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Il cuore degli alberi. L'olivo, la quercia, l'acacia. Una trilogia simbolica, mitica e ancestrale
Perché un'opera sugli alberi? Semplicemente perché, da quando esiste il mondo, l'uomo ama la foresta e i boschi al punto da aver spesso fatto dell'albero un emblema: l'albero della vita, l'albero genealogico, l'albero di Natale... La scelta di un albero o di un arbusto come supporto ai simboli religiosi, politici o morali è sempre stata e resta in uso in numerose società antiche e moderne. Al di là di tutti i rituali, di tutte le credenze e delle superstizioni, l'albero è indispensabile all'equilibrio della natura e alla sopravvivenza del pianeta. Con le radici, il fusto e i rami, collega i tre piani del mondo: il cielo, la terra e il mondo sotterraneo. Simbolo di vita e perpetua evoluzione, rappresenta la potenza vegetativa, animale e spirituale che anima il cosmo, incarna la vita inesauribile, la realtà assoluta, il sacro per eccellenza. Concentra le idee di fecondità, opulenza, salute, immortalità o di eterna giovinezza. Studiare gli alberi, sentirli, ascoltarli, amarli, vuol dire partecipare attivamente alla vita e alla rigenerazione dell'universo. La loro potenza o la loro fragilità sono anche le nostre. Quest'opera presenta una trilogia molto radicata nella tradizione, nella cultura e nell'immaginario popolari. Con l'olivo, ""primo albero del mondo"""", la quercia, simbolo di potenza, e l'acacia, albero della conoscenza, il lettore potrà quindi intraprendere un insolito cammino attraverso il tempo e la natura."" -
La modella del Botticelli. Simonetta Cattaneo Vespucci simbolo del Rinascimento
Simonetta Cattaneo Vespucci (1453-1476), ritenuta dai suoi contemporanei la più bella donna vivente tanto da essere scelta da Sandro Botticelli come modella per ""La nascita di Venere"""", fu musa ispiratrice di numerosi altri artisti e amante di Giuliano de' Medici. Innumerevoli sono i casi di copia e rivisitazione della bellissima fanciulla bionda che ha dato volto alle figure del celeberrimo pittore fiorentino e che nell'immaginario generale impersona il Rinascimento. A Simonetta spetta quindi a buon diritto un posto accanto a Beatrice di Dante e a Laura di Petrarca. Ma mentre di Beatrice e Laura, che pur furono donne reali, non conosciamo il volto, né tantomeno ci è noto l'aspetto di Alcina e di Armida, le donne cantate dall'Ariosto e dal Tasso, di Simonetta abbiamo tanti splendidi ritratti dipinti da celebri artisti, primo fra tutti il Botticelli. Altrettanto famosi poeti ne hanno esaltato la leggiadra figura e l'anima, di certo non meno affascinante del volto, mentre cronache e lettere di contemporanei ci informano di vari particolari della sua biografia. Paola Giovetti, raccogliendo testimonianze, lettere e poesie, ha ricostruito l'epoca storica e la vita di questa giovane donna che ha lasciato un segno potente nella letteratura e nell'arte del suo tempo, il più splendido che Firenze e l'Italia abbiano mai conosciuto: il Rinascimento."" -
Il profumo della luna
Kazimir, Svetlana e Anastasiya sono personaggi reali. Abitano un luogo assai remoto della steppa siberiana. Kazimir è un potentissimo sciamano bianco, guaritore, la cui fama è arrivata fino a Mosca, in Kazakistan e in Mongolia. Svetlana è una sciamana nera, capace di viaggiare nel mondo sotterraneo, nel regno dell'invisibilità, degli avi, dei sogni, dell'anima e di condurre altri con sé. Anastasiya, la nipote di Svetlana, è una sciamana che - caso probabilmente unico al mondo - unisce in sé le competenze dello sciamanismo bianco e nero. Chi la conosce, o anche chi ne ha solo sentito parlare, guarda a lei come a una reincarnazione della mitica Principessa dell'Altaj. Selene Calloni Williams e suo figlio Michelangelo, che parla il russo, hanno conosciuto i tre sciamani per caso mentre, in un uno dei loro incredibili viaggi di ricerca, stavano raggiungendo con un fuoristrada il luogo dove è stata ritrovata la mummia della Principessa dell'Altaj. Per conquistare la fiducia dei tre sciamani, Selene e Michelangelo li hanno visitati più volte, persino in inverno, quando la steppa arriva a una temperatura di meno quaranta. Un giorno Svetlana ha deciso di consegnare loro una ""favola di potere"""". Una """"favola di potere"""" porta con sé immagini capaci di suggerire nuove possibilità di pensiero e di azione. In questo mondo tutto è immaginazione e niente che non sia stato prima immaginato può accadere..."" -
