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Sone e cante quande me pare
L'orizzonte dell'autrice è il paesaggio di una modernità problematica che insegue modelli di esclusione e di marginalità culturale e che tende ad azzerare le risorse del buonsenso, del dettato comune e dei giudizi più consolidati. Il suo sguardo si appunta, infatti, sui paradossi, sulle incongruenze e sulle ambiguità di un mondo venuto ad imporre le proprie regole e i propri gusti a danno del genuino e dell'autentico, cioè di psicologie e di identità che - di generazione in generazione - hanno saputo assecondare con profitto il corso dell'esistenza e resistere senza smarrimenti ai contraccolpi della fortuna; una ""modernità"""", dunque, apparentemente circoscritta agli spazi della tecnologia e dei prodotti meccanici, ma che impegna, in realtà, e persino sequestra, le sfere più intime degli uomini, la misura della loro temperanza e della loro sobrietà, fino a generare crisi e traumi, stropicciature di spirito e sconcerti profondi."" -
Tratti dalla nebbia
Le certezze di Giovanna, giovane e affermato medico psichiatra, vacillano contro le inattese prese di posizione di una paziente e della sua migliore amica, Emanuela. Eppure, chiusa nella torre d'avorio delle sue conoscenze, confortata dalla razionalità su cui ha fondato la propria vita, non cede mai, nemmeno davanti alle piccole crepe che il suo sistema di difesa sembra accusare. Stordita dalla nebbia, uno stato d'animo, un malessere persistente e indefinito prima di essere una condizione atmosferica che pare non abbandonare mai la cittadina in cui si è trasferita, Giovanna fatica a ritrovare la propria lucidità. Scelte che sembravano appoggiare la sua evoluzione di medico, la sua emancipazione come donna, si rivelano invece alibi, veli di foschia dietro ai quali ha voluto celare ciò che lei, per prima, non voleva vedere. In un'escalation simmetrica, patologie evidenti e nascoste in profondità emergono ugualmente, provocando sofferenze uguali ma diverse, disseminando frantumi di quelle stesse certezze che le avevano contenute e difese. -
La guida spirituale e altre storie di cavafratte
Cavafratte, in provincia di Frosinone, è un luogo che non esiste. Le sue vicende non sono mai accadute ma sarebbero potute accadere, magari da un'altra parte. Le otto storie di Michele Piccolino sono memorie inventate di una provincia che si propone come metafora di ogni letteratura. Perché in provincia ognuno ha la sua versione dei fatti e la letteratura è una versione dei fatti. Si ride dei personaggi di Cavafratte consapevoli di ridere di noi stessi. E si piange per lo stesso motivo. L'eco della Storia - quella dell'Italia della seconda metà del Novecento - delle chiacchiere paesane, delle tradizioni e delle suggestioni rimbalza in queste pagine, oscillando tra la cronaca e il grottesco, in un gioco di ammiccamenti che rimanda a Piero Chiara, a Tommaso Landolfi e a Dino Buzzati. -
La gestione diretta dell'impresa da parte dei lavoratori
Decine di miliardi ogni anno finiscono nel tritatutto delle ""casse integrazioni guadagni"""", meccanismi assistenziali finanziati dall'INPS e dal Ministero del Tesoro, che il più delle volte non costituiscono altro che """"pannicelli caldi e costosi"""" per accompagnare le imprese verso una fine indecorosa e senza speranza e l'incremento sempre più drammatico della disoccupazione. Gli accordi sindacali spesso comprendono anni e anni di sussidi all'80% della retribuzione, ma le piccole imprese non godono dello stesso trattamento: un vero e proprio discrimine che ha fatto lievitare i fallimenti a cifre da capogiro. Perché non permettere, allora, ai lavoratori di scegliere del loro destino in seno all'azienda, come già è accaduto e accade in molte parti del mondo, consentendo loro di inserirsi negli organi decisionali delle aziende in crisi e poi espropriando le aziende decotte, per riconsegnarle a loro il tempo necessario a riavviarle e reintrodurle sul mercato? Chi saprebbe rilanciarle meglio? Dov'è scritto che imprenditori si nasce? E perché questi dettami, pur presenti nella nostra Costituzione, non sono stati mai messi in pratica, né i sindacati ne hanno preteso la disamina?"" -
