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Raffaello. Ediz. a colori
"Siamo """"dentro la pittura"""" di Raffaello. Ma in questo caso siamo proprio in uno spazio, fisicamente percorribile: una grande architettura il cui significato è quasi più forte di quello dei personaggi che la abitano. È l'opera più rappresentativa e, comunque, quella più piena di significati che Raffaello abbia concepito ed è la Scuola di Atene nelle Stanze Vaticane. Cercheremo di vedere il senso di quest'opera e, da questa, arrivare a capire il percorso e il significato dell'attività di questo grandissimo pittore. Raffaello viene chiamato nel 1508 da Giulio II, il papa, per lavorare nelle Stanze Vaticane. Lavora più o meno nello stesso tempo in cui Michelangelo sta nella Cappella Sistina e si incrociano questi due straordinari artisti con visioni distanti..."""" (Dal saggio di Vittorio Sgarbi)" -
Time machine. Vedere e sperimentare il tempo. Ediz. illustrata
Time Machine. Vedere e sperimentare il tempo esplora il modo in cui il cinema e altri media fondati sulle immagini in movimento, come video e videoinstallazioni, hanno trasformato, nel corso della loro storia, la nostra percezione del tempo, attraverso tecniche di manipolazione temporale come il ralenti e l’accelerazione, il loop e l’inversione, il time-lapse e il fermo immagine, le sovrimpressioni, il passo uno e le diverse forme del montaggio.rnLungo un percorso che riunisce immagini provenienti dai diversi campi dell’arte contemporanea, del cinema delle origini e del cinema sperimentale, del cinema scientifico e del cinema documentario, del cinema classico e del cinema contemporaneo – con alcune incursioni nella storia della fotografia – Time Machine. Vedere e sperimentare il tempo percorre un arco temporale che va dal 1895 ai giorni nostri: dall’anno della prima pubblicazione del racconto fantascientifico The Time Machine di H.G. Wells e della prima presentazione pubblica del Cinématographe dei Fratelli Lumière, fino alle nuove temporalità non-umane di immagini in movimento prodotte dall’intelligenza artificiale, dal machine learning e dalle reti neurali. -
Elisa Sighicelli. 9 years-9 anni. Ediz. a colori
Una monografia retrospettiva dedicata al percorso di uno dei più rigorosi protagonisti nel panorama artistico italiano, attiva fin dagli anni novanta, che mette da sempre in discussione i limiti della rappresentazione attraverso la fotografia, in una costante ricerca di equilibri e nuove frontiere lungo il crinale che separa e unisce la tensione concettuale e la produzione di bellezza sensibile. Negli ultimi anni hanno presentato le opere di Elisa Sighicelli alcuni tra i più prestigiosi musei e spazi espositivi del mondo, così come a rappresentarla è stata per molti anni l'importante galleria Gagosian. La monografia presenta una selezione di opere, mostre ed esperimenti realizzati dall'artista nel secondo decennio di attività, tra 2011 e il 2020 ed è corredato dei testi di grandi scrittori e di alcuni tra i più influenti curatori internazionali di arte contemporanea quali Carolyn Christov- Bakargiev, Marcella Beccaria, Marco Belpoliti, Silvia Bottani, Maurizio Cilli, Davide Daninos, Geoff Dyer, Jennifer Higgie, Luc Sante, Sabrina Tarasoff e Silvio Zamorani. -
Rino Valido. Il cromista
Pubblicata in occasione della mostra antologica di Savona, la monografia presenta una selezione di opere degli anni ottanta (che fungono da prologo alla successiva svolta creativa dell'artista a partire dal 2000) e del nuovo millennio, nelle quali Rino Valido (Varazze, 1947) mette a frutto quella folgorazione paesaggistica suscitata dalla ""scoperta"""" della Camargue e dalle variabili tonalità di quella fantastica natura che si riverbera nel suo intimo e produce emozioni da trasferire sulla carta o sulla tela."" -
Futuro. Arte e società dagli anni Sessanta a domani. Ediz. illustrata
