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Dall'argilla all'algoritmo. Arte e tecnologia. Dalle Collezioni di Intesa Sanpaolo e del Castello di Rivoli Museo d'Arte Contemporanea. Ediz. illustrata
"Dall'argilla all'algoritmo. Arte e tecnologia. Dalle Collezioni di Intesa Sanpaolo e del Castello di Rivoli Museo d'Arte Contemporanea"""" indaga la relazione tra tecnologia, soggettività umana e arte. Per tecnologia s'intende l'insieme dei saperi attraverso i quali vengono creati strumenti utili alla società, quali macchine e apparecchi per cibarsi, combattere, costruire, trasportare, comunicare, apprendere e ricordare. Dalla punta di selce dell'uomo di Neanderthal fino al computer, la storia dell'umanità può essere scandita attraverso una sequenza di grandi o piccole invenzioni che comprendono l'uso della pietra, del fuoco, del bronzo e del ferro che, arrivando alle epoche a noi vicine, includono l'invenzione della stampa, della macchina a vapore, l'applicazione industriale dell'elettricità e l'avvento di fotografia, telefono, cinema, radio, Internet, fino all'applicazione congiunta di genetica, nanotecnologie, digitale, robotica e intelligenza artificiale. A partire dall'ottica del presente, questo catalogo e la mostra che accompagna propongono un percorso intenzionalmente non-cronologico, che spazia da antichi vasi greci e magnogreci a opere di artisti contemporanei internazionali. Basato su dialoghi inediti, il progetto approfondisce i modi in cui artisti di epoche diverse si sono relazionati con la tecnologia, il suo fascino, le sue utopie oppure i suoi demoni, anticipando o riflettendo radicali cambiamenti sociali e culturali. Attraverso un saggio visivo, testi critici dei curatori Carolyn ChristovBakargiev e Marcella Beccaria, e schede dedicate a ciascuna delle opere in mostra, il catalogo documenta il progetto, nato dalla collaborazione tra Intesa Sanpaolo e Castello di Rivoli Museo d'Arte Contemporanea e realizzato nell'ottica di una valorizzazione delle reciproche collezioni." -
Wunderkammer Panza di Biumo. L'arte dei piccoli oggetti 1966-1992
Maquettes, strumenti, invenzioni meccaniche, studi, creazioni artistiche interpretabili come i ""primi originali"""", rarità che il mecenate milanese Giuseppe Panza di Biumo (1923-2010) collezionò o ricevette in dono dagli artisti a lui più cari, che rinnovano l'occasione per indagare gli interessi e le ricerche del collezionista, attratto dalle tendenze artistiche volte a porre al centro della pratica il concetto di idea. Gli oltre quaranta esemplari, eseguiti in un arco di tempo che va dal 1966 al 1992, esposti al Negozio Olivetti - Bene del FAI a Venezia - come discrete e preziose apparizioni in una """"camera delle meraviglie"""", appartengono, per la maggior parte, ai principali esponenti del minimalismo e dell'arte concettuale: da Walter De Maria a Carl Andre, da Robert Morris a Richard Nonas, da Dan Flavin a Joseph Beuys, fino a Robert Barry, Ian Wilson, Jene Highstein, Piero Fogliati, Douglas Davis ed Eric Orr. Alcuni artisti ricorrono anche nella Collezione Panza che il FAI cura, conserva e valorizza a Villa Panza a Varese, che fu la dimora del collezionista."" -
Prospettiva arte contemporanea. La collezione di Fondazione Fiera Milano. Ediz. a colori
L'impegno di Fondazione Fiera a favore dell'arte e della cultura non assume soltanto i connotati di una responsabilità sociale d'impresa, ma rientra a pieno titolo nella sua missione. La Fondazione ha adottato un programma culturale che si affianca al piano industriale, non solo come semplice destinazione di utili. L'attenzione al sistema cultura trova conferma nell'istituzione di un Fondo annuale destinato all'acquisto di una o più opere nell'ambito di miart - fiera internazionale d'arte moderna e contemporanea, marchio di proprietà del Gruppo Fiera Milano. Il Fondo, inoltre, ha varcato i confini nazionali e le acquisizioni avvengono anche durante Investec Cape Town Art Fair, analoga manifestazione organizzata in Sud Africa. L'obiettivo è