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Comentario della vita di messere Giannozzo Manetti. Ediz. critica
Vespasiano da Bisticci (1422-1498), noto editore e commerciante di manoscritti, dopo aver cessato la propria attività libraria nel 1479, si dedicò alla scrittura di biografie di personaggi eminenti del suo tempo, le cosidette Vite. Tra di esse si distingue quella di Giannozzo Manetti (1396-1459) intitolata Comentario della vita di messere Giannozo Manetti e tramandata in sei manoscritti diversi. Qui se ne propone una nuova edizione critica corredata di commenti storico-culturali e di una introduzione che mette in rilievo aspetti inediti sull'autore e sull'opera. Sollevando alcune questioni, quali: perché e quando Vespasiano avrebbe composto il Comentario della vita di messere Giannozo Manetti e quale risonanza ebbe all'epoca, l'autrice formula l'ipotesi che l'opera, intesa come un mezzo di diffusione pubblicistica, sia stata redatta nella stagione politica successiva alla congiura dei Pazzi per mettere in cattiva luce il regime vigente. -
Leto Fratini. Anima e materia. Catalogo della mostra (Barberino Val d'Elsa, 21 aprile-26 agosto 2018). Ediz. illustrata
"Quando giovanissimo, in cerca di spazi e occasioni dove esprimere il proprio talento, si trasferì a Milano nello studio dello scultore Cirillo Bagozzi, Leto Fratini parlava di un sogno avverato, """"la gioia di essere in uno studio grande, contornato di opere d'arte a disposizione creta, arnesi e marmo, cosa vuoi di più?"""". In pieno clima fascista, nel passaggio tra due mondi, sospesi tra l'avanguardia e la tradizione, in bilico tra le sperimentazioni futuriste e le riflessioni sui nuovi ideali artistici e politici affini al gruppo di Corrente, un giovane dalle umili origini ma dalle evidenti doti artistiche, poteva coltivare l'illusione di essere felice. Anche da scultore. Leto lo era. Quel ragazzo, minuto e cagionevole di salute, che entrò all'Accademia di Belle Arti di Milano con un sei in scultura, fu capace di uscirne quattro anni dopo, nell'anno scolastico 1939-1940, con il massimo dei voti e l'assegnazione del primo premio di scultura """"Premio Bozzi Caimi"""". Un dieci, frutto della tenacia che lo contraddistinse e della passione per lo studio dell'arte plastica che presto si tramutò in talento, accolto con entusiasmo e apprezzato nell'ambiente culturale milanese. Ne aveva fatta di strada quel ragazzo ambizioso e sognatore che voleva esprimere e rappresentare attraverso l'arte l'essenza interiore, lo spirito delle cose e non limitarsi alla raffigurazione meccanica ed esteriore dei soggetti. Voleva cogliere l'emotività, i tratti psicologici e morali..."""" (Dalla Presentazione)" -
Arti e lettere in Europa. Unità nella diversità
"Dov'è l'Europa? È in noi. Noi le apparteniamo perché abbiamo scelto di pensarla come un insieme misurabile, coerente, delicatamente articolato, al quale aderiamo, a nostra volta, come a una seconda patria attraverso la prima, quella che non abbiamo dovuto scegliere. Siamo diventati tutti cittadini del mondo, tecnicamente; ma essa è la nostra patria spirituale""""." -
Bagni di Petriolo. Restauro e valorizzazione. Ediz. illustrata
Con testi di Elisabetta Arena, Andrea Arrighetti, Stefano Bertocci, Alessandra Biondi, Susanna Bortolotto, Massimo Bottini, Giuseppina Clausi, Maurizio Colozza, Anna Di Bene, Erika Fammartino, Piero Favino, Omar Filippi, Andrea Garzulino, Barbara Gelli, Gisella Giaimo, Anna Guarducci, Giuseppe Lobalsamo, Raniero Maggini, Francesco Mariani, Serena Massa, Liliana Mauriello, Giovanni Minutoli, Giovanni Pancani, Adriano Paolella (a cura di), Oreste Rutigliano, Mariarita Signorini, Lucilla Tozzi. -
Carmi. Museo Carrara e Michelangelo. Ediz. italiana e inglese
