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La maestrina del Copacabana e altri racconti
I cinque racconti del noto scrittore varesotto Enea Biumi, riuniti nel libro che porta il titolo eponimo La maestrina del Copacabana, risultano ambientati nell'arco di anni che va dagli albori del fascismo fino all'affermazione in Italia della civiltà dei consumi e del welfare, ma mantenendo uno sguardo di particolare attenzione alle tradizioni del ceto contadino e per lo più piccolo borghese, con qualche eccezione riservata ai ceti più agiati e ristretti della società. L'ambientazione riguarda la vita di provincia, con gustosi inserimenti di espressioni dialettali, anche se non mancano interiezioni dal tardo latino di derivazione proverbiale o chiesastica. Lo stile narrativo è allo stesso tempo facondo e schietto, con un timbro di astuzia popolare che mette a fuoco la gioia di vivere, ma anche gli inciampi della malasorte e la tentazione ai sotterfugi o agli inganni. Nel complesso l'Autore ricostruisce un ricco mosaico sociale che incanta per la vividezza dei toni e delle luci, orientate a rappresentare la vita, l'amore e la morte sia alla luce del sole sia nelle tenebre dionisiache del peccato. -
Cadono foglie senza rumore
Pierantonio Milone, autorevole uomo di medicina nonché studioso di lettere e filosofia, inoltre apprezzato pittore, con il libro Cadono foglie senza rumore ha illustrato in chiave confidenziale, non disgiuntamente dal perseguire un obbiettivo etico, il suo personale percorso di vita e di fondamentali scelte, contraddistinto dal continuativo dialogo di ricerca interiore di Dio come supremo rivelatore dello scopo primario della vita, ritrovandolo con sicurezza nel dono universale dell'amore. -
Brevi infittite intermittenze nella diradata imminenza dell'Apocalisse
L'inconsueta opera di Roberto Morpurgo di intonazione umoristica, ironica e satirica non è facile da collocare tra le correnti letterarie né della tradizione né della modernità. Tuttavia, essa si avvicina agli esempi di piena libertà e varietà di scrittura tipici degli autori cosiddetti ""Scapigliati"""" e, in tempi più recenti, alla prestigiosa figura di Cesare Zavattini, scrittore esponente sia del neorealismo sia del surrealismo."" -
La solitudine dei miti. Donna Giovanna con testo in lingua russa a fronte
Con La solitudine dei miti, Menotti Lerro incontra i tre più nobili personaggi delle sue commedie precedenti (Faust, Donna Giovanna e Don Raimondo), diventando egli stesso personaggio, in un gioco infinito di specchi. Succede, così, che per magia i tre escano improvvisamente dalle pagine dei libri per esprimere al loro scrittore la sfrenata ambizione di essere ""ripensati"""", spinti da capricciose perplessità sui propri ruoli. L'autore, colto di sorpresa da una pandemia mentre si trova a Edimburgo, lontano dalla sua terra d'origine, dà vita a un esilarante incontro fra Realtà e Finzione, Ego e alter Ego."" -
Musha
Questo romanzo di Gabriela Bosso racconta una storia basata su fatti reali accaduti in Argentina nel drammatico e sanguinoso periodo della dittatura militare iniziato nella seconda metà degli anni '70 del secolo scorso. -
Ero un altro
La divertente commedia salottiera assume le pieghe inopinate della tragedia, almeno per il povero Pericle, destinato a perdere l'impero finanziario. Tuttavia, ancora una volta l'esito finale era un altro. La tragi-commedia di Mario Tassinari affascina per l'alacre grazia di modi con cui è descritta la sottigliezza dell'inganno che anima il trasformismo dei tre interpreti. Alla fine, ci sarà qualcuno a pagare pegno per tutti? -
Extrema ratio
La poesia di Maria Teresa Infante consiste in una ricognizione di carattere sostanzialmente psicologico delle possibilità denotative e interpretative della parola poetica. -
L' orologio in cornice
L'orologio in cornice è la realizzazione più riuscita della poesia moderna, tipica di questi anni caratterizzati dall'importanza soggettiva che gli oggetti assumono nella visione personalizzata dello scrittore: quasi un test psicologico. Per il lettore è come osservare una seduta di psicanalisi: stare al davanzale dello spaccato di vita di una persona che riordina ricordi ed evocazioni, talvolta nitide e altre volte annebbiate. Lo scrittore moderno scrive il racconto reale inanellato dalle cose intorno a lui, che suscitano gli stati d'animo psicologici interpretativi della realtà, perché esattamente come dice la saggezza popolare sono le cose che fanno la storia. -
