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«Non date retta a me». Etiche letterarie tra paradigma e paradosso
«Non date retta a me». Bisognerà poi dar credito al diktat che la letteratura sembra ripetere al pubblico che a essa si rivolge cercandovi risposta e conforto ai propri affanni esistenziali e socioculturali? Certo l'esortazione è a prestare orecchio, perché l'inclinazione della letteratura a ""istruire"""" i lettori comporta la trasmissione di valori ritenuti essenziali per un progetto di felicità condivisa. Ma al contempo essa mette in discussione ogni possibile normatività di tali valori, suggerendo di diffidare del messaggio letterario quando esso appaia troppo facile, quando il dialogo diventi monologo e non piuttosto occasione di esercitare con pazienza e costanza uno spirito critico. Il presente volume dà conto della coesistenza di paradigma e paradosso nella comunicazione letteraria, quali che siano i sistemi simbolici e le strategie narrative su cui si fonda. Accanto a ricognizioni di ampia profondità cronologica, si è dato largo spazio alla contemporaneità, alle sfide che attendono i lettori presenti e futuri, alle problematiche attuali su cui è urgente interrogarsi."" -
La cultura europea, la cultura degli europei. Il progetto EMEE-Eurovision museums exhibiting Europe
Parlare della cultura europea è un compito difficile e suggestivo. Per esplorarne tutti gli aspetti occorrerebbero intere enciclopedie, più che un breve articolo. Per ciò che riguarda l'obiettivo del nostro libro, è tuttavia importante richiamare alla memoria solo alcuni punti essenziali, quelli che corrispondono al primo obiettivo EMEE, ossia la lettura degli oggetti musealizzati in chiave europea e non solo locale e nazionale. Allora, come sempre avviene, il punto di partenza è la nostra tradizione classica, un immaginario collettivo che affonda le radici nell'antica Grecia. Lo stesso nome ""Europa"""" è quello di una fanciulla nata dalla fervida fantasia greca che ha inventato una storia affascinante, più volte ripresa da poeti, narratori e, ovviamente, artisti."" -
Philosophical news. Vol. 11
"Quale è il contributo specifico offerto dalla Filosofi a della religione al dibattito attuale? Se la filosofi a della religione può essere ancora oggi considerata quella branca della filosofi a in grado di riflettere sul significato della religione per l'essere umano, allora credo sia lecito sostenere che il suo fuoco teorico consista tuttora nel porre a tema il rapporto dell'uomo, inteso come vivente spirituale simbolico, con la sfera della trascendenza, sorgente originaria di ogni significazione, inquadrando il fenomeno religioso in termini storici e insieme antropologici e favorendo l'elaborazione di una prospettiva ontologica condivisa, incompleta e plurale in quanto in costante evoluzione, ma, al contempo, coerente e in qualche modo adeguata a qualsiasi campo della conoscenza. Un tale approccio consentirebbe certamente di porre delle domande di carattere generale sulla realtà e di integrare una varietà di discipline per ottenere risposte feconde, pur non conclusive, su questioni cardine della ricerca dell'uomo."""" (Dall'intervista a Francesco Miano)" -
Sullo spazio del bene comune. Per una rilettura fenomenologica
