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L'autore non è d'accordo
Una scrittrice in carriera e due giornalisti accidiosi – l’uno critico musicale, l’altro venditore di fumo nel campo del gossip – rimangono isolati in un vasto podere in Toscana (per una quarantena? per una semplice, inspiegabile impossibilità ad andarsene?). Come nel più classico degli isolamenti forzati, i tre cominciano a raccontarsi delle storie, guidati dalla sola regola di attenersi al tema: il tempo, il «suo continuo trasformarsi e ritornare». Due famiglie contadine del Ventennio che per la prima volta incontrano la Bellezza. Un turista italiano in una Parigi gotica, stregonesca dei nostri giorni. Un collezionista d’arte che si perde nelle finzioni della sua casa romana. Differenti ma collegati, i tre racconti parlano inevitabilmente del carattere e del sentimento di chi li inventa. Ma, mentre si succedono, il tempo comincia a rallentare fino a interrompere il suo corso; e il podere, a poco a poco, sembra uscire dal nostro grado di realtà. “L’autore non è d’accordo” è un trompe-l’oeil letterario, un oggetto impossibile come la scala che si lascia scendere o salire infinitamente; una favola colta, surreale, verissima. -
Prima sterminammo gli uccelli... La cacciata degli dèi
Anno 2035 d.C. I volatili di tutto il mondo sono presi da un impulso sconosciuto che li porta ad attaccare gli esseri umani; mentre le argomentazioni ambientaliste hanno sempre meno mordente, i governi si attrezzano per attuarne lo sterminio totale. Ma è solo l’inizio: tutto il regno animale, a poco a poco, sembra prendere parte alla rivoluzione contro l’uomo. Anno 300.000 a.C. Gli esseri ultraevoluti che popolano il pianeta Taor, dopo secoli di guerre interne, vivono pacificamente, finché un’ondata di radiazioni non diffonde un’anomalia tra i feti delle donne incinte. Ma le autorità planetarie credono di avere la soluzione: per salvare la specie, serve raggiungere un piccolo pianeta blu chiamato Terra…”Prima sterminammo gli uccelli… è una doppia metafora sull’ambiente e sulle nostre inclinazioni più distruttive”; un libro di mille voci che racconta un’umanità così poco compatibile con il mondo che la ospita. -
Rapporto Ca’ Foscari sui comuni 2020. Il governo locale: modelli ed esperienze in Italia e in Europa
L’esplosione in Europa di un’epidemia devastante come quella del Covid-19 fornisce una nuova chiave di lettura dei diversi modelli di comune: quale ruolo può ricoprire l’istituzione più vicina al popolo nella risposta a un evento così dirompente, amplificato dalla globalizzazione? Di fronte al fallimento del mercato si analizzano le diverse forme di comune, luogo della reciprocità e della redistribuzione, e i modelli di governance delle politiche locali. Il saggio sui numeri del disequilibrio si concentra quest’anno sulle “aree interne” e scandaglia la criticità finanziaria emersa nel 2019, che ha visto ben 81 comuni – abitati da oltre un milione di persone e concentrati in alcuni territori – attivare il dissesto o procedure di severo risanamento. Il Rapporto esamina le funzioni svolte dai comuni, come la gestione dei rifiuti, i servizi per l’infanzia e quelli per l’istruzione, e fornisce un’illustrazione critica delle innovazioni normative sui comuni introdotte nel 2019. Scritti di: Romano Astolfo, Paolo Borioni, Giovanni Bertin, Paolo Brambilla, Vinicio Brigante, Federico Caldura, Stefano Campostrini, Giovanna Colombini, Marcello Degni, Marco Di Cataldo, Cristina Doni, Elena D’Orlando, Antonella Evangelista, Andrea Ferri, Giaime Gabrielli, Marta Gibin, Mathieu Houser, Francesco Iacotucci, Raffaele Lagravinese, Eleonora Luciani, Vanessa Manzetti, Larysa Minzyuk, Andrea Morgia, Massimo Paradiso, Maddalena Poiana, Francesco Porcelli, Stefania Porchia, Gianfranco Postal, Giuliano Resce, Giulia Romani, Pier Marco Rosa Salva, Felice Russo, Luciano Sandel, Alberto Zanardi, Maristella Zantedeschi, Angela Zin. -