duplice: arricchire e accrescere il patrimonio artistico di Fondazione Fiera Milano, e contribuire al sostegno della mostra internazionale, che rappresenta un importante fattore di attrattività per il capoluogo lombardo. Con la mostra Prospettiva arte contemporanea si è deciso di condividere la collezione con un più vasto pubblico, proprio nel cuore di Milano, avvalendosi di una partnership autorevole, come quella di Intesa Sanpaolo ed esponendo in una sede museale di grande prestigio quale Gallerie d'Italia. Quarantatré, su un totale di novantadue opere che compongono l'intera collezione, utilizzano linguaggi artistici differenti: dalla pittura alla scultura, dal film all'installazione, dal disegno alla fotografia, esposte secondo un progetto allestitivo immaginato come l'interno di una domus, con un susseguirsi di stanze e rientranze studiate per rivelare e, al tempo stesso proteggere, le opere. Prospettiva arte contemporanea vuole testimoniare il rafforzamento del ruolo di Fondazione Fiera Milano come ""fondazione d'impresa"""", non solo nella prospettiva economica ma anche sotto il profilo culturale, per lo sviluppo sociale della collettività."" -
Ugo Nespolo. Fuori dal coro
Ricco di un costante senso d'insofferenza verso gli obblighi del conformismo creativo e critico, Ugo Nespolo ha dato vita ad una figura d'artista unica ed originale fatta di cultura e di ironia. Pubblicata in occasione della mostra milanese, questa monografia ripercorre la storia di un artista che nelle sue multiformi evoluzioni ha segnato tappe rilevanti nella storia dell'arte italiana e ne esplora l'eterogeneo percorso visivo e creativo che ha caratterizzato la sua opera, a partire dagli anni sessanta del secolo scorso, attraversando mezzi espressivi differenti: pittura, installazioni, libri d'artista, teatro, scultura, cinema. In una continua esplorazione e ricerca attraverso diversi linguaggi, pervasi da un'inconfondibile ironia e uno spirito anticonformista, Nespolo, artista ""fuori dal coro"""", sia pur in fecondo e collaborativo contatto con importanti protagonisti del panorama culturale artistico a lui contemporaneo (Baj, Fontana, Pistoletto, Man Ray), presenta la sua voce originale, unica e molteplice e la sua arte ironica, ludica e polimorfa. Attraverso una selezione di opere dagli anni Sessanta a oggi e i contributi di Maurizio Ferraris (Nespolo e il capitale come opera d'arte totale) e Bruno Di Marino (Shapes and Shades. 50 anni di immagini in movimento), il volume rende omaggio all'eclettismo di un artista che ha da sempre messo in pratica un atteggiamento ironico ed irriverente e mai schiavo di mode e di obblighi, l'ironica utopia di una nespocrazia assoluta."" -
Guido Pajetta. Miti e figure tra forma e colore. Ediz. a colori
Questo volume risponde all'esigenza di ripercorrere la storia di un artista dalle origini alla morte. Suddivisa per ambiti tematici, la monografia pone attenzione tanto ai rapporti di Pajetta con l'ambito artistico milanese, legato a Novecento e soprattutto a Sironi, quanto al suo successivo desiderio di entrare in rapporto con la produzione europea e in particolar modo francese, con specifico interesse per il cubismo e il surrealismo. proprio in questo ambito che Pajetta sviluppa una specifica attenzione per un realismo di marca introspettiva che lo accompagnerà nel tempo, facilitato da uno stile corsivo e antimimetico, cui certamente giova l'adozione del colore acrilico a partire dal 1967. Pajetta pare sempre più impegnato nella ricerca di una verità recondita e forse anche di una nuova coscienza di sé. Affiora il senso di un'angosciosa solitudine, cui non pone rimedio né il successo di critica e di mercato né la tenacia nel lavoro o la vasta cultura letteraria. Tormentato dalle sue ossessioni, si affida all'immagine come a una sorta di travestimento o di alter ego. -
What a wonderful world. La lunga storia dell'ornamento tra arte e natura
