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Selezione naturale
Deanna è una giovane donna manager che si occupa di selezione del personale da avviare al lavoro. Il suo è un mondo forse a-reale, costruito sui pilastri della libertà, della indipendenza, della intraprendenza, della perseveranza, della fiducia, della fatica e soprattutto dell'amore. Vive con Frank, che lavora nel settore della finanza, senza orari, senza un ufficio vero e proprio ma con un conto in banca a cinque zeri. Sono una coppia brillante, di successo, poco amante delle feste. A un certo punto però si insinua il desiderio di un figlio, così davanti a una bottiglia di champagne si promettono di darsi tempo un anno o arriva questo figlio oppure non è destino ed è inutile perseverare. In un intreccio di relazioni famigliari, lavorative e d'amicizia guidato dal fato, sei personaggi femminili in cerca di una risposta si incontrano e ci provano, ci provano davvero. Sarà il principio della ""Selezione naturale"""" l'unico regista del loro destino: che lo vogliano o meno il loro disegno si compirà come stabilito."" -
Eravamo tutti comunisti. 1946-68. Storia di una famiglia ungherese nella Cecoslovacchia rurale di allora
Il racconto narra gli eventi che hanno trasformato la vita di una cittadina della campagna meridionale della Cecoslovacchia, oggi Slovacchia, nel periodo successivo alla seconda guerra mondiale. Denes, il protagonista, nato in quegli anni, apprende dalla madre, la quale l'aveva vissuta in prima persona, della deportazione degli ungheresi avvenuta nel paese con l'instaurarsi del comunismo. La regione dove il paese è situato, infatti, era storicamente parte dell'Ungheria; ancora oggi la lingua lì prevalente è l'ungherese, e il governo intendeva cancellare per quanto possibile le tracce del passato. Tutto questo sembra al ragazzo quasi una favola e lui vive serenamente, studiando e aiutando il padre con il suo lavoro nella cooperativa del paese, sognando un giorno di diventare elettricista. Il primo segnale che forse la società socialista non sia la migliore possibile, come invece dicevano gli insegnanti, Denes la riceve a nove anni, quando scoppiano i moti d'Ungheria, che per quanto censurati dalla radio cecoslovacca, sono comunque riportati dalle stazioni ungheresi, le cui trasmissioni riescono a raggiungere il suo paese. Tutto però poi si normalizza e negli anni seguenti Denes, tornato convinto che la società socialista sia la migliore possibile, prosegue tranquillamente la sua vita e consegue infine il Diploma di Elettricista, riuscendo così a coronare il suo sogno. È nell'agosto del 1968, al termine del suo servizio militare, che svolge nella capitale, che la vista dei carri armati sovietici davanti alla sua caserma, giunti per mettere fine alla Primavera di Praga, infierisce alla sua fede socialista un altro durissimo colpo. -
Notte prima degli esami
Trent'anni dopo la maturità, la quinta E del liceo scientifico Vallisneri di Lucca si riunisce nello stesso locale dove si ritrovò trent'anni prima. Durante la cena, Giovanni Ricci si attarda nel bagno, e poco dopo, viene scoperto esanime, con la gola tagliata. A indagare sul fatto è chiamato il commissario Iannone della questura di Lucca. Fin dai primi interrogatori, è chiaro che i rapporti tra gli ex studenti sono problematici e percorsi da una vena di rivalità reciproca. Indeciso su quale sia la migliore linea di azione, Iannone si rende improvvisamente conto che tra gli invitati c'è una sua vecchia conoscenza, l'ingegner Marco Volpi, nel cui agriturismo qualche anno prima era stato ucciso un faccendiere peruviano. Da lui il commissario riceve informazioni più attendibili sulle dinamiche del gruppo. Quale rancore tuttavia può portare a un omicidio trent'anni dopo? Oppure, esiste una pista più fresca che ancora sfugge al commissario? -
