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La nuova gioventù? L'eredità intellettuale di Pier Paolo Pasolini
Dalla morte di Pasolini, avvenuta nel 1975, non c'è forse momento storico migliore di questa fase ""neomoderna"""" o """"tardomoderna"""" per riprendere in mano la questione dell'eredità del nostro autore. È stato necessario superare la retorica ideologica di un'intera generazione, sperimentare il disimpegno che ne è seguito con il postmoderno per riscoprire finalmente che l'intellettuale può e deve riscoprire il suo ruolo anche oltre l'ideologia. Questo volume si propone dunque due obiettivi fondamentali: il riconoscimento del valore del pensiero teoretico di Pasolini e la necessità del critico contemporaneo, osservatore e parte integrante della nuova gioventù culturale, di interrogarsi su tale pensiero. Porre al centro la questione dell'""""eredità intellettuale"""" dell'autore presuppone infatti l'individuare in essa la massima risorsa per un discorso presente."" -
Limerick, 99
Io, ora, ipotizzo che quelle strofette di cinque versi e ancor meno pretese abbiano quasi magicamente funzionato come una porta fra quello che è letteratura e quello che è gioco, perché i due territori sono confinanti, ma questo confine è segnato dal temibile filo spinato dell'imbarazzo. I Wutki che hanno portato i limerick in Italia si firmavano con pseudonimi non convenzionali, davvero si nascondevano dietro a identità fittizie. Gente come Sergio Morando, Paolo De Benedetti, Giampaolo Dossena, lo stesso Umberto Eco non si sentiva perfettamente legittimata a cazzeggiare (e scusate il tecnicismo). Il limerick, con le fedeltà che esigeva e le libertà che consentiva, ha costituito una porta di accesso impensabilmente insostituibile fra la voluttà dello scrivere in metrica e rima e lo scrupolo di non lasciarsi cogliere impegnati in un fescennino motivato solo dall'esercizio del linguaggio. Dalla prefazione di Stefano Bartezzaghi. -
Due parole
Mario Benatti ci invita con immediata, cordiale semplicità alla lettura della sua lirica più recente. Poeta, biografo e studioso di santi, Benatti è scrittore di vario registro, ironico e alio, sommesso e prosastico, sottilmente comico o melanconicamente memoriale, in versi con abilità talvolta liberati dai lacci della metrica o più spesso in metrica esatta con talento strutturati, con saggia prevalenza di endecasillabi e settenari come ben sanno coloro che hanno seguito e seguono il suo viaggio letterario, ormai lungo e consolidato, li poeta mantovano propone ora al suo lettore una raccolta che distribuisce, con felice modalità, il percorso di una vita scandito in quattro sezioni: ""Con il vecchio uomo"""", """"Fenomeni"""", """"Acquisizioni"""" e """"Furti danteschi"""", dove la poesia trova spunto e cresce in citazioni dalle cantiche della Commedia."" -
L' odore della vita
Sembra di sentirlo ancora il profumo intenso della vita in ogni poesia di Roberto Fumagalli. Lo stesso profumo di quando, bambino, fiutava nel vento ""l'odore acerbo dell'erba tagliata"""". Lo stesso profumo mescolato alla paura che la vita se ne vada via per sempre, stipata, alla rinfusa, per un trasloco verso un altrove che non conosciamo. Il poeta ha caricato tra i vecchi mobili i ricordi, i capelli neri al vento, la Calabria con i caldi melograni, i """"limoni bruciati dal salmastro"""", le estati divampanti, il talco e la lavanda e forse qualche fragola ancora bagnata d'amore. Ma in questa fuga dalla sua prima età, mentre carico il poeta si allontana, in controluce rivede il gelsomino dove lei si ritagliava """"un giaciglio di fortuna tra collo e spalla"""", abbandonando il capo spettinato sopra il suo petto. Profumi non dimenticati, suoni antichi, colori sfumati: la luce ovattata di un'alba greca si fonde nella notte di un novembre che sospira d'amore e di morte e che, lieve come un singhiozzo, ci lascia """"addosso l'odore della vita""""."" -
Levàti. Ediz. italiana e inglese
Come ha ammonito Paul Celan, la realtà non è semplicemente a portata di mano: va cercata e trovata. E il poeta, ci ricorda Helen Vendler, è obbligato a cercare, per ogni situazione, un piano simbolico su cui rappresentare la propria ""percezione"""" della realtà e allo stesso la propria """"risposta"""" ad essa. """"Lifted"""" (2006), l'ultima raccolta del neozelandese Bill Manhire, è una presentazione ideale della sua poetica perché tutti i testi inclusi in questo libro sono dimostrazione di come l'autore abbia cercato e trovato la realtà."" -
Fabrizio De André e la Genova d'Appennino
