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Fiori e altri racconti
Tre racconti – “Fiori”, “Il flauto pastorale”, “Doppio sogno” - in cui Schnitzler indaga le molteplici pieghe dell’animo umano e la conflittualità che sovente si cela nel rapporto di coppia. E se in “Fiori”, il tradimento è antecedente allo svolgimento del racconto e la donna, già deceduta, manifesta la sua presenza e il suo rimpianto attraverso l’ultimo mazzo di fiori inviato all’ex amante, ne “Il flauto pastorale” l’equilibrio coniugale viene rotto dalla decisione del marito di lasciare la moglie libera di seguire ogni tentazione, nella certezza che, una volta tornata, possa appartenere a lui soltanto. Ma è in “Doppio sogno”, che la reciproca estraneazione dei protagonisti raggiunge l’apice. Attraverso il meccanismo del dubbio, innescato dall’autore all’interno di una tranquilla famiglia viennese, la realtà diviene un paravento illusorio, colmo di dubbi, angosce e desideri repressi, che, non appena liberati, conducono i personaggi in una serie di avventure reali e sognate, in cui l’unico salvagente è la reciproca comprensione. -
Marciamo e spariamo
Quarant’anni di storia italiana dalla Sicilia al Piemonte attraverso le vicende di Tommaso e Rosaria; il faticoso tentativo di affrancarsi dalle rispettive famiglie per crearne una loro, non meno disfunzionale di quelle da cui erano partiti. Il tutto attraversando da spettatori un Paese in cui il progresso sembra solo apparente. “Che differenza c’era tra sua madre, anziana meridionale incolta, che le impediva di toccare i prodotti dell’orto nei giorni del ciclo mestruale perché convinta che li avrebbe fatti appassire o comunque li avrebbe irranciditi e il suo collega bibliotecario, piemontese purosangue, giovane e diplomato, che non voleva far vaccinare i propri figli in quanto convinto che quella forma di prevenzione veicolasse l’autismo?”. Tra i problemi generati da un marito mai diventato adulto e un figlio i cui disturbi dell’apprendimento hanno reso gli anni scolastici un calvario, da cui è uscito aderendo con entusiasmo a posizioni neofasciste, Rosaria apre gli occhi sulla condizione umana grazie alla compagnia di un burbero e apparentemente cinico anziano frequentatore della biblioteca in cui lavora. “Si illudeva, povero ribelle delle cause perse, di vivere nella prima coniugazione. Ma il mondo è immerso nella terza. È così per tutti: a vent’anni ci illudiamo di marciare e sparare, a settanta ci accorgiamo di marcire e sparire”. -
Il mistero della camera gialla
25 ottobre 1892. Sul quotidiano Le Matin appare la notizia del tentato omicidio della figlia del professore Stangerson, messo in atto quella notte nel castello di Glandier. A indagare sul caso, il famoso ispettore Frédéric Larsan e un giovane e brillante giornalista, Joseph Rouletabille, il quale, a dispetto del divieto di accesso alla stampa, riesce non solo a ispezionare la scena del delitto, ma anche a farsi ospitare nel castello per proseguire le ricerche. E, se i sospetti della polizia si focalizzano sul fidanzato della signorina, Robert Darzac, a seguito dei nuovi tentativi dell'assassino di portare a termine la sua missione, diviene sempre più evidente che la stessa Mathilde Stangerson nasconde un oscuro segreto. In questo avvincente romanzo, definito da Dickson Carr ""Il più bel mistery mai scritto"""", Leroux mette in scena, fornendone un esempio che nessuno è mai riuscito a eguagliare, il sommo problema dei romanzi polizieschi, ovvero il 'delitto della camera chiusa'."" -
Povera gente
