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Le poesie giovanili. Cracovia, primavera-estate 1939
La produzione poetica giovanile di Karol Wojtyla viene offerta vin traduzione italiana nel volume Karol Wojtyla, ""Le poesie giovanili"""", con l'epistolario relativo agli anni 1939-40. Essa appare nutrita da una duplice idea dominante: il bello rivelazione di Dio creatore e la Polonia terra dell'arte e della bellezza. Risultano incisivi su queste pagine lo stretto legame e la coerenza assoluta di alcune tematiche profonde del giovane studente di Cracovia, non ancora sacerdote, che costituiranno i nuclei essenziali dai quali si irradierà la """"lezione"""" umana di Papa Wojtyla. Presentazione di Paolo Martino."" -
Mercato, efficienza e benessere. Saggi di politica economica
Gli scritti qui raccolti hanno un carattere unitario, pur nella molteplicità dei temi trattati. Sotto l'aspetto analitico, il carattere unitario poggia sull'esame delle ragioni che portano a considerare il ""sistema di libertà naturale"""" e il connesso """"principio del laissez-faire"""" nell'economia interna e internazionale, formulati fin dagli albori della scienza economica. Vengono richiamate, a livello macroeconomico, la teoria keynesiana dell'equilibrio di sottoccupazione, a livello microeconomico, l'analisi pigouviana della possibile divergenza tra calcolo individuale e calcolo sociale. Anche l'aspetto metodologico è un elemento unificante. Si considera la scienza economica un sistema unitario, che include teoria e politica economica. Anche se l'incisività della scienza economica viene in tal modo ad accrescersi, l'orientamento della politica economica richiede un esame critico dei fini e una connessione con l'etica. È su questo piano che si colloca l'aspetto più rilevante che unifica il lavoro. I valori etici sottostanti sono quelli che si richiamano alla concezione personalistica, in particolare alla centralità della persona umana: quando si pone a fondamento dell'ordine economico il rispetto della sua dignità, discende che sono da prendere in considerazione diritti e necessità di persone e non soltanto preferenze e utilità di individui."" -
La settima arte: lezioni d'autore
Nato da un fortunato ciclo di incontri tenuto nell'Università LUMSA di Roma tra studenti e operatori di cinema, il libro mostra l'importanza decisiva di tante professionalità, che accanto al regista contribuiscono alla creazione del film: produttori, scrittori, sceneggiatori, attori, musicisti, scenografi, giornalisti. Le ""lezioni d'autore"""" sono state tenute, fra gli altri, da Lino Banfi, Alessio Boni, Liliana Cavani, Lionello Cerri, Manuel De Sica, Maria Rosaria Gianni, Massimo Giraldi, Carlo Lizzani, Flaminia Lizzani, Vincenzo Mollica, Furio Scarpelli, Florestano Vancini, Mons. Dario Edoardo Viganò. Il seminario ha posto in cattedra anche alcuni giovani laureati LUMSA, perché rendessero testimonianza del loro impatto con la realtà. Così il passato e il presente si sono proiettati nel futuro, in una continuità di esperienze produttive su tutti i piani, e le """"lezioni d'Autore"""" sono diventate """"lezioni di vita"""". Caratterizzato da organicità e sistematicità e da una forte connotazione sperimentale, il libro aiuta a conoscere la molteplicità dei percorsi che caratterizzano oggi il mondo del cinema e dell'audiovisivo, e favorisce la crescita di un sapere critico. Sullo sfondo, come su un grande schermo cinematografico, sono evocate pagine memorabili della storia del cinema, mentre tutto ciò che è caduco ed effimero viene lasciato all'oblio del tempo."" -
Oscar Romero e l'America centrale del suo tempo
«La figura di Mons. Romero - ""ucciso all'altare"""" il 24 marzo 1980 - va compresa nella storia complessa del suo tempo, a partire dall'identità profonda dell'uomo che fu. In questo senso il libro di Jean Meyer ci aiuta parecchio. Tra i maggiori studiosi del cristianesimo latinoamericano, Meyer, storico francese che da decenni studia e insegna in Messico, sa collocare Romero nell'atmosfera del suo tempo, senza restare prigioniero di facili schematismi e pregiudizi. Alla conoscenza del terreno e all'analisi rigorosa egli unisce l'estro e l'acume della più classica formazione storiografica francese. Con il risultato di restituirci un Romero fedele alle fonti storiche su di lui, spesso ignorate o distorte da chi lo ha visto come un disprezzabile sovversivo o, all'opposto, ne ha fatto un oleografico santino della teologia della liberazione. E con il risultato - ciò che è più importante - di una verosimile fotografia del suo essere e operare di cristiano e di pastore»."" -
