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Gli angeli di Cocteau. Lettere 1946-1954
A Sanremo, alla fine della guerra, il diciannovenne Sergio Ferrero conosce Federico Almansi, il ""celeste scolaro"""" protagonista dell'ultima stagione della poesia di Saba, e attraverso di lui entra in contatto con il poeta. Inizia così una corrispondenza che copre quasi un decennio (gli anni della maturazione di Ferrero e quelli del definitivo decadimento di Saba), in cui voci e ruoli appaiono da subito interscambiabili. Il giovane cerca rassicurazioni nel maestro; il """"maestro"""" che tale non si è mai sentito, prigioniero della Trieste che ama e odia, ha bisogno di respirare l'aria fresca della giovinezza. Tra i due fa continuamente capolino la figura di Federico, con il sogno di un futuro nella letteratura ma anche le prime avvisaglie della malattia mentale che di lì a poco lo annienterà. Un carteggio che si legge come un romanzo, pieno di micro racconti esilaranti: il furto di una copia del """"Canzoniere"""" architettato da Saba nella sua stessa libreria, la correzione delle bozze in un fumoso bar-biliardo nei pressi della stazione Centrale di Milano, un'arcadica lettura di poesie nei boschi con ragazzi arrampicati sugli alberi. Il tutto corredato da una prefazione, scritta da Ferrero ottantenne con la penna felice ed esatta di tanti suoi romanzi, che ci consegna un'immagine inedita e segreta di uno dei maggiori poeti del Novecento. Postfazione di Basilio Luoni."" -
Un filo d'acqua per dissetarsi. Lettere 1949-1969
Due grandi poeti dialogano in un carteggio che, iniziato nel 1949, s'interrompe nel 1969. Sono Giuseppe Ungaretti, poeta affermato e internazionalmente riconosciuto, e il più giovane Vittorio Sereni, che in lui vede il maestro e l'immagine stessa della Poesia. Affetto e stima, confidenza e fiducia reciproci costituiscono il filo profondo che lega le lettere, anche quelle che si riferiscono ad aspetti editoriali, assai interessanti nel rivelare cosa significhi per un poeta il credere fino in fondo nella propria opera e per un editore il saper essere attento e fedele all'autore in cui crede. -
Fine al tormento. Ricordando Ezra Pound. Con lettere a H. D. e «Il libro di Hilda» di Ezra Pound
"Fine al tormento"""" è un memoriale in forma di diario tenuto da H.D. (nome d'arte di Hilda Doolittle) nella primavera del 1958 e pubblicato solo vent'anni dopo in forma censurata. H.D. compie in queste pagine un affascinante viaggio nel passato, alla ricerca del suo rapporto con Ezra Pound, coetaneo, compagno di studi, amico del cuore e infine mentore letterario. Il viaggio avviene sotto la guida di un amico psichiatra e i flashback vivacissimi si alternano alle notizie del presente. Pound, che proprio in quei mesi termina la sua detenzione in un ospedale psichiatrico americano, legge queste pagine e ne resta commosso; scrive a H.D. alcune lettere in cui abbozza un'apologia della sua vita pubblica e privata. Ma ciò che prevale è l'affetto. """"Fine al tormento"""" -qui presentato nel suo testo integrale e ora corredato dalle estrose e affettuose poesie che Pound raccolse nel """"Libro di Hilda"""" (1907) - è il testamento di due vite affascinanti e di due tra le maggiori personalità creative del Novecento non solo americano." -
La città delle parole
Nella ""Città delle parole"""", che raccoglie le Massey Lectures tenute nel 2007, Alberto Manguel, acclamato scrittore, traduttore e fine bibliofilo, analizza l'uomo come entità individuale e sociale e si pone una domanda chiave: """"In fondo, perche stiamo insieme?"""" L'interrogativo appare più che mai lecito in un mondo nel quale la convivenza è ostacolata da profonde differenze etniche, politiche e religiose. Esaminando gli stretti legami tra lingua, letteratura e società, Manguel condude che """"la vita non è mai individuale, ma è incessantemente arricchita dalla presenza degli altri. L'identità del singolo richiede il suo opposto, in un costante sforzo di inclusione: per sapere chi è uno, dobbiamo essere in due""""."" -
A proposito di capolavori
