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Come una barca sul cemento
Ha cinquant'anni e, improvvisamente, dopo la misteriosa perdita del suo precedente incarico da professore universitario, si trova a lavorare come guardiano notturno, evento che lo costringe a rielaborare completamente la sua esistenza. Un po' per passare il tempo, un po' perché è un'esigenza che preme, decide di cercare quelle donne che hanno costellato il suo passato: quelle con cui avrebbe potuto avere una storia, anche solo fugace. Inizia così un inseguimento vero e proprio, a caccia delle ""vecchie fiamme"""", scoprendo quali siano state le scelte - imposte o meno - di ognuna di loro. Diventa in questo modo l'epicentro di un corollario di sofferenze, di episodi, di destini che si incrociano e sbattono l'uno sull'altro, in un vortice che l'uomo tenta di ammaestrare con ben pochi risultati. Mille domande, sensi di colpa, se e ma a profusione, niente di certo. In queste pagine così dense, Saporito riesce a raccontare lo smarrimento della nostra epoca, tratteggiando le debolezze della natura umana con sguardo critico e puntuale."" -
Garibaldi il corsaro
È il 22 settembre del 1873. Una burrasca notturna fa infrangere sugli scogli dell'isola di Caprera il veliero dell'aristocratico inglese Nicholas Richardson. Il giovane, messosi in salvo, raggiunge una strana costruzione, una sorta di fazenda dipinta interamente di bianco. Sa che qui potrà incontrare un personaggio già entrato nella leggenda, che fin da bambino l'ha sempre affascinato: Giuseppe Garibaldi. Anziano, costretto a muoversi con una carrozzina, l'""Eroe dei due mondi"""" non ha certo perso il carattere che l'ha accompagnato in tutte le sue imprese. Sollecitato dalla curiosità e dalle domande dell'ospite, Garibaldi si lascia andare a una rievocazione che nulla tralascia e tutto racconta. Una storia che parte dagli uomini principalmente, dal loro sogno di libertà e uguaglianza, dal desiderio disperato di porre fine, in ogni angolo del globo, al dispotismo. Giorni esaltanti e momenti tristi, lutti personali e travagli generali, ogni evento è un tassello di un grande mosaico che spiega, passo dopo passo, i primi decenni del XIX secolo, tra voglia di conservazione e istanze di rinnovamento. E lui, Garibaldi, scappato da Genova nel 1835 per sottrarsi alla morte dopo un'insurrezione fallita, è sempre al centro della narrazione, protagonista assoluto delle battaglie in Sud America, impegnato fino in fondo e al prezzo di mille pericoli a portare il suo ideale anche nei luoghi più sperduti. La sua sete di avventura e giustizia sembra non placarsi mai, neanche dopo l'incontro e il matrimonio con Anita, che anzi diverrà lei stessa guerrigliera e corsara al pari del marito. Un romanzo, il primo di una trilogia incentrata sulla vita di Garibaldi, che ci fa scoprire ancora più a fondo una figura centrale della storia non solo italiana ma mondiale."" -
Capita a Monteverde
C'è un quartiere, a Roma, che parla al cuore di chi lo ascolta. La sua voce si arrampica sulle Mura Gianicolensi e si adagia sulle panchine di Villa Sciarra, esce dagli occhi appannati dei vecchi e dalle carte degli archivi, emerge dalle pagine del Messaggero e dalle foto in bianco e nero di un album parrocchiale. Giorgio Caproni, Pier Paolo Pasolini, Gianni Rodari, qui hanno respirato aria di casa, hanno intrecciato le loro vite a quelle della gente di Monteverde, nel saliscendi delle strade, nei cortili delle scuole e nei salotti, nel divenire della Storia. I racconti di Capita a Monteverde raccolgono le tante anime di questo spicchio d'Italia: anime in guerra, anime in pace, travolte da battaglie politiche, giochi d'amore, malintesi e abbagli, bombardamenti aerei e nubi tossiche, pistole parlanti, gatti eroici, feroci terroristi e adolescenti innamorati. La vita pulsa calda tra le strade di questo quartiere romano, che continua a parlare, ieri come oggi, al cuore di chi lo ascolta. -
La vita schifa
