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A un bibliomane ignorante
Con l'arguzia e il sarcasmo che gli sono propri, Luciano prende di mira uno stolto bibliomane che spera di rimediare alla propria ignoranza facendo incetta di volumi rari e costosi. La folgorante invettiva sbeffeggia il facoltoso collezionista che si circonda di libri ma non capisce nulla di quello che legge, come un asino che al suono della lira muove le orecchie. Del resto, cerca di fargli ammettere Luciano, è inutile possedere l'arco di Eracle se non si è un Filottete, o avere tra le mani la lira di Orfeo se si è privi delle doti dell'eccelso cantore. Meglio che il malcapitato siriano lasci perdere i libri: non fanno per lui. Si risparmierà lazzi e tristi figure. -
Maria
"Siamo profondi, ridiventiamo chiari. Queste parole di Nietzsche - tanto care a Saba, che le sentiva come un'ideale descrizione della sua stessa poesia possono definire anche le pagine di Marisa Madieri. Più volte la critica ne ha sottolineato la tersa e spietata trasparenza, che lascia apparire integralmente l'oscuro fondo della vita nella limpida superficie delle cose così come sono, acqua cristallina sul cui specchio si disegna la tortuosa geometria delle cavità sottomarine."""" (Claudio Magris)" -
Sophie Germain. Una matematica dimenticata
Quando nel 1889 fu inaugurata a Parigi la tour Eiffel, tra i nomi di tutti coloro che, con i loro studi sull'elasticità, avevano consentito la realizzazione dell'opera e che erano stati riportati sull'ardita costruzione, mancava quello di Sophie Germain. La cosa non stupisce, perché si trattava di una donna, sia pur vincitrice di un premio di 3000 franchi, bandito da Napoleone, per studi appunto sull'elasticità. Premio che, a causa dell'eccessiva timidezza, la giovane Sophie, che all'epoca aveva trent'anni, non andò a ritirare. Eppure le lettere che le sono state scritte da alcuni tra i più illustri matematici e fisici del suo tempo, tra cui Gauss, Lagrange e Fourier, testimoniano quanto l'intensa attività scientifica di questa singolare studiosa fosse tenuta in considerazione. -
L' ultima donna. O l'arte della seduzione
Nella convinzione che gli essere umani ne saprebbero di più su se stessi se si osservassero con lo sguardo dell'altro sesso, l'autore ricostruisce le storie e i ritratti di nove donne più o meno celebri e comunque rappresentative di un modo diverso di vivere la propria femminilità. La mondana, la nottambula, due attrici... Ognuna con una caratteristica specifica, dall'ossessione al godimento, dal denaro all'ingegno. Nove donne così preoccupate di incendiare la propria vita e di farne un'opera memorabile, da pagare ad alto prezzo il loro amore per la libertà. -
Tra-la-la. Words to music. Testo inglese a fronte
Il 21 settembre 2007 il Teatro La Fenice di Venezia presenta in prima mondiale l'opera lirica ""Signor Goldoni"""", libretto di Gianluigi Melega, musica di Luca Mosca. Questo volume raccoglie tutti i testi di Melega messi in musica da Mosca nei cinque anni di collaborazione tra i due autori. Tutti i testi originali sono in inglese. Le versioni italiane delle liriche sono dello stesso autore e da lui definite """"puramente letterali, di servizio"""". Per le due opere, """"Signor Goldoni"""" e """"Mr. Me"""", le versioni italiane qui presentate sono di Margherita Bignardi."" -
La muraglia cinese
Nel quartiere cinese di New York la missionaria bianca Elsie Siegel viene assassinata dal suo amante cinese, a quanto si dice dotato di molteplici esperienze nell'arte amorosa. È accaduto quel che sembra contravvenire a qualsiasi morale, perché ""ciò che non deve essere non può essere"""". """"C'è stato un assassinio, e l'umanità vorrebbe gridare aiuto. Non può farlo."""" Questo è l'inizio del brillante saggio sulla falsità della morale sessuale odierna. Karl Kraus lo pubblicò sulla sua rivista """"Die Fackel"""" nel luglio 1909. Nel 1914 Oskar Kokoschka, che già aveva ritratto Kraus in diverse occasioni, preparò otto litografie che non illustrano il testo in senso stretto, ma ci raccontano una storia di amore e di morte, e quanto sia pericoloso saltare oltre il vallo di protezione della muraglia cinese."" -
La biblioteca di notte
Ancora una volta Manguel conduce il lettore nel mondo dei libri, debordante ed inesauribile come l'esperienza umana. La sua attenzione si concentra sulla biblioteca, luogo deputato a custodire e a tramandare la memoria passata. Dall'utopia di immortalità perseguita nell'antica Alessandria d'Egitto all'evanescenza dell'odierna Internet, la biblioteca, privata o pubblica, si presenta nel corso della storia come spazio di potere, di ordine, di identità, di immaginazione, di oblio, di mito, di sopravvivenza ma, soprattutto, di indiscussa libertà. -
