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La fucina di Vulcano. I metalli nel mondo antico: storia, tecnologia, conservazione
La conoscenza dei metalli e delle loro potenzialità fu, se non forse la maggiore, certamente una delle principali conquiste degli uomini della protostoria, poiché ne trasformò radicalmente gli usi e i costumi. Questo libro si propone di tracciarne le vicende dalle remote origini, che fornirono temi al mito, alla letteratura, alle arti figurative, fino alle più evolute applicazioni tecniche e formali realizzate nel mondo antico. Le caratteristiche e le peculiarità di ciascun metallo sono esaminate in relazione alla loro diffusione e alla produzione artistica a cui fornirono la materia. Una particolare attenzione viene dedicata alle alterazioni e ai provvedimenti conservativi. Segue l'illustrazione di alcuni interventi di particolare rilievo che confermano come la capillare analisi effettuata attraverso un restauro possa fornire elementi determinanti non solo per la morfologia, la natura e gli aspetti tecnici di un'opera, ma anche per la sua valutazione critica. -
Presidenti. Storia e costumi della Repubblica nell'Italia democratica
L'importanza del ruolo del presidente della Repubblica nell'equilibrio dei poteri emerge fin dalla nascita dell'Italia democratica - ben presente nel dibattito in Assemblea costituente e poi nel testo della Costituzione - e tuttavia la storiografia solo recentemente ha ""scoperto"""" la centralità di questo tema per analizzare le trasformazioni dei costumi repubblicani nel secondo dopoguerra, vale a dire il tessuto civico del paese nel rapporto tra istituzioni e cittadini. Le ricerche che qui si presentano si propongono dunque una prima ricognizione per osservare i comportamenti dei presidenti della Repubblica e decifrarne i codici di comunicazione nell'esercizio delle loro prerogative, nel tentativo di cogliere il diverso """"stile"""" politico con cui si impersona il potere. Ecco allora delinearsi altrettanti terreni di ricerca: le relazioni tra il capo dello Stato e i cittadini; l'uso dei rituali civili e dei simboli nella costruzione dell'identità nazionale; l'immagine (istituzionale e privata) dei presidenti nell'opinione pubblica; il ruolo dei media (stampa, fotografia, radio, cinema, televisione, Internet); l'influenza esercitata dal Quirinale nel delineare l'immagine internazionale dell'Italia. La riflessione storica deve inoltre dare qualche risposta a pressanti questioni di attualità: la personalizzazione della politica, le retoriche populistiche, la crisi di legittimazione del potere nelle democrazie occidentali."" -
Lo Stato del Rinascimento in Italia
Attraverso un'analisi comparativa delle varie e articolate realtà politiche che compongono il mondo italiano dal Trecento al primo Cinquecento, un gruppo internazionale di studiosi propone una rilettura innovativa della storia politica dell'Italia del Rinascimento, che rappresenta anche la più recente ricerca su questi temi. Il mosaico di regni, principati, signorie e repubbliche - nella sua complessità e varietà, e con le sue trasformazioni consente infatti di mettere in campo una serie di temi politici più ampi, comuni a tutti i tipi di stati e poteri insulari, e di affrontare così da un nuovo punto di vista il controverso problema dell'apparente debolezza del sistema politico italiano. Ridefinendo il Rinascimento come un fenomeno principalmente politico, oltre che artistico e culturale, i saggi raccolti in questo volume identificano in questo periodo un momento cruciale della storia dello Stato e un vero e proprio ""laboratorio"""", i cui linguaggi, pratiche e strumenti politici, insieme alle istituzioni pubbliche e di governo, divennero essenziali per l'evoluzione dell'identità politica europea."" -
Vestire la Chiesa. Gli abiti del clero nella Roma medievale
La storia dei vestiti del clero è una storia affascinante perché, studiandoli nella loro evoluzione millenaria, dai manufatti all'ornamentazione, nelle loro forme e nelle loro singole parti, ci si accorge come siano il riflesso di un intreccio continuo tra storia dell'arte e delle immagini, storia religiosa e politica. Nel caso della Roma papale, questi intrecci rinviano sempre a problemi di grande respiro. Ricostruire la storia dei vestiti del clero nei primi secoli significa infatti ripercorrere il modo con cui il cristianesimo si è affermato all'interno della società della Roma antica; significa cioè vedere come elementi simbolici del vestiario dei romani e dell'Antico Testamento siano stati ripresi e adattati per accompagnare e affermare le nuove gerarchie, sia nei paramenti indossati nelle celebrazioni liturgiche, sia nei vestiti portati nella quotidianità. -
