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Il postino di Mozzi
Lui è un uomo metodico. Sa di voler scrivere e lo fa anche con una certa bravura. E pare abbia anche individuato la persona giusta per far emergere le sue doti. Per questo invia sempre le sue proposte letterarie a un geniaccio della letteratura qual è Giulio Mozzi. Purtroppo, pare proprio che il grande scout di talenti non riesca mai a dargli una risposta. Anzi, lo ignora del tutto. E così, un po' per rivalsa, un po' per disperazione, il Leopardi mancato decide di accettare quell'incarico da postino che gli era stato offerto, guarda caso proprio nella città in cui vive Mozzi. Per trenta lunghi anni consegnerà la posta a questo signore, forse non tutta, però. Infatti si riserverà di tenere per sé quelli che gli sembrano i manoscritti più interessanti. E così, il giorno in cui andrà in pensione, spedirà allo scopritore di talenti un bel lavoro antologico, formato di frammenti di romanzi, racconti, lettere e altro materiale, tutto sottratto dalla buca delle lettere di Mozzi. Un romanzo ""corale"""", costruito con maestria, ricco di riferimenti letterari, capace di far sorridere e meditare, incentrato sul mondo dei libri e sulla difficile arte di farli giungere alla ribalta."" -
Xaimaca
Nel 1923, tre anni dopo la pubblicazione della sua opera più conosciuta, Don Segundo Sombra, Ricardo Güiraldes pubblica Xaimaca. Terminò di scriverlo a Parigi nel 1919. Si tratta del diario di un argentino, Marcos Galván che, nel dicembre del 1916, realizzerà un lungo viaggio - durato alcuni mesi - che da Buenos Aires lo porterà, attraverso le Ande, sulla costa dell'oceano Pacifico, in Cile e, da lì, via mare, in crociera, a conoscere le coste peruviane. Galván è giovane, ricco, curioso e durante il suo peregrinare, oltre al paesaggio caraibico, incontaminato e sfavillante di colori e animali, nota anche le misere condizioni delle popolazioni locali ma, soprattutto, scoprirà l'amore per la bellissima Clara Ordoñez, donna sposata che, con il fratello, viaggia sulla stessa imbarcazione di Marcos. Sarà questo amore impossibile a convincere Marcos a prolungare il tour attraverso lo Stretto di Panama fino a sbarcare in Giamaica, l'isola che gli indigeni Taino di lingua arawak chiamano Xaymaca, che significa ""terra delle sorgenti"""" o """"terra del legno e dell'acqua"""". E sarà proprio qui che Marcos, Clara e i loro universi dovranno decidere da che parte dirigersi. Postfazione di Raul Schenardi."" -
La lingua della terra
Bedè ha sempre amato i suoi campi, l'orto, i terrazzamenti che coltiva in quell'angolo di Liguria che gli uomini e Dio pare abbiano dimenticato. Ogni mattina si alza presto e si inventa mille scuse per portarsi dietro i figli e cercare di contagiare loro il rispetto per la natura. Ma, come quasi tutti i giovani, sembra siano più impegnati a crearsi un futuro altrove, a studiare... Per Bedè è un vero dramma, perché, con il trascorrere degli anni, il peso che deve sopportare diviene sempre più faticoso. Tutto cambia una mattina quando, nei suoi terreni, Bedè incontra uno straniero. Al principio non si capiscono affatto, parlano lingue così diverse... ma Bedè, invece di cacciarlo, pian piano comincia a coinvolgerlo nelle attività del podere: potano, innaffiano, diserbano, ricostruiscono i muretti, concimano. I loro idiomi sono lontanissimi, eppure si comprendono perfettamente perché, quasi da subito, cominciano a dialogare grazie alla potenza della ""lingua della terra"""". E tutto sembra filare liscio, finché qualcuno non si accorge della presenza del giovane. La famiglia del contadino, come i vicini e le autorità, tutti cominceranno a interrogarsi sulla vicenda e Bedè dovrà fare una scelta."" -
