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Nord. Una città-regione globale
L'agglomerazione delle attività produttive e la divisione mondiale del lavoro spingono da tempo verso la formazione di cittàregioni globali. La crisi in atto potrebbe ulteriormente accelerare questo processo, per la necessità di concentrare le risorse. Un fenomeno che sta avvenendo anche nel Nord italiano, principale piattaforma economica del paese. Non la Padania pseudoidentitaria e localista vagheggiata per ragioni ideologiche e politiche; al contrario, una regione molto aperta, a scala sovralocale, i cui contorni non sono tracciabili alla maniera dei vecchi confini nazionali o subnazionali, come delimitazioni di un territorio. A prevalere è la dimensione della rete (di città, di imprese, di infrastrutture, di servizi, di conoscenze, di flussi), che per sua natura non si lascia circoscrivere. E decisiva sarà la capacità di cooperare e competere alla pari con analoghe cittàregioni in Europa e nel mondo. -
L' economia del Brasile
Tra i paesi BRIC il Brasile è forse quello più moderno: democratico, con una classe media vivace e creativa. La sua economia è diversificata, iper-competitiva nella produzione agricola, ma anche forte in industrie ad alto contenuto tecnologico come l'aeronautica e i biocarburanti e con un immenso potenziale petrolifero. Nel descrivere l'economia brasiliana e le modalità con cui il paese è diventato una potenza commerciale capace di trascinare il resto del Sudamerica, gli autori si interrogano anche sulle zone d'ombra, e sulle conseguenze della crescita economica per lo sviluppo sociale e la sostenibilità ambientale. -
Il governo manageriale delle università. Dal direttore amministrativo al direttore generale
La legge di riforma dell'Università, conosciuta come legge Gelmini, è entrata in vigore a inizio del 2011. Molte le novità che sono state introdotte, soprattutto a livello di governance. Una in particolare si mostra come novità assoluta: il ruolo del direttore amministrativo, così come conosciuto nel corso degli anni, è sostituito da quello di direttore generale. Non solo: il direttore generale è individuato come ""organo"""" dell'ateneo insieme a rettore, consiglio di amministrazione, senato accademico, nucleo di valutazione e collegio dei revisori dei conti. Al direttore generale viene attribuita """"la complessiva gestione e organizzazione dei servizi, delle risorse strumentali e del personale tecnico-amministrativo dell'ateneo"""". Come interpretare il nuovo ruolo in rapporto alle esigenze degli atenei, organizzazioni estremamente complesse, che devono sempre più affrontare la loro missione con sguardo alla razionalizzazione e standardizzazione dei costi, alla gestione delle risorse umane per competenze, alla performance dell'intera organizzazione? Un interrogativo su cui il volume riflette, e cui contribuisce a rispondere."" -
La sfida della valutazione
Questo volume raccoglie gli interventi presentati nel convegno organizzato dalla Fondazione per la Scuola nel maggio 2011 dal titolo ""La sfida della valutazione"""", tema che la Fondazione ritiene cruciale nel dibattito pubblico italiano. La scelta della doppia lingua, italiano e inglese, certamente non convenzionale, è dovuta alla volontà di posizionare in ambito internazionale il recente dibattito sul tema della valutazione in Italia. Il ritardo italiano in materia è parzialmente dovuto a ragioni di carattere storico e di lobbying esercitate dal mondo della scuola; la mancanza di dati fa il resto. Le ricerche internazionali hanno contribuito in modo notevole ad aprire questo dibattito in Italia per cercare di recuperare ritardi. I saggi qui presentati si soffermano sul ruolo della valutazione (degli studenti, degli insegnanti e delle scuole) e analizzano il caso italiano. Gli autori sono studiosi di fama internazionale, molto ascoltati dai decisori pubblici. Offrire l'opportunità di queste riflessioni e di questi scritti a un pubblico più ampio rappresenta un contributo che la Fondazione offre al mondo della scuola e al dibattito pubblico in occasione del suo decennale."" -
Innovazione e trasformazione industriale: la prospettiva dei sistemi di produzione locale italiani. Rapporto di Artimino sullo sviluppo locale 2011