Uno scacco matrimoniale
Nessuno è un grand'uomo per il proprio domestico. Forse si sarebbe dovuto tenerne conto quando, in occasione della grande mostra del 1977 dedicata a Marcel Duchamp al Centre Georges Pompidou di Parigi, fu deciso di pubblicare i ricordi di Lydie Fischer Sarazin-Levassor che, per pochi memorabili mesi, di Marcel Duchamp fu la moglie. Quello che risulta dalla prosa diretta, spesso concitata, della brava signora, che neppure i tanti anni trascorsi e un secondo, più felice matrimonio, erano riusciti a placare, è la personalità dell'artista nei suoi aspetti più intimi, non sempre edificanti. Il testo, riprodotto con scrupolo filologico, racconta una storia in bilico tra il patetico e il grottesco, popolata da imprudenti debuttanti, ricchi borghesi accaniti a difendere reputazione e patrimonio, artisti scrocconi, ereditiere americane per più versi golose, in una Parigi di lussuosi ristoranti, caffè storici, grandi prime teatrali e cinematografiche all'ombra di personaggi di primo piano, da Picasso a Man Ray, da Cocteau a Brancusi a Picabia, da Kiki de Montpamasse a Yvonne George. Al corrente di tutto, Lydie Fischer Sarazin-Levassor sa come sono andate davvero le cose e continuamente si ha voglia di compatirla. Le si è comunque grati dei suoi spesso involontari, ma irresistibili risultati di umorismo. -
Sette pietre per l'adultera
Nella piazza del villaggio sette pietre sono ammucchiate sotto il sole del deserto. La giovane Noor, colpevole di adulterio, aspetta di venire lapidata, così vuole la tradizione, così vuole la fatwa. ""Sette pietre, per spaccarle la testa come una melagrana maturata al sole dell'estate."""" Rassegnata, Noor lascia scorrere i giorni in una forzata solitudine; non così una giovane e intraprendente francese in fuga dal proprio destino, decisa a salvarla. Dall'incontro di queste due donne nasce una storia avvincente che, attraverso l'aspro conflitto fra rispetto della tradizione e aspirazione alla libertà, diritto all'amore e al piacere, mette in piena luce le risorse preziose della solidarietà femminile, capace di operare prodigi."" -
Al tavolo del Cappellaio matto
Il filo conduttore di questa raccolta di saggi è la follia, protagonista in ogni epoca non solo della finzione artistica, ma anche della vita reale. Manguel ci presenta un mosaico di personaggi letterari e storici, di artisti e di opere che attingono alla fonte della pazzia per sfidare, nel bene e nel male, regole e istituzioni. -
Non sono un miscredente. Lettere 1868-1894
Una selezione delle lettere-diario di Stevenson che rivelano un aspetto sconosciuto della personalità dello scrittore: la sua profonda ricerca interiore di una fede, affidata però a una ""dottrina di vita"""". Le lettere, gravi e lievi, talvolta toccanti, ripercorrono le tappe del profondo dissidio con il padre, fervente seguace del presbiterianesimo scozzese che il figlio rinnegò provocando fra i due una grave rottura. La crisi esplose quando Stevenson, poco più che ventenne, si ribellò al padre e alla sua educazione religiosa triste e repressiva. In quell'occasione lo scrittore capì che, contro un senso drammatico del peccato e contro le astratte prediche dei sacerdoti, avrebbe sempre difeso il valore dell'umano, l'onestà della coscienza individuale e la felicità degli istinti che nessuna religione è tenuta a reprimere. Stevenson troverà il suo credo laico nella pagana Samoa nei Mari del Sud, dove era approdato alla fine dei suoi lunghi vagabondaggi e dove rimarrà fino alla morte improvvisa avvenuta all'età di quarantaquattro anni."" -
L' alleanza tra la poesia e la musica
La riflessione senza posa intorno all'origine dell'emozione estetica e, in particolare, della parola poetica, ha condotto Yves Bonnefoy a indagare in questo scritto del 2007 l'inestricabile rapporto da sempre esistente tra musica e poesia. In un'indagine sottile e serrata, arricchita da richiami a esperienze personali di ascoltatore e lettore, il grande poeta e saggista individua nelle risorse specifiche della poesia il luogo di formazione di ""un accadimento del suono"""" che è il seme stesso da cui germoglia la musica."" -
Il XX secolo spiegato a mio nipote
