Sfoglia il Catalogo ibs018
<<<- Torna al MenuCatalogo
Mostrati 6681-6700 di 10000 Articoli:
-
A novembre, era una neve
In questi racconti i personaggi vivono un mondo evanescente nel quale il fuoco è tutto concentrato sulle storie d'amore vissute. Storie delicate, discrete, la cui caratteristica è un mondo sonoro dai riflessi ovattati, quasi subacquei, e la mancanza di vera comunicazione tra le persone, data da un parlato episodico e franto a vantaggio di sguardi, situazioni, coincidenze. Struggenti vicende amorose fatte di attese e fughe, autenticamente parlate dai silenzi. Storie brevi, leggere, che vediamo iniziare, svilupparsi e svanire nell.arco di poche pagine eppure ci restituiscono un forte carico di passione ed insieme il sapore agrodolce di un che di irrisolto, finché alla fine di ogni racconto ci pare di provare la nostalgia di un amore personale, di un ricordo davvero nostro. Siccome tutti prima o poi ci scopriamo, vocati alla solitudine, intenti a fissare l'orizzonte ""delle parole cadute""""."" -
Sogno amaranto
Una storia d'amore può essere un labirinto di specchi nel quale osservare l'agitazione del proprio animo come fosse un volto altrui, salvo poi capire che nel nostro modo di amare esprimiamo noi stessi senza più censure. In questo romanzo intenso e vitalissimo la protagonista dialoga con la persona amata, assente anche nei pochi attimi in cui c'è, e racconta la storia di questo rapporto rinunciando ad ogni falso pudore, restituendo al lettore l'amore per quel che è: slanci, delusioni, passione, lacrime, sudori. La persona amata viene osservata con attenzione, viene fatta propria dalla donna innanzitutto con la vista, il tatto, tentando quasi di arrivare al suo animo passando attraverso la sua pelle. Questo libro, costruendo un edificio di storie che si intersecano, riflessioni profonde ed una scrittura efficacemente espressiva, racconta l'illusione di un amore che significhi davvero vicinanza. -
Corte consonanze
La ""meglio gioventù"""" lituana di Vytautas Macernis (1921-1944) è una biografia poetica fra le più brevi e tragiche, e anche fra le meno conosciute. """"Sono un grande sognatore e visionario... La visione è il mio presente, passato, futuro. Non ho altro e non desidero altro"""". Queste precoci esperienze influiranno sul suo primo ciclo poetico di valore: le """"Vizijos"""" (Visioni), pubblicate postume a Roma. Così scrisse a un amico: """"La poesia deve far salire, solo non legare una corda al collo, piuttosto alleviare i passi all'uomo. Ma per scrivere questa poesia bisogna bruciare eternamente, eternamente infiammarsi. La tranquillità, la soddisfazione e il benessere, la vita felice devono essere dimenticate. Chi non teme questo sentiero, costui può entrare nella schiera dei grandi del dolore. Questo sentiero è il sentiero dei visionari: avanti e in alto... Lo scrittore: un implacabile giudice per gli altri come per sé, una personalità morale al più alto grado""""."" -
Mia madre era figlia unica e altri 22 racconti
Nei corsi di scrittura creativa l'assiduità al lavoro, tra le tentazioni dell'immaginario e le revisioni, è il momento in cui si alza davvero il sipario sulla solidità del desiderio di essere scrittori. Gli otto autori scelti per questa antologia hanno visto alzarsi questo sipario dopo aver seguito per tre anni i corsi tenuti da Marco Conti. I racconti qui riuniti non sono un quaderno di esercizi ma la testimonianza di una narrativa compiuta in cui ogni autore ha trovato la propria voce. Nel suo complesso, il libro rispecchia l'eterogeneità della letteratura contemporanea, tra itinerari divergenti, contaminazioni, personaggi picareschi, spunti satirici, pagine di ""noir"""" dove i temi della polverizzazione dell'identità sociale sono il controcanto di narrazioni lievi e disincantate che prediligono il tono della commedia o le seduzioni di un dettato lirico."" -
Una raccolta senza pretese
Michele Triboli, da sempre divertito dai giochi con le parole, scrive filastrocche in maniera estemporanea. Su libri di testo e quaderni di appunti al liceo e all.università, su agende o fogli vaganti a casa e al lavoro. Questa piccola raccolta è frutto dei ritrovamenti fatti nel corso degli anni; ogni tanto gli capita di aprire un vecchio diario e trovare versi ormai dimenticati. Paradossalmente, non ama la poesia, a meno che la metrica, le rime, il citazionismo e il piacere ludico dello scrivere siano amalgamati gli uni con gli altri. Si trova d'accordo con Pietro Chiari, quando scriveva che ""Chi parla in prosa a zente / che sia del verso amiga / o poco el sa de versi / o nol vol far fatiga""""."" -