La dizione bene comune, unisce due termini di assoluta pregnanza filosofica, tanto che provare ad introdursi teoreticamente in essa significa far riaffiorare, non soltanto la trama concettuale dei due singoli termini che la compongono, bene e comune, ma l'intenzionalità, tipicamente contemporanea, che ha necessitato la loro unione in un'unica forma sostantivata: il bene comune. Di primo acchito, il tentativo di una ricognizione teoretica di questo concetto, che conia una significazione del termine ""bene"""" intrecciata al suo rimando di """"possesso"""", ma ancor più saldamente radicata a suo originarlo profilo assiologico, sembra scontrarsi con una serie di straordinarie difficoltà interpretative di cui la maggiore investe la possibilità stessa di pervenire ad un suo profilo definitorio. Come intendere, infatti, la ricchezza, ma anche l'ambiguità semantica del sintagma bene comune e a quale spazio poterlo intenzionare? Il testo, attraverso l'ausilio di elementi della teoresi platonica e fenomenologica, prova a rispondere al quesito, non attraverso una rinnovata costituzione concettuale del """"bene comune"""", da affiancare al variegato prisma ermeneutico contemporaneo, quanto attraverso il tentativo di una descrizione fenomenologica della sua stessa esperienza."" -
Una mente aperta. Scritti di e per Gherardo Amadei
Una mente aperta, quella di Gherardo Amadei, psichiatra, psicoterapeuta, psicoanalista IARPP, professore universitario e studioso di valore internazionale, oltre che generoso e appassionato relatore e formatore. In questo libro, sono raccolti sia suoi contributi sia scritti che di lui parlano, in un dialogo continuo. Nella prima parte, ""La sua voce"""", troviamo suoi testi curati da diversi autori. Si tratta in alcuni casi di veri propri inediti, in altri ancora di materiale tratto da registrazioni dirette di interventi. In essi il lettore può cogliere tutta la ricchezza e novità del suo pensiero e gli sviluppi dal punto di vista teorico, clinico e applicativo. La seconda parte, """"La voce degli altri"""", raccoglie i lavori di autori che riflettono sugli sviluppi del suo lavoro mettendolo anche in relazione con il proprio, a testimoniare l'importanza e ricchezza del suo pensiero che anche oggi continua e si sviluppa nell'opera di colleghi e allievi."" -
Le conseguenze della guerra. Riflessioni sullo «Jus post bellum»
Il filosofo Michael Walzer e la sua ""teoria delle guerre giuste e delle guerre ingiuste"""" acquisiscono in questo momento storico un significato particolare. Afghanistan, Iraq, Libia, Siria. Di fronte al caos geopolitico internazionale e alle odierne tragedie umanitarie, la questione dello jus post bellum - la giustizia dopo la guerra - fino a che punto mette in crisi, oggi, l'efficacia della teoria nel suo complesso, il cui scopo era innanzitutto quello di limitare le ingiustizie? Come sottolineato nel saggio critico di Giona Mattei, contestualizzare le pagine di Walzer nell'attuale scenario politico globale solleva interrogativi sulla nozione di """"guerra giusta"""" e su quanto l'intellettuale americano abbia involontariamente contribuito alla legittimazione filosofica delle politiche di egemonia imperialista."" -
Il tavolo di ciliegio
Fuggita dalla Jugoslavia dilaniata dalla guerra per trovare rifugio in una Germania da poco riunificata, Arjeta Filipo prende possesso del suo nuovo appartamento a Berlino. Qui, in presenza del vecchio tavolo in legno di ciliegio che era appartenuto a sua nonna, Arjeta rievoca la propria infanzia, ora con l'ausilio di alcune fotografie ricevute dalla madre, ora ricordando gli anni di Parigi e della sua storia d'amore con lo sfuggente Arik. Insieme all'amica Nadezda, Arjeta si ritrova cosi a scandagliare i suoi ricordi per decrittare il segreto che le permetterà di riconciliarsi con il suo passato e con le sue radici. -
Reti di storie. L'essere dell'uomo e della cosa