La rassegna ""Futuro"""" curata da Luca Beatrice e Walter Guadagnini, apre una riflessione di straordinaria attualità sul concetto di 'futuro' attraverso le visioni dell'arte, dagli anni '60 - decennio del boom economico, della crescita demografica, dell'ottimismo e del consumismo che nell'arte si traducono nell'era pop e nell'esplosione dei fenomeni giovanili -, fino a una società che si è trovata a vivere contemporaneamente il cambio di un secolo e di un millennio, attesi con grandi aspettative e alcune paure. L'esposizione e il catalogo offrono l'opportunità di conoscere le collezioni del Gruppo Intesa Sanpaolo, ma non solo: sono presentate oltre novanta opere di artisti italiani e internazionali come Boccioni, Fontana, Christo, Boetti, Rotella, Warhol, Lichtenstein, Rauschenberg, Schifano, Hirst, provenienti da importanti collezioni private e dalla collezione Intesa Sanpaolo. Il volume riprende e approfondisce tutti i temi e i percorsi della mostra. Al dialogo sul futuro tra Luca Beatrice e Walter Guadagnini segue il saggio di Aldo Grasso, L'ombra del Futuro. Si snodano poi le sezioni allo spazio e al tempo, due concetti che in ambito artistico (e non solo) finiscono per misurarsi con il tema del futuro; e al futuro in tutte le sue possibili declinazioni: Il futuro è il presente, Il futuro è il politico, Il futuro è il successo, Il futuro è il postumano, Il futuro è l'ambiente. Insieme alle opere, le immagini fotografiche provenienti dall'Archivio Publifoto Milano, parte della collezione Intesa Sanpaolo, accompagnano la time-line dei singoli decenni e raccontano l'idea di futuro nella società, in particolare quella italiana.Con un saggio di Aldo Grasso."" -
Architettura in quarantena
Una riflessione sul futuro dell'architettura dopo il periodo di quaratena. «In questo diario dei giorni della quarantena ho descritto alcuni fatti nuovi e imprevisti che di certo ci indurranno a fare delle riflessioni approfondite sulle prospettive dell'architettura e, uscendo da questa reclusione forzata, a chiederci perché sembra che il normale diventi straordinario. Il clamoroso evento di piazza San Pietro - la preghiera solitaria di papa Francesco sul sagrato della basilica - ha imposto una riconsiderazione sui luoghi altri, luoghi investiti da una particolare inversione dei rapporti usuali, le cosiddette ""eterotopie"""" che, si dice, sarebbero il frutto di un pensiero sin troppo intellettualistico. La nozione di eterotopia formulata negli anni sessanta e considerata sinora come una semplice distorsione postmoderna della città, in effetti, si è imposta in una maniera del tutto imprevista come una nozione generale.» (l'autore)"" -
Daniele Sigalot. A portrait of everyone, everywhere. Ediz. italiana e inglese
«Non ho mai voluto essere un artista. È stato un incidente, ci sono praticamente caduto nel mondo dell'arte. Ma invece che uscirne subito ho cominciato a scavare, e ormai son così in fondo che per trovar l'uscita mi conviene continuare a scavare.» -
I Giganti-The Giants Palazzo Te. Ediz. illustrata
L'ambiente più singolare e suggestivo di Palazzo Te è sicuramente la camera dei Giganti, con i suoi dieci metri di altezza e quasi dieci di larghezza, spigoli smussati e affreschi che ricoprono tutte le superfici murarie sino al pavimento. La camera è un topos nella letteratura artistica e nella letteratura di viaggio ed è ritenuta l'esperimento pittorico più ardito della storia dell'arte moderna. L'invenzione e la decorazione della camera dei Giganti sono sicuramente l'apice dell'impegno profuso da Giulio Pippi de' Iannuzzi - detto Giulio Romano, allievo prediletto di Raffaello - e dalla sua équipe nella realizzazione di Palazzo Te. Gli affreschi narrano la storia della caduta dei giganti, desunta dalle Metamorfosi di Ovidio. Il mito descrive l'assalto tentato dai violenti abitatori della terra alla sede degli dei. Per raggiungere l'altezza del monte Olimpo, i giganti sovrappongono le montagne di Pelio e Ossa con l'intenzione di scalarlo. Il grandioso affresco della volta ritrae il momento successivo, in cui Giove lascia il suo trono e si unisce agli dei sconvolti che gli fanno da corona. L'impresa non va a buon fine: scagliando le sue folgori, Giove fa crollare la torre di massi che, rovinando, trascina con sé i ribelli seppellendoli sotto enormi macigni. -
Donne di Casa Boschi. Letture semiotiche
