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Il difficile recupero dello spirito. Percorsi e luoghi teologici della Pneumatologia nella tradizione latina del secondo millennio
La persona dello Spirito Santo ha ricevuto un'attenzione parziale nella trattazione teologica occidentale e il suo difficile recupero è avvenuto nel '900. La tradizione latina del secondo millennio presenta un itinerario discontinuo della pneumatologia, sia a causa di una frammentazione della trattazione teologica, sia per la considerazione marginale con la quale le questioni attorno allo Spirito sono state affrontate nella stesura dei differenti trattati. Questo testo propone un'analisi storico-teologica del percorso che la pneumatologia ha seguito; ne sono evidenziati i punti significativi e individuate alcune delle cause che ne hanno determinato il deficit. Il risultato più interessante del lavoro sta nell'aver colto che il tema dello Spirito costituisca l'asse di continuità teologica custodito nei testi spirituali del secondo millennio; sviluppo che ha impedito un'alienazione della pneumatologia nella tradizione teologica occidentale. -
La schiavitù via di pace. Una prospettiva pragmalinguistica di Rm 6,15-23
Il presente lavoro rappresenta uno studio esegetico della pericope di Rm 6,15-23, nella prospettiva della pragmalinguistica. Essa non nasce come metodo esegetico alternativo ad altri già ben accreditati, ma è una proposta di lettura, che riabilita il dialogo intenso tra Autore Lettore, nella cinta relazionale del Testo. Novità metodologica del presente lavoro è rappresentata dalla riflessione di B.J.F. Lonergan che, presentando il metodo in Teologia come una ""creatività in collaborazione"""", guida il Lettore a comprendere che qualsiasi testo manifesta l'orizzonte cognitivo non-convenzionale, che non si apre solo alla conquista di """"terre nuove ed inesplorate"""", ma è un'autentica esperienza di interiorità del soggetto che leggendo, conosce, conoscendo, scrive, e, leggendo, si conosce. Sostenuti da una simile prospettiva, è possibile entrare nelle maglie del testo paolino, scoprendone intrecci linguistici, semantici, sintattici e spazi bianchi in cui il lettore può dialogare con il Testo, attualizzandolo. In tal modo, si può comprendere la grave crisi d'identità che gravava sulla comunità di Roma che, pur chiamata alla santità, non meritava il nome di """"Chiesa"""". E la proposta paolina di """"farsi schiavi"""" di Dio diventa una concreta via etica, grazie alla quale l'uomo rinnova la propria identità e le relazioni interpersonali."" -
Persona Christi. Modelli interpretativi dell'identità di Cristo nella teologia della seconda metà del secolo XX
La cristologia del XX secolo, soprattutto protestante e cattolica, è connotata da un processo di rinnovamento ragguardevole ma no semplice da cogliere nello specifico e nel profilo , data la sua complessità. La dissertazione si propone di documentare che una componente decisiva di questo processo è consistita nella elaborazione di nuovi modelli interpretativi della identità di Gesù Cristo. Dopo aver tracciato un quadro generale, la ricerca si concentra sulla individuazione e ricostruzione di questi nuovi modelli a partire dalle pubblicazioni prodotte da quelli che vengono contestualmente riconosciuti e considerati i loro principali ideatori: il modello denominato della ""identificazione dinamica"""" (Ansfried Hulsbosch, Piet Schoonenberg, Hans Kung, Roger Haight), il modello denominato della """"identificazione ipostatica"""" (ancora Piet Schoonenberg e insieme Edward Schillebeeckx). Di ciascuno di questi due modelli vengono determinati in progressione le istanze, le matrici, il procedimento elaborativo, la configurazione e i presupposti. Un bilancio sommario conclusivo si concetra su una prima valutazione e su una prima proiezione prospettica dell'esito della """"nuova cristologia"""". Mentre contribuisce a ricostruire un capitolo importante della teologia del XX secolo, la ricerca apre prospettive per ulteriori sviluppi della riflessione cristologica."" -
Azione e riconoscimento. La costruzione dello spazio pubblico-politico in Hannah Arendt
