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Un matrimonio in provincia
La storia dell'educazione sentimentale di una ragazza che si fa donna si specchia nella vita di provincia di fine Ottocento. Torna attuale il capolavoro della Marchesa Colombi, pseudonimo di Maria Antonietta Torrioni, scrittrice al centro di una rivalutazione internazionale (anche con In risaia e il galateo La gente per bene): «È il suo modo di raccontare che prende, il suo piglio dimesso ma sempre concreto e corposo, con un fondo di sottile ironia: quell'ironia su se stessi che è l'essenza dello humour» secondo Italo Calvino. -
Il miraggio dei social. Euforia digitale e comunicazione responsabile
Oggi tutti vogliamo parlare, in continuazione e usando i social, ma il nostro ""desiderio di comunicare"""" che cosa rappresenta davvero? Un filosofo amato dai giovani riflette sulla comunicazione al tempo del digitale e delle fake news. Silvano Petrosino parte dall'importanza delle parole e dei numeri nella nostra vita per sviluppare una riflessione originale e stimolante che arriva a chiedersi se, tra selfie e chat, il nostro desiderio di comunicare non sia piuttosto un desiderio di essere riconosciuti, creando un'incapacità all'ascolto che, nel """"gorgo"""" della rete, diventa un atto morale quasi trasgressivo. Al centro sta la questione della responsabilità perché, come scrive Carver, «in definitiva le parole sono tutto quello che abbiamo, perciò è meglio che siano quelle giuste»."" -
Verso le stelle glaciali
«Sapremo parlare. Riconoscerci. Fuoriuscire. Sapremo fare a pezzi questo niente alzeremo le braccia, canteremo felici»«Il volume è costellato di quelle che l'autore chiama mappe: immagini che rimandano ad altro, guide di viaggio» - Daniele Piccini, la LetturaUn libro che propone quattro itinerari: ognuno, attraverso strade e mappe diverse, conduce inequivocabilmente alla stessa destinazione. Immagini, poesie e prose muovono alla ricerca di un sentiero possibile nella vita: dalla cruda realtà urbana, attraverso le corsie di un ospedale e le grotte della preistoria, si giunge a un luogo immaginario, al di là dell'oceano, in un continente dove si ritrova un «segreto futuro, che non dimentica tutto ciò che è stato». Come confessa l'autore, «vorrei che ogni linea della mia poesia coincidesse con un respiro, senza barare e senza virtuosismi, perché ogni verso sia prova e contemplazione del fiato che finisce». -
Museo del silenzio-Stillemuseum
"Museo del silenzio"""" riassume i numerosi inviti velatamente rivolti da Werner Lutz (1930-2016) al lettore disposto a lasciarsi segretamente coinvolgere dalla sua lirica in prosa, per farsi «sub e palombaro» (Taucher) di se stesso, alla ricerca dell'umano. Lutz è, però, il primo a dare credito all'apparire della vita quotidiana, colma di segreti a disposizione del suo sguardo «violentemente acuto e senza pretese» (Rondoni), di cui la sua poesia va spontaneamente ma febbrilmente in ricerca. Poeta e pittore, amante della vita così come essa è, sedotto dall'incanto della natura e per questo abile nel dipingerla a parole, Lutz si è lasciato stupire dal continuo avvenimento dell'esistenza, desideroso di immergersi, per sentirla, toccarla e ridarla al lettore senza inibizioni. L'antologia propone alcune delle più belle poesie del poeta svizzero-tedesco, per la prima volta tradotte in italiano; pur osando essere una nuova versione poetica, la traduzione resta fedele all'originale riproponendo l'assenza di interpunzione: un segreto invito a prestare attenzione alle singolari scelte lessicali e sintattiche, che impongono al lettore e al traduttore di non sorvolare sulle peculiari licenze poetiche." -
Natività. La sorpresa del divino nel mondo. Ediz. illustrata
