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Restauri leopardiani. Studi e documenti per l'Epistolario
"È da almeno un quarto di secolo che Pantaleo Palmieri percorre opere e vita di Giacomo Leopardi, centro quasi costante, o per lo meno il più privilegiato, dei suoi interessi di studioso. [...] Nelle sue indagini leopardiane, il Palmieri [...] ha sempre preferito dar corpo a """"fantasmi"""" bisognosi di concretezza documentata; a chiarire, con l'aiuto degli archivi, minime vicende rimaste magari misteriose o ipotetiche, fugacissimi e trascurati rapporti e incontri; e anche a correggere, con garbo e pazienza, credenze piuttosto confuse e insicure, o evidenti errori trasmessi passivamente, come talora accade, di generazione in generazione. Piccolezze magari, [...] che però possono incidere su valutazioni di fondo; e comunque preziosi e sicuri contributi alla conoscenza della verità. [...] Dietro tanta concretezza storica, dietro tanto interesse filologico e perfino erudito, s'intravvede sempre, e la si coglie, una sicura conoscenza dell'altro, più noto e prediletto, Leopardi, e un grande amore per la sua straordinaria vicenda di uomo, di pensatore, di poeta. Probabilmente la figura di Leopardi ne esce, per così dire, ancor più umanizzata; di lui, uomo comune fra altri uomini comuni, creature della vita quotidiana.""""" -
Dentro/fuori/sopra/sotto
Critica femminista e canone letterario negli studi di italianistica. -
«Oci». Voci d'uccelli in testi medievali
L'interesse per le voci degli uccelli attraversa tutto il Medioevo, non solo europeo. Enciclopedisti, poeti, filosofi, narratori, musicisti, miniatori se ne occupano secondo le diverse prospettive del linguaggio in cui si esprimono: latino, lingue romanze, suoni, immagini. Il libro coglie alcuni aspetti di questo complesso panorama attraverso una stretta concatenazione di citazioni testuali opportunamente scelte e ordinate. -
Un galantuomo della Repubblica. Enrico Bartoletti: dalle steppe del Don alla cooperazione ravennate
Un libro in cui la memoria incrocia la storia. La memoria formidabile di un uomo che ha attraversato il Novecento, e che con laicità mazziniana vive questo inizio di XXI secolo, si incontra con il fascismo del manganello e dei gerarchi, con la guerra in Italia, con la tragedia in Russia, con le generose speranze della neonata democrazia, con le contrapposizioni della guerra fredda. Un giovane ravennate, Enrico Bartoletti, nato a Cannuzzo di Cervia nel 1920, esce dal turbine della guerra e mette alla prova la sua fede repubblicana impegnandosi in politica e nella società. La Cooperazione diviene il suo credo laico, il modo di unire pace e lavoro, di rendere concrete le speranze di Democrazia e Giustizia. Bartoletti aderisce al PRI fin dal 1945, avvia oltre 70 cooperative nella nostra provincia, è tra i fondatori dell'ACM AR, della UIL ravennate e dell'AGCI, di cui per vari anni sarà il presidente provinciale. Un protagonista del movimento cooperativo, dunque, conosciuto e apprezzato in Italia e all'estero, che, con onestà e modestia, speranza incrollabile e impegno sempre vivo, ci conduce, con la sua precisa e appassionata narrazione, dai braccianti ravennati ad Ostia di fine Ottocento e alla cooperazione-azienda attuale, dalle povere campagne ravennati d'inizio Novecento al mondo disuguale e globalizzato di oggi. -
Migrations from and to southeastern Europe
Una precisa e articolata analisi del fenomeno delle migrazioni dai e nei Balcani. Movimento imponente che, dall'inizio di questo secolo, coinvolge masse di persone con caratteristiche e motivazioni la più diverse. Ragioni etniche, economiche, religiose hanno spinto e spingono questo fiume di milioni di migranti che vanno e spesso ritornano nei paesi d'origine. Si creano da un lato problemi di lingua, di lavoro, di genere ma dall'altro occasioni di integrazione, di accoglienza e di inclusione che potranno portare ad abbandonare il concetto di ""balcanizzazione"""" (con i relativi connotati negativi) per giungere alla nuova immagine e realtà di una regione ospitale e ricca di opportunità inserita a pieno titolo nell'Europa della mobilità."" -