La grande domanda che muove il pensiero politico di Hannah Arendt è: «come ristabilire un contatto con il mondo?». Come ricreare uno spazio nel quale l'uomo possa tessere la rete di relazioni che lo tiene in vita e che agli occhi dell'autrice è perduto? Per Arendt, la relazione tra uomo e mondo si gioca fondamentalmente nell'azione. Per questo il presente lavoro muove da una rilettura del classico concetto di práksis, capace di mostrare come «parlare e agire in comune» sia l'azione più umana di tutte. Ma come avverrà l'interazione tra i molti che popolano il mondo? La scoperta, che questa ricerca vuole condividere, è che per Arendt la questione si giochi anzitutto sul piano estetico. C'è un certo vedere - sentire che dà forma buona allo stare al mondo degli uomini. Si tratta della dinamica del riconoscimento, capace di fondare il valore morale di ciascuno e impostare la relazione tra le persone sulla fiducia reciproca. Questa stessa dinamica presiede al rapporto di obbedienza a un'autorità, nella forma dell'attrazione magnetica. La riflessione qui proposta vuole offrire una comprensione critica dei tratti fondanti la relazione politica in Hannah Arendt, mettendone in luce l'origine e le condizioni da osservare perché in essa si dia veramente una «vita buona». Le tre parti delle quali si compone questo studio (antropologia fondamentale, estetica, etico - politica) sono i tre livelli ai quali si può studiare la generazione di un mondo capace di salvaguardare la condizione umana. -
Il sacramento dell'ordine e la vita dei chierici. (Cann. 1008-1054; 232-297)
Questo volume è il frutto di 40 anni d'insegnamento dell'Autore nella Facoltà di Diritto Canonico della Pontificia Università Gregoriana. Il fatto di essere opera di un unico Autore ha il pregio di essere espressione di una profonda unità di pensiero e di metodologia. ? un commento dettagliato dei canoni del Libro III del Codice di Diritto Canonico riguardanti il Sacramento dell'Ordine e di quelli del Libro II riguardanti i chierici e i ministri sacri. In questo modo, tratta prima della dimensione ontologico-sacramentale e poi di quella esistenziale dello stato clericale. Il volume è pensato e redatto per l'utilità di docenti di diritto canonico, di studenti del corso di licenza e di dottorato nelle Facoltà di Diritto Canonico, di operatori nei seminari come responsabili e come formatori e di cultori del diritto canonico in genere. A seconda dei casi, vengono dati i fondamenti teologici e anche spirituali dei canoni, quindi alla luce di questi viene esposta la disciplina positiva, in modo che questa appaia veramente come una disciplina ecclesiale volta al conseguimento del bene soprannaturale dei fedeli sia come singoli come comunità. Degli istituti ritenuti più importanti viene data anche una breve introduzione storica. Per non appesantire il testo, l'Autore ha voluto essere appositamente sobrio evitando nelle note di citare propri scritti e di eccedere nel citare altri autori. Il volume contiene l'elenco di tutti i documenti ufficiali citati, una ricca e aggiornata bibliografia e un indice analitico per materia e dei nomi citati. -
Fatti di parole. Filosofia del linguaggio
Il fenomeno del linguaggio pervade tutta la realtà. Ogni evento può essere raccontato. Ci orientiamo nel mondo dando nomi alle cose. Il linguaggio non è solo uno strumento di comunicazione, ma segna profondamente la nostra esistenza. Questo libro risponde al desiderio di guardare il fenomeno del linguaggio da molteplici punti di vista, non solo nella sua struttura logica, ma anche come luogo dell'interpretazione, della comunicazione e della conoscenza. Pertanto, gli autori presi in considerazione appartengono sia alla tradizione nota come analitica sia a quella che viene definita continentale. Questo sguardo inclusivo riguarda anche la dimensione storica: la risposta ai quesiti che emergono viene cercata infatti sia negli autori classici del mondo antico sia nei contributi dei pensatori contemporanei. -
I ricorsi gerarchici. (Cann. 1732-1739)
Il ricorso gerarchico è un’impugnazione mite, modesta; non gli appartengono tutte le formalità e le opposizioni di un processo giudiziale; è fondato sulla fiducia che il Superiore, di fronte alle ragioni addotte, può riconsiderare la decisione già presa. Solo dopo aver esperito il ricorso gerarchico si apre la via al processo giudiziale, al contenzioso amministrativo presso il Supremo Tribunale della Segnatura Apostolica. Lo scopo del testo è innanzitutto pratico: illustrare come nella Chiesa il ricorso gerarchico si propone, come si evolve nel procedimento e come si conclude con la decisione del Superiore. La trentennale esperienza dell’Autore presso la Segnatura Apostolica ha mostrato quanta distanza si crei in molti canonisti tra il richiamo ai principi supremi del diritto canonico e la mancata conoscenza delle più elementari procedure per agire nell’ordinamento della Chiesa. Il testo conserva il carattere di appunti per le lezioni che l’autore tiene da anni alla Facoltà di Diritto Canonico della Pontificia Università Gregoriana. -
