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Prima che sia domani. Padri, figli, un'alleanza per ripartire
Negli ultimi anni il dibattito sulla figura del figlio e sui rapporti fra generazioni ha registrato una ipertrofia di teorie e posizioni. Il bisogno di parlarne sembra correlato direttamente alla gravità della questione giovanile e della situazione italiana. Ma la crisi economica è l'occasione che obbliga a trovare soluzioni concrete e percorribili. Spetta precisamente ai padri smettere di scaricare costi impossibili sul futuro, sostenere la generazione dei figli dando loro fiducia, accettare tutti i rischi e le potenzialità insite nel passaggio dell'ereditare. Spetta invece ai figli superare il disorientamento in cui troppo spesso sono immersi, proporre una nuova visione del mondo e un rinnovato paradigma sociale ed economico, farsi carico delle responsabilità di costruire il proprio destino. Cercando finalmente di capire che padri e figli condividono un formidabile interesse comune: il futuro del luogo in cui vivono. -
Il padre ed il padre interno. Fantasie inconsce e paternità
Il ruolo del padre nello sviluppo dell'infante e nella strutturazione della sua psiche è ormai accertato tanto quanto quello materno, tuttavia il legame padre-figlio è stato meno approfondito rispetto a quello madre-bambino. Le modalità attraverso le quali un padre agisce la sua paternità, come mettono in evidenza gli autori, è strettamente collegato alle fantasie inconsce che albergano nella psiche e si riflette nell'immediatezza del rapporto con il proprio figlio aprendo diversi scenari e, a volte, precludendo un'adeguata identificazione di genere. -
Il maiale è il nostro maestro. Animali ed ebrei un rapporto lacerato
La dicotomia fra uomo e natura non esiste nell'ebraismo: esso celebra il creato con le sue creature, fra le quali l'uomo, un cantico alla genesi della diversità. L'ebraismo persegue l'equità ambientale e sociale, comanda il riposo della terra, degli animali e degli uomini, ordina la condivisione delle risorse e la periodica ridistribuzione della terra, vieta di far soffrire gli animali e di affliggerli nel lavoro, di mescolare le specie, di distruggere la diversità biologica; proibisce di mangiare membra e sangue di un animale vivo, dispone regole alimentari con cui salvaguarda le specie, insegna a nutrirsi dei frutti della terra, ordina la distribuzione delle risorse secondo le necessità di ciascuna creatura, vieta la proprietà privata della terra, impone un limite allo sfruttamento dell'ambiente, ordina di combattere la povertà e di esercitare la scarsità da contrapporre allo sfruttamento intensivo. Molti contravvengono alle disposizioni con la convinzione, errata, che l'uomo sia il dominatore del mondo e il beneficiario unico del suo illimitato sfruttamento. Le conseguenze di questa visione antropocentrica sono disastri ambientali, sociali, economici e crisi. Va ristabilito equilibrio e sobrietà del racconto della creazione e l'equità nella rete delle relazioni. Introduzione di Massimo Pieri. -
Figli contesi e alienazioni parentale. Dalla sindrome alla patologia relazionale
Il volume nasce da un incontro di studio tenutosi a Bari nel 2011, durante il quale accademici ed operatori del diritto e della psicologia si sono confrontati sul tema della Sindrome di Alienazione Parentale. La ""Sindrome"""", definita per la prima volta da Gardner nel 1985, ha infatti costituito il controverso oggetto di un dibattito a più voci circa la complessità dei contesti di separazione conflittuale e la necessità di un ascolto adeguato dei minori in esse coinvolti. Il volume include i contributi delle diverse figure intervenute. È presente una rassegna completa della giurisprudenza in tema di ascolto del minore, con attenzione particolare ai casi di presunto abuso sessuale. È contenuto, inoltre, un approfondimento della letteratura psicologica sull'argomento ed un'analisi del dibattito scientifico circa la definizione dell'Alienazione Parentale come sindrome o, come più recentemente suggerito, come condizione che vede il minore al centro di una dinamica relazionale complessa e patologica."" -
