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Sull'onda della vita
Le tematiche sono il grande trionfo della vita e dei suoi fascini che costituisce il cuore pulsante della poesia di Antonio D'Elia, nello scenario solatio e marino del Salento, terra ricchissima di natura e di storia; terra di belle donne, di coste sinuose, campagne ubertose. -
Le forbici del sarto
La vita privata è catturata in una risacca con la vita pubblica del Paese, inteso sia come nazione sia come borgo natio. La dimensione del pensiero e del genius loci è contemporaneamente paesana e metropolitana, in quanto si assiste all'evoluzione della vita negli ambienti di paese, continuamente presentata in contrappunto con la scena di Roma capitale e di altre metropoli italiane. Oltre a ciò si sviluppa una documentazione e un'implementazione del narrato offerta dal continuo raffronto con il mondo dei libri, della canzone, del cinema e del teatro, che a loro volta si presentano come specchio della realtà. L'intreccio della vicenda è rappresentato in modo voluto non lineare, perché l'Autore intende sviluppare il concetto della narrazione cerebrale e non cronachistica, pertanto il narrato segue le evoluzioni mentali del pensatore che passa con indifferenza dal passato al presente, in un continuo esercizio di tastiera di tempi e di modi differenti della parola. -
La vedova e il ritorno di fiamma
Una poesia straripante di vigore vitale, sviluppata sul piano della memoria che evoca in oscillazione il passato con l'attualità del presente, e affonda le radici originarie della quotidianità corrente nei sogni antichi di un tempo vetusto, perché tutto si contiene in immagini fluenti, abbagli della mente, articolazioni ardite di parole fiondate nella carne dei giorni, nella prorompente sensualità di odori, sudori, fatiche, amori. Quanta generosità di vita sviluppano questi versi selvatici, intricati, criptici, generosi, in un superlativo: bellissimi! -
Filosofia e società. I tempi e le tappe dal declino della Ragione rivoluzionaria dei «lumi», alla crisi della filosofia del Novecento e alle contraddizioni del «postmoderno»
Si perfeziona l'opera enciclopedica dello studioso torinese Franco Nicoletti che ha tracciato il percorso della cultura occidentale sulla doppia sponda della Letteratura e Società e della Filosofia e Società, con inizio dalle origini greco-romane e con approdo all'attualità dell'intero Occidente. Si tratta ben di più di un organico repertorio riepilogativo delle espressioni della cultura umanistica realizzate nell'arco che coinvolge gli ultimi tre millenni, per un totale di circa 2800 anni di storia del pensiero sia creativo sia razionale. In verità, lo Studioso torinese ha delineato la figura antropologica complessiva dell'essere umano quale si è espressa nel corso della straordinaria evoluzione realizzata lungo la temperie di una civiltà tanto luminosa nell'ideazione razionale, quanto feroce nella realtà e sognatrice nell'immaginario. -
I cardellini del Ceretto
La bellezza e il valore culturale di questo racconto di Eros Pessina intitolato ""I cardellini del Ceretto"""" risiede nell'intento di conciliazione nazionale degli animi ancora esacerbati per le violenze del periodo di occupazione nazifascista che va dalla data di dichiarazione dell'armistizio dell'8 settembre 1943 fino alla data della liberazione del 25 aprile 1945. Sono i venti mesi cruciali in cui l'Italia rimane divisa in due, poiché il 10 luglio 1943 gli Alleati sbarcano in Sicilia, e vengono fermati dai tedeschi sulla Linea Gustav. Il 22 gennaio 1944 sbarcano ad Anzio e vengono fermati alla Linea Gotica. L'Italia resta divisa in due tronconi ancora per ulteriori quindici mesi: il Meridione è libero, mentre il Settentrione è prigioniero del governo fantoccio della Repubblica Sociale Italiana, messo in piedi da Mussolini, praticamente divenuto ostaggio per non dire prigioniero nelle mani di Hitler. Sono mesi tremendi perché il Settentrione conosce l'orribile esperienza della guerra civile e fratricida."" -
Omaggio alla Costituzione Italiana. D'incanto e di luce
