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Sensibilia. Vol. 6: Cose.
Interrogarsi sulla problematicità della categoria ""cosa"""" a partire da un esempio concreto la cui analisi possa mettere in luce, in modo particolarmente intuitivo, l'approccio teorico prescelto: questa la sfida con cui si sono confrontati gli autori del presente volume di Sensibilia. Colloquium on Perception and Experience. Che ruolo hanno le cose nella nostra vita quotidiana o in campo scientifico? Come possono essere intese e sulla base di quali criteri e vincoli ontologici ed esistenziali? Sono ritagli naturali o convenzionali della nostra realtà? E con quali confini e quale permanenza nel tempo? Che differenza c'è (posto che ce ne sia una) tra cose e oggetti? I sentimenti sono cose? E l'arte, è fatta di cose? Può il linguaggio fare a meno del riferimento a cose? Quando, onto- e filogeneticamente, emergono percettivamente le cose? Quali cose sono paradigmatiche per una certa cultura e una certa visione del mondo? In esplicito o implicito riferimento a quale cosa è stata edificata una certa filosofia o comunque una certa concezione teorica? Quali cose sono state rappresentate pur essendo inesistenti: dall'unicorno in pittura all'odradek kafkiano? Questa edizione di Sensibilia ha dunque indagato i diversi modi in cui la cosa può essere pensata e descritta, presupposta e compresa..."" -
Filosofia della crudeltà. Etica ed estetica di un enigma
Che cos'è la crudeltà? Dietro alla quotidiana e disordinata enumerazione di azioni crude c'è una domanda filosofica irrisolta. Dalla filosofia all'arte, dall'antropologia al teatro, dalla psicanalisi alla letteratura: la crudeltà, quale espressione di un'indefinibile umana bestialità, è un enigma etico ed estetico che non può esser sciolto senza cadere in contraddizione. La barriera tra la crudeltà e il suo contrario si fa permeabile e sfumata. Questo viaggio nella tenebra, però, si rivela esercizio filosofico indispensabile per svelare la duplicità inquietante che si cela dietro a concetti apparentemente consolidati e familiari. -
Ágalma. Vol. 26: Cinema e iconoclastia.
Editoriale: Con gli occhi chiusi; Premessa: Colloquio a due voci; Cinema e iconoclastia:; Maria Tilde Bettettini Storia dell'iconoclastia e del cinema nudo; Sara Damiani Il cinema e il trapianto iconoclasta delle immagini; Barbara Grespi L'immagine sfregiata. Il cinema e i volti del sacro; Daniele Dottorini Punto cieco. Isou, Debord, Monteiro e la negazione dell'immagine; Luca Venzi Tinte brucianti. Colore e cancellazione dell'immagine; Elio Ugenti I limiti del visibile nel cinema di Abbas Kiarostami; Bruno Roberti Una invisibile incarnazione; Enrico Carocci ""Senza immagine"""". Inland Empire, immaginazione e iconoclastia; Documenti: Thomas Elsaesser """"Where were you when...?""""; or, """"I Phone therefore I am""""; Recensioni: Heinrich Detering L'Anticristo e il Crocifisso. L'ultimo Nietzsche (Massimo Canepa); Roberto Calasso L'impronta dell'editore (Isabella Vincentini); Marco Dotti Il calcolo dei dadi - Azzardo e vita quotidiana (Enea Bianchi); Segnalazioni: Nicola Chiaromonte; Arthur Coleman Danto; Michel De Certeau; Giulio Ferroni; Mariapaola Fimiani; Diego Fusaro; Roberto Mordacci; Nicola Perullo; Paolo Poma; Umberto Roberto; Andrea Tagliapetra."" -
Il silenzio della terra. Sociologia postcoloniale, realtà aborigene e l'importanza del luogo
Nel quotidiano frastuono informativo, ""Il silenzio della terra"""" ci invita a riflettere in maniera inedita sull'urgenza di una prospettiva aborigena per capire un mondo stravolto da velocità e grandi menzogne; per interrogarci sulle relazioni sociali oggi possibili, e su come decolonizzare il futuro. Questo libro rallenta l'osservazione, mette a fuoco corpi e luoghi. Suggerisce il superamento della visione occidentale e coloniale in cui sono intrappolate le scienze sociali e offre elementi che ne favoriscano il ripensamento in termini di utilità, a partire da un posizionamento autocritico della sociologia rispetto alle contraddizioni del neoliberismo, contro la mercificazione della natura, della vita e dei sentimenti, contro subalternità vecchie e nuove. Imparare dalla sociologia aborigena - da chi produce saperi ai margini del mondo - significa praticare con umiltà i sentieri di una terra che le scienze sociali non vedono più, e sporcarsi di fango nella conoscenza dei luoghi: una sociologia a piedi scalzi contro il sapere ingessato dell'accademia, in sintonia con le lotte sociali per i diritti della terra e di chi la abita. Le autrici sono sociologhe femministe, attiviste che combattono per la giustizia sociale e ambientale. Si sono conosciute all'Università di Santa Cruz in California, più di venti anni fa, e da allora esplorano il pensiero sociale del Sud del pianeta, con attenzione alle resistenze individuali e collettive..."" -
Fantascienza: guerra sociale?