La leggenda dell'artista nella Belle époque
1871-1914: per quasi mezzo secolo si può dire che tutto fu europeo: pittura, poesia, romanzo, teatro, costume, danza, politica, diplomazia, scienze, finanza ed economia. L'Europa finalmente vive un periodo di relativa stabilità politica e di sano equilibrio. Sono questi gli anni della Belle Époque, durante i quali il benessere economico arriva a interessare settori sempre più vasti della media e piccola borghesia, dando a tutti l'illusione di vivere nel migliore e più ricco dei mondi possibili. Le capitali europee si accendono allora di luce e di mondanità. In questo contesto la globalità del fatto d'arte, l'estetica della collaborazione fra le arti sorelle, che dalla poesia, pittura e musica si estende fino al cinema negli sperimentalismi del Futurismo, lievitano nel pullulare di poetiche e poesie nuove, nei dibattiti di scuole e mode, Caffè letterari e salotti artistici e culturali. Di tutto questo il libro rende testimonianza, facendo rivivere un'epoca caratterizzata da una diffusa inquietudine, ma al tempo stesso, da una irrefrenabile joie de vivre. -
Memorie di un «sovversivo». Ideologie, laicità, libertà
Adriano Ossicini offre in queste pagine una meditata riflessione sulla sua lunga esperienza politica e culturale. Il suo itinerario prende le mosse negli anni in cui il regime fascista cominciava a conoscere il suo lento, ma inesorabile declino. Egli matura, quindi, le sue scelte nel confronto con gli eventi del suo tempo, ma anche nel confronto con personalità di grande rilievo culturale, quali furono, fra gli altri, Giovanni Gentile, Guido Calogero e Don Giuseppe De Luca. Da Calogero, in particolare, egli sembra trovare conferma ai suoi orientamenti, all'idea che la laicità non sia ""mancanza di fede, ma il modo di vivere una fede, un orientamento filosofico o ideale in termini non integralistici"""". La testimonianza ed il percorso politico documentati in queste pagine implicano, anche, un rifiuto delle ideologie, che l'autore interpreta come integralismi e come antitesi all'idea di laicità e di libertà. Egli conclude il suo itinerario sottolineando che la motivazione cristiana a fare politica mantiene ancora oggi un ruolo importante, perché legata ad una grande tradizione filosofica e politica, che si colloca al di sopra dei partiti."" -
Gesù di Nazareth nella settima arte
Una delle figure più raccontate dalla storia del cinema è quella di Gesù di Nazareth. Dalla nascita della Settima Arte, infatti, fino alla nostra contemporaneità, il volto e la vita di Gesù sono stati rappresentati infinite volte sul grande schermo, sempre attraverso sguardi inediti e con estetiche differenti. Dai fratelli Lumière in poi è stato tutto un susseguirsi di autori che hanno deciso di accostarsi alla figura di Gesù e al suo mistero per cercare di renderla in immagini, ognuno secondo il proprio punto di vista e la propria sensibilità. Si è assistito alle grandi ricostruzioni da kolossal del cinema americano della classicità, strabordanti di colori, musiche, ricostruzioni scenografiche; si è poi passati ad un modello di riproposizione più scarno, depotenziato di ogni retorica ed artificiosità, attraverso le rivisitazioni dei grandi autori della modernità europea, come Pasolini o Rossellini; per arrivare alle versioni attualizzate postmoderne, come il Cristo ""hippie"""" di Jesus Christ Superstar o il Cristo troppo umano di Scorsese, fino al Cristo completamente sfigurato dal sangue e nel sangue nell'ultima versione di Mel Gibson. In poco più di cento anni di storia del cinema, più di trenta sono state le pellicole dedicate direttamente a Gesù e alla sua figura, e