La giustizia del vescovo. Società, economia e Chiesa cittadina ad Asti tra XIII e XIV secolo
Il tribunale del vescovo di Asti è il centro di un complesso sistema di relazioni economiche e politiche che innervano la società astigiana del tardo medioevo. I registri redatti fra XIII e XIV secolo dai chierici notai e in generale la documentazione vescovile testimoniano infatti una concentrazione eccezionale di competenze giuridiche e finanziarie presso il tribunale ecclesiastico: dalle questioni relative al credito e all'usura, alle liti matrimoniali, fino ai conflitti politici che dividono le famiglie eminenti. Si delinea bene la capacità della Chiesa astigiana di valutare e di riorganizzare i rapporti sociali e le gerarchie economiche della città grazie a un uso sapiente dei meccanismi di inclusione e di esclusione, in particolare della scomunica. Con gli inizi del Trecento, tuttavia, il coinvolgimento crescente del clero nei conflitti di fazione riduce l'efficacia dell'azione della corte vescovile. Entrano allora in crisi sia la capacità della curia di dare ordine alle relazioni sociali sia il modello ideologico di unità civica sostenuto a lungo dalla Chiesa. -
Valorosa vipera gentile. Poesia e letteratura in volgare attorno ai Visconti fra Trecento e primo Quattrocento
Il mondo delle corti, oggi come già in epoca tardoromantica e positivista, esercita una forte attrazione sui ricercatori e sul pubblico più ampio degli appassionati di storia. Sulla Milano di fine Trecento, in particolare, riverbera la suggestione del grande progetto politico di Gian Galeazzo Visconti, interrotto bruscamente dalla morte nel 1402. E così, soprattutto grazie al libro dedicato da Ezio Levi a Francesco di Vannozzo (1908), si è creata negli studi una vulgata convinta che la Milano del secolo XIV sia stata attraversata da un particolare fervore letterario in volgare, nel quale si sarebbero trovati a convergere molti poeti e letterati dell'Italia Settentrionale. Questa idea richiede oggi una sistematica e severa verifica, che riparta dalla documentazione primaria, e che porti all'attenzione degli studi su testi e problemi a lungo trascurati o completamente dimenticati. Fazio degli Uberti, Francesco di Vannozzo, e un vero ""poeta di corte"""" come l'aretino Giovanni de Bonis, oggi purtroppo quasi inattingibile, insieme ai testi celebrativi e a un manoscritto primo-quattrocentesco fino ad oggi dimenticato, costituiscono gli oggetti delle ricerche di cui il volume dà conto."" -
Lo sguardo lungimirante delle capitali. Saggi in onore di Francesca Bocchi. Ediz. italiana e inglese
Questo volume rende omaggio a Francesca Bocchi, storica delle città medievali, ma con aperture alle età precedenti e successive. Il taglio cronologico dato a ""Lo sguardo lungimirante delle capitali"""" è quindi ampio, come lo spazio geografico che abbraccia. Non si tratta in senso stretto delle capitali di stati nazionali o regionali, ma anche di città a capo di circoscrizioni territoriali più piccole, su cui esse hanno svolto un ruolo dominante."" -
Il dilemma della pace. Femministe e pacifiste sulla scena internazionale, 1914-1939
Quali dilemmi dovettero affrontare le protagoniste del movimento politico delle donne nei nuovi drammatici contesti novecenteschi? Esito di un'ampia ricerca, il volume affronta le vicende dell'associazionismo internazionale femminile nel periodo compreso tra le due guerre mondiali, dagli schieramenti di fronte alla Grande guerra alla ricerca di politiche innovative negli anni Venti e Trenta nel dialogo con la Società delle Nazioni, al giudizio su fascismi e totalitarismi, fino alla scelta tra pacifismo e difesa della democrazia nel precipitare degli eventi nella seconda guerra mondiale. Viene così introdotto, sulla base di una rigorosa analisi delle fonti, uno sguardo innovativo sulla storia del secolo appena concluso grazie alla ricostruzione delle grandi questioni della cultura politica delle donne nelle sue tensioni tra affermazione della giustizia per entrambi i sessi, ricerca di politiche di pace e crescita dei diritti e delle libertà delle donne e di tutti gli esseri umani. -