Martin Heidegger à Hannah Arendt. Lettre jamais écrite
Hannah Arendt fu dapprima allieva, musa e amica di Martin Heidegger; poi collega e critica severa del suo antico maestro. A differenza di Heidegger, che aderì sia pure per un tempo assai breve al nazismo quando fu eletto rettore a Friburgo nel 1933, la Arendt dovette fuggire negli Stati Uniti perché di origine ebraica. Per circa venti anni tacque ogni rapporto tra i due pensatori. Nel 1950 Hannah Arendt torna in Europa e chiede un incontro inaspettato all'amico di un tempo. Da allora ricomincia un febbrile scambio di lettere. Il volume riporta il lettore agli inizi della rinnovata relazione amicale: in un enigmatico gioco di allusioni e di rimandi, Heidegger è chiamato a rievocare, in una lunga lettera, gli episodi salienti della sua vita politica, accademica e di pensatore, l'amore per l'allieva e frammenti di avvenimenti inabissati nel passato, ma resi vivi grazie alla potenza dell'immaginazione e della rievocazione. -
L' angelo musicante. Caravaggio e la musica
Caravaggio appare costantemente impegnato a liberare le cose dallo ""spazio"""" cui sembra destinato il loro esistere quotidiano; e lo fa a favore dell'esplicitazione di una sorta di """"ritmo"""" originario. Quello di cui le cose medesime mostrano di essere, ai suoi occhi, gelose custodi. Perciò abbiamo cercato di mostrare come il Merisi dipinga; ritrovandosi sempre e comunque mosso all'atto pittorico da un furore essenzialmente musicale; e quindi dalla volontà di riconsegnare le cose tutte al fondo abissale, nero e indecifrabile, che, solo, è in grado di ricordarci quel che, nelle cose medesime, pulsa ingovernabile, senza aver comunque nulla a che fare con i """"significati"""" alla luce dei quali siamo soliti recepirle."" -
Tutto sul crepuscolo
L'effetto che la poesia di Král produce è quella di un continuo camminare del funambolo, nella sospensione necessaria a non desiderare appiglio ma una strada nel vuoto, esattamente a metà tra la sensazione che non mente e la falsità della ""pioggia di cappelli"""", tra la libertà degli spazi naturali e l'oppressione di quello che i russi chiamano byt, la grigia, inesorabile e distruttiva quotidianità."" -
Rodolfo Valentino. Un mito dimenticato
Il volume propone l'analisi di un uomo, la cui capacità comunicativa, diviene oggetto di studio da più prospettive. Il cinema, il teatro, la moda, sono i principali ""spazi"""" creativi in cui Rodolfo Valentino è l'attore protagonista. Attraverso il contributo di diversi studiosi, provenienti da discipline differenti, il testo rilegge il percorso di un uomo del sud che già agli inizi del 1900 crea uno stile comunicativo, non indifferente agli esteti, ai sociologi e agli antropologi. È proprio a partire dalle loro analisi, che si vuole riportare in auge, un comunicatore d'altri tempi, il cui fascino rimane indelebile anche oggi, epoca fortemente dominata dalle nuove tecnologie e dalla rete. I contributi toccano cinema, teatro, moda, estetica. Un volume con un approccio sociologico, antropologico e semiotico, che analizza il percorso di un divo del sud che ha portato il Made in Italy nel mondo. II testo contiene i contributi di Mariselda Tessarolo, Angelo Romeo, Mariella Nocenzi, Patrizia Calefato, Sergio Brancato, Vito Zagarrio, Bonizza Giordani Aragno, Anton Giulio Mancino, Lia Luchetti, Massimo Locatelli, Francesco Specchia, Savino Zaba."" -
Piccola filosofia dello zombie. O come riflettere attraverso l'orrore