La stanza accanto
Dietro quale velo si nasconde la realtà delle cose? E quali scenari può aprire la morte? In una tranquillo capoluogo toscano Margherita scopre scomode e inattese verità familiari che la costringono ad affrontare un doloroso percorso di crescita interiore. Tra amori intensi e improvvisi colpi di scena, ricerca esistenziale e questioni familiari, la vicenda si snoda all'interno di un moderno ambiente borghese, tesa a coglierne autenticità, menzogne e limiti. I personaggi trovano nuove risposte a vecchi quesiti e comprendono che c'è un significato profondo dentro gli avvenimenti della propria storia. Una storia che li guida a riscoprire il senso più autentico dell'essere uomini e a dare un valore diverso alla materialità delle cose, alla genitorialità, al perdono. -
Luci
"Luci"""" è una storia d'amore che partendo dalla dolorosa separazione di Elena da Gauto, narra del loro ricongiungimento attraverso una vicenda in cui il reale e il sovrannaturale s'intrecciano in maniera ossessiva. Il magico, in questa storia, penetra nella vita vera, interferendo col quotidiano, e seguendo un destino predeterminato. Le luci compariranno ogni volta che il nostro Orfeo post-moderno si ricongiungerà con la sua Euridice. Il drammatico finale svelerà, con un colpo di scena, la chiusura del cerchio che Gauto e Elena hanno tracciato con la forza del loro amore." -
Aspettando che il cielo schiarisca
Una vita movimentata, un uomo sempre alla ricerca di se stesso, del senso dell'esistenza. L'autore ripercorre momenti di sofferenza e fatica, ma anche di ferma volontà di affrontare le avversità. Un'infanzia senza affetti, la fuga presso un reggimento di soldati, la guerra e il campo di concentramento russo, il ritorno in patria, l'inizio di una lunga serie di traversie. Il ""guerriero"""" Antonio lotta contro ingiustizie e angherie in una imperitura battaglia, nella costante attesa che qualcosa di positivo, prima o poi, accadrà."" -
Il realismo dell'incarnazione. Introduzione a Gustave Thibon
L'opera di Gustave Thibon, il filosofo-contadino, è come una fiamma devastante e tonificante al tempo stesso: se da un lato conserva l'impronta della vita contadina, dall'altro s'inabissa nelle acque profonde dell'umanità e del suo destino ergendosi come un faro che rischiara dall'alto l'ingresso del porto. A un primo impatto le pagine di Thibon possono apparire eterogenee e frammentarie, ma sono tuttavia animate dallo stesso spirito interiore: l'idea di una coerenza e di un equilibrio organici che l'uomo ha perduto e deve ritrovare. E soltanto rimettendo al centro Dio, l'umanità dispersa può riscoprire i legami vitali che saldano il presente con il passato e il tempo con l'eternità. Il contadino non parla per non dir nulla; abituato al silenzio non abusa delle parole: egli, a contatto perpetuo con il creato, medita e coglie i misteri e le angosce del cuore umano e s'accorge, in modo sublime, che Colui che ha donato la vita desidera che la vita a Lui torni per essere eternamente custodita. -
Tutto è cambiato con la prima guerra mondiale. Società ed economia dal 1915 al 1922
