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Tra potere e coscienza. La letteratura come luogo dell'azione «pratica» nella filosofia politica e giuridica
La tragedia e la letteratura, attraverso la narrazione di fatti verosimili, svelano situazioni ideal-tipiche che anelano all'universalità. L'ars poetica contiene ed esprime infatti un mito archetipico, le idee in esso contenute e una morale (ossia un insegnamento ""pratico"""") che aspirano a essere validi per tutti. Sotto questo profilo la grandezza della poesia e, in via più generale, della letteratura sarebbe quella di arricchire e approfondire anche i pensieri """"filosofico-pratici"""" umani (giuridici, politici ed etici) nonché di riconciliare l'antica relazione tra il poeta e il filosofo. Il punto di rappacificazione e di sintesi delle due differenti """"visioni del mondo"""" sarebbe quella condizione mentale della """"coscienza liminare"""" dell'""""immaginale"""" umano, intesa quale soglia di mediazione tra il sentire intellettuale e il sentire emotivo, il conscio e l'inconscio, il razionale e l'irrazionale, all'interno del cosiddetto """"sapere dell'anima""""."" -
Vecchi amici
Come vecchi amici, le paure e gli incubi dell'infanzia tornano a farci visita anche da grandi: ritrovarli può essere angoscioso e confortante insieme, perché quei brividi dimenticati portano con sé i ricordi, le immagini, gli odori di quando eravamo bambini. Guai a non trattarli con rispetto e considerazione, perché aprono squarci improvvisi su mondi ignoti che quotidianamente inviano preziosi messaggi a chi è disposto a riceverli, aprendosi a una comprensione più ampia dell'universo. In questi undici racconti paradossali, surreali, grotteschi, Lapo Ferrarese scandaglia, in pagine dal ritmo incalzante e coinvolgente, una delle paure più profonde e ancestrali dell'essere umano, quella che dietro la tranquillizzante apparenza delle cose si nasconda una via d'accesso per un altrove misterioso e insondabile che non ammette spiegazioni razionali. -
Le discese ardite
Se si sa come andare si vince sempre. Sono le parole che la piccola Snezana, dotata del potere di fare incontrare, in un istante, le limitazioni della realtà con l'onnipotenza del sogno, affida a Giulia. Nei sogni della bambina i due mondi si sfiorano di continuo, si rivelano, aprono un varco per consentire il passaggio verso una soluzione. Perché Giulia ha davvero in sé un segreto. Ma risalire si può, se si conosce il passo. Tutto accadrà in quelle discese che lei affronta sfidando le pareti ripide e scure. Tra figure femminili magistralmente tratteggiate e straordinari personaggi, prende vita un romantico enigma d'amore, viaggio iniziatico e appassionata resa di fronte alla bellezza, della montagna, della donna, della Verità, che ci trasporta in un'assenza di tempo, lungo discese che, a un tratto, offrono un appiglio e consentono l'appoggio per variare il salto in una danza verticale di straordinaria grazia. Fino a farci scoprire, come Giulia, che il confine tra la realtà e il sogno è labile e tutto può ribaltarsi, come in un lago notturno in cui il cielo stellato si specchia, regalando la vertigine che capovolge ogni cosa e muta la discesa in una luminosa risalita. -
Ascolti d'autore. La narrativa contemporanea e la musica. Interviste a venticinque scrittori
Tra jazz, classica e molto rock, Ascolti d'autore si presenta come un viaggio attraverso i gusti, i ricordi e le idiosincrasie musicali di alcuni tra i più noti scrittori contemporanei del panorama italiano e internazionale. Pierluigi Lucadei, giornalista e grande appassionato di musica, ha raccolto in questo volume venticinque interviste che permettono di dare una sbirciata tra le collezioni di dischi degli scrittori, di scoprire cosa ascoltano quando scrivono, quando leggono, quando cercano l'ispirazione. Amata, collezionata, custodita, la musica rivela ben più di una connessione con la creazione letteraria, offrendo la possibilità di osservare da un punto di vista inedito e originale quella piccola bottega artigiana che è la stanza dello scrittore. Una porta aperta sul suo mondo, per conoscerlo sotto una nuova e ""sonora"""" luce."" -