Scritto in forma epistolare, è ambientato in una Pietroburgo affollata di impiegati e affittacamere, cucitrici e mendicanti. Makàr Devuškin e Varvara Alekséevna, uniti da un debole vincolo di parentela e da un ben più saldo affetto, vivono l’uno di fronte all’altra, in due delle tante squallide camere dove la povera gente come loro tenta di scacciare, giorno dopo giorno, la fame e la cattiva sorte. Lei è una fanciulla sola e di salute cagionevole, lui un semplice impiegato in là con gli anni. Attraverso una fitta corrispondenza, l’autore dipinge la loro quotidianità, il loro passato, il desiderio di riscatto sociale e le ingiustizie a cui entrambi hanno dovuto e devono sottostare, perché “qualsiasi cosa si scriva, la situazione del povero non cambierà”. E allora perché non godere di quel poco che la vita offre, perché non abbandonarsi agli affetti, quando permettono di uscire, anche solo per pochi istanti, dal grigiore che li circonda? -
L'invasore
In questo dramma in tre atti, rappresentato per la prima volta nel 1915, si affronta il tema delle atrocità subite dalla popolazione belga ad opera dell'esercito tedesco durante il primo conflitto mondiale. Annie Vivanti non solo denuncia gli stupri commessi dai soldati tedeschi in Belgio - lasciando emergere la violenza attraverso un lungo gioco sadico tra alcuni ufficiali tedeschi e due donne belghe: Luisa e la giovane Chérie - ma solleva la delicata questione delle conseguenti gravidanze, che imprimevano l'onta della contaminazione nella donna, introducendo un altro controverso tema: la giustificazione dell'aborto. “Mille volte al giorno ringrazio Iddio che la mia bambina ammutolita non possa domandarmi: ‘Mamma, che cosa pensi?'. Dovrei dirle: ‘Penso che sono maledetta tra le donne, che sono indegna di alzare la fronte. Penso che porto nel mio seno un essere immondo che renderà eterna l'onta che ho patito'”. -
Il mio mortale nemico
Una notte, la giovane Myra Driscoll scappa di casa per sposare in segreto Oswald Henshawe, rinunciando così a una cospicua eredità. Un atto romantico, da cui ci si attenderebbe un proseguo altrettanto pregno di emozioni. E tuttavia, non è semplice permeare di straordinarietà una vita intera, senza essere in qualche modo consumati dalle numerose avversità che la vita ci pone innanzi. “L’alba è il tempo del perdono. Quando la prima striscia di luce, fredda e splendente, compare sull’acqua è come se tutti i nostri peccati venissero sanati e il cielo si piegasse sulla terra, baciandola per renderla redenta”. L’autrice indaga i mille risvolti dell’animo umano, mostrandoci una figura ambigua e tormentata, capace di clamorose rinunce, ma non di adeguarsi a una quotidianità semplice, godendo di una felicità che, pur essendo alla portata di molti, non per questo è meno reale. -
La commedia dell'amore
Ne La commedia dell’amore (1862) Ibsen contrappone il romantico idealismo di Falk e Svanhild alla rigidità conservatrice di tutti gli altri personaggi, degni rappresentanti della società del tempo, pronti a scagliarsi all’unanimità contro chi insinua l’ombra del dubbio in ciò che la consuetudine ha elevato a incrollabili certezze. L’autore denuncia così la “menzogna vitale” sulla quale qualsiasi relazione coniugale è basata, mettendo in scena una crudele e ironica satira contro l’amore borghese, destinato a scemare con il fidanzamento e a concludersi non appena costretti nel vincolo matrimoniale. -
Notizie da nessun luogo
"Un tempo l'Inghilterra era un paese di oasi fertili, disseminate tra boschi e terre incolte (...) Divenne poi un paese di enormi e inutili fabbriche, e di ancor più inutili covi di speculazione, circondati da campagne mal coltivate e afflitte dalla miseria (...) Oggi è un giardino, dove nulla va perduto o sprecato, con le case e le officine necessarie e disseminate ovunque, tutte ben tenute, pulite e belle"""". William Guest, militante libertario, si addormenta dopo un'accesa discussione per ritrovarsi nella Londra del XXI secolo. Qui, un elegante barcaiolo e un anziano bibliotecario gli fanno conoscere quella loro nuova società, scevra da ogni forma di dispotismo, sfruttamento e dalla logica del denaro. È quello un 'mondo nuovo', un futuro opposto a quello immaginato e narrato da George Orwell in 1984: utopico il primo, distopico il secondo. Un libro che, in un'epoca segnata da inquinamento e disuguaglianza sociale, costringe a riflettere sui valori su cui vogliamo realmente fondare il futuro dell'umanità." -