A un anno esatto dalla morte di Antonio Caronia, questa antologia, da lui curata, propone i migliori racconti della social science fiction degli anni 1960 e 1970. Autori allora poco conosciuti, per noi diventati classici del genere, gli inglesi Brian Aldiss e Arthur C. Clarke (2001: odissea nello spazio), il polacco Stanislaw Lem (Solaris), i russi A. e B. Strugatskij, e autori rimasti in sordina che il grande talento di Antonio Caronia ha scoperto e riunito in questo libro. Gli scenari di guerra descritti e attribuiti a un futuro, che è il nostro presente, rivelano il genio visionario degli autori selezionati da Caronia. Dal terrorismo suicida dell'Islam radicale, alle brutali stragi delle bombe intelligenti, fino ai genocidi dei conflitti etnici in più parti del mondo, tutto era già previsto. Chissà se poteva anche essere evitato. -
Come le banche soffocano l'economia. Monopolio finanziario e impoverimento delle popolazioni
C.H. Douglas ritiene che alla base di ogni problema economico ci sia un contrasto tra credito reale e credito finanziario: il credito reale nasce dalla produzione e dai consumi, e si basa sulla comunità di cittadini che lavorano e vivono insieme; il credito finanziario, ossia la disponibilità di potere d'acquisto fornito dalle banche, è nato in ausilio del credito reale ma è diventato il vero protagonista della scena economica mondiale. Monopolizza la distribuzione delle ricchezze reali e non serve più a ripartire il benessere fra tutta la popolazione, bensì ad arricchire smisuratamente una piccola minoranza di sfruttatori. -
Alfabeto Grillo. Dizionario critico ragionato del Movimento 5 Stelle
Di tutto, di più. Tra società dello spettacolo, demagogia, ""politica 2.0"""", polemica senza se e senza ma contro la """"casta"""" e disintermediazione, il Movimento 5 Stelle è una delle espressioni per eccellenza della """"grande mutazione"""" della politica nell'Italia di inizio Terzo millennio. Nonché, di fatto, il primo movimento-partito italiano nato dalla popolarità di Beppe Grillo, al contempo comico già televisivo, mattatore nei teatri e Savonarola della rete """"oltre la destra e la sinistra"""". Un movimento, tanto agit-prop della democrazia diretta quanto carente di democrazia interna, in cui si possono trovare tratti riconducibili al paradigma del partito personale carismatico e a quello dei partiti populisti, ma che si mostra anche molto """"mobile"""" e adattabile; una forma-partito - oppure """"non-partito"""", come dicono i militanti 5 Stelle - che rappresenta il prototipo della postpolitica nell'epoca delle democrazie liquide. È, dunque, una delle manifestazioni della postmodernità e di quelle sue tendenze che stanno cambiando radicalmente (e forse per sempre) il volto della politica per come l'abbiamo conosciuta nella lunga stagione del Moderno e della Prima e Seconda Repubblica italiana. Protagonista di un inedito tripolarismo nazionale il Movimento 5 Stelle è arrivato al centro della scena senza che quasi media e politica presagissero nulla, riassemblando istanze diverse in un patchwork senza sintesi ma risultato convincente e vincente finché otterrà i voti di milioni di italiani."" -
Eschimesi in Amazzonia. Dialoghi intorno alla depatologizzazione della transessualità
