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Olga
Laura Ruohonen è annoverabile tra i drammaturghi finlandesi più famosi. Ha studiato biologia all'Università di Helsinki ed ha conseguito il Master in drammaturgia presso l'Accademia teatrale, dove attualmente è professore di drammaturgia e scrittura teatrale. Oltre al lavoro di scrittrice e regista freelance, la Ruohonen ha lavorato per il Teatro radiofonico della radio nazionale finlandese (YLE) come regista-drammaturgo, e per il Teatro nazionale finlandese. Nel 2011 ci sono state le prime di Enegenö, al Dramaten di Stoccolma e la rappresentazione musicale di poesie per bambini Yökyöpelit (""I tiratardi"""") al Teatro municipale di Helsinki, con musiche di Anna-Mari Kähärä. """"I tiratardi"""" si basa sui libri di poesie per bambini della Ruohonen, assurti ormai a classici, Allakka Pullakka (Edicola lodicola) e """"I tiratardi"""". I testi teatrali della Ruohonen sono stati tradotti in più di dieci lingue e messi in scena in diverse parti d'Europa. Oltre ai drammi teatrali, la Ruohonen ha scritto anche radiodrammi e sceneggiature televisive e cinematografiche."" -
Teatro aperto
Questa antologia sinergizza l'opera di dieci diversi autori, di diverso stile ed estrazione, accomunati dalla volontà di scrivere un testo, ossia dall'idea che alla base del teatro ci sia un testo che vive di vita propria, e che emana il suo statuto anche qualora il risultato sul palcoscenico sia una rielaborazione più attenta alle esigenze sceniche a costo di sacrificare alcune di quelle letterarie. Un teatro, insomma, costituito da un testo che da una parte si può leggere con piacere in quanto opera scritta, dall'altra contiene già una visione teatrale, ossia scenica e registica, magari (come spesso avviene anche nei capolavori) non specificata a livello di istruzioni registiche ma presente tra le righe, in una battuta recitata, in un ammiccamento, in un'accezione. Testi di F. Bartellini, D. Caravà, A. Carlini, L. Ferri, A. Fratini, M.E. Germinario, A. Laiolo, K. Manfredi, A. Spagnuolo, L. Zendri. -
Edoardo Pasquale Perolo detto «il Dini»
Pur essendo la raccolta dei dipinti del Perolo lacunosa ed incompleta, non ha impedito all'autrice l'approccio critico al suo linguaggio pittorico. Difatti l'analisi e lo studio dello stesso l'hanno portata alla constatazione che esso è discontinuo, non omogeneo, stilisticamente incostante, per cui è difficile, nella filologia storica del pittore, dargli una collocazione. Quella di Hedda Auitera Barella è quindi una valutazione ed una lettura nuova della pittura del Dini non allineata a quella dei giornalisti e dei critici d'arte, che lo hanno solamente considerato impressionista e divisionista. In realtà egli fu un eclettico, un inquieto, uno sperimentatore sempre alla ricerca di nuovi movimenti artistici e di confrontarsi con essi. In gioventù macchiaiolo convinto, intorno al 1892 diventò, fra i primi, divisionista per poi passare ad una pittura aderente a quella del Ranzoni, del quale seguirà più la tecnica che il lirismo, tecnica che in seguito si evolverà in un impasto corposo con colori puri e complementari, per avvicinarsi alla pittura del Mancini, per poi passare a pennellate materiche, frammentate alla maniera del Monticelli. -
Er len-ni an Tani
Questa piccola antologia in onore dei 90 anni del poeta Giovanni Rapetti vuole essere un omaggio ad un artista solitario e schivo, autore di uno straordinario poema che in versi scolpiti nel rude dialetto di Villa del Foro (AL) recupera con epica intensità la memoria collettiva di un sobborgo e della sua ultracentenaria Società Agricola e Operaia. Il volume comprende interventi critici di Franco Castelli, Piero Milanese, Delmo Maestri, Paolo Zoccola, Giovanni Tesio, Elio Gioanola, Carlo Petrini, nonché una nutrita serie di ""Scritti di amici"""" in ordine sparso, che testimoniano l'affetto e l'ammirazione per questo nostro grande cantore della memoria antagonista."" -
Curriculum vitae
