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«Ego quirina». Testamenti di veneziane e forestiere (1200-1261)
A Venezia e nel suo Ducato l'uso di far testamento ebbe un lungo e rilevante sviluppo, dai primi, rari documenti del secolo IX alla vastissima produzione tardomedievale. Le vicende di questo tipo di fonte sono infatti molto legate a quelle di una popolazione alacre e movimentata e di uno Stato sempre più vigile ed accuratamente strutturato. Ma riguardano anche la storia della cultura, della lingua e dell'alfabetizzazione, del diritto e delle relazioni familiari, delle istituzioni e credenze religiose, della realtà materiale. I testamenti femminili di questa edizione, quasi un centinaio (quelli sinora trovati per gli anni 1200-1261, periodo molto intenso della vita comunale e del dominio mediterraneo) indicano facoltà e prerogative delle donne libere, di ogni appartenenza sociale, mettendo in luce la loro notevole autonomia. Una condizione determinata sia dalla forte espansione economica e dall'attività mercantile, che impegnava in diversi luoghi, anche lontani, buona parte della popolazione maschile, sia dall'influsso dell'antica tradizione giuridica romana e bizantina. -
Chronicon bellunense (1383-1412)
Questo volume, frutto del lavoro e dell'impegno del Comitato per la pubblicazione delle fonti relative alla Terraferma veneta, realizzato con il contributo della Regione del Veneto, rappresenta di uno degli esiti più significativi nel panorama delle cronache venete medievali. L'autore, Clemente Miari, giureconsulto e canonico di Belluno, risulta, dalle cronache pervenute, osservatore attento e puntuale dei vari aspetti e pieghe della vita bellunese tra fine Trecento e inizio Quattrocento, un periodo storico decisivo per la storia di questo territorio e per la Terraferma veneta: numerosi gli intrecci che già allora legavano Belluno e la valle del Piave con Venezia, con Treviso, Padova come luogo di studi e con il Veneto Orientale più ingenerale, dando luogo ad una relazione cosi forte e stretta, da non portare che ad un comune destino. Grazie all'attività condotta con attenzione e con rigore scientifico da giovani e promettenti studiosi sotto la guida di esperti docenti delle Università della nostra regione, nello specifico, Verona e Padova, anche Belluno può ora vantare l'edizione 'definitiva' di una sua cronaca medievale (sinora nota solo in una traduzione italiana ottocentesca), cosi come le altre maggiori città della Marca Trevigiana. Questa pubblicazione costituisce una testimonianza dell'attenzione che la Regione del Veneto intende prestare al sostegno della ricerca storica finalizzata alla produzione editoriale, strumento efficace ed imprescindibile per la circolazione della conoscenza. -
Ai margini dei giganti. La vita intellettuale dei romani nel Trecento (1305-1367 ca.)