Narrazioni e strategie dell'illustrazione. Codici e romanzi cavallereschi nell'Italia del Nord (secc. XIV-XVI)
Mettendo l'accento su codici e testi a stampa illustrati, prodotti e circolanti nell'Italia del Nord tra i secoli XIV e XVI, questo volume studia la relazione che lega la narrazione cavalleresca al ricco patrimonio figurativo che l'accompagna o cui ha dato origine (miniature, illustrazioni a stampa, decorazioni pittoriche che abbelliscono palazzi pubblici o privati, oggetti d'uso quotidiano). La centralità della materia cavalleresca nell'ambito del discorso di autorappresentazione e idealizzazione costruito dalle signorie padane tra Medioevo e Rinascimento costituisce un dato di fatto già messo in luce dalla critica. I saggi qui riuniti intendono promuovere una prospettiva interdisciplinare che consenta di affrontare la lunga durata che caratterizza il fenomeno, nonché la molteplicità e l'eterogeneità di forme attraverso cui si esprimono e si declinano gli ideali cavallereschi in tale contesto storico-culturale. Il volume propone inoltre, in anteprima, l'analisi di una recente trouvaille, vale a dire un microfilm che ci restituisce copia parziale di un testimone scomparso di uno dei più importanti cicli arturiani, il ""Guiron le Courtois""""."" -
Barcarola. Il canto del gondoliere nella vita quotidiana e nell'immaginazione artistica
La canzone da gondola veneziana, o barcarola, è strettamente legata alla storia di Venezia. A partire dalla metà del Settecento e sino al Novecento, la Barcarola si è sviluppata anche a livello strumentale e in ambito operistico, sino a divenire un genere europeo. In questo modo si è progressivamente allontanata dal contesto originario, contribuendo così alla diffusione dell'immaginario di Venezia in tutta Europa. Al centro di questo volume vi sono canzoni da battello e barcarole, cantate nelle serenate sul Canal Grande, come anche quei canti dei gondolieri circonfusi di leggenda, che avrebbero ripreso alcune stanze della Gerusalemme liberata del Tasso. Attraverso le testimonianze di Rousseau e di Goethe, il topos del ""gondoliere che canta"""" diviene una componente fondamentale dell'immagine di Venezia che si va diffondendo in tutta Europa. Anche compositori come Mendelssohn, Rossini e Wagner hanno trovato ispirazione nei canti veneziani e in quelli da gondola. La barcarola si è sviluppata tuttavia pure nel contesto cittadino: considerata """"canzone veneziana"""" da Giovanni Battista Perucchini (1784-1870) fino ad Antonio Buzzolla (1815-1871)."" -
I podestà sulle sponde del Rodano. Arles e Avignone nei secoli XII e XIII
Il governo del podestà è un'istituzione distintiva della civiltà comunale italiana. Come interpretare allora la sua diffusione e la sua rapida evoluzione in Provenza, nelle grandi città della bassa valle del Rodano? La storiografia italiana non ha mai tratto sufficientemente profitto da questa esperienza provenzale che, in verità, è durata solo qualche decennio prima della conquista da parte dei principi capetingi. Il percorso dei comuni di Arles e Avignone, nonostante la breve durata, non condiziona solo la storia del basso Rodano tra XII e XIII secolo, ma influenza profondamente anche i secoli successivi, caratterizzati dalla dominazione delle monarchie angioine e pontificie. Se quello che accade in questa terra permette di relativizzare l'eccezione italiana, le vicende dei comuni del basso Rodano consentono anche di meglio comprendere il ruolo dei principi francesi e del papato avignonese, nella storia provenzale e in quella italiana. -
L' Italia vista dal Cremlino. Gli anni della distensione negli archivi del comitato centrale del PCUS, 1953-1970
Alla morte di Stalin la leadership sovietica elaborò una politica estera più flessibile rispetto al passato, dando avvio a una nuova fase nella guerra fredda volta a perseguire la distensione tra i blocchi. A una politica bipolare aggressiva si sostituì gradualmente una nuova forma di competizione tra sistemi, nella quale l'Italia tentò di ritagliarsi spazi di azione ""originali"""", che rispondevano all'ambizione di giocare un ruolo di mediazione nelle relazioni tra Est e Ovest. La presenza di un grande partito comunista, l'eccellenza del """"made in Italy"""" e la preparazione alla formula del centro-sinistra sin dalla metà degli anni Cinquanta suscitarono le attenzioni del Cremlino e innescarono nuove dinamiche nelle relazioni bilaterali. La raccolta di documenti inediti provenienti dall'Archivio del Comitato Centrale del Pcus permette di ricostruire il punto di vista sovietico su quegli anni e analizzare da una nuova prospettiva diversi snodi della storia italiana del dopoguerra. Il '56, la crisi di Berlino, la nascita del centro-sinistra, i legami Pci-Pcus, il '68, sono solo alcuni dei temi che le pagine della raccolta permettono di approfondire."" -