Una geografia profonda. Scritti sulla terra e l'immaginazione
Il più grande scrittore americano di paesaggi racconta le sue indagini nei luoghi che predilige da un trentennio, ghiacci polari e tundre, deserti e boschi vergini. Imperdibile maestro, dispensatore di saggezza nata da un'intimità quasi mitica con il mondo naturale, Barry Lopez si mette in ascolto di questi meravigliosi regni attendendo che siano loro ad avviare dialoghi rigeneranti con un ospite in bilico tra geografia interiore ed esteriore, entrambe destinate a confluire in una sola esperienza d'intensità contemplativa. La verità appare a questo punto come ""qualcosa di vivo e impronunciabile"""" e la lunga traccia di stupore, nutrendo un cesellato esercizio di scrittura, si traduce in narrazioni memorabili. Lupi, orsi, caribù, ghiottoni, venti, tempeste, spettacolari giostre di visioni captate a estreme latitudini: l'opera di Lopez trasforma un fantastico universo di elementi in un gesto di rilevanza etica diretto al cuore di noi stessi, prezioso antidoto all'inaridimento di un'immaginazione che rinnega sempre più, con conseguenze biologicamente e spiritualmente catastrofiche, il suo terrestre grembo."" -
Nessuna militanza, nessun compiacimento. Poveri esercizi di critica non dovuta
"Un mondo ci è appena crollato alle spalle e non se ne vede un sostituto che non prometta miseria, solitudine, stoltezza dei grandi mediatori, forse violenza. Sembra quasi che Tricomi indaghi questo crollo per cerchi concentrici, facendone una questione privata non prima di aver inserito quest'ultima nella cronaca e sullo sfondo degli anni che stiamo vivendo: un'indagine sull'attuale stato delle cose a propria volta collocata in un contesto storico di portata assai più vasta"""". (Nicola Lagioia)" -
Quando il leone si ciberà di paglia
Bravo, Antonì. Quante volte se lo è sentito dire? Bravo, prega Antonì, obbedisci Antonì. Glielo sussurra la madre mentre lo veste da femminella e gli dice che tanto agli abiti lunghi ci si dovrà abituare, visto che farà il prete e salverà a tutti l'anima; lo ribadisce in seminario quel serpente di don Paolo, per allontanargli la voglia di svelare che lui è un perfiriuso, un perfido, che si approfitta dei ragazzini. Ma Antonio, che ha tredici anni e oscilla ""come un cornetto scacciaguai"""", tace e mette le parole al buio. Chi lo capisce dove sta il male e dove il bene? Mentre sullo sfondo scorre l'Italia dei preti operai e la Chiesa di Paolo VI che in un Natale all'Italsider parla di rivoluzione e dice che lavorare è uguale a pregare, il cammino di Antonio si snoda tra foschi inciampi e castighi, letture sacre che tolgono la malinconia e incontri provvidenziali. Fino all'ultima, vera rinascita, quando tutto pare possibile. Anche che il leone si cibi di paglia, come dice Isaia, che il mondo in sogno si capovolga, in una profetica rivoluzione, e si possa infilare la mano nella buca di un aspide senza essere più morsi."" -
Sguardi dal Novecento
"Vacca crede nella letteratura e lo fa visceralmente, da sempre, e per questa ragione la diffonde e la divulga con quella passione e con quel radicalismo che sono cifre distintive del suo impegno (e del suo ingegno) e che sono pure gli strumenti (umani, in primis) della sua lotta contro l'abbrutimento e il piattume imperanti. [...] Inquadra i suoi autori come degli irregolari, dei battitori liberi che non hanno accettato di scendere a patti e tanto meno di stipulare compromessi con la propria epoca e con la scena culturale che li ha accolti (non di rado male). Ognuno di essi - questo il pensiero di fondo di Vacca - non si è concesso sconti e scorciatoie e ha proposto l'onestà di una visione, di un sentire la parola, come punto essenziale e non negoziabile della propria presenza"""". (Dalla prefazione di Simone Gambacorta)" -