dalle prime Passioni mute fino a quelle contemporanee il volto e la figura di Gesù sono stati completamente modificati e hanno assunto sempre nuove visualizzazioni estetiche. La lettura di questi film """"cristologici"""" permette di osservare, in filigrana, come sia cambiata la sensibilità religiosa, e non solo, della nostra società. Se è vero, infatti, che il cinema è uno specchio della società, o perlomeno è un mezzo che mette in scena la società e il suo """"visibile"""", attraverso la lettura dei film dedicati a Cristo si può analizzare come la nostra realtà si sia evoluta e quali cambiamenti di mentalità l'abbiano caratterizzata, soprattutto per quel che riguarda le tematiche attinenti al sacro e alla fede."" -
Belli e Roma. Tra carnevale e Quaresima
Nel gran teatro di Roma papale, tra suggestivi bagliori di tramonto, la multiforme commedia umana, scandita nelle magistrali strutture di oltre milletrecento sonetti, pullula di vita plebea. Per osservare le cose del mondo con l'occhio del suo popolo e assumerne in toto l'autentica voce e la parlata ""abietta e buffona"""", il Belli dei salotti e delle dotte accademie dovette """"farsi un'anima nuova"""". La frequente immagine del Carnevale ci introduce qui alla """"condizione carnevalesca"""" nell'accezione antropologica più ampia: quella dell'esplosione vitale, della festa, della trasgressione. L'immagine della Quaresima evoca i risvolti amari del realismo """"creaturale"""" di un poeta dal temperamento malinconico, assillato dal pensiero della morte. Incontri coi testi, chiavi di lettura, connessioni, tendono a far emergere dal libro un Belli sempre più estraneo a ipoteche e fruizioni provinciali: un classico di prima grandezza."" -
Il realismo borghese di Gaetano Carlo Chelli
Definito da Pasolini ""dopo Verga e prima di Svevo, il più grande narratore italiano dell'Ottocento"""" e amato anche da Calvino, che ne ripropose """"L'eredità"""" Ferramonti in una nota collezione einaudiana, Gaetano Carlo Chelli ha conosciuto negli ultimi decenni una insperata fortuna, culminata nel celebre film di Bolognini tratto dal suo romanzo migliore. Anticipando Moravia, Chelli è il primo scrittore post-unitario a interessarsi con occhio spietato dei vizi e delle inquietudini della borghesia, sullo sfondo della trasformazione di Roma da città a metropoli. In una società in cui domina ormai incontrastato, a danno dei sentimenti, il demone del denaro, degli affari e della cupidigia, la sua produzione narrativa racconta storie fosche di intrighi e di passioni. Questo volume ricostruisce per la prima volta nella sua integralità l'universo chelliano, partendo dai romanzi giovanili e dalle esperienze giornalistiche locali, per poi giungere al cuore del suo laboratorio, fino ai racconti e al tramonto della sua vena creativa. Un profilo accurato ed esauriente, che ci restituisce la figura di un intellettuale per molti versi ancora sconosciuto."" -
Lettere di fondazione
"Sono raccolte in questo volume le lettere dirette da Luigia Tincani, fondatrice dell'Unione S. Caterina da Siena delle Missionarie della Scuola, ad alcune delle prime sorelle e a talune aderenti esterne dell'Unione. Lettere della vigilia, o anche lettere di fondazione, possiamo chiamarle, dal momento che si riferiscono alle origini dell'Istituto, essendo datate fra il 1917 e il 1924, anno dell'approvazione diocesana della nuova famiglia religiosa. Lettere di un singolare livello spirituale, che rivelano una cultura, una maturità spirituale, una padronanza della psicologia religiosa, certamente non comuni da parte di una giovane professoressa appena trentenne, com'era in quegli anni la Tincani. Queste lettere, se costituiscono in primo luogo una storia singolare di anime avviate a una nuova e speciale consacrazione di vita religiosa e di testimonianza apostolica, non di meno mostrano anche la storia di quel risveglio spirituale e culturale che animava una parte del mondo cattolico d'inizio secolo, via via più consapevole di dover superare le posizioni organizzative e apologetiche del passato per nuovi modelli di spiritualità personale e di presenza nella società, specialmente nel campo della cultura e della scuola."""" (Dall'Introduzione di Nicola Raponi)" -