Un volume sulla storia e la carriera di Fabrizio De André che coincide con il decimo anniversario della sua scomparsa. Una vita leggendaria che improvvisamente è diventata mito. Genova, la sua città, lo ha eletto messaggero di pace e umiltà, i giovani di oggi vedono in lui il cantore dei poveri e degli oppressi. Col trascorrere del tempo la sua canzone è diventata verità di vita e le esperienze che viviamo ogni giorno sono esaltate nei suoi testi, per questo la sua arte poetica si ascolterà per tanto tempo ancora. Nel libro, oltre alla ricerca ventennale di Sergio Di Tonno sulla discografia di De Andrè, vengono affrontati gli stretti legami che il cantautore ebbe con l'alta valle Scrivia, il territorio montuoso che divide Genova dal Piemonte. -
Tutti i nomi del mondo
"Ogni nome è il luogo in cui vite, destini, storie, identità lasciano una traccia, in cui la stessa scrittura sembra rivelare il suo vero volto, ma è anche un nodo inestricabile di sillabe, lo scarabocchio, il segno che allude a una verità più profonda.""""" -
Aghi di pino-Pine needles
"Athanor"""" è il termine alchemico che designa un fornello a riverbero a fuoco continuo nel mezzo del quale, in un recipiente a forma di uovo, andava situata, ermeticamente chiusa, la materia dalla quale si voleva trarre la Pietra Filosofale. Nel simbolismo degli ermetisti la materia che va rinchiusa nell'uovo dell'Athanor - quasi nuovo embrione - esprime la natura umana stessa prima dell'operazione che la condurrà alla palingenesi, mentre la chiusura ermetica (espressione passata poi nel comune gergo chimico e letterario) è l'assoluto isolamento dal mondo sensibile necessario ad essa. Nell'Athanor si congiungono gli elementi più semplici, aria e fuoco, capaci di ricevere direttamente gli influssi dei corpi celesti, e quelli più grezzi, acqua e terra: in senso lato l'Athanor è anche l'uovo cosmico che sta alla base delle religioni iniziatiche, la matrice di ogni generazione e rigenerazione, il luogo di mutazione dal semplice al complesso e viceversa. Proprio - e solo in questa prospettiva di crogiolo in cui avvengono mutazioni, trasmigrazioni e reazioni dal semplice al complesso tramite la sinergia di materiale grezzo e puro, attraverso il quale esercitare la ricerca della Pietra Filosofale capace di trasformare la materia bruta dell'appunto, del pensiero peregrino e dell'intuizione ancora sporca di placenta nell'oro dell'aforisma, della forma compiuta nella sua microscopia d'universo, l'Athanor diviene simbolo e nome di questa collana di aforismi." -
Introibo. Esortazione ad un'etica comunista
Passato e presente, realtà e immaginazione, infanzia proiettata in avanti ed estenuata maturità che si volge indietro, lontani ricordi e perentori richiami della contemporaneità si succedono e si intrecciano in continuazione. A conferire unità al tutto è una tensione politica che affronta problemi teorici e problemi pratici, aspetti storici e aspetti attuali del comunismo, questioni etiche generali e questioni politiche contingenti. Al servizio di questa elaborazione viene richiamata, accanto alla capacità dell'autore di leggere la realtà, maturata nell'esperienza dell'impegno politico, anche una cultura vissuta nella pratica dell'insegnamento, fatta di letture non superficiali, di riflessioni filosofiche, di analisi politiche originali, di intuizioni linguistiche capaci talvolta di disvelare fulmineamente processi culturali con una chiarezza che interi trattati non riuscirebbero a conseguire. -
Amor panico
"Mi sembra che Bollini sveli qui la sua più segreta poetica. Per lui scrivere significa ritrovare con le parole le cose. Oppure fare delle cose delle parole, conferire al verso la concretezza di un corpo o di un oggetto. In un certo senso, per passare dalla poesia alla pittura, Bollini rende giustizia a Paul Klee quando affermava di non creare, ma di rendere visibile. A sua volta lui si adopera di dare visibilità alla parola, scoprendo in ogni immagine un significato come in ogni parola un'immagine, e mettendo in equilibrio tutte queste polarità."""" (Dalla prefazione di Giorgio Celli)" -
Magicland. Il libro dei libri
Steve ha sedici anni e vive con gli zii in Canada. Lui non sa, uscendo di casa quel fatidico giorno, di non dover appoggiare la sua bicicletta su quel masso all'entrata del bosco, non sa che il cuore del mondo è nelle sue mani. Steve non sa che Magicland lo vuole ad ogni costo e che solo sfogliando le sue pagine troverà la forza di vivere la sua strepitosa avventura. -
Hanno impiccato Titti