La storia di genere in Italia in età moderna. Un confronto tra storiche nordamericane e italiane
L'obiettivo di questo volume è fare dialogare storiche americane e italiane riguardo alcuni temi della gender history relativamente alla prima età moderna. Il confronto evidenzia l'importanza di mantenere sempre attivi i contatti fra le due storiografie: quella americana, caratterizzata dalla volontà di sintetizzare e contestualmente ampliare con nuovi indirizzi di interpretazione la storia della società europea; e quella italiana, in grado di produrre sovente ricerche di grande spessore storiografico anche attraverso l'indagine sulle fonti, ma a volte manchevole nell'allargare il suo sguardo all'orizzonte extra-italiano, europeo e globale. Infine, pur senza alcuna pretesa di completezza, attraverso una decina di casi si propone un bilancio su molte delle più importanti iniziative che hanno avviato e arricchito, con notevoli risultati, la gender history in Italia. -
Frontiere aperte. Musulmani, ebrei e cristiani nella Repubblica di Venezia
Nel quadro mobile della frontiera veneto-ottomana, specchio del variegato ponte che univa Venezia all'Impero turco, emerge la labilità di un confine dinamico, caratterizzato da continui attraversamenti delle barriere geografiche e religiose. Vengono alla luce realtà plasmate dalla circolazione delle cose e delle persone, storie individuali di duplice appartenenza, profondamente segnate dalla coesistenza con l'altro. Del complesso contesto sociale della città di Venezia si ricostruisce qui la realtà segnata dalla presenza di minoranze orientali in contatto quotidiano con i sudditi della Serenissima, mettendo in luce le multiformi relazioni che nell'età moderna hanno interessato gli abitanti delle opposte sponde del Mediterraneo. Si delinea così una frontiera porosa, aperta allo scambio e alla contaminazione, che induce a leggere in modo nuovo la storia dei rapporti tra turchi, ebrei e cristiani. -
Delle cause della grandezza delle città
Quali sono i fattori della crescita urbana? Per quali motivi alcune città si sviluppano più di altre? Come spiegare perché in certi casi la popolazione di un dato luogo cessa di aumentare? Sono domande che animano tuttora le scienze sociali, e che troviamo già perfettamente enunciate in questo classico del pensiero urbano europeo, pubblicato da Giovanni Botero nel 1588. Stimolato dall'enorme ampliamento delle conoscenze in seguito alle scoperte geografiche cinquecentesche e fondato su un metodo comparativo allora inedito, questo libro - nel proporre un approccio ""globale"""" alle questioni urbane - illustra una nuova, aurorale, idea di città."" -
Cultura oltremontana in Lombardia al tempo degli Sforza (1450-1535)
Eletto duca di Milano nel 1450, Francesco Sforza inaugura una nuova dinastia che cerca di legittimare attraverso una politica culturale ispirata a quella della corte di Borgogna. Il gusto artistico di Filippo il Buono (1420-1467) e di Carlo il Temerario (1467-1477) impongono un rinnovamento della musica, della letteratura e della pittura che si diffonde in tutta Europa attraverso i canali diplomatici ed economici. Milano ricopre un ruolo essenziale nella ricezione e nella diffusione del modello borgognone in Italia, grazie ai suoi rapporti politici privilegiati con la Francia e il ducato di Savoia, che favoriscono l'acquisto di opere d'arte e il reclutamento di artisti, e grazie alla sua situazione geografica alle porte delle Alpi. Nel 1479, l'avvento di Ludovico il Moro determina un orientamento più italiano del gusto della corte sforzesca e l'attività di artisti quali Bramante e, soprattutto, Leonardo, contribuisce all'elaborazione di un modello lombardo che si diffonde a sua volta a nord delle Alpi e che permette di forgiare un'identità culturale propria al ducato. I diversi saggi che compongono il volume servono proprio a comprendere questi processi, le dinamiche della trasmissione di modelli nordici, la loro elaborazione da parte di artisti lombardi e settentrionali a contatto con l'arte leonardesca nella Milano sforzesca. -