Le politiche sanitarie e il coronavirus
Di fronte a un evento straordinario come quello che stiamo vivendo – in un clamore informativo affollato di cifre, di paure, di previsioni – è necessaria una riflessione che ci aiuti a riconoscere le dimensioni di questa crisi, a comprenderne gli antecedenti e a immaginare i cambiamenti, a partire dal sistema sanitario. Una riflessione urgente e necessaria perché l’epidemia ha messo in evidenza tanto la capacità di tenuta di tutti i servizi di assistenza sanitaria quanto le gravi debolezze strutturali. Si è spesso dichiarato, con qualche retorica, che il sistema sanitario deve essere costruito intorno alle persone come un diritto di cittadinanza: forse è il momento di prendere queste enunciazioni al loro valore letterale. Oggi esistono gli strumenti per rendere questo diritto effettivo e sarebbe grave se, normalizzata (se non sconfitta) l’epidemia, si cercasse di tornare alle vecchie logiche. -
Il prezzo della pandemia. Uno sguardo d'insieme
La pandemia ha rivelato tutta la fragilità di un’idea che ci martella da decenni: il pubblico è spreco, il privato è bello. Oggi scopriamo che la nostra sanità parla di clienti e non più di cittadini con diritti; che il nostro ambiente è stato sacrificato all’altare della crescita infinita; che ricerca e scuola sono scarnificate dai tagli; che il mondo del lavoro è spaccato in due, tra chi continua a dare ordini da casa e chi deve stare a contatto con i macchinari, fare consegne in bicicletta, raccogliere ortaggi nei campi. Scopriamo la perversione di un modello che ha venduto la globalizzazione come un processo in cui vincono tutti, ha trasformato l’economia in finanza e ha reso i poveri dei «consumatori a debito dei sogni dei ricchi». Andrea Ranieri ha scritto una storia breve del capitalismo degli ultimi cinquant’anni, per orientarsi nella prossima fase di revisione dei trattati europei tenendo a mente le lezioni del New Deal di Roosevelt e del disastro dell’austerity: non può darsi rilancio economico senza aumentare le tasse ai più ricchi. -
Un progetto, un metodo e un'agenda per non sciogliere l'Unione europea
Nel tempo della quarantena abbiamo assistito a vere sospensioni della democrazia partecipativa e rappresentativa, con una generale riduzione del potere delle assemblee. Dopo la pandemia non ci aspetta dunque il ripristino di una qualche “normalità”, ma l’attuazione del nuovo modello che queste sospensioni ci sollecitano: la riapertura del “cantiere Europa”. Per arrivare a esporre un «progetto, un metodo e un’agenda», Pier Virgilio Dastoli ripercorre la storia della capacità fiscale, della democrazia e del bilancio comune europei, ma anche della crisi del modello del welfare state. La via da percorrere passa dalla risoluzione della crisi di fiducia tra l’Unione Europea e i suoi cittadini, offrendo una nuova prospettiva economica e politica a tutti gli europei. -
Responsabilità globale. Dal civismo alla cura per il pianeta Terra
La pandemia di Covid-19 ha imposto al mondo di fermarsi. L'umanità si è trovata costretta ad avviare un processo di apprendimento collettivo che, in quanto universale, ha imposto di ripensare in modo radicale la responsabilità di tutti verso i più elementari diritti umani. Siamo arrivati alla conclusione che nulla debba essere più come prima. Da decenni, infatti, il sistema capitalista e la globalizzazione hanno contribuito alla sistematica distruzione delle risorse della Terra, e oggi è più che mai necessaria una trasformazione delle nostre abitudini e dei nostri sistemi di produzione. È possibile che una cultura del cambiamento possa diventare egemone e che un'altra politica possa realizzarsi? Con una democrazia in grado di riappropriarsi di uno sguardo dal basso, e quindi attraverso il civismo, capace di segnalare alla classe dirigente come intervenire per il benessere collettivo, sarà possibile costruire un governo mondiale che impieghi tutte le sue forze per la pace globale e la salvaguardia del nostro pianeta? -