Mitologia delle piante inebrianti
Le piante inebrianti sono state ovunque considerate un dono che le divinità fecero agli uomini per permettere la comunicazione con la sfera divina, con il mondo degli spiriti o degli antenati. Questa credenza ha portato all'elaborazione del mito d'origine della pianta inebriante, che spiega, motiva, e continuamente fonda la sua esistenza e il suo rapporto causale con l'uomo; un mito più o meno elaborato, a volte ben preservatosi nelle cosmogonie e nelle antropogonie delle popolazioni tradizionali, in altri casi rintracciabile in un racconto, una novella o un semplice aneddoto, come forma residuale folklórica degli antichi miti. In questo saggio sono raccolti e spiegati i racconti mitologici delle più disparate fonti vegetali inebrianti: dagli stimolanti quali caffè, tè, tabacco, coca, ai narcotici e sedativi come le bevande alcoliche e il papavero da oppio, alle fonti visionarie e allucinogene quali canapa, peyote, mandragora, ayahuasca, funghi. Con un'osservazione che spazia fra le culture umane attuali e del passato, riemergono le origini siderali della vite, il parto vegetale della prima donna di questo mondo (ayahuasca), i miti che vedono nascere piante inebrianti nel luogo di amplessi umani (tabacco) o divini (kava), o incestuosi (coca), passando per quelli che lo vedono originare dalla tomba di donne morte ingiustamente (papavero) o per mal d'amore (betel), o che originano per volontà divina come fattore salvifico tribale (peyote, iboga). -
I racconti dell'Alhambra
"Sono venuto a Granada circa tre settimane fa, a passare un po' di tempo qui durante la stagione più bella dell'anno... Il governatore dell'Alhambra, trovando che eravamo male alloggiati in città, ci ha dato il permesso di risiedere in un canto dell'antico palazzo moresco, in uno dei luoghi più belli, romantici, deliziosi del mondo... Mi sembra tutto assolutamente un sogno, o come se fossi sotto un incantesimo in qualche palazzo fatato"""". Così, nel 1829, Irving descriveva a un amico americano l'incipit del suo soggiorno all'Alhambra. Ospite d'eccezione in un luogo ricco di memorie sospese tra la dura luce della storia e l'incantato chiaroscuro della leggenda, tra rovine incombenti e frammenti di un antico splendore, Irving si trasformò in un eccezionale osservatore di altrettanto straordinari personaggi, raccogliendo bozzetti, storie e leggende che si intarsiano in un irripetibile mosaico narrativo." -
Discorso alla luna
Un vero cambiamento di coscienza è una trasformazione delle condizioni fisiche dell'esistenza. Una profezia scritta nei Purana, antichi testi indù, parla dell'avvento di una nuova era, una nuova umanità, guidata da Kalki, discendente della dinastia della luna. Il momento è questo che stiamo vivendo. Alcuni si stanno già differenziando. Anche un mito siberiano di duemila e cinquecento anni fa descrive l'avvento dell'uomo dopo l'uomo e indica il luogo dove tutto avrebbe avuto inizio. Un luogo estremo, animato da aquile, lupi, orsi, leopardi delle nevi. Unicamente gli umani più mistici e coraggiosi vi si avventurano. Ad attenderli pochi individui, incastonati in una steppa sconfinata, interrotta a tratti solo da qualche lago ghiacciato. Costoro possiedono la chiave della grande trasmutazione e la donano, perché il momento è adesso. Questa non è la storia di un romanzo fantasy, ma il racconto romanzato di eventi che stanno accadendo realmente. Al di là delle cronache dei giornali, oltre ciò che viene divulgato, scopri cos'altro sta succedendo nel mondo, nel silenzio dei luoghi più mistici del pianeta, che sono altresì spazi interiori, sotto lo sguardo testimone di centinaia di aquile. E preparati. Una ragazza a cui hanno ucciso i genitori, il marito e la figlia, combatte con inarrendevole forza nelle profondità della propria psiche e nelle viscere della terra, affinché il cambiamento sia irreversibile. Un prete corrotto la ostacola con l'aiuto dei personaggi più in vista della città. -