Chi ha letto ""Enciclopedia capricciosa di tutto e di niente"""" ha già avuto modo di apprezzare lo stile originale e inconfondibile con cui Dantzig affronta l'argomento della sua indagine: rifuggendo anche qui dal trattato sistematico, l'autore cerca di definire il concetto di """"capolavoro"""" in letteratura (soprattutto, ma non solo, perché vengono chiamati in causa anche dettagli pittorici o sequenze cinematografiche) attraverso un'opera colta e briosa, composta di brevi capitoli, meditati e divertiti allo stesso tempo, in cui confluiscono analisi letterarie, squarci autobiografici, umorismo e passioni personali. Dispiegando la sua vivace erudizione, lo scrittore ci guida in una passeggiata fra le opere della letteratura cinese, greca, latina, francese, italiana, inglese, russa, portoghese, americana ecc. per mostrarci come definire un capolavoro sia operazione paradossale, poiché l'essenza del capolavoro è sottrarsi a ogni tentativo di definizione."" -
Le luci della quotidianità. Lettere sulla letteratura e l'omosessualità
Le lettere di Forster e di Isherwood sulla letteratura e l'omosessualità raccontano non solo una parte della vita e alcune delle opere dei due grandi scrittori, ma anche due storie d'amore e di devozione parallele seppur molto diverse, quelle fra ciascuno scrittore e il suo rispettivo compagno. Raccontano, soprattutto, l'evolversi di un'amicizia che ha inizio nei turbolenti anni Trenta del Novecento e vede i due scrittori confrontarsi con l'ascesa del fascismo in Europa e la minaccia di una guerra. Le lettere dei primi anni Quaranta contrappongono i mondi, straordinariamente differenti, nei quali Forster e Isherwood stavano vivendo: da una parte Londra e i suoi dintorni durante i bombardamenti aerei, dall'altra la California del Sud e la comunità di artisti e di scrittori lì esiliata. Le lettere scritte dopo la guerra, per quanto poco numerose, soprattutto dopo i primi anni Cinquanta, si soffermano su alcuni momenti significativi, come ad esempio il tentativo di Isherwood di trovare nei suoi romanzi una voce nuova che tratti i personaggi omosessuali con maggiore franchezza. La vita dei due scrittori in una società nella quale non era possibile dichiarare apertamente le proprie preferenze sessuali, è un tema presente in modo quasi impercettibile in tutti e tre i periodi in cui l'epistolario è diviso, anche perché entrambi sono reticenti a svelare i dettagli intimi delle loro relazioni. -
Archivio di voci. Incontri di teatro con M. Baliani, G. Bartolomei, A. Celestini, P. Delbono, M. Ndiaye, M. Ovadia, M. Paolini, L. Ronconi, S. Sartori, G. Scabia
Differenti percorsi si incrociano in una personale investigazione condotta tendendo l'orecchio alle parole di registi, autori, attori, narratori di storie e poeti che hanno arricchito di contributi essenziali la nostra cultura. Motivi esistenziali, retroterra umani dell'opera, considerazioni politiche e rivelazioni sul metodo e lo stile, tutto ciò che gravita attorno e rifluisce nella creazione teatrale, si compone nella polifonica voce di un unico piccolo ""Archivio"""", interamente rivisto e ampliato rispetto alla precedente edizione, che vuole introdurre il lettore a una visione, insieme autorevole e confidenziale, dell'arte di mettere in scena la vita."" -
Roberto Lepetit. Un industriale nella Resistenza
Roberto Lepetit (1906-1945), è stato un noto imprenditore milanese titolare dell'omonima ditta chimico-farmaceutica. Di sentimenti antifascisti, dopo l'armistizio frequenta l'ambiente del Partito d'Azione e organizza una rete personale di solidarietà con ebrei, ex internati e perseguitati politici: in questo ambito finanzia il Comitato di Liberazione Nazionale, lo rifornisce di medicinali prodotti dalla sua stessa azienda, organizza incontri clandestini nei suoi uffici. Il 29 settembre 1944 viene catturato dalle SS e imprigionato a San Vittore. Internato nel campo di concentramento di Bolzano, Lepetit vi svolge una preziosa attività clandestina, in contatto coi referenti milanesi, e riesce ad organizzarvi una farmacia interna. Deportato a Mauthausen nell'ottobre, viene destinato a lavori forzati che ne compromettono la salute e ne determinano la morte, avvenuta il 4 maggio 1945 nel sottocampo di Ebensee. Lascia la vedova Hilda e i due giovani figli Emilio e Guido. Hilda, appresa la morte del marito, raccoglie con meticolosa cura documenti e testimonianze. Questo materiale, insieme ad ulteriori fonti (scritte e orali) sull'esistenza e sull'attività dell'imprenditore milanese, costituisce il retroterra della ricostruzione biografica, restituendo il quadro di un'avvincente storia aziendale, sociale e politica che vede recuperata la memoria di un ""eroe borghese"""", un filantropo che ha anteposto l'idealismo ai propri interessi familiari ed economici."" -
