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Mostrati 2001-2020 di 10000 Articoli:
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La mia prima volta. In campo con la Juventus. Oltre 50 racconti di gioco e giocatori: una raccolta di emozioni bianconere
Da Stefano Tacconi, Totò Schillaci, Paolo Montero, Moreno Torricelli, Gino Stacchini, Claudio Prandelli, Max Pisu, Neri Marcorè, Claudio Gentile, Sergio e Alessio Secco l'immancabile ""Fotografo storico della Juventus"""" Salvatore Giglio e tanti altri..."" -
Alexandre Lunois. Litografie e acqueforti di un grande viaggiatore nel meraviglioso mondo della Belle Époque. Ediz. illustrata
Probabilmente l'influenza di pittori quali Giovanni Segantini, o Giovanni Fattori, sul corso dell'arte mondiale sarebbe risultata maggiore se tali artisti fossero nati e vissuti in Francia. Infatti, nel XIX secolo, soprattutto nella seconda metà, Parigi è il grande centro dell'arte mondiale, mentre invece l'Italia vivacchia in una condizione periferica: i suoi artisti anche i più validi ed originali penalizzati oltre che dalla minore qualità degli stimoli anche da questa minor influenza oggettiva della loro cultura, non riescono, vivendo nella loro patria a passare sugli indirizzi e sul corso dell'arte internazionale. Ciò varrà sino all'esplodere del Futurismo, movimento che, a prescindere, qui, da considerazioni valutative, trovò seguaci in più di un paese, in particolare in Russia: questo fatto, naturalmente aumentò la considerazione... -
Taccuini d'arte. Rivista di Arte e Storia del territorio di Modena e Reggio Emilia (2021). Vol. 13
Contributi di:Silvia Pellegrini; Cinzia Cavallari; Daniele Guernelli; Massimo Mussini; Sonia Cavicchioli; Alessio Bartolucci; Matteo Agnoletto; Paolo Brenni; Maria Montanari; Martina Becattini; Elisabetta Farioli; Umberto Nobili. -
Il bello, il brutto e il sublime
Il sogno di chi scrive rimane sempre quello di farsi capire. Questo libro nasce da questa esigenza e dalla certezza che si deve farlo, soprattutto quando si ha un ruolo nei processi educativi. Spiegare a dei ragazzi di vent'anni il bello, il brutto e il sublime ha dei risvolti teorici riguardo alle principali teorie e autori, ma anche sviluppa la consapevolezza che stiamo parlando di qualcosa che nel mondo attuale è assolutamente confuso, nascosto, spesso lasciato galleggiare nel qualunquismo delle conversazioni. Capita che si usino delle parole senza capirne il significato. L'etimologia andrebbe insegnata nelle scuole medie, se gli uomini hanno inventato il linguaggio lo hanno fatto per farsi capire e per dialogare. La genesi delle parole è anche quella di concetti che cambiano, si sviluppano per arrivare fino alla nostra attualità. Tutto è in divenire, ma l'origine deve rimanere chiara. Anche questa è una chiave per leggere la storia di quello che siamo. Vuol dire che si può parlare di filosofia senza spaventare nessuno, senza timore di non essere compresi o di perdersi nei tecnicismi o nelle definizioni che si definiscono a vicenda. -
Respira. Il comitato dell'aria e la strategia degli alberi
"Non c'è niente, ma l'aria è buona. Così si sente spesso dire quando ci si imbatte nei radi abitanti della dorsale appenninica. Intrecciando voci e riflessioni, il breviario racconta uno dei luoghi più interessanti dell'entroterra marchigiano, situato al confine dove le colline mutano in Appennino: Arcevia e i suoi nove Castelli, tra cui Caudino, punto di vista privilegiato per cogliere lo spirito più autentico di queste terre""""." -
Le cose perdute del calcio. Un viaggio nel tempo, un gioco della memoria. Per vedere l'effetto che fa. Nuova ediz.