Maria Angela Zecca è poeta ed intellettuale impegnata sul terreno dei diritti civili per quanti, nella disperata condizione di vita, sentono ed hanno bisogno di solidarietà concreta, di accoglienza fraterna, d'amore e umanità sincera. Non a caso, a speso gran parte dei suoi giovani anni, ancora oggi lo fa, a fianco del popolo Rom, tanto da essere tuttora attiva nel campo nomadi ""Panareo"""" a Lecce dove, non di rado, la vediamo impegnata ad organizzare incontri, convegni, dibattiti e persino una squadra di calcio Rom. Per questo, non è sbagliato pensare che molti dei suoi sentimenti, delle sue emozioni sono impregnati del sudore e del sangue di quel popolo ancora oggi istituzionalmente non riconosciuto nella sua integrità."" -
Storie come tessere di un mosaico d'amore
Carla Spinella costruisce una sorta di improprio manuale dell'amore, nel quale si dà conto delle regole e dei contenuti che i legami umani debbono sviluppare per assurgere fino alla dignità più alta e divenire autentici tesoretti di sapienza di vita e di cultura - quante citazioni letterarie manifeste o implicite sviluppa la scrittrice! - fino al punto di realizzare la vittoria dell'amore sulla realtà effimera delle cose, e fare sì che il monito dell'amore sopravviva anche alla morte dei suoi protagonisti. -
Racconti dal Lido
Cosa si nasconde dietro questo titolo così ambiguamente balneare di Racconti dal Lido? Cosa sono questi otto racconti che Gabriella ci propone oggi, dopo una lunga stagionatura maturata per anni nell'ombra di un cassetto? Un diario di esplorazione del mondo del cinema in uno dei suoi più noti e autorevoli santuari celebrativi ma solo in apparenza, ché si rivela essere poi un diario intimo, un'imprevista riflessione esistenziale. E questo pur sempre attraverso il cinema e tutto quello che gravita attorno, che lo circonda e lo anima. Diario come oggettivazione del ""sé"""". Uscita dal solipsismo, uscita apparente ma in realtà """"apparentemente apparente"""" perché conduce, attraverso appunto l'oggettivazione del sé, ad uno sguardo su sé stessa da un punto di vista esterno, dal di fuori. Diario di una maturazione, di una crescita. Quasi un romanzo di formazione. Prefazione di Mario Brenta."" -
Un diario del vivere
La poesia di Rinaldo Vaira rappresenta una voce caratteristica della cultura contadina legata alla terra delle Langhe, che vantano una prestigiosa tradizione letteraria lungo tutto il Novecento, a principiare da Cesare Pavese, Beppe Fenoglio, Davide Lajolo, per giungere fino a Giovanni Arpino, nota come Linea delle Langhe, e caratterizzata dall'amore per le colline, d'estate baciate dal sole e nell'inverno galleggianti come isole su un mare di nebbia, la fatica e il sudore per il lavoro nelle vigne, il culto del buon vino, l'attrazione per la donna, il fastidio per la città metropolitana, la solitudine, il dialogo con sé stessi, e un'irrisolvibile e romantica attrazione verso il ""vizio assurdo"""", cioè per il fascino misterioso della morte anticipata come atto volontario rivolto contro sé stesso."" -
La pandemia da evitare, l'uomo
Racconto in chiave divertente della realtà umana, ma ogni capitolo porta in sé un forte messaggio psicologico e antropologico della figura maschile dal suo passato ai giorni nostri. Il libro è raccontato da una donna e le storie raccontate sono del tutto reali. In ogni paragrafo si affrontano i vari tipi di maschio che propone la società moderna, andandone ad approfondire le criticità insite nei vari meccanismi mentali che lo portano a determinate azioni, con le conseguenti mancanze che inducono a un indebolimento sempre più evidente dei vari rapporti umani. Comportamenti che stanno portando questa società a un futuro distopico, dove l'uomo è solo un numero in più da conteggiare nei fatturati. Il libro accenna solo all'inizio e alla fine alla quarantena dovuta al corona virus, e sottolineando determinati aspetti di questa realtà giornaliera, porta inizialmente il lettore, da una dimensione divertente a una lettura sempre più impegnativa. Solo alla fine del libro sarà svelato il segreto dell'autrice. Un segreto che evidenzierà il fatto che entrambi i sessi sono fautori di quello che succede nella realtà di ogni giorno [...] -