Il modo di raccontare di Chiara Moimas non è affatto semplice, né prevedibile, non è neppure troppo definibile; si ha la sensazione che non sia neanche collocabile temporalmente. Non lascia dietro di sé alcun filo di Arianna mediante il quale ripercorrere a ritroso la strada percorsa. È una poesia che si è dimenticata della modernità, forse perché la poesia non ha alcun bisogno di essere, o di apparire moderna, non ha alcun bisogno di facilitare al lettore il compito della lettura. È una poesia che parte dall'oblio del Moderno. E di qui si dirige, a vele spiegate, verso l'ignoto. Con la maschera della propria impenetrabilità. È il suo modo di offrirsi al lettore. -
Antologia del premio internazionale per l'aforisma «Torino in Sintesi» 2012. 3ª edizione
Il Premio Internazionale ""Torino in sintesi"""" è dedicato al genere letterario dell'aforisma. Un genere particolare, dotato di una storia varia ed affascinante, nonché di chiare specificità tecniche. È finalità del premio offrire un riconoscimento ed una risonanza a quegli scrittori che ancora intendono sperimentare la forma aforistica come tipologia espressiva precisa e caratteristica, premiandone la consapevolezza dello stile, l'efficacia espressiva, l'essenzialità. L'antologia pubblica estratti dal libro edito vincitore e da quelli segnalati, insieme alle sillogi inedite integrali premiate e segnalate. Inoltre, in segno di ringraziamento e per sottolineare ancora una volta il bisogno primario di leggersi a vicenda e se possibile migliorare insieme, vengono pubblicati tre aforismi di ognuno degli altri partecipanti."" -
Piccola mappa esperienziale. Aforismi, intuizioni, piccole storie
Contenere in meno parole più conoscenza di ""cio che è"""" e di """"ciò che dovrebbe esser fatto"""". Rendere un'affermazione il più possibile corta, concisa, tersa ed essenziale, ma insieme rendere più ampie possibili le visioni che essa apre. Questa è stata e resta l'intenzione principale di coloro che praticano la tormentosamente difficile arte dell'aforisma. In questi nostri tempi liquido-moderni gli orizzonti tendono a spezzarsi e a dissolversi appena sono stati tracciati, se non già prima. E questa qualità senza precedenti della nostra condizione che Leonidas Donskis cerca di cogliere, catturare e convogliare nel suo tentativo di risuscitare la trascurata eppur necessaria arte dell'aforisma, di iniettare in essa nuovo vigore, di elevarla alla gravità e alla grandiosità della sfida che si affronta."" -
Prove di canto. Sessantatré quartine
Secondo le parole di un inno gallese del XIX secolo, solo un cuore puro e buono, bello più di un giglio, può cantare giorno e notte. Sonzogni le cita non solo perché gli sono state di monito e allo stesso tempo di augurio ma anche per la forma in cui sono espresse: una quartina rimata (ABAB) che è servita da 'spartito' per quelle di ""Prove di canto"""". Quartine che sono, a loro modo, prove di canto: tentativi di condividere la ricerca di ciò che è puro, buono e bello dentro e fuori di noi, anche quando non sembra così."" -
E ramosa ci accerchierà la sera
Antologia del poeta lituano Vladas Braziunas, che è anche saggista, fotografo e studioso di folclore. Il suo percorso intellettuale è partito da un acuto senso della memoria collettiva e della storia nazionale. Nella ricostruzione del passato ha messo in evidenza i tratti della natura primordiale e della ""quotidianità"""" etnica, ora parafrasando espressioni della tradizione orale, ora attingendo ai miti e al folclore della cultura baltica, ora sperimentando con la lingua e usando attivamente il dialetto come elemento altamente espressivo. Talora struggentemente sensuale, Braziunas privilegia il tatto e canta in particolare il ruolo dei polpastrelli. Più recentemente - come ha ben illustrato il linguista Skirmantas Valentas - Vladas Braziunas ha """"virato"""" in direzione di un poliglottismo militante per collocarsi sospeso fra la catastrofe post-babelica e il miracolo della Pentecoste. Così le 'storie linguistiche' che racconta nei suoi componimenti sembrano ripetere il miracolo del dono delle lingue."" -