Gli zombie non piacciono soltanto. Affascinano, fanno sognare, inquietano mente e corpi. Cosa c'è in questo stranamore sempre più diffuso tra i giovani? Una passione evidente nei prodotti culturali a loro destinati, confezionati secondo il loro gusto. Questo libro parte dagli studi statunitensi, ormai molto approfonditi, sulla cultura pop, dal cinema ai fumetti, per mettere in luce tutte le conseguenze dell'innegabile successo dei morti viventi nell'immaginario mondiale. Tra false paure di istigazione alla violenza e alla mancanza di rispetto, ma anche evitando il facile alibi della catarsi, questo libro profondo e divertente ci mette a tu per tu con paure e allucinazioni del nostro e del tempo che verrà. -
Voglio vedere il sangue. La violenza nel cinema contemporaneo
Come l'uomo, anche il cinema cerca i propri simili. Nella violenza ne trova uno, essendo l'uno e l'altra ossessionati dallo sguardo: il cinema lo produce, la violenza lo sollecita. Ne scaturiscono visioni colpevoli, talvolta complici, implicate con l'estetica e la morale, la bellezza e la giustizia, la profondità di un dolore e la superficialità di una ferita. Per il cinema contemporaneo la sfida consiste nell'affrontare il rapporto di complicità ed attrazione che la violenza intrattiene, lontano dagli schermi e dalle sale, con le nozioni di sguardo, visione e spettacolo. E nel trovare una strada capace di trascendere sia le vecchie convenzioni che le nuove barbarie della violenza sul web. -
Van Gogh l'infinito specchio. Il problema dell'autoritratto e della firma in «Vincent»
Questo studio è dedicato a Vincent van Gogh e a ciò che gli è stato tolto: la grandezza del genio unita alla semplicità del pittore ""contadino"""", """"lavoratore"""" dell'arte, grande sperimentatore, lettore accanito e multilingue. La scommessa di questo libro è quella di raccontare il genio che fu, attraverso i numerosi specchi della sua breve esistenza, tra melanconia """"attiva"""" e melanconia della """"disperazione"""". Entrano in scena disegni, dipinti e oggetti, alcuni dei suoi libri più amati. Emergono lettere in passato censurate, o frammenti di lettere ritrovate, ad oggi mai pubblicate in Italia. Alla luce degli ultimi studi scientifici il quadro è sorprendente: una galleria di autoritratti e di firme che rivela una ricerca pittorica e introspettiva consapevole e determinata. Una continua sfida con se stesso, con la pittura e con lo spettatore, in un confronto - firmato sempre e solo Vincent - che Van Gogh porta avanti senza sosta e senza compromessi, spalancando le porte al Novecento. L'altro lato della medaglia - l'aspetto dell'identità che autoritratto e firma chiamano inevitabilmente in causa mostra quanto la pratica dell'arte sia stata, ad un certo punto della sua vita, quello che egli stesso definì il suo miglior """"parafulmine"""". Vita parola e opera si intrecciano in un sol filo per ritrovare la potenza e il fascino dell'opera di Vincent con un occhio e un animo più liberi da miti e fantasmi. Prefazione di Massimo Recalcati."" -
L' ora del dialogo. Il papa, la Chiesa, la Libera Muratoria. Intervista di Sabatino Annecchiarico
Fede, ragione, umanesimo, spiritualità, coppie di concetti, di valori che hanno tracciato strade divergenti nella storia della Chiesa cristiana e della cultura laica. Soprattutto per impulso di Papa Francesco, il tempo di questa incomprensione sembra finalmente terminato. La Chiesa del Papa della gente torna a parlare di sentimento, ma anche di razionale confronto con la società e con la storia. Questo libro getta un ponte per il confronto più delicato, ma più proficuo. Un documento possibile per una nuova alleanza che abbia come obiettivo l'uomo. Un inizio di dialogo senza sconti da parte del razionalismo libero e maturo della cultura muratoria, ma anche senza preclusioni. -
Il potere delle donne arabe