Non circola l'aria
La forza narrativa di Domenico Defelice sta nell'incanto delle sue descrizioni di ambienti della natura, della campagna, del paese e anche della città. Il mondo che lui ritrae a parole richiama un quadro di Pieter Bruegel che descrive il contrasto tra il lasciarsi andare tipico del carnevale e la rinuncia alla tentazione, cioè il cosiddetto digiuno cristiano. Si tratta pur sempre di una ripresa del tema caro ad Ambrogio Lorenzetti, sviluppato nella Allegoria del buono e del cattivo governo: anche in ciò consiste la memoria letteraria e culturale di Domenico Defelice. -
Nuvole
Il viaggio di parole è accompagnato dal capolino di volti di donna, icone della bellezza mediterranea celebrate dalla celluloide: ritratti di volti femminili famosi che sono stati simboli di freschezza e grazia femminile, volutamente riprodotti in bianco e nero, come fossero divenuti fantasmi del passato della loro beltà slavata dai colori, un encausto esalato, che lascia tuttavia l'orma indelebile di ciò che è stato e che per sempre continua a essere. -
La spilla di Anubi
La trama del romanzo appare allo stesso tempo realistica e fantastica e in tal modo richiama alla mente le caratteristiche del realismo magico che fu già di Franz Kafka, autore tra l'altro anche citato da Paola Ottaviano. È un romanzo breve che, nella sua pragmatica concisione, architetta una serie di ponti e di corrispondenze tra luoghi e tempi diversi, nonché tra tematiche e stili letterari differenziati fra loro. C'è un ponte lungo circa cinquemila anni tra la contemporaneità consumistica dell'attuale civiltà laica del benessere e l'epoca favolosa e magica, impregnata dai misteri dei poteri degli uomini e delle divinità tipici dell'antico regno egizio. In aggiunta c'è una corrispondenza tra due città molto diverse fra loro: la solare Roma, Città Eterna, e la melanconica Torino, città tuttora rivestita da una baroccheggiante veste di rigore sabaudo. -
L' avversità di chiamarsi Modesto
L'opera prima di Alexia Galliano è un romanzo d'ambiente che sviluppa una trama di ricostruzione biografica, dedicata all'infelice vita del prozio della scrittrice. Viene alla mente il celebre Ciclo dei vinti di Giovanni Verga, congegnato dallo scrittore siciliano per illustrare la sconfitta inevitabile della lotta combattuta dall'uomo per migliorare l'esistenza e per realizzare il progresso. La Galliano conduce la sua chiaroscurale vicenda umana tenendo a mente due fondamentali direttrici: in primo luogo, l'analisi psicologica del profilo del protagonista e, in secondo luogo, l'accurata descrizione dell'ambiente sociale di inizio dello scorso secolo, nella zona del barese, baciata dal sole, tra la Città e la campagna, entrambe sfavillanti di colori e di aromi, nonché di bellezze naturali, ma anche assillate dalla povertà economica. Un terzo motivo di acceso interesse è la rappresentazione della violenza insita nei ""trattamenti sanitari obbligatori"""", risalenti alla legge del 1904, che permettevano la """"costrizione manicomiale"""" su semplice indicazione di opportunità rilasciata dal medico."" -
Musagete
Il ringaggio della mitologia, con ricorso al dio Apollo, alla ninfa Castalia, alla cortigiana Taïde, viene sapientemente sviluppato nel poemetto erotico di Roberto Costantini Musagete, composto da cinquantadue stanze di versi liberi e corsivi, di suadente nudità espressiva, talvolta anche privati della punteggiatura, per realizzare il trionfo di una poesia analogica, che scatena il libero pensiero nelle ardite associazioni tra temi e tempi eterogenei, ma unificati nel magma ardente della creazione artistica. -
Poesie (1978-2020)