Maglie di lana senza sponsor, le maniche lunghe dei portieri, le tute a pigiama delle riserve. E poi: le scarpette tutte nere, i tacchetti intercambiabili, i calzettoni senza piede. E ancora: il terzino, l'ala destra e il mediano di spinta. Ma anche il pallone a pentagoni neri e la panchina a bordo campo; la Nazionale di Lega e la ""De Martino""""; Domenica Sprint e Mercoledì Sport. Sono alcune delle cose perdute del pallone: oggetti smarriti, ma che ricompaiono, basta saper aprire il cassetto dei ricordi. Ed ogni """"cosa perduta"""" diventa il pretesto per raccontare, con stile leggero e ironico, un particolare, un personaggio, una storia che, in qualche modo, ha fatto parte della nostra vita di amanti del calcio."" -
Italian newbrow. Ediz. italiana e inglese
Italian Newbrow presenta e promuove un significativo spaccato di quella pittura italiana contemporanea che ha saputo interiorizzare i cambiamenti culturali e sociali della società liquido-moderna teorizzata da Zygmunt Bauman attraverso l'elaborazione di linguaggi eterogenei, in cui convivono differenti attitudini pittoriche. Catalogo della mostra di Pietrasanta (20 giugno - 12 settembre 2021). -
La mia storia nell'arte. Ritratti di gatti indimenticabili. Ediz. illustrata
Il gatto è uno degli animali più amati dall'uomo. Nel corso della nostra storia ha conosciuto fasi alterne, venerato come un dio nella società egizia, avversato come un emissario di streghe e maghi nel medioevo, ma ospitato con gratitudine nelle Certose dei monaci. Il gatto è la nostra tigre o pantera in miniatura, con la selvaggia bellezza di un felino della savana, ma con la voluttuosa predilezione per il nostro divano. Ritratto sin dalle pitture murali delle tombe dei faraoni, ha aumentato di secolo in secolo la sua presenza con dipinti colmi di affetto, che hanno costellato l'intera storia dell'arte. Accompagnati dalla viva e inedita voce dei gatti ci inoltreremo nelle storie che hanno dato origine al quadro e conosceremo gli altri protagonisti: gli uomini ritratti in sua compagnia oltre ad artisti come Lotto, Renoir, Balthus e Chagall. Prefazione di Ray Banhoff. -
Carlo Nangeroni. Abstraction. Musica da vedere. Opere 1949-1999. Ediz. italiana e inglese
Carlo Nangeroni (New York, 24 giugno 1922 - Milano, 13 marzo 2018) è stato un pittore e scenografo statunitense di origine italiana. Allievo di Mauro Reggiani, uno dei padri dell'astrazione nel nostro paese, ha sviluppato un proprio linguaggio pittorico in cui la musica è stato il modello da raggiungere. La forma del cerchio è diventata essenziale in lui nel momento in cui alla fine degli anni Cinquanta ha cominciato ad abbandonare la figurazione e successivamente l'Informale e il colore, per una forma di astrazione costruita sui ritmi e sulla ripetizione, sempre differente... -
L' oro di Giovanni. Il restauro della Croce di Mercatello e il Trecento riminese
Il volume raccoglie gli studi storici, critici e iconologici per la mostra nata intorno all'epocale restauro della Croce dipinta realizzata da Iohannes (Giovanni), capostipite della Scuola Riminese del Trecento, per la Chiesa di San Francesco a Mercatello sul Metauro. Il volume a cura di Daniele Benati e Alessandro Giovanardi è arricchito dagli interventi di Tommaso Castaldi e Fabio Massacesi e dalle fotografie inedite di Gilberto Urbinati. -
La curia romana nell'età moderna. Istituzioni, cultura, carriere
Questo volume affronta alcuni aspetti del rapporto tra la Curia romana e le realtà ecclesiali e religiose, sociali e politiche, della Chiesa cattolica nell'età moderna: dalla fiscalità spirituale pontificia alle Congregazioni del Sant'Uffizio e dei Riti, fino alle riforme dello Stato e della Curia, nello scorcio del Seicento. Una galleria di ""ritratti"""", dal cardinale Giulio Antonio Santoro a Scipione Gonzaga e Guido Bentivoglio, fino al cardinal nipote Ludovico Ludovisi, ci conduce, dal """"gran teatro del mondo"""" della Roma della Controriforma, alle trasformazioni operate, agli inizi del Settecento, nella cultura del personale curiale attraverso i suoi legami con l'Europa della """"repubblica delle lettere"""". Pagine diverse, che seguono un'intensa stagione storica e che rappresentano un più che ventennale percorso di ricerca, qui offerto nell'intento di sollecitare nuove riflessioni."" -