Federico Salimbene ha trentasei anni, un romanzo da scrivere, una donna che non vuole amare, un datore di lavoro che detesta. Costretto in un presente che non può liberarsi del passato, si mette alla ricerca di sé attraverso la scrittura, che è sì espressione letteraria, ma che sembra, anche, l'unica possibile via di riscatto. Alla labilità dell'ispirazione, alla propria incapacità di trovare in sé i motivi e i temi dello scrivere, e quindi del vivere, il protagonista reagisce, fino ad una conclusione sorprendente e originale, facendo ritorno alla fonte prima della propria spinta artistica ed esistenziale: la vita realmente vissuta. -
Il campo dei colchici
Una storia condotta sul filo del thrilling. Sullo sfondo le Dolomiti. Un incontro apparentemente casuale tra Paolo, un giovane alla ricerca di tradizioni sui luoghi divenuti patrimonio dell'umanità, e una donna, Anna, affascinante e nello stesso tempo misteriosa, dà origine ad una storia che tiene avvinto il lettore fino al suo epilogo. Cos'è accaduto ad Anna? I suoi occhi neri, ipnotici, nascondono un dramma, un passato al limite della follia. Dietro una famiglia apparentemente normale possono celarsi tragedie inconfessabili. -
Fallire ancora, fallire meglio. Percorsi nell'opera di Samuel Beckett
In occasione del ventennale della morte di Samuel Beckett, questo volume raccoglie saggi talvolta su aspetti troppo poco studiati della sua opera, talaltra capaci di gettare sguardi innovativi e propositivi sulla parte più nota di essa. Vengono così affrontati non solo il Beckett romanziere e drammaturgo, ma anche il poeta e il saggista, il filosofo e il linguista, nonché l'autore per la radio, il cinema e la televisione, per non parlare del Beckett civilmente impegnato, fino a una riconsiderazione della sua presunta appartenenza alla vena dell'assurdo e alla palude del nichilismo. Contributi nati dagli interessi di studiosi molto diversi tra loro desiderosi di omaggiare un autore dal quale tanta linfa è stata succhiata, capaci di testimoniare come l'opera beckettiana sia sempre in grado di interessare discipline e aree di competenza diverse, in virtù non di una oscurità studiata a tavolino, come troppo spesso accade, ma dell'enorme complessità e ricchezza umana germogliata nel nostro autore. Il quale l'ha saputa condensare con onestà e generosità, conservando un sano pudore ed esercitando una continua spoliazione per andare all'osso del messaggio, sotto la guida di un inesausto amore per la parola, anche quando essa esprime con accenti laceranti il dolore di vivere e l'impossibilità di esprimere. -
La scomparsa della sfera di fuoco e la nascita del fuoco d'amore o come la modernità nasce perdendo la natura
Cardine dell.indagine di questo saggio è il Sole tra Rinascimento e Modernità, nella sua doppia figura di metafora e allegoria. Un Sole sempre più centrale nell'universo, ma anche sempre più debole nella sua forza magico-simbolica, osservato attraverso le parole e le idee di due poeti quali William Shakespeare e John Donne. La mente di ognuno dei due poeti funge qui da ""microcosmo"""" riflettente un """"macrocosmo"""" che, nel breve periodo che divide cronologicamente i due artisti, sembra mutare al punto da diventare irriconoscibile. Nasce, in questo passaggio, la mente moderna. Alla fine del Rinascimento l'essere umano viene letteralmente sbalzato fuori dal paradigma cosmologico in cui viveva da secoli e proiettato verso un universo in movimento caotico. Qualcosa di molto interessante avviene e questo saggio lo rivela: la sfera del fuoco, che declinava il divino nella cosmologia antica, medievale e rinascimentale, muta fino a ridursi solo a fuoco d'amore tra due esseri umani. Si opera qui un cambiamento nella percezione umana che è pietra miliare del nostro stesso sentire contemporaneo, un senso di estraneità verso la natura di cui è importante capire la genesi."" -
Tornato da un altro mondo. Ediz. multilingue
Knuts Skujenieks, il cantore talvolta ironico del baltico mondo di ieri, vive e opera a Riga. È poeta, saggista e traduttore in lettone da almeno quindici lingue straniere. Nato nel 1936 in una famiglia di intellettuali, a 26 anni fu dichiarato colpevole di attività antisovietica e condannato a sette anni di campo di lavoro. Fu la svolta esistenziale per il futuro poeta: nel deserto del gulag egli rinvenne nella lingua la sua patria e della lingua fece la propria dimora: ""è un lungo cammino ha detto dalla protesta e dalla lotta per la sopravvivenza fino alla comprensione del mondo e alla sua accettazione"""". Aveva già quarantadue anni quando uscì il suo primo libro; nella prefazione si trova anche un cenno di ars poetica: """"Poesia secondo me non significa paragoni particolari, ritmi particolari o particolare materiale di vita. La poesia è un particolare modo di vita, l'inclinazione a scoprire, comprendere, sentire ed esprimere, ad arrivare fino a un'altra persona. Tutto il resto sono solo finezze del mestiere""""."" -