Quali trasformazioni hanno caratterizzato le regioni e i distretti industriali italiani nell'ultimo decennio? Qual è la scala territoriale più adeguata per comprendere tali trasformazioni? Il volume mira a dar risposta a queste domande, considerando le sfide provenienti dai mercati, dalle tecnologie, dai movimenti della società, che i vari luoghi dell'industria italiana hanno affrontato nel recente passato e continuano ad affrontare oggi. La comprensione della trasformazione in atto appare particolarmente importante nel contesto odierno, in cui i tradizionali modelli produttivi e cognitivi che hanno caratterizzato lo sviluppo dei distretti e dell'industria manifatturiera italiana sono stati - di necessità - affiancati da altri. Alcuni di questi appaiono potenzialmente adatti a fronteggiare le esigenze, ineludibili, di rinnovamento, innovazione e internazionalizzazione, contribuendo al tempo stesso a dar vita a nuovi percorsi di sviluppo locale, mentre altri si collocano in una obiettiva direzione di disgregazione dei fattori locali dello sviluppo. -
Il divario incolmabile. Rappresentanza politica e rendimento istituzionale nelle regioni italiane
Perché alcune istituzioni regionali funzionano meglio di altre? È vero che conta più il civismo dei governati che le virtù dei governanti? Quanto influiscono il dinamismo dei sistemi produttivi e i modi di operare della politica al livello locale? A partire da un'ampia base empirica, il volume esamina in chiave comparativa i processi di formazione della rappresentanza, la struttura della competizione elettorale, la selezione della classe politica, la personalizzazione della leadership di governo, l'organizzazione delle assemblee, i tempi e le dimensioni della produzione legislativa nelle regioni italiane. Il quadro che emerge confuta l'ipotesi che esista una relazione univoca tra civismo ed efficienza delle regioni: si scopre che in alcuni settori di policy anche la politica conta e che il fattore più correlato con il rendimento delle istituzioni pubbliche è la ricchezza privata. -
Dissonanze concordi. Temi, questioni e personaggi intorno ad Anton Francesco Doni
Negli ultimi trent'anni una rinnovata attenzione filologica e storiografica per le opere dei cosiddetti poligrafi ha mostrato come si debba ancora far luce in modo sistematico su un Rinascimento fatto non solo d'irregolarità e capriccio, ma anche di un confronto serrato e dialettico con i modelli dominanti e con i classici, il volume assume come caso paradigmatico Anton Francesco Doni, per portare l'attenzione su quanto accadeva intorno a lui: temi, questioni e personaggi. Attraverso quattro sezioni (dedicate a editori, accademie, poligrafi e lettura, plagio e censura) e con la collaborazione di studiosi di differente formazione e competenze, si ricostruisce un quadro sfaccettato delle tendenze condivise e pervasive di una stagione, dissonante ma concorde, della nostra letteratura. -
I trasporti del nostro scontento
"Molti sono convinti che la crescita economica di un paese sia determinata sempre dal livello o dall'aumento delle infrastrutture, indipendentemente da qual è lo stadio a cui la crescita è arrivata. Ma non è così. Certo, se prendiamo un paese che è quasi del tutto privo di infrastrutture, per esempio una nazione che si trova al centro dell'Africa, è chiaro che lì la costruzione di un'infrastruttura costituisce un passaggio essenziale per la crescita e di fatto ne diventa un volano. [...] Non è certo realizzando la Livorno-Civitavecchia in forma autostradale che la crescita dell'Italia può accelerare di chissà quanto. E neanche realizzando la Tav o il nuovo traforo del Brennero vedremo aumentare il Pil in modo consistente e, soprattutto, duraturo."""" (l'autore)" -
Senza frontiere. La libera circolazione delle persone in Europa
L'integrazione europea ha prodotto un risultato senza precedenti nella storia: permettere a mezzo miliardo di persone di muoversi a piacimento da un capo all'altro d'Europa, come se non vi fossero frontiere tra stati. In un continente in cui per secoli si sono combattute innumerevoli guerre per difendere o spostare confini, la libera circolazione dei cittadini europei sconvolge la logica politica della divisione del mondo in stati-nazione. Non a caso, secondo le periodiche indagini Eurobarometro, la ""libertà di viaggiare, lavorare e studiare"""" è ciò che più comunemente viene associato all'immagine dell'UE. Il diritto di libera circolazione """"è"""" l'Unione Europea nella mente degli europei. Il volume ricostruisce genesi e storia di questo diritto, analizza le politiche in cui si sostanzia e descrive la popolazione che ne fa uso per vivere in un altro stato membro. Attualmente si contano circa tredici milioni di """"europei mobili"""". Chi sono? Cosa fanno? Quando e perché hanno lasciato il loro paese d'origine? E soprattutto: possono aiutare l'UE a rafforzarsi? Sulla base di dati originali raccolti dall'autore nell'arco di un decennio, il libro risponde a tali domande tracciando il ritratto accurato di una minoranza strategica nel processo di europeizzazione delle società nazionali."" -