Cosa sanno i giovani e cosa vogliono sapere del XX secolo che si è appena concluso, lasciandoci un'eredità dolorosa (due guerre mondiali, i totalitarismi, i genocidi) ma anche grandi speranze (la dichiarazione universale dei diritti dell'uomo, la costruzione dell'Europa)? Cosa è per loro la ""guerra fredda""""? Che cosa ha provocato la caduta del muro di Berlino e quali ne sono state le conseguenze? Come si spiega l'origine della violenza che ha caratterizzato il Novecento e ancora segna pesantemente le nostre società? E perché il Novecento si era illuso di essere il secolo del progresso? A queste domande risponde il libretto di Marc Ferro che, costruito come un dialogo tra un adolescente curioso e un nonno storico di professione, offre un quadro sintetico ma non superficiale del secolo scorso e fornisce anche molte chiavi di lettura per comprendere il presente."" -
Lettere a Ludovica
Tre amici molto legati tra loro (Cesare Pavese, Natalia Ginzburg, Felice Balbo) scrivono a un'amica comune, Ludovica Nagel. Questo libro raccoglie le loro lettere; la destinataria rimane avvolta nell'ombra. Sono amicizie nate alla fine della guerra, nelle stanze della sede romana della casa editrice Einaudi. Attraverso le lettere vediamo queste amicizie proseguire negli anni o interrompersi tragicamente. Chi legge un epistolario diventa, per interposta persona, l'interlocutore di chi scrive. La voce sarcastica e amara di Pavese che dice addio poco prima di togliersi la vita; la sollecitudine affettuosa e dolente di Natalia Ginzburg; la passione comunicativa di Felice Balbo che ragiona di Simone Weil e di cibernetica, arrivano, attraverso la reale destinataria, a coloro che, destinatari imprevisti, leggeranno questo libro. Un contributo alla storia della cultura italiana del Novecento? Anche, certo. Ma questa raccolta di lettere, proprio perché casuale e frammentaria, ci restituisce soprattutto qualcos'altro: l'intreccio di vite diverse, il disordine tumultuoso di cui è fatta l'esistenza. -
La macchina dei sensi. Lettere 1787-1798
Ritrovata di recente, la corrispondenza tra Pierre-Augustin de Beaumarchais e Amelie Houret de La Morinaie, sua ultima amante, porta alla luce un'appassionata storia d'amore che, scoccata alla vigilia della Rivoluzione, sembra simbolicamente suggellare lo splendore di un secolo al tramonto, lo spregiudicato e libertino Settecento. All'inizio, per il cinquantacinquenne Beaumarchais, è il colpo di fulmine, il ""tempo del delirio"""", e la trentenne, bellissima Amelie gli diviene subito """"necessaria"""": """"Siete un'incendiaria - le scrive - appiccate il fuoco dappertutto"""". Beaumarchais è già sposato, e Amelie non intende affatto rimanere relegata nel ruolo di """"sposa del cuore"""". Si arriva così al classico ménage a trois, con la moglie e l'amante sotto lo stesso tetto, che però non regge a lungo. Nel frattempo, infatti, Beaumarchais si ritrova fisiologicamente sprovvisto delle risorse necessarie per soddisfare la passione, ed è a questo punto che il linguaggio epistolare subisce una violenta impennata, colorandosi di un tono """"rosso acceso"""". Beaumarchais, infatti, esige che l'amante adotti un linguaggio estremamente licenzioso, illudendosi di rianimare un ardore ormai estinto. Amélie si rifiuta di svolgere la funzione di una """"macchina dei sensi"""", e si ribella. Amore, galanteria, libertinaggio tramontano ingloriosamente tra toni aspri e risentiti: ironia della sorte, i due ex amanti moriranno a poche settimane di distanza, mentre sulla Francia scintilla già l'astro di Napoleone."" -
Scrivere. Ediz. illustrata
Un curioso album che raccoglie 50 disegni di Daniel Pennac che hanno come protagonista una penna stilografica. Una vecchia Waterman che, a seconda dell'umore dell'autore, si trasforma in termometro, fa la siesta su una sdraio, o si sbuccia come una banana. Qui, una mano lancia una stilografica, come fosse una freccetta, verso un bersaglio che nei suoi cerchi concentrici rappresenta i diversi premi letterari, là la stilografica si consuma nel posacenere come la sigaretta dello scrittore che sa che, forse, l'ispirazione si è ridotta a un mozzicone. C'è poi la stilo-bolide, la stilo-atleta pronta a correre i cento metri, la stilo-culturista. Ci sono le stilografiche simili a proiettili nella cartucciera del panflettista e la stilo che viene fucilata. Il tutto rappresentato con il consueto fine umorismo e l'acuto spirito di osservazione di Pennac, che in questo caso, anziché con le parole, si esprime attraverso il disegno. -
I sapori del viaggio