Il campo degli asfodeli
Un racconto di storie umane, emozioni, eventi e sentimenti, per non dimenticare, per lasciare la testimonianza di ciò che è stato e di ciò che saremmo potuti essere. Con ""Il campo degli asfodeli"""" Franco Mannoni, dopo il successo di """"Se ascolti il vento"""", ci riporta indietro di alcune decine di anni che, letti con il metro tumultuoso di oggi, sembrano quasi secoli. Un tempo, quello descritto nel libro, burrascoso, denso di fermenti, alcuni sfociati in tragedie, altri in belle pagine di progresso. Sullo sfondo una speranza, quella del cambiamento, dal particolare punto di vista dell'autore - prima come dirigente scolastico, poi come politico - che riflette sui drammi e le trasformazioni della società in cui è immerso e il cui epicentro, per quanto gli concerne, è una città molto particolare: Nuoro. Pagina dopo pagina si riscoprono tensioni, paure, entusiasmi, personaggi che hanno fatto di quell'epoca un momento irripetibile, nel bene e nel male. Tra grandi, medi e piccoli protagonisti, Franco Mannoni disegna a tutto tondo quello che siamo stati, quello che saremmo voluti divenire e quello che in realtà siamo diventati."" -
La grammatica di Febrés
Chi è realmente Bonifacio d'Olmi, anziano e malato, che vive sul finire del XVIII secolo in una lurida stamberga, in un quartiere tra i più malfamati della città capitale del Regno di Sardegna? Perché, alla sua morte, in modo rocambolesco, tutti i suoi scritti vengono sottratti e fatti sparire? In queste due domande fondamentali si concentrano l'esistenza e le vicissitudini di Andrés Febrés, gesuita catalano, missionario, linguista, autore di una grammatica della lingua mapuche, coinvolto anni prima nello scioglimento della Compagnia di Gesù. La sua onestà intellettuale, fin da subito, lo porterà a divenire un ricercato - soprattutto a causa dei suoi scritti critici contro il papa e il re di Spagna - e a fuggire dal Cile in Italia e da qui in Sardegna, terra in cui si cimenterà nella stesura di una grammatica della lingua sarda e dove entrerà in contatto con i circoli illuministici locali, mantenendo sempre una certa distanza da idee radicali e anticristiane. Protagonista di un periodo torbido e fluido la vicenda di Andrés Febrés riflette l'incertezza di quei tempi e racconta in modo affascinante la nascita delle idee che sono alla base dell'età contemporanea. -
Palabanda. La rivolta del 1812. Fatti e protagonisti di un movimento che ha scosso la Sardegna
I ""fatti"""" di Palabanda, una zona urbana di Cagliari, scossero profondamente la città e la Sardegna nel 1812, inserendosi in quel contesto rivoluzionario e di dissapori creatosi all'indomani della Rivoluzione francese e della cacciata dei Piemontesi dall'isola nel 1794. Ma su quegli eventi, è stato detto veramente tutto? Fu autentica rivolta o solo una repressione governativa? Quel progetto di libertà, condotto dalla borghesia e dai capipopolo cagliaritani, a quale fine mirava? L'orto di Palabanda - da cui la """"congiura"""" prese il nome -, in cui si discusse di rivolgimenti e riforme per la società sarda, fu realmente un convegno di sediziosi o un pretesto per il colpo di coda del governo Sabaudo che riuscì, così, a liberarsi dei propri oppositori interni? A duecento anni dagli avvenimenti, anche grazie a nuove scoperte documentarie, l'autore cerca di proiettare una luce differente su un episodio della storia sarda ricco di contrasti e di zone oscure."" -
Il nuraghe Arrubiu di Orroli. Con DVD-ROM. Vol. 2: «tomba della spada» e la torre C: la morte e la vita del nuraghe Arrubiu, La.