Idee e movimenti comunitari. Servizio sociale di comunità in Italia nel secondo dopoguerra
Quale ruolo ha effettivamente svolto il servizio sociale nei vari ambiti e contesti in cui si è esplicata la sua attività? Che tipo di risposte ha saputo o potuto dare ai molteplici bisogni cui di volta in volta è stato chiamato a rispondere? E quale contributo ha fornito alla costruzione del nuovo welfare che la Repubblica, non senza difficoltà, veniva definendo dopo il secondo conflitto mondiale? Partendo dai dati emersi nel corso del VI incontro di studio Sostoss, tenutosi a Roma il 28 maggio 2013, arricchiti da ulteriori riflessioni, fonti e analisi, i testi raccolti in questo volume provano a tracciare un quadro critico della presenza e del ruolo del servizio sociale nel nostro paese. In particolare, è descritto e analizzato l'impegno della professione nei programmi sociali a carattere comunitario a favore di comunità territoriali, nelle periferie urbane e nelle aree rurali di vecchio e nuovo insediamenti, nel periodo compreso tra la fine della guerra e gli anni Settanta. -
Il diavolo in paradiso. Diritto, teologia e letteratura nel «Processus Satane» (sec. XIV)
Il diavolo sale in Paradiso, deciso a riprendersi l'umanità utilizzando un nuovo formidabile strumento: il processo. Possibile? Composto nel XIV secolo, tramandato come opera giuridica falsamente attribuita a Bartolo da Sassoferrato, il ""Processus Satane"""" è un processo simulato, in forma di dialogo, fra il diavolo, Cristo e la Madonna. Bollato come opera minore e pressoché ignorato dalla storiografia, il testo costituisce in realtà uno straordinario esempio di sincretismo culturale: il linguaggio della teologia serve al diritto come fonte di legittimazione, e di contro la costruzione escatologica e la stessa teoria della Salvezza sono impiantate su una struttura giuridica. In questa prospettiva, il """"Processus Satane"""" viene qui riproposto come punto di osservazione ideale per cogliere le interazioni di una cultura poliedrica e complessa, insieme di teatro e di letteratura, di diritto e di teologia, di scuola e di piazza."" -
L' elogio della sconfitta. Un trattato inedito di Teodoro Paleologo, marchese di Monferrato
Il manoscritto 11042 della Bibliothèque Royale di Bruxelles contiene due trattati del marchese di Monferrato Teodoro Paleologo (1291 ca.-1338), conservatici solo nella versione francese del traduttore normanno Jehan de Vignay. Il primo è un famoso scritto sull'arte militare e di governo, mentre il secondo, di cui qui si presenta l'editio princeps e una traduzione italiana, è un breve testo contenente riflessioni personali di Teodoro. A dispetto del titolo, non si tratta di un tentativo di analisi socioeconomica della realtà del tempo. In effetti, l'autore si concentra soprattutto sulla condanna della ricchezza in quanto tale, che lo conduce all'affermazione dell'assoluta impossibilità di conciliare etica e prassi politica: abbandonata per sempre la speranza di ottenere le insegne della monarchia universale, Teodoro trasfigura il proprio personale fallimento in un duro atto di accusa verso l'ingiustizia del mondo. Un piccolo classico ""eterodosso"""" del pensiero politico bizantino."" -
L' eredità della Resistenza. Storia, cultura, politiche dal dopoguerra a oggi
In questo dettagliato studio a carattere interdisciplinare, lo storico inglese Philip Cooke prende in esame la duratura e contrastata eredità della Resistenza, ricostruendo i mutevoli e ambivalenti atteggiamenti sviluppati dai principali partiti politici e dalle istituzioni repubblicane nel corso del loro ambizioso progetto di edificazione di una nuova nazione sulle rovine del fascismo e della seconda guerra mondiale. Utilizzando romanzi, film, documentari, giornali, diari, monumenti, quadri, musei, l'autore illustra le modalità con cui, in un lungo arco di tempo, la politica, la storia e la cultura italiane hanno interagito fra loro, mette in discussione stereotipi ""di parte"""", come quello dell'egemonia comunista sulla memoria, e rilegge la storia del secondo dopoguerra da una prospettiva inedita e innovativa, che diventerà un imprescindibile punto di riferimento per chiunque vorrà riflettere sulla Resistenza e con essa sull'intera vicenda dell'Italia contemporanea.""