Per quali vie
Leggendo questo ricco e tutto sommato nostalgico libro di Greco non può non venire a mente il caso universalmente noto in tutto il mondo della ""via"""" di Frank Sinatra, il quale ha iniziato a cantare nel 1969 la canzone scritta appositamente per lui da Paul Anka, My Way. La canzone avrebbe dovuto sigillare il ritiro al silenzio del cantante e l'abbandono delle scene. Come ben si sa Frank Sinatra continuò a cantarla riscuotendo immenso successo per ulteriori vent'anni sui palcoscenici di tutto il mondo. Lo stesso augurio rivolgiamo oggi a Renato Greco. L'incipit della canzone è bene citarlo, tanto appare indicativo del carattere del Poeta nativo di Ariano Irpino e adottato da Modugno: """"Ora la fine è vicina / e quindi affronto l'ultimo sipario / Amico mio lo dirò chiaramente / ti dico qual è la mia situazione, della quale sono certo / Ho vissuto una vita piena / ho viaggiato su tutte le strade / ma di più, molto di più di ciò / l'ho fatto alla mia maniera"""". Il ritornello centrale, che è divenuto il sigillo d'autore in tutto il mondo, è proprio questo: I did it my way, l'ho fatto alla mia maniera. Esattamente la stessa cosa ha fatto Renato Greco del suo estro di Poeta..."" -
Dagli occhi all'anima
Giorgio Colombo non si limita a essere un affabulatore - detto per usare un termine caro a Pier Paolo Pasolini - cioè un abile descrittore di vicende e di sentimenti umani, ma è anche un appassionato fotografo, amante dello scatto istantaneo, dell'immagine autentica, originale e in un qualche modo ""primitiva"""", come si dice del buon vino proposto senza arrangiamenti o addirittura adulterazioni. Il libro è costellato di luminose vedute, sovente affiancate in parallelo con i versi di poesia, tutte colte al volo senza uno studio complesso di posa e di montaggio, ma quasi estratte d'acchito dalla realtà fenomenica delle cose e trasferite d'incanto negli archivi della memoria. In tale modo Giorgio Colombo diventa un artista a duplice dimensione, in quanto adopera, con la stessa capacità di espressione efficace ed essenziale sia la parola sia l'immagine."" -
La rosa del deserto
La Fortini in queste poesie spesso usa le parole come fossero pennellate rapide sulla tela e dal tratto non definito, che stimolano il lettore ad intuire sensazioni e sentimenti più che a capire, in una sorta di partecipazione emotiva, che muta l'iniziale incomprensione razionale nella strana scoperta di coinvolgenti immagini e significati. -
I fiori del Salento
Le poesie sono collegate le une alle altre, oltre che dai ""doni"""" del Salento, da altri segni linguistici, che concettualmente si richiamano, oppure dal medesimo segno utilizzato in diversi significati. Se si lascia al lettore il diletto di individuarli, è però importante osservare che con questo accorgimento la silloge diviene una totalità strutturata: partendo dall'eco dei lieti canti del Salento, con continui rimandi da lirica a lirica essa conduce a un omaggio finale alla luna, protettrice degli innamorati, dopo avere tratteggiato in brevi composizioni, ricche di metafore e dense di contenuto, tre grandi domande dell'umana esistenza: cosa poter fare, in cosa poter credere, in cosa poter sperare. Se riguardo al fare e al credere prevale in Antonio D'Elia il disincanto, riguardo allo sperare egli dichiara """"Noi camminiamo per il nostro / sentiero, sappiamo che / domani un'altra vita ci aspetterà."""""" -
Corsa al potere
Un comunissimo debito di gioco rimediato da Camillo Benso in una partita a carte (e non pagato), fa andare Pietro Nomis di Pollone su tutte le furie. Quest'ultimo cerca dapprima, con le buone, di riscuotere il dovuto senza avere successo. La vendetta è dietro l'angolo con Camillo che soccombe sotto gli attacchi, le minacce e le strategie di una persona molto pericolosa. -
Correre il tempo