Il colore segreto dei ricordi
Martina Checchi è giovanissima e inevitabilmente la sua poesia le assomiglia: fresca, a tratti deliziosamente ingenua, costante riferimento ai classici. Cristallino il linguaggio, tessuto di parole ricercate, pur nell'apparente immediatezza; nonché di metafore e sinestesie, che si rincorrono con estrema naturalezza. Poesie che scaturiscono da emozioni, suggestioni, pensieri che la poetessa esprime con un linguaggio connotato da parole musicali, ritmo pacato delle visioni e colori pastello di immagini chiare. Versi in bilico fra immediatezza e ricordi, nella costante ricerca di andare oltre l'apparenza. -
Mi chiamo Sibilla
Una scrittrice profonda, Sibilla Aleramo. In realtà Sibilla è lo pseudonimo di Marta Felicina Faccio, detta Rina. Rina nacque ad Alessandria in Piemonte, il quattordici agosto 1876. Una lettura necessaria, le sue pagine, che precorrono i tempi, si rivelano come intuizioni e presagi. Lontana da ogni convenzione, ardimentosa, aveva già capito ai suoi tempi che bisognava agire, cambiare la coscienza dell'uomo e creare quella della donna, che la disuguaglianza era costruita a partire dal sesso. Appariva nei suoi scritti la parola femminismo e si affacciavano in lei nuovi ideali, l'emancipazione di donne inconsapevoli, rassegnate, assoggettate. La Aleramo ha sempre lottato per la libertà, rivendicando la parità femminile, partecipando attivamente alle manifestazioni per il diritto al voto, alla pace, per la lotta contro la prostituzione, l'alcolismo e la tratta delle bianche, argomenti di cui scriveva nei suoi numerosi articoli. Una vita travagliata la sua: lo stupro, un marito violento, il desiderio di farla finita, la caduta delle illusioni. Traumi come lo straziante tentativo di suicidio della madre depressa, che si era gettata dal balcone, il ricovero definitivo nel manicomio di Macerata, fino alla morte che avvenne nel 1917. E poi l'abbandono da parte del padre, che cominciò col trascurare la famiglia, distratto da un nuovo amore. La rivolta, la trasformazione. Aveva lasciato il marito e il figlio Walter e sconvolto il concetto di maternità, suscitando dure polemiche. Era una scrittrice scomoda. Eccessiva, ribelle, bersaglio di critiche e disapprovazioni, ammirata e corteggiata, rincorse l'amore struggente e le intricate relazioni, i grandi amori, li raccontò nei versi e nelle opere, in un intreccio di vita e letteratura. Morì a Roma il 13 gennaio del 1960. -
Canti di cielo, di terra, di mare
"Canti di cielo, di terra, di mare"""" è la terza silloge poetica di Federica Mazzeo. In questa raccolta l'autrice porta la voce poetica lungo le grandi traiettorie dell'esperienza umana, in una ricerca dei fermenti originari e archetipici dell'essere nel mondo. La relazione con il cielo si popola di figure mitologiche e di vibrazioni dello spirito, la relazione con la terra cerca la densità della materia e la forza sanguigna del sentimento, la relazione con il mare libera la vocazione all'esplorazione e il confronto con lo sconosciuto. La silloge, stilisticamente calibrata e asciutta, è attraversata da un sottotono epico, antidoto alla negligenza dello sguardo e invito a una presenza viva, concentrata, attenta. La poesia è così lente e caleidoscopio, che seduce chi legge e insieme gli chiede di stare, di spogliare lo sguardo per osservare più a fondo e testimoniare l'avventura dell'esistere." -
Paolino