Gli esercizi di lettura proposti da Ugo Volli inquesto volume arricchiscono di un altro capitolo il progetto ""Visti da vicino"""", la collana dedicata allo studio di alcune opere della collezione di Casa Museo Boschi di Stefano. Una selezione di ritratti a soggetto femminile di significativi artisti (Alberto Savinio, Mario Sironi, Massimo Campigli, Piero Marussig), realizzati nella prima metà nel Novecento, è sottoposta al lavoro di analisi di carattere semiologico in una proposta di lettura assolutamente inedita. Come tutti gli oggetti fisici o sociali anche le opere d'arte possono essere studiate da diversi punti di vista e a diverse scale. I risultati delle ricerche che si fanno su di esse dipendono dalle domande poste e dai metodi impiegati. Per quanto riguarda l'arte, oltre alla sua storia autonoma, che ne chiarisce (in modi molto diversi secondo le epoche e gli autori) le dinamiche interne, è facile elencare altre discipline che ne chiariscono aspetti diversi, dalla sua """"storia sociale"""", alla psicologia, dall'economia e dalla sociologia dell'arte all'iconologia, dalla storia delle tecniche all'antropologia. Il punto di vista e la metodologia che si applica in questo libro è dunque quello della semiotica, che non nega affatto gli altri approcci, ma vi aggiunge le sue domande specifiche. La questione principale che si pone la semiotica parte dal fatto che le opere d'arte ci appaiono sensate, anzi particolarmente ricche di senso; esse sono inoltre caratterizzate dalla loro forma espressiva. La domanda semiotica chiede dunque come la forma espressiva di ogni singola opera determini il suo senso."" -
La Chapelle des Scrovegni. La revolution de Giotto. Ediz. illustrata
Giuliano Pisani ci accompagna nel cuore di uno dei massimi capolavori dell'arte occidentale: gli affreschi dipinti da Giotto nella Cappella degli Scrovegni. Tessera dopo tessera ci svela il mosaico affascinante e complesso della storia sacra, individuando le fonti di riferimento e fornendo una lettura finalmente unitaria e coerente dell'intero ciclo. Ne risultano chiariti i numerosi simboli e si individua nel frate eremitano Alberto da Padova colui che fornì al pittore le linee concettuali e il programma teologico. La loro intesa dà vita al capolavoro. Questo mirabile scrigno ci chiama a meditare sulle nostre scelte; ci invita al senso di responsabilità, individuale collettiva; ci indica la via del bene, della giustizia, della speranza, dell'amore. Nella Cappella degli Scrovegni, Giotto rivoluziona il linguaggio della pittura, introducendo il realismo, descrivendo i sentimenti, curando la resa minuziosa dei dettagli, l'esattezza architettonica, la scansione dello spazio, la prospettiva che scandisce i piani e crea profondità. E soprattutto il trionfo del colore e della luce. -
Jazz Frames. Ritratti ad acquerello. Ediz. a colori
Questo libro, e l'esposizione che lo accompagna, è frutto di una tripla contaminazione: la musica jazz, l'acquerello e il framing. Tre ingredienti, in parte anche tra loro contradditori. Innanzitutto i miei musicisti preferiti - non certo la Storia della musica jazz - con dentro anche qualche artista eterodosso, che magari farà arricciare il naso ai puristi. Una musica imperfetta, un po' sghemba e sporca, con scarti di lato e un mix di swing e di saudade. Poi l'acquerello, con l'acqua che scappa da tutte le parti e i contorni che non trattengono, ma con le tinte su tinte più dolci e aggraziate possibili. La terza dimensione è la prospettiva, il frame, l'inquadratura. Un taglio fotografico che mette sotto controllo i primi due aspetti, un po' anarchici. Il frame che struttura, che spiazza, che rende i personaggi protagonisti unici. Ecco, questo libro in filigrana sono io: un perenne tentativo di controllare razionalmente ciò che deve essere lasciato andare. Una battaglia continua tra il rischio di errare e il desiderio di non sbagliare, convinto però che la vita sia troppo corta per essere vissuta solo con la testa e non invece anche con la pancia. Che evitare l'imperfezione sia un po' evitare la piena esistenza. Se poi, soffermandovi sulle immagini, sentite sotto le note e magari vi parte il fischio che vi fa battere il piede e muovere la gambetta, vuol dire che la missione è riuscita. Punto. Partita. Incontro. -
Museo archeologico regionale «Antonino Salina». Palermo. Guida