Non è andato tutto bene. Manuale per rialzarsi
Cosa unisce il ronzio di una zanzara al destino economico e politico dell’Italia, e quindi dell’Unione Europea? Tanto. Molto più di quanto si possa immaginare. “Non è andato tutto bene” investiga, scava e disegna il possibile scenario che emergerà nel mondo e nell’Italia del dopo Coronavirus. Con ironia e leggerezza, passione e precisione, si analizzano i mesi marchiati dal demone Covid-19, che rappresenta la logica e inevitabile conseguenza degli eventi accaduti negli ultimi quattrocento anni. Attraverso osservazioni, annotazioni e interviste a esperti, il libro ricostruisce il fil rouge multidimensionale che lega eventi lontani tra loro nello spazio e nel tempo, narrando le occasioni perse e quelle da non perdere nel nostro prossimo futuro: dalla devastazione delle foreste vergini ai rischi dell’homo deus; dagli allarmi pandemici ignorati per anni alla politica sempre più evanescente e rivolta al controllo dei cittadini. -
La scuola a scuola. Contro la didattica a distanza
A marzo 2020, la didattica a distanza (Dad) è apparsa di colpo nella vita delle famiglie italiane, imponendosi con l’effetto di una rivoluzione copernicana. Nell’arco di pochi giorni, e senza alcuna preparazione, la scuola si è trovata ad affrontare una delle sfide maggiori che le siano mai state poste. A fronte dello sforzo generoso di molte famiglie e docenti, questa didattica emergenziale ha però svelato da subito tutti i suoi limiti, le sue mancanze e le sue contraddizioni, dimostrando anche che non può esistere didattica se non quella in presenza. Che non si può separare il corpo del docente da quello del discente, senza con ciò creare un vuoto che nessuna tecnologia potrà mai colmare. Perché, allora, di Dad si continua ancora a parlare per il futuro della scuola? Perché gran parte dei fondi stanziati per il reparto scuola sarà destinata all’implementazione del digitale? E in che modo la Dad è servita come cavallo di Troia per modificare l’intero paradigma dell’istruzione obbligatoria? -
Caccia all'untore. L'economia al tempo del Coronavirus
Le previsioni economiche per il 2020, positive alla fine del 2019, si sono rovesciate già all’inizio del nuovo anno. Gli effetti della pandemia hanno colpito l’economia globale riflettendosi negativamente sulle attività produttive, sulla domanda e l’offerta di beni, sul commercio internazionale, sulle quotazioni di borsa e sull’inflazione. Hanno anche portato a un sensibile aumento dello spread, la differenza di rendimento dei titoli di Stato italiani rispetto a quelli tedeschi. “Caccia all’untore” racconta lo shock subito dai nostri sistemi economici, le politiche adottate o da adottare da un Paese come l’Italia – compresa la copertura della maggiore spesa pubblica – nonché le soluzioni possibili a livello europeo e mondiale. -
Luoghi comuni (2020). Vol. 1-2: Sostenibilità
In questo numero: Andrea Ranieri Sostenibilità versus sostenibile, Tomaso Montanari La Venezia di John Ruskin come paradigma della sostenibilità, Enzo Scandurra Sostenibilità ed entropia, Franco Marcoaldi Per un’esistenza sostenibile. Il soccorso animale, Elettra Deiana E’ meglio cura, Alessandro Montebugnoli Le tecnologie non basteranno a salvarci, Giovanna Sissa Anche il computer può far male, Giacomo Cossu Cosa ci insegnano i ragazzi, Nicoletta Rocchi Finanza e clima, Mario Agostinelli Ridurre l’orario per un lavoro più sostenibile e più degno, Claudio Treves Quale sindacato per la sostenibilità, Giovanni Principe Tornare alle origini per liberarci del passato. Il salario minimo come diritto costituzionale, Aldo Bonomi Metamorfosi, Danilo Lampis La rivoluzione dai e dei margini per una trasformazione ecologica della società, Franco Arminio Mediterraneo interiore, Cristina Guarnieri Il caporalato non deve più esistere. Intervista a Yvan Sagnet, Virginio Colmegna Crescenzago, Milano, la Casa della carita, Maurizio Rocchi, Angelo Moreno, Franco Padella Civitavecchia e l’energia elettrica, Francesco Pallante Disobbedire è possibile. -