In questo piccolo libro a colori, a cura di Alessandro Rovetta, sono presentate grandi opere che riportano nel clima del Natale l'arte di Leonardo da Vinci come «sorpresa del divino nel mondo».rnrnPer Leonardo il mistero del Natale ha sempre al centro il Bambino, che lui dipinge sotto diverse luci. Celebre, tra le sue opere, resta l'Adorazione dei Magi, una storia tormentata iniziata nella sua Toscana nel 1481 e narrata anche da molti disegni preparatori. Ma l'anno dopo il genio di Vinci deve partire per Milano e lascia il quadro incompiuto. Completa invece molte Madonne e L'Annunciazione, con olio e tempera su una tavola di pioppo che riproduce un'annotazione dell'autore, «li movimenti siano annunziatori del moto de l'animo...» -
Macbeth. Ediz. illustrata
La tragedia più cruenta e ambigua di William Shakespeare - a partire da personaggi complessi come Lady Macbeth - torna in un'edizione del tutto nuova in Italia: nella traduzione (di Roberto Piumini) e nell'apparato di immagini (tavole di Salvador Dalí). L'opera mette in scena gli effetti fisici e psicologici devastanti provocati da un'ambizione politica volta all'interesse personale, sullo sfondo di sentimenti umani complessi e universali: «l'amore che ci è dato, qualche volta, è un po' molesto: ma poiché è amore lo si gradisce sempre». -
Natale in poesia. Antologia dal IV al XX secolo. Nuova ediz.
Nuova edizione con appendice di poeti d'oggi. Con illustrazioni d'arte. «Ispirata dall'evento del Natale, come si comporta la poesia? Si ferma solo alle apparenze? Coglie gli aspetti più suggestivi? Approfondisce il messaggio religioso? Lo illustra come meglio le riesce di fare? Promuove la nostra riflessione? Ci commuove? Ci fa migliori? Diremmo che la poesia, quando è davvero poesia, ottiene tutto questo d'un sol colpo» (dalla presentazione di Luciano Erba). Tutto questo è nell'antologia Natale in poesia. Da Efrem Siro e Ambrogio a Iacopone da Todi e Lope de Vega, da Manzoni e Heine a Pascoli e Claudel, da Gozzano a Eliot, da Montale a Turoldo per arrivare anche a Rodari e a Luzi: oltre sessanta tra i maggiori poeti dal IV al XX secolo in una scelta impreziosita da illustrazioni d'arte. Con un'appendice di testi di poeti d'oggi. -
Vite da presepe
Aprire questo libro è come trovarsi nel bel mezzo di una notte di dicembre, quando le statuine di un presepe di casa narrano la propria storia. Sono piccole tranches de vie che non assomigliano affatto all'agiografia del presepe spesso retorica e buonista. C'è ""la pecorella sbagliata"""", che arriva da un gioco per bambini e irrompe in mezzo alle eleganti colleghe del presepe, il ladro destinato a incontrare Gesù, la statuina del panettiere con troppo fiuto per gli affari, le lavandaie con le loro storie, il re mago destituito e persino un postino. Ironia e tenerezza fanno assaporare, in una lettura che non ha fretta, il gusto dolce, antico e sempre nuovo, del Natale, con molti spunti di attualità."" -
Un canto di Natale. Ediz. a colori
Il più celebre libro di Natale della letteratura moderna torna in una nuova traduzione e con le illustrazioni dell'edizione originale del 1843. Ancora oggi il romanzo dell'arido e tirchio Ebenezer Scrooge, visitato nella notte di Natale da tre Speuvri, si lascia leggere con interesse, unendo al gusto del racconto gotico un'appassionata critica sociale. Grazie anche al cinema non si arresta il successo di un'opera che ci commuove ancora e che ha fatto dichiarare ad Anthony Burgess: «Dickens creò un mondo e, nel tempo libero, inventò il Natale». -
L' allenatore ad Auschwitz. Árpád Weisz: dai campi di calcio italiani al lager
