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Filmare dall'abisso. Sul cinema di James Cameron
James Cameron, ovvero ""Titanic"""", """"Avatar"""", """"Terminator"""", """"The Abyss"""", è il regista di un cinema come grande forma del vedere, come immersione in mondi fantastici, come luogo del desiderio e del terrore, come messa in gioco dei corpi e della tecnica. Il cinema come ultima forma del mito. Dal cortocircuito tra tempo e spazio in """"Terminator"""" al grande saggio sul vedere come desiderio in """"Avatar"""", passando per l'attrazione e il terrore della visione come immersione, precipizio, forma liquida e cangiante in """"The Ahyss"""" o in """"Titanic"""", Cameron non si presenta come un regista che prefigura un """"oltre"""" il cinema, ma come un autore che mostra la forza espressiva e attuale del """"classico"""", portando all'estremo le sue forme mediante un'incessante ricerca tecnologica. Nel suo gesto costante - riprendere ogni volta le forme del cinema e del suo immaginario - sta l'attualità dello sguardo cameroniano, e dunque la sua capacità di essere rivoluzionario, di inventare immagini che ripensano in profondità il cinema tout court. In questo libro si dispiegano le immagini della produzione cinematografica di Cameron che sorgono su un abisso, reali e spettrali al tempo stesso, immagini catastrofiche e mitologiche, corpi che condensano in sé i più antichi racconti e che sono al tempo stesso proiettati nel futuro, nel nostro futuro."" -
Parchi e politica
Rispetto ad altri libri dell'autore questo volume, già dal titolo 'Parchi e Politica', ne evidenzia il più diretto riferimento agli aspetti politici che stanno oggi alla base della crisi dei parchi e delle aree protette. Il libro che si avvale anche di alcuni contributi specifici e della prefazione di Luigi Piccioni, raccoglie alcuni degli interventi più recenti dell'autore su questioni rimaste troppo a lungo sotto traccia o del tutto ignorate a partire dalle ragioni e motivazioni in base alle quali si è messo mano ad una improvvisata e pasticciata modifica della legge quadro. Prefazione di Luigi Piccioni. -
Giuseppe Toscanelli. Er deputato de' pontaderesi
Fervente patriota, esule a Torino nel 1849-50, simpatizzante garibaldino e uomo politico filounitario fu ininterrottamente deputato al parlamento italiano dal 1860 al 1891 per il collegio di Pontedera e di Pisa, militando prima nella destra storica, per poi passare nel 1876 senza alcun problema fra le file della sinistra di Depretis. Fu personaggio eccentrico, famoso per la sua proverbiale generosità (in meno di 30 anni dilapidò un patrimonio familiare di circa 4 milioni di lire) ed insieme un proprietario fondiario illuminato, che riuscì a trasformare la sua fattoria della Cava presso Pontedera in un grande centro produttivo di vino selezionato. Qui morì abbandonato da tutti il 27 febbraio 1891. Questo saggio completa la ricerca che l'autore sta effettuando da vari anni sui Toscanelli, cui ha dedicato un primo studio nel 2005 sulla famiglia e il suo ingente patrimonio, un secondo nel 2007 sulle memorie parlamentari di Nello, un terzo nel 2011 per la ristampa anastatica de ""L'economia rurale"""" di Giuseppe e un quarto nel 2012 sulla produzione vinicola della fattoria della Cava. Il volume, infatti, con l'utilizzo di documenti archivistici e di discorsi parlamentari, ricostruisce il ruolo politico avuto da Giuseppe Toscanelli come patriota negli anni caldi del risorgimento italiano e poi come deputato al parlamento nazionale."" -
Abbandonare Babele. L'educazione per il tempo che viene
Queste pagine richiamano una riflessione sui primi imprinting familiari e scolastici, proponendo un passaggio da una educazione ai modelli, che ha nutrito le generazioni europee illuminate, a una Umbildung di riscatto rispetto alla intensità della crisi che oggi ci attraversa e che va molto al di là dei suoi aspetti economici e finanziari. Non un aggiornamento del prisma pedagogico dunque, ma una critica radicale al modello di formazione sorda e cieca rispetto al vincolo solidale dell'in-comune, e l'aggiornamento di un principio educativo ad alta tensione etico-estetica. Dialogando con molti ""esperti"""" della modernità l'autore propende per una cura sui, quale necessaria premessa per una cura per le cose pubbliche, nel paesaggio desolato di un'ecosistema compromesso da tre secoli di sfruttamento delle risorse naturali. Una variazione del tema educativo che si ritiene necessario e urgente per uscire dalla Babele paranoica delle pedagogie plasmatrici, dove le parole non corrispondono più alle cose."" -