L' Europa e noi. Scritti di diritto costituzionale europeo
I diritti, le libertà, le fonti; i principi fondamentali, le tradizioni costituzionali comuni, l'identità costituzionale dello Stato membro; il decentramento territoriale, le politiche europee, l'ambiente: sono questi alcuni argomenti chiave affrontati dai saggi raccolti nel presente volume, che attraversa gli ultimi tredici anni dell'esperienza costituzionale dell'Unione europea. Con un saggio inedito sulla crisi economica dell'Europa. -
Prospettive sonore. Percezione e mediazione
Prospettive sonore. Percezione e mediazione è il secondo volume di una serie dedicata ai soundscape studies, un'area di studi interdisciplinare che si occupa di paesaggio sonoro in tutte le sue declinazioni e in diversi ambiti di ricerca, scientifica e umanistica. Percezione e mediazione sono due parole (e due concetti) che i saggi qui raccolti si propongono di far dialogare in prospettiva appunto sonora, con l'obiettivo di superare le ovvie difficoltà, anche lessicali, dovute al pregiudizio visivo. Sono stati scelti questi due aspetti perché nessun paesaggio sonoro potrebbe esistere senza essere percepito, e la sua esistenza avrebbe vita molto breve se non potesse essere mediato. La sinestesia, l'inquinamento acustico, il fonosimbolismo, il contribuito della musica alla creazione dell'identità nazionale, i fan-generated videos sono solo alcuni degli argomenti trattati. Gli autori studiosi di fama internazionale accanto a giovani che si affacciano per la prima volta sull'arena del dibattito culturale - sono tutti uniti dal medesimo rigore scientifico e dalla comune passione per la materia trattata. -
Il sintomo di Lacan. Dieci incontri con il reale
La psicoanalisi deve toccare il reale, in caso contrario è una farsa, oppure, detto altrimenti, una psicoterapia. Il sintomo di Lacan si misura - in dieci ""incontri"""" che sono altrettante forzature e scomposizioni della stessa domanda - con questo interrogativo: la pratica analitica può toccare il reale? E se sì, quando e in che modo riesce a farlo? Il reale, comunque lo si voglia intendere - come uno dei registri della vita, come esperienza pura, come insopportabile, come esigenza pulsionale acefala, come problema insolubile, come impossibile, come cosa in sé, come realtà grezza, come nuda vita, come evento -, è senz'altro il """"punto"""" sul quale Lacan ha insistito maggiormente nel corso del suo lavoro. Per questo egli ha concepito l'analisi come una prassi nella quale far accadere il reale, nella quale incontrarlo, per consentire all'analizzante di stabilire con esso, anziché patirlo, un diverso rapporto."" -
Un anno e a capo
"'Si amavano così tanto che anche l'amore decise di lasciarli soli.' A me viene da pensare che questo di Federica D'Amato sia de facto un discorso postmoderno (non sul postmoderno), e che lo sia inevitabilmente. Un discorso che rammenta a noi tutti il nostro persistere inevitabilmente ai bordi di un collasso, lungo una circonferenza dove non possiamo che deporre parole nomadi. Felicemente, nomadi, e piene di grazia, almeno in Federica: che le scrive come una preghiera rivolta all'immagine sfocata al centro per eccellenza, forse pensando a un luziano 'battesimo dei frammenti'."""" (Dalla Postfazione di Simone Gambacorta)" -
Soundscapes and sound identities. Ediz. italiana
Attraverso il suono l'essere umano si relaziona con gli altri, delimita contesti che risuonano della sua lingua e dei suoi usi - ecco perché proprio il suono è spesso al centro di delicate questioni riguardanti la gestione e la condivisione degli spazi. Suoni e sonorità possono dunque definire l'identità del contesto in cui si manifestano? Sono i singoli suoni a individuare l'identità acustica di uno spazio oppure, viceversa, è lo spazio stesso a conferire ai suoni un carattere preciso e irripetibile, modellandoli e trasformandoli in accordo con l'ambiente che li ospita? Del tema della relazione fra identità sonora e paesaggio sonoro si è occupato il VII Simposio Internazionale del Forum Klanglandschaft - FKL: Forum per il Paesaggio Sonoro - intitolato ""Soundscapes and Sound Identities"""", che si è svolto in Trentino, presso il Castello di Beseno, nel maggio 2015."" -