Glorificato ancora in vita dai suoi contemporanei, Michelangelo rappresenta una vera e propria icona dell'arte del Rinascimento e, più in generale, un riferimento imprescindibile per qualsiasi riflessione sul percorso della cultura figurativa e architettonica nel contesto europeo degli ultimi cinque secoli. Il dialettico coesistere di elementi simbolici e di indagini sul reale, di visionarie prefigurazioni e piena padronanza della tecnica è alla base dell'operosità di una personalità caleidoscopica, caratterizzata da molteplici valenze che emergono con vivida chiarezza a seconda del taglio critico, di volta in volta, privilegiato. Nella vasta attività di Michelangelo - pittore, scultore, architetto e poeta - possono essere infatti selezionati alcuni elementi rispetto ad altri, che in ogni caso convergono a definire un profilo compiuto che si presenta in forme assolutamente atemporali, riferibile a una peculiare capacità di lettura e restituzione di temi complessi - come la condizione umana, la religione, la guerra - mai semplicistica e sempre capace di dar corpo a opere dal valore universale. L'esposizione permanente del Carmi comunica una selezione di tali tematiche e suggestioni, creando un itinerario fisico e concettuale originale e chiarificando alcuni aspetti dell'intensa e multiforme attività del Buonarroti: il binario principale è rappresentato dal profondo rapporto con la materia, litica in primis, che passa attraverso capolavori architettonici o scultorei come il Davide che proprio a Carrara trova la sua più autentica concretizzazione. E Carrara, che ieri come oggi, accoglie artisti da ogni parte del mondo, non poteva non volgere il proprio sguardo anche agli intrecci fra Michelangelo e la Contemporaneità, cercando di illuminare e annodare fili sottili, e talvolta trascurati, fra il portato dell'eredità del maestro e i molteplici esiti dell'arte del XX secolo. Un progetto museologico che abbia al centro Michelangelo è un'operazione molto complessa in assoluto, ma ancora di più quando debba assolvere alla funzione di selezionare aspetti che illustrino il legame fra l'operosità artistica e il territorio, in orizzonte cronologico ampio, tenendo al contempo ben presente il ruolo assolto dal curatore, ovvero quello di cerniera fra ricerca scientifica e divulgazione. Quando si persegue come obiettivo l'ampliamento dell'accesso alla conoscenza di temi così articolati e stratificati è fondamentale definire un asse principale sui cui strutturare l'itinerario. La definizione di focus mirati su argomenti specifici, che possano trasversalmente evidenziare peculiarità, caratteri denotativi o permanenze e innovazioni, materializza l'approccio curatoriale dell'esposizione permanente del CARMI, che vorrebbe in primis indurre il pubblico alla riflessione. L'opera michelangiolesca viene infatti decostruita in singole aree tematiche, per consentire esperienze soggettive differenti elaborate individualmente dal visitatore, che si confronta con fotografie, video, ologrammi, fac-simili dei disegni del Buonarroti e di altri artisti, ricostruzioni tridimensionali e opere originali. La ricomposizione, nel procedere della narrazione espositiva, dei molteplici tasselli che compongono l'arte di Michelangelo è essa stessa un'operazione di conoscenza, che il visitatore è inviato ad esperire per forgiare una personale e specifica chiave d'accesso allo straordinario universo michelangiolesco. -
Conservazione e restauro della carta
Il presente volume pubblica gli atti di una giornata di studio tenutasi al Salone del Restauro di Ferrara nella primavera 2017. I saggi si concentrano sui problemi di conservazione e restauro dei manufatti su carta antichi e moderni ponendo il focus su innovative tecniche d'intervento sviluppate in laboratori scientifici e tramite l'esperienza dei tecnici restauratori i quali devono essere sempre più aggiornati e qualificati in un settore difficile come quello cartaceo. Gli scritti sono preceduti da un'intervista rilasciata pochi mesi prima della giornata di studi da uno degli studiosi italiani tra i più conosciuti e qualificati nel campo della grafica d'arte: Gianni Carlo Sciolla. -