Giuseppe Aprile. L'idolo di Napoli nel Settecento musicale italiano edeuropeo
Nel secolo in cui i teatri e gli spettacoli musicali in Italia ed in Europa non potevano rinunciare a quelle meraviglie vocali che erano i cantori evirati, vittime ignare della manipolazione genetica violentemente avversata dagli illuministi, Giuseppe Aprile 'Sciroletto' appartenne a quella schiera di cantanti e compositori pugliesi emigrati verso Napoli e fu della ristrettissima cerchia che con Caffarelli, Reginella, Giziello e sopra tutti il divino Farinelli potevano dire di tenere il campo senza sospetto d'emuli o d'avversari nel vasto mondo dei mutilati Anfioni che nel Settecento eccellevano non solamente a Napoli e in tutta Italia, ma nell'intera Europa. Espressione della grande scuola musicale napoletana, sempre al centro della scena come cantante, pedagogo e compositore di arie e duetti notturni, Aprile attraversò gli anni della seconda metà del secolo dei lumi percorrendo per intera la parabola che portò questi fenomeni del belcanto, ricercati osannati ricoperti di onori e ricchezze, dall'apogeo al crepuscolo fino all'umiliante dileggio. Il ricordo della sua vita e della sua voce, le sue musiche finite con lui in una fossa comune, furono presto rimosse dalla memoria collettiva. Oggi, dopo duecento anni, l'autore di questo libro ricostruisce, attraverso i risultati di ricerche condotte in archivi e biblioteche, la biografia del musico celebrato come il maggiore vanto del teatro del Württemberg, idolo di Napoli, one of the greatest male sopranos of the Century. -
Chicago 1958
George Washington Attack è un improbabile detective nella Chicago degli anni '50. Colleziona giocattoli, sogna sulle note delle canzoni di Billie Holiday e possiede un'auto perennemente in avaria. Senza passato e senza futuro, ha un solo amico Jacky, per fortuna meccanico. Dall'altra parte della strada una bella ragazza curiosa, un direttore di giornale che ha paura della vita e una donna di servizio che della vita ha capito tutto. Poi, una lettera riaffiora dagli anni della grande crisi, mettendo in agitazione il piccolo mondo, con esiti straordinari e tragici. -
La Rosalia. Tragedia sacra
Prima azione teatrale dedicata alla santa che liberò Palermo dalla peste, ""La Rosalia"""" del gesuita Scammacca fu più volte messa in scena prima di essere data alle stampe nel 1632. La vicenda è ambientata nella corte medievale di Guglielmo I d'Altavilla. Mentre il sovrano trascura i propri doveri e si delizia in un harem saraceno, un emiro senza scrupoli, Maione di Bari, accresce il proprio potere depredando l'aristocrazia. Entra quindi in scena l'asceta Rosalia, che con la sua sdegnata oratoria illumina il cammino di un potere tragicamente cieco di fronte alle aberrazioni del peccato. Favola ideologica sui fasti della nazione siciliana, magniloquente liturgia barocca, celebrazione del legame eccezionale tra disegno celeste e storia laica: la """"tragedia sacra"""" di Scammacca si snoda attraverso molteplici dimensioni, fino alla profetica apoteosi finale."" -
Tra la torre e i cammelli. Nietzsche a Pisa
"Proprio così pensai, quando in un bosco presso Pisa vidi prima due e poi cinque cammelli"""": in queste parole di Friedrich Nietzsche sta il ricordo di una giornata trascorsa a Pisa, in compagnia femminile, visitando, oltre all'immancabile Piazza dei Miracoli e il Camposanto, le """"Cascine"""" di San Rossore. Orme dei cammelli che qui incontrò sono conservate anche in """"Così parlò Zarathustra""""." -
Ti racconto la terra. Apologia del buon cibo fra agricoltura e buone pratiche alimentari