In ""Reti di storie"""" Wilhelm Schapp, allievo di Husserl, espone per la prima volta al grande pubblico il pensiero portante della sua """"filosofia delle storie"""". Nell'impianto teoretico del pensatore, le storie rappresentano il fenomeno originario, gli elementi ultimi oltre i quali l'indagine filosofica non può procedere. Ogni uomo, questa la tesi, si trova fin dalla nascita avvolto in un fascio di storie. Questa condizione d'involgimento essenziale viene felicemente espressa dalla frase più celebre dell'opera: """"La storia sta per l'uomo"""". Con essa, l'autore ci vuole dire che l'unica chiave d'accesso all'essere dell'uomo è la comprensione del contesto dinamico di storie in cui egli è costantemente irretito. Nella condizione strutturale e ineliminabile dell'irretimento, cose e persone ci si fanno incontro come centri irradianti storie. Il nostro prendere parte a una storia anziché a un'altra determina quindi, di volta in volta, chi o cosa siamo."" -
A testa alta verso l'oriente eterno. Liberi muratori nella resistenza romana
Una delle caratteristiche della resistenza romana è stata sicuramente la partecipazione attiva non solo delle forze legate al Comitato di Liberazione Nazionale, ma anche, e forse soprattutto, di un arcipelago di organizzazioni che hanno contribuito, sia politicamente che militarmente, a contrastare l'occupazione tedesca e il rinascere del fascismo. Tra queste organizzazioni c'era anche l'Unione Nazionale della Democrazia Italiana (UNDI), promossa da Placido Martini, che, pur se limitata nel numero, ha pagato la sua scelta con otto dirigenti trucidati alle Fosse Ardeatine. Nonostante due di loro (Placido Martini e Carlo Zaccagnini) abbiano avuta riconosciuta la medaglia d'oro al valor militare, dell'UNDI si sa ancora poco, probabilmente anche per una ingiustificata diffidenza legata al fatto che si trattava di un'organizzazione ""a forte matrice massonica"""", dato che i suoi dirigenti erano anche affiliati alla loggia clandestina """"Carlo Pisacane"""", fondata al confino di Ponza nell'estate 1931. Nel libro vengono ricostruite le attività e il programma politico dell'UNDI, ma soprattutto le storie di Placido Martini, Teodato Albanese, Carlo Avolio, Silvio Campanile, Giuseppe Celani, Mario Magri, Giovanni Rampulla, Carlo Zaccagnini, trucidati alle Fosse Ardeatine, con l'aggiunta, in appendice, anche della storia di un altro massone antifascista, Giordano Bruno Ferrari, ucciso poche settimane dopo a Forte Bravetta. Sono storie che andrebbero riscoperte perché permetterebbero una riflessione più ampia e meno ideologica su cosa è stata realmente la resistenza a Roma, ma anche per ripensare il presente e operare per un futuro migliore, così come auspicava Giuseppe Mazzini: """"La pace dei morti, s'essi, come crediamo, guardano ancora con amore alle cose nostre, è l'adempimento del pensiero che li agitò sulla terra""""."" -
Rivoluzionaria 2017-2018. Agenda 16 mesi
Non c'è data sul calendario che non richiami alla memoria un episodio di ribellione o di repressione legato alla storia del proprio tempo. Dopo l'edizione 2017, dedicata al centenario della Rivoluzione russa, questa nuova edizione celebra i cinquant'anni del Sessantotto, il momento in cui la contestazione studentesca e i movimenti operai irruppero nella storia per contestare l'autoritarismo e le ingiustizie sociali delle vecchie istituzioni. Rivoluzionaria ricostruisce una mappa ideale, ma anche reale, dei sogni, dei progetti e degli eventi che hanno formato la nostra coscienza. Da Che Guevara alla Primavera di Praga, da Bakunin al Movimento No Tav, l'agenda ricorda, pagina dopo pagina, tanto i leader quanto i capisaldi della storia mondiale, ma anche e soprattutto le vite di coloro che hanno preso parte alla lotta e gli avvenimenti meno noti che abbiamo il dovere di non dimenticare. -
Graffiti e studi su Gian Pietro Lucini