Le origini della giurisprudenza medievale. Una storia culturale
"Questo è uno di quei rari libri destinati a segnare una svolta nel corso normale degli studi in settori specifici della conoscenza. Non si tratta, in senso stretto, di un libro di storia del diritto medievale. È piuttosto un innovativo e documentato affresco, tracciato secondo una prospettiva del tutto inedita, di un momento di passaggio decisivo per la storia della cultura occidentale: quando, come e dove rinasce, dopo secoli di oblio, una scienza legale in Occidente? E perché? E a chi attribuirne il merito? Queste le domande poste dall'americano Radding e affrontate con sguardo libero da quei condizionamenti e pregiudizi che invece tanto hanno gravato, e tuttora spesso gravano, su quanti affrontano l'epoca del """"Rinascimento giuridico"""" in una prospettiva imbevuta di una secolare tradizione eurocentrica. A tali domande l'autore, che ha una formazione di storico delle istituzioni e della cultura medievale, fornisce risposte intelligenti e misurate, sempre attente ai dati di fatto, mai lontane dalle fonti. Avversato dalla paludata accademia, proprio per il suo infrangere quadri consolidati e perciò confortanti, il libro di Radding possiede la suggestione e la forza evocativa di un racconto che merita di essere letto anche al di fuori della stretta cerchia degli specialisti.""""" -
Venezia e Dalmazia
È stato un rapporto particolarmente stretto quello che per oltre un millennio ha legato la Repubblica di Venezia e la Dalmazia. Un rapporto che, proprio a causa della particolare vicinanza, fu segnato ripetutamente anche da tensioni. Fu la caduta della Serenissima e il sorgente nazionalismo a trasformare la Dalmazia da un territorio di complessa simbiosi culturale in un'area di conflitti nazionali e contrapposizione etnica. Le modificazioni nel rapporto tra Venezia e la Dalmazia si riflettono particolarmente anche nella storiografia. Proprio negli ultimi anni si è verificato però un forte cambiamento: il dialogo tra storici croati e italiani si è intensificato e sono stati resi accessibili nuovi filoni di ricerca, nei quali si stanno impegnando alcuni dei massimi esperti croati e italiani che intendono mettere in luce questioni di fondamentale importanza della storia della Dalmazia sotto il dominio veneziano (dal Quattrocento al Settecento). -
Vedrai Mirabilia. Un libro di magia del Quattrocento
Nel 1446 l'amanuense principale del manoscritto italiano 1524 della Bibliothèque nationale de France finisce il suo lavoro: questo manoscritto di 236 fogli di pergamena, adornato di miniature di fattura lombarda, offre similitudini con codici appartenuti al duca di Milano Filippo Maria Visconti. Il volume, che sembra essere il risultato di una richiesta di traduzioni, dal latino all'italiano, da parte di un membro laico della corte ducale, raccoglie una quindicina di testi di astrologia e soprattutto di magia, tra i quali una Necromantia con quasi 250 experimenti e una traduzione del trattato di magia rituale Clavicula Salomonis. Tratto originale del volume è la preponderanza della tematica della magia amorosa, in particolare nella Necromantia, di cui i due terzi degli experimenti si riferiscono all'amore e alla sessualità. Questo libro propone un'edizione del manoscritto, preceduta da un'ampia introduzione che descrive questo codice unico nel suo genere e il suo contesto, analizzando le operazioni magiche e le loro motivazioni. L'edizione del testo è seguita da vari indici che permettono al lettore di orientarsi nel dedalo dei testi e delle ricette. -
L' ombra del Kahal. Immaginario antisemita nella Russia dell'Ottocento