Paolino è un ragazzino alquanto dispettoso. Si diverte a fare scherzi sia ai suoi coetanei, spaventandoli e facendoli arrabbiare, sia a quegli animali che, per loro disgrazia, gli capitano a tiro. Ma in una notte buia, mentre infuria la tempesta, ecco che gli appare, o gli sembra di veder apparire, la fata Logistilla. Il sogno, sempre che si tratti di un sogno, si popola di strane e irriverenti creature, e Paolino dovrà affrontare tanti pericoli. Ma farà anche inaspettati, insoliti e bellissimi incontri, finché... Una favola che celebra la liturgia dei valori importanti quali fiducia, amicizia, rispetto per gli altri. Una storia per bambini, certo, narrata con un linguaggio semplice. Una lettura per tutti, perché chi ha detto che le favole le leggono solo i bambini? Età di lettura: da 6 anni. -
Alma e le macchine di Leonardo da Vinci
Alma è una piccola nutria che ama leggere i libri, mentre il suo amico Leo ama costruire ogni tipo di oggetti. Durante le vacanze estive Alma prende in prestito alla biblioteca del fiume il libro ""Le macchine di Leonardo da Vinci"""", un testo che i due amici trovano molto interessante. Insieme realizzano una macchina sottomarina per esplorare il fondale del fiume e verificare lo stato di grave inquinamento in cui si trova. A primavera inoltrata, poi, dopo abbondanti piogge, il fiume si è ingrossato, ha raggiunto il livello degli argini mettendo a rischio le abitazioni delle nutrie. Ma il geniale Leonardo da Vinci verrà loro in soccorso ancora una volta! """"Alma e le macchine di Leonardo da Vinci"""" è una favola per bambini e per adulti, per riflettere sulla necessità di prendersi cura dell'ambiente, nel rispetto di coloro che lo abitano e della loro diversità. Età di lettura: da 10 anni."" -
La miniera di Mark
Tra il 1906 e il 1910 partirono per l'estero migliaia di abitanti del Frignano, parte del territorio dell'Appennino modenese, che costituivano da soli la maggior parte degli emigrati di tutta la provincia di Modena. Gli Stati Uniti in tale periodo accolsero circa settemila emigranti modenesi. Le mete preferite erano le zone dei Grandi Laghi, nell'Illinois o in Pennsylvania, verso le quali gli emigranti si dirigevano per un effetto di catena migratoria che portava a seguire la strada dei propri compaesani. ""La miniera di Mark"""" racconta la storia di due fratelli, Luigi e Piero, originari di Pavullo, che decidono di emigrare negli Stati Uniti per trovare un lavoro e fare fortuna. Si uniscono a un giovane delle loro zone, Leonardo, e si stabiliscono a Mark in Illinois, dove trovano lavoro nella miniera locale. Vi trascorrono tre anni, ma in seguito a un incidente minerario decidono di tornare in Italia, in montagna presso il casale dello zio. Qui, sboccia una tenera storia d'amore tra Luigi e Elisabetta, appartenenti a due famiglie da tempo rivali tra loro. Nonostante il legame sia ostacolato, i due innamorati non demordono. La storia si ispira a eventi realmente accaduti. Tanti modenesi si trasferirono nella zona dei Grandi Laghi, dove una comunità della montagna è presente ancora oggi."" -
Radici e rami. Il disegno dell'albero e la narrazione di sé
Molteplici sono le modalità con cui ci esprimiamo, ci raccontiamo e ci presentiamo al mondo. Alcune di esse, come le parole che scegliamo di dire o di scrivere o gli atteggiamenti che decidiamo di adottare, sono consapevoli, guidate dalla nostra coscienza e dal controllo mentale; altre invece perlopiù inconsce, come le sfumature della mimica, la postura del corpo, gli sguardi, il tono della voce, i sintomi. Tra queste vie espressive inconsce c'è il disegno dell'albero, da cui scaturisce un raccontarsi sconosciuto, profondo e intenso; l'albero disegnato non è quindi soltanto un prodotto artistico ma un prezioso simbolo, indicatore di ciò che siamo e soprattutto, di ciò che in noi è rimasto lontano, trascurato, taciuto o dimenticato, desideroso di voce. Conoscere il codice del suo linguaggio e l'intimo messaggio racchiuso tra le sue tacite parole, può aprire scenari di preziosa consapevolezza. -
E adesso trovati un lavoro!