Nuovi bisogni finanziari: la risposta del microcredito
Mentre in Europa il settore del microcredito si consolida e viene da più parti promosso come una delle risposte alla crisi economica e finanziaria, sul versante italiano si registrano preoccupanti segni di ritardo. A quasi un decennio dalle prime sperimentazioni, infatti, il microcredito in Italia sembra ancora intrappolato in una fase di avviamento. Il volume individua le cause di questo ritardo e analizza le ragioni per cui le offerte di microcredito in Italia, nelle diverse tipologie e modalità, non sono in grado ad oggi di rispondere adeguatamente ai nuovi bisogni finanziari delle famiglie e delle microimprese. Sulla base delle ricerche empiriche e delle analisi presentate, il volume propone una serie di modelli operativi, tecniche e strategie di risposta finalizzati al superamento dei limiti del settore in Italia, inquadrandoli all'interno di una agenda di politiche per il microcredito. -
La Spagna di Rajoy
Il 20 novembre 2011 le elezioni spagnole hanno portato al governo il Partito popolare di Mariano Rajoy. Alcuni qualificati specialisti della storia e delle dinamiche sociopolitiche della Spagna contemporanea offrono in questo volume un ventaglio di analisi sui risultati elettorali che hanno sancito il tramonto di Zapatero, illustrando il ruolo dei partiti, le dinamiche parlamentari, la questione delle autonomie, la situazione sociale ed economica, la condizione giovanile, l'atteggiamento della Chiesa. Uno sguardo in profondità nella storia più recente del paese, per capire come sta cambiando la democrazia spagnola e quale ruolo potrà svolgere nel difficile scenario europeo. -
Migrazione economica e contratto di lavoro degli stranieri
Confine è la rappresentazione del ""solco"""", la forma della sovranità dello Stato nazione nato dalla disgregazione degli imperi coloniali, chiuso all'interno di frontiere proprie. Confine ha molte connotazioni; con riguardo alla migrazione economica è l'altra faccia del movimento o, se si preferisce, della mobilità e può essere tradotto in istituti giuridici diversi. È al paradigma del confine come metafora della barriera che s'ispira questa ricerca, sviluppando le suggestioni di segno opposto alla virtuosa relazione tra cittadinanza e lavoro, a livello dell'Unione europea e a livello nazionale. Il tema trattato rende evidente che le questioni lavoristiche classiche (il contratto di lavoro, il funzionamento del mercato della manodopera) non possono essere disgiunte dalla valutazione di contesto europeo di riferimento, non tanto e non solo per le trasposizioni di direttive più recenti da portare a sistema (direttiva rimpatri, sanzioni, permessi). Ma soprattutto perché la prima, concreta, fase d'influenza del diritto dell'Unione sul diritto nazionale in materia di migrazione per ragioni di lavoro può considerarsi aperta e consentirà di misurare l'impatto delle cosiddette """"politiche di prossimità"""" elaborate a livello sovranazionale anche con il concorso dei governi nazionali che si sono succeduti dal 1999, anno delle Conclusioni di Tampere, ad oggi."" -
Il lavoro difficile. Discriminazione e gruppi discriminati in Italia
La direttiva 2000/78 del Consiglio europeo ha sancito ormai da tempo la necessità di combattere qualsiasi forma di discriminazione lavorativa nei confronti di individui appartenenti a categorie socialmente svantaggiate. Ma quale effetto ha prodotto questa normativa nel nostro paese? In che misura il genere, l'età, la condizione psicofisica, gli orientamenti sessuali o le convinzioni personali penalizzano nell'accesso al lavoro o nello svolgimento dell'attività stessa? Questo volume presenta i risultati di un'indagine nazionale condotta su un vasto campione di persone in età lavorativa. Ne emerge un quadro articolato, che segnala la persistenza di diverse aree di criticità rispetto a cui la normativa italiana ed europea viene disattesa, e che sollecitano quindi un più efficace intervento politico e legislativo. -
Retoriche dei giuristi e costituzione dell'identità nazionale