L'agricoltura diventa la poesia di un racconto di vita vissuta, che insegna a chi legge la fatica e l'incanto della vita in campagna, e la ricostruzione del rapporto antico fra chi produce il cibo e chi se ne nutre. Il racconto si intreccia alla divulgazione di temi come la sostenibilità, il paesaggio, le scelte alimentari, la stagionalità, l'educazione alimentare, la prevenzione, le tradizioni a tavola. Così, dal paradosso dell'agricoltura e del cibo industriali alla consapevolezza alimentare, ogni pagina affronta temi urgenti che non possono più essere appannaggio di tecnici del settore, ma terreno di riflessione per ogni lettore. Un libro per chiunque voglia cominciare ad operare scelte virtuose, avendone inteso il peso e l'importanza. -
Edipo. Margini confini periferie
Margini, confini, periferie dell'Edipo: territori estremi, liminali e decentrati del mito di Edipo (riformulato da Sofocle) e del suo complesso (secondo Freud) nella geografia politica e culturale dell'Europa Occidentale tra Otto e Novecento, nonché dei suoi domini ed ex-domini coloniali. Questo il nodo problematico e lo snodo temporale intorno ai quali il volume è fondamentalmente costruito. Su suolo europeo, tra Inghilterra (Dickens, Eliot), Francia (Hugo, Gide, Cocteau), Russia e Austria felix (DostoevskijFreud) - nell'arco temporale che si estende dall'epopea capitalistico-borghese di seconda metà dell'Ottocento fino alle due guerre - vengono analizzate e studiate le forme latenti e dislocate della configurazione edipica, integrando nel percorso alcuni esemplari rovesciamenti e scardinamenti prodotti, durante gli Anni Settanta, dalla cultura della Contestazione (Morante, Testori, Deleuze e Guattari). Per altro verso, dall'altra parte dell'Oceano e del Mediterraneo, ritornano, dall'America e dall'Africa (tra Faulkner e Rotimi), vere e proprie figurazioni speculari e distorte della stessa vicenda, storie familiari disfunzionali e post-edipiche, come a rammentare quali violente e regressive conseguenze abbia avuto sulle periferie e sui confini del mondo la vocazione civilizzatrice della civiltà borghese alle prese con i propri disagi. -
Genitleaks. Genitori in rivolta
E se gli imbecilli non fossero un incidente, ma il risultato di una precisa strategia educativa volta a creare sudditi e non cittadini? Se lo chiede un misterioso gruppo di genitori ribelli che vuole combattere contro i ""poteri forti"""" delle moderne scienze dell'educazione. Vogliono smantellare un sistema (dis)educativo, ma due spie riescono a infiltrarsi... Un saggio costruito come un romanzo di spionaggio, dove le diverse teorie educative del nostro tempo si incarnano in personaggi immaginari, diventando così comprensibili, condivisibili o criticabili. Tra questi una donna di nome Eva, evidentemente predestinata dal suo nome a compiere un gesto di trasgressione che manda tutto all'aria."" -
La cappella di Santa Teresa di Le Case. Una collettività socio-religiosa in terra toscana (1871-2010)
Nel corso degli ultimi trent'anni, le vicissitudini storiche, architettoniche e ambientali del territorio che si stringe intorno al lago-padule di Fucecchio - situato in Toscana tra la province di Lucca, Pistoia e Firenze -, sono state oggetto di pregevoli studi e ricerche. Meno indagati, tuttavia, sono stati i nuclei abitativi e famigliari dell'area: è mancata cioè una ricostruzione storica che riguardasse almeno una delle diverse identità sociali del luogo. Lo scopo di questo saggio di Elisa Maccioni mira ad indagare - sottolineando però l'aspetto socio-religioso - cosa significhi ""sentirsi"""" appartenenti alla collettività di uno di questi luoghi: Le Case di Monsummano. Nel Seicento, soltanto sette erano le case in muratura presenti su quei fertilissimi campi da poco sottratti al Padule. Agli occhi della popolazione che andava abbandonando il medioevale insediamento sul colle di Monsummano per stabilirsi intorno alla chiesa della Madonna della Fontenuova, esse rappresentavano solo un esiguo gruppo di abitazioni sparse: Le Case, appunto. Qui, la lungimiranza imprenditoriale di tre famiglie nobiliari, succedutesi nel volgersi dei secoli, uniti al sudore di quanti ci hanno preceduto nel lavoro, mezzadri e operai, ha gettato le fondamenta del """"senso"""" di appartenenza a quella collettività."" -