Questo libro affronta il tema dei mutamenti strutturali, sociologici ed economici, prodotti nel nostro Paese dalla guerra 1915-1918 e le immediate conseguenze negli anni che vanno dal 1919 al 1922. Lo sforzo organizzativo fatto dall'intero popolo italiano, accanto ai grandi sacrifici derivanti dalle imprese belliche, ha inciso profondamente sugli eventi storici successivi. La stessa concezione dei compiti di uno Stato in epoca moderna è derivata da avvenimenti che sembravano solo di emergenza. L'intera consistenza sociale della nazione italiana, la sua politica economica e la concezione della vita dei singoli cittadini ne hanno risentito tanto che, al di là della cronologia tradizionale, si fa iniziare il Novecento con il 1915 così da essere stato chiamato ""il secolo breve"""". Lo stesso Secondo conflitto mondiale, nonché quanto è ad esso succeduto, deriva in gran parte dagli assetti giuridico-istituzionali, politico-territoriali e dalle incidenze ideologiche maturate allora. Questo libro documenta, insieme con i cambiamenti prodotti dallo sforzo bellico, anche le conseguenze prodotte nell'immediato dopoguerra, prodromi degli avvenimenti successivi."" -
Storie del necronomicon
Chi commissionò al pittore Ben Yokhai nel 1893 il misterioso dipinto che nel corso del tempo s'è guadagnato una fama fra le più sinistre? Qual è il contenuto innominabile del diario rinvenuto accanto al corpo senza vita dello scrittore Robert Ervin Howard nel giugno del 1936? E infine, cosa ha scoperto di tanto spaventoso il giornalista americano Jack Shepherd? Queste e altre domande troveranno risposta nelle pagine di questo libro che, partendo dal ritrovamento del più aborrito dei distici, narra degli abominevoli segreti che si celano oltre le nebbie impenetrabili dello spazio e del tempo che da sempre avvolgono il ""Libro dei morti"""". Ma occorre usare cautela, poiché vi sono saperi proibiti che è bene ignorare, e rivelazioni sconvolgenti che l'intelletto potrebbe non sopportare."" -
Italia ingrata. Ricordi e rabbia di un profugo istriano
Questo libro, ambientato in Istria nel corso della Seconda guerra mondiale e successivamente in Italia, tratta il dramma delle genti istriane, fiumane e dalmate costrette con la violenza ad abbandonare le proprie terre per trovare rifugio nei campi profughi allestiti lungo la penisola. È una testimonianza densa di umanità e spiritualità che si pone come scopo primario la ricerca della verità e dell'obiettività. È una storia drammatica e avvincente che si svolge in uno scenario colmo di emozioni a non finire, i cui personaggi sono descritti al vivo. Tra essi, primeggia una santa donna - nonna Rosa - che si vede sottrarre i due figli più giovani, Anna diciannovenne e Piero carabiniere ventitreenne. Li seguirà la cognata Milka ventiduenne che, assieme a loro, sacrificherà la propria giovinezza. Le due innocenti ragazze pagheranno con la vita false e pretestuose accuse di essere spie al soldo dei tedeschi. L'autore, allora bambino e purtroppo sempre presente ai tragici sequestri che precedevano la mattanza, subì un profondo trauma. Per anni rimase con gli occhi sbarrati a causa degli shock patiti, e solo successivamente riuscì a superare e a vincere tali paure... -
Temptation island. Come sfuggire alle sirene dell'era moderna
Spesso per tentare di risolvere un problema se ne possono creare altri ben più gravi. Quando, ad esempio, ci sentiamo un po' giù di morale per via di qualche problema che ci appare di difficile soluzione, siamo portati a pensare che basta concedersi qualche ora di shopping sfrenato per colmare tutte le nostre lacune interiori, bypassando così le nostre preoccupazioni iniziali. Cosa succede, però, quando ci lasciamo travolgere dalle emozioni durante l'atto d'acquisto? Shopping compulsivo e sovraindebitamento sono le insidie più pericolose. Questo libro ci aiuta a prevenirle, individuando nell'educazione finanziaria la via maestra per riacquistare l'equilibrio perduto. -