Attraverso oltre duecento opere, comprese tra l'antichità e il presente e realizzate anche da grandi artisti come Albrecht Diirer, Leonardo da Vinci, Alphonse Mucha, Maurits Cornelis Escher, Pablo Picasso, Henri Matisse, Giacomo Balla, Gino Severini, Andy Warhol, Keith Haring e molti altri, il volume ripercorre le numerose declinazioni dell'arte ornamentale, per comprendere come decorazione e ornamento abbiano giocato un ruolo fondamentale nella nostra, come in tutte le altre culture. L'ornamento è uno dei risultati principali dell'azione dell'uomo su di sé e sul proprio ambiente e fa riferimento all'espressione estetica nel suo senso originario. È infatti un'intensa e qualificata stimolazione sensoriale che si pone da intermediario tra uomo e natura in molteplici modi. Impossibile definire l'ornamento in maniera univoca, a meno di svilirne un significato che oscilla tra diversi poli (superfluo-necessario, marginale-strutturale, eccesso-ordine...) senza mai risolversi in nessuno di essi e traendo la sua forza proprio da questo continuo fluttuare. Oggi (e ormai da decenni), tuttavia, l'ornamentalità appare un tema del tutto paradossale: come in ogni altra epoca che ci ha preceduto, anche noi viviamo circondati, si vorrebbe dire immersi nell'ornamento, ma lo consideriamo secondario. Suddiviso in varie sezioni, il volume intende indagare le origini lontane e gli sviluppi più recenti dell'intreccio tra vita quotidiana, arte e decorazione, e affrontare in modo nuovo le esperienze di tanta arte del Novecento e del nuovo millennio in cui i temi dell'ornamento sono stati ancora una volta rimessi in gioco. -
Tempo e progetto
Questo scritto ha lo scopo di individuare alcuni significati che il tempo, come passato, presente e futuro, assume in quanto materiale strutturale del progetto di architettura, come lo spazio, il luogo e l'uso. L'interpretazione del tempo è uno dei materiali strutturali a cui il progetto di architettura dà forma. Il tempo, insieme al luogo ed allo spazio, rappresenta infatti un'opportunità per il presente di confrontarsi con un passato poetico, disciplinare e civile, oltre che con molti altri significati, compresa l'immaginazione nei suoi diversi aspetti e caratteri, nel suo perdurare e nel suo manifestarsi in differenti condizioni di vita e di lavoro. La rappresentazione del passato è però sempre connessa ad una selezione del tempo della nostra memoria, attraverso particolari momenti collettivi o soggettivi, che hanno modificato e sovrapposto sovente la continuità di un angolo della storia, anche nelle procedure di progetto che rappresentano le ragioni che le hanno strutturate. Il progetto di architettura è la capacità di produrre, nel presente e nel futuro, frammenti di verità nuovi, che non dimenticano mai il territorio critico del passato, della storia della propria disciplina e del proprio contesto. -
Pablo Atchugarry. Alla conquista della luce. Ediz. italiana e inglese
Lo spirito creativo di Pablo Atchugarry, artista capace di interrogare il marmo attraverso un gesto di seduzione tattile che travalica e vanifica l'idea del tempo Alla Conquista della Luce presenta 25 sculture in marmo del maestro, oltre alle sculture nel grigio del bardiglio e alle 15 sculture in bronzo. Un'arte classica e moderna al contempo quella di Atchugarry: una classicità che rimanda all'antica cultura greco-romana e a successivi agganci barocchi che l'aiutano a proiettare nello spazio misteri assoluti di linee e di forme. La conquista dell'astrazione da parte di Pablo Atchugarry passa infatti attraverso una classicità che rimanda all'antica cultura greco-romana e a successivi agganci barocchi che l'aiutano a proiettare nello spazio misteri assoluti di linee e di forme. Infatti queste sue forme si nutrono della ritmica rincorsa dei vuoti e dei pieni nel rievocare talora il transito di un dinamico panneggio che assorbe e diffonde la luce. E un simile incanto emerge sia dal candore del marmo di Carrara, sia dal grigio del bardiglio: lo possiamo ammirare nelle venticinque opere in rassegna che rinnovano la magia narrativa della pietra. Pari seduzione scaturisce inoltre