Il secondo libro di Poesia di Lionella Favretto ha la sua lontana radice di riferimento letterario nella Recherche, però è costruito con una concezione di stile e di forme totalmente nuova, perché gli incanti sono espressioni meditate dei percorsi psicologici dell'analisi freudiana e in particolare modo marcano il meccanismo di ripetizione dei frammenti della realtà come espediente dell'inconscio per adombrare le forme del reale. Si tratta di una poetica rara e affascinante che, nella grazia garbata e addolorata della rammemorazione descritta da Favretto, ricrea un'atmosfera di armoniosa nostalgia e bellezza. -
Quel giorno
C'è un momento preciso nella vita di ciascuno di noi, in cui le cose cambiano: non è una scala in cui si sale il primo gradino e poi si aspetta. È proprio Quel Giorno in cui abbiamo preso una decisione, o abbiamo ascoltato qualcosa, quando siamo rimasti folgorati, quando abbiamo scelto consapevolmente o meno se andare a destra o a sinistra, quel momento in cui ci siamo ritrovati vestiti in un altro modo e incamminati in un percorso che ha cambiato la nostra esistenza. Un taglio sulla tela, una pennellata netta, importante, definitiva. Forse la data del primo regalo, o quella del primo amore, la prima poesia, il primo viaggio, la prima disperazione, quando abbiamo detto qualcosa di importante a qualcuno... passo da cui non si può o non si vuole tornare indietro. Ecco, questo libro in dodici racconti, parla proprio di quella data fondamentale per ciascuno dei protagonisti e di quelli intorno a loro. -
Parola al vento (gli amori di Clarissa)
Tutto, in questo insidioso romanzo-monologo, sembra evocare eventi e luoghi fin troppo reali. Ma è davvero così? Siamo di fronte ad una vicenda realmente accaduta e sofferta oppure a una esperienza creativa, a una fiaba? È un giallo a sfondo morale o il pretesto per proporre riemergenti e più consapevoli simmetrie psicologiche e mentali? Assopite o dimentiche sacralità? Lo scenario in cui si svolge la drammatica storia d'amore, è davvero quello del lago di Bolsena, o vuole andare oltre, così oltre da apparire innaturale? Clarissa, è anch'essa una creatura reale o soggiace alla stessa estetizzante ""violenza"""" al punto da identificarsi con una sorta di rifrazione dell'altrettanto mitica Eva? La risposta al lettore."" -
Volli, e volli sempre. La speculazione estetica e simbolica nella poesia di Vincenzo Rossi
Vincenzo Rossi rappresenta un caso tutto a sé e, senza voler ripetere gli ismi che la Tognacci elabora, la sua vicenda esistenziale è tutta concentrata nel trovare convergenze, corrispondenze, direbbe Baudelaire, con il mondo degli animali, delle piante, dei fiumi, compreso il dio Volturno, in una simbiosi bioetica, che appare al poeta l'unica capace di svelare il grande mistero dell'universo, che nella morte, alla fine, sembra trovare il suo più terribile contrappunto. -
Il gioco della vita
Assediato dalla luce della poesia, cioè dell'amore, il poeta conduce il gioco della vita nell'essenzialità del suo distillato canto libero e rappresenta la forma più alta e declamata degli umani interessi. -
Alghe e fanghiglia
Le alghe e la fanghiglia di Edith sono gli stessi, sempiterni, scarti o detriti del mondo - dunque anche gli stessi, i medesimi nostri, ansie o gemme schiantate, virgulti feriti eppure anche e ancora fiori da far fiorire, e soprattutto capire, carpire dentro. -
Il salice di Alice
Il libro di poesia ""Il salice di Alice"""" di Giacomo Giannone rappresenta una visione tripartita come un trittico d'altare. Le tre parti sono unificate in un'unica concezione di bontà e di amore cristiano, che si dovrebbe definire con il termine corretto di agape, cioè di amore misericordioso, conciliante con la condivisione comune dei destini del nostro prossimo in un'unica concezione di umanità estesa a tutti gli uomini. Il simbolo cui il poeta si riferisce è il salice, la pianta della saggezza più volte citata nella Bibbia, che è simbolo di armonia e conforto nella fatica e anche nella gioia. Il libro è scandito in tre sezioni, che hanno in comune la celebrazione dell'amore come unica fonte di piena realizzazione dell'essere umano, nel segno distintivo della bontà e della pace.""