Il libro offre un panorama, in parte sconosciuto, delle relazioni private e sociali che caratterizzano la vita delle donne immerse in una cultura araba e islamica nel Nord Africa e in Medio Oriente. I diversi contributi si pongono l'obiettivo di riassumere e scalfire alcuni luoghi comuni che circondano il dibattito intorno a questo mondo femminile e intendono anche descrivere un insieme di problematiche che le donne si trovano a dover affrontare; alcune molto note, altre meno percorse dalla riflessione occidentale. Lo sguardo con il quale si è declinato il lavoro si incentra soprattutto su due paesi, la Tunisia e l'Iraq, ma si estende a tematiche che abbracciano aree territoriali fra loro molto diverse. La scelta di focalizzare l'analisi su queste due nazioni scaturisce dal fatto che le curatrici del libro hanno attinto alla loro esperienza personale nel tentativo di arricchire la riflessione con la conoscenza diretta, certe che è dall'esperienza personale che nascono molti interrogativi, pratici e teorici, anche perché il continuo flusso fra esperienze e riflessione sulle stesse ci modella e ci modifica e quindi varia i nostri comportamenti e i nostri sguardi sul mondo. -
La Terra si rivolta
Alluvioni, smottamenti, frane e dissesti idrogeologici: catastrofi che seguono a piogge appena abbondanti. Il rapporto dell'uomo con la terra si presenta oggi come una relazione pericolosa e distruttiva, identico nel suo svolgersi alla crisi di un legame affettivo. La grande responsabile è l'incuria, ovvero ciò che ha contraddistinto gli interventi umani sull'ambiente naturale negli ultimi due secoli. Questo libro racconta chi siamo diventati quando si è smesso di comprendere che le mancate attenzioni alla terra avrebbero avuto conseguenze per noi stessi e quando non abbiamo più lasciato alle risorse il tempo per ristabilire il proprio equilibrio. Si tratta di una storia di abbandono e di un possibile recupero del rapporto, sviluppando un nuovo sguardo su ciò che ci circonda: l'osservazione sveglia e consapevole, cosciente dell'importanza dei dettagli paesaggistici trascurati, che ha al suo centro, come serbatoio vincolante la memoria e il suo prezioso scrigno di storie. Essa è l'elemento fondamentale per la sussistenza e la sicurezza delle generazioni passate e future, il perno su cui ruota la nostra esistenza, il nucleo della nostra identità. -
Il teatro della crisi. La legge del mercato e la sua interruzione
I due saggi che qui presentiamo intervengono nel dibattito sul problema del rapporto tra economia e politica nel contesto della globalizzazione. Secondo l'interpretazione corrente, l'economia, nell'epoca della mobilitazione globale di informazioni e denaro, ha per così dire fatto esodo dalla terra della concreta e responsabile produzione industriale, per assumere il volto astratto e spettrale del liquido flusso di capitali e del mare degli interessi finanziari. Essi, esercitando un potere anonimo e impersonale, imporrebbero la loro forma di dispotismo decidendo senza controllo le sorti degli individui e degli Stati; i quali sarebbero ridotti, nelle loro istituzioni di democrazia rappresentativa, a fantocci in balìa di quei giganteschi interessi. In quanto segue noi resistiamo alla demonizzazione del sistema dei mercati, e nello stesso tempo ci poniamo il problema di come uscire dall'ordine del discorso. Che per noi non è semplicemente l'ordine imposto dalla finanza mondiale, ma è il discorso che fa coincidere la verità con l'imposizione della cappa di un potere continuo e intrascendibile, invece che con la sua interruzione. La nostra tesi è che il pensiero critico sia inefficace nell'assegnare limiti agli interessi economici perché assume la globalizzazione come un fenomeno di predazione invece di comprenderla come un evento giuridico pubblico. -
Una questione di paesaggio. Il villaggio Morelli e la Valtellina