Un antico pregiudizio incombe sulla vita culturale di Roma nel Trecento. Abbandonata dai papi, in questo periodo stabili ad Avignone, la città è considerata dai più come un luogo decadente, privo di fermento; a volte come una sorta di centro minore rimasto ai margini delle più rinomate Firenze e Padova, culle dell'Umanesimo, altre volte persino come un deserto, rinverdito dai due soli nomi di Francesco Petrarca e Cola di Rienzo. Ripartendo dalle fonti coeve e dialogando con la storiografia più recente, questo libro si propone di restituire all'Urbe la vivacità culturale che le apparteneva, portando alla luce gli eventi, i gruppi, gli individui, i libri, le letture e le scritture che andavano a comporre un panorama complesso, variegato e in fondo non così distante da quello dei più noti centri di cultura dell'Italia comunale e signorile. -
La Scuola grande di San Marco e le scuole in Venezia tra religiosità laica e funzione sociale
Ci sono volumi e incontri di studio che - al di là delle ragioni della ricerca - vogliono segnare la particolarità di uno speciale momento. Con quest'opera sulla Scuola grande di San Marco si è voluto celebrare il recupero di un bene culturale di straordinario prestigio: appunto la Scuola grande di San Marco. Antica sede della confraternita ('scuola', nel linguaggio veneziano) intitolata al protettore di Venezia, istituita nel pieno Duecento e presto destinata ad essere tra quelle più prestigiose della Serenissima, in età napoleonica l'antica sede, dopo la soppressione della confraternita (I807), fu trasformata prima in ospedale militare austriaco e in seguito in ospedale civile, con profonde alterazioni e danni. Rimasto di proprietà dell'ente ospedaliero veneziano, dopo importanti opere di restauro l'edificio è stato riaperto al pubblico nel 2013 e per celebrare questo evento si è organizzato l'incontro i cui risultati vengono ora proposti ai lettori. Il riferimento alla confraternita marciana e alla sua sede è stato l'occasione per l'analisi degli aspetti principali di una religiosità laica la cui preminente funzione sociale continua per certi versi nella odierna funzione ospedaliera. -
Generazioni di sentimenti. Una storia delle emozioni (600-1700)
"Generazioni di sentimenti"""" è un libro che offre tutta la novità degli studi recenti di storia delle emozioni, uno dei più interessanti e nuovi filoni della ricerca storica internazionale. Barbara Rosenwein esplora varietà, trasformazioni e costanti dei sentimenti espressi da numerose comunità emotive nell'arco di undici secoli di storia europea, dal medioevo alla prima età moderna. I capitoli si concentrano in particolare su Francia e Inghilterra e toccano comunità disparate - quelle del monastero inglese di Rievaulx (XII sec.) e della corte ducale di Borgogna (XV sec.), ad esempio - valutando i modi in cui le norme emotive e le forme espressive rispondono agli ambienti sociali, religiosi e culturali, e come a loro volta creano quegli ambienti. Unendo le emozioni sperimentate """"sul campo"""" a quelle teorizzate nei trattati di Alcuino, Tommaso d'Aquino, Jean Gerson e Thomas Hobbes, questo studio mette finalmente a disposizione un racconto nuovo e profondo della vita emotiva occidentale." -
Il posto di ciascuno. Fratelli, sorelle e fratellanze (XVI-XIX secolo)
Cosa significava avere un fratello o una sorella nell'Europa di antico regime? In che modo funzionava la rete dei sostegni parentali in un mondo di rapporti poco ""liquidi"""", nel quale il familismo non aveva una connotazione negativa? Questo libro affronta tali questioni osservando anzitutto come si comportavano i fratelli tra loro e quanto litigavano sulle cose di casa; ma si occupa anche dell'amore fraterno come ideale cristiano e dello spirito che animava le fratellanze di mestiere o che serrava i ranghi dei fratelli in armi. Ogni relazione tra fratelli e sorelle aveva e ha una doppia vita: quella delle esistenze quotidiane, che lo scavo negli archivi restituisce nella sua materialità; e quella pensata, immaginata, idealizzata nei discorsi e raffigurata nei dipinti. I quadri, la disposizione delle stanze nelle piante degli architetti, i trattati giuridici, quelli di medicina e di geografia, le decisioni dei tribunali e persino gli atti notarili servivano infatti a definire la posizione da ricoprire all'interno di un gruppo coeso di simili: un posto ben preciso che ciascuno poteva accettare o negare, ma che era inequivocabilmente il suo."" -