Aspasia e Frine. Vita di due cortigiane
Feconda poetessa e scrittrice, Berthe-Corinne Le Barillier, che adottò il 'nom de plume' di Jean Bertheroy, narra in questa breve opera la storia di due famose etère che vissero nei secoli più belli della storia greca, quando quell'antica civiltà raggiunse l'apice della produzione artistica e letteraria. Amante di Pericle una e dell'oratore Iperide l'altra, brillarono per intelligenza e spregiudicatezza e furono protagoniste degli unici procedimenti giudiziari nei confronti di donne greche di cui ci è giunta testimonianza. Incarnando quella spinta eversiva propria della loro libertà sessuale, le due donne furono indubbiamente di grande attrattiva per l'autrice che agli inizi del secolo aveva preso a cuore la lotta per i diritti femminili. Le due biografie, entrambe di dieci capitoli, rispecchiano il poco che si sa di Aspasia e Frine. La Le Barillier ha cercato di raffigurarle con accenti molto personali, talvolta ""caricando"""" qualche elemento biografico con eccessivo soggettivismo spiritualista, che trovava la sua giustificazione nei primi movimenti di liberazione femminili. Ed è proprio questa caratteristica che rende piacevolmente interessante e curiosa la sua prosa."" -
Lo zen e l'arte della ribellione a bordo di un sidecar nella fantastica storia di Arianna
È difficile dire se ""Lo zen e l'arte della ribellione a bordo di un sidecar nella fantastica storia di Arianna"""" sia più un'esposizione dell'arte della ribellione o il racconto della storia di Arianna. In questo libro coesistono armoniosamente formazione interiore, stupore e divertimento. Il testo - costruito con mattoni di narrativa, psicologia e filosofia - racconta un'avventura di ribellione agli arconti, i quali rappresentano le norme, le leggi, le regole che abbiamo introiettato e che ci rendono misurabili, prevedibili, governabili. Tutti passiamo attraverso una potente programmazione inconscia - che i più chiamano educazione - la quale, però, non riesce mai a domarci fino in fondo. Una scintilla del fuoco della libertà delle origini rimane sempre accesa in noi e, arrivati a un certo punto, possiamo coltivarla per ritrovare noi stessi e ridestarci da un sonno ipnotico. Il libro narra la storia della scoperta del fuoco interiore, la sua liberazione e infine l'affermazione della libertà dai condizionamenti. Questo processo di ribellione e liberazione è la nascita di un uomo nuovo e di un mondo nuovo. Ma la storia di Arianna è la storia del lettore, le battaglie di Arianna sono le lotte del lettore. La metafora narrativa, dunque, non è che il mezzo dell'avventura della coscienza, la quale esplora territori al di fuori della mappa conosciuta del reale: i territori degli outsider, dei maghi e dei poeti."" -
Nati con la camicia. La membrana amniotica nel folklore e nella medicina
Nella cultura popolare di molte regioni del mondo e di diverse epoche storiche, la nascita con la ""camicia"""", ovvero la membrana amniotica, raffigura un destino fortunato. Chi nasce con essa può infatti diventare un individuo dotato spiritualmente: uno sciamano o un prelato di alto rango, un arcivescovo cattolico o un lama nel mondo tibetano. Tale tipo di nascita conferisce inoltre dei poteri magici come la """"seconda vista"""", nei confronti di morti e di spettri, e la chiaroveggenza. """"Nati con la camicia"""" raccoglie tutte le credenze popolari e le ipotesi intorno a questo avvenimento partendo dalla tradizione storico-letteraria e proponendo anche quanto scritto nei secoli da fisiologi, embriologi e medici. Secondo tali credenze e tradizioni, la """"camicia"""" può anche essere apparentata a una sorta di copricapo che ha molti legami con il mondo delle fate e degli gnomi, e che conferiva protezione e invisibilità a chi nasceva con essa. Nel folklore europeo, e non solo, la """"camicia"""" ha rappresentato un attributo che poteva indirizzare i proprietari verso un destino di benandanti, maghi, streghe, lupi mannari e vampiri, ovvero figure inerenti alle profondità della psiche. La membrana amniotica fa parte dell'unità feto-placenta-cordone ombelicale, e a tal riguardo il saggio documenta le diverse disposizioni e prescrizioni che nel corso dei secoli hanno riguardato le parti di questa unità al fine di favorirne e utilizzarne l'influsso positivo e scongiurarne quello maligno. Del resto, nel folklore sono note le proprietà terapeutiche della """"camicia"""" e delle cellule che da essa possono essere derivate, mentre nella medicina antica, ad esempio quella cinese, erano ben conosciute le proprietà curative della placenta. Conoscenze andate poi perdute e in seguito recuperate nella medicina moderna: oggi infatti queste stesse proprietà vengono sfruttate nella cosiddetta """"medicina rigenerativa"""", al fine di riparare organi danneggiati, restituendo loro integrità strutturale e funzionale."" -