Siamo qua con canti e suoni. I canti rituali dell'Epifania e di Calendimaggio in Romagna. Ediz. italiana e inglese
Il Centro per il dialetto romagnolo è stato costituito dalla Fondazione Casa di Oriani in collaborazione e con il sostegno della Provincia di Ravenna nella comune convinzione che i dialetti siano un elemento costitutivo dell'identità di un territorio e rappresentino un fondamentale patrimonio culturale da conservare, tutelare e valorizzare. Il catalogo della mostra ""Siamo qua con canti e suoni"""" presenta una serie di fotografie, realizzate da Giovanni Zaffagnini nel corso di una lunga ricerca sul campo, che illustrano due fra i rituali più diffusi nella tradizione popolare romagnola: la """"pasquella"""" e il """"calendimaggio"""". Elemento comune è la presenza di canti di questua, eseguiti da gruppi di persone che percorrono le strade dei paesi e le campagne durante la notte, fermandosi a cantare di casa in casa."" -
Il battistero Neoniano. Uno sguardo attraverso il restauro
Il battistero degli ortodossi, detto Neoniano per il fondamentale rinnovamento promosso dal vescovo Neone (450-475 circa), costituisce un unicum nel panorama delle architetture tardo antiche, nonostante le molteplici trasformazioni ne abbiano alterato nel tempo le proporzioni, compromettendo anche significativi brani della decorazione. Il complesso e articolato programma iconografico è realizzato con diverse tecniche quali l'opus sedile, lo stucco e il mosaico che si fondono mirabilmente con lo spazio architettonico: la singolare decorazione gipsea e le superfici musive, palpitanti di rigoglioso naturalismo e caratterizzate da una ricchissima gamma cromatica, prefigurano lo splendore della rinascita eterna conseguita col sacramento del battesimo e trasportano i visitatori in una dimensione profondamente suggestiva. Il volume, corredato da un ricchissimo apparato iconografico, dà conto dei recenti studi, delle scoperte e degli approfondimenti maturati nell'ambito delle ultime campagne di restauro dirette dalla Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici per le province di Ravenna, Ferrara, Forlì-Cesena, Rimini. I numerosi contributi scientifici spaziano in molteplici direzioni e abbracciano varie tematiche: dalla forma architettonica e costruttiva agli apparati decorativi, dalla documentazione grafica delle superfici musive degli inizi del secolo, esplicitata da disegni e acquerelli per lo più inediti. Introduzione di Carla di Francesco. -
«La tigre e la neve» di Roberto Benigni. Parole poetiche e immagini d'autore
Può un film essere anche una fittissima antologia di testi poetici e letterari? È il caso del film ""La tigre e la neve"""" di Roberto Benigni, incentrato sulla Seconda Guerra del Golfo, qui rivisitato alla luce della grande quantità di citazioni letterarie che sottostanno alla sceneggiatura (da Dante ad Auden, da Shakespeare a D'Annunzio, da Le mille e una notte a Caproni) e degli intrecci simbolici, dietro cui si cela il significato più profondo della pellicola. L'impiego stesso delle citazioni ha una precisa funzione simbolica, nel tentativo di dimostrare che la letteratura è in grado di riscattare anche le situazioni più tragiche della vita. Proprio alla luce di questo intento, si giustificano e si caricano di nuovo significato elementi del film che a prima vista appaiono inefficaci, inutili o addirittura controproducenti dal punto di vista registico. Un lavoro innovativo, finalizzato a rivalutare un'opera considerata da parte della critica poco riuscita nella sua struttura filmica."" -
I medici e la cultura medica a Ravenna. Dall'età romana a quella contemporanea