I teatri della follia
La follia non è una disgrazia, un motivo di alienazione, la perdita di un ""quid"""": essa è piuttosto una semplice caratteristica, a tratti addirittura una dote, la giusta lente deformante per osservare le deformità dell'esistere nella loro faccia più rilassata, più familiare, meno mostruosa e a tratti anche simpatica."" -
Paese remoto. Istantanee di racconti
Il ""paese remoto"""" è uno degli abitati, compresi tra Pavia e Lodi, circondati da risaie, richiamo per i trampolieri dalle vaste ali che vanno e vengono dall'Africa e dalle Fiandre. La sua storia si cuce con le dicerie dell'infanzia dell'autore, quella del fuochista che, ai primi del Cinquecento, procurò la vittoria del re di Francia Francesco I contro gli svizzeri a Marignano, oppure quella della proficua regimazione delle acque, alla fine del Settecento, sotto il regno di Maria Teresa d'Austria, quando le anguille furono finalmente separate dalle rane. Infine, non più fantasticherie, ma disgrazia reale, la guerra del '40-'45, con conseguente fuga degli abitanti e abbandono del luogo ai santi di gesso della chiesa. Ora tutto è pace, solo brindisi per i battesimi, Ave Maria di Schubert per le nozze, la banda per l'ultimo saluto."" -
Roma delle distanze
Le poesie di Gian Piero Stefanoni si configurano come una fastosa, ricca e intensa (non barocca) serie di preghiere rivolte a Dio. Sembra di dire una cosa ovvia, data la presenza frequentissima di maiuscole nel riferirsi e appellarsi al divino, e il tessuto verbale che volentieri si rifà al testo biblico nonché, qua e là, a quello liturgico. Meno banale, e più importante, però, è l'essenza più profonda di questi testi, la quale risiede nella fertile coesistenza di supplica e ringraziamento. Sullo sfondo Roma, la città della cristianità che l'autore abita con amore critico, riempiendone le distanze con la generosità dello spirito; la ama come teatro dell'""ineluttabile amore"""" che innalza con versi tramite i quali va a costruire un amplissimo e personale Credo."" -
Pensieri campestri (in Solcapensiero)
"Poesie campestri (in Solcapensiero)"""" è l'opera prima di Giuliano Bruzzo, una scelta di versi che il poeta scrisse in età giovanile (alcune poesie della raccolta sono state pubblicate da """"La clessidra""""). La sua poesia canta la semplicità della vita a contatto della natura, quella natura aspra e asciutta del Levante ligure (contrapposta al tedio cittadino), dove il poeta si rifugia nella continua ricerca di un altrove quale """"locus amoenus"""" dell'anima." -
L' astutica ergocratica
Nadia Cavalera, dopo aver richiamato l'attenzione degli ""uomini incerti dai ciechi passi lenti a cercar la salvezza"""", affinché liberino """"gl'occhi da prosciuttaggini e salamine"""" e si rendano conto della barbarie in cui è precipitata la nostra società, traccia con un tono beffardo una propria teoria, che riparta appunto da una ridenominazione delle categorie più abusate, cominciando da quella di politica, da sostituire con quella di """"astutica"""", ovvero l'arte della convivenza fra gli uomini dell'""""asty"""", il luogo basso del popolo autonomo e laborioso, contrapposto alla """"polis"""", cioè la roccaforte abitata """"dal ricco potente fannullone già sfruttatore"""". Da ciò discende la seconda invenzione linguistica, quella della """"ergocrazia"""", cioè """"potere al lavoro"""", al posto di una democrazia ormai """"inflazionata svuotata / troppo stravolta bacata di orrendi tradimenti caricata""""."" -
Pergamena dei ribelli