Confronto con la fede. Religione civile e identità cristiana nella cultura laica della Costituente
Nel secondo dopoguerra molti intellettuali e giuristi laici vollero confrontarsi con la concezione cristiana della politica, in riferimento soprattutto ai contenuti del personalismo e del diritto naturale. L'universo politico liberale e azionista del periodo costituente si misurò con la sfida della riscoperta delle radici cristiane dell'identità europea e della rimeditazione dello statuto pubblico della religione come fondamento morale di una società libera e giusta. Il pensiero laico della Liberazione e dell'Assemblea Costituente suggerì la proposta di una religione civile chiamata a rifondere la democrazia del dopoguerra su orizzonti di senso ultimi e trascendenti. La novità del pensiero laico della Costituente fu quella di andare oltre la semplice riduzione ""filosofica"""" del cristianesimo a simbolismo liturgico, per avviare un autentico confronto con la fede. Dopo aver preso in esame l'antifascismo laico nel suo rapporto con la tradizione cristiana e averlo analizzato comparativamente con il liberalismo di Croce in Italia e di Strauss negli Stati Uniti, il volume sottolinea aperture e limiti di una proposta culturale coraggiosa sul piano delle idee, ma spesso incapace, per ragioni storiche e politiche, di oltrepassare la teoria per costruire insieme con i cattolici soluzioni sempre condivise sul fronte della famiglia, dell'educazione e della vita."" -
Gregorio XIII e la politica iberica dello Stato pontificio (1572-1585)
Questo volume rappresenta una importante novità per la comprensione della storia dello Stato Pontificio nel Cinquecento. Forte di una rigorosa analisi delle fonti archivistiche, il libro coniuga la serietà della ricerca, sostanziata dalla comparazione dei documenti italiani ed europei attinti dai principali archivi, con una nuova visione interpretativa della filosofia politica dei protagonisti e, particolarmente, di Gregorio XIII, nonché dei re di Portogallo e di Spagna. Uno dei pregi del volume, pertanto, consiste nella capacità di far rivivere i protagonisti sia nel loro ""titanismo"""" sia nei disegni geo-politici, agevolando il lettore in questo percorso, anche attraverso l'impianto delle note, impreziosite dalle biografie dei personaggi e dalla descrizione delle magistrature che hanno interagito nel periodo preso in esame. Utile ed innovativa la trattazione di un Pontefice così poco studiato quale Gregorio XIII e di un Regno, egualmente, poco frequentato sul piano storiografico quale il Portogallo."" -
Costituzione e costituente. La XIX Settimana sociale dei cattolici d'Italia (Firenze, 22-28 ottobre 1945)
II volume, pubblicato dall'ICAS nel 1946, con contributi, fra gli altri, dei Card. Dalla Costa, di Fanfani, Gonelta, Mons. Lanza, La Pira, Tosato, rappresentò un punto di riferimento importante per i cattolici eletti alla Costituente. Molti contenuti enunciati in queste pagine sono poi rifluiti nella Costituzione. Il testo viene riprodotto, nella sua struttura essenziale, nel Centenario delle Settimane Sociali. -
Ágnes Heller: costruire il bene. Una teoria politica della giustizia
L'interesse antropologico e la tensione etica che nutrono il pensiero di Ágnes Heller, filosofa ungherese vivente, formatasi alla ""Scuola di Budapest"""" con G. Lukàcs e il marito F. Fehér, rendono di notevole interesse e di straordinaria attualità il suo percorso intellettuale, che questo studio si propone di ripercorrere sino alle sue ultime formulazioni, presentando per la prima volta in Italia l'evoluzione complessiva di questo pensiero. La vocazione all'analisi della realtà socio-politica del Novecento, degli eventi devastanti dei totalitarismi sia di destra e che di sinistra, colti negli effetti più distruttivi, come la Shoah e i gulag, si tramuta nella ricerca delle conseguenze del loro fallimento, nel momento in cui hanno svuotato la sfera politica di ogni tensione verso l'uomo, colto nella concretezza e nella caducità dei suoi bisogni e desideri. Se