Proposto per il Premio Strega 2020 da Giulia Ciarapica.rnPalermo, 2007. Un uomo racconta il suo ultimo anno di vita, lo racconta da morto, ci dice i perché, ci spiega i per come, ci catapulta in un luogo realissimo, contingente, eppure quasi fantasmagorico, segnato da una cultura al ribasso, che propone speranze a ogni cantone, solo per il gusto di vederle sfiorire. Ernesto è un killer. Un uomo buono. Cattivissimo. Con una sensibilità molto spiccata. Un uomo che ha vissuto un'infanzia povera di prospettive, un'adolescenza infame, una giovinezza sonnolenta e poi d'improvviso gagliarda, fino al giorno della sua morte. Parla soprattutto dell'impossibilità della redenzione, ché la parola redenzione, a volerci ragionare, è la parola più distante dalla parola redenzione, poiché propone un antidoto alla colpa, la assoggetta a una miriade di attenuanti, la sotterra, la dimentica. E invece la colpa andrebbe annoverata, sempre, ed esposta in bella mostra fra i fallimenti dell'esistenza, presa di petto, colpita ai fianchi, affinché non si abbiano sconti in qualsiasi futuro immaginiamo di dover ancora vivere.rnProposto per il Premio Strega 2020 da Giulia Ciarapica: «""La vita schifa"""" di Rosario Palazzolo è quello che, a tutti gli effetti, può definirsi un romanzo vorticoso, in cui la complessità della trama, la profonda introspezione psicologica del protagonista – Ernesto Scossa, di professione """"ammazzatore"""" – e la serrata costruzione degli eventi che si inseriscono in un'atmosfera di umoristica cupezza, si sposano alla perfezione con la tematica principale. Il fil rouge, come si intuisce fin dalle prime pagine e che regge le redini della faccenda, è il tema della colpa e la conseguente inutilità delle attenuanti, ovvero l'impossibilità di redenzione. Il protagonista, che racconta – da morto – il suo ultimo anno di vita, ripercorrendo tutte le fasi di un'esistenza altalenante, priva di prospettive prima e poi improvvisamente rampante, riflette a tutto tondo sul suo ruolo di killer, che è come riflettere, pagina dopo pagina, sul senso della morte e sul valore della vita, propria e altrui. Ciò che contraddistingue l'andamento ritmico della storia e che ne fa un'opera altamente originale, è la lingua. Palazzolo si muove con disinvoltura tra neologismi, giochi (musicali) di parole e lunghi periodi che assomigliano a flussi di coscienza e che, proprio per questo, rimandano chiaramente alla complessità psicologica del personaggio in questione: i pensieri di Ernesto Scossa si snodano, pagina dopo pagina, di fronte ad un lettore già fortemente rapito dal tortuoso sviluppo della narrazione.»"" -
Domani è un altro giorno
Un affiorare di ricordi che rimandano a un padre morto troppo giovane, la cui scomparsa rende una famiglia orfana e silenziosa. I ""superstiti"""" trascorrono le giornate in una quotidianità liquida, fatta di piccoli e grandi momenti vissuti con sobrietà, a volte con distacco, in una visione onirica dell'esistenza che fluisce lentamente. E, con l'infittirsi delle memorie, ecco emergere una madre che sa di dover combattere per poter assicurare ai propri figli un'esistenza degna di questo nome. Una donna coraggiosa, amante della musica e degli spettacoli televisivi, risoluta a coronare il sogno di acquistare, nell'anno in cui l'uomo sbarca sulla Luna, la sua Fiat 500. In queste pagine, dense di emozioni, il lettore ripercorre, attraverso le reminiscenze di un figlio e i silenzi di una madre, che poi scoprirà di essere affetta dal morbo di Alzheimer, un'autentica storia di amore famigliare. Domani è un altro giorno è come un dolce canto, solitario, in cui ognuno di noi può ritrovarsi. Un romanzo che parla di sentimenti veri, puri, consolanti, antichi. Un lungo abbraccio tra genitori e figli che si snoda tra parole, musiche, film, avvenimenti e praterie di solitudini."" -
Il sogno del falco. Il codice nascosto nell'opera di Sergio Atzeni