Spiritualità ignaziana e metodo trascendentale
Agli inizi dell’anno accademico 2011-2012, si raduna un gruppo di professori della Pontificia Università Gregoriana che, grazie all’iniziativa di Giorgia Salatiello (filosofia), coinvolge a Rogelio García Mateo, SJ (spiritualità), Dariusz Kowalczyk, SJ (teologia), Ferenc Patsch, SJ (teologia), Gerald Whelan, SJ (teologia), e Rossano Zas Friz De Col, SJ (spiritualità). Il presente volume raccoglie otto anni di ricerca del gruppo, centrati nel rintracciare il rapporto tra spiritualità ignaziana e metodo trascendentale in diversi pensatori gesuiti del ventesimo secolo, come Joseph Marechal (1878-1944), Johannes B. Lotz (1903-1992), Karl Rahner (1904-1984), Bernard Lonergan (1904-1984), Joseph de Finance (1904-2000), Juan Alfaro (1914-1993), Emerich Coreth (1919-2006). Attraverso il loro studio si è voluto scoprire le particolari caratteristiche di ognuno di loro per evidenziare una linea maestra che ispiri oggi il rinnovamento di questo orientamento, in modo di progredire nella consapevolezza del mistero dell’apertura e dell’accoglienza del Dio della rivelazione cristiana, che trova negli Esercizi Spirituali di Sant’Ignazio un metodo su cui è conveniente continuare a ragionare trascendentalmente. -
La trinità in dialogo. la dimensione trinitaria della teologia
Il mistero del Padre che si rivela nel Figlio e nello Spirito è la verità centrale del cristianesimo. Nonostante questo, la Chiesa ha vissuto, in diversi momenti della sua lunga storia, l'esperienza di un paradossale oblio della Trinità. Pur ripetendo le tradizionali formule tripartite, i cristiani si sono spesso comportati, di fatto, come se professassero un monoteismo monopersonale, e non quello trinitario. Anche nell'insegnamento della teologia, la Trinità è stata troppe volte presentata come un capitolo chiuso in sé stesso, senza legami con le altre discipline. Seguendo la traccia dei grandi maestri del pensiero credente, docenti e studenti della Facoltà di Teologia della Gregoriana hanno scelto - nell'ambito delle iniziative legate alla ""Giornata di Dogmatica"""" - di confrontarsi con la quaestio de Trinitate, in modo da richiamare immediatamente la domanda intorno al significato che la verità trinitaria della fede deve avere nei diversi campi della dogmatica: cristologico, ecclesiologico-sacramentale, antropologico-escatologico. La Giornata e gli incontri che l'hanno preparata, hanno rappresentato un cammino utile a comprendere meglio i termini della sfida che si presenta oggi ai teologi: che non è solo quella affrontata ogni volta che si è chiamati a preparare un corso o una catechesi sulla Trinità, ma, più in profondità, quella che si impone quando emerge l'esigenza di dare un respiro trinitario a tutta la teologia."" -
Il Concilio Vaticano I e la modernità
Il volume presenta un collettivo lavoro ricerca, pluriennale e interdisciplinare, sul significato del Concilio Vaticano I nella storia contemporanea. I saggi di trentasei studiosi di differenti Paesi consentono di collocare le tematiche conciliari nel contesto storico dei profondi mutamenti culturali, ecclesiali, teologici, filosofici, sociali e politici della modernità ottocentesca. Giovandosi di distinti apporti disciplinari e sensibilità scientifiche, l'opera affronta il rapporto del concilio con la modernità sotto tre principali profili: l'interazione della Chiesa con i moderni processi sociali e istituzionali che sollecitarono l'iniziativa conciliare; l'esigenza pontificia e dei padri conciliari di una collegiale comprensione delle minacce che parvero incombere sulla comunità cattolica e di giungere a formulare proposte positive per vitalizzare il cattolicesimo nella società moderna; la percezione e la ricezione dell'evento conciliare dal Vaticano I al Vaticano II, ripensando i rapporti con gli Stati e ridando dinamismo (come istituzione e come formazione sociale) al corpo ecclesiale nella società post-rivoluzionaria. Individuare nel Concilio Vaticano I una tappa importante nel confronto della Santa Sede con la modernità significa, così, ridisegnare periodizzazioni e quadri interpretativi di ampio respiro. -