L' occupazione del suolo
Un esorbitante affresco sul muro di un palazzo parigino, in cui appare sorridente dentro quindici metri di abito blu mentre offre un flacone di profumo, è tutto quel che rimane di Sylvie Fabre, bruciata nell'incendio della sua abitazione. A questa immagine pubblicitaria, minacciata dal rinnovamento edilizio e offesa dal sottostante degrado urbano, tornano con assiduità il marito e il figlio per mantenere viva la memoria della defunta. Una scommessa ostinata, condotta contro l'inevitabile crescere del piano di occupazione del suolo che finirà per cancellare le preziose vestigia ma non l'acribia dei due fedeli superstiti, installati nel nuovo monolocale appena sotto gli occhi di Sylvie e decisi a raschiarne la dura materia pur di aprirsi un'ultima breccia verso la moglie e la madre perduta. -
La tempesta di neve
"La tempesta di neve"""" non è solo il racconto di un viaggio notturno nella tormenta. Nel cuore gelido della tempesta, Tolstoj custodisce il ricordo di un giorno caldo di luglio e di un bambino che vede estrarre da uno stagno il corpo annegato di un contadino. Tolstoj ha così tanta cura di queste due narrazioni da cucirle con lo stesso sentimento. Non crea specchi, lega melodie. E il lettore inizia a sentire che gli oggetti, i suoni, i personaggi della mattina calda di luglio appartengono alla corsa dei cavalli e delle slitte nella neve, alle urla dei vetturini nella tempesta. Ma la morte porta via qualcosa a chi sopravvive, la tempesta cancella lo spazio attorno ai viaggiatori: senza un luogo nel quale riconoscersi l'uomo non ha identità. È la ricerca dell'identità il tema sotterraneo de """"La tempesta di neve"""". Tolstoj chiude con un canto: nella luce dell'alba, descrive con gioia i volti dei vetturini, che erano rimasti nascosti al narratore durante la notte. È il canto dell'identità, la chiusa di ogni scritto che sia vissuto come esperienza. Postfazione di Michele Toniolo." -
Tempo grande
In un grande studio televisivo romano, il conduttore Marco Apudruen e lo scrittore Gigi Insolera trasmettono in tempo reale immagini che arrivano da ogni parte del mondo sotto forma di servizi giornalistici. I due non potrebbero essere più diversi: freddo, ambizioso, dispotico il primo, sensibile e introverso il secondo. L'irrompere sulla scena di Marianna Estensi, un'affascinante fotoreporter, mette in crisi il loro sodalizio, innescando un crescendo di situazioni incandescenti e drammatiche in cui si riflettono le contraddizioni e i retroscena del mondo televisivo e il cinismo della ""società dello spettacolo"""". Fa da sfondo alla vicenda una Roma maestosa e svagata, capace di esaltare chi la vive oppure di schiacciarlo, mentre nei capitoli finali l'azione si trasferisce nel cratere di Ngorongoro, in Tanzania, dove un evento imprevedibile segnerà una svolta nella storia."" -
Il presente di Gramsci. Letteratura e ideologia oggi
Questa raccolta di saggi ha una semplice e diretta ambizione: dimostrare che anche in campo letterario il confronto con i testi di Antonio Gramsci non può limitarsi a una passiva pratica di richiamo bibliografico, ma deve dirigersi verso l'orizzonte della politica riscoprendo il nesso tra teoria e prassi. Nell'ambito sempre meno politico degli studi letterari, questa prospettiva ha un significato assai preciso: le traiettorie interpretative, le riflessioni sullo statuto della letteratura, il modo in cui una certa produzione viene letta e pensata, la discussione sui valori e sulle categorie - tutto ciò influenza e determina il campo culturale, produce visioni del mondo, abilita punti di vista che, inevitabilmente, si legano alle pratiche quotidiane e forniscono materia di azione politica. Il volume raccoglie i saggi di Mimmo Cangiano, Roberto Dainotto, Paolo Desogus, Gabriele Fichera, Guido Mattia Gallerani, Marco Gatto, Lorenzo Mari, Francesco Marola, Gian Luca Picconi, Antonio Tricomi. Con una postfazione di Mauro Pala. -