dalla quindicina di bronzi che sono conquistati e accarezzati da un variabile monocromatismo. L'imponente opera La danza della vita, che costituisce l'avvio dell'intero percorso contemplativo, entra decisamente nella filosofia del processo indagatore tipico di Pablo Atchugarry: si tratta di un albero d'ulivo, ormai disseccato, scavato e interrogato da appositi attrezzi per farlo rivivere come opera d'arte, per elevare i contorcimenti e gli sviluppi radicolari a sublime narrazione. Proprio come succede al blocco di marmo a cui l'artista chiede di rivelare l'anima ovvero quella realtà michelangiolescamente custodita nel suo interno. Il volume, che illustra illustra questo viaggio dell'artista alla conquista della luce, è introdotto dai testi di Luca Bochicchio, Luciano Caprile e Tiziana Leopizzi. -
Heinz Mack. The breath of light. il respiro della luce. Ediz. italiana e inglese
Heinz Mack (Lollar, 1931) è una figura fondamentale nell'arte della seconda metà del XX secolo: artista radicale e rivoluzionario, attivo dagli anni Cinquanta nel segno di un'essenzialità espressiva e operativa in continuo rinnovamento. Questo libro raccoglie una serie di esempi fondamentali del suo lavoro, concentrandosi su uno dei nodi principali della sua riflessione creativa: la relazione tra luce, colore, struttura e spazio. L'artista, iniziatore nel 1957 a Düsseldorf (con il collega e amico Otto Piene) del movimento internazionale di ZERO, ha da allora sperimentato una pluralità di tecniche e materiali. L'identità tra luce e colore, declinata in forme di relazione dialettica e attiva come struttura, vibrazione, ritmo, costituisce il fattore centrale di continuità e metamorfosi della sua opera, che si intende presentare in questa pubblicazione attraverso il ""respiro"""" di questa luminosità in variazione di superfici e spazi."" -
Susanna De Angelis Gardel. Karékla una sedia per l'anima. Ediz. illustrata
"Pochi tratti del tutto essenziali, in formale e lineare continuità tra l'orizzontalità e la verticalità del segno solo leggermente ed elegantemente aggettante, inducono a un profondo silenzio, a uno stato di concentrazione e di intima riflessione. [...] Ogni particolare è frutto di un perfetto equilibrio tra l'idea della forma e la soluzione tangibile, tra il pensiero simbolico e la contaminazione iconografica.""""" -
Il cenacolo di Leonardo per il re Francesco I. Un capolavoro in oro e seta
Il volume presenta per la prima volta, dopo il suo restauro, l'eccezionale e preziosa copia del Cenacolo di Leonardo da Vinci realizzata ad arazzo, con fili di seta oro e argento, fra il 1516 e il 1525 su commissione di Francesco I re di Francia e di sua madre Luisa di Savoia, e oggi conservata presso i Musei Vaticani. L'arazzo costituisce una delle primissime copie del capolavoro di Leonardo, commissionato per soddisfare le esigenze della corte francese che intendeva possedere l'immagine di un'opera che non poteva in alcun modo essere trasportata. Testimonianza della grande ammirazione dei re di Francia per il genio italiano, l'arazzo venne poi donato nel 1533 a Papa Clemente VII e fece così ritorno in Italia. Curato da Pietro C. Marani, il libro getta una nuova luce, anche grazie ai contributi di Alessandra Rodolfo e Nello Forti Grazzini, non solo sulla storia e sulla realizzazione di questo capolavoro, così come sul suo meticoloso restauro, ma anche sulle relazioni tra la corte di Luigi XII, il maestro italiano e gli artisti fiorentini convocati in Francia da Francesco I, estimatore e committente di arazzi, come dimostra la perduta serie dei Baccanali già attribuita a Giulio Romano e a Leonardo. -
Elia Festa. Blau. Ediz. italiana e inglese