Il Nuraghe Arrubiu di Orroli, imponente e affascinante, racconta ancora di sé attraverso il secondo volume della collana che gli viene dedicato. Grazie alle recenti campagne di scavo e agli studi effettuati su particolari zone del monumento, seguite da un pool di eminenti scienziati, è stato possibile ricostruire i momenti salienti della vita del complesso, determinando alcuni aspetti fondamentali della storia del luogo. Basandosi su un team multidisciplinare, i curatori dello studio - la professoressa Lo Schiavo e il dottor Perra - hanno così potuto dare alcune risposte alle domande più intriganti che da sempre si pongono gli amanti dell'archeologia quanto gli accademici: cosa mangiavano i nostri antenati, come si vestivano, quali erano le loro abitudini o le professioni, i riti religiosi e quelli funerari. Grandi e piccoli temi che, grazie ai nuovi ritrovamenti, possono essere finalmente collocati nel loro giusto contesto. -
Stato di famiglia
I protagonisti di questi racconti sono le cavie di un laboratorio, soggetti a una condizione mentale e ambientale che inevitabilmente li pone di fronte a conseguenze, effetti collaterali di un destino sbagliato, di una natura cattiva. Zannoni, come un bravissimo sceneggiatore ci mostra il male, le sue distorsioni senza alcun fine didascalico. Il Male sta lì e non può essere gestito. È un fatto irrazionale. C’è e si manifesta. Lo vedi esplodere, e ne puoi intuire la potenza anche da fermo, prima che sia realmente visibile. È come il fischio sinistro che precede il terremoto. Zannoni ci fa percepire tutto questo in modo perfetto, non solo perché ogni parola e il suo significato sanno stare al loro posto, ma anche perché vengono incastrate in ogni scena, a loro volta montate sapientemente. Ritmo, montaggio e sintassi asciutta sono le grandi virtù di questi racconti acidi, che narrano tutti un medesimo Male, ma ogni volta in modo singolare, esclusivo. Fuori da ogni regola, nella maniera più freddamente atroce. Come è giusto che sia. -
Personnages. Maliheh Afnan
Maliheh Afnan, autrice di un enigmatico corpus di opere realizzate con tecniche sempre diverse, tra cui velature, combustioni e disegni a tecnica mista, è artista di potente forza simbolica il cui percorso ha attraversato in solitudine decenni e continenti. Il catalogo della mostra - fruibile al MAN da marzo 2019 - raccoglie il meglio della sua rappresentazione artistica. Il volume è corredato da testi di Sussan Babaie (docente di storia dell'arte dell'Iran e dell'Islam presso il Courtauld Institute of Art di Londra), Rose Issa (storica dell'arte mediorientale, Londra) e del curatore Luigi Fassi (direttore artistico del MAN di Nuoro). -
Inciampi
Inciampi è un libro particolare, costituito da racconti che mescolano emozioni, riflessioni, situazioni paradossali o di assoluta quotidianità, il tutto condito con il pizzico letterario di un Gian Marco Griffi in grande spolvero. E così, tra un sogno in cui il protagonista è un sidecar e l'incontro con un tasso moribondo, tra le paturnie scatenate da un improvviso terremoto e i problemi causati dai cartelli stradali del Monferrato, l'autore riesce a descrivere un mondo strano e bizzarro, ma al contempo più normale di quanto non si pensi. In queste pagine dense e capricciose c'è un po' di tutto e un po' di tutti noi, divagando tra alluci valghi, cartoline sdrucite, soldati assonnati, insetti russi da ammazzare, riviste improbabili e poetiche, case abbandonate e case da arredare, per giungere, infine, a un concerto di Umberto Tozzi. -
Il giudicato di Gallura. Le vicende, la società, i personaggi di un «regno» mediterraneo