Come Esquimesi in Amazzonia, le persone transgender e transessuali vivono in un contesto che non le ha previste, in continuo contrasto con le regole sociali e le convenzioni culturali dell'habitat. Ad ogni latitudine e in ogni tempo sono esistite persone con un genere non conforme, definite con vari nomi, le ""Hijras"""" in India, le """"Vergini Giurate"""" nei Balcani, """"i Due Spiriti"""" dei nativi americani, i """"Femminielli"""" napoletani... Le realtà delle esistenze trans, liberate dallo stigma della patologizzazione, può mettere in gioco una ridefinizione complessiva di ciò che siamo, come donne, uomini, trans, lesbiche, gay, intersessuali. Affermare che le persone trans non sono malate psichiatriche destabilizza il modello binario sesso/genere, omosessuale/eterosessuale, maschio/femmina e l'impianto normante che ne deriva. Dunque la condizione transgender può rappresentare la punta di un iceberg, che minaccia secolari certezze scientifiche, culturali e sociali. Questo volume raccoglie i contributi del convegno """"Chi ha paura della depatologizzazione?"""" svoltosi a Torino nel marzo 2012. Esponenti del mondo accademico e della ricerca indipendente si interrogano a partire dagli ambiti disciplinari di riferimento, insieme a protagonisti del mondo dell'associazionismo e del movimento gay, lesbico, transgender e queer."" -
Frammenti di vitriol giallo ocra. Un viaggio iniziatico
La nascita e la morte si presentano come due porte: una d'ingresso e una d'uscita, dal palcoscenico. Le luci della ribalta si accendono e mostrano il sovrapporsi di numerosi copioni convergenti verso una trama metafisicamente preesistente. Il viaggio iniziatico comincia, conduce in nuovi luoghi e genera altre esperienze, conoscenze, che trasformano il viaggiatore attraverso il trascorrere del tempo: il divenire è il Gran Sacerdote Iniziatore. La Morte, preposta all'iniziazione e, contemporaneamente, anche alla sua negazione, vorrebbe impedire, come guardiano della soglia, il persistere dell'Essere nel mondo, ma ogni traccia dell'Ente è immortale. Introduzione di Morris L. Ghezzi. -
Archivio cinema arte
Ogni pratica artistica agisce entro l'""archivio"""". Molte agiscono anche su di esso, piuttosto che intorno ad esso, attraverso interventi che dischiudono diversi livelli di possibilità politiche ed estetiche. Interventi che, pur nelle loro differenze (non unificabili e non sovrapponibili), vanno a formare un reticolo teorico in espansione, che qui sarà percorso rispetto agli snodi in cui sembra insistere, nel campo stesso dei discorsi sull'""""archivio"""", un certo pensiero del tempo e della storia. Tra cinema e arte si tratterà di mettere a fuoco, per """"frammenti, regioni e livelli"""", la dimensione dell'""""archivio"""" alla luce della definizione di Michel Foucault, riferendola al deposito memoriale, alla catalogazione del """"già detto"""" e delle sue tracce in rapporto alle interrogazioni su di essa portate, in differenti modi, dal fare artistico. Tali interrogazioni attengono alla storia e al tempo, alla memoria, all'oblio."" -
Ascoltando i Doors. L'America, l'infinito e le porte della percezione
L'ovest, la poesia, lo sciamanesimo, il teatro. I Doors hanno fatto molto più che musica. Hanno dato un'idea diversa di America, hanno scandalizzato, ma soprattutto hanno aperto le porte di una nuova percezione della realtà. Un racconto che restituisce al pensiero la storia e il messaggio della mitica band e del suo leader, Jim Morrison. -
La religione del capitale