Dopo l'imponente volume dedicato alla ""Millenaria storia ospedaliera di Ravenna"""" con il quale Guido Pasi ha, con un lavoro di ricerca e documentazione durato oltre vent'anni, ripercorso la storia della nostra città sotto questo aspetto, l'autore ha terminato questo lavoro dedicato ai """"Medici e la cultura medica a Ravenna"""", con il quale ricostruisce venti secoli di storia basandosi su tutte le fonti disponibili (archivi, documenti originali, fonti manoscritte e a stampa a partire dal sec. XV per arrivare al sec. XX). Partendo dal periodo romano raccoglie i nomi dei medici e le notizie a loro relative, fin da quelli della flotta di Classe, per arrivare attraverso i secoli a ricostruire la biografia dei medici di Ravenna più recenti: dal dott. Buzzi ai proff. Ortali e Fontana, dal prof. Sighinolfi al dott. Olimpio Grandi, dai proff. Grossi e Vangelista al dott. Roversi. Le biografie dei medici ravennati sono sempre precedute da un capitolo di storia degli avvenimenti che sono legati alle loro vicende. Un ampio e documentato studio è dedicato agli storici statuti ravennati là ove si occupano di igiene e sanità. Il volume è completato con ricchissimi indici dei nomi, delle fonti che permettono una agevole consultazione e ricerca. Insomma con questo lavoro, unito a quello precedentemente ricordato, Ravenna potrà vantare, come poche altre città, un panorama amplissimo e documentato non solo delle istituzioni sanitarie e ospedaliere ma anche degli uomini che hanno dedicato la loro vita alla cura."" -
Veneti in Canada
L'interesse dell'editoria italiana per le nostre comunità all'estero rimane episodico e occasionale. Questo volume, promosso dalla Giunta Regionale del Veneto nell'ambito delle attività della Consulta dei Veneti nel Mondo, si propone di scalfire questa marginalità analizzando una delle comunità più vive e dinamiche: quella dei nostri connazionali emigrati in Canada. Il Canada è un paese enorme, secondo solo alla Russia, dove vivono attualmente 34 milioni di persone. Di queste, un milione e mezzo sono italiani, emigrati soprattutto nel secondo dopoguerra e concentrati nell'Ontario (60%), nel Quebec (20,7%), nella British Columbia (10%). Si tratta di una comunità ormai perfettamente inserita, che è riuscita a superare pregiudizi e diffidenze e si sta imponendo nei più diversi settori della vita pubblica. Il Canada ha consentito ai talenti degli italiani, che sbarcavano nel dopoguerra confusi e ignari sulle banchine del molo di Halifax, il mitico Pier 21 oggi trasformato in Museo nazionale, di svilupparsi più e meglio di quanto non sarebbe avvenuto in Italia o nei paesi del Veneto da dove partirono molti di coloro di cui si parla in queste pagine. Una bella storia di emigrazione, insomma, quella qui narrata con larghezza di riferimenti alla storia e all'attualità, che merita di essere conosciuta e che può insegnare molto all'Italia di oggi, divenuta a sua volta, come il Canada di ieri, terra di immigrazione. -
Felice Nittolo. Tessere. Parole di vetro e di pietra. Ediz. italiana e inglese
La raccolta di opere presentata in questo volume apre un ampio sguardo su una attività artistica di oltre quarant'anni, quella di Felice Nittolo, che condensa in sé alcune tra le più significative possibilità espressive gravitanti intorno al linguaggio del mosaico. La fantasia dell'artista lascia irrompere il mosaico in dimensioni le più eterogenee, pittoriche, scultoree, installative, ambientali, architettoniche, performative, di design, in un gioco, tra profonda serietà e leggera ironia, che si ammanta di concettualismo, astrazione, tradizionalismo, avanguardia e transavanguardia. Si vede come Nittolo non si limiti a rinnovare il vocabolario e la sintassi del mosaico, anche le tessere, unità di base, fonemi e morfemi la cui grafia viene alterata, forzata, subiscono una deriva. Tagliate in forme inedite, triangolari, stondate, irregolari, sviluppano un calligrafismo molto spesso obliquo, regolare ma rotto da tessere lunghe, che occupano due file di andamenti, che si interrompono per lasciare spazio a riverberi di lamine di piombo dalla forma arcuata, ad inserimenti decontestualizzati e fuori scala. Felice Nittolo si muove con naturalezza all'interno di numerose possibilità espressive, al fondo di ognuna rimane immutata la sua personalità artistica, in quella ricerca di sintesi che vede al centro di ogni esperienza, al centro di ogni orbita, il mosaico. -