Cercare un lavoro è un lavoro. Cercare il primo lavoro, spesso, è una tragedia. Professionisti o pseudo tali accolgono spauriti e innocenti candidati, inesperti nella gestione di un colloquio e privi di conoscenze su ruoli, titoli e normativa del lavoro, senza mostrare alcuna empatia. Sopravvissuti a scuole superiori, università e corsi di specializzazione, si preparano al salto nel mondo del lavoro alla ricerca di uno stipendio decente e possibilmente di un contratto stabile. Ma è davvero questo che li porterà alla felicità? Ha senso combattere così tanto per un contratto a tempo indeterminato? Perché alla fine, quando meno te lo aspetti, e soprattutto quando credi di avercela fatta, realizzi che tutto è cambiato e, inconsapevolmente, sei proprio tu la causa di quel cambiamento. Non c'è nemmeno il tempo di festeggiare perché inizia una nuova battaglia. Paola Montanari racconta, con una verve ironica e dissacrante, la sua esperienza di giovane laureata alla ricerca di un lavoro, preferibilmente compatibile con il suo piano di studi. Sarebbe però semplicistico etichettare ""E adesso trovati un lavoro!"""" come un pamphlet di (dis)avventure capitate a una ragazza che come tante affronta il mondo del lavoro sperando in qualcosa di sempre più bello, vivendo momenti di grande allegria alternati a momenti di profonda tristezza. È anche la testimonianza di una giovane donna che non si arrende, né di fronte al precario mercato del lavoro né soprattutto di fronte a una malattia invalidante quale può risultare la miastenia grave."" -
La porta di casa
Dopo molti anni e molti viaggi, un uomo si smarrisce lungo il cammino dimenticando il proprio nome. Egli diventa così, semplicemente, il Viandante. Immerso in una dimensione parallela, visionaria e a tratti surreale, è incitato a ritrovare la via di casa dall'apparizione di una misteriosa donna, che lo esorta anche e soprattutto alla ricerca di ciò che ha perduto nel corso della vita. Il Viandante inizia, così, un nuovo viaggio, costellato di scelte e di avventure, ognuna delle quali, si avvia con l'apertura e il superamento di una porta, dieci in totale, sempre diversa dalla precedente, capaci di condurlo attraverso il tempo e di alterare la forma fisica. Un cammino introspettivo e simbolico alla ricerca di se stessi. -
Il canto del cigno
Andreas Fanner, trentino di nascita e romano di adozione, è un informatico di fama internazionale, titolare di un software innovativo ed estremamente versatile, per la gestione dei flussi monetari delle banche. Poiché oltre alla vendita continua con il servizio di assistenza e di aggiornamento, viaggia molto spesso. Quasi per caso, si accorge di essersi trovato nella stessa città di quattro eventi delittuosi accaduti sempre il cinque del mese, sempre di martedì: una coincidenza? Una forse, ma quattro? Una situazione ai limiti del surreale, così per tacitare dubbi e timori, Andreas decide di rivolgersi al suo compagno di università, Marco Rambaldi, vicequestore a Roma. In via ufficiosa Rambaldi contatta i colleghi che si sono occupati dei decessi avvenuti fuori dalla sua giurisdizione - Amalfi, Firenze e Bologna - e avoca a sé l'omicidio di un attore di teatro, il primo della lista che gli fornisce Andreas. Cosa si nasconde dietro questa catena di omicidi all'apparenza scollegati? E perché avvengono sempre nella stessa data? Un giallo montato come un grande affresco, con i vari pezzi a incastro. Una trama fitta di eventi e di personaggi, dove l'indagine per omicidio si trasforma in una inquietante indagine nelle menti e nei cuori dei protagonisti. -
Diario di bordo. Deliri, piaceri e inquietudini fra cielo e onde
Vizi e malumori, latitudini e fusi orari, turbolenze e mal di mare; sesso, dolore, karma, passato e futuro: ""Diario di bordo nasce così"""". Dalle mani di un esploratore provetto (per diletto e per professione), e si snoda in un arco temporale di otto anni, fra quattro continenti, in cielo, sull'acqua o sulla terra ferma, con un unico filo conduttore: la ricerca. Di cosa? Di un sonno senza mostri, delle passioni più sfrenate o semplicemente di un Io migliore. La vita di un italiano emigrato a Cuba anni or sono. Un reportage sull'affondamento del Titanic. Il viaggio dei sogni in California e la scoperta di un Paese dei Balcani. E poi ancora, l'amore per il surf, la testa persa per un amore impossibile e un tuffo in un remoto domani. Passando per il suicidio di una persona cara, e per una somiglianza davvero difficile da digerire. Undici episodi di vita. Esaltante, complessa e a tratti contraddittoria. Piena di passi falsi e sorrisi forzati, carica di spietati confronti con la realtà, di mille dubbi, di pacche sulle spalle e di una sottile ironia. Una vita vera. Vissuta con qualche acciacco, ma goduta da cima a fondo."" -