Diario dell'anno della peste
Diario dell'anno della peste Romanzo storico di Daniel Defoe, Diario dell'anno della peste costituisce una cronaca fedele dell'epidemia di peste bubbonica che colpì Londra tra il 1664 e il 1665. Attraverso una sorta di diario, il narratore alterna fatti, 'interviste', memorie e considerazioni personali, donando un documento storico che descrive con meticolosità tanti aspetti dell'epidemia, aspetti che, a distanza di secoli, si sono rivelati per tutti noi tristemente attuali: dalle ordinanze restrittive delle autorità per limitare il contagio, tra cui la chiusura delle abitazioni infette, alle implicazioni economiche e sociali che la peste ebbe su tutti, in particolare sui ceti meno abbienti. «Il contagio non si diffondeva tanto a causa dei malati, quanto per via delle persone apparentemente in buona salute (...) Talvolta il male, in silenzio, maturava dentro senza dare avvisaglie (...). Queste persone recavano la morte ovunque andassero, solo con il loro respiro...» Nei tristi tempi del coronavirus, la memoria di un'altra terribile pandemia. Perché sovente guardare al passato ci garantisce da errori in cui l'uomo tende inevitabilmente a ricadere. -
Il Vangelo di Martinetti
Pubblicato nel 1936, quattro anni dopo il rifiuto di Martinetti a giurare fedeltà al fascismo, Il Vangelo riprende, completandole, le tesi esposte nell'opera Gesù Cristo e il Cristianesimo e cì restituisce la figura di un Gesù profeta morale, senza miracoli, che esorta all'unione spirituale con Dio e all'amore per il prossimo. Il filosofo si propone di ricostruire la verità del percorso umano di Gesù, filtrandone l'insegnamento etico attraverso l'impiego della ragione che, per lui, non può che coincidere con la fede. Il Vangelo, ""lasciando da parte l'elemento leggendario e dogmatico, cerca di disporre il materiale evangelico nell'ordine logicamente più appropriato. Tutto quello che i Vangeli contengono di essenziale per la nostra coscienza religiosa è stato qui conservato""""."" -
La peste scarlatta
"Con l'arrivo della Morte Scarlatta il mondo è andato in pezzi, nel modo più assoluto e irrimediabile. Diecimila anni di cultura e civiltà svaniti in un batter d'occhio, 'fugaci come schiuma'"""". Ne La peste scarlatta Jack London anticipa di un decennio la peggiore epidemia globale che, fino ad oggi, si sia sviluppata nel nostro pianeta, la cosiddetta """"spagnola"""". Sessant'anni dopo la diffusione del contagio, che, in breve tempo, spazzò via quasi del tutto la razza umana, Jack London descrive, attraverso le parole di un anziano sopravvissuto, lo scenario post-apocalittico di una California tornata all'età della pietra, dove la natura selvaggia ha ripreso il sopravvento. Qui, il vecchio spiega a dei ragazzini - discendenti dei pochissimi sopravvissuti - come, nei giorni in cui si diffuse quell'inarrestabile morbo, l'uomo avesse dimenticato del tutto valori come la solidarietà e la compassione, precipitando in una spirale di violenza che aveva avuto come conseguenza il crollo della civiltà e l'annientamento del progresso." -
Vortice