Alternative per il socialismo (2020). Vol. 57: Il virus nel capitalismo
Non è vero che domani, dopo che il virus sarà sconfitto, saremo tutti migliori e che, con noi, sarà migliore il mondo in cui viviamo. La formula non è né innocente né neutrale. Essa spinge nella nebbia la concreta organizzazione della società, la natura sociale della sua struttura, la questione del potere e oscura le contraddizioni e il duro disagio sociale di cui è fatta la realtà e la quotidianità della vita. Essa ci ripropone, sotto il belletto, l’uomo astorico e asociale, solo con la sua coscienza senza l’altro, se non a sua immagine e somiglianza, senza le relazioni sociali reali. La verità è assai diversa. La crisi del virus radicalizza la crisi di società nella quale si è manifestata e ci mostra il bivio in cui ci troviamo. Il virus funziona come una gigantesca lente d’ingrandimento sui problemi del mondo, dell’Europa e del Paese. «Le Monde» ha scritto che «esso rivela un’accelerazione brutale delle tendenze che erano già all’opera prima della crisi, piuttosto che delle vere rotture con esse». Parlando della situazione mondiale, il quotidiano francese mette in evidenza che la mondializzazione era in crisi già da prima sotto i colpi delle montanti diseguaglianze e dell’impoverimento all’interno dei Paesi più sviluppati. In questo quadro di cui è partecipe, l’Europa era ed è di fronte alla sfida della solidarietà. Fino a ieri l’Europa reale l’ha combattuta sul fronte opposto, oggi è a un bivio. L’emergenza drammatizza la scelta sulla strada da imboccare. Non è vero neppure che il virus sia democratico, le reazioni delle persone al rischio sono fortemente connotate socialmente. Esso investe con la salute le diverse condizioni di vita nei così acutamente diversi ambienti sociali; la povertà è parte costitutiva della sanità pubblica. La sanità è il primo anello della società organizzata che il virus incontra sulla strada. È lei la prima frontiera che si apre sul sistema. Se non si può dire che il virus è causato dal sistema capitalistico, si deve dire che è il capitalismo a determinarne la reazione e la sua natura profonda. Va comunque ricordato che il rapporto perverso tra società e natura che si è stabilito non è certo senza colpa rispetto alla stessa nascita dell’epidemia. Inoltre, la malattia in generale è sempre alimentata dalla povertà e dalla diseguaglianza. in questo numero: La politica al tempo del corona virus, La recessione che verrà, Elezioni Usa: contro la normalità; La pandemia ha scoperchiato i problemi della sanità, Il Covid tra l’io e il noi della politica, La relazione tra la pandemia Covid-19 e l’ambiente, Coronavirus e altri spettri, Il commercio mondiale nella pandemia, Epidemia per voi, La sfida politica in sanità nel dopo corona virus, Per una critica del “sovranismo economico”, Presentazione dell’inedito leniniano, Rapporto politico del CC del PCR(b) alla IX Conferenza panrussa del PCR(b) e conclusioni alla fine degli interventi (22 settembre 1920). -
Il morbo della parola. Una tragedia