"La religione del capitale"""", pubblicata la prima volta nel 1887, descrive un immaginario congresso internazionale svoltosi a Londra con la partecipazione dei grandi esponenti del mondo industriale, finanziario, politico e ecclesiastico. Obiettivo dell'incontro è fermare la diffusione delle idee socialiste, ma questo è possibile soltanto riconoscendo nel capitalismo una legge naturale e universale. In tal modo il capitale assurge a una dimensione divina al cui potere tutti devono piegarsi. Lafargue anticipa così, sotto le vesti di un linguaggio farsesco, le teorie e le pratiche che oggi innervano e alimentano il dominio totalitario del capitalismo. Prefazione di Fabio Minazzi." -
Oltre la democrazia. Temi e problemi del pensiero politico islamico
Il pensiero politico islamico è stato messo alla prova dalle rivolte o rivoluzioni che hanno coinvolto il mondo arabo negli ultimi anni. L'adeguatezza delle vecchie categorie politologiche elaborate in età classica è stata messa alla prova dalla necessità di confrontarsi con le sfide della gestione dello stato moderno e della transizione dall'autoritarismo alla democrazia. In questo quadro, il ruolo dei movimenti e dei partiti islamisti prefigura un percorso che può andare ""oltre la democrazia"""" alla ricerca di nuove forme di organizzazione politica. Il volume raccoglie un certo numero di saggi e articoli precedentemente pubblicati e si prefigge di analizzare i presupposti teorici di siffatta progettualità politica indagando i caratteri e le forme del pensiero politico islamico classico e contemporaneo. Le promesse e le potenzialità di questo pensiero sono studiate sia dal punto di vista storico sia dal punto di vista strettamente teorico delineando alcuni paradigmi di interpretazione a lungo termine e interrogandosi sulla funzionalità del pensiero politico islamico a venire a patti con la modernità."" -
Estetica del potere. Figure dell'ordine e del disordine
Le figure dell'autorità, del dominio e del comando sono segni di un Potere che, per esercitare la sua influenza, deve, da sempre, rappresentarsi visivamente. I segni di questa visibilità appartengono alla sfera dell'ordine, contro cui, ma, più spesso, assieme a cui, si manifesta la dimensione del disordine. Il saggio riesamina criticamente, a partire dall'osservazione di una vasta documentazione iconografica, la relazione ambigua tra il consenso e la ribellione al potere, due categorie concettuali che appartengono all'universo del mito, della religione e della politica, per comprendere come tale rapporto abbia oggi acquistato inedite connotazioni a causa dell'utilizzazione di particolari strategie persuasive. -
Un' escursione nella terra dei Ranqueles
Nel 1870 un colonnello dell'esercito argentino di stanza presso la frontiera sud del paese decide di incontrare personalmente il capo della popolazione indigena con cui ha appena stipulato un trattato di pace. Per farlo deve addentrarsi in territori quasi sconosciuti, in una pacifica escursione militare destinata a trasformarsi in un viaggio di conoscenza, che lo condurrà a demolire l'antinomia tra civiltà e barbarie e, al contempo, a sovvertire le convenzioni della sua rappresentazione letteraria. Il risultato è uno dei libri più importanti, corrosivi e rivelatori, sull'altra frontiera americana, quella dell'estremo sud del continente, i cui limiti sfumano nelle fredde regioni incognite della Patagonia. La voce di Mansilla non è soltanto l'ultima testimonianza di una civiltà indigena destinata a scomparire, poco più tardi, in quella che verrà denominata la ""Conquista del Deserto"""", ma si configura come una monumentale e anticipatoria sintesi di tutte le contraddizioni della modernità latinoamericana."" -
Kainos. Vol. 2: Malavita.