Sergio Atzeni è morto a soli 43 anni, il 6 settembre del 1995. Da qui, la nascita di un mito. Molto spesso fin troppo edulcorato. E invece quella morte è lì che continua a domandarci: ""Chi era? Cosa stava divenendo?"""". Domande inevitabili se si considerano due fatti spesso dimenticati, che testimoniano di una profonda trasformazione in corso: l'esplicita conversione al Cristianesimo che Atzeni matura pienamente nell'autunno del 1987, l'esplosione creativa che si accompagna a questa conversione e arriva all'apice nel periodo interrotto bruscamente dalla morte. Franciscu Sedda riparte da qui e individua un'enigmatica coincidenza nelle opere che Atzeni aveva concluso poco prima di morire, Passavamo sulla terra leggeri e Bellas mariposas: entrambe confermano la conversione al Cristianesimo ma la collegano indissolubilmente a un'altra conversione, innominata. Per svelare identità e significato di questa, che porta a una rilettura complessiva del percorso esistenziale e artistico di Atzeni, secondo Sedda bisogna accettare di ascoltare nuovamente la voce di tutte le opere e giocare il loro gioco fino alla fine, fino alle soglie di un nuovo inizio."" -
Gli altri sono più felici
Aurea è una ragazza di 14 anni che vive a Madrid, ma le sue origini sono in un paese de La Mancia, la desolata e ventosa terra di Cervantes. Un'estate, sua madre la convince a trascorrere qualche giorno in casa di conoscenti catalani, sulla Costa Brava. Il contrasto fra il patetico provincialismo di sua madre, sempre attenta a cosa si potrebbe pensare di lei in paese, e la vita apparentemente scanzonata, aperta e colta dei ""cugini ricchi"""", farà germinare un malessere che porterà la protagonista a cambiare il corso della sua vita. A molti anni di distanza, Aurea cercherà di rispondere alle tante domande che riguardano quell'estate ricca di scoperte e avvenimenti, conversando con una testimone nascosta di quei giorni, una ragazza inglese che aveva trascorso solo poche ore in casa dei """"cugini ricchi"""", sufficienti a capire che anche loro coltivavano la posa e l'ipocrisia, nascoste con più garbo. """"Gli altri sono più felici"""" ritrae un paese complesso, unito ma diverso, in cui i pregiudizi ostacolano l'amicizia e la comprensione dell'altro."" -
Lunga è la notte
Oramai vecchio, un uomo indaga sul proprio passato, su quel misterioso femminicidio che lo sconvolse quando era bambino, determinando tutto il corso della sua vita. La sua memoria, impegnata in un serrato confronto con il tempo trascorso, non è però in grado di ricostruire tutti i passaggi, di chiarire le zone d'ombra, rischiarando gli eventi e permettendogli, finalmente, di lasciarli per sempre alle spalle. C'è qualcosa che sfugge, momenti che non si delineano nei contorni sperati. Il protagonista del romanzo, dovrà così cercare l'aiuto di Tanina e 'Nzula, due donne che potrebbero avere avuto a che fare con quella storia. A loro si uniranno il brigadiere Latrousse e il suo sottoposto Mathieu, insieme al bolognese Callisto e altri personaggi. Saranno in grado di dare una mano e dipanare l'intricata matassa? Il nuovo romanzo di Marinette Pendola, ambientato nella Tunisia preguerra, è incentrato sui ricordi, sulle labili certezze che questi possono dare, su spazi e luoghi del paese del Nord Africa già indagati dall'autrice. Un romanzo sulla sopravvivenza, sulla capacità dell'uomo di commettere azioni orribili e, nel contempo, cercare il bene infinito. -
Invece che uno
Sappiamo sin dalla prima pagina che Lorenzo e Dionigi sono due gemelli la cui vita è segnata da una tragedia originaria: un padre uxoricida che, probabilmente, voleva massacrare anche i figli. Ma sappiamo anche che, oramai diciottenni, i due ragazzi sono scomparsi da giorni. La vera narrazione inizia a questo punto, o poco prima; di sabato mattina, in un liceo nel centro di Bologna, quando tra i fratelli scoppia inaspettatamente un litigio. La causa sembra essere una qualche gelosia legata a Consuelo, una loro amica, o forse ad Agata, la ragazza di Dionigi. Quello che solo all'apparenza sembra il plot di un romanzo adolescenziale è, in realtà, una profonda e acuta riflessione sul mondo dei ragazzi di oggi, sulle dinamiche sociali e psicologiche delle quali sono sia vittime sia artefici e sul rapporto emblematico - e forse irrisolvibile - di due anime che sono in verità un tutt'uno polarizzato. Un'unità che è allo stesso tempo necessaria e impossibile e che troverà risoluzione solo nell'inaspettato colpo di scena finale. Finalista al Premio Calvino 2015, ""Invece che uno"""" è un romanzo capace di mettere in discussione le certezze di ognuno di noi."" -
Caribe