La bambina russa e altri racconti
Il nuovo libro di Antonio Del Giudice raccoglie sotto il titolo lievemente favoloso due sezioni di prose in apparenza molto diverse, la prima dedicata a figure femminili ritratte in scorci fulminei che condensano una vita in poche sequenze, la seconda che accosta singoli fotogrammi colti al volo, scorci e dettagli della vita metropolitana che ricordano le fotografie di Vivian Meier. Ma l'apparente diversità non deve trarre in inganno. Al centro della sua scrittura, asciutta al limite del referto e puntata come un dito sul mondo attuale, agisce ferma e invisibile, forse anche non confessabile, la visione o meglio memoria di un mondo arcaico, un mondo fatto di lunghe pazienze, di logoranti fatiche, di povertà e ingenua sapienza della vita. E chi se non la donna può incarnare la modernità disincantata, disinibita e al tempo stesso il richiamo profondo di sentimenti, slanci e pudori di un mondo in qualche misura naturale, sconfitto ma ancora vivo? -
La teca di cristallo
Le poesie di Giulia Notarangelo, assidua frequentatrice dei ""Lunedì letterari"""" del gruppo """"La Vallisa"""" ormai da molti anni, sinora sono apparse solo in antologie e riviste, quasi per una ritrosia dell'Autrice a mettere a punto un suo personalissimo """"libro"""", quale summa del suo iter letterario. È quindi con piacere che salutiamo questo La teca di cristallo, volume d'esordio di Giulia Notarangelo, che qui ripropone temi e stilemi usuali alla sua scrittura: gioverà subito dire che la poesia dell'Autrice è quasi sempre breve e incisiva (di solito pochi versi), come a voler condensare i sentimenti dell'anima, direi addirittura a prosciugarli. Il che certo è un segnale assai positivo in un'epoca in cui si tende a dilungarsi, a ripetere (non per nulla molti poeti oggidì fanno un uso eccessivo dell'anafora), e persino a lasciarsi andare ad un lirismo soffuso e mieloso. L'illuminazione breve (in questo senso possiamo avvicinare la poesia della Notarangelo all'haiku o al primo Ungaretti), le permette anche di tenersi lontana dalla retorica, dal porsi come donna-vate."" -
Moneta mortale. Banchieri, valute e omicidi illustri
Cos'hanno in comune Qin Shi Huang, Giulio Cesare, Caracalla, Enrico I, Galeazzo Maria Sforza, Alessandro di Lorenzo de' Medici, Andrew Jackson, Thomas Jefferson, Abramo Lincoln, Umberto I, Gustavo III di Svezia, McKinley, Aldo Moro, James Garfield, Papa Luciani, Mohammar Gheddafi, Napoleone Bonaparte, Thomas Sankara, Adolf Hitler, Taylor, Tyler, e molti altri? ""Sono stati tutti uccisi"""" diranno alcuni. Ebbene sì: tutti questi personaggi sono stati assassinati durante il proprio mandato. Non a causa di guerre o di conflitti con altri Stati. Sono stati ammazzati. Alcuni, almeno questa è la versione """"ufficiale"""", per mano di anarchici, altri per opera di sciagurati fuori di testa, altri ancora per mano di non meglio definiti estremisti (uno o due in circostanze ancora poco chiare). Ma, per meglio comprendere cosa è avvenuto, è necessario fare una passeggiata nella storia degli ultimi duemiladuecento anni... facendo particolare attenzione agli eventi che si sono verificati prima e dopo questi fatti e, soprattutto, alle conseguenze che la loro morte ha avuto sul modo di gestire la """"cosa comune""""..."" -
Angeli senza volto
La poesia di Francesco Rivera si carica di palpitanti densità espressive e, allo stesso tempo, si prosciuga in un eloquio essenziale, in una pronuncia arguta e raffinata (""incollonato"""", """"immensificata"""") in cui acquista rilievo il gusto per le dotazioni sapienziali - culturalmente erudite -, congiunte all'uso delle metafore, dei precetti d'intelligenza e delle massime eticamente energiche, di genere parenetico, che rivelano dottrina ed esperienza, cimento della logica e magistero del cuore."" -