Ortodossi nel Mediterraneo cattolico. Frontiere, reti, comunità nel Regno di Napoli (1700-1821)
Durante i secoli dell'età moderna, la penisola italiana - centro del Mediterraneo cattolico - era attraversata da un intenso movimento di uomini, beni e comunità provenienti dall'Oriente ortodosso. Permeata dalle reti e dalle strutture di controllo della Chiesa romana, quest'area assunse sempre di più i connotati di una frontiera, di uno spazio in cui le tensioni e gli antagonismi generati dalle differenze confessionali talvolta si andarono cristallizzando, talaltra lasciarono il posto agli scambi, ai contatti e alle finzioni identitarie. Allontanando lo sguardo dalle civiltà e dalle loro ""singolari permanenze"""", le relazioni tra Occidente latino e Oriente ortodosso sono qui ricostruite attraverso il racconto delle vite ordinarie di medi e piccoli mercanti, soldati e religiosi e del loro complesso mondo relazionale. Analizzando l'esperienza greca del potere cattolico, l'autrice affronta in modo problematico il ruolo della religione nella costruzione delle solidarietà diasporiche e il problema dei confini e delle identità confessionali dentro un mondo in transizione."" -
Monferrato 1613. La vigilia di una crisi europea
Per alcuni secoli il Monferrato fu un territorio conteso tra le dinastie dei Savoia e dei Gonzaga. La vicenda sembrò risolversi nel 1536, quando l'imperatore Carlo V lo assegnò alla corte di Mantova. Ma i duchi di Savoia non accettarono la decisione e nel 1613 Carlo Emanuele I, per rivendicare le ragioni dinastiche, scatenò una guerra che presto assunse dimensioni europee. Il duca si impadronì di quasi tutto il Monferrato, esclusa l'importante cittadella di Casale. Iniziò così la prima Guerra del Monferrato, combattuta tra il 1613 e il 1617. Molto meno nota della Seconda Guerra del Monferrato (1627-1630), questa prima crisi monferrina costituì uno dei principali eventi che anticiparono la Guerra dei Trent'anni, che coinvolse l'Europa dal 1618 al 1648. Un gruppo internazionale di storici ha voluto colmare tale lacuna storiografica mettendo in luce, attraverso una copiosa documentazione proveniente dai principali archivi europei, il carattere non solo locale del conflitto. Una guerra che inizialmente vedeva interessati due principati italiani, finì infatti per coinvolgere la Francia, la Spagna, l'Impero, e i più importanti Stati italiani. -
storica
"Storica"""" è una rivista fondata in Italia nel 1995, che accoglie contributi, oltre che in italiano, in inglese, francese e spagnolo. La rivista vuole essere un luogo di discussione sulla natura, le regole e le finalità della storiografia, aperto a tutte le discipline interessate alla riflessione sul passato. """"Storica"""" pubblica tre tipi di testi: saggi veri e propri (nelle sezioni Primo piano e Filo rosso), discussioni a proposito di uno o più libri (Questioni) e ampie recensioni critiche (Contrappunti). I saggi sono sottoposti a peer review." -
S. Giorgio Maggiore. Vol. 1: Inventario
Un inventario analitico d'archivio è per sua natura un lavoro arbitrario. Al di là delle intitolazioni testuali, delle indicazioni cronologiche, dei dati quantitativi, degli elementi estrinseci, di tutto ciò che gli standard archivistici prescrivono che venga segnalato, che cosa scriviamo in più? Evidentemente non tutto, ma ciò che ci pare tipologicamente non consueto o interessante per la notorietà dei personaggi che si incontrano o rilevante dal punto di vista giuridico o per l'intervento di magistrature nelle vicende che si sono svolte? Gli archivisti sono talvolta influenzati da interessi occasionali (un convegno di studi, una conversazione in archivio, una richiesta di notizie di qualche ricercatore, una lettura stimolante) e quindi tendono a metterne in evidenza i dati relativi. Anche con la maggiore oggettività non siamo lontani dalle deprecate ""cose notevoli"""" degli indici di opere sette-ottocentesche. Né, ampliando per ipotesi la quantità di elementi riportati (ed allungando forse in modo sproporzionato il testo), saremmo in grado di rispondere al desiderio del ricercatore di qualsiasi materia di trovare facilmente ciò che desidera. (Dalla Premessa)."" -