Romani, giovane mediocre e anonimo di modeste condizioni economiche, sposato e padre di due figli, invaghitosi di un’attricetta, falsifica per lei la firma su una cambiale. La certezza di essere stato scoperto e la prospettiva del carcere lo gettano nella disperazione, facendolo sprofondare in meditazioni sempre più cupe, in cui gli si presenta innanzi un’unica, dolorosa, via di fuga. “Non restava che morire. Egli pronunciò mentalmente questa parola, come eco di una voce, che gli sonasse dentro nel profondo del cuore, e subito dopo fu più calmo. Perché? Che cosa era stato? Né la sua volontà, né la sua ragione lo avevano condotto a questa decisione, e tuttavia poté ripetersi distintamente: ‘Sì, morire!’”. In questo superbo ritratto dell’avvilimento di un uomo ordinario, Oriani mette a nudo le pieghe più oscure dell’animo umano, la sensazione di crescente estraneità con cui, innanzi all’approssimarsi dell’ora dell’estremo commiato, si osservano i quotidiani accadimenti del mondo e l’indifferente allegria di amici e famigliari. Ma è davvero così facile separarsi da tutto ciò che, solo poche ore prima, si reputava scontato? Un piccolo classico dimenticato del 1899. -
Considerazioni sul bello e sul sublime-Il gusto di ridere
Se di Immanuel Kant, tutti conoscono i testi fondamentali, in cui si affrontano tematiche complesse negli ambiti di conoscenza e morale, altrettanto non si può dire degli scritti proposti in questa edizione, decisamente più leggeri e accessibili. Ne “Considerazioni sul sentimento del bello e del sublime”, il filosofo affronta tali tematiche analizzandole dapprima nei loro significati generali, studiando, nella seconda parte, i temperamenti morali ad essi legati, per poi prenderne in esame separatamente gli effetti sull’uomo e sulla donna, concludendo con le diverse reazioni suscitate dai concetti di bello e sublime nelle varie nazioni. Ne “Il gusto di ridere”, Kant sottolinea come il riso abbia una funzione terapeutica, producendo un armonico equilibrio tra mente e corpo. Non si tratta dunque di un fenomeno meramente psichico, ma di un qualcosa che scatena una reazione fisica, nata dalla delusione di un’aspettativa e dall’impatto con una realtà ad essa totalmente differente. -
La porta stretta
"La porta stretta"""" è incentrato nel sentimento d'amore che Jéròme, il protagonista, percepisce per la cugina Alissa, sentimento destinato a rimanere casto e platonico. La fanciulla, infatti, si mostra combattuta tra l'abbandonarsi a una passione a suo dire 'impura' e l'imboccare la strada della rinuncia e dell'ascesi personale. """"Dio geloso, che mi avete spodestato, prendete dunque il mio cuore. Tutto il calore ormai lo abbandona e nulla potrà più destare il suo interesse. Aiutatemi a vincere questa tristezza che domina il mio spirito. Questa casa, questo giardino incoraggiano in modo intollerabile il mio amore. Voglio fuggire in un luogo dove non potrò vedere altri che Voi"""". Un romanzo fortemente autobiografico, in cui emerge tutta la rigidità del perbenismo morale a cui Gide fu costretto a sottostare durante la sua infanzia e adolescenza." -
Un marito ideale
Sir Robert Children, stimato uomo politico, considerato da tutti il “marito ideale”, ha sulla coscienza un pesante fardello: all’inizio della sua carriera, si è arricchito vendendo un segreto di Stato e, per paura di perdere la stima della moglie, mai ha osato rivelarle quella colpa. A turbare la sua serenità, arriva la signora Cheveley, donna affascinante, ma equivoca, che, per ottenere da lui l’approvazione di un progetto che le permetterebbe una grossa speculazione, lo minaccia di rendere pubblico il suo segreto . Riuscirà Sir Robert a imporle il silenzio o finirà in rovina per quell’unico, grave peccato commesso in gioventù? -
L'amica delle mogli
Marta, creatura modesta e riservata, pur non essendosi mai sposata, si è ritagliata l'importante ruolo di consigliera nei matrimoni delle amiche, ignara di attirare su di sé l'amore ossessivo di Francesco Venzi, marito della sua amica Anna. Quegli, in preda a un'ingiustificata gelosia, quando Elena, la moglie dell'amico Fausto, si ammala e muore, nel timore che il vedovo decida di consolarsi con Marta, non esiterà a compiere un gesto estremo. ""Le abbiamo portato le nostre mogli, felici di come ella ce le ha accolte: e prima, anche di tutto quello che aveva fatto per noi, della casa che ci aveva preparato, di tutte le cure che s'era date: per pura amicizia, per gentilezza d'animo — chi ha mai potuto dubitarne? (...) Ma non capisci che ce la fa lei la nostra vita? Ce la compone lei?"""". Un dramma colmo di ironia, dove la felicità delle relazioni coniugali si rivela in tutta la sua fragilità, pronta a cedere il passo a una violenza inimmaginabile."" -