Tolomeo Nozzolini poeta sacro del Seicento
Tolomeo Nozzolini nacque a Pisa nel 1569 da nobile famiglia, insegnò nella locale Università e fu poi nominato dai Medici, agli inizi del Seicento, pievano di Sant'Agata di Mugello. Nozzolini conobbe fama ai suoi tempi e fu in contatto con importanti ambienti culturali (è nota ad esempio una sua corrispondenza con Galileo Galilei). Fu autore di diversi poemi in ottava rima. Questi poemi risultano interessanti quale intenzionale reazione a quella poesia sensuale ed edonistica del primo Seicento che aveva trovato il suo rappresentante di maggiore rilevo in Giambattista Marino. Nozzolini si contraddistingue in questo panorama per l'intento di coniugare un messaggio morale controriformistico con gli espedienti poetici più spericolati e più in voga dell'epoca. Si tratta quindi di un ""minore"""" che ancora oggi merita una maggiore attenzione per ricostruire il clima culturale e letterario dell'epoca. Il volume contiene un'ampia e ragionata antologia di testi che sono stati confrontati dal curatore con tutte le edizioni esistenti delle opere di Nozzolini e basati sullo studio dei manoscritti dell'autore conservati a Sant'Agata del Mugello."" -
Lettere di un garibaldino. Lettere dal collegio dei cadetti nobili in Roma e dalla spedizione dei Mille 1858-1860
In occasione del 150° anniversario dell'Unità d'Italia sono state rinvenute le lettere scritte da Dario Busmanti durante la sua partecipazione alla spedizione dei Mille. Queste lettere costituiscono a tutt'oggi l'unica fonte scritta conosciuta della partecipazione ravennate a questa impresa risorgimentale. Dario Busmani a soli sedici anni fu nominato Ufficiale e cadde eroicamente in battaglia, combattendo assieme a Garibaldi. Gli venne conferita la medaglia d'argento al valor militare. Insieme alle lettere dalla Sicilia e dalla Campania sono pubblicate numerose lettere dal Collegio militare di Roma, che forniscono una descrizione vivace di una scuola negli ultimi anni del dominio temporale del Papa. Completano l'epistolario due saggi: il primo di Eugenio Busmanti, discendente diretto dell'autore delle lettere e il secondo di Giovanni Fanti, studioso di storia del Risorgimento. -
Boccaccio in America
Dopo quasi quarant'anni dalla sua fondazione, l'American Boccaccio Association continua ad essere luogo privilegiato di raccolta e irradiazione degli studi su Giovanni Boccaccio, come in questa raccolta di saggi, che offre cinque diverse prospettive sul grande autore trecentesco. In ""Boccaccio e i sensi"""" si evidenziano gli elementi sinestetici della scrittura de-cameroniana; nella seconda parte, """"Boccaccio e Dante"""", l'autore di Certaldo è presentato come geniale editore e divulgatore dell'Alighieri; """"Boccaccio e la filosofia"""" esplora l'interesse boccacciano per la nozione di 'honestum', la teologia e la mitografia; """"Boccaccio e il Decameron"""", la quarta sezione, si concentra sull'intramontabile capolavoro narrativo; infine, con """"Boccaccio e la tradizione letteraria"""" il volume chiude delineando un panorama delle trame intertestuali che sorreggono la scrittura boccacciana. Il Certaldese, dopo sette secoli, si conferma fra i classici in grado di suscitare un vivo interesse per la tradizione letteraria italiana, anche nel Nuovo Mondo."" -
La scrittura romanzesca nella letteratura inglese