Un morbo letale e sconosciuto sta colpendo l’intera popolazione. Il contagio disdegna gli animali e le altre forme di vita ma, raggiunto l’uomo, lo elegge a suo ospite prediletto. Il morbo si insinua nei corpi scegliendo di volta in volta gli organi da aggredire, senza che se ne possano capire l’origine e la catena di trasmissione. Davanti a un’epidemia tanto potente e inspiegabile da zittire le parole della scienza medica, anche le leggi di governo si smarriscono e la civiltà nel suo insieme diventa vittima del flagello, amplificando l’ammorbamento dei singoli corpi nella corruzione del corpo sociale. È su questo scenario, dove la realtà drammatica veste le forme di un teatro allegorico, che si muovono le due figure centrali della narrazione: il medico Pato e lo scrittore Ezio, che ci guidano tra i luoghi, i personaggi, le vicende, i discorsi dell’epidemia, fino a che la loro interpretazione del contagio, costretta a fronteggiare un ricatto imposto dai governanti, porterà a un grottesco festino finale. -
Dall'Oglio. Il sequestro che non deve finire
Sette anni fa veniva sequestrato a Raqqa, in Siria, padre Paolo Dall'Oglio. Da allora una ridda incontrollabile di voci lo ha dato per morto, ma in verità nessuno ha mai neanche rivendicato il suo sequestro. Allo stesso modo, le voci che sia vivo si sono inseguite fino ai giorni della sconfitta finale dell'Isis di al-Baghdadi. Ma perché è stato sequestrato? A scopo estorsivo come per tanti altri sequestri? E cosa è successo poi? Perché è sparito dopo essere entrato nel quartier generale dell'Isis a Raqqa? Ed è sicuro che non ne sia mai uscito? Ripercorrendo l'intera vicenda con fatti e testimonianze, Riccardo Cristiano cerca di fare chiarezza, facendo emergere anche una verità: l'Isis e il regime di Assad hanno agito così, insieme o separatamente, perché entrambi avevano paura di lui, della forza del suo messaggio di fratellanza. Fino al punto che entrambi potrebbero detenerlo o averlo ucciso senza trovare neanche il coraggio di dirlo. Il loro obiettivo è negargli la forza dei vivi e quella dei martiri, chiudendolo in un limbo sospeso. -
Tracce di Ada
Monica Molinari è una giovane donna che ha eliminato dalla sua vita tutto quello che può procurarle sofferenza: amicizia e amore. Nel suo passato convivono due traumi legati in qualche modo fra loro: un incidente automobilisti co che le ha provocato da bambina alcune cicatrici sui polsi e la rottura dell’amicizia tra la madre Anna e Ada, una donna intelligente e voliti va che era stata per Monica un porto affetti vo sicuro e sincero. Ma l’imprevedibile scompagina l’angusto orizzonte di vita della ragazza e Ada morendo la guida a seguire le tracce di un passato tutto da riscrivere. -
Maria Montessori e la società del suo tempo
Il metodo che Maria Montessori applicò nel 1907 nella prima Casa dei Bambini di San Lorenzo a Roma sarebbe diventato il più dirompente esperimento didattico pedagogico. La spontaneità d'espressione. l'importanza del materiale educativo. l'assenza di un insegnamento frontale furono i principi della ""scuola nuova"""", affermatasi a livello internazionale. Fabio Fabbri, superando la cornice pedagogica in cui la Montessori è nota, ma anche confinata. ne ha curato un appassionante itinerario storico-intellettuale in settori nei quali la sua presenza fu altrettanto rilevante. Ne derivano saggi - supportati da documenti inediti - che riguardano il dibattito con i gesuiti. i rapporti con Maude Petre e Leopoldo Franchetti, la diffusione delle Case dei Bambini nel Mezzogiorno. la battaglia femminista e per il suffragio alle donne. la sua presenza negli Stati Uniti, l'ambiguo rapporto col regime fascista e la candidatura al Nobel per la pace negli anni 1949-1951. In primo piano, dunque, il ruolo della Montessori nella scuola, ma soprattutto nella società e nei problemi del suo tempo."" -
Il futuro comincia ora. Le vene aperte del mondo