Il mistero provenzale di sant'Agnese. Ediz. critica
Segnalato da Gianfranco Contini quale reperto preziosissimo ""della primitiva sintesi poetico-musicale (o piuttosto musicale-poetica) del teatro medievale"""", il Mistero provenzale di sant'Agnese, tramandato dal codice Chig. C. V. 151 della Biblioteca Apostolica Vaticana, rappresenta forse la testimonianza più rilevante della drammaturgia medievale in lingua occitana. Opera di indubbio interesse linguistico quale documento della varietà scritta e parlata in Provenza, essa ha suscitato l'attenzione degli studiosi anche per la specifica presenza di brani lirici ispirati a motivi musicali sacri e profani, comprese alcune fra le più celebri composizioni trobadoriche. Attualmente strutturato in tre """"atti"""" fondamentali (il Giudizio, il Lupanare e il Martirio), del Mistero non colpisce soltanto la forza drammaturgica, ma anche la ricchezza delle didascalie, redatte in un latino di influsso fonetico largamente occitano. Parimenti, la varietà dei personaggi non impedisce la nettezza dei loro singoli profili. Notevole è infine l'effetto della messinscena, con tanto di apparizioni angeliche e demoniache fino alla miracolosa crescita dei capelli (scenicamente risolta mediante l'invio ad Agnese, da parte di un angelo, di un indumentum capillorum) e al rogo della martire. Con traduzione e trascrizione delle melodie."" -
Il «Libre de Barlam e de Josaphat» e la sua tradizione nella Provenza angioina del XIV secolo
Della Storia di Barlam e Josaphat che ha affascinato il Medioevo, l'Occitania ha custodito un solo testimone, il manoscritto trecentesco Paris, Bibliothèque nationale de France, fr. 1049, prezioso anche per un piccolo ciclo iconografico (di cui questo volume offre la riproduzione fotografica) contenente una rara rappresentazione a piena pagina dell'albero dei sette peccati capitali e una prospettiva ""a libro aperto"""" della bestia d'enfern dell'Apocalisse di san Giovanni. Nella prima parte lo studio considera il manoscritto dal punto di vista codicologico, paleografico e storico-artistico. Successivamente si sofferma sulla devozione francescana-angioina, sul culto di Ludovico di Tolosa e sulle correnti spirituali che nel primo quarantennio del XIV secolo avevano percorso la Provenza, protette e tutelate da Roberto d'Angiò e Sancia di Maiorca. Nell'ultima parte si presenta l'edizione critica (la prima di questo fondamentale testo provenzale ad apparire in italiano e la prima in assoluto a studiare il codice nella sua interezza) del Libre de Barlam et de Josaphat con analisi linguistica, commento al testo e glossario."" -
«Camminare col proprio tempo». Il femminismo cristiano di primo Novecento
Italia, primi del Novecento. La Chiesa, sotto il pontificato di Pio X, inasprisce le sanzioni disciplinari nei confronti di ogni tentativo di rinnovamento, proprio mentre alcune organizzazioni milanesi sperimentano forme nuove di impegno sociale e di partecipazione democratica. Tra queste anche il Fascio femminile (attivo a Milano tra il 1901 e il 1908), dotato di un progetto particolarmente originale per gli strumenti e le idee: rivendica per le donne i fondamentali diritti civili e politici, fino ad avvicinarsi, per alcuni aspetti, alle battaglie del femminismo laico. Questo volume si propone di indagare l'evoluzione delle posizioni del femminismo cristiano attraverso il caso milanese, mettendone in evidenza il ruolo di ricettore e catalizzatore di una fitta rete di rapporti sia con le varie anime dell'emancipazionismo e del riformismo religioso che con l'ambiente della diocesi ambrosiana e della curia romana, evidenziando per ognuno di essi le continuità e le cesure. -