Il contratto sociale
“L’uomo è nato libero e tuttavia è dappertutto in catene”. In questo trattato, Rousseau propone un modello politico di società che garantisca lo Stato democratico e assicuri la tutela della libertà individuale, affrontando altresì due questioni fondamentali: il rapporto tra rappresentanti e rappresentati e fra utilità sociale e interesse dei singoli. “Per scoprire le migliori regole della società che convengono alle nazioni, occorrerebbe un’intelligenza superiore, capace di vedere tutte le passioni degli uomini senza provarne alcuna, che non abbia alcun rapporto con la nostra natura, pur conoscendola a fondo, la cui felicità fosse indipendente dalla nostra, tanto da indurlo a occuparsene; infine che, nel progredire dei tempi, riservandosi una gloria lontana, potesse lavorare in un secolo e gioire in un altro. Ci vorrebbero gli dèi per fornire le leggi agli uomini”. Un’opera ancora oggi attuale, che vede protagonista l’uguaglianza tra gli uomini propria dello stato di natura. -
Suspiria de profundis
"Suspiria de profundis"""" si basa su alcuni sogni fatti dall'autore ritornato da un viaggio in Italia. A Milano visitò e soggiornò nella villa dei conti Imbonati, incuriosito dalle storie di fantasmi e maledizioni che facevano di villa Imbonati una casa stregata. Da questi sogni nascono le """"Nostre Signore del Dolore"""", tre figure che ispirarono il grande regista dell'horror, Dario Argento, nella trilogia """"Le tre madri"""", composta da """"Suspiria"""", del 1977, """"Inferno"""", del 1980, e La """"terza madre"""", del 2007." -
Interno 4
Un thriller, quello di Salieri, che ci accompagna all’interno di un istituto ‘di cura’ in cui la vita dei protagonisti e degli antagonisti è intrecciata così tanto da soverchiare ruoli e attese. “Ovunque, si respirava un sentore di minaccia incombere su tutto e tutti. Non qualcosa di definito, ma presente. Talvolta era il soffio furtivo di una brezza sepolcrale gelida, improvvisa che, afferrati i corridoi alla gola, torceva, toglieva il respiro, altre un cigolare sui cardini di porte, altre ancora un angosciante grido di un sofferente che andava a scuotere il precario equilibrio della notte; un alitare continuo, un tamburellare convulso, ossessivo, aritmico di cuori che, mutati gli esseri in demoni, davano certezza che non sarebbe valsa una serratura o una porta blindata a sottrarre un uomo al suo destino, né a risparmiarlo alla parte peggiore di sé.” In un susseguirsi di colpi di scena e profonde riflessioni, delitti irrisolti e descrizioni commoventi, trapela tutto il fascino della decadenza umana. “A osservare con attenzione, il marcio riaffiorava sempre e comunque. Risaliva in superficie con la stessa prepotenza e foga con la quale ci si era adoperati ad annientarlo. E, laddove questo avveniva, si appiccicava ai tessuti, lo si respirava e, una volta germinato, trasudava sconcio, longevo, diveniva parte integrante di ciascuno”. -
L'immoralista
In ""L'immoralista"""" Michel sposa Marceline, una donna che non ama, per compiacere il padre morente. Durante il viaggio di nozze in Nord Africa, il giovane contrae la tubercolosi, e nel corso della lunga convalescenza scopre di amare la vita e i piaceri non convenzionali che essa può offrirgli. Rientrato in Francia, la necessità di occuparsi della moglie e del figlio che porta in grembo pare distoglierlo dai suoi impulsi. La morte di quest'ultimo, però, li riaccende, spingendolo a tornare in quel remoto paese.""