Fabbricanti d'oro. Storie di alchimisti
Si tratta di tre storie di tre alchimisti, Laskaris, Sendivogius e Sehfeld, in cui, per la prima e unica volta, Meyrink usa un registro a metà fra la narrazione e la ricostruzione storica, fra cronaca e racconto. Insomma, una storia romanzata che oggi forse si definirebbe ""docufiction"""": la vita, le avventure, le fortune e le disgrazie di alcuni alchimisti tra la fine del Cinquecento e l'inizio del Settecento, cioè un periodo che i lettori non particolarmente edotti della storia dell'ermetismo occidentale potrebbero considerare insolito, abituati forse a immaginarsi gli alchimisti collocati in ambienti e atmosfere medievali. Introduzione di Gianfranco De Turris."" -
La Belle Époque dell'esoterismo. Maghi, stregoni e alchimisti nella Parigi fin de siècle
Quest'antologia di saggi e scritti vari, selezionati, tradotti e curati da Vittorio Fincati, attinge al periodo d'oro dell'occultismo e della magia a Parigi, che coincise con il fervore artistico e culturale fin de siede che salutava l'inizio del Novecento. Si può dire infatti che la Ville Lumière sia stata la capitale delle scienze iniziatiche e magiche per un arco di tempo di parecchi decenni, se non addirittura ininterrottamente per più di un secolo. La ragione di ciò è senza dubbio da attribuirsi alla rivoluzione francese, l'evento epocale che ha influito anche nell'ambito delle scienze occulte, in quanto la proliferazione dei contatti, conseguenza delle nuove libertà acquisite dagli individui, non poteva non riguardare anche questo dominio. La capitale della libertà diventò quindi anche la capitale della magia, anzi di tutte quelle voci che i francesi hanno compreso nel termine di merveilleux. I contributi dei diversi autori sono stati suddivisi in cinque voci che servono semplicemente a selezionare a grandi linee alcune tematiche del tutto esemplificative: pontefici, stregoni, alchimisti, evocatori e narratori. Possiamo così finalmente leggere in un solo volume Stanislas de Guaita accanto all'anonimo autore de ""Il demone del gioco"""", gli insegnamenti magici della sezione parigina della Hermetic Brotherhood of Luxor e un testo del celebre Magophon, Sédir che studiava le tecniche del Verbo magico, Victor-Émile Michelet, maestro dell'evocazione verbale, e molti altri ancora."" -
Shinrin-yoku. L'immersione nei boschi. Il rituale giapponese per liberarsi dall'ansia e dallo stress
Il termine Shinrin-Yoku, ovvero ""bagno di foresta"""", coniato in Giappone negli anni Ottanta dal direttore dell'ente forestale nipponico, fa riferimento all'immergersi nella natura con i cinque sensi. Il bosco, la selva, sono uno stato della coscienza: la condizione in cui ogni desiderio fluisce senza sforzo verso il proprio compimento. Lo Shinrin-Yoku oggi è sempre più conosciuto e apprezzato come terapia preventiva. L'immersione nella natura ha effetti terapeutici comprovati anche scientificamente: è in grado di ridurre le concentrazioni dell'ormone dello stress nel corpo, di rinforzare il sistema immunitario, di regolare la pressione arteriosa e il battito cardiaco, di abbassare il colesterolo. Lo Shinrin-Yoku è un'avventura di profonda comunione con la natura. Si pratica in molti modi, ma quello più tradizionale è la passeggiata e la meditazione nel bosco o nella foresta. L'immersione nella natura, quindi, può farci superare le nostre difficoltà, perché il bosco ci conosce da sempre e nutre la nostra creatività, ed è provato che la creatività è la dote più utile all'uomo per la sua realizzazione nel mondo del lavoro e del denaro, assai più efficace del mero quoziente intellettivo o di altre doti logiche. In questo libro vi sono le chiavi pratiche della relazione con il bosco che dona creatività. Il bosco è un invito ad agire, perciò il modo migliore per comprendere quanto è esposto in questo libro è quello di mettere in pratica i rituali di immersione che esso descrive."" -