Acqua amica
Sono i versi di un giovanissimo e ne riflettono la nascente visione del mondo. C'è una promessa di sviluppo, basata soprattutto sul tono giocoso e ilare che pervade, a ben vedere, l'intera silloge. Filastrocche infantili espresse con garbo e leggerezza strappano al lettore un sorriso affettuoso. Si guarda con simpatia allo sforzo espressivo dell'autore e si cerca di cogliere frammenti di quella che potrà essere, con attento studio e applicazione, una capacità poetica compiuta. -
L' arte spiegata a mia cugina
Pensieri sull'Arte nella Tradizione, nella Politica, nel Fantastico, in pieno Kali Yuga"". Il filo conduttore di """"L'Arte spiegata a mia cugina"""" è quello dell'arte declinata dalla critica alla storia della stessa, passando per il Fantastico, con una spruzzata di Metafisica, di Politica e di Estetica e... di Esoterismo. Venti capitoli di vario tema, su prospettive dell'Arte nell'età definita Kali Yuga, giocati con levità come in una pavana o in un duello all'alba. Rivolto a una """"cugina"""" che diviene metafora di quel pensiero pragmatico che spesso è tipico dei giorni nostri, ma senza astio né offesa, cercando si scardinare quei """"luoghi comuni"""" che tanto sovente - in campo artistico - vengono riportati dai media. Pensieri sull'Arte sotto l'ottica di una visione tradizionale, ma non per questo immobile in paradigmi cristallizzati, quasi sassi gettati in quella piccionaia del comodo essere """"borghesi"""" e dell'ancor peggio """"politically correct"""". Venti brevi assalti che """"non fanno prigionieri"""", ma vogliono porre in salvo ciò che merita, in un mondo di rovine sempre più presenti."" -
Pezzi. Racconti di vita, tradizioni, folklore
La raccolta Pezzi è un mosaico di racconti. Undici storie in cui l'autore narra i miti della sua terra. Un Abruzzo che ricorre continuamente in queste pagine ora come ""regione aspra"""", ora come """"tana"""". Un Abruzzo arcaico in cui riaffiorano tradizioni popolari e religiose al limite dell'animismo. Fiabe noir utilizzate come chiave di lettura per capire il mondo, immerse in storie d'amore complesse, tra un lui """"fascio"""" e una lei comunista, o impossibili, tra un cattolico inquieto e una sfegatata mangiapreti. Nella raccolta non mancano riferimenti alla splendida Firenze, città in cui l'autore è cresciuto, come nel gustoso bozzetto """"Gino e la volpe"""" e nella beffarda """"L'ultima Zingarata"""" dove viene fuori tutto il cinismo toscano. Nelle pagine di Domenico Rosa trova spazio anche la Storia con la S maiuscola nel racconto """"O cummannà è meglj r'o fott'r"""". Qui l'autore non nasconde le sue tesi revisioniste nei confronti del Risorgimento ufficiale. Un viaggio, insomma, tra racconti al sapore di un passato prossimo così vicino eppure così sfuggente. Un viaggio tra il sacro e il profano, quando il sacro e il profano si mescolano ed è subito magia. Con il suo stile limpido e fortemente evocativo, l'autrice riesce a catapultarci in un mondo idilliaco e malinconico che ha il gusto dei vecchi tempi andati, segnato dai ritmi e dai colori della natura. Una bellezza, quella della natura, fresca e rigogliosa che tutte le dolorose vicissitudine narrate non sembrano riuscire ad intaccare."" -
L' amaro sapore del mallo
Narrata in questa storia c'è un periodo della vita dei Dal Pian, famiglia di un paesino alle pendici delle Dolomiti. Anche in questo piccolo borgo, in cui ancora dominano senso del dovere, rispetto delle convenzioni e semplicità dei modi, giunge l'eco dei tristi fatti della Seconda guerra mondiale, a cui nessuno dei personaggi può sottrarsi. Solo la fine della guerra potrà ricreare l'equilibrio spezzato dalla violenza di quegli avvenimenti.