l'attenzione alla """"vita quotidiana"""" e alla sfera dei """"bisogni"""" diventa il fulcro dei suoi interessi, ciò non significa dotare di una svolta pragmatica e materialistica il suo pensare, bensì rilanciare l'antico spazio politico dell'agorà, inteso come ambito pubblico riempito dall'impegno collettivo e dalla pratica della giustizia, in cui trova espressione il carattere originario della vita umana. È questa riscoperta del nucleo etico, della tensione che dovrebbe informare ogni relazione umana e politica verso un essere per l'altro, e non semplicemente un essere con l'altro, che consente alla filosofa di tracciare una visione della società oltre l'individualismo e la dispersione etica attuale, per una rivalutazione della specificità dell'agire umano, finalisticamente orientato - alla maniera aristotelica - verso la """"vita buona""""."" -
Rosmini: conoscere e credere. Storia della causa
Il volume delinea nella prima parte il percorso umano e culturale di Antonio Rosmini (1797-1855), facendo parlare soprattutto lui stesso, attraverso il Diario personale e l'Epistolario (circa 8.000 lettere). Nella seconda parte viene ricostruita la storia della Causa di beatificazione. Questa si innesta sulla Questione rosminiana, che era venuta a crearsi intorno alle sue dottrine e che lo ha accompagnato per quasi tutta la vita. Ripercorrere le vicende della Questione e della Causa consente di rivivere un momento della storia della Chiesa e dell'Italia nel periodo cruciale della formazione dello Stato unitario e del suo rafforzamento, sullo sfondo di una sotterranea e perenne lotta fra conservazione rigida e apertura al nuovo. Prefazione di Giuseppe De Rita. -
Cristianesimo da esercitare. Una nuova educazione alla fede
"La testimonianza come 'servizio' significa cha la vita cristiana è un agire che sa assumere le forme della vita umana come un alfabeto in cui dirsi ed in cui realizzarsi. Il volume del teologo Antonio Staglianò si dipana con un'eleganza pari sicurezza del disegno. Il libro sembra decollare come un instant book, volto a raccogliere e indirizzare le provocazioni emerse nel convegno scaligero. Subito, però, si sviluppa con un movimento ampio e sinfonico, così che se il motivo iniziale suona le note udite a Verona, subito l'orchestrazione del volume guadagna un orizzonte tanto ampio che mette in gioco nientemeno che il futuro del cristianesimo. Precisamente sotto la figura del superamento della frattura tra teologia e pastorale con un linguaggio che è un impasto singolare di riferimento biblico, citazione colta, richiamo magisteriale e lingua teologica. Questo volume aiuterà che volesse riflettervi a trovare le armoniche di confronto per far convergere i 'lavoratori del Vangelo' verso un sogno comune che sia all'altezza del momento. Un 'cristianesimo da esercitare' appare dunque l'istanza del momento. Il suo esercizio è l'opera della Chiesa tutta, la riflessione metodica su di esso è compito della riflessione dei teologi in sinergia con i pastori."""" (Dalla Prefazione di Mons. Franco Giulio Brambilla)" -
La guerra, gli orfani, la carità. «Non mi sono dato pace». Scritti spirituali
"La Spiritualità del Cardinale Tardini non è facile da definire. Egli sembrava nasconderla sotto il fare scanzonato e un realismo che talvolta appare scettico. Non aveva tempo di scrivere, perchè proteso ad operare. In effetti la sua personalità spirituale si rivela veramente, e soltanto, nella vita. Doti naturali e doni di grazia, intelligenza e fede, cultura e spiritualità, ministero sacerdotale e proposta educativa, sono intrecciati unicamente tesi alla chiamata di Dio, per la Chiesa e le anime. Fu accanto a tre papi diversissimi e tutti grandi, felice di essere loro così vicino, ne visse da esperto la diversità, ma ognuno era per lui """"anzitutto il Papa"""". La tensione di un'intelligenza che non si placa e di uno slancio che sempre si prodiga nel servizio apostolico traluce dai documenti che redige nei cinque anni di guerra. Giorno per giorno Mons. Tardini vive il dramma dell'esistenza cristiana, stretta tra la mortificazione del male e della sofferenza spesso innocente e l'anelito di una sperata via di riconciliate relazioni tra gli uomini. Allora sgorgò, come da un'incubazione, il suo progetto di carità per l'infanzia e la gioventù. Villa Nazareth divenne la sua pazzia per Cristo. Questa con altre opere, rappresentò la """"vita segreta"""" della sua maturità"""". Dalla prefazione del cardinale Achille Silvestrini." -