I quattro libri dell'architettura
Pubblicati a Venezia nel 1570 ma attesi e lavorati per un ingente numero di anni, ""I quattro libri dell'architettura"""" rappresentano la summa architettonica del Rinascimento tardo e il purissimo distillato della sapienza di Palladio: sapienza empirica, costruttiva, ma ciò nondimeno raffinata; lungamente ricercata e modellata sul fondamentale exemplum di due illustri predecessori: Marco Vitruvio Pollione e Leon Battista Alberti. In nessun modo tuttavia Palladio può essere considerato semplice imitatore: la materia architettonica trattata - quadripartita in dottrina classica degli ordini, edifici dei privati cittadini, costruzioni di pubblica utilità, architettura religiosa antica - pur prendendo avvio dall'attenta lettura e dal rilievo del patrimonio monumentale dei Romani, si è trasformata in invenzione originale. Il """"nuovo"""" classico di Palladio è lontano da ogni neoclassicismo di maniera: ciò che vive nella sua architettura - e ne fa un organismo unico, """"uno intiero e ben finito corpo"""" - è un sistema di relazioni necessarie, perfettamente calcolate benché non manifestate apertamente: proporzionalità in cui geometria e musica si armonizzano. Difficilmente sopravvalutabili nella vastità della portata, """"I quattro libri"""" di Palladio - per quanto spesso semplificati o equivocati - hanno influenzato l'architettura occidentale per i successivi quattro secoli, modificandola in modo irreversibile."" -
Quarant'anni di acqua fresca. Una vita nell'omeopatia
"Quarant'anni di acqua fresca"""" nasce a seguito dell'uscita di """"Acqua fresca? Tutto quello che bisogna sapere sull'omeopatia"""", un testo ben fatto, corretto, ma distante anni luce dalla realtà che il professor Sponzilli ha conosciuto in quattro decenni di pratica omeopatica. Il dilagare di internet e dei social ha sempre più inasprito la polemica degli oppositori, che spesso parlano nella completa ignoranza dell'argomento. È evidente che la constatazione che nel rimedio omeopatico siano contenute poche molecole di materia o addirittura il nulla chimico più assoluto porti alla conclusione che chi pratica l'omeopatia sia un imbroglione o nella migliore delle ipotesi un ingenuo. Anche Sponzilli pensava questo quarant'anni fa. Poi si dovette convincere, suo malgrado, che per comprendere un fenomeno bisogna viverlo dall'interno. Ecco perché ha deciso di raccontare la sua vita nell'omeopatia, la strada che ha percorso e ciò che ha incontrato nel suo cammino. Inizialmente pensato come un'autobiografia, il libro si è poi strutturato in tre parti distinte: una prima, effettivamente autobiografica, una seconda esperienziale e un'altra di racconto sulle lotte all'omeopatia, sulla sperimentazione, sul meccanismo di azione dei rimedi e così via. Per concludere, un'appendice con argomentazioni più tecniche." -
Un alchimista racconta
Un alchimista oggi? Ma esistono ancora? Sono rari, se ne contano una decina per secolo. Patrick Burensteinas è uno di loro. Tuttavia, scordiamoci l'immagine di un vecchio barbuto. Egli ha trascorso anni nel suo laboratorio a fare esperimenti di alchimia. Inizialmente, per provare a se stesso che non funzionava... poi perché ha funzionato. L'impossibile è divenuto possibile: davanti a lui si apriva ciò che definisce ""realtà non ordinaria"""", quella degli effetti senza cause. Il presente libro costituisce insieme la sua autobiografia e la sua filosofia. In esso l'autore racconta la ricerca della pietra filosofale, quella che consente di ottenere non soltanto l'oro degli alchimisti, ma soprattutto la luce. Vi è un'anima dietro la materia? Come è stato creato questo mondo? Che cos'è la morte e cosa c'è al di là di essa? Chi governa le nostre emozioni? Esiste una realtà invisibile? Desideroso di introdurre l'alchimia nel mondo degli uomini con ogni possibile mezzo (interventi, conferenze, documentari, visite guidate ai luoghi sacri...), egli risponde a tutte queste domande fondamentali secondo una visione del tutto personale. Una lezione di ordinaria saggezza che attraversa i meandri dello straordinario."" -