The New Yorker. Lo humour dei libri
Dal 1925, senza interruzioni, il settimanale ""The New Yorker"""" diletta i suoi esigenti aficionados con vignette umoristiche che, disseminate fra pezzi di costume, inchieste, rubriche culturali, cronache mondane e inediti letterari, ne rappresentano perfettamente lo spirito elegante, mordace, sofisticato, acuto e cosmopolita. Dopo l'antologia del 2011 dedicata ai gatti e ai gattofili, il tema prescelto sono i libri, e in particolare i loro lettori e il variegato mondo dell'industria intellettuale, bersaglio su cui si cimenta a beffardi colpi di matita il gotha degli umoristi degli ultimi novant'anni, da William Steig a Robert Mankoff, da Leo Cullum a Charles Barsotti."" -
Teoria della cartolina
Nell'epoca della corrispondenza digitale, suona curioso farsi riportare ai tempi, forse superati, della cartolina, ma Sébastien Lapaque non condivide l'opinione di chi la vede come una consuetudine sociale ormai prossima all'estinzione. Anzi è affascinato dalle cartoline che, attraverso immagini di luoghi, disegnano un'identità nazionale o esprimono il gusto per i viaggi avventurosi. E ci invita a seguirlo in un vagabondaggio in parte storico in parte immaginativo tra i significati e i simboli della ""carte postale"""". Perché? Per ricordare che le cartoline restano un oggetto vivo e vitale tra tanti gadget insignificanti di cui ingombriamo le nostre vite banalizzate. Nelle raccolte di cartoline ricevute, nelle vecchie cartoline acquistate da qualche rigattiere si possono ritrovare i sentimenti del passato, si possono far rivivere affetti e meraviglie, e quindi abolire il tempo. E ancora oggi, nell'epoca degli sms, il cartoncino inviato per posta rappresenta la rivincita delle relazioni concrete. È un """"modo semplice, ma profondo di mantenere legami nel mondo della separazione"""". L'autore non cessa di ribadire la scarsa attrazione per il mondo dei computer, del linguaggio binario, dei telefoni che ci seguono ovunque e rubano lo spazio alle fantasticherie, ai pensieri e ai ricordi. La Teoria della cartolina finisce così per essere la rielaborazione di un'idea, un cammino tra i paesaggi e i poeti amati, tra alcuni momenti preziosi di vacanza o di svago e i luoghi sognati."" -
Lettere a Merline
Questa selezione delle lettere del poeta praghese documenta gli esordi della relazione con Merline fino al compimento del suo capolavoro della maturità: le ""Elegie duinesi"""". Lo stato passionale che insorge dopo l'incontro con Mme Klossowski contrasta con la passività che Rilke cerca in quegli anni; ma egli sceglie di associare l'amica alla personale ricerca di uno """"spazio interiore"""" capace di aprirlo agli """"influssi"""" delle forze che parlano attraverso di lui senza appartenergli. Merline diviene così la compagna di quell'avventura iniziata al castello di Berg e conclusasi nella torre di Muzot dove, con violenza pressoché distruttiva, quegli stessi """"influssi"""" porteranno alla conclusione delle grandi """"Elegie"""". Prefazione di Enzo Restagno."" -
Sulla scia dei piovaschi. Poeti italiani tra due millenni
Questa non è una storia generazionale della poesia italiana, anche se tratta dei nati tra gli anni Quaranta e gli anni Sessanta, con un accenno alle ""Nuove Voci"""" degli anni Settanta. È piuttosto una sfida (e una scommessa): quella di verificare la tenuta nel tempo - e in un tempo difficile, confuso, nihilista - di una linea comune e riconoscibile di poetica, al di là di certo giudizio critico che invece vorrebbe ormai impossibile parlare di lirica, di Grande Stile, di canone."" -
Il Corano spiegato ai giovani
Il Corano: tutti ne parlano, ma chi lo conosce veramente? Questo libro rivela al grande pubblico un Corano misconosciuto, spesso poco conosciuto persino dagli stessi musulmani. Con metodo e con chiarezza, Rachid Benzine mette alla portata di tutti gli strumenti necessari per leggerlo e per capirlo. Come si è prodotta la rivelazione coranica? In quale società è apparso il Corano? A chi si rivolge? Chi era Maometto? Come è successo che la predicazione orale dei primi tempi sia diventata il libro a cui oggi fanno riferimento più di un miliardo di nostri contemporanei? Quali insegnamenti propone il Corano? Quali punti ha in comune con la Bibbia? Per quale motivo ha qualcosa da dirci? Un libro per scoprire come il Corano è diventato, fin da quando è apparso nella storia, una fonte di ispirazione spirituale e di trasformazione sociale. -