Al crocevia della storia. Poesia, religione e politica in Vittoria Colonna
Con questo libro viene fatto il punto sugli studi più recenti intorno a Vittoria Colonna, figura chiave della cultura italiana nel Cinquecento, protagonista della vita letteraria, religiosa e politica in Italia. Oltre a essere stata la prima italiana - unica tra tutti i poeti, uomini o donne alla cui poesia sia stato dedicato un intero volume a stampa, fu anche la prima a beneficiare di un'edizione con commento mentre era in vita. Tuttavia non fu solo un'attrice di primo piano della scena letteraria del tempo. Vittoria Colonna fu, infatti, anche parte attiva delle controversie religiose e politiche del secolo XVI. Appartenente a una delle famiglie più potenti di Roma, amica tra gli altri di Bembo, Michelangelo, Pole, Ochino, la poetessa fu personalmente implicata in molte delle vicende più significative del periodo. Questo libro, attraverso una disamina dell'intera produzione di Vittoria Colonna e un'analisi dello scenario più ampio, religioso e culturale, al quale partecipava, aiuta a comprendere tali interpretazioni in modo innovativo e a capire così anche tutta un'epoca. -
Dante e i confini del diritto
Questo saggio rappresenta il primo studio complessivo della struttura giuridica su cui si regge la Divina Commedia, colmando in questo modo una lacuna nella bibliografia critica del poema. Justin Steinberg mostra come Dante immagini un aldilà dominato da leggi, giurisdizioni, funzionari e giudici, servendosi però di questo sistema articolato per esplorarne soprattutto le eccezioni. L'autore della Commedia viene così inserito nel dibattito contemporaneo sui rapporti fra letteratura e diritto, sullo stato d'eccezione e sulla sovranità. Dante sentiva che nel mondo reale il sistema giuridico era sempre più minacciato dalla doppia crisi della Chiesa e dell'Impero, dagli abusi e dagli eccessi dei papi e dall'assenza di un vero imperatore. Steinberg mostra come la costruzione dantesca di un oltremondo cerchi di colmare il vuoto che esisteva fra il valore universale del diritto romano e la mancanza di un potere sovrano in grado di applicarlo. -
Sonnambuli verso un nuovo mondo. L'affermazione dei comuni nel XII secolo
Nel quadro della disintegrazione del Regno d'Italia, tra XI e XII secolo, una nuova forma di governo collettivo - il comune - si affermò nelle città del Centro e del Nord. Sonnambuli verso un nuovo mondo considera questo processo in modo profondamente nuovo, mutando completamente la nostra lettura di una delle più importanti novità politiche e culturali del mondo medievale. Grazie al quadro articolato delle strutture sociali e di potere di tre città - Milano, Pisa e Roma - poste poi a confronto col vivace sfondo delle altre città italiane, Chris Wickham mostra come lo sviluppo di una delle prime forme di governo non regio dell'Europa medievale si sia compiuto senza che gli esponenti delle élite cittadine fossero realmente consci di creare qualcosa del tutto nuovo, muovendosi come sonnambuli, senza una chiara consapevolezza del radicale mutamento in atto. -
Musa medievale. Saggi su temi della poesia di Venanzio Fortunato
Venanzio Fortunato, poeta latino del VI secolo, ha costituito un ponte tra la cultura antica e quella medievale. Nato a Valdobbiadene e formatosi a Ravenna, estremo fortilizio italico della cultura classica, Venanzio visse nella ferrosa Gallia merovingia, dove poté brillare come poeta grazie al riparo offertogli da Radegonda e Agnese, nobildonne ritiratesi in un monastero con le quali intrecciò un affettuoso legame cantato in versi che sembrano anticipare la lirica cortese. Profondo conoscitore dei classici ma anche ardito sperimentatore, è stato a sua volta considerato un classico e perciò è stato ammirato e imitato da un nutrito stuolo di poeti medievali, Dante compreso, ma qualcosa della sua poesia si rintraccia ancora in Foscolo, Huysmans, Joyce e perfino in Reinhold Messner e anche nella musica di Pierluigi da Palestrina, Giacomo Puccini e, inaspettatamente, di un gruppo tedesco folk metal. Al di là delle riprese puntuali, a Venanzio la tradizione poetica occidentale deve soprattutto lo spudorato rilancio di quel gusto per le scintille di parola che secoli dopo si chiamerà barocco. -