Il tempo della bellezza. Un viaggio attraverso il bello fuori e dentro di noi
Noi in Italia siamo letteralmente circondati di bellezza, sia paesaggistica che artistica: ogni città, ogni borgo, per piccolo che sia, possiede qualcosa di pregevole. Una situazione unica al mondo. Ma tutto il mondo è bellezza, e meravigliosi sono il cosmo e gli spazi infiniti dell'universo. Bello è il volto umano anche quando manca di bellezza estetica, perché la luce interiore, la bontà, il coraggio possono renderlo rivelatore dell'anima. Ma non solo di tale sterminato patrimonio di bellezza parla questo libro: esso parla dell'importanza del concetto di bellezza e di come essa abbia avuto un ruolo nell'evoluzione delle specie; parla della nascita dell'idea di bellezza, dei Greci che ne furono i codificatori, della bellezza che awicina a Dio, della necessità di imparare a vedere la bellezza e del dovere di proteggerla e custodirla. Parla di bellezza interiore, di quei momenti di forza e bellezza ai quali dobbiamo nuovi pensieri e nuove creazioni; di quando lo straordinario sembra irrompere nella vita degli esseri umani facendoli andare al di là di se stessi; parla delle ""esperienze di vetta"""" che sembrano mettere in contatto con una dimensione superiore. Un lungo viaggio nel mondo della bellezza, che porta lontano nello spazio e nel tempo."" -
Racconti da incubo
Helena P. Blavatsky, nota in tutto il mondo soprattutto per la sua conoscenza enciclopedica, per i suoi poteri occulti e per aver fondato, insieme al colonnello Olcott, la Società Teosofica, pubblicò nel 1892 questo libro. Si tratta di cinque racconti misteriosi - contenuti originariamente in varie riviste, tra cui il New York Sun e The Theosophist - alcuni dei quali riguardano eventi della vita dell'Autrice e fatti da lei testimoniati. I Nightmare Tales ci mostrano un'inusuale Blavatsky, intensa scrittrice realistica, dotata di brillante immaginazione. Sotto il suo stile fantastico, infatti, si scorgono bagliori di cruda realtà e gli studiosi noteranno come soltanto la mano di un'occultista abbia potuto aggiungere alle scene certi tocchi particolari. I racconti (Una vita stregata, La caverna degli echi, Lo schermo luminoso, Dalle terre polari e Il violino umano) vennero riscritti negli ultimi mesi della dolorosa vita dell'autrice quando, affaticata dalla stesura del Glossario Teosofico, non potendo restare inattiva, tornò alla sua opera, trovandovi distrazione e distensione. -
La leggenda della fata Melusina
Melusina, una fata bellissima, che una volta la settimana, il sabato, assume la forma d'un serpente, sposa Raimondino, figlio del re dei Bretoni, ch'essa incontra in un bosco, dove egli era fuggito dopo l'uccisione dello zio, il conte di Poitiers. Per mezzo delle doti sovrannaturali della moglie, Raimondino diventa valoroso principe di Lusignano, padre glorioso di due forti cavalieri, felice nella sua vita di eroismo e di amore. Ma un sabato, rompendo il giuramento, sorprende, durante il bagno, la metamorfosi della sua donna, che per tutto il sabato si trasforma in serpente: il suo dolore per la scoperta atroce, che lo priva anche della presenza di lei, è uno dei tratti più belli del romanzo. In esso Jean d'Arras, in una prosa fatta di cavalleria e di senso fiabesco, ha raccolto per primo la leggenda della donna-serpente, derivata dalle tradizioni popolari del Poitou (storica provincia francese), intorno alla casa dei Lusignano. -
Il bosco di Eva