Si scrive spesso che il Giudicato di Gallura sia quello di cui meno si conoscono le vicende, penalizzato com'è dalla penuria di documentazione. Si dice anche che sia stato un giudicato poverissimo, per via dei terreni poco fertili e sassosi. Si dice, infine, che sia stato un giudicato marginale, schiacciato dalla storia più conosciuta e apparentemente più prestigiosa degli altri tre regni dell'Isola. Sono tutte affermazioni ingenerose e, in gran parte, esagerate; ma, purtroppo, questo insieme di luoghi comuni ha generalmente distratto gli studiosi dal proporre delle sintesi approfondite e meditate sulla storia del giudicato gallurese, che ne esaminassero complessivamente gli aspetti istituzionali, politici, ecclesiastici e socioculturali. Il saggio di Corrado Zedda illustra come il Giudicato di Gallura possedette una sua peculiare identità culturale e una storia assolutamente non marginale nel contesto del Medioevo euromediterraneo. Anche le figure dei giudici galluresi sono tratteggiate in modo da comprendere più profondamente la politica di questi personaggi, i quali seppero inserirsi pienamente in un contesto internazionale mutevole e complesso, che univa i destini della Sardegna giudicale con quelli della Sede Apostolica, del Sacro Romano Impero, delle repubbliche marinare e dei grandi monasteri de tempo. -
Manuale di sopravvivenza nelle relazioni affettive
Questo breve ""manuale di sopravvivenza"""" si rivolge in particolar modo, ma non esclusivamente, ai giovani, a coloro che si affacciano nel grande mare delle relazioni interpersonali e affettive. Partendo dal presupposto che il sistema di attaccamento ha un'importanza cruciale nei rapporti tra le persone, soprattutto quando disfunzionale, il manuale intende fornire delle semplici """"regole"""" per far sì che quel tipo di relazioni prenda la giusta direzione. In questo modo si evitano le connessioni in cui un bad boyfriend e una bad girlfriend distruggono progressivamente la base di affettività, inaridendo il rapporto. Il manuale è inoltre utile a tutti coloro che desiderano conoscere la natura del comportamento e attaccamento di ognuno di noi e quella del rispettivo partner; Dellacà insegna a esplorare le zone d'ombra del proprio stile di legame, come metterle in luce e farle diventare una risorsa per un profondo cambiamento interiore."" -
Una congiura in Cagliari. Racconto storico del secolo XVII
In questo romanzo (pubblicato per la prima volta nel 1876) si ricostruiscono le intricate vicende dei più gravi attentati politici che la storia di Sardegna ricordi: l'uccisione, nell'estate del 1668, dell'esponente più autorevole della nobiltà sarda Augustín de Castelví y Lanza e del viceré dell'Isola Manuel de los Cobos y Luna, IV marchese di Camarassa. Su questo doppio omicidio si incardina la trama di un romanzo storico che ha tutte le componenti del moderno thriller d'azione, nel contesto di crisi morale, istituzionale e politica che caratterizza l'ultima fase del governo spagnolo della Sardegna. ""Una congiura in Cagliari"""" è l'esempio evidente del valore letterario del romanzo storico sardo nel secondo Ottocento: una narrazione che si ispira ai grandi modelli italiani ed europei e ne assimila con coscienza la lezione e che dimostra la maturità e l'arte di uno scrittore di talento. Il volume, nella sua edizione, è curata da J.F. Vaucher de la Croix. già professore incaricato di Linguistica italiana all'università di Berna."" -
Sound of salame