Le temps des musées
Il volume è la traduzione italiana del celebre libro di Germain Bazin ""Les temps des musées""""considerato ancora oggi un caposaldo della letteratura museologica a livello internazionale. Il volume, «première étude approfondie du sujet» , appare in un momento particolarmente interessante per l’evoluzione della nozione di museo, alla vigilia di una svolta che segnerà una nuova fase per lo sviluppo della disciplina. """"Le temps des musées"""" è dunque in qualche modo lo specchio di questo particolare momento, giacché espone l’opinione di uno dei più importanti professionisti museali del tempo, le motivazioni che lo animano e le profonde differenze con i protagonisti dell’allora emergente nuova concezione della disciplina, primo fra tutti George Henri Rivière, all'epoca suo collaboratore per il corso di museologia pratica."" -
Sunay Akin. Dialogo con un poeta e museologo turco
Sunay Akin è un poeta e collezionista turco, popolare per le sue doti di narratore, conosciutissimo in Turchia per il suo impegno sociale e civile a favore della valorizzazione del patrimonio culturale e dell'edificazione di una società consapevole istruita secondo i dettami della democrazia. La sua autorevole voce si intreccia a quella dell'autrice, ed insieme ripercorrono le loro vicende umane di studiosi e museologi ancorandosi ai tesori e alle memorie dei musei e delle genti ripercorrendo quasi un secolo di storia contemporanea turca. -
Restauro in accademia. Vol. 3
L'Accademia di Belle Arti di Bologna prosegue la pubblicazione dei quaderni ""Restauro in Accademia"""" dedicati alle migliori tesi di laurea, facendosi così interprete capofila delle frequenti sollecitazioni riguardanti la necessità di rendere pubblici i risultati della didattica, emersi più volte nelle periodiche riunioni del Tavolo Tecnico sul Restauro presso il MIUR."" -
Architettura & industria
Nella letteratura architettonica italiana non sono numerosi gli studi sugli esordi dell'industria edilizia e sulla prefabbricazione. Ancora meno quelli che analizzano le ricadute di tali fenomeni nella penisola nel corso del XIX e dell'inizio del XX secolo. A cominciare dai materiali e dalle industrie tipiche della rivoluzione industriale, dal ferro e dal vetro ma anche dalle strutture lignee delle ""portable houses"""" che l'Inghilterra esporta in tutto il mondo, e proseguendo con le strutture avanzate e talvolta grandiose inglesi, francesi e americane, il libro si spinge a considerare i brevetti e le produzioni architettoniche civili e industriali realizzate col conglomerato cementizio armato, nonché le industrie di varia natura che da questo scaturiscono all'inizio del Novecento."" -
L' arte dell'eternità. Iconografia, storia e tradizione nei cimiteri ebraici dell'Emancipazione
"Già con la prima emancipazione portata dagli ideali napoleonici gli ebrei si rivolsero, al pari dei loro concittadini, ad architetti e artisti noti per l'esecuzione di tombe e cappelle funerarie, con il desiderio di dare vita a monumenti assai appariscenti. La possibilità di esprimersi in professioni che non erano quelle tradizionalmente esercitate, li portò a palesare orgogliosamente il nuovo ruolo ricoperto nella società anche attraverso opere che, da un lato, celebravano le proprie qualità imprenditoriali e artistiche, dall'altro, citavano edifici significativi del luogo in cui risiedevano. I risultati furono in molti casi straordinari e comunque rivelatori di una adesione culturale profonda all'ambiente artistico in cui, nonostante tutti i limiti, le comunità ebraiche erano immerse. La necessità di preservare queste testimonianze sia con