In questo libro si narra del grande cambiamento evolutivo, una profonda evoluzione spirituale dell'umanità necessaria alla continuazione della vita sulla Terra. Oggi più che mai ce ne stiamo rendendo conto. L'urgenza della crescita spirituale è una nuova consapevolezza che investe e coinvolge tutto il genere umano. Come ci ricorda il messaggio di Sri Aurobindo, ""dobbiamo raccogliere l'evoluzione umana dal suo stato attuale ed elevarla al massimo livello"""". Esiste una forza superiore presente in tutte le forme dell'universo, nell'essere umano inizia a prendere consapevolezza e a farsi presenza cosciente. È necessario raccogliere questa nuova coscienza, educarla, farla crescere per evolvere veramente. Questa opera parla del cambiamento evolutivo. Dell'avvento dell'uomo dopo l'uomo. L'autrice Calloni Williams ci offre il racconto delicato ed appassionante fatto da Lisa alla bambina del futuro. La bambina ancora non esiste, la donna l'ha vista in una visione e rappresenta l'umanità che verrà. La protagonista racconta di sé, di sua madre e di sua nonna come di tre generazioni che hanno preparato e reso possibile la trasformazione. Lisa narra l'aspetto femminile dell'evoluzione e lo racconta alla bambina del futuro. La donna esprime tutta la sua fede e il suo amore per la Grande Madre alla quale ogni sforzo evolutivo è dedicato. La Grande Madre assume le sembianze di un bosco, simbolo per eccellenza dell'inconscio, nel quale sorge la casa dove le tre generazioni di donne hanno vissuto e dove un giorno, forse molto lontano oppure vicinissimo, vivrà la bimba del futuro. Il racconto di Lisa è un augurio a tutta l'umanità. Un invito dolce ma deciso ad osservare noi stessi e ciò che ci circonda da un altro punto di vista per accogliere insieme l'alba di nuovo mondo."" -
Le 95 tesi
Il libro raccoglie Le 95 tesi luterane contro la vendita delle indulgenze e i poteri del Papa, dalla pubblicazione delle quali si fa convenzionalmente iniziare il cammino della Riforma Protestante. Vuole la tradizione che il 31 ottobre 1517 il monaco (o più probabilmente i suoi studenti, addirittura all'insaputa del maestro) abbia affisso sul portale della cattedrale di Wittenberg le 95 tesi in latino riguardanti il valore e l'efficacia delle indulgenze. Secondo una prassi consolidata ormai da tempo, papa Leone X decise la vendita delle indulgenze per finanziare la ricostruzione della basilica di S. Pietro. La vendita delle indulgenze comportava la cancellazione dei peccati e quindi la certezza di andare in paradiso dopo la morte. Le indulgenze vennero vendute in tutta la Germania e in altri paesi europei. Grandi banchieri, come i Fugger di Augusta, fin dal tempo di Papa Alessandro VI avevano a Roma un'agenzia specializzata per questo tipo di transazione. Lutero si sentì in dovere d'intervenire contro questa consuetudine che manifestava in modo eclatante la corruzione della Chiesa e l'allontanamento dai principi del Vangelo, prassi che nulla aveva a che fare con la spiritualità cristiana e i fedeli in cerca di redenzione. La critica ai costumi corrotti della Chiesa dilagò in tutta Europa e giunse fino a Roma, con la conseguenza epocale di scoperchiare lo scandalo in corso nella Chiesa cattolica ed avviare la Riforma luterana. Il severo monaco agostiniano, professore di teologia nella piccola e recente - XVI secolo - università di Wittenberg viveva una religiosità di tipo medioevale e non condivideva la crisi della religiosità tradizionale, tipica di una cultura rinascimentale che non gli apparteneva: era un uomo del passato e viveva la fede come i suoi antenati. Si può dire che si trovò a essere l'inconsapevole elemento catalizzatore di un enorme fenomeno storico. Affermando la libertà della fede da ogni imposizione dogmatica, egli fu anche un uomo del mondo moderno, in quanto espresse la fede nella sua purezza come aveva appreso dalla Bibbia. In questo libro vengono proposte le famose 95 tesi luterane sulle indulgenze e altri due testi fondamentali della storia cristiana, che Lutero scrive poco dopo in circostanze diverse: Della Libertà del Cristiano - De libertate Christiana e Sulla prigionia babilonese della Chiesa - De captivitate Babylonica Ecclesiae. Il primo è un breve scritto incentrato sulla esclusiva necessità della fede, dalla quale le stesse opere buone conseguono, viene considerato da molti come l'esposizione più efficace di ciò che per il monaco è l'essenziale della fede cristiana. Il secondo è un fondamentale manifesto teologico. Trattando dei sacramenti, che il monaco riduce a tre - battesimo, penitenza, eucarestia - esso contiene l'originalità dei principi luterani e con essa il distacco dalla tradizione ecclesiastica. L'esaustiva presentazione di Sergio Quinzio, l'ampia nota biografica e le copiose note rendono questo libro fruibile dal vasto pubblico.