All'alba ti donerò gocce di rugiada
Raffinato, ironico, appassionato, Meleagro chiude degnamente la grande stagione della poesia d'amore greca. I suoi versi delineano situazioni che coinvolgono varie donne e una nutrita serie di giovinetti descrivendo gli itinerari psicologici di un'anima ondeggiante tra paura e desiderio che viene trascinata verso la passione e tuttavia sembra arrestarsene alla soglia. Lo sguardo che lancia un messaggio, una lampada che si spegne, una coppa sfiorata da due labbra: la storia d'amore si fissa negli epigrammi di Meleagro in un gesto, in una sensazione, in un atomo di desiderio. Questi componimenti raffigurano in forma fastosa, quasi barocca, gli amori di una personalità inquieta, percorsa dalla consapevolezza di quanto fragile e precaria sia la natura dell'amore. -
Si diverte tanto a tradurre? Lettere a Lucia Rodocanachi 1933-1943
Nella chiusa atmosfera dell'Italia fascista, letterati, artisti, intellettuali cercano oltre frontiera i segni di un pensiero e di una libertà che deve essere conosciuta, e sono i libri stranieri, nonostante le difficolta poste dalla censura ad alimentare un editoria altrimenti languente e a proporre le alternative che fungeranno da stimolo ai nostri autori. Dal gabinetto Vieusseu di Firenze, Montale ordina e smista agli abbonati le opere di Lawrence, di Steinbeck, di Faulkner e intrattiene con i lettori rapporti che nel caso di Lucia Rodocanachi diventano di vera propria amicizia. Lucia è un appassionata lettrice e cultrice delle letterature straniere, e nella sua casa di Arenzano finiranno per darsi convegno letterati e artisti che trovano in lei non solo un'affinità intellettuale ma una preziosa collaboratrice capace di sciogliere per loro i nodi di lingue non ben conosciute e di aiutarli a portare a termine incarichi spesso troppo onerosi. Fra gli altri, Elio Vittorini, presentato da Montale alla ""gentile signora"""" e che ne diventa uno del principali interlocutori, commissionandole buona parte del lavoro di traduzione che doveva svolgere in proprio e che lo avrebbe imposto, insieme con Pavese, come uno degli artefici del """"mito"""" della letteratura americana. Dello """"scandalo che si è voluto creare su questa vicenda le lettere di Vittorini, nella loro integrità, permettono di stabilire i giusti confini e di aprire, nella vita del tempo, una finestra di vivace cronaca e di inedita quotidianità."" -
Finalmente tutto finì
Due testi. Una lettera al padre, Giuseppe Antonio Borgese, del 30 agosto 1945 fra le macerie della guerra e della rinascita, e il racconto di un viaggio da Ponte in Valtellina a Roma, nel luglio del 1943, perché convocato dalla Commissione Centrale dei Danni di Guerra per ricevere un rimborso ""milionario"""". Come scrive Claudio Magris nella sua Prefazione, """"le poche pagine di questo 'Milione' sono uno straordinario viaggio in Italia in uno dei suoi momenti più tragici, più indecorosi e più eroici. Borgese attraversa il suo Paese con l'occhio critico della moralità offesa ma anche con l'umanissima bonarietà di chi sa sorridere della pasticciona commedia della vita"""". Il """"pezzo forte"""" di questo libro è tuttavia la lettera al padre """"... una delle grandi 'Lettere al padre' del secolo scorso... È toccante, è commovente - pur nell'asciuttezza del tono - sentire come Leonardo abbia bisogno che il padre lontano (meritorio maestro non investito direttamente dalla tragedia, nella sua esistenza in America) conosca quello che egli ha fatto, l'animo con cui egli ha affrontato e superato le difficoltà, la dirittura e il coraggio che lo hanno sorretto, e che hanno sorretto la sua famiglia, in quegli anni così difficili. Ha bisogno che il grande padre lo stimi e conosca il dramma della sua esistenza e anche la dignità di quest'ultima."""""" -
Una giovinezza di Blaise Pascal