Nei discorsi dei giuristi le celebrazioni retoriche dell'appartenenza e le costruzioni dei nessi tra diritto e legge statale permettono di seguire il tormentato passaggio dalle patrie regionali allo Stato unitario e di cogliere la costruzione e la legittimazione di istituzioni, leggi e giurisprudenza nel Regno d'Italia. Raccordando presente e passato e prospettando il futuro, la retorica dell'appartenenza tende a uniformare contenuti spesso diversi tra loro: il richiamo al diritto ""veramente italiano"""" ora celebra la perfetta unione tra nazione e Stato, ora reclama il compiersi del destino manifesto della nazione. La rappresentazione identitaria diviene più esplicita ma non più univoca: la legittimazione del nuovo Stato unitario ha bisogno di storia e di tradizioni, ma la definizione dell'italianità della storia del diritto offre un passato dai tratti mutevoli. Dopo la prima guerra mondiale nazionalismo e fascismo impongono un quadro unitario fondato sull'identità razziale e sulla cancellazione di ogni divergenza tra politica e diritto. La retorica identitaria assorbe e falsa i miti risorgimentali e vede il diritto fascista come culmine della storia nazionale. I giuristi non sembrano porre alcuno schermo allo Stato e alla politica fascista, se non per rivendicare sommessamente le caratteristiche della loro ricostruzione tecnica. Nel dopoguerra, sarà questa fragile """"barriera formale"""" a essere usata dai giuristi per affermare l'identità italiana non travolta dal fascismo."" -
La qualità della democrazia in Italia
La democrazia italiana è oggetto costante di aspre critiche da parte dei cittadini, dei media e degli stessi politici. Perché? Perché gli ultimi vent'anni hanno visto deteriorarsi fortemente, se non le condizioni oggettive della nostra democrazia, certamente la sua rappresentazione sociale e mediatica? Questa rappresentazione corrisponde alla realtà delle cose? È vero che da noi la democrazia ha mostrato gravi lacune proprio nel ventennio in cui ""trionfava"""" in tutto il mondo? Il volume analizza la qualità della democrazia in Italia e i suoi cambiamenti dal 1992 al 2012. Per andare oltre il semplice """"j'accuse"""" e non cadere nell'alibi dell'eccezionalismo italiano sono utilizzati strumenti in grado sia di valutare la democrazia italiana comparandola con altre, sia di verificare il suo deterioramento nel tempo."" -
L' università e il sistema economico. Conoscenza, progresso tecnologico e crescita
L'obiettivo principale di questa ricerca è quello di offrire fondamenta concettuali e statistiche al dibattito sui molteplici contributi che il sistema universitario può fornire al sistema economico. La novità sta nell'affrontare questo tema in maniera integrata, considerando l'intero spettro delle attività svolte dagli atenei (didattica, ricerca e trasferimento di conoscenze), e nel l'adottare un approccio secondo il quale gli atenei, così come gli individui che vi lavorano e studiano, rispondono a incentivi analizzabili all'interno di un modello di tipo economico. -
Immigrazione, società e crimine. Dati e considerazioni sul caso Italia
Questo volume offre una vasta raccolta di dati e informazioni sul fenomeno criminale in Italia e sulla presenza degli immigrati, analizzando in particolare l'associazione tra caratteristiche economiche e culturali e comportamenti criminali messi in atto sia da cittadini italiani sia da stranieri. Per una migliore comprensione dell'attuale situazione, il volume ricostruisce inoltre il lungo e acceso dibattito internazionale sul legame immigrazione-crimine. L'analisi segue in effetti un doppio binario: quello storico-teorico e quello empirico-quantitativo. Tale impostazione permette al lettore di avere un quadro il più completo possibile di un fenomeno così presente nel dibattito pubblico ma molto spesso mal compreso o falsato nei suoi dati e tratti salienti. Diversi sono i temi affrontati, e tutti cruciali: l'andamento negli ultimi decenni della criminalità in Italia e i cambiamenti ascrivibili all'immigrazione; le dissomiglianze in materia di reati tra autoctoni e immigrati e l'evoluzione delle loro ""preferenze criminali""""; le differenze nei livelli di integrazione e di antisocialità tra i vari gruppi nazionali di immigrati in Italia; la distribuzione territoriale del crimine nelle province italiane e le caratteristiche ambientali e immigratorie capaci di spiegare tale distribuzione."" -
Rimetti a noi i nostri debiti. Forme della remissione del debito dall'antichità all'esperienza europea