interventi di restauro sia con la valorizzazione offerta dalla ricerca scientifica ci è sembrata fondamentale per perpetrare il ricordo non solo delle famiglie che le vollero, ma anche dei tempi in cui furono create. Questo per spiegare il perché dell'ultimo volume dei 'Quaderni della Fondazione Ambron e Castiglioni' dedicato all'arte funeraria, in particolar modo fiorentina, ma con sguardi ad alcune altre città che, come la nostra, possono vantare suggestivi luoghi di sepoltura, in alcuni casi molto famosi, come quello di Ferrara, divenuto celebre sia per la suggestione del luogo, sia come uno dei 'luoghi del silenzio' magistralmente narrati da Giorgio Bassani, tra i maggiori scrittori del Novecento italiano. Giunti al quarto numero dei volumi proposti periodicamente dalla Fondazione Ambron e Castiglioni, possiamo con orgoglio affermare che grazie agli sforzi del Comitato scientifico la Fondazione è stata capace di sostenere la sfida di dare vita a una collana editoriale con cadenza annuale, così come si era proposta ormai quattro anni fa, intervallando con una serie di studi di segno differente le uscite dei volumi sulla Collezione Ambron di cui la Fondazione per statuto promuove la conoscenza. I temi sono stati vari, ma tutti hanno affrontato argomenti relativi all'arte, alla storia e alla cultura ebraica senza limiti cronologici e tematici. In particolare sono stati affrontati fenomeni meno frequentemente toccati dalla critica d'arte in una visione che non li relega al mondo ebraico ma che li colloca, in un continuo dialogo, entro un contesto più ampio e articolato."""" (dalla prefazione)" -
Oltre il mare. Ceriale: un territorio da scoprire, un paesaggio da tutelare, un patrimonio da valorizzare
Il volume nasce in seguito al work-shop di Progettazione del Paesaggio, del corso di Laurea magistrale in Progettazione delle Aree Verdi e del Paesaggio che coinvolge l'Università di Genova, di Torino e di Milano. Ha come obiettivo quello di divulgare e far conoscere al pubblico la ricchezza botanica, faunistica e geomorfologico del territorio di Ceriale. Gli interventi mettono in luce alcune delle principali specificità del territorio e suggeriscono delle possibili linee strategiche. -
Giovanni Raspini. Nautilus. Gioielli dal sottomarino del capitano Nemo. Ediz. illustrata
"Noi costruiamo gioielli. Siamo i paladini dell'inutile, del frivolo, e dunque prezioso. Abbiamo bisogno di un'ispirazione, di una guida, di un tema. Jules Verne è uno che all'età di undici anni fuggì di casa e si imbarcò perché voleva regalare una collana di corallo alla cugina di cui era follemente innamorato. Ci basta e ci avanza. È il nsotro eroe, la nostra fabbrica dei sogni."""" (Giovanni Raspini)" -
Company lands. La cultura industriale come valore per il territorio
Cultura industriale e identità territoriale sono indissolubilmente legate in una relazione di reciproco valore. Quale tipo di rapporto le lega così strettamente? Attraverso una panoramica di casi esemplari e di testimonianze di autorevoli esponenti del mondo della cultura e dell'impresa, l'autore Marco Montemaggi in questo libro vuole illustrare la natura peculire di tale dialogo e come esso rappresenti una risorsa per il nostro Paese. Nuovi termini come Brandscape sono ormai divenuti ricorrenti per riferirsi a questo affascinante fenomeno all'interno del quale è mutata anche la percezione dei cosiddetti ""luoghi"""" della cultura industriale. Il ruolo dei musei e degli archivi d'impresa, dei siti di archeologia industriale e, in generale, di tutte le realtà legate alla valorizzazione del patrimonio storico aziendale, non è quasi mai riconducibile esclusivamente al valore di un singolo brand, ma a una cultura territoriale condivisa. Questi spazi divengono così custodi di un'identità sociale, cuore di progetti di turismo industriale, di rivalutazione architettonica e di tante altre iniziative, il cui portato è sempre più evidente: l'Italia mostrata attraverso la lente affascinante delle sue Company lands."" -