L'ungherese Árpád Weisz, tra i più grandi allenatori degli anni trenta, colui che introdusse per primo gli schemi nel campionato italiano, fu commissario tecnico dell'Inter (dove scoprì Giuseppe Meazza) ma anche del Novara e del Bologna, fino all'espulsione dall'Italia, in seguito alle leggi razziali, e alla tragica fine nel lager di Auschwitz. La sua vicenda ha tratti non comuni che meritano di essere approfonditi. Queste pagine illuminano il periodo italiano ricostruendo con precisione il ruolo che ebbe Weisz nello sviluppo del ""sistema"""", che in quegli anni stava mutando definitivamente la fisionomia del calcio sullo sfondo dell'affermazione del professionismo. Una testimonianza e una riflessione sull'eredità della shoah e sull'importanza della memoria, che coinvolge nel dramma anche lo sport."" -
Storia di uno schiaccianoci. Favola di Natale
A Natale la piccola Marie riceve in regalo un buffo schiaccianoci dalle sembianze umane e dai denti aguzzi, ""un delizioso omino che, appoggiato malinconicamente al tronco dell'albero di Natale, aspettava silenzioso e impassibile che arrivasse anche il suo turno per essere visto"""". Subito diventa il giocattolo preferito della bimba, che insieme con lui vivrà fantastiche emozioni, avventurandosi nel regno delle bambole e sconfiggendo il malvagio re dei topi. Questa immortale fiaba natalizia, che ispirò Cajkovskij per il suo celebre balletto """"Lo Schiaccianoci"""", è ora riproposta in una nuova traduzione, con le innumerevoli illustrazioni dell'edizione originale pubblicata da Dumas. Età di lettura: da 8 anni."" -
Prova a cantare il mondo storpiato
«Ma noi siamo vivi,/ colmi di memoria e ragione» è la risposta di Adam Zagajewski ai drammi della storia e alla spersonalizzazione della società attuale, collocando sotto la sua lente d'ingrandimento piccoli particolari quotidiani molto rivelatori: così le ombre dei turisti sulla tomba di Brecht sembrano quelle degli informatori della stasi che lo pedinavano da vivo e la gatta di Ruth, ignara di essere ebrea come la sua padrona, di notte dal ghetto torna sempre alla parte ariana. Per l'autore di quest'antologia, che affronta la Shoah come l'11 settembre ma anche gli ex paradisi naturali fagocitati dal turismo di massa, resta lo spaesamento dei «poeti, invisibili come minatori, nascosti sottoterra» che «costruiscono per noi una casa», quella della consapevolezza civile di dover essere vivi e vigili «e talvolta particolarmente orgogliosi,/ perché in noi grida il futuro/ e quel balbettio ci fa umani». -
La corsia della memoria
"L'autobiografia e il racconto di come un io si è visto vivere, anche negli altri. Il chirurgo rischia di osservare da un punto prospettico professionale, su corsie di una umanità esitanti per una diagnosi, per la rivelazione di un camice bianco che riveste le persone di speranze. La memoria ne, ripercorre altre, di corsie, quelle dove tutti corrono la propria vita, fino al bilancio (o verdetto?) del cursum consumma-vi: anche nelle officine universitarie, gomitando, accelerando, dando una mano, tagliando le strade, recuperando i distacchi, assistendo, stimolando, insegnando, apprendendo, provando una fuga, non per essere soli, ma per essere seguiti e anche superati. Ritornando sui propri passi, alla ricerca del se stesso perduto o medicato, il narratore scopre di essere stato un altro, di ipotizzare un romanzo con altri protagonisti: il giovane medico approdato in America, un Paese sempre interpretando nell'allora le dinamiche e le contraddizioni di oggi; lo studioso consapevole di quanto è necessario impegnarsi e inventarsi; il (quasi) affermato chirurgo che ritrova il ragazzo cresciuto nella vivacità popolana della Milano postbellica, e amici vittime di una gelida morte, tra le troppe accettabili. Il tempo della storia è scandito dai grandi eventi della seconda metà del Novecento, in sequenze dove si affacciano, sullo sfondo di