Il volume mostra, anche attraverso la pubblicazione di documenti rari e inediti, la formazione dell'opera di Lucini e conferma la sua rivalutazione da parte di critici come Anceschi, Viazzi e Sanguineti. Viene inoltre illustrata, in una prospettiva del tutto originale, la poetica luciniana dell'""antigrazioso"""", esaminata anche, nei suoi aspetti di continuità come in quelli di opposizione, in rapporto alla poetica di Carducci. Viene analizzato, infine il carattere espressionistico del linguaggio di Lucini."" -
Luce dal tenebroso chaos. L'alchimia tra Santinelli e Newton
L'obiettivo di questo lavoro è duplice: da una parte viene indagato il rapporto tra Newton e l'alchimia, cercando di verificare quale rilevanza ebbe l'adesione alI'""Ars Transmutatoria"""" nella vita e soprattutto nel pensiero del filosofo inglese. Poi, in maniera più specifica, si è cercato di indagare in dettaglio quale influenza possano avere avuto sul pensiero newtoniano gli scritti dell'alchimista pesarese Francesco Maria Santinelli, e in particolare la sua principale opera alchemica, l'ode """"Lux obnubilata suapte natura refulgens""""."" -
In punta di piedi
"Nei versi di Marta Celio si rinnovellano le due invocazioni di Dino Campana «O poesia, poesia, poesia. Sorgi, sorgi, Sorgi» e «O poesia, tu non tornerai», e con quelle si rinnovella pure lo strazio di un'anima troppo grande per via delle visioni che la abitano, e troppo piccola per dare a ciascuna di esse la giusta voce. Questa tensione tra grande e piccolo, tra Vita e Morte percorre in esergo la raccolta. Grande, e quindi «pinto» con i colori stessi della Vita, è il cuore del poeta, ma piccole e fragili, perché di carta, sono le imbarcazioni sulle quali sono tratti in salvo i pochi frammenti del suo cuore scampati al naufragio, e quindi alla Morte."""" (Dalla Prefazione di Andrea Panzavolta)" -
Filosofia. Paura (2016)
Rivista annuale fondata nel 1950 da Augusto Guzzo. -
Quaderno dell'Istituto di psicoterapia del bambino e dell'adolescente. Vol. 45: Identità.
In questo volume viene proposta una composizione di lavori che sono stati portati ai seminari Aggipsa nel 2015 e un estratto dei seminari clinici tenuti presso l'istituto nel 2016. Nella prima parte del quaderno il filo conduttore degli approfondimenti portati ai gruppi di lavoro Aggipsa a Roma riguarda l'attenzione ai nuovi strumenti di definizione identitaria dell'adolescente e le loro potenziali declinazioni nel lavoro terapeutico. Nella seconda parte del volume sono proposti due seminari che offrono una riflessione su diverse applicazioni di strumenti di matrice psicologica - l'analisi peritale e giuridica da un lato e la conduzione di Gruppi Balint dall'altro - esportati in contesti più ampi dove si possono tracciare feconde risonanze. -
Il disegno del piacere
Scrive Jean-Luc Nancy: ""Il disegno è la forma non data, non disponibile, non formata. È dunque, al contrario, il dono, l'invenzione, il sorgere o la nascita della forma."""" Pubblicato da Galilée nel 2009, questo saggio di Nancy sul disegno, ancora inedito in Italia, costituisce un riferimento non solo per le arti visive, ma per l'arte tutta. Il piacere del disegno risiederebbe, secondo il filosofo, nell'infinito desiderare e nella tensione da esso prodotta, e non tanto nella sua realizzazione, poiché più si capisce l'opera d'arte, meno la si gode."" -
Nel cammin di nostra vita. Dante, Petrarca e Boccaccio visti da vicino