Diritti umani: un'eredità viva. Piccolo lessico per l'etica pubblica
La difficile condizione di oggi è affrontata in questo testo cercando di coniugare teoria e prassi dei diritti umani con la prova collettiva che sta sperimentando l'attuale generazione e che mai prima era accaduta nella storia. Parlare di diritti umani oggi, ai tempi del Covid, con democrazie indebolite, economie che escludono, un ambiente manipolato e distrutto per la persecuzione di interessi privati di gruppo o individuali, l'urgenza della pandemia che ha visto prendere decisioni di potere molto nette e forse ""pericolose"""", significa ribadire senza se e senza ma, che la centralità di ogni azione strutturale, istituzionale, pubblica, come anche privata, è il riconoscimento della dignità della persona umana. Dignità umana che fonda la Dichiarazione e che non può e non deve essere solo un concetto di cui parlare, un'idea che unisce o divide, ma qualcosa la cui realizzazione richiede prassi concrete, reali, visibili."" -
Gregorio Magno. Regola pastorale
Nel pieno di un cambiamento d'epoca che coinvolgeva e sconvolgeva tanto il piano civile quanto quello ecclesiastico, papa Gregorio I (590-604), detto Magno, impegnò i primi mesi del proprio pontificato per redigere un piccolo libro che avrà una lunghissima storia degli effetti, fino a noi: la Regola Pastorale. Una «regola» scritta esplicitamente per formare a un'«arte» - anzi alla suprema delle arti: la cura delle anime - che, tuttavia, è stata nei secoli letta come un vademecum per predicatori, un manuale per governanti, un trattato sul ministero ordinato o una sorgente zampillante di sguardi misericordiosi sulla vita e sull'umanità. E forse anche molto altro. In questo volume si offre un'introduzione al libro, presentandone il contesto, la struttura, i temi principali e offrendo alcune brevi riflessioni su quali aspetti della vita credente potrebbe ancora nutrire oggi. -
Una rilettura della spiritualità di San Stanislao Papczy?ski (1631-1701) nella luce dell'Immacolata Concezione di Maria. Verso la riscoperta del carisma della Congregazione dei Chierici Mariani
Il primo scopo del libro è quello di mostrare la ricca, originale e vivace spiritualità di San Stanislao Papczy?ski, incentrata sul mistero dell'Immacolata Concezione di Maria, attraverso la vita e gli scritti del Santo. L'esperienza spirituale guidò San Stanislao alla fondazione dell'Ordine dei Chierici Mariani e al suo specifico servizio nella Chiesa. Il secondo scopo della pubblicazione è quello di presentare il carisma della Congregazione così come lo volle il Santo, com'è stato inteso nel corso della storia, come lo si potrebbe capire, vivere e attualizzare oggi in modo ancora più profondo. Il terzo scopo è quello di aiutare tutti i fedeli, ma soprattutto i membri delle congregazioni religiose dedicate all'Immacolata Concezione, affinché possano comprendere meglio questo mistero, viverlo e onorarlo nella quotidianità. Il pensiero di San Stanislao sull'Immacolata Concezione, oggi, non si rivela soltanto attuale, ma anche innovativo. I tre scopi principali sopra enucleati hanno indirizzato lo studio verso tre aree fondamentali: la spiritualità di Stanislao Papczy?ski vista attraverso la sua vita e le sue opere; il carisma della Congregazione dei Padri Mariani dell'Immacolata Concezione, dalla fondazione fino agli ultimi tempi; il mistero dell'Immacolata Concezione di Maria con il suo vastissimo significato. -
Concilio di Nicea (325) nel suo contesto
Questo lavoro presenta i documenti legati alla prima fase della così detta ""crisi ariana"""" ed al concilio di Nicea (325). In esso si cerca di spiegare quale ruolo abbia avuto l'Imperatore Costantino, parte dei sostenitori di Ario e i loro avversari, seguendo la narrazione di Eusebio di Cesarea confermata da Atanasio. Si analizzano anche i documenti post conciliari arrivando alla conclusione che le lettere di Costantino alla Chiesa di Alessandria e quella del sinodo alla medesima, siano lettere false, prodotte solo dopo la morte di Atanasio. Tali lettere sarebbero la fonte principale su cui si basa la leggenda sull'anti arianismo del concilio."" -
Maurice Blondel. Storia e dogma