operai, casalinghe, di bombe e di mali estremi, in primo piano, senza prepotenze, già figure della mente, pazienti illustri e non, molti del mondo politico, accademico, artistico, sportivo, cinematografico. Tutti operati con uguale impegno tecnico e umano. Migliaia di anonimi, un cane a nome Charlie, l'Apache trout, il merope. Con la coscienza di un secolo che sa di partecipare al crepuscolo del cristianesimo, ma vuole salvare in più sereno dì il sublime dettato del Vangelo. Se non si fosse lettori provveduti, forse ci si arrenderebbe ai tecnicismi d'intervento e di cura, pur incuriositi o sedotti dalle esplorazioni naturalistiche e umanistiche, dal virtuosismo incisivo del taglio della dicitura, lungo la linea che il filo per la pesca a mosca taglia nell'aria (e adesca). L'occhio chirurgico interpreta i messaggi delle cellule umane, come indaga i colori, le linee, le espressioni e gli espressionismi dell'arte. L'io narrato e narrante convive, quindi ne riporta alla vita altri: gli amici, i colleghi, i maestri di scuola e di ricerca, figure e ombre di sfuggita passaggio o a tutto tondo spirituale, in incontri di studio, di dialogo, di comprensione desiderata e perseguita. I famigliari sopra tutti, presenti da sempre e per sempre: i genitori, gli zii, lei, la dedicataria e l'ispiratrice, attesa da lontano, i figli, i nipoti. Si racconta per loro, per tutti loro: che comprendano al di là di quanto l'io dice, partecipino, apprendano e perdonino."""" (A. S.)" -
Quel primo bacio
Iside e Filippo si conoscono giovanissimi, per caso, una mattina in biblioteca. Un incontro che resterà nel cuore ad entrambi: chiuso e introverso fino all'eccesso lui, aperta e spontanea lei, sembrano però destinati a vivere due vite completamente diverse e separate, due esperienze agli antipodi. Se lui infatti tende sempre di più a isolarsi e a cercare la solitudine, lei invece si apre a nuovi incontri, allacciando un legame sentimentale con Thomas, un ragazzo che grazie al suo sostegno riuscirà a trovare la propria strada nel mondo. Ma una serie di eventi, impossibili da prevedere, porterà le loro vite a incrociarsi di nuovo, dando ad entrambi una nuova possibilità di conoscersi: sapranno coglierla questa volta? Presentazione di Fabio Ponzana. -
Gli strumenti della poesia. Manuale e diario di poetica
In questo libro uno dei maestri della poesia contemporanea, Franco Buffoni, racconta in modo trasparente e niente affatto accademico come nasce, come si forma e come si trasforma nel corso dei decenni la poetica di un autore. Orgoglioso della propria discendenza estetico-filosofica da Luciano Anceschi (secondo il quale «la riflessione che gli artisti e i poeti compiono sul proprio fare, indicandone i sistemi tecnici e le norme operative, le moralità e gli ideali, è la poetica»), Buffoni mette a nudo se stesso e fotografa con precisione stile, forme e linguaggi della poesia italiana nei decenni cruciali del passaggio tra il Novecento e questo secolo ancora indicibile che ci sta ospitando. -
Un editore imprevedibile. Livio Garzanti
Il ritratto di un editore protagonista del Novecento, Livio Garzanti, che impersona tutta una serie di contraddizioni e imprevedibilità. Dentro una riflessione sull'editoria contemporanea emerge, di Garzanti, l'uomo (di temperamento amabile e indisponente, suadente e padronale, determinato e capriccioso) e il creatore di un catalogo dove si alternano Gadda e Mike Spillane, Pasolini e 007, Colazione da Tiffany e Love story, premi nobel e ""garzantine"""", Magris e Alberoni. Capace infine di lasciare 90 milioni di euro alle associazioni milanesi che si occupano di assistenza agli anziani. Un ritratto critico documentato e al tempo stesso animato dal gusto della curiosità. Con un'intervista inedita e un inserto iconografico."" -