Nelle stanze recentemente e splendidamente restaurate sono allestiti i capolavori dell'arte antica antica, come le celebri metope dei templi di Selinunte. Il Museo Archeologico ""Antonino Salinas"""" di Palermo è la più importante e antica istituzione pubblica museale dell'Isola, formatosi già nel 1814. Restaurato integralmente nelle strutture e nell'esposizione il museo offre la possibilità di ammirare le celeberrime metope dei templi di Selinunte, considerato il più importante complesso scultoreo dell'arte greca in Occidente. Il museo conserva inoltre la cosiddetta Pietra di Palermo, con iscrizioni geroglifiche di importanza capitale per la ricostruzione della storia dell'antico Egitto. La guida testimonia il nuovo allestimento con la creazione della terza corte """"la nuova agorà del Salinas"""" dove trovano hanno trovato posto il monumentale frontone del tempio C di Selinunte e lo straordinario complesso scultoreo delle gronde leonine del tempio di Himera."" -
Rembrandt
Rembrandt indagò il proprio volto per tutta la vita: in mostra all'Accademia Carrara l'""Autoritratto"""" giovanile del Rijksmuseum di Amsterdam Nell'arco della propria carriera - dal 1626 al 1669 - Rembrandt realizzò un numero enorme di autoritratti, suddivisibili in circa 50 dipinti, 30 incisioni e circa 8 disegni. Quali sono, dunque, le modalità con cui il pittore si relazionò a questo genere pittorico? E perché così tanti autoritratti? Qual era la loro funzione e a chi erano destinati? A lungo interpretati come una precoce - e quasi inequivocabile - dichiarazione di poetica circa il """"sé"""" del pittore, solo in tempi recenti sono state avanzate proposte differenti riguardo la genesi e la destinazione degli autoritratti dipinti (e incisi) dall'artista. L'autoritratto divenne, così, il luogo poetico e di sperimentazione nel quale inseguire il tempo e ridefinire l'immagine di sé e dell'artista. Questa pubblicazione, legata all'esposizione in Accademia Carrara dell'""""Autoritratto"""" giovanile del Rijksmuseum di Amsterdam, indaga un rapporto complesso e duraturo attraverso i seguenti testi: Lo specchio di Rembrandt. L'artista e i suoi autoritratti, entro il 1645 circa di Marco M. Mascolo; Intorno a Rembrandt, in Accademia Carrara a cura di Paolo Plebani; Rembrandt e l'attimo sottratto al tempo di Mauro Piantelli."" -
Noi leggiavamo un giorno per diletto. Ancona per Dante. Ediz. illustrata
Pubblicato in occasione del settimo centenario dalla morte di Dante e realizzato in collaborazione tra la Pinacoteca Comunale, la Biblioteca Comunale e il Museo della Città di Ancona, ""Noi leggiavamo un giorno per diletto"""" presenta opere abitualmente non accessibili, come i volumi storici della Biblioteca o le opere conservate nei depositi della Pinacoteca. Il titolo richiama il celebre episodio di Paolo e Francesca, uno dei passaggi più esplicitamente """"marchigiani"""" del poema: il romantico dipinto di Godeardo Bonarelli che ritrae i due celebri amanti nella rocca malatestiana di Gradara è stato scelto come immagine-guida. Fra le edizioni della Divina Commedia, tutte illustrate, si segnalano due diversi e splendidi esemplari (pubblicati rispettivamente nel 1568 e nel 1574) della monumentale impresa editoriale curata a Venezia da Francesco Sansovino. Curioso è il contrasto tra un volumetto tascabile di primo Ottocento e il classico, inconfondibile Dante illustrato magistralmente da Gustave Doré per un'edizione con i commenti del letterato anconetano Eugenio Salomone Camerini. Il magnetico ritratto inciso da Adolfo De Carolis seguendo le indicazioni """"adriatiche"""" di Gabriele d'Annunzio guida i riferimenti danteschi riferibili all'area di Ancona. Il bassorilievo con il profilo quattrocentesco di Ciriaco Pizzecolli d'Ancona, attento lettore di Dante, ricorda il ruolo della Commedia nella cultura umanistica e più specificamente in quella anconetana. Fra i dipinti, prevalentemente del XIX secolo, vanno segnalati i raffinati paesaggi di Filippo Boni, dedicati alla chiesa romanica di Santa Maria in Portonovo e alla costa del Conero. Spettacolare è la grande Incoronazione della Vergine, di evidente richiamo raffaellesco, opera di Francesco Podesti. A proposito di Francesco Podesti, la mostra anconetana ha offerto l'occasione per ricercare un dipinto importante, con la Visita di Dante alla bottega di Giotto, di cui dalla metà dell'Ottocento sembravano perse le tracce; gli studi compiuti hanno permesso di indentificare la tela in una collezione privata francese. Il volume presenta anche un'interpretazione figurativa contemporanea delle tre cantiche dantesche nell'opera della pittrice lombarda Patrizia Comand, ricca di personaggi, colori e di suggestione."" -