Conosciuto e apprezzato come fotografo già alla fine degli anni settanta, oggi Elia Festa è un artista visivo che cattura con il suo obiettivo dettagli di oggetti comuni, di architetture, di fenomeni, di luci che spesso sfuggono allo sguardo comune. Li rimaneggia, ne coglie l'essenzialità, ne scruta l'animo svelandone la parte più profonda e nascosta. E così le sue opere, che inizialmente possono sembrare macchie astratte e informi, ad un occhio attento rimandano a paesaggi suggestivi lontani che accendono emozioni e curiosità. Le opere di Festa si muovono dalla realtà scrutando i particolari, scoprendo riverberi che definiti dall'occhio assumono una nuova vita indipendente. Con Blau, Elia Festa mette in dialogo con l'acqua e con l'elemento fluido le forme sfumate e quasi caleidoscopiche delle sue immagini nelle quali la stabilità della dimensione corporea e figurativa si intreccia e si deforma sfruttando le inesauribili potenzialità della tecnologia. L'artista si confronta con un ambito del tutto nuovo per la sua ""poetica"""" fornendo un'interpretazione artistica sul tema delle plastiche e della catastrofe ambientale che rischia di provocare ferite insanabili al nostro Pianeta. In tale prospettiva, con le sue opere l'artista agisce sull'immagine creando corrispondenze inaspettate con la realtà ed esaltando simmetrie che solo l'immaginazione riesce nel compito di scoprire e portare a espressione."" -
Ralph Rumney. Un ospite internazionale a casa Boschi Di Stefano. Ediz. a colori
Ralph Rumney è un fuori serie a cui è giusto riassegnare un ruolo preciso nel panorama artistico italiano che, con la sua fattiva presenza, ha concorso a internazionalizzare. Per qualità e tematiche è vicino agli autori amati dai Boschi Di Stefano negli anni cinquanta del Novecento e compagno di strada di molti di loro. Ha conosciuto e lavorato con Baj, Fontana, Manzoni, per citare solo i più noti, con i quali condivide esperienze e progetti. In questo volume Elena Di Raddo traccia un primo consuntivo biografico e critico dell'opera di Ralph Rumney, protagonista oggi sommerso dalla molteplicità dei nomi e degli eventi che hanno caratterizzato l'avanguardia del situazionismo. La collana ""Visti da vicino"""" vuole infatti rimettere a fuoco, una a una, le personalità e le poetiche degli artisti scelti dai Boschi Di Stefano come amici, spesso, prima che come autori."" -
Kandinskij, Goncarova, Chagall. Sacro e bellezza. Ediz. a colori
"Kandinskij, Goncarova, Chagall. Sacro e bellezza nell'arte russa"""" presenta un nucleo di diciannove preziose icone russe appartenenti alle collezioni d'arte di Intesa Sanpaolo accostato a quarantacinque capolavori di artisti russi di fine Ottocento e inizio Novecento provenienti dalla Galleria Tret'jakov di Mosca e da altri importanti musei della Russia, di Nizza e di Salonicco. Pubblicato in occasione della mostra di Vicenza e curato da Silvia Burini, Giuseppe Barbieri e Alessia Cavallaro, il volume affronta un tema di rilevante spessore, quello dei rapporti tra la tradizione delle icone e i movimenti artistici che, tra Otto e Novecento, hanno radicalmente mutato il contesto russo influenzando definitivamente anche quello internazionale. Attraverso le opere di Chagall, Kandinskij, Goncarova, Malevic, Tatlin, Filonov, Kljun e di altri artisti russi di fine Ottocento primi Novecento viene dimostrato come l'arte moderna russa sia tornata ad attingere linfa vitale dalla spiritualità degli antichi modelli iconografici, la cui simbologia universale sa essere linguaggio anche della nuova sensibilità estetica delle Avanguardie." -
Paul Gauguin. Eiaha-Ohipa (Tahitiani in una stanza). Ediz. italiana e inglese
Un saggio monografico dedicato a un dipinto dell'artista francese appartenente alle collezioni del Museo Puskin di Mosca. Le opere di Paul Gauguin costituiscono una delle sezioni più significative della collezione moscovita di arte francese, strettamente legata al nome di Sergej Scukin, collezionista e mecenate russo, protagonista delle grandi iniziative espositive del Museo Puskin, nonché uno dei suoi simboli più importanti. Tra i dipinti del maestro francese spicca ""Eiaha Ohipa"""", datata 1896, un anno difficile per l'artista: rientrato da poco dalla Francia a Tahiti, con l'obiettivo di fermarsi definitivamente, si trova in ristrettezze economiche, con gravi problemi di salute. Il titolo