Alboino. Frammenti di un racconto (secc. VI-XI)
Alboino è il re dei Longobardi che nell'anno 568 prese l'Italia con un grande esercito di barbari, fondandovi un regno che sarebbe resistito per oltre due secoli. Pochi mesi dopo la conquista, il grande sovrano veniva assassinato nel suo palazzo di Verona da alcuni uomini del suo seguito con la complicità della moglie. La figura di Alboino proiettò un'ombra obliqua sulla vicenda del regno, divenendo un personaggio di primaria importanza per la storia e l'autorappresentazione dei Longobardi. In un processo apparentemente contraddittorio, il suo racconto si arricchì nella testimonianza degli autori che vissero sempre più distanti dagli anni della sua morte, guadagnando elementi narrativi che riflettevano necessità contemporanee. Restituite al loro contesto, le narrazioni sul re permettono di dischiudere un angusto accesso che tortuosamente conduce il lettore alla secolare storia dei Longobardi e all'evolversi della loro identità. -
Il lavoro delle donne nelle città dell'Europa moderna
Come viveva una lavoratrice in una città dell'Europa moderna? Che opportunità le si offrivano e quali barriere si opponevano alla sua carriera lavorativa? Quali attività poteva svolgere e a quali salari poteva aspirare? Artigiane, commercianti, balie e prostitute, ma anche mercantesse, artiste, giornaliste e capitane d'industria, le donne ebbero un ruolo fondamentale nell'evoluzione economica della società europea, nonostante i molti limiti che leggi e tradizioni imposero alla loro libertà di azione e movimento. Sulla base di un'ampia bibliografia internazionale e di inedite ricerche d'archivio, questo libro offre una ricca panoramica delle attività economiche delle donne nelle case e nelle botteghe, sulle strade e nei mercati, nei conventi e negli ospedali, inserendole nei grandi mutamenti che caratterizzarono l'età moderna, dalla globalizzazione all'industrializzazione, dalle riforme religiose alla rivoluzione dei consumi, nell'ambito di una vasta area geografica, che va dall'Italia alla Scandinavia, dalla Spagna alla Polonia. -
Generare, partorire, nascere. Una storia dall'antichità alla provetta
Il volume ricostruisce la storia del parto e della nascita in Occidente dal mondo antico ai nostri giorni, analizzandone gli snodi e i cambiamenti più significativi: la fondazione del discorso medicoscientifico nella Grecia antica, la svolta impressa dal cristianesimo, l'affermarsi della figura del chirurgo-ostetrico nel Settecento, la medicalizzazione del parto, fino alla rivoluzione delle tecnologie riproduttive del Novecento. In un percorso appassionante ripercorre una storia tutt'altro che lineare, progressiva od omogenea; densa di permanenze, oltre che di trasformazioni; di confronti, scontri, conflitti. La scelta di tenere insieme ""generazione, gravidanza-parto e nascita"""" esprime l'intento di mettere a fuoco l'evento nella sua interezza e di considerare tutti i soggetti coinvolti, il cui ruolo e rilevanza mutano in relazione alle forme di rappresentazione, risultando cruciali nel condizionare pratiche e principi deontologici. La storia è indagata nelle sue molteplici sfaccettature culturali, sociali, religiose, da cui discendono rituali e pratiche terapeutiche, norme religiose e civili, forme di potere e disciplinamento del corpo femminile. In questa prospettiva si rivela un capitolo cruciale della storia culturale, sociale e di genere, un osservatorio fondamentale per la storia delle donne, oltre che uno strumento indispensabile per capire la complessa realtà del presente.""