Nei suoi aspetti formali o narratologici, nella varietà degli approcci tematici e dei rapporti che collegano l'area del romanzo ad altri processi narrativi - inerenti alla poesia e al teatro, alla cronaca storica e ai linguaggi della modernità, della postmodernità e del postcoloniale - la scrittura romanzesca si pone al centro del percorso della letteratura inglese, consentendo di articolare una molteplicità di dinamiche e di riflessioni critiche. Nei contributi inclusi in questo volume si va dalla presenza concreta e simbolica del Mediterraneo nelle sue rappresentazioni storiche e immaginative, al dibattito sull'art of fiction, sul conflitto tra novel e romance, e sul romanzo come forma d'arte e narrazione 'popolare', o di consumo; dalle contaminazioni narrative che investono il linguaggio teatrale alle ramificazioni intertestuali della nostra contemporaneità. Il materiale critico qui raccolto testimonia l'impegno degli studiosi dell'Associazione Nazionale Docenti di Anglistica e di tutta l'anglistica italiana. Da esso emergono i contorni di una 'storia del romanzo inglese' necessariamente in fieri, a macchie di leopardo, talvolta affrontata per vie trasversali, ma pur sempre ricca di suggerimenti di lettura e capace di dare un contributo a quel dibattito che l'ANDA intende promuovere. -
Il canto capovolto-The upside-down song
È possibile uno sguardo diverso, esemplare, sul mondo? Su questo mondo? Ritrovare d'incanto i riferimenti vitali: l'alto, il basso, la scansione corretta degli spazi ordinati nei pressi di una linea verticale e dei radi movimenti, armonici, sorprendenti nella loro ovvietà? Pare difficile, in un tempo di ideali insicuri, cogliere i principi della vita e ancor più arduo tentare della vita la sua perfetta rappresentazione in un componimento poetico o in una immagine. Occorre semplicità. Ildo Cigarini percorre la via della rapidità e dell'intensità e l'emozione che lasciano all'animo i suoi componimenti e i suoi toni semplici può prodursi solo nel vuoto che spetta al lettore colmare. D'altronde non è altro che questo il fascino della forma tradizionale dell'haiku: un rimando sottile di suggestioni tra l'autore e il suo pubblico. Gianni Neri non è l'illustratore. Lo sguardo suo o quello più casuale dell'obiettivo fotografico posano indifferentemente sul microcosmo della periferia degradata, di una campagna sospesa o di una umanità metropolitana con la medesima sensibilità. Colpisce l'immediatezza con cui è stabilita la relazione col mondo e come persino l'elemento più materiale tenda ad una dimensione che è propria del sogno e della memoria. Per queste vie, a tratti persino coincidenti, i due racconti paralleli si fanno canto singolare di un mondo infine capovolto. Un battito di ciglia: una nuova possibile realtà. -
TAMO. Tutta l'avventura del mosaico di Ravenna
Il mosaico è teoria e pratica: ""theoria"""" cioè conoscenza e """"tecnhnai"""" le meccaniche del fare. Questo il viaggio che TAMO offre, attraverso un excursus dalle origini, fino all'epoca moderna e contemporanea. I mosaici provenienti da siti archeologici di rilievo e le copie dall'antico concorrono ad offrire una panoramica delle tecniche e delle tipologie storiche del mosaico pavimentale; le opere di artisti contemporanei testimoniano lo studio dei materiali e delle superfici in funzione del loro rapporto con la luce, che è tipico del mosaico parietale. Accanto ai mosaici trovano spazio i cartoni, i calchi, le riproduzioni fotografiche e digitali: strumenti fondamentali per il lavoro di mosaicisti e restauratori. Gli esemplari esposti documentano restauri di rilevanza storica, travalicano la loro funzione e si fanno ammirare quali opere d'arte. I sistemi multimediali interattivi completano il percorso didattico di TAMO, danno accesso a banche dati tematiche e iconografiche che illustrano la pratica dell'arte musiva."" -
I chiostri di San Pietro a Reggio Emilia. Restauri, scoperte e rinvenimenti