Tutte le notti nessuna esclusa sogno della mia casa. Carlo Gamalero, internato militare
Testimonianza autobiografica di Carlo Gamalero (1921-2008): una microstoria all'interno di quella di centinaia di migliaia di italiani in divisa che si ritrovarono prigionieri in Germania dopo l'8 settembre 1943, identificati dalla sigla Imi (Internati militari Italiani) che istituiva uno status del tutto irregolare con cui vennero sottratti alle tutele previste dalla Convenzione di Ginevra. In particolare, viene narrata la detenzione nel campo polacco di Deblin Irena e la successiva scelta di aderire (senza mai combattere) per la Repubblica di Salò: un'adesione che permette di rendere più completo il quadro di riferimento, obbligando di fatto a rinunciare a schemi rigidi e impoverenti di lettura della realtà e del contesto generale in cui tali vicende si inseriscono. -
Per commento e per chiosa. Saggi, avvicinamento e fantasie
Con ""Non altro che un chiosare"""" (2011) """"Per commento e per chiosa"""" compone un dittico ambizioso: proporre la sfida di una critica """"cross over"""", una critica """"meticcia"""" che sappia unire i metodi dell'indagine linguistica e filologica con quelli della divulgazione e del giudizio di valore. Saggi scientifici e saggi più affabili e provocatori, le cui stelle polari sono Gianfranco Contini, Maria Corti, Giovanni Nencioni, Luigi Baldacci, da una parte; Giacomo Debenedetti, Cesare Garboli, Enzo Siciliano e Giovanni Raboni dall'altra. Perché la critica sia una """"festa dell'intelletto"""", ma anche - memore di Charles Du Bos - il grande """"idraulico"""" che """"capta, convoglia, guida ed eleva le acque"""" della vita stessa."" -
Se attraversi il fiume
François Sorrente è un ragazzo diciassettenne, l'ultimo di cinque fratelli. Cresciuto dalla sorella maggiore, Maryse, alla quale è legato da un affetto smisurato, vive con il padre e due dei suoi fratelli, Jules e Arthur, in una fattoria dove si occupa dei maiali, con i quali parla e si confida. François, però, non assomiglia a nessuno della sua famiglia e spesso si domanda per quale ragione il padre, Jacques Sorrente, gli abbia fatto giurare di non attraversare mai il fiume. Si domanda anche perché non abbia mai conosciuto sua madre, perché sua sorella abbia deciso di partire, che cosa sia successo alla casa dall'altro lato del fiume... Grazie all'amicizia con il prete del paese Roger, che gli insegna le lettere dell'alfabeto, e con Amélie, François scoprirà i misteri della sua singolare famiglia, soprattutto quelli che avvolgono la figura di sua madre. -
La strega e la pioggia
"La strega e la pioggia"""" provocò in Lituania uno scandalo nazionale a causa dei temi trattati, ovvero tre storie d'amore parallele raccontate da tre donne: una contemporanea, una strega medievale e Maria Maddalena. Il romanzo fu condannato dalle autorità cattoliche (evidentemente per il fatto che le storie d'amore coinvolgevano religiosi), fu censurato, tolto dalle librerie e relegato nei negozi di prodotti erotici, il che ovviamente ne moltiplicò le vendite e ne favorì le traduzioni." -
Il caso Chessman. Per un metodo senza pena di morte
Da ragazzo, nel 1960, Sergio ""Teddy"""" Di Tonno organizzò uno sciopero studentesco per favorire la grazia del condannato a morte Caryl Chessman e il 2 maggio dello stesso anno, da una piccola radio a transistor apprese la fine di colui che all'epoca fu definito, forse frettolosamente, """"il bandito della luce rossa"""". Nonostante in precedenti pubblicazioni l'autore abbia già esposto il problema della pena di morte, ha voluto qui dedicarsi ad un impegno definitivo: affrontare la vicenda e la vita di Chessman con ampie, precise e dettagliate documentazioni suffragate da approfondite testimonianze. Il risultato? Un libro di grande interesse che pone al centro l'essere umano e che s'interroga sulla civiltà raggiunta dai Paesi più progrediti che applicano ancora la pena capitale. È il racconto del caso di un condannato alla camera a gas, ma soprattutto della crudeltà e della cinica risolutezza di un apparato che ha fatto un cieco uso della giustizia. Questo lavoro prova che la pena di morte sia in contraddizione con una società civile e moderna."" -