Nato da famiglia modesta, il giovane Diego cresce spensierato a L'Avana, un piccolo avamposto dell'impero coloniale spagnolo della metà del XVI secolo. I suoi anni giovanili e irrequieti, però, saranno turbati dall'incontro prima con una giovane donna e poi con un pestifero frate francescano, legato all'Inquisizione. Da qui la necessità di darsi alla fuga, unendosi al gruppo capitanato da un monaco italiano, erudito e studioso, il cui obiettivo è quello di conoscere il misterioso mondo degli indios e i loro segreti. Così, tra oceani e porti, tra giungle e mari infestati, Diego inizia la sua formazione e sarà protagonista di una serie di peripezie, a volte drammatiche, a volte spassose, che lo renderanno un vero e proprio picaro, fin quando la sorte non lo porterà a unirsi al più grande corsaro di tutti i tempi: Francis Drake. Primo romanzo di una trilogia, Caribe è un viaggio in un secolo ricco di tensioni e possibilità, in cui si rincorrono fantastici tesori e si annientano intere popolazioni, dove gli appetiti famelici degli uomini e la loro ingordigia sovrastano qualsiasi altro sentimento. -
La lanterna nera
I primi vagiti della scienza e del metodo sperimentale furono accompagnati da diffidenza e sospetti di pratiche occulte; le menti più acute del XVII secolo come Galileo e Keplero non ne rimasero immuni. Ma che cosa sarebbe accaduto se a tali approcci si fosse arrischiata una giovane donna? Praga, agli inizi del XVII secolo, era la capitale dell'impero governato da Rodolfo II d'Asburgo, sovrano visionario, anarchico, amante delle arti, delle scienze e dell'alchimia. Presso lo Hradschin convergevano scienziati come Tycho Brahe e lo stesso Keplero, artisti, occultisti, ma anche ciarlatani, truffatori e lestofanti provenienti da tutta Europa. Proprio in quegli anni si tenne a Praga pubblica dimostrazione delle potenzialità della ""lanterna nera""""; il dispositivo, antenato del cinema moderno, proiettava immagini che atterrirono gli spettatori dando origine a un'esplosione di paura. Dietro questo portento si cela la storia di Elke e della sua straordinaria impresa. Un romanzo che conduce il lettore nel pieno del Seicento, facendogli conoscere da vicino una vicenda a molti sconosciuta."" -
I rifugi della memoria
José Luis Cancho aveva 22 anni quando quattro poliziotti della Brigata Politica-Sociale lo scaraventarono da una finestra del commissariato di Valladolid. Era la mattina del 18 gennaio 1974. «Mi hanno buttato giù perché credevano di avermi ammazzato. Il fatto strano è che non solo non mi avevano ammazzato, ma non mi hanno ammazzato nemmeno buttandomi giù», racconterà in un'intervista. Passò sei mesi a letto, un anno con le stampelle e due in prigione. Da questa esperienza estrema parte la narrazione, compressa in poche e sorprendenti pagine, scritte in modo succinto, delicato, diretto e coraggioso. Una vicenda autobiografica dove l'autore fa i conti con il suo passato e il suo presente, senza costruire né un eroe, né tantomeno un antieroe. Uno sguardo che ripercorre la sua prima gioventù, la prigione e la sua ombra lunga, la lotta politica, l'insegnamento, i viaggi, le letture, la solitudine, le amicizie e che trova rifugio nell'infanzia, luogo al quale torniamo sempre, e nella scrittura, dove tutto sembra acquisire un significato. -
Il principe delle arene candide
Edoardo è un ragazzo dei nostri tempi. Vive a Cagliari con la sua famiglia in un quartiere residenziale vicino al mare. Un'esistenza apparentemente tranquilla, in cui i rapporti tra genitori e figli, tra marito e moglie, tra fratelli, sembrano procedere senza scossoni. Nel nucleo famigliare trovano posto la nonna Carmela e la tata Ninnina, veri punti di riferimento per Edoardo e suo fratello Luca, alle prese con un padre e una madre sempre impegnati nelle rispettive professioni. Sarà proprio la morte della nonna a scatenare l'imprevedibile. Da quel momento in poi, per Edoardo e i suoi, inizierà una discesa inesorabile. Difficoltà dopo difficoltà, procedendo a tentoni, il protagonista sperimenterà l'assenza, l'abbandono, la tragedia, la menzogna, cercando nel contempo di definire il proprio ruolo nella società. Scoprirà alla fine che le certezze e il mondo conosciuto fino a quel momento non sono reali. -