Questa nuova raccolta poetica di Roberto Bertoldo, come sempre densa e gravida di percorsi nell'umano sentire, si configura come la più esplicita nell'attacco alle convenzioni, alle ipocrisie, al perbenismo, alle mafie. Da sempre, certo, la poesia del Nostro ci ha abituati a toni mai accondiscendenti e a duri colpi inferti a suon di simboli taglienti e linguaggi calibrati; in questo volume il filo della tensione non cede mai, il fronte della denuncia si fa amplio. Denuncia che riguarda, peraltro, non generici atteggiamenti e tipi umani ma precisi comportamenti, soprusi, guerre, governi. L'autore si mette nei panni dei rivoluzionari per vocazione e ribelli come massima possibilità, quelli che attacca sono i politici, prima di tutto. Il che restituisce a questa poesia, che certo pretende l'astoricità o meglio di essere soprastorica, un valore anche nell'immediato e contingente, una spinta che vale per tutte le mentalità classiste su cui proliferano le dittature, esplicite o implicite che siano (il ""ladro di popoli"""", la """"larva della storia"""", i """"capitani dell'imbroglio""""). Insomma avversario è, in questo libro, chi domina e, in subordine, coloro che l'assecondano."" -
L' aranceto nel marmo. Misuratezza e ludicìzia
Con il suo ""gioco"""" sghignazzante ma serissimo (non serioso) Laiolo da un lato spezza una lancia a favore della poesia più autentica, sofferta, vissuta, scolpita e modellata dagli alterni travagli dell'anima, del sangue, della mente (come preludi a una perfetta e rigorosa stilizzazione estetica), dall'altro firma un convinto e devoto atto d'amore per una lunga e variegata tradizione di bellezza e di vitalità poetica (anche nelle varianti metamorfiche ed eretiche) in cui è presumibile vuole orgogliosamente riconoscersi."" -
Movente remoto
Un delitto inspiegabile sconvolge la cittadina di Rosignano Monferrato, nell'ottobre 1973. Teresa, la pasticcera del cui passato nessuno conosce le tracce, viene trovata nel suo appartamento, accoltellata. Anche per Leone Barbero, comandante della stazione dei Carabinieri, l'uccisione presenta vistose anomalie. La situazione è eccezionale, occorre un punto di vista lucido e disincantato: chi meglio di Luigi Zanna, orafo valenzano ma soprattutto amico fraterno, che ha diviso con Barbero la tragica esperienza della guerra in Russia, può offrire consiglio e supporto? Nasce un'indagine parallela, che porta Zanna a percorrere a ritroso la storia di una donna semplice e positiva, ma con un percorso di sofferenza e riscatto. Un viaggio che comincia con un biglietto, infilato in un libro sul comodino, su cui è scritto a mano: ""Quello che salva, è fare un passo, poi un altro passo""""."" -
Dizionario per il cavaliere senza onore
Un ordinato e saggio repertorio di citazioni, norme, suggerimenti utili a chi volesse gettarsi nell'agone della vita pubblica, della società civile, della politica. È una ricca messe di spunti di riflessione per chi voglia fare dell'onestà, della generosità, dell'uguaglianza, del progresso, del bene comune la propria bandiera; ma anche per chi ne voglia fare una ragione di vita, un ingrediente irrinunciabile nel dare il proprio contributo al miglioramento della vita sociale. Il lettore vi troverà i tratti psicologici dell'uomo senza onore, del farabutto, del volgare profittatore, del parolaio senza scrupoli, e anche i sintomi della carità pelosa, del populismo becero e fasullo, del razzismo interessato, del delirio di onnipotenza, del narcisismo distruttivo (e autodistruttivo). Leggerà come da sempre l'uomo, scrivendo e pensando, mette in guardia se stesso da simili tranelli; ma si renderà anche conto di come, da sempre, se si illude che il compenso è buono, continui a donare ai ""cavalieri senza onore"""" non solo il proprio cavallo, ma anche la sella della propria stessa dignità."" -
Breviario. Centodiciotto aforismi inediti
Alessandra Paganardi priva sin dai primi aforismi il recensore del potere, neppur tanto occulto, di condizionare chi si accosta alla silloge. Le sentenze sono talmente limpide e univoche nella loro non-variabilità d'interpretazione da poterle paragonare, nell'arte pittorica, alle opere del ""pointillisme"""" per il modo in cui non c'è mai vaga o sfumata mescolanza tra il sempre presente """"retro-pensiero"""" del lettore e l'aforisma stesso, così come manca totalmente nel puntinismo la """"con-fusione"""" tra colori locali, ma esiste solo """"l'accostamento"""" a rendere tersa, definita e decifrabile l'immagine d'insieme."" -
La parte muta del canto. Vite ritrovate di musicisti