usuale """"Tahitiani in una stanza"""", non restituisce l'iscrizione in lingua maori del dipinto, che allude piuttosto all'indolenza o libertà dal lavoro delle figure ritratte. Solo cinque anni prima, Gauguin era salpato per il suo primo soggiorno a Tahiti con un atteggiamento ambivalente: da una parte segnato dalle aspettative di un esotismo radicale rispetto alla tradizione della pittura orientalista, dall'altra attento alla documentazione etnografica di costumi e mentalità del tutto diversi alla propria cultura. L'unanime rigetto incontrato a Parigi dai quadri e sculture eseguiti in quel primo soggiorno, fra 1891 e 1893, lo induce a un distacco radicale da quella sua stessa, originaria, cultura. Tahiti definitivamente si viene a configurare, nello stato di frustrazione vissuto dall'artista, come un luogo edenico, un paradiso immune dalle convenzioni e costrizioni della cosiddetta civiltà occidentale, con le sue logiche di falso progresso, dominio e sfruttamento. La coppia rilassata nell'intimità ombrosa di una stanza aperta su un paesaggio di luce incarna la condizione, utopica, di un armonico stato di natura, di una libertà di essere e agire secondo le proprie inclinazioni. Sullo sfondo si staglia la figura di un osservatore, sostanzialmente estraneo alla scena: è presumibile che si tratti dell'artista stesso, preceduto, sulla soglia della stanza, dal suo cane, una comparsa ricorrente di tanti altri dipinti di questi anni."" -
Antonio Marasco. Futurista indipendente. Catalogo della mostra (Rende, 14 dicembre 2019-15 febbraio 2020). Ediz. a colori
"La personalità di Marasco è tra le più interessanti del futurismo italiano, per l'intelligenza e anche per la precocità del suo contributo. Non è uno dei tanti adepti anemici e provinciali di un 'secondo futurismo' che pure conta notevoli protagonisti, ma è un interprete del momento più intenso ed esplosivo del movimento marinettiano, cui egli aderì tra la fine del 1913 e gli inizi dell'anno successivo. Fin dal 1906, quando contava appena dieci anni, il pittore calabrese si era trasferito a Firenze e la sua cultura si giovò certamente del clima straordinariamente vivo di quella città, dove operavano uomini del livello di Papini e di Soffici, dando vita a riviste come 'Leonardo' e 'La Voce', e dove nello stesso anno approdava il giovanissimo de Chirico. A Firenze, dopo l'iniziale contrasto di Soffici con Boccioni, Marinetti e compagni, il futurismo trovò uno dei suoi centri più attivi e indipendenti, esprimendo la nuova rivista 'Lacerba'. Dal clima fiorentino, Marasco assorbì sia l'asciutto equilibrio formale di una sperimentazione molto contenuta nei suoi assunti dinamici, sia proprio quello spirito d'indipendenza che lo porterà nel 1932 a ribellarsi alla leadership marinettiana e a proclamare la nascita di un 'futurismo italiano indipendente', riproducendo un tentativo già messo in opera proprio dai futuristi fiorentini ai tempi di 'Lacerba'."""" (dalla prefazione di Maurizio Calvesi)" -
Fiori all'occhiello. Presenze artistiche nel XX secolo da Boccioni e Marasco ai contemporanei. Ediz. a colori
Benché l’identità culturale calabrese sia stata penalizzata per molto tempo dall’emigrazione intellettuale e dall’assenza di fenomeni significativi in loco, in Calabria sono nati artisti che, pur venendo spesso da situazioni difficili e di emarginazione, hanno fatto sentire la loro presenza nelle vicende italiane e internazionali del Novecento. rnA partire dal futurismo, che ha avuto tra i suoi protagonisti Boccioni, nato a Reggio Calabria, e altri due artisti calabresi come Marasco e Benedetto, fino alle innovazioni radicali di figure come Rotella, alla svolta culturale dei postmeridionalisti e alle sperimentazioni linguistiche degli ultimi decenni, in cui si nota un’interessante dialettica tra la conoscenza e la valorizzazione del proprio territorio e l’identità aperta dell’artista contemporaneo, che pratica un consapevole nomadismo mentale e fisico. rnSu tutte queste vicende Tonino Sicoli, critico militante e direttore di un museo ventennale e intraprendente come il MAON di Rende (CS), ha scritto puntualmente, con un taglio giornalistico, analitico e documentario, molti saggi che in questa antologia raccolgono venticinque profili critici su rappresentativi artisti “fiori all’occhiello” della Calabria. -
