia narrata in questo libro, la storia della sua autrice che da orfana poverissima divenne una scrittrice di grande successo agli inizi del XX secolo proprio con """"Marie-Claire"""". Dopo un'infanzia trascorsa in un orfanotrofio di suore e un'adolescenza presso una famiglia di pastori, dove venne istruita sui lavori della campagna, Marguerite Audoux approdò finalmente a Parigi, per iniziare una nuova vita come operaia e sarta. Sempre malata, poverissima, costretta spesso a lunghi digiuni, la Audoux, come scrisse Octave Mirbeau nella sua introduzione al romanzo, era proprio la sartina """"che ogni tanto lavora a casa sua, in una stanza così piccola che occorre spostare il manichino se si vuole raggiungere la macchina per cucire"""". Afflitta da un'incurabile malattia agli occhi, le fu proibito di continuare a cucire, e da allora si dedicò alla scrittura. Non aveva alcuna ambizione letteraria, non parlava mai al primo venuto della sua """"mania di scarabocchiare"""" e bruciava i suoi foglietti che, pensava, non avrebbero potuto suscitare l'interesse di nessuno. Per una serie di coincidenze, il suo manoscritto giunse nelle mani di Mirbeau, che ne fu entusiasta e si adoperò perché venisse pubblicato nel 1910 dal prestigioso editore Fasquelle, vincendo lo stesso anno il Prix Femina e sfiorando il Goncourt." -
Città del deserto
Dalla vicina Italia alle lontane terre persiane, cinesi, indiane, Cesare Brandi, nei suoi diari di viaggio, raccoglie la propria curiosità, sempre inappagata, l'amore per la natura, per il paesaggio, per la buona cucina, il gusto del vedere e del cercare. I piaceri sensibili si accompagnano così all'indagine attenta della realtà e alla critica agguerrita. I territori attraversati sono restituiti attraverso illuminazioni impressionistiche e riferimenti iconografici, contemplazioni che non si risolvono nel semplice misticismo e notazioni pungenti, oculate, di pura simpatia intellettuale. L'annotazione colta si lega ai momenti in cui il sapere arretra per lasciare spazio all'incanto della meraviglia, alla poesia, senza mai perdere in lucidità analitica. Pubblicato per la prima volta nel 1958, ""Città del deserto"""" racconta una Tripoli silenziosa, l'urbanistica severiana di Leptis Magna, l'ascendenza fenicia di Beirut, la fitta campagna fuori Damasco, così simile a quella napoletana. Pellegrino attento, guida sensibile, acuto scrittore, Brandi riesce a dare la parola alla gamma dei luoghi che incontra, fatti di luci, colori, materia, arte, civiltà, storia. Introduzione di Geno Pampaloni."" -
Il trasgressore
Siegmund, violinista di mezza età e padre di quattro figli, si innamora di una sua giovane allieva, Helena, e fugge con lei per una vacanza segreta sull'isola di Wight. I due, però, fuori dal contesto metropolitano di Londra non riescono a trovare la pienezza dell'amore, né a isolarsi realmente dalle loro preoccupazioni cittadine. Invece di vivere in modo spontaneo il loro rapporto, si rifanno continuamente ai grandi miti della passione - come quello del ""Tristano e Isotta"""" di Wagner - trasformando la fuga d'amore sull'isola in qualcosa di inautentico. La fallimentare trasgressione delle regole borghesi avrà un effetto incurabile su Siegmund, facendolo precipitare in un crescente stato claustrofobico. Pubblicato nel 1912, il romanzo prese spunto dal diario dell'amante di Lawrence, la scrittrice inglese Helen Corke. In esso Lawrence anticipò i temi su cui l'autore costruirà la sua fortuna: il conflitto tra passione e responsabilità etica, l'atmosfera esaltata e febbrile, il paysage moralisé, le fecondazioni wagneriane, la ricerca di una libertà effimera e ansiosa.""