Per non aver cercato nel cristianesimo il suo essere reale, ma una ristretta ideologia, si è tutto compromesso; si è imprigionato il dogma vivente nelle bende che lo fanno assomigliare a un morto, riducendo i teologi a guardiani di museo, e gli storici simili ad archeologi alla ricerca del più antico reperto. Si è condannata, così, la storia a diventare un'allegoria; e a un chiodo dipinto sul muro si appenderà sempre una catena dipinta». Siamo nel 1904, dalle parole di Maurice Blondel emerge la preoccupazione per le forti tensioni che dividono il cattolicesimo. Per i più le bende della dottrina mummificata non devono essere sciolte, ma al massimo impegnarsi a ristrutturare il sepolcro. Egli cercherà una soluzione tra esegesi e teologia, per conciliare storia e dogma, che nella loro divaricazione riflettono la ricorrente tentazione di strappare il Verbo dalla carne. Dopo una severa analisi critica delle due principali teorie antagoniste, storicismo ed estrinsecismo, che in diverso modo convergono nel separare natura e soprannatura, indicherà una sintesi, una mediazione, attraverso il principio della Tradizione, proposto non come collegamento solo teorico alle radici, non «una catena dipinta», ma come fonte di progresso, pulsante vita. Il cristianesimo, allora, potrà manifestarsi «come metafisica in atto, tensione unitiva tra Dio e l'umanità, e non come religione di pergamene e scribi». Un testo che pur venendo dal passato, guadagna nel presente la sua evidente attualità. -
Chiusure e con-chiusure. Una poetica delle doppie chiusure nei racconti dell'Esateuco
I racconti, le poesie, i brani musicali non finiscono ma si chiudono e il narratore biblico dimostra in diversi modi di possedere l'arte della chiusura. Le doppie chiusure, presenti in una serie di racconti dell'Esateuco, oggetto di codesto volume, ne sono un chiaro esempio. Da sempre l'esegesi source-oriented non ha quasi mai esitato a classificarle come «doppioni», frutto della complessa genesi dei testi. Il presente contributo tramite un close-reading accosta i testi nella loro forma finale e studiandoli da un punto di vista strettamente letterario, stilistico e retorico cerca di dimostrare come le doppie chiusure siano, invece, un fenomeno genuinamente linguistico. Il fenomeno è esplorato a partire dai maggiori racconti presenti in Gen 1-11. Essi offrono una prima grammatica che guida l'intero cammino della ricerca: sono affrontate le doppie chiusure di racconti unanimemente ritenuti di tradizione sacerdotale (P); si indagano le chiusure costruite con l'impiego di eziologie etimologiche o mediante la formula di esecuzione; da ultimo, il libro di Giosuè offre svariati esempi significativi di doppie chiusure che strutturano l'intero libro. Lo studio che si presenta di natura prettamente formale non manca di sorprendere nel mostrare come le doppie chiusure contengano impliciti ma rilevanti risvolti ermeneutici e teologici. -
Il sogno di Oreste la rana celeste
Età di lettura: da 5 anni. -
Delitto degli Scopeti. Giustizia mancata
La storia dell'ultimo delitto attribuito al cosiddetto Mostro di Firenze, attraverso errori investigativi e lacune processuali ma anche una ricostruzione circostanziata e attuale del modus procedendi della Giustizia in Italia. -
Antonio e Cleopatra di William Shakespeare
L'Antonio e Cleopatra di Shakespeare, lungi dall'essere un possente dramma d'amore coinvolgente due grandi anime, due mature esperienze, è piuttosto una rappresentazione tragicomica di due commedianti, un'astuta donna maliziosa e un povero stupido credulone generale romano lontano mille miglia da quel Marcantonio che conosciamo, astuto oratore, al cospetto del cadavere di Giulio Cesare. La cornice del dramma, i commenti, sono affidati di volta in volta, a personaggi non bene caratterizzati come persone ma esemplari tipi di censori o pettegoli anonimi... -
Le avventure del trio. La saga del trio. Vol. 2
Le avventure non sono finite, anzi... Il trio era partito per la prima esplorazione spaziale al di fuori del sistema solare, la loro nave, secondo le conoscenze scientifiche di quell'epoca, non poteva superare le velocità della luce, invece avevano, in quei due mesi, attraversato la Via Lattea, trasformandosi in naufraghi spaziali. La buona notizia: gli abitanti del pianeta Terra non sono soli nell'universo. Anzi, lo spazio è pieno di miliardi di forme di vita e ci sono innumerevoli pianeti simili al nostro. Purtroppo non tutte le forme di vita che permeano l'universo rispettano le altre civiltà, anzi ce ne sono alcune decisamente ostili e potenti...