Progettare l'abitare. L'architettura del Collegio di Milano-Designing dwelling. The architecture of the Collegio di Milano. Ediz. illustrata
L'architettura racconta la storia dei luoghi della città. L'imprinting di alcune opere è determinante non solo nella genesi dello spazio e della cultura dell'immagine architettonica, ma anche dei contesti di vita. È il caso del Collegio di Milano, un'opera di Marco Zanuso. Una storia a distanza di cinquant'anni di pregnante attualità: la costruzione di un campus universitario che attraverso successive adduzioni giunge fino a noi con l'immutata forza e attualità della sua originaria concezione. All'intervento di Zanuso degli anni Settanta, si aggiunge ora il nuovo edificio dello Studio Piuarch e l'ulteriore ampliamento progettato dal Centro Studi TAT, a potenziare il ruolo d'eccellenza della Fondazione Collegio delle Università Milanesi che ha conseguito una riconosciuta identità per lo standard di elevata qualità dei servizi residenziali e formativi offerti e per il contesto ambientale. ""Progettare l'abitare. L'architettura del Collegio di Milano"""" è il racconto di questa articolata vicenda, non una celebrazione, ma una lettura della funzione civile dell'architettura nello sviluppo della società. Storia di persone e progetti, in un dialogo con il contesto e il tempo."" -
Ugo Nespolo. Inno alla gioia. Ediz. a colori
Gli esordi di Ugo Nespolo nel panorama artistico italiano risalgono agli anni Sessanta, alla Pop Art, ai futuri concettuali e poveristi. Mai legata in maniera assoluta a un filone, la sua produzione si caratterizza subito per un'accentuata impronta ironica, trasgressiva, per un personale senso del divertimento che rappresenterà sempre una sorta di marchio di fabbrica. Come spiega Gianluca Cuozzo, ""la realtà descritta da Nespolo è ostentatamente infantile, ingenua, ancorata a dei valori che sono assolutamente puri perché sottratti allo scorrere del tempo. Da qui l'incanto della sua arte, che risuona nelle nostre esistenze come il suono melodioso di un'occasione forse perduta, ma che la sua opera fa vibrare nei colori vividi di una speranza mai spenta. In questo sogno m'immergo e vedo una realtà bella e felice."""""" -
Aldo Rota. Energy of space. Celebrating fifty years of man on the moon. Ediz. italiana e inglese
Nel concepire questo progetto ho immaginato che l'astro sidereo potesse ""abitare"""" l'aerostazione di Malpensa. Faremo atterrare la nostra Luna, trasfigurata in un'opera d'arte, in un evento artistico sinestetico. La Luna, allora, si incarnerà e, vestita dei colori più belli, cantando l'aria musicale più emozionante, si impossesserà del luogo incedendo e, respirando profondamente, andrà a misurarsi con lo spazio circostante, come l'uomo vitruviano di conio leonardesco intento ad affermare l'incontro di arte e scienza. Si onora così la memoria di Leonardo e si onora così lo storico e stupefacente allunaggio. Su questo si fonda l'incontro di due artisti, Aldo Rota, pittore, e Dario Baldan Bembo, cantautore. Rispettivamente, il volto cangiante della Luna, ricco di cromie, di figurazioni liquide, di segni pittorici, e la voce della Luna densa di tonalità, gonfia di passioni, di sentimenti che, intrecciandosi, la avvolgono d'una musicalità e d'una pittoricità preziose. Il pittore Aldo Rota presenterà un dipinto realizzato per l'occasione, un trittico che condensa le sue ultime ricerche coronando la serie Above Us dedicata alla Luna con un omaggio a Leonardo e alla sua Ultima cena: un grande trittico in cui irrompono tredici lune in raffinate sfumature di bianco. Il cantautore Dario Baldan Bembo proporrà l'ascolto della propria interpretazione musicale della Luna, scritta per darle """"voce"""".""