Il Villaggio ""Eugenio Morelli"""" di Sondalo, costruito tra il 1932 e il 1939, offre la visione di un inedito e spettacolare """"teatro sanatoriale"""", che sostituisce all'assetto agricolo e forestale della montagna un paesaggio moderno e sorprendente, ancor oggi esempio insuperato di alta qualità edilizia e di efficace e moderna interpretazione del genius loci. Tuttavia, per molti anni, è mancata al """"Morelli"""" proprio un'adeguata comprensione del suo carattere paesaggistico, che nell'esplicito modernismo e nell'estensione dell'insediamento sembrava costituire uno scarto incomponibile rispetto all'immaginario dell'abitare alpestre. È qui proposta una riflessione sulle realtà paesaggistiche del contesto alpino valtellinese, volta a una contestualizzazione storica ed ermeneutica del Villaggio Morelli di Sondalo in quanto creazione esplicitamente paesaggistica. Considerare il """"paesaggio"""" del Morelli significa anche portare l'attenzione sulle visioni (o mancate visioni) delle pratiche e degli immaginari che hanno strutturato dal dopoguerra in poi il paesaggio valtellinese, la cui portata problematica è questione da affrontare a tutto campo, a partire dalla comprensione delle prospettive e delle dinamiche (anche contrastanti) espresse negli ultimi decenni."" -
Verità: pluralismo e teoria funzionalista
La filosofia della verità ha come oggetto di studio la verità in ogni suo aspetto, dalle caratteristiche linguistiche alle implicazioni metafisiche. Il Pluralismo Aletico e la Teoria Funzionalista della Verità sono due dei più recenti tentativi di fornire una spiegazione esaustiva del valore della verità nell'economia della conoscenza umana e dei fenomeni ad essa connessi. L'importanza di queste due teorie risiede nell'originalità dell'impianto filosofico da esse costruito e nei rispettivi obiettivi polemici: la Teoria Corrispondentista della Verità e le Teorie Deflazioniste della Verità. -
Ágalma. Vol. 28: Autore, autorità, autorevolezza.
Questo nuovo numero di ""Ágalma"""", la rivista di studi culturali e di estetica diretta da Mario Perniola, raccoglie gli articoli di Carlo Galli, Giulio Ferroni, Lucilla Albano, Massimo Verdicchio, Anselm Jappe, Diana J. Fembonne, Wasim Salman, Alexandre Kojève, Luigi A. Manfreda, Giacomo Fronzi, Emilio Carlo Corriero, George Steiner, Vilélm Flusser, Arianna Pagliara, Simona Chiodo."" -
Lo spettatore ironico. La solidarietà nell'epoca del post-umanitarismo
Quali emozioni proviamo nel partecipare a un quiz online, scoprire le confessioni personali della nostra star preferita, assistere dal vivo a un concerto rock o condividere il tweet di un giornalista? Muovendo dalla relazione tra ""ciò che si prova"""" e """"ciò che si può fare"""" in un'epoca di clicktivism e branding umanitario, il libro analizza i modi in cui la comunicazione della solidarietà verso gli altri distanti e vulnerabili è mutata nel corso degli ultimi quattro decenni. Attraverso le campagne di Oxfam e Amnesty International, l'advocacy di Audrey Hepburn e Angelina Jolie, i concerti di Live Aid e Live 8, le informazioni giornalistiche e il live blogging di catastrofi riportate dalla BBC, l'autrice ci invita a comprendere con maggiore chiarezza come lo spettacolo della sofferenza stia impercettibilmente ma inesorabilmente trasformando l'occidente in un tipo specifico di attore pubblico: lo spettatore ironico delle vulnerabili vite altrui."" -
Quel tempo terribile e magnifico. Lettere clandestine da San Vittore e dal lager di Bolzano e altri scritti
A diversi decenni dalla fine della seconda guerra mondiale vengono sorprendentemente alla luce lettere e biglietti clandestini che documentano ""in presa diretta"""" l'attività di un gruppo di donne e di uomini antifascisti deportati in un Lager delle SS decisi nonostante tutto a continuare a combattere il fascismo e il nazismo. A coordinare il comitato clandestino dei prigionieri nel campo di Bolzano fu Ada Buffulini. Le sue lettere, il suo diario di quegli anni e un memoriale scritto nell'immediato dopoguerra testimoniano con vivacità e freschezza il percorso di formazione di una giovane donna dalla famiglia triestina d'origine ai primi contatti con gli ambienti antifascisti a Milano negli anni dell'università, fino al turbine della guerra e della Resistenza. Prefazione di Tiziana Valpiana.""