Albano Morandi. Ediz. illustrata
Pubblicata a corredo della antologica bresciana, la monografia documenta l'evoluzione del linguaggio, del messaggio e della poetica dell'artista, presentando l'intero ciclo della sua ricerca: dalle opere degli anni Settanta, dove l'artista sperimentava sulla carta di riso e su altri supporti cartacei la persistenza del colore, a quelle realizzate tra la fine del decennio e gli anni Settanta (i Fiori assenti, i Formichieri Trampolieri, i Kamikaze) lavori che già dai nomi attribuiti dall'artista evidenziano il lavoro compiuto dall'artista, attraverso gli impasti pittorici, tra emersione e latenza dell'immagine. A queste opere si accompagnano le sculture degli anni Novanta-Duemila e le grandi variazioni dei Gesti quotidiani, che rappresenta il ciclo più longevo dell'opera di Morandi, declinato dal 1996 fino a oggi con diversi soggetti, supporti e tecniche. Introdotto dai saggi di Ilaria Bignotti (Generare la Genesi), Claudio Musso (Tra stelle e strisce), una conversazione di Vera Canevazzi con Albano Morandi, il volume presenta le opere dell'artista suddivise per tipologie (Carte di riso; Porte delle stelle e Cieli estranei; Formichieri Trampolieri; Fiori assenti; Kamikaze; Sculture; Gesti quotidiani e ludici), oltre alla biografia (a cura di Camilla Remondina) e agli elenchi delle principali mostre personali, collettive, attività teatrali e performative e delle principali pubblicazioni. Realizzato in collaborazione con Fondazione Brescia Musei, il volume costituisce il primo di una serie di monografie rivolte, nel corso del triennio, ai cinque artisti di ""Una generazione di mezzo"""", un progetto che nasce dall'intento di confrontare le indagini di cinque personalità artistiche bresciane, la cui ricerca ha letteralmente attraversato i due secoli, continuando tutt'oggi a produrre opere di peculiare interesse."" -
Piccio 1860-1870. Ediz. illustrata
Una monografia alla scoperta - o riscoperta - di Giovanni Carnovali, detto Piccio, autore tra i più sperimentali dell'Ottocento Giovanni Carnovali, Piccio (Montegrino Valtravaglia 1804 - Cremona 1873), pittore tra i più originali e sperimentali del panorama lombardo, trascorse tra Bergamo e Cremona la maggior parte della sua vita artistica. La formazione all'Accademia Carrara di Bergamo, dove fu subito apprezzato, gli consentì di essere conosciuto nell'ambiente degli appassionati d'arte e di stringere con loro significative e durature amicizie. L'esplorazione degli esiti del pittore nel decennio 1860-1870, subito dopo l'Unità d'Italia, profila un artista romantico, capace di prodursi con la stessa maestria sia nel ritratto, genere nel quale eccelse, sia nel paesaggio, oltre che nella pittura di soggetto sacro. La monografia - pubblicata a corredo dell'esposizione all'Accademia Carrara - permette di approfondire uno dei pittori più originali dell'Ottocento lombardo, precursore di temi e innovativo nello stile. Insieme al percorso di opere parte della collezione Carrara, tre prestiti di eccezionale qualità: Ritratto di Gina Caccia (La collana verde) (1862), Ritratto di Vittore Tasca da combattente (1863), provenienti da due collezioni private, e Paesaggio a Brembate Sotto (1868-1869), dalla Galleria d'Arte Moderna Ricci Oddi di Piacenza. Attraverso i testi di M. Cristina Rodeschini (Piccio: la Storia, le storie), Niccol D'Agati (""Una questione di pittura"""": l'ultimo Piccio alla prova della modernità), Maria Cristina Brunati (Riannodando fili di seta alla ricerca di legami dimenticati. I Caccia di Torre Boldone e i Tasca di Brembate) e le schede delle opere (a cura di Niccol D'Agati), il volume offre la lettura di uno spaccato storico e sociale di particolare interesse nell'Italia che raggiunge l'unit nazionale, prefigurando le impressioni di luce della pittura francese. Tra vicende risorgimentali e scenari naturali, tra realismo e invenzione, tra aderenza al vero e sperimentazioni coloristiche, Carnovali interpreta con maestria un sentire pittorico che sottolinea la piena dignità della pittura dell'Ottocento, negli stessi anni in cui in Toscana si sviluppava l'arte macchiaiola. Un pittore che ha saputo raccontare il sentimento del suo tempo, sperimentando e precorrendo temi e linguaggi."" -