Un gioiello di museo. Orafi di Arezzo per i Musei vaticani. Ediz. italiana e inglese
Il volume presenta la collezione di gioielli, ispirata ai Musei Vaticani, creata dalla collaborazione tra il Distretto Orafo Aretino e il Laboratorio di Storia e Tecnica dell'Oreficeria - Master in Storia e Design del Gioiello dell'Università di Siena. -
Il restauro del crocifisso ligneo di Antonio da Sangallo il Vecchio. Ediz. illustrata
Il volume 'racconta' ""il progetto, messo a punto da Giorgio Bonsanti, di sottoporre a un consolidamento e a un restauro completo il Crocifisso ligneo policromo di mano di un Sangallo, si crede Antonio, approdato nel tempo all'atrio della cappella di San Luca nella Santissima Annunziata, caposaldo religioso dell'Accademia delle Arti del Disegno. Francesca Spagnoli, con l'Opificio delle Pietre Dure ed altri esperti scientifici per la diagnostica, nonché la Soprintendenza nell'azione di tutela, ha così potuto compiere un magistrale intervento che ha del prodigioso nel recuperare la scultura rinascimentale. Il racconto a più voci del restauro, in questo volume, rivela in tutta la sua complessità il percorso compiuto, che ha portato al nuovo e pieno apprezzamento del Crocifisso, nella fermezza dei suoi volumi e nel naturalismo della sua policromia. Il corpo sofferente e glorioso del Figlio dell'Uomo, che gli artisti fiorentini del Quattro-Cinquecento celebrarono in innumerevoli versioni, si presenta qui nella sua proporzionalità armoniosa e nella sua avvenenza patetica, con quella carnale evidenza che solo la scultura lignea policroma sa conferire alle immagini. [...]"""" (Cristina Acidini)"" -
Pietro Annigoni incontra Bernard Berenson
Il testo pone l'accento sull'atteggiamento disincantato e acutamente critico che Annigoni e Berenson manifestavano nei confronti dell'arte e del loro tempo e la comune preoccupazione sullo stato di decadenza politica, culturale e, in fin dei conti, morale della società e dell'uomo contemporaneo. -
Soffici e Carena. Etica e natura. Catalogo della mostra (Poggio a Caiano, 26 ottobre 2019-11 gennaio 2020). Ediz. illustrata
Il Museo Soffici e del '900 italiano a dieci anni dalla fondazione, sulla linea di precedenti mostre che hanno approfondito i rapporti di Ardengo Soffici (Rignano sull'Arno 1879 - Vittoria Apuana 1964) con colleghi illustri come Mario Sironi (2015) e Ottone Rosai (2017), si occupa delle vicende storico-artistiche che legavano il nostro autore con un altro protagonista della pittura, suo coetaneo, che ebbe fama internazionale, Felice Carena (Cumiana 1879 - Venezia 1966). Questi resse per vent'anni, 1924-1944, la Cattedra di Pittura dell'Accademia di Belle Arti di Firenze e ne divenne anche Presidente, facendo raggiungere a quella istituzione i vertici del successo. Il parallelo Soffici/Carena, mai tentato prima con completezza - e qui sono esposte trentasei opere ciascuno, con diversi inediti - riguarda le profonde sintonie di vedute sul piano etico, professionale, morale e ideale. Ciascuno con le proprie convinzioni e adesioni per quanto concerneva l'estetica, ma con riferimenti sui quali convergeva la loro stima: Cézanne, Spadini, Medardo Rosso, e le amicizie comuni, fra queste Carlo Carrà, Filippo de Pisis, gli scultori Romano Romanelli e Giuseppe Graziosi. Il percorso di vita pubblica li vide presenti in significative occasioni espositive: alla Biennale di Venezia del 1926, alla Quadriennale di Roma del 1931, con sale personali che permisero riscontri ravvicinati a critici di primo piano quali Lionello Venturi, Emilio Cecchi, Cipriano Efisio Oppo, Corrado Pavolini, Aniceto Del Massa. Altre tappe significative sono riguardate in modo analitico, le mostre in