L' avvenire dei diritti di libertà
È il 1945 quando Piero Calamandrei decide di interrogarsi sul significato delle libertà. E lo fa con uno scritto destinato a introdurre la ripubblicazione di un libro dello storico ed ecclesiasticista Francesco Ruffini, dato alle stampe e circolato clandestinamente vent'anni prima. In quelle pagine, qui riproposte, il giurista toscano afferma che il liberalismo economico del XIX secolo fu uno strumento di cui la borghesia si servì per escludere tutti gli altri dal godimento delle libertà politiche. Non fu, dunque, garanzia di progresso sociale, ma privilegio, sfruttamento dei più poveri da parte dei più ricchi, in quanto era l'appartenenza a una determinata classe sociale ad assicurare la partecipazione attiva alla vita dello Stato. Poi sopraggiunse il fascismo e i diritti vissero il loro momento più buio. Solo quando nuove forze sociali riuscirono a emergere, si riconquistò anche la libertà perduta. Ma ci si convinse presto che la proclamazione delle libertà implicasse un'azione dello Stato volta a rimuovere gli «ostacoli di ordine economico e sociale» che si frapponevano di fatto al godimento dei diritti. Introduzione di Enzo Di Salvatore. -
La dormiente
Pochi anni dopo la fine della seconda guerra mondiale tre ragazzi riscoprono Nevonia, una stazione sciistica fondata nel Ventennio sull'Appennino Centrale, e ora abbandonata. Un luogo affascinante, strano e misterioso, che i tre si ripromettono di far tornare ai fasti di prima della guerra. Ma dei tre ragazzi solo uno, l'imprenditore, è sopravvissuto, e non vuole arrendersi, convinto com'è che con l'innevamento artificiale tutto tornerà a girare per il verso giusto. Ma ancora una volta la rinascita di Nevonia si rivela una chimera. Sarà lo stravagante figlio dell'imprenditore a raccogliere per l'ultima volta il testimone, con un progetto grandioso e un'eccentrica squadra di fedelissimi. Fulcro dell'operazione è la distruzione di un ghiacciaio fossile, impresa scellerata che innesca un disastro ambientale di proporzioni inaudite. Pochi mesi dopo, una giovane donna, coinvolta nella vicenda suo malgrado, si interroga sui motivi del disastro: spetterà a lei risanare l'integrità violata della montagna e ristabilire l'equilibrio delle cose, giocando sull'incerto confine tra ciò che è reale e ciò che non lo è. -
Foucault con Lacan. La produzione discorsiva del soggetto
È ancora lecito oggi porre la questione della soggettività, e dei modi della sua produzione, al centro di un'analisi sull'etica e sulla politica? A fronte dell'iperspecializzazione tecnologica che investe i processi di costituzione del legame sociale, e nel pieno di una mutazione antropologica di portata globale che sempre più autorizza il decentramento attuale dall'umano alla macchina, c'è ancora posto per il soggetto e per il suo originario rapporto con il godimento e con il linguaggio? Raccogliendo la problematica eredità dello Strutturalismo, ma scongiurando al tempo stesso qualsiasi tentazione al ritorno trascendentale del soggetto fondatore e del suo idealismo implicito, Michel Foucault e Jacques Lacan indicano il tracciato possibile di una risposta affermativa. Possono i due pensatori dunque parlarsi dalla radicale alterità dei propri percorsi? Nella contrapposizione spesso ostinata che tuttora si ascrive ai due profili intellettuali è possibile esplorare l'ipotesi di una convergenza? La tesi di questo libro è che tale operazione si presenti come quanto mai opportuna.