La figlia di Shakespeare
Quando Alfredo Destrè accetta di risollevare le sorti del più importante teatro della città è un successo di critica e pubblico, che il vecchio attore spera di coronare con il premio alla carriera atteso da una vita. A metterne in dubbio il merito artistico e morale, sarà però un collega della sua compagnia teatrale giovanile, Enrico Parodi, che da sempre ha impersonato il fool shakespeariano. Dopo il buon successo di critica del precedente romanzo ""L'ora meridiana"""", incentrato sull'accidia, Paola Musa ritorna a indagare i peccati e i vizi della società moderna costruendo una storia magistrale intorno alla superbia. In queste pagine si riverberano così il senso del divenire anziani, lo scontro generazionale, l'incomunicabilità, il predominio di una tecnologia soffocante e alienante, la decadenza culturale, il sottile confine tra ambizione e valore e, dunque, la confusione tra grandezza e superbia."" -
Uccelli di fango
"Gli uccelli di fango sono per me le persone sbagliate. Hanno ali pur non avendo piume, sentono il bisogno di volare in alto anche se un peso gli impedisce di farlo. Quel peso è il fango di cui sono composte, lo stesso fango con cui Dio ha impastato l'uomo"""". Così scriveva Santiago Rusiñol presentando la sua allegra e disincantata successione di ritratti che volle intitolare Aucells de Fang. I personaggi di Rusiñol sono tutti delineati con ironica tenerezza, un tratto caratteristico dell'autore che sapeva cogliere al meglio non solo le sfumature dei comportamenti dei suoi concittadini, ma anche le ansie, le paure e le gioie dei propri contemporanei. Nei """"ritratti"""" di Rusiñol compaiono il bambino prematuramente saggio, il poliziotto che non vorrebbe arrestare nessuno, il fabbricante di ombrelli che detesta la pioggia, l'inventore che crede di aver ideato il marchingegno definitivo per sovvertire le classi sociali: una schiera di ostinati sognatori che scontano più di altri, a causa della smisurata ansia di volare, le radici della condizione umana." -
Gli ingranaggi dei ricordi
Cagliari, 1943. Dopo l'ultimo bombardamento, Generosa lascia a malincuore la città devastata e si rifugia in un paese dell'interno con i figli e due donne di servizio. È in pena per il marito, rimasto nel capoluogo in qualità di medico all'ospedale militare, per il figlio che deve nascere e per quelli che ha già, ma soprattutto è in pena per sua sorella Gisella e suo fratello Silvio, che vivono a Roma e pare siano coinvolti nella lotta partigiana. Olbia, 1943. Felice ha 18 anni e, con le due sorelle Bella e Demy, accompagna il padre a imbarcarsi sul traghetto che lo condurrà sul Continente. Ora tocca a lui prendersi cura delle ragazze, in un lungo vagabondaggio che percorrerà l'isola da nord a sud, da un paese all'altro, tra mille disavventure e incontri bizzarri. Roma, 1944. Un attentato in via Rasella provoca la morte di 33 soldati tedeschi e due civili italiani. Il giorno dopo, per rappresaglia, i germanici uccidono 335 italiani alle Fosse Ardeatine. Con Gli ingranaggi dei ricordi la Salabelle racconta tre storie di uomini e donne in guerra, ispirate a fatti realmente accaduti, in particolar modo le vicende dell'eroico Silvio e dell'eccidio delle Ardeatine. -
Canzoniere interiore
La parola poetica può essere una cura contro il clamore dei tempi, il pensiero urlato, la volgarità dilagante, l'aggressione verbale, l'insulto. La scrittura e il consumo della poesia chiedono e impongono una relazione silenziosa e attenta, di ascolto, tra scrittore e lettore: un andare dal testo scritto alla lettura e alla sua interpretazione, un esercizio di continui rimandi e di pacata fruizione e riflessione. [...] Nel valore della parola e nella certezza del messaggio s'individua un chiaro passaggio di testimone. Tutto avviene in terra. Qui. Gli esiti sono autonomia e responsabilità. Al di sopra di tutto il sentimento dell'amore per un uomo, dentro immagini di luoghi naturali e di stagioni, la primavera e l'inverno, o di momenti della giornata, l'alba e la notte. Inquietudine, ricerca di chiarezza, paura o certezza di un tradimento: un amore che va da una persona, all'amore fraterno, all'amore universale. -