Non uccidermi
Una sera di metà febbraio. Scena, un paesino alle porte di Merano. La giovane Elisa, dopo essersi attardata a leggere racconti di fate, folletti e incantesimi in biblioteca si affretta a rientrare a casa per cena. Lungo il percorso, la sensazione di essere osservata la costringe a voltarsi per controllare, scorge così, fermo in fondo alla strada, lo straniero, un signore appena arrivato da Milano, taciturno e imbronciato che gira sempre con una macchina fotografica al collo. Incerta se salutarlo o meno, si avvede solo all'ultimo del bellissimo lupo che le si para davanti. Fissandola negli occhi, con un cenno del capo l'animale la invita a seguirlo nel folto del bosco e Elisa, senza sapere bene per quale motivo, lo fa. Intanto, i suoi genitori, preoccupati del ritardo della ragazza, allertano le forze dell'ordine e tutto il paese si mobilita alla sua ricerca interrogandosi sulle dinamiche della scomparsa. Elisa è stata rapita? Da chi e perché? Oppure è scappata di casa, lei animalista e vegetariana, per sfuggire al rapporto conflittuale con il padre, cacciatore convinto poco sensibile alle scelte di vita della figlia? C'entra qualcosa la melanconia, spesso così simile alla tristezza, con cui la madre gestisce la quotidianità della famiglia? Sarà una lunga notte. Magica e surreale. Un misterico viaggio di iniziazione: l'autentica felicità ci è sempre accanto, ma chiede a ciascuno di noi il coraggio di saperla cogliere. Una storia che ci spinge a soppesare le scelte grandi e piccole di ogni giorno, parlando al cuore con l'unico linguaggio che esso comprende: quello dell'amore. -
La spezia viola
La scomparsa di Filippo S., noto neurologo coinvolto alcuni anni prima in un controverso progetto di lettura del pensiero, che aveva portato all'omicidio di un suo amico, riapre vecchie ferite mai rimarginate. In particolare, costringe Giulia e Sofia, un tempo acerrime nemiche, ad accantonare ogni rivalità per scoprire cosa gli sia accaduto. Secondo le forze dell'ordine però le preoccupazioni di familiari e amici, sebbene comprensibili, non sono sufficienti per far scattare le ricerche. Sofia, allora, decide di rivolgersi al detective Beccaria, conosciuto in occasione dello stesso evento delittuoso in cui rimase coinvolto Filippo. Il detective, dopo avere perquisito la casa del neurologo, ritiene ci siano motivi sufficienti per intervenire. Benché rassicurata, Sofia non intende restare in disparte, convinta che attraverso la sua capacità di leggere nel pensiero possa più facilmente della polizia scoprire una o più piste investigative da girare a Beccaria. Nel corso di questa sua indagine parallela, in cui coinvolge anche Giulia, entra in contatto con un'organizzazione criminale implicata, tra l'altro, in spaccio di droga e prostituzione minorile. Cosa collega l'amico scomparso a un locale di striptease e alla spezia viola, una nuova droga difficilmente reperibile sul mercato? In un susseguirsi di colpi di scena, seconde chance ed errate prime impressioni (forse...), la vicenda poliziesca si tinge, finalmente, di rosa. -
Lo stato dei miei capelli in Oriente
"Lo stato dei miei capelli in Oriente"""" è la storia di un viaggio di iniziazione alla vita e all'amicizia di due giovani donne, o meglio, adulte-bambine, sulla soglia dei trent'anni. Tita e Luisa si conoscono a malapena quando decidono di partire per un viaggio avventura in Thailandia. Lo studio, l'Erasmus, l'università, la ricerca di un posto nel mondo, le relazioni finite, quelle nascenti hanno occupato la loro esistenza fino a questo momento. Sono due donne ancora inesperte, un po' goffe e sicuramente poco avventurose, appartengono alla generazione X, quella nata entro la fine degli anni '80. Una generazione invisibile, piccola e la X, a rappresentare la mancanza di un'identità sociale definita. Cosa le ha mosse a partire? Il desiderio di essere due Leonarde. Cioè vivere un'avventura come quella di Leonardo di Caprio in """"The beach"""", il famoso film in cui il protagonista parte con lo zaino per un viaggio improvvisato, drammatico e trasformativo, nella pericolosissima Thailandia. Ma le due protagoniste si rendono conto ben presto di essere molto lontane da quel modello di donna avventurosa e indipendente, che vive con quello che c'è e non teme di abbandonarsi alla sorte. Una vera Leonarda non porterebbe tutto quel carico con sé. Vestiti, saponi, trucchi, parrucchi, sensi di colpa, condizionamenti e salviettine intime. Una vera Leonarda ha uno zaino contenuto, non si preoccupa dei capelli e sa sempre dove andare e cosa mangiare... La storia di Tita, voce narrante, e di Luisa è come un granellino di sabbia, che inceppa gli ingranaggi dei pensieri troppo pensati che spesso allontanano dalla vera essenza della vita e illudono che sia più importante avere un'identità sociale che essere semplicemente delle Leonarde, adattabili, libere e selvagge." -