Le buone regole della compagnia
Il tema della compagnia è molto diffuso nella tradizione islamica medievale, Compagni infatti erano chiamati i primissimi fedeli che si raccolsero attorno al Profeta. Secondo la definizione più comune di Nabahani ""il Compagno è colui tra i musulmani che frequentò il Profeta oppure lo vide anche se per un'ora soltanto, credette in lui e morì da credente"""". I Compagni lo sostennero, spesero la loro vita affinché trionfasse la Parola di Dio e si occuparono di preservare e diffondere la religione rivelata. Oltre che un modello di comportamento esteriore essi rappresentarono l'ideale del comportamento interiore, il sufismo, in virtù della relazione privilegiata che stabilirono col Profeta. Il ruolo centrale che la compagnia riveste nell'ambito dei sufi nasce dal patto che un fedele stipula con un maestro, un'affiliazione spirituale che attraverso una catena ininterrotta risale fino al Profeta."" -
Il punto fisso
Fine del primo decennio del nuovo millennio. La giovane matematica indiana Mohua Krishnamurthy cade dal suo appartamento, e da quel momento si schiude un mondo inatteso e violento al suo amico Marco. Un mondo dove governi di grandi potenze e misteriose organizzazioni criminali competono ferocemente per i risultati delle ricerche della giovane scienziata, in un mercato mondiale sull'orlo della divisione tra Oriente e Occidente. Gradualmente i contendenti iniziano a nutrire sospetti sulla realtà della morte della ricercatrice indiana. Ma per scoprire la verità ognuno dovrà controllare le mosse degli altri. E innanzitutto dovranno controllare il comportamento di Marco, personaggio indeciso e dubbioso. Ma sopra gli altri su questa vicenda veglierà, visibile o invisibile, il ""maestro"""", l'ex professore di matematica e di logica di Marco, un ebreo che si sente come """"Abramo nel paese di Moria, a cui hanno chiesto di abbandonare il passato e sacrificare il futuro""""."" -
Filosofia del mastodontico. Figure contemporanee del sublime e della grande dimensione
Il sublime, la dismisura, il colossale, il gigantesco, lo sconfinato sono figure del grande, di ciò che nell'esperienza, quantomeno inizialmente, è semplicemente grande. Il grande è sia percepito sia prodotto, ma la storia del pensiero insegna che ogni percezione è già una produzione. E proprio perché ogni produzione cambia ed evolve nel tempo, il saggio si propone di mettere a fuoco le figure contemporanee del grande, le loro mutazioni e differenze rispetto a quelle di epoche passate (lontane e vicine). Un'attenzione particolare è dedicata a una figura del grande contemporaneo, la quale incombe all'orizzonte e occupa da tempo le nostre menti: la catastrofe ambientale di dimensioni planetarie, che molti scienziati danno ormai per quasi certa e che sempre più modella i panorami politici, economici, tecnico-scientifici e culturali dei nostri giorni. -
La parola manipolata
Siamo tutti capaci di accusare gli altri di utilizzare tecniche manipolatone per ottenere il consenso di un pubblico di telespettatori, internauti, consumatori o elettori. Ma nel nostro zelo inquisitorio, non rischiamo forse di finire anche noi col farvi ricorso? E, soprattutto, che cos'è la ""manipolazione""""? Secondo Breton si tratta di un processo di comunicazione nel quale si tenta di imporre una posizione senza lasciare all'altro la libertà di non accettarla. È una violenza condotta in forma di parole. L'autore descrive qui le due grandi categorie della manipolazione degli affetti e della manipolazione cognitiva che mirano a rendere più forte il discorso più debole e, nella parte centrale del libro, conduce un'analisi esemplare di un intervento di Jean-Marie Le Pen. In questo modo ci permette di percorrere un ulteriore gradino verso la comprensione della """"retorica proibita"""".""