Monologhi di coppia
Della povertà drammaturgica che, a parte solitari esempi, ha investito le scene italiane contemporanee sono responsabili, in prima istanza, gli scrittori che, sovente, si accostano alla drammaturgia considerandola una declinazione in scala minore della letteratura cosiddetta alta e non, invece, uno fra i codici dello spettacolo, alle cui regole è necessario che essa corrisponda. Chi scrive per il teatro deve essere consapevole delle esigenze connesse all'allestimento del testo, come dei limiti e delle prerogative del palcoscenico: la vicenda prende corpo e sostanza con le parole degli attori, diventa fatto concreto davanti agli occhi del pubblico attraverso oggetti e pezzi di scenografia che possiedono una propria reale materialità e, dunque, sono sottoposti a regole assai precise. Spetta al commediografo il compito di fare sì che l'opera sia adatta a divenire strumento dell'idea registica: proprio in tale ottica pare apprezzabile il lavoro di Sandro Montalto, che ha saputo conciliare le esigenze del teatro ove tale termine va inteso come indicativo di un'arte composita e materiale con quelle autentiche della sua poetica di autore. -
Io e l'altra
Chi sono le donne che ogni giorno vengono violentate, assassinate, stuprate, e i cui corpi ci giungono contorti, macchiati, spezzati? Chi sono queste donne non amate per ciò che sono come persone, ma brutalmente desiderate come carne? Cosa hanno provato durante il massacro della loro identità? Erano intelligenti, sensibili, colte, erano come noi? Come restituire loro dignità, forza, cuore, anima affrontando i segni dei misfatti di cui sono state vittime, e con quali codici narrare le loro sventure? Il teatro e la poesia possono, in poche righe, raccontarci mondi interiori e psichici, restituirci la complessità di una relazione o di un momento di vita e trasformare un atto banale in narrazione dai contenuti universali. Quando il teatro e la poesia riescono a divenire, nella loro sintesi, voce delle voci, voce di tutti, sguardo degli sguardi, l""arte ha raggiunto la sua finalità. """"Io e l""""altra"""", raccolta di testi per il teatro, unisce autrici italiane di diversa provenienza geografica e formazione letteraria accomunate dallo stesso sforzo: denunciare le mille forme di violenza alle donne rendendole visibili, udibili, concrete."" -
Voci ibride dagli Stati Uniti. Etnicità, memoria e letteratura in Gloria Anzaldùa e Maxine Hong Kingston
"Voci ibride dagli Stati Uniti"""" si prefigge lo scopo di indicare, attraverso l'analisi dei testi di due scrittrici contemporanee quali la cinese americana Maxine Hong Kingston e la chicana Gloria Anzaldúa, alcuni dei temi e delle strategie testuali che sembrano proporsi con una certa frequenza nelle scritture provenienti da quella realtà complessa e altamente differenziata al suo interno rappresentata dalla letteratura contemporanea delle minoranze etniche degli Stati Uniti. Una realtà eterogenea e plurivocale in cui la cultura dominante e quella """"etnica"""" si toccano e interagiscono, entrano in contatto e soprattutto in frizione reciproca e dunque, dialetticamente, si mescolano e si trasformano a vicenda, pur senza mai perdere di vista gli specifici posizionamenti e senza mai legare tale trasformazione al concetto di """"assimilazione""""." -
Il profeta
"Di solito, quando si tratta di classici - come è ormai pacifico considerare anche quest'opera singolare di Gibran - le traduzioni sono numerose e """"Il Profeta"""" non fa eccezione. Vorrei dare perciò una mia risposta non rituale alla rituale, anche se legittima domanda: """"C'era bisogno di una nuova traduzione?"""" La mia risposta è: sì. E aggiungo, paradossalmente: quando si parla di classici, """"c'è sempre"""" bisogno di una nuova traduzione. Anzi, più traduzioni ci sono, meglio è. Infatti, tradurre non significa mettere una parola al posto di un'altra. Tradurre vuol dire capire. E capire, anche etimologicamente vuol dire """"prendere in sé"""". E allora ciò che si prende in sé non si può più restituire uguale: perché esso, per definizione, è passato attraverso tutta la storia della nostra vita, attraverso la nostra educazione, la nostra sensibilità, la nostra emozione. Quando si tratta di poesia, poi, si tratta di un fenomeno di """"comunicazione"""" tra l'autore e il traduttore, che va ben oltre la parola (la parola muore, non appena detta, ricordava Emily Dickinson, poeta grande) e che si restituisce, ogni volta, carica di nuove linfe, ad una nuova generazione di lettori."""""