La cucina francese non ha sempre avuto la superba reputazione di cui gode oggi. Per secoli i viaggiatori anglosassoni, al ritorno in patria, si sono lasciati andare a lunghi sfoghi sugli incubi culinari sofferti al di là della Manica, cosa che oggi può forse far sorridere evocando una sorta di ""mondo all'incontrario"""". C'era chi, come Tobias Smollett, piuttosto che sottoporsi al rito del pasto in Francia preferiva prepararsi dei picnic. E cosa dire delle prove culinarie cui erano sottoposti viaggiatori 'd'antan', come Robert Cutzon al cospetto dell'abominevole pietanza preparata dai frati del Monte Athos, o l'abate Huc di fronte alla coda di montone, considerata dai tartari una vera prelibatezza? Non tutte le esperienze culinarie in giro per il mondo sono però orribili, mentre tutte sono certamente molto divertenti, dalla cena con il bramino, ai ruvido pasto dei conquistatori del selvaggio West, una scelta di testimonianze che, raccontando le differenti culture gastronomiche narra in modo curioso ed eccentrico anche i diversi costumi e civiltà."" -
Persone
"Il titolo del libro ne rispecchia esattamente il contenuto. Si tratta infatti di persone che più """"persone"""" non si può: trentasette figure eminenti dell'arte, della cultura e della storia (da Plinio il Vecchio a Leonardo, da Giuseppe Verdi, a sant'lgnazio di Loyola, Claude Monet, Tommaso Landolfi, Fabrizio Clerici...} che l'autore ci fa conoscere in altrettanti veloci e spregiudicati ritratti, da vicino. Sono figure che tempo e fama velocemente convertono in idoli o santini. Ma lui con garbo le tira giù dal piedistallo, dà loro una bella spolverata, e ce le consegna fresche - direbbe un proverbiale maestro di giornalismo, Gaetano Afeltra - """"come un uovo all'ostrica"""". La materia c'è tutta, negli snodi del rapporto che la persona ha, da un lato, col suo operare e, dall'altro, col suo rappresentarsi e viversi in coscienza e carne. Di suo l'autore mette il sale e la leggerezza.""""" -
Vuole essere il mio Shakespeare? Lettere (1931-1935)
Il 1931 segna l'imprevedibile incontro tra un cinquantenne scrittore nel pieno della gloria e della creatività (Stefan Zweig) e un compositore sessantasettenne (Richard Strauss) che si sta serenamente avviando a vivere con consapevole lucidità un suo dorato crepuscolo. Eppure, tra queste due personalità quanto mai antitetiche, si crea immediatamente, certo nutrita da stimoli intellettuali differenti, un'intesa positiva incondizionata, di cui è testimonianza emozionante questo carteggio, che copre gli anni, in tutti i sensi cruciali per i destini del mondo, compresi tra il 1931 e il 1936, e che prende le mosse dalla decisione di Strauss di accettare Zweig come librettista per una sua opera lirica (Die schweigsame Frau). Senza quell'impettita affettazione che ad esempio gravava spesso sul carteggio tra Strauss e il suo precedente librettista, Hofmannsthal, questo epistolario documenta un fiammeggiante confronto di idee svolto all'insegna della comune solidarietà a sottomettersi al sacro fuoco dell'arte, anche se a sancire l'incolmabile distanza tra Zweig e Strauss interverrà fatalmente l'onda montante di quel nazismo destinato a travolgere valori consolidati nelle coscienze umane, e in particolare nella fattispecie proprio il rapporto fra arte e politica. -
Milano, laboratorio musicale del Novecento. Scritti per Luciana Pestalozza. Con CD-ROM
Milano ha sempre vissuto in maniera controversa il rapporto con il passato. L'ansia di abitare il presente sembra cancellare con incredibile facilità la memoria della trama di esperienze che forma il tessuto del suo patrimonio culturale. Forse proprio la ricchezza della sua storia ha generato nel corpo del mondo musicale milanese una lotta permanente per la sopravvivenza, che probabilmente non lascia molto tempo per ricordare quel che si è fatto in passato e per riflettere su ciò che è avvenuto. Senza dubbio questa continua pressione delle necessità contingenti rappresenta un robusto segno di vitalità e rivela l'inesauribile energia del suo territorio, la sterminata megalopoli padana che definiamo in sintesi Milano, ma la rimozione pressoché totale di una riflessione critica sulla propria storia rischia di provocare alla lunga gravi danni a un sistema musicale frutto del lavoro di molte generazioni. Lo scopo di questo libro consiste nel cercare di mettere un po' d'ordine nella caotica sequenza di avvenimenti che hanno costellato la storia musicale di Milano, a partire dalla Liberazione fino ai giorni nostri. Ci sembrava il primo passo da compiere per contribuire a una riflessione seria, profonda, senza pregiudizi su quel che ha significato la musica in questa città e sulle ragioni della sua eccezionale vitalità.