La memoria di Canossa. Saggi di contestualizzazione della ""Vita Mathildis» di Donizone
La ""Vita Mathildis"""", poema epico-storico composto dal monaco Donizone all'inizio del sec. XII, è una delle testimonianze letterarie più importanti della coscienza nobiliare europea dei secoli centrali del medioevo. Sotto il titolo """"La memoria di Canossa"""" si presentano qui sette saggi che costituiscono altrettanti percorsi di interpretazione del poema, volti a ricostruire i suoi immediati contesti sociali di produzione e di ricezione. Tali saggi si propongono al contempo di ribadire ed esemplificare la ricchezza dei testi letterari come fonti, da un lato accettando le sfide lanciate all'interpretazione storica dalla cultura postmoderna e dall'altro cercando di non cadere nelle insidie tese dai """"nuovi realismi""""."" -
Figlie
Una figlia abbandona un padre che l'ha cresciuta e amata; un padre abbandona una figlia che ha cercato di farsi amare. In questo racconto, Froni, figlia di un noto psichiatra, decide di sparire. Il padre riesce a rintracciarla tra le pieghe del web e la sua storia s'intreccia con quella di Colette, nel controluce di una società borghese, dove tutto è possibile, anche fuggire, vestirsi da mistress o iniettarsi acidi per cercare la morte. Con la leggerezza del narrare, l'autore indaga il difficile rapporto tra padri e figlie, soffermandosi sull'incapacità di comprendere e di comprendersi. Lo fa da padre e in più da psichiatra, rimettendosi in discussione anche con lo strumento dell'analisi. Una via a quanti vivono questa delicatissima esperienza emerge da questa storia. -
Sistemi filosofici moderni. Descartes, Spinoza, Locke, Hume
Se la filosofia moderna, come molti oggi ritengono, inizia con Suárez, primo a comporre un vero e proprio sistema di metafisica, e culmina con Kant, primo a postulare l'ideale della ragione come sistema, è lecito supporre che l'epoca moderna sia quella in cui la filosofia viene ad assumere la forma di sistema. Alcune delle opere filosofiche eminenti della modernità avvalorano tale ipotesi: le ""Meditazioni metafisiche"""" di Descartes, che intendono trattare con ordine di tutte le cose prime; l'""""Etica"""" di Spinoza, che racchiude in modo esemplare una visione onnicomprensiva dentro una struttura altamente gerarchizzata; il """"Saggio sull'intelletto umano"""" di Locke, che pretende d'indagare a tutto tondo origine, certezza ed estensione della conoscenza umana; il """"Trattato della natura umana"""" di Hume, che propone un sistema completo delle scienze, dalla logica alla politica. Rileggere queste opere come sistemi permette non solo di comprendere in modo nuovo i loro contenuti, ma anche di rilanciare la sfida che il pensiero filosofico moderno avanza verso quello odierno."" -
Adamastor e dintorni. In ricordo di Antonio Tabucchi
Il 25 marzo 2012 scompariva Antonio Tabucchi. Il 18 maggio 2012 partiva da Siena un itinerario, distribuito nel tempo, alla memoria dello scrittore e del lusitanista, Antonio Tabucchi: un ricordo in sei appumenti, voluto e organizzato da Vincenzo Arsillo, Roberto Francavilla e Valeria Tocco, con la viva partecipazione di Roberto Mulinacci, Vincenzo Russo e Roberto Vecchi. Il viaggio ha toccato Pisa il 24 settembre 2012, e poi Milano (21 febbraio 2013), Bologna (4 marzo 2013), Genova (22 marzo 2013) e Venezia (10 aprile 2013). Questo volume raccoglie gli interventi delle Giornate organizzate a Pisa e a Genova: ricordi, testimonianze, riflessioni sull'opera letteraria e scientifica tabucchiana, sulla sua personalità civile, sulle sue passioni e i suoi modelli - un omaggio affettuoso a tutto tondo di amici, colleghi, discepoli, giovani ricercatori che testimonia il legato che Tabucchi ha lasciato al mondo accademico, civile e letterario. -
Quaderno di italianistica 2013
In questo volume: Maiko Favaro restituisce l'inconsueta immagine della donna rinascimentale recuperata in un dimenticato dialogo cinquecentesco di Gasparo Boschini - Giorgio Masi ci conduce nella Firenze di primo Seicento agitata dalle polemiche dello scapigliato Curzio Marignolli - Laura Paolino mette in luce il ruolo svolto da Thomas James Mathias nel promuovere l'attività di