Mille scuse e tanti auguri
Dietro la patina dorata di esistenze in apparenza perfette, si celano impetuose emozioni e intrighi avvolgenti. A sconvolgere il desiderio di tranquillità di Mireille e Carlos Girard-Moreau, esponenti della grande famiglia dell'aristocrazia industriale parigina legata alla figura patriarcale dell'anziano Gilberto Martini, ritorna da un passato quasi dimenticato la figura tenebrosa di Jonas Zatti, avventuriero intrigante e spregiudicato, che, animato dalla forte voglia di riscatto nei confronti di quella elevata società che tanti anni prima lo ha respinto e condannato alla perdita della libertà, ordisce con dei complici un piano terribile. Ma il suo cupo proposito è solo uno dei fili su cui si dipana la tela di un variegato e turbinoso quadro umano e sentimentale, composto da tanti personaggi, tutti mossi da passioni forti e temprati dalle diverse esperienze della vita, e dalle loro complesse e raffinate relazioni. Differenti per generazioni, aspirazioni e sensibilità, tutti finemente descritti, i protagonisti di questo romanzo corale si intrecciano, contrastandosi o sostenendosi, in pagine di eclatante fascino. Amore, riscatto, giustizia: sono queste le scintille fondamentali che animano le figure di Nelly Morini. La saga della grande famiglia Raimondi, raffigurata come un dipinto di uomini e di eventi, troverà in queste pagine il suo epilogo. -
Neanche l'inferno risponde
Il nostro, per certi versi, è un mondo di rifugiati. Ogni giorno migliaia di persone si riversano sulle coste del Mediterraneo con tutta la loro vita racchiusa in uno zaino, alla ricerca di un approdo migliore. Che siano vittime di conflitti, perseguitati per motivi politici o religiosi, per le proprie idee o i propri orientamenti sessuali, spesso in fuga da una vita di miseria e degrado, sono diversi, sono tanti, forse troppi, e per questo fanno paura. L'impotenza delle istituzioni politiche, nazionali e internazionali, di fronte a un'immigrazione di questo tipo, caotica e inarrestabile, è palese. Ciò induce un'organizzazione segreta a impossessarsi di un piccolo naviglio da guerra e ad addestrare un equipaggio scelto con l'obiettivo di affondare i barconi dei migranti in rotta verso l'Italia. Nome in codice Orca blu. Le regole di ingaggio sono chiare: un affondamento ogni notte finché gli sbarchi non cesseranno. L'eco sui media non si fa attendere. E controverse sono le reazioni della gente: c'è chi pur comprendendone le ragioni ne condanna i metodi e chi condanna a prescindere. La stessa comunità internazionale, chiamata a dare la caccia al naviglio pirata, al suo interno è divisa. La pressione emotiva si fa sentire anche sui sette membri dell'equipaggio che ogni notte condanna a morte centinaia di migranti. Come sono arrivati a decidere di prendere parte a un'impresa di questo genere? Possibile sia solo per denaro? Oppressi dai sensi di colpa, consapevoli di non poter più tornare indietro. -
Porto un nome pagano
"Porto un nome pagano"""" è la storia di un amore che esplode in tutta la sua potenza per poi consumarsi fino al totale esaurimento. Ma è anche la storia di una rinascita, o, almeno, di una speranza che si affaccia timidamente dopo il faticoso raggiungimento di una consapevolezza del sé in tutti i suoi stati. La silloge si apre con quello che potrebbe essere definito quasi un brevissimo prologo per poi passare alla narrazione della vicenda amorosa. L'incontro con un uno sconosciuto col quale nasce subito un'intensa sintonia, prima sul piano prettamente fisico, poi emozionale. La passione si fa amore e abnegazione e guarda al futuro. Ma l'inquietudine di entrambi - che pur declinandosi in maniera diversa scuote comunque il rapporto - ne determina la condanna. Subentrano quindi la rabbia, la delusione, la disperazione e l'annichilimento. Fino a quando erompe improvvisamente un'epifania salvifica. La strada sarà lunga e faticosa, ma la presa di coscienza riesce a farsi strada tra mesti ricordi e fugaci speranze. Nel viaggio poetico e sensuale che Venusia Marconi dipana, l'amore famelico, sebbene possa risultare logorante, riesce tuttavia a ispirare sogni in technicolor, e così come induce alle lacrime acuisce anche la sensibilità che fa percepire l'impercettibile: i sentimenti."