Brigantaggio italiano. Considerazioni e studi nell'Italia unita
Che cosa fu il brigantaggio postunitario se non un fenomeno essenzialmente criminale, fatto di violenze ed efferatezze che colpirono innanzitutto le popolazioni dell'Italia meridionale? Eppure ancora troppo frequente è la rappresentazione del brigante come un moderno Robin Hood, quasi un romantico ribelle che lotta contro la povertà e l'insensibilità di uno stato oppressore e lontano. Lo studio di Marco Vigna permette finalmente di fare il punto su questo complesso problema, uno dei più gravi e impellenti che il giovane Stato italiano dovette affrontare. Lo fa attraverso un'analisi accurata delle fonti che lascia emergere tutta la complessità del fenomeno e l'impossibilità di ogni semplificazione interpretativa. Una rilettura necessaria e rigorosa, anche perché, osserva Alessandro Barbero nella sua presentazione, la percezione odierna del brigantaggio meridionale è ancora oggetto «di una inquietante operazione di stravolgimento della realtà e reinvenzione fraudolenta della memoria, che stravolge il ricordo di quella vasta e terribile ondata di violenza». Analizzando anche gli aspetti collaterali di questo fenomeno, dalla subcultura brigantesca fatta di stupri e cannibalismo ai processi agli ufficiali per abuso di potere, ne esce un ritratto vivido del Meridione nell'Ottocento, tra galantuomini, veri e propri burattinai delle compagnie brigantesche, cafoni e semplici cittadini vittime delle violenze. Un libro che offre uno sguardo originale anche su un problema attualissimo e irrisolto: quello delle mafie. Presentazione di Alessandro Barbero. -
Marcello Venturi tra letteratura e storia con il romanzo inedito La nostra vita
Questo numero di ""Autografo"""" è interamente dedicato a Marcello Venturi (1925-2008), narratore di grande qualità, legato sostanzialmente al neorealismo (che ne segnò l'esordio) e al realismo, sia pure con interessanti diversioni. Frutto della preziosa collaborazione tra il Fondo Manoscritti di Pavia, dove è di recente approdato l'Archivio dello scrittore, e l'Istoreto di Torino, raccoglie interventi di storici (Bidussa, Colombini, Filippetta) e italianisti (Capecchi, Contorbia, De Nicola, Martignoni) che, nell'incrocio interdisciplinare, offrono importanti riflessioni sul lavoro di Venturi. Il volume propone inoltre un romanzo inedito giovanile, insieme alle prime ricognizioni sui suoi materiali d'archivio (Rossini, Trotta), gettando uno sguardo anche sulle carte di Camilla Salvago Raggi (Boccardo)."" -
Vergine luna. Il tu nella poesia e nella preghiera
«Che fai tu, luna, in ciel? dimmi, che fai, Silenziosa luna?» Nell'atto dello scrivere a chi si rivolge il poeta? E a chi si rivolge il fedele in preghiera? Entrambi parlano a un ""tu"""" che non hanno davanti a sé, quindi di fatto a un interlocutore assente, che rappresenta l'Altro rispetto all'io. Queste pagine accompagnano in un itinerario alla ricerca del vero interlocutore nella poesia (da Leopardi a Emily Dickinson, da Rilke ad Antonia Pozzi) e nella preghiera (dai Salmi al Padre nostro, dalla lauda alle Confessioni di sant'Agostino e al """"Tu"""" dei mistici, fino all'apostrofe irriverente di Baudelaire all'«ipocrita lettore, mio simile, fratello!»)."" -
Bella ciao. La fortuna di una canzone
Ormai Bella ciao è tornata a essere una canzone dei giovani e circola anche all'estero, grazie alla serie Netflix ""La casa di carta"""" e ai cori delle piazze invase dalle """"sardine"""". Ma le sue origini sono a lungo rimaste sconosciute, con vere e proprie fake news che negano il suo legame con la lotta partigiana. Cesare Bermani, ricostruisce l'avventura di questo canto popolare «così amato da chi vuole la libertà».""