Mai più la guerra! La Chiesa della giustizia e della pace dopo l'11 settembre
Si può meditare alla luce della Parola di Dio sugli eventi storici contemporanei che viviamo? «La Bibbia e il giornale» diceva Karl Barth. Le riflessioni contenute in questo libro vogliono appunto spingersi verso una meditazione incarnata nella storia, per coscientizzare e coscientizzarsi, misurandosi con un discernimento sapienziale dei grandi eventi, ma cercando di ""guardare nel piccolo"""", ai contesti umani concreti, per un'etica sociale """"in situazione"""". Con una fedeltà profonda all'insegnamento sociale dei Papi (in particolare Paolo VI, Giovanni Paolo II, Benedetto XVI), l'autore medita dunque sulle vie di giustizia e di pace che la Chiesa apre nel difficile mondo del XXI secolo: il mondo del grande conflitto apertosi l'11 settembre 2001. In una forma di pedagogia popolare che vuole rivolgersi, con il linguaggio semplice e piano del Vangelo e con un tono confidenziale e fraterno, ai gruppi, alle comunità ecclesiali di base, alle parrocchie italiane, l'autore intende aprire un """"dialogo del cuore"""" e provocare alla riflessione personale e comunitaria: per l'autoformazione dei fedeli laici e per un'offerta di nutrimento spirituale ed etico-sociale agli operatori pastorali. Del resto spesso i temi, le questioni, le meditazioni, raccolti in questo volume sono stati maturati dall'autore in molte discussioni comunitarie di confronto critico, di preghiera, di conricerca."" -
L' umanità si racconta. I sentieri della narrazione storica
La storia propone una serie di questioni che investono la teologia, la filosofia e l'epistemologia. I suoi contenuti esigono un'oggettività garantita dai documenti e dalle testimonianze, e la validità e l'imparzialità della cronaca relativa agli eventi trattati non sono separabili dalla prospetticità interpretativa degli storici. Il discorso narrativo che la riguarda è sempre sospeso tra la storia vera e propria e l'ipotesi storiografica che la illustra. Il presente volume affronta l'argomento in due parti, la prima di carattere teoretico riferita ai temi, ai problemi e alle prospettive della filosofia della storia, la seconda concernente le narrazioni storiche che dalle origini ad oggi caratterizzano il pensiero occidentale. In quest'ultima parte sono centrali gli autori che nell'ambito filosofico hanno problematizzato la storia stessa dando origine ai modelli storiografici. L'interesse della trattazione è dato dalla prospettiva narrativista, che sposta il problema dalla ricerca veritativa dei fatti al racconto, mediante il quale l'umanità prende coscienza di sé medesima nell'avventura costituita dallo sviluppo delle sue civiltà. Raccontare la storia significa nel contempo prendere coscienza degli eventi vissuti e tramandarne ai posteri il senso e il significato che li anima. -
Umorismo e comicità. Narrativa e cinema nel Novecento
"Dio scoppiò in sette risate e nacquero i sette dèi che abbracciano il mondo. La settima volta rise di un riso di gioia e nacque Psiche"""": così viene detto in un trattato ermetico greco-egizio sulla creazione. Quanti modi, quanti stratagemmi, quante formule per suscitare il sorriso o la risata, impiegati lungo il XX secolo nella narrativa """"di consumo"""" come nel cinema italiano? E quanti nomi, tuttora al centro dell'attenzione critica o divorati in un breve volgere di tempo? Questo volume costituisce un indispensabile inventario della cosiddetta narrativa umoristica nonché una rapida rassegna dei personaggi comici che il nostro cinema ha messo in campo e allineato nelle passate stagioni. Le due parti di cui si compone presentano due dimensioni dello stesso fenomeno disegnando un panorama poco battuto dalla critica, in alcuni casi una prima indispensabile ricognizione."