La chimera di Vasari
Due fratelli, un tranquillo weekend sul lago di Garda in compagnia di Sonia, la fidanzata di uno di loro. Una vacanza che viene bruscamente interrotta dalla notizia della sparizione del padre della ragazza. Il professore stava indagando sulla possibile esistenza di antichi documenti rinascimentali durante un'operazione di catalogazione digitale. I tre partono per Arezzo, città dove al tempo della Signoria dei Medici è stato rinvenuto il più incredibile manufatto etrusco: la Chimera. Che relazione esiste tra la mitologica creatura e Giorgio Vasari? Di chi è la voce al telefono che dice di sapere cosa ne è stato del professore? Marco e Dario non sanno che la doppia ricerca, del padre di Sonia e dei manoscritti che lui stava studiando, li condurrà a una scoperta archeologica ancora più sbalorditiva: il compagno perduto della Chimera. Un bronzo celato per ben due volte agli occhi di tutti, la cui esistenza appare verosimile dalla lettura dei documenti vasariani. Le tracce lasciate dal genio rinascimentale li portano a indagare. Ma non sono soli. Da una parte c'è chi vuole impadronirsi a tutti i costi del reperto, dall'altra una inquietante Intelligenza Artificiale con cui sono venuti casualmente in contatto. Lei sola, saprà districare la matassa che affonda le sue origini in un tempo lontano. Alle pendici di Aritim, in quel territorio che dopo millenni diventerà Toscana. -
Il maragià di Firenze
Libro candidato da Giuseppe Conte al Premio Strega 2021Finalista Premio letterario Chianti 2021Il primo maragià che dall'India arriva in viaggio in Europa è poco più di un adolescente, ancora prigioniero dei suoi sogni. La sua stessa vita svanirà come un sogno: di ritorno dall'Inghilterra, dove ha reso omaggio alla regina Vittoria, a Firenze inseguirà un altro sogno - la bellezza - ma qui morirà all'improvviso. Firenze, ancora per poco capitale, saprà vincere diffidenze e pregiudizi accordando al maragià un funerale indù. In un'incredibile notte l'Arno diventerà il Gange e là, nel luogo dove il corpo dello sfortunato giovane fu arso, oggi c'è la statua dell'Indiano: meta che, stagione dopo stagione, richiama l'autore a spremere il senso di una vita e a dare voce alla pietra. Ne viene fuori un singolare viaggio da fermo, un ponte di parole tra Oriente e Occidente. Tra poeti romantici, eccentrici studiosi ed esploratori dell'India, una riflessione su ciò che ci rende uguali e diversi e sulla bellezza della vita nella sua fragilità.Proposto da Giuseppe Conte al Premio Strega 2021 con la seguente motivazione:rn«Dove finisce Firenze, verso le Cascine, c’è un busto di un giovane marajà indiano, con iscrizioni in quattro lingue: italiano, inglese, hindi e punjabi. Ricorda la sua morte in riva all’Arno avvenuta nel 1870 e il suo funerale celebrato nel rito indù, con l’Arno che diventa il Gange. Da questo busto, e da questa morte, prende avvio un libro anomalo che è uno scoppiettio continuo di pensieri, ricordi, citazioni, divagazioni, ricerche, immagini, in bilico tra Firenze e l’India, che segnalo per il suo affrontare il tema del rapporto tra diverse civiltà spirituali, oggi così necessario.» -
La collagista
Un romanzo intimo, femminile, graffiante, costruito magistralmenternLa fuga da se stessi e la ricerca di un senso alla vita.rnIl grande ritorno di Francesca MazzucatornLei è una donna sola. Vive a Parigi dove lavora come collagista. Non ha un nome e non lo vuole, è in fuga dalla sua identità passata, darnquello che ha vissuto in un prima che non l’abbandona. Per tutta la vita si è sentita braccata, inseguita. Adesso si nasconde. Da chi o darncosa non si sa. Un mistero che si svela pagina dopo pagina, seguendo l’inquietudine della protagonista, il suo esistere in bilico alla ricercarndi luoghi provvisori, camere d’albergo, brasserie, conversazioni con sconosciuti. Solo quando ritaglia e incolla immagini che prendonornforma su cartone, fogli bianchi e neri o tela, la donna sente che può alleggerire il peso che porta con sé, provare una provvisoria pace.rnCollage dopo collage, la storia si rivela con la potenza di un uragano, il mistero appare e scompare.