Il protagonista di Sound of salame non ha un nome, vive nella periferia di Ferrara e si bea all'idea che presto diventerà una pop star. Per questo alterna momenti di vera esaltazione compositiva ad altri in cui allestisce autentici processi alle azioni di chiunque gli stia vicino. Tremendamente radical chic, ancorato alla propria bettola prediletta, circondato spesso da ubriaconi e uomini che pare si siano arresi alla quotidianità, l'attesa di una risposta dalle case discografiche lo sfibra e manda in bestia, cosa che comunque non gli porta altro che una sfilza di ""le faremo sapere"""". Inutile, la sua esistenza sembra avvitarsi sempre più in una sorta d'illusione che si nutre di speranze, di momenti di ironia spesso non voluta, di birre e bianchini trangugiati senza sosta al bar. Finché, un giorno, ecco apparire all'orizzonte Margherita, la bibliotecaria. Sarà capace, l'aspirante pop star, di costruire, almeno con lei, una prospettiva che non si riduca a una semplice battuta?"" -
Sanluri 1409. La battaglia per la libertà della Sardegna
Il 30 giugno 1409 due eserciti si affrontano nelle campagne di Sanluri, non lontano da Cagliari. Da un lato quello di una delle grandi potenze mediterranee dell'epoca, la Corona d'Aragona, dall'altro l'esercito del popolo sardo, della nació sardesca, che ha avuto l'ardire di impadronirsi quasi interamente del cosiddetto ""regno di Sardegna"""". Dopo un lungo oblio, a distanza di seicento anni, quella battaglia è divenuta un simbolo della libertà cercata e perduta dai sardi. Ma fu davvero uno scontro decisivo? Come avvenne? Chi furono i suoi protagonisti? Furono all'altezza dei ruoli e del momento? E ancora, quale contesto ideologico e politico fa da sfondo a sa Battalla? Cosa portò la nazione sarda a riconoscersi e a essere riconosciuta come tale, anche attraverso l'Albero verde su sfondo bianco della sua bandiera? Cosa invece la rese debole nel momento dello scontro? Fu veramente l'""""exterminio"""" celebrato dai catalano-aragonesi a far entrare in crisi le strutture del regno di Arborea, l'istituzione guida della republicha sardischa? E quale fu l'eco di quell'avvenimento ancor oggi oscuro a molti? I saggi raccolti nel libro aiutano a dare alcune risposte a questi quesiti."" -
A pelle scoperta
A pelle scoperta è il racconto della pelle che le persone tendono a coprire per sentire meno. In questa raccolta di racconti, invece, c'è lo svelamento, l'esposizione al sole o alle intemperie di tutto quello che riceviamo attraverso la pelle e il corpo: le emozioni, le paure, la passione che nasce o viene dimenticata. I protagonisti vivono in quadri della quotidianità che si svela sotto i loro occhi attraverso situazioni comuni che diventano le porte per una sensibilità a volte al limite della sopportazione. Una sensibilità fatta di sensi di vista, di olfatto. Una sensibilità che si interroga poco sulla sua moralità se quello che fa vivere in quell'istante è un bene accettato da tutti o un male da osservare sdegnati. A pelle scoperta è un territorio di incontri di verità, che spesso fatichiamo ad accettare, di liberazione da categorie prestabilite, una costante e lenta rivoluzione del corpo che si riconosce nella pelle di chi incontriamo. -
Espiazioni collettive
Francesco Migali ha lasciato il suo paese d'origine da molti anni. Il rapporto con il padre - mai troppo intenso - si è sfilacciato sempre più, lasciandogli un senso di mancanza quasi incolmabile. Così, quando incaricato dall'università per cui lavora, gli si presenta l'occasione di studiare più da vicino un fatto di sangue accaduto negli anni Trenta nella piccola comunità in cui è nato il genitore, non perde tempo e parte per la Sardegna. Sarà proprio qui che il protagonista cercherà di ricostruire le fila di quegli eventi delittuosi che, per certi versi, lo toccano da vicino. Scavando nel passato, tra reticenze e mezze verità, scoprirà che non tutto è stato raccontato, che lo scenario fino a quel momento immaginato è ben diverso, ancora più assurdo. In quella fatidica notte di tanti decenni prima - in cui furono barbaramente assassinate otto persone, compresi donne e bambini - tutti, nessuno escluso, hanno avuto la loro parte all'interno di una tragedia corale che il tempo non è riuscito a cancellare pienamente. -