Il libro si compone di un trittico di saggi, ognuno dei quali offre un’ampia panoramica sulle rispettive tre corone trecentesche (Dante, Petrarca e Boccaccio).rnrnrnIl libro si compone di un trittico di saggi, ognuno dei quali offre un'ampia panoramica sulle rispettive tre corone trecentesche (Dante, Petrarca e Boccaccio). Si indirizza, oltreché agli specialisti, a tutti gli appassionati e ai curiosi che vogliano riaccostarsi alla nostra massima letteratura antica. Il primo capitolo è dedicato alla vita di Dante, narrata sulla base di una ricognizione delle fonti biografiche antiche e moderne, tra le quali spicca, per importanza e profondità artistica, il Trattatela in laude di Dante di Giovanni Boccaccio, il padre della narrativa europea e il primo tempestivo pontefice del culto dantesco. Francesco Petrarca e Giovanni Boccaccio, ai quali sono dedicati i restanti due capitoli, sono i dioscuri che hanno fondato la tradizione letteraria moderna, con la responsabilità di amministrare l'eredità dantesca, secondo due prospettive culturali profondamente diverse l'una dall'altra. I saggi raccolti mirano così a raccontare a un lettore odierno in cosa consista la perenne giovinezza artistica dei nostri capolavori delle origini. -
Quel che Lacan diceva dell'anoressia
Jacques Lacan non ha mai dedicato all'anoressia un'esposizione sistematica. Nell'arco del suo vastissimo insegnamento, si rintracciano solo poche note, a volte molto brevi, spesso ricche di aporie e cambi di prospettiva. L'anoressia, di volta in volta, è intesa da Lacan come fissazione alla madre, come effetto traumatico dello svezzamento, come abbandono alla morte, come manovra di separazione, come scudo e supporto del desiderio. Questo testo prova a tenere aperte le contraddizioni e a valorizzare la ricchezza clinica e teorica delle vie praticate da Lacan nella sua interrogazione intorno all'anoressia. È questa la bellezza del suo insegnamento: ancora una volta, Lacan si rivela capace di fare emergere la verità nello scarto generato da diverse prospettive sullo stesso oggetto, scardinandola dal luogo di una cristallizzazione monolitica, facendola vivere nel movimento stesso del suo pensiero. -
Parole, silenzi e non-detti nelle organizzazioni
Il taccuino propone uno sguardo insolito sul mondo organizzativo. L'organizzazione è intesa come spazio antropologico in cui si scambiano beni immateriali e non solo materiali. Si vuole riflettere a partire da situazioni di esperienza professionale sulla natura, il peso e il senso delle parole e dei silenzi che accompagnano e strutturano la vita delle persone al lavoro. -
La mia vita incisa nell'arte. Una biografia di Emma Dessau Goitein
Narrazione rigorosamente al femminile: i drammatici eventi del ""secolo breve"""", dalla fine della belle epoque alle due Grandi Guerre, fanno da sfondo alla vita di Emma Dessau Goitein, originale figura d'artista. Emma, nata a Karlsruhe nel 1877 da una famiglia ebraica di stretta osservanza religiosa, rivelò ancora giovanissima una tempra da femminista ante litteram, inseguendo il proprio sogno di essere pittrice per le vie d'Europa, da Londra a Monaco. Giunse infine per amore in Italia, sposa di un fisico. Le sue opere non persero però mai il contatto con la tradizione, conciliando lo spirito europeo e la sensibilità per i sentimenti familiari con i valori del nascente sionismo. Con tenacia giunse a distinguersi negli anni bui del Ventennio, incidendo il suo nome nelle cronache dello stesso regime che di lì a poco avrebbe provato a cancellare lei e i suoi cari. La vicenda non è frutto di fantasia: è una vita vissuta, ricostruita attraverso documenti, lettere e cataloghi di mostre alle quali Emma partecipò. I quadri di Emma si trovano al Museo dell'Accademia di Belle Arti di Perugia e in quello d'Arte Moderna di Bologna. Le xilografie e gli ex libris, che rivelano la sua perizia nell'incidere, si possono ammirare in prestigiose biblioteche americane (Hebrew Union College di Cincinnati e Yale University) e inglesi (British Library e Jewish Museum di Londra).""