L’emergenza sanitaria ha inaugurato e imposto la sua “pedagogia crudele”: Covid-19 è lo specchio in cui si riflettono le estreme conseguenze del capitalismo neoliberista. La lezione che siamo chiamati a imparare racconta del fallimento di un sistema economico sfrenato e predatorio, che sostiene se stesso consumando la dignità umana – costretta a fare i conti con le profonde disuguaglianze tra gli individui – e la natura. Il grande filosofo portoghese, tuttavia, ha un messaggio di speranza: l’umanità potrà superare la quarantena imposta dal capitalismo quando sarà capace di immaginare il pianeta come casa comune. -
Variazioni su Simondon
Un pensatore eclettico, complesso, alla cui opera l’accesso è reso difficile dalla scrittura estremamente tecnica e dalle lunghe proposizioni intervallate dal punto e virgola. Un pensatore solitario, lontano dalle mode della sua epoca e nemico dei luoghi comuni. Un pensatore le cui analisi spaziano dalla chimica alla fisica, dalla biologia alla psicologia, dalla sociologia alla cibernetica e oltre. Un pensatore ancora di nicchia in Italia, ma che nel resto del mondo ha ottenuto una visibilità pari a quella della maggior parte dei suoi contemporanei. Tutto questo è Gilbert Simondon – qui raccontato in cinque saggi che esaminano principalmente i rapporti fra la sua filosofia e la sua vita –, l’enciclopedico docente universitario di psicologia generale, l’attento tecnologo, l’esperto teorico dell’invenzione, l’acuto filosofo della Complessità, il fermo sostenitore del valore riflessivo e creativo del pensiero filosofico. -
Colosseide. La galleria segreta
Quando uno scavo sulla via Nomentana riporta alla luce un’antica lapide di età imperiale, nessuno immagina che il nome che porta – “Gaudenzio” – sia quello del misterioso e dimenticato architetto del Colosseo, ucciso perché cristiano prima di vedere il suo capolavoro finito. Le vestigia del passato custodiscono la storia di Silio Partenio, l’aiutante di Gaudenzio: un semplice progettista che viene messo a capo del programma dei giochi gladiatòri dell’anfiteatro. Un uomo che consacra la vita al prestigio e all’accumulo di sesterzi, provando in tutti i modi a completare la sua ascesa entrando in Senato, e che verrà sempre perseguitato dal fantasma dell’amico Gaudenzio, morto per un ideale. Ma il nome del curatore resterà associato all’Anfiteatro Flavio anche dopo la sua morte: quella dei Partenio è un’epopea familiare che si intreccia con la storia di Roma. Un libro costruito sulla più fine psicologia dei personaggi e sulla rievocazione della grande Storia che racconta di gallerie segrete e congiurati armati di pugnale; delle prime comunità di cristiani e del regno del terribile imperatore-gladiatore Commodo; nei sontuosi palazzi del potere come nella polvere e nel sole dell’anfiteatro, durante i combattimenti all’ultimo sangue. -
Burocrazzismo e arte. Cronaca di un'equiparazione cosmetica nell'Alta Formazione Artistica, Musicale e Coreneutica
Il progetto di riforma di Accademie di Belle Arti, Conservatori di Musica, Istituti Superiori per le Industrie Artistiche, Accademia Nazionale di Danza e Accademia Nazionale d’Arte Drammatica ha subìto nell’ultimo quarto di secolo una tragica battuta d’arresto. Non è chiaro il motivo: se s’interrogano i politici di turno, i governi passati e presenti, non si troverà nessuno che non voglia risolvere l’ormai storica disparità di trattamento dell’afam. Senza, poi, agire di conseguenza. Tutto fa pensare all’uso deliberato di una forma di “razzismo burocratico” nei confronti dell’Alta Formazione Artistica, Musicale e Coreutica. E questo mentre nel resto del mondo, da tempo, essa è assorbita all’interno delle strutture universitarie, e gode di equiparabile dignità e rispetto. Oltre a presentare un’impeccabile analisi del passato – burocratico e non solo –, Antonio Bisaccia suggerisce una credibile proposta per donare un futuro diverso alle istituzioni afam in Italia, indicando gli artisti-ricercatori come soggetti in grado di alimentare, se non sovvertire, l’asset strategico del Made in Italy. Prefazione di Tomaso Montanari.