L'intenso romanzo biografico di Marc Pautrel rivive i due eventi che hanno segnato l'esistenza di Pascal: la passione per la matematica e l'illuminazione religiosa, due momenti che esprimono due diverse modalità di conoscenza di quella Mente che Pascal vedeva all'opera nel mondo già quando, bambino prodigio, scopriva da solo quanto il padre avrebbe voluto tenergli nascosto. Étienne Pascal, matematico di vaglia, aveva cercato di lasciarlo all'oscuro dell'esistenza della matematica e della geometria, temendo che la passione che potevano generare facesse dimenticare al figlio gli affetti umani. Lui stesso, infatti, si rimproverava di avere trascurato la moglie, scomparsa giovane, per le scienze. Ma, senza bisogno di maestri, il tredicenne Blaise sgomenterà i dotti amici paterni con le sue dimostrazioni. Seguiranno l'invenzione della pascalina, la ripetizione dell'esperimento di Torricelli, l'elaborazione della teoria delle probabilità. Dopo la morte dell'amatissimo padre, Pascal si getta nella vita mondana, un periodo che si chiude con il grave incidente che segna il suo ritorno a Dio. Qualche giorno dopo il risveglio dal coma, Pascal vive l'illuminazione estatica del 23 novembre 1654. La realtà che prima gli parlava in forme e numeri ora tace; d'ora in poi gli saranno di consolazione ""la parola della Bibbia e la lingua francese, scrivere nella stessa precisa maniera in cui si pensa"""". Pascal è entrato nel secondo tempo della sua breve esistenza. Quello stesso giorno comincia a scrivere i """"Pensieri""""."" -
Proust contro Cocteau
Analizzando il ricco rapporto, ampiamente misconosciuto, che unì i due scrittori dal 1910 al 1922 e che Proust sovraccaricò di desiderio, di gelosia e poi di sospetto, questo saggio tratta più in generale della complicità tra creatori, dell’ammirazione e del sostegno che possono darsi, dei desideri di imitazione che talvolta li attraversano ma anche dell’incomprensione estetica e della rivalità professionale che spesso li allontanano – al punto di augurarsi la morte simbolica dell’altro. In filigrana, anche, le domande poste dal romanzo autobiografico e quindi dall’«autofiction », con tutta la sua parte di vendette e di «omicidi», il rapporto con i modelli che hanno ispirato i grandi protagonisti della Recherche (Charlus, la duchessa di Guermantes) e la trasformazione del Narratore nel personaggio di una fiction, senza più alcun punto in comune con il suo autore. Quel Marcel Proust che il giovane Cocteau aveva conosciuto, snob, brillante ma impotente e che, nel giro di vent’anni, ha visto trasformarsi in icona letteraria, qui si rivela anche un temibile assassino, un autentico personaggio uscito dalle pagine di un romanzo di Dostoevskij. -
Il guindolo del tempo
Poiché la vita fuggerne chi tenta di ricacciarla indietrornrientra nel gomitolo primigenio,rndove potremo occultare, se tentiamorncon rudimenti o peggio di sopravvivere,rngli oggetti che ci parverornnon peritura parte di noi stessi?rnEugenio Montale, Poiché la vita fuggernrnTra il settembre 1933 e il giugno 1934 Montale promette a Brandeis l’invio di un amuleto. Ma non è dato sapere, nella corrispondenza tra il poeta e la sua musa americana, né di cosa si tratti né tantomeno se Montale riuscì effettivamente a mandarglielo. L’opera in versi di Montale, al contrario, è popolata di oggetti, anelli che tengono nella catena di ricordi del poeta. Sarà uno di questi? Montale ha detto di non sapere inventare nulla, di partire sempre dal vero – ma anche di potere mentire tranquillamente dicendo la verità. Non resta che credergli allora. -
La cravatta magica e altre fiabe
Nella vita di Maria Carmela Abbado la passione per la scrittura è stata una costante: una passione coltivata quasi in sordina, per le vicissitudini della guerra e per l’impegnativo ruolo di moglie e madre di quattro figli. Scritte tra gli anni Cinquanta e Settanta, queste fiabe provengono dai manoscritti che il nipote Claudio Pestalozza ha ritrovato in una cantina, depositate in una valigia, alla morte di sua madre Luciana, nel 2012. Centinaia di pagine, soprattutto fiabe ma anche filastrocche e racconti, tutte ordinate e numerate, ma con le tracce visibili di un intenso lavoro creativo fatto anche di correzioni e modifiche. Il volume ne raccoglie alcune delle più inventive e più rappresentative della sua personalità, dove la libertà dell’immaginazione si unisce al rigore filologico per i personaggi e la geografia dei luoghi. Curiosi e interessanti i richiami all’ambiente musicale in cui Maria Carmela Abbado viveva, ad esempio la presenza in alcune fiabe di un mago chiamato Nonogigi, omaggio al grande compositore e amico Luigi Nono.