Il respiro incatenato
La poesia di Maria Luisa Lamanna dipinge un mondo in cui la contemplazione delle bellezze della vita, sentite profondamente, con l'anima e con il corpo, convive con una onesta ed implacabile osservazione dei guasti dell'esistenza, delle fratture, delle ferite dell'amore, delle crepe nella luce. I versi ci consegnano uno sguardo capace di cogliere nello stesso istante, nella stessa inquadratura (non a caso l'autrice è anche fotografa), luci ed ombre, non artificialmente bilanciate ma osservate nella profondità del loro naturale mostrarsi e nella loro simbiosi dolorosa. -
Quando giunse a termine la gentilezza... Ediz. multilingue
Tredici poesie dedicate ai grandi eventi bellici e politici della storia più recente, per un canto contro tutte le guerre che dall'originale lingua farsi l'autore ha tradotto in italiano: siano i testi dedicati a Sarajevo o all'Afghanistan, al Cile o a Timor Est, è la sofferenza del popolo dei deboli a trovare una voce che la racconti. Non a caso, la dedica del libro è: ""A tutti coloro che in qualsiasi modo hanno lottato, lottano e lotteranno per la difesa della pace, della libertà e della giustizia""""."" -
Origini e sviluppo dell'aforisma poetico nel Novecento italiano
L'aforisma poetico sembra una contraddizione. Invece è una delle forme più creative della letteratura contemporanea. L'aforisma può dunque essere in versi? E una poesia può essere un aforisma? La celebre poesia di Ungaretti ""Si sta come / d'autunno / sugli alberi / le foglie"""" è una poesia o un aforisma? una poesia aforistica? un aforisma poetico? E """"La morte, si sconta, vivendo""""? A queste e ad altre domande cerca di dare risposta Stefano Elefanti in questo documentato e meditato volume. La ricerca di Elefanti è rigorosa e creativa; cerca di fare chiarezza in un ambito letterario poco studiato e molto fertile, per il quale propone nuove prospettive critiche, mettendo in luce sia i fruttuosi aspetti teorici del problema sia le molte e differenti pratiche di aforismi (e, nello specifico, di aforismi poetici)."" -
Res balticae 2013. Ediz. italiana, inglese, francese e tedesca. Vol. 13
Contributi di Daniel Petit, Adriano Cerri, Pietro U. Dini, Letas Palmaitis, Lea Sawicki, William R. Schmalstieg, Francesco Zamblera, Francesco Parasole, Piero Bugiani. -
In tempo a casa del diavolo
Agli appassionati di letture diremo subito che Diane conobbe bene la casa del diavolo. Ella l'aveva frequentata assiduamente in gioventù; taluni la considerano ancora oggi fra le più belle costruzioni del quartiere, al 14 di rue La Fontaine. Eretta tra il 1895 e il 1898 era stata voluta dal grande Hector Guimard, nel nobile stile Art Nouveau. Castel Béranger, la casa del diavolo, rese allora all'architetto molta celebrità. Eppure in tanti non compresero inizialmente il valore dell'edificio, le sue peculiarità, l'espressione nuova, certo; e da ciò il soprannome legato a quel disappunto, connesso al maligno: Béranger, da cui appunto ""dérangé"""", in disordine, diroccato; o addirittura, quindi, maledetto. Una casa diabolica."" -
Se cade la notte
Per circa trent'anni, John Taylor si è tuffato come critico nei torrenti della moderna poesia europea; vale a dire, nelle singole letterature nazionali che, inoltre, hanno accettato come affini alcune delle migliori voci poetiche americane, come quelle di Walt Whitman, Ezra Pound, T.S. Eliot, o Wallace Stevens. John Taylor è decisamente a suo agio nella ricca vita acquatica di questi fiumi europei: in effetti, è uno dei conoscitori meglio informati del panorama della poesia continentale, con tutte le sue vivaci diversità. Qui però Taylor presenta invece sue prose poetiche, che raccontano della prima fanciullezza nel Midwest americano, ma che comunque, nelle loro tecniche stilistiche e simboliche profondità, riflettono sottilmente certi generi di poetica europea.