Perché la filosofia dovrebbe occuparsi di malavita? E perché una rivista come Kainós, che ha come obiettivo e cifra stilistica la riflessione su ciò che è nuovo o insolito, dovrebbe oggi pensarne la novità, e al contempo la stranezza? Non è forse la malavita qualcosa di antico, di consueto e familiare, e soprattutto di concettualmente impenetrabile, qualcosa che non si lascia investire dal pensiero senza ridursi (e ridurla) a divagazione folcloristica sul male di vivere? Al di sotto dell'imponente elaborazione mediatica e artistica del suo mito, quali categorie filosofiche chiama in causa la sua reale diffusione, e come se ne può analizzare l'esperienza? Grazie ad una polifonica genealogia del fenomeno malavitoso e della sua attuale globalizzazione, qui si prova a illuminare il versante governamentale e biopolitico del crimine, con particolare riguardo all'Italia. Nella società italiana contemporanea, la malavita sembra infatti la nuova, inquietante forma assunta dall'economia politica. Testi di: Max Horkheimer, Michel Foucault, Federico Varese, Roberto Terrosi, Isaia Sales, Massimo Canevacci, Gianvito Brindisi, Vincenzo Cuomo, Eleonora de Conciliis, Jean-Claude Lévêque, Giuseppe Russo. -
Navigando l'inconscio. Scritti scelti
"Navigando l'inconscio"""" raccoglie articoli, saggi e riflessioni a cui Eugenio Gaburri ha lavorato per più di quarant'anni di attività professionale. La terapia di gruppo e l'istituzione psichiatrica, la nozione di campo, il ruolo del silenzio nell'analisi, la bugia e la verità, il panico e la città: sono alcuni dei temi affrontati con una competenza e un rigore senza pari, ispirati da un'umanità e un'esperienza della vita eccezionali. Introduzione di Claudi Neri." -
Il castello
"Il Castello"""", uno dei capolavori di Kafka, è un romanzo incompiuto. Questa edizione fa rivivere l'opera, integrando i passi cancellati che portano a nuove strade e nuove prospettive di lettura. In molte parti, infatti, la narrazione s'inverte. L'agrimensore K., protagonista e narratore, diventa un personaggio tra gli altri e il punto di vista prevalente diventa quello degli abitanti del borgo. Questo libro racchiude una preziosa panoramica su tutti i percorsi possibili nella rilettura e interpretazione di questo grande romanzo. L'enigma kafkiano si schiude a tutte le possibili dimensioni di un capolavoro che incarna la crisi della coscienza europea. Riuscendo a mettere insieme l'attenzione dell'edizione critica e la passione della lettrice, Barbara Di Noi offre un lavoro che si apre a nuove strade di ricerca, o semplicemente a nuove intuizioni di un'anima allo specchio. Postfazione di Franco Rella." -
I paesaggi del silenzio
L'immaginazione ci permette, a volte, d'intuire o di scoprire l'ordine nascosto di una lingua universale che la natura stessa modella e articola attorno a noi. È una lingua soggetta al molteplice e al mutevole, nonché intrisa di miti e simboli, tra i dati della morfologia del territorio, della storia e della cultura. Nella mobilità del nostro sguardo e del nostro sentire osserviamo le cose svolgersi attraverso sequenze di segni e rappresentazioni che ci accompagnano e ci corrispondono. Proviamo allora la sensazione di vivere un'esperienza ricca di figure, forme, metafore. Possiamo anzi dire di essere coinvolti, piacevolmente coinvolti in questa estasi della percezione. Così accade quando un angolo di paesaggio, prima non valorizzato ai nostri occhi, conquista il nostro sguardo e ci porta a pensare di essere, noi stessi, osservati da ciò che stavamo contemplando. Scopriamo di partecipare a una trasformazione: gli alberi, la collina, la valle, le montagne, i campi, tutto ciò che compone il paesaggio alla mia vista si è fatto più vicino per una specie di fusione, di atto d'amore, d'incanto, Io mi vedo e sono ovunque. La lontananza è sparita in una vicinanza. La percezione, grazie a un dèmone del silenzio, non è mutata in una descrizione, ma in un'illuminazione. -
La caccia dell'uomo
Vincitrice dell'ottavo Premio di Poesia Gabriel Ferrater (2009), ""La caccia dell'uomo"""" è una rilettura odierna in forma poetica del """"Re Lear"""" di Shakespeare. Fedele alla struttura della tragedia classica, """"La caccia dell'uomo"""" è la prima opera poetica catalana composta in distici di versi ottonari e decasillabi. La presente traduzione italiana mantiene intatto questo schema metrico, preservando allo stesso tempo l'unità formale e il contenuto.""