Viale dei silenzi
Un'indagine nei territori della memoria. La ricerca di un padre misteriosamente scomparso da parte di un romanziere girovago. Un viaggio sospeso tra Varsavia, Berlino e l'Irlanda, con il ricordo della Toscana che riemerge da uno sfondo di esperienze sofferte, insieme a segreti ancora da scandagliare. E, quando tutto sembra perdersi nei rivoli di un'esistenza schiacciata dal quotidiano, accade un incontro inaspettato ed enigmatico con una donna-musa giunta da lontano a rivelare aspetti nascosti della verità, innescando uno spietato confronto mentale tra l'Italia di un tempo e ciò che ne è rimasto. ""Viale dei silenzi"""" è un romanzo viscerale, che si addentra nel tormento creativo di uno scrittore sradicato e umanamente incompiuto. La risposta ai suoi interrogativi potrà venire solo dal seguire un itinerario sospeso sul fantasma di un'Europa lacerata, dove ogni punto di riferimento sembra essersi frantumato."" -
Ed è già estate
Il diario emotivo di una madre e di una figlia. L'intersecarsi di due storie parallele che diventano singola narrazione, la rivelazione di un sentimento che dipana i suoi nodi nel dolore del congedo. La situazione estrema della fine della vita celebra la forza di un rapporto che vince la morte e avvicina al mistero dell'esistenza. Un narrare che tocca quattro generazioni, una ricca esperienza personale nel nome di una madre che insegna a vivere ma anche a morire, cogliendo il senso dell'amore e della sofferenza, che accompagna anche nell'accettazione della vecchiaia e della dipartita come eventi naturali. Temi forti, in questo mondo moderno occidentale, che insegue giovinezza e finta eternità. L'amore protagonista di queste pagine è quello più antico: il legame che unisce una madre a una figlia, un amore fatto anche di inadeguatezza, egoismi, contraddizioni e contrasti, che dall'abisso dell'afflizione rinasce puro e forte. -
Cercando l'umanesimo tra gli intellettuali e i popoli del mondo
Gli autori indagano sulla nuova dimensione assunta su scala mondiale dalla voce Umanesimo, anzi meglio Nuovo Umanesimo, usata in modo abbastanza ricorrente in questo XXI secolo. Si chiedono se sia leggibile con riferimento ai contesti d'origine che risalgono all'epoca medioevale e rinascimentale, e contestualmente se sia lo strumento culturale per affrontare gli avvenimenti felici e drammatici che si verificano in tutte le aree del pianeta. In sintesi, si può trovare un filo conduttore per ""avvicinare"""" l'Umanesimo della città ideale di Leon Battista Alberti e della Città del Sole di Tommaso Campanella alle metropoli estremamente complesse e confuse, dove coesistono enormi insediamenti slum privi delle essenziali necessità del vivere? Ragionando sulle tante specificità, la ricerca mette a fuoco due concetti, per molti aspetti diversi tra loro, ma accomunati dalla centralità dell'uomo, come interprete della storia, della cultura, del bene comune, della povertà e dell'emarginazione: l'Umanesimo, fondato sullo studio dei classici greci e latini, e degli altri popoli di antichissima tradizione che oltre le espressioni letterarie, artistiche e musicali, ha guidato la cultura italiana, europea e mondiale per molti secoli, ritagliandosi un importante """"scaffale"""" nelle biblioteche umanistiche delle università e dei centri specializzati; l'Umanesimo della gente, fondato sull'incontro e sulla contaminazione dei popoli necessari per costruire beni comuni riferiti, in grande, ai valori planetari della natura, e in piccolo, a quelli della famiglia e delle comunità di villaggio, tenendo presenti i fattori generativi, intellettuali e identitari.""