Russia, seconda metà dell'Ottocento. La questione ebraica diviene argomento di dibattito pubblico sulle pagine di giornali e riviste. Brafman pubblica ""Il libro del kahal"""", e scatena le fantasie più pericolose dei giudeofobi russi. Kahal, da termine indicante la forma di autogoverno delle comunità ebraiche dell'Europa orientale, acquisisce ora il significato di potenza occulta che, attraverso una cospirazione planetaria, attua il programma di dominazione del mondo, dirige la mano armata del nichilismo nel suo attacco all'Europa, e realizza il progetto di disgregazione fisica e morale dell'Impero russo. A che punto si diffonde in Russia l'idea dell'esistenza di questo kahal segreto? Perché diviene una vera e propria fissazione per un numero crescente d'intellettuali, di letterati, di funzionari, di personalità di governo dell'Impero? In che modo, dunque, la giudeofobia, da sottotesto narrativo, diviene un'accusa reale capace di scatenare terribili pogrom antiebraici? Nel presente saggio l'autore risponde a queste così come ad altre domande esaminando la preistoria dei Protocolli dei Savi di Sion, quel testo che, come scriveva Rollin nel 1939, sarebbe divenuto il più diffuso nel mondo dopo la Bibbia. """"L'ombra del kahal"""" si scosta dai lavori più noti sull'argomento, concentrandosi sulle opere in cui la menzogna diventa realtà e fomenta violenza, disprezzo, politiche antiebraiche, e agisce duramente sul corso delle vite di milioni di sudditi russi di fede mosaica."" -
Papato e politica internazionale nella prima età moderna
Questo volume offre un panorama assai ampio e innovativo su cosa abbia significato e come si sia sviluppata la politica internazionale del papato in età moderna. Oltre a precisare le istituzioni e gli uomini che ne furono i protagonisti, i saggi qui riuniti mettono a fuoco gli obiettivi che il papato si propose rispetto al mondo cattolico, al mondo riformato, ai cristiani delle zone di frontiere con il mondo russo-ortodosso e in Medio Oriente e rispetto agli ""infedeli"""" in Asia e in America. Tutta la complessità del rapporto papato/politica internazionale è qui fotografata, esaminata, spiegata, compreso il suo essere determinata tanto dal carattere multiplo della sovranità papale e dall'evoluzione dei dibattiti intorno ad essa, quanto dal mutare della concezione della sovranità degli Stati e dalla trasformazione dei rapporti di forza internazionali. Contributi di Maria Antonietta Visceglia, Marco Pellegrini, Heinz Schilling, Alain Tallon, Silvano Giordano, Giovanni Piz-zorusso, Mario Rosa, Gianvittorio Signorotto, Bertrand Forclaz, Irene Fosi, Francesco Gui, Stefano Villani, Manuel Rivero Rodriguez, Laura Ronchi De Michelis, Antal Molnàr, Angelantonio Spagnoletti, Giovanni Ricci, Aurélien Girard, Paolo Broggio, Francesca Cantù, Christian Windler, Elisabetta Corsi, Eugenio Menegon."" -
La pittura infamante. Secoli XIII-XVI
A partire dalla seconda metà del Duecento, sulle mura dei più importanti edifici pubblici delle città italiane di tradizione comunale cominciarono ad apparire sorprendenti immagini di persone portate al rogo, impiccate, capovolte, in pose grottesche e offensive. Erano l'espressione di una nuova pratica penale in via di consolidamento e destinata a sopravvivere fino al secolo XVI ed oltre: la pittura infamante. Con essa i depositari del potere pubblico punivano, con tutti i crismi dell'ufficialità, i colpevoli di determinati delitti, seguendo una via consona alla mentalità del tempo. In questo libro - un vero classico di storia medievale, di nuovo disponibile in una edizione aggiornata e ampliata - l'autore esamina la pittura infamante nei suoi più diversi aspetti: dove e quando nacque e si sviluppò, che efficacia ebbe nel giudizio dei contemporanei, quali fini si propose, quali situazioni le furono più congeniali, fino a spiegarne la genesi in riferimento alla particolare evoluzione della società dei comuni, tra guelfismo e ghibellinismo, tra ""grandi"""" e """"popolo""""."" -