Nei restauri compiuti dalla Soprintendenza per i beni architettonici e paesaggistici per le province di Bologna, Modena e Reggio Emilia, nel 2004-2009, diretti da Antonella Ranaldi, autentici capolavori sono tornati alla luce. Di alcuni non si aveva alcuna conoscenza, di altri solo scarne tracce. L'attenzione va alle superfici decorate e all'architettura della prima fase cinquecentesca. Dai documenti erano noti i nomi degli artisti che lavorarono al chiostro piccolo, lo scultore Bartolomeo Spani, l'architetto Leonardo Pacchioni e il pittore Simone Fornari. Ma tutt'altra cosa è apprezzarne la qualità, dopo il rinvenimento e il restauro delle scene affrescate e delle preziose finiture picte. Nei documenti e negli esiti dell'opera si dimostra l'unità delle arti, ad un livello qualitativo che supera le aspettative, dove l'architettura sconfina nella pittura impreziosita nella sua speculare rappresentazione sulle pareti e sulle volte. Espressione di concezioni artistiche maturate sullo scorcio del primo quarto del Cinquecento. Le architetture claustrali sono state liberate dalle incongrue aggiunte, successive alla sua destinazione post unitaria a caserma; affreschi e apparati decorativi sono stati scoperti al di sotto delle ridipinture moderne, qui illustrati per la prima volta in modo completo (dopo l'anticipazione di Ranaldi 2009) nel ricco apparato di immagini che seguono il corso dei lavori e gli esiti finali nelle fotografie di Andrea Santucci. -
Memorie di un giovane garibaldino (1866-1867)
Spinto da ""quella febbre frenetica, quell'unico desiderio di far(si) garibaldino a tutti i costi"""", Valentino Stoppa (Lugo 1848-1924) appena diciottenne si arruola volontario, affascinato dalla figura dell'Eroe, e combatte valorosamente nella Terza guerra di indipendenza (1866) e nella Campagna dell'Agro romano per la liberazione di Roma (1867). Fu uno dei tanti giovani che seguirono quello che avevano riconosciuto come loro leader carismatico: Giuseppe Garibaldi. Valentino rimase garibaldino per tutta la vita e trasferì nella società gli ideali in cui credeva. Volle narrare i suoi ricordi, per evitare che quell'epopea cadesse nell'oblio, e lo fece in due """"quaderni"""" che fanno rivivere quelle vicende con naturalezza e passione. Questo volume contiene la trascrizione completa, annotata da Viviana Bravi, di queste memorie in camicia rossa. Unite a questi ricordi si possono leggere anche pagine relative alla moglie di Valentino, Ernesta Galletti Stoppa, donna all'avanguardia per quei tempi, che si spese per l'emancipazione e il mutualismo femminile, nonché per l'educazione dell'infanzia."" -
The art of remembering-L'arte del ricordare
"L'arte del ricordare"""" di Giovan Battista della Porta, uno dei maggiori pensatori del Rinascimento, è un interessante ed originale esempio di trattato rinascimentale dell'arte della memoria, che nel Cinquecento ebbe numerose e variegate manifestazioni. Pubblicato per la prima volta nel 1566, """"L'arte del ricordare"""" venne ristampato nel 1583 ed ebbe una seconda edizione in latino intitolata """"Ars reminiscendi"""" (1602), in molti punti significativamente diversa da quella italiana. Questo breve trattato enfatizza l'importanza delle arti figurative nella costruzione del privato paesaggio mentale del praticante dell'arte della memoria, ma sottolinea anche la centralità delle emozioni legate ai ricordi del praticante stesso, creando quindi un sottile dialogo mentale tra memoria e immaginazione nel quale passato e futuro interagiscono sul palcoscenico interiore della mente. Per questo, """"L'arte del ricordare"""" è anche un metodo per rivisitare e interpretare la propria biografia. L'arte della memoria, Della Porta suggerisce, è anche autobiografia. Questa ristampa dell'edizione italiana del 1566 è preceduta dalla prima traduzione inglese. Lo scopo di questo volume è essenzialmente didattico, poiché molti testi rinascimentali sull'arte della memoria attendono ancora di essere resi accessibili ad un pubblico di lingua inglese. Con un saggio di Frederick A. De Armas."