Una raccolta di ritratti, di vite di musicisti ""ritrovate"""" e mai del tutto afferrate. Un tentativo di frugare nel rapporto fra le opere e il rovello psicologico e storico che le precede, di avvicinarsi al momento insondabile in cui la forma prende forma trascendendo tutto ciò ch'è altro da se stessa. È nella tensione fra il canto e ciò che resta fuori del canto, nel modo in cui l'artista la risolve che cerchiamo il nucleo caldo della sua ispirazione. Questi """"ritratti"""" provano ad avvicinarsi a quel nucleo, sapendo di non poterlo toccare. """"La parte muta del canto"""" ha anche un senso più storico. I musicisti non sono esseri astratti. Hanno affrontato, come noi, il difficile di essere contemporanei. Hanno vissuto guerre e dittature, rivalità e rovesci di fortuna. Come Hans Rott, il giovane amico di Mahler, talentuoso ma troppo ingenuo per non farsi inghiottire dalle guerre musicali ottocentesche. Come Andrea Luchesi, che sparì, con tutta la sua musica, dalle cronache del Settecento. Come Franco Ferrara, direttore sublime ma che cadeva dal podio, e che si espresse insegnando ad altri a dirigere. Parti mute del canto, luce diversa su vite più grandi e più celebri."" -
Primavera e polvere. Ediz. multilingue
Jüri Talvet è un intellettuale estone di prestigio: professore di letteratura universale e comparata all'Università di Tartu, insigne ispanista, fondatore dell'Associazione Estone di Letteratura Comparata e della rivista ""Interlitteraria"""", traduttore di molte opere fondamentali delle letterature ispaniche, di un'antologia della poesia nord-americana e anche curatore dell'edizione critica del primo grande poeta moderno estone Juhan Liiv (1864-1913). Non meno conosciuta e apprezzata è l'attività di Jüri Talvet come poeta che, dall'esordio nel 1981, conta finora otto libri e molte selezioni tradotte in altre lingue. L'intellettuale Talvet riflette sul poeta Talvet e così si esprime: """"Nessuna teoria salva il poeta nella sua solitudine davanti al foglio bianco che attende le sue parole. Nella creazione letteraria la teoria funziona soltanto a posteriori"""". Rappresentante di una """"piccola"""" nazione, Talvet non può non interrogarsi anche sulla lingua, in specie sulla propria lingua, e sul ruolo della traduzione."" -
Consapevolvenze
Ecco la nuova silloge poetica di Lucia Gaddo Zanovello: ancora una festa di cerimonie quotidiane, splendide luci improvvise, inattesi aggrumarsi delle sensazioni, slanci, cadute e parole, sapientemente orchestrate, tinte per sempre dell'esperienza umana dello stare nel mondo. Insistiamo su questo ""accogliere"""" a ragion veduta: si tratta infatti di uno dei temi principali di tutta la poesia di Gaddo Zanovello, la quale dissemina da sempre le sue raccolte di appelli alla necessità di aprirsi per comprendersi, di donare l'esperienza propria e di accogliere quella altrui, in una parola del """"prendersi cura"""" e del contrastare la """"noncuranza""""."" -
Note al palinsesto
Un critico scrive di norma dei saggi lunghi, ma può accadere che, nel corso degli anni, produca anche dei testi brevi, su argomenti generali oppure su singole opere. Accomunati dalla brevità sono appunto gli scritti raccolti in questo libro, che si presenta suddiviso in tre sezioni. La prima comprende saggi e articoli di natura teorica, o comunque non privi di implicazioni metodologiche. La seconda rende omaggio ad alcuni scrittori e artisti italiani (Manganelli, Sinisgalli, Villa e Novelli). L'ultima e più ampia sezione comprende recensioni di volumi francesi, quasi tutti ancora non disponibili in traduzione italiana (si tratta di opere, o cataloghi, di Artaud, Char, Caillois, Klossowski, Giacometti, Alechinsky, Barthes, Foucault e Derrida). -
A cuore aperto
Era felice, immensamente felice, come può esserlo soltanto chi ritrova un tesoro. Presto, però, si accorse che tutto era cambiato. Lui non era più l'uomo maturo che tre mesi prima aveva, in una sera primaverile, lasciato tutti e tutto per un serio problema cardiaco che aveva minacciato la sua vita. Ora si sentiva un bambino, con una grande esperienza alle spalle, ma pur sempre un piccolo bambino che faceva fatica a respirare, a camminare, delicato ed insicuro. L'unica cosa che sentiva dentro era quella volontà che lo aveva sempre spronato spingendolo ad andare avanti. L'esperienza maturata gli aveva fatto capire che prima si ha voglia di vivere per il successo, per realizzarsi, per essere il ""primo"""", per godersi la propria giovinezza e la propria libertà, molte volte per il proprio egoismo. Adesso da bambino quale sentiva di essere, aveva scoperto che la nuova vita è quella cosa meravigliosa da vivere tutti i giorni nella pienezza, nella gioia, nella fiduciosa speranza della vera vita, quella eterna.""