Venezia medievale nella modernità. Storici e critici della cultura europea fra Otto e Novecento
In che modo la fase storica iniziata ai primi dell'Ottocento e conclusasi dopo la seconda guerra mondiale concepì, immaginò e ""costruì"""" il Medioevo veneziano? Fu Venezia stessa - la più antimoderna fra le città italiane, dalla forte carica metaforica - a sollecitare uno specifico immaginario storico, cui parteciparono anche medievisti, studiosi e critici della cultura. Questa l'ipotesi di partenza, formulata attraverso un itinerario che intreccia il nuovo interesse per Bisanzio, percepibile a partire dai primi decenni dell'Ottocento e oscillante fra eredità classica e fascino orientale, con la categoria interpretativa del """"Gotico"""", decisiva nel passaggio storico fra XIX e XX secolo, per poi valutare la considerazione della Venezia medievale nel dibattito su origine e natura del capitalismo, e infine come paradigma del colonialismo e dell'imperialismo."" -
Per antiche strade. Caratteristiche e aspetti delle città medievali
Intese nel senso più ampio del termine, oggi come allora le strade sono l'intelaiatura che regge la struttura materiale della città. Il loro insieme selciato e case, ma anche vie d'acqua - è il medium per accedere alle regole che nel Medioevo governavano il vivere comune, metafora di tutto quello che costituisce la fisicità degli spazi della città. Spazi che si diversificano in piazze, slarghi, campi, ""campielli"""", """"sotoporteghi"""", articolandosi in una gerarchia che va dalle """"strate"""" - quelle che noi ora chiamiamo """"maestre"""", generatrici dell'urbanizzazione, quasi sempre eredi di antichi cardini e decumani e di ancor più antiche platee - alle generiche contrade e vie pubbliche, alle veneziane """"fondamenta"""", alle napoletane rue, ai vicoli, ai """"darbi palermitani"""", ai passaggi pubblici derivati da spazi privati trasformati in strettissime vie. Partendo da questo punto di vista apparentemente secondario e in realtà privilegiato, in questo volume l'autrice ripercorre - è il caso di dire - la storia delle città medievali italiane, facendo riferimento a casi esemplari disseminati per tutta la Penisola (e non solo). Oggetto di riflessione diventa quindi ogni cellula che compone la città: abitazioni civili, botteghe, edifici pubblici, acquedotti, canali, sistemi di scolo, ospedali, cimiteri, nella consapevolezza dell'inesistenza di una """"città italiana"""", poiché essa sfugge ad ogni tentativo di inquadramento in categorie e modelli."" -
Roma medievale. Crisi e stabilità di una città 950-1150
Questo è il primo libro che si occupa in maniera sistematica della storia della città di Roma in un periodo cerniera - fra la crisi del papato carolingio intorno al 900 e l'avvento del Senato nel 1143-1144 - col risultato di offrire una serie di conclusioni originali e inaspettate sia sull'economia e sulla struttura sociopolitica di Roma che sulla sua cultura. Sul finire dell'XI secolo Roma era enormemente più grande e ricca di ogni altra città italiana, ed era quindi dotata di una struttura più complessa e articolata; struttura che, nella crisi del secolo seguente, conobbe prima una cristallizzazione delle sue società locali e poi lo sviluppo di nuove forme di aggregazione, culminate con l'avvento del Senato. Si scopre così che il periodo successivo al 1050, per essere compreso, non va rubricato come periodo di ""riforma"""", quanto di """"crisi"""": così lo vissero i veri protagonisti di questo libro, i Romani. Tuttavia, non solo di Roma si occupa il volume. Wickham analizza nel dettaglio ogni aspetto dell'Urbe, la mette a confronto con esperienze coeve di altre città italiane e, dopo un'esaustiva analisi comparativa, riporta Roma al centro dello sviluppo dell'intera Penisola, rivelandone la natura di città fortemente atipica rispetto al resto d'Italia, ma di un'atipicità finora mal compresa.""