Il libro Poesie 1978-2020 è stato curato da Enrico Giacovelli, che è stato al fianco di Patrizia per molti anni. Va detto che Giacovelli ha compiuto un prezioso lavoro di reperimento, collazione, riordino e datazione delle poesie, con una competenza professionale rigorosamente rispettosa e valorizzatrice della dizione e della disposizione versale ideata dalla scrittrice. Bisogna dargli atto dell'importanza basilare dell'opera di raccolta e di sistemazione che egli ha svolto e che rappresenta la fondamentale attribuzione di valore aggiunto conferito al mondo poetico di Patrizia Vescovi: senza l'opera del Curatore l'edizione non sarebbe venuta alla luce ed enorme sarebbe stato il rischio della dispersione dei testi e dell'esalazione dell'intero messaggio poetico. L'opus magnum è stato scandito in periodi temporali tetragoni. -
Carmina Docta
L'eco del Liber di Catullo, con esplicito riferimento agli otto Carmina Docta inseriti nei centosedici costituenti la raccolta, risuona come omaggio all'innovazione del grande poeta latino di una nuova ""poesia del disimpegno"""", cioè non più legata alla celebrazione dei fasti di Roma, ancella della Storia e del Potere, ma ridimensionata alla misura personale del poeta che diventa testimonio soggettivo del tempo e strumento di interpretazione dell'universalità dei caratteri umani con valenza di adattamento per ogni tempo e luogo delle umane vicende. Appare straordinaria la capacità del Poeta piemontese di rendersi cantastorie della più moderna attualità con uno spessore straordinario di aderenza alle vicende antiche, finanche ai miti, che soprassiedono allo sviluppo e a ogni evoluzione della nostra cultura."" -
Il saccheggio della Commedia. (Citazioni di versi danteschi dal secolo XIV al XXI)
L'omaggio reso a Dante Alighieri dalla studiosa triestina Franca Olivo Fusco è un sigillo di cultura sia accademica sia popolare che celebra con il concento di voci di sessanta poeti distribuiti negli otto secoli di storia della letteratura italiana la devozione resa all'opera immortale del Fiorentino, amato e studiato principalmente in Italia, ma universalmente conosciuto. Il libro acquista ulteriore motivo di attualità perché esce nel corso delle celebrazioni del Settimo Centenario della morte del Sommo Poeta. L'impianto critico dell'Autrice a commento delle citazioni mette in luce la diffusa penetrazione che l'opera ha esercitato nel popolo e nella letteratura italiana, l'unica in Occidente il cui progresso degli stili è stato caratterizzato dalle opere dei Poeti anziché dei romanzieri e dei drammaturghi, motivo per cui la Commedia di Dante appare la quercia madre che ha prodotto l'immenso bosco della letteratura. -
Le forme della notte
I nove racconti riuniti nel libro Le forme della notte sono collocati in tempi e luoghi diversi, talvolta anche immaginari o comunque non facilmente individuabili e descrivono vicende umane enunciate sempre sul filo surreale di una falla della realtà, come se si aprisse un varco che conduce all'invalidamento delle nozioni che noi abbiamo elaborato circa la concretezza dei fenomeni che ci circondano. Il titolo del libro è una metafora dell'oscurità che avvolge ogni nostra conoscenza e percezione oggettiva e soggettiva del mondo. -
Il regno del dormiveglia. Sogni e rêverie ne La rigenerazione di Italo Svevo
Il saggio di Sara Teresa Russo è dedicato al testo teatrale in tre atti di Italo Svevo La rigenerazione, rimasta inedita alla morte dello scrittore triestino avvenuta nel 1928 e pubblicata solo nel 1960 in Commedie dal critico d'arte triestino Umbro Apollonio. La studiosa pisana contestualizza l'opera non solo all'interno della vasta produzione narrativa e teatrale di Svevo, ma anche e soprattutto in rapporto alle tendenze teatrali d'epoca e a confronto con gli sviluppi della psicanalisi e dell'interpretazione dei sogni di Freud, essendo la pièce caratterizzata dall'introduzione di un sogno a scena aperta, al termine di ogni atto: il protagonista Gianni Chierici ""istituisce una sorta di parentela con l'incanutito Zeno Cosini"""". Ampia di considerazioni e di approfondimenti appare l'attenzione resa dalla saggista nei confronti del tema centrale della vecchiaia e dei tentativi, anche in rapporto alla scienza d'epoca, di ringiovanimento trattati da Svevo nei romanzi, racconti e nelle tredici commedie, in speciale modo in quest'ultima.""