Vuoi per cinico calcolo ""affaristico"""", vuoi per """"humanitas"""", vuoi per valutazioni di ordine pubblico, creditori e governi hanno spesso battuto strade alternative per fronteggiare l'insolvenza, alternative alla messa a morte del """"perfido debitore"""", al carcere e ad altre pene infamanti: le strade del buonismo e del perdonismo, costellate di dilazioni, moratorie, sconti, benefici vari. E anche cancellazioni. Oggi il consumatore """"dalla vita a rate"""", dai pagamenti virtuali con carta di credito in rosso o del tipo """"revolving"""" non può essere messo fuori gioco dall'insolvenza, perché l'economia di consumo, che caratterizza buona parte dei paesi industrializzati, ha bisogno di lui e deve offrirgli una seconda possibilità. Ciò significa ammettere, in una certa misura, la cancellazione del suo debito. O l'esdebitazione, come si dice con espressione tecnica. Se nell'immaginario comune - e nella sua coscienza bibliografica - la storia dell'insolvenza è principalmente una storia di sanzioni, questo libro assume come punto centrale di prospettiva la non-sanzione, ovvero la remissione del debito nelle sue molteplici forme: nell'antica Roma, le leggi sulla cancellazione, le """"indulgenze"""" fiscali e le dilazioni per rescritto del Principe; nell'Europa medievale e moderna, con i """"respiri"""" concessi attraverso le lettere sovrane; nell'Europa contemporanea, i termini di grazia nelle loro svariate declinazioni, fino alla controversa materia del sovraindebitamento del consumatore."" -
Storia del Concilio Vaticano II. Vol. 4: La Chiesa come comunione. Il terzo periodo e la terza intersessione (Settembre 1964-settembre 1965).
"Ci sono voci che vogliono andare indietro rispetto al concilio. Questo si chiama essere testardi"""" (Papa Francesco). L'unico modo per capire il Vaticano II è conoscerlo. Il concilio Vaticano II, l'evento che ha plasmato la fisionomia del cattolicesimo di questo secolo e segnato l'intero ambito cristiano del pianeta, prima di questa opera non era affrontabile sulla base di una ricostruzione storica organica. La """"Storia del concilio Vaticano II"""", promossa dalla Fondazione per le scienze religiose Giovanni XXIII di Bologna e coordinata da Giuseppe Alberigo, costituisce la sintesi di un progetto internazionale che si avvale di una ricca base documentaria inedita e dell'apporto di autori di diversi ambienti, lingue e ambiti culturali. L'opera - pubblicata in sette lingue - si articola in cinque volumi e intende ricostruire la dialettica che ha animato l'assemblea nelle varie fasi. Se ne ripropone ora la riedizione italiana, arricchita da una nuova introduzione di Alberto Melloni, già curatore della precedente edizione (1995-2001), e da un apparato iconografico a cura di Federico Ruozzi. Vengono approfonditi in questo quarto volume gli avvenimenti e i nodi critici dell'autunno 1964 e della successiva intersessione, l'ultima prima della conclusione effettiva del concilio. È una fase per diversi aspetti convulsa, in cui diviene più o meno netto il ruolo guida di Paolo VI, mentre le correnti conciliari si attestano su posizioni distanti e non facilmente componibili." -
Principi e forme delle scienze sociali. Cinque studi su Schumpeter
Quale che fosse la fondatezza della profezia schumpeteriana circa le sorti infauste del capitalismo, essa era frutto di una scrupolosa analisi dello svolgersi dei processi di ""democratizzazione"""". In essi l'autore austriaco aveva individuato la causa principale dell'implodere del sistema sociale cresciuto a ridosso del primo conflitto mondiale e giunto a maturazione negli Stati Uniti del secondo dopoguerra. Una tale interpretazione, per molti aspetti debitrice nei confronti di numerosi autori di lingua tedesca, si esplicò, in particolare, nella formulazione di una peculiare teoria del ciclo economico. Richiese però anche una concomitante definizione degli strumenti interpretativi delle scienze sociali, sviluppatesi e impostesi tra Otto e Novecento. A esse Schumpeter diede un contributo di rilievo, interrogandone la storia, problematizzandone i metodi, delineandone i possibili contenuti. Alla ricostruzione dettagliata di tale impegno è dedicato il presente volume. Accanto ai testi più noti sono prese in considerazione le loro varianti ed è analizzato un ampio numero di scritti """"minori"""" e di semplici abbozzi, grazie ai quali è possibile definire in modo adeguato l'impegno profuso da Schumpeter nei confronti del dibattito sulle Sozialwissenschaften.""