Francia e negli Stati Uniti che dettero aperture sovranazionali ai due pittori. La loro presenza culturale nel nostro Paese si affermò ulteriormente con l'elezione all'Accademia d'Italia (Carena nel 1933, Soffici nel 1939), il massimo riconoscimento che poteva essere conferito in quel tempo. Tali circostanze vengono messe a fuoco sulle pubblicazioni dell'epoca, con criteri oggettivi, in modo che i documenti più che i commenti possano ricostruire fatti per più versi poco noti. Soffici non modificò certo la propria vita per la prestigiosa carica: proseguì come sempre a dipingere e a scrivere secondo i suoi ritmi e il suo costume appartato nella casa di Poggio a Caiano. Carena manteneva comunque il maggior impegno nel mestiere che amava, la pittura, spesso insofferente degli adempimenti che i suoi onerosi incarichi gli imponevano. Il secondo conflitto venne a demolire molte certezze comuni; il sovvertimento così repentino del pensiero, della politica e dei valori sociali li trovò impreparati, prima ancora che esposti a gravi conseguenze personali. Soffici portato in campo di concentramento, 1944-1945; Carena riparato a Venezia. Nonostante le avversità e la distanza non si incrinò mai la loro amicizia e la stima. Anzi l'intesa umana divenne ancor più salda, gli scambi improntati a solidarietà e a calore fraterno. Nel lungo dopoguerra mantennero una esemplare coerenza di scelte: Carena portando avanti le sue ricerche sulla materia e sulla luce orientate a sostanziale unità tra forma e spiritualità cristiana. Soffici aprendosi sempre più alle semplici meraviglie della natura, all'identificazione del paesaggio con il proprio intimo lirico. Da questo impasto traeva originali trasparenze: il campo visivo, gli scorci scelti - Poggio a... -
Le committenze sacre di Cosimo III de' Medici. Episodi poco noti o sconosciuti (1677-1723)
Tratto peculiare del mecenatismo del penultimo granduca di Toscana, Cosimo III de' Medici (Firenze 1642- 1723), le commissioni sacre ne segnarono l'intera esistenza sostanziandosi in patrocini importanti che portarono il sovrano ad elargire generose elemosine per il restauro di vetusti edifici esistenti o di nuova fondazione, a commissionare preziosi contenitori necessari a conservare e valorizzare rare e ambite reliquie, così come ad ordinare serie di dipinti destinate a primari luoghi di culto, non soltanto toscani. Di tante di queste iniziative (la più parte sconosciute) che ebbero, come esito, la produzione di significative opere d'arte, si dà ragione in questo libretto nella consapevolezza che tali decisioni sovrane furono sì mosse da una religiosità profonda e partecipata, esemplare del carattere del principe ed esternata con la pompa e la 'visibilità' tipiche del periodo, qualificandosi tuttavia anche funzionali ad accreditare, agli occhi del popolo, i propri meriti quale 'primo credente' dello Stato, esempio di virtù e rettitudine morale, e di affezione alla Chiesa, prerogative imprescindibili per un sovrano cattolico della fine del XVII secolo -
Firenze, architettura e comunità
Il libro sviluppa una riflessione approfondita sullo stato e sul futuro di Firenze, sulle sue vicende architettoniche ed urbanistiche e soprattutto sull'impatto e la positiva evoluzione dei nuovi processi partecipativi, di impegno civico, dedicati al bene comune e al benessere dell'ambiente e della comunità, Una lettura di Firenze - della Firenze metropolitana ma anche del suo cuore storico - come città pienamente coinvolta, nel bene e nel male, nello scenario della globalizzazione e quindi analizzata anche traguardando i fenomeni recenti, che mettono in evidenza una crisi strutturale del modello di sviluppo e delle città. Giacché le esperienze e le contraddizioni che viviamo a Firenze oggi, fatte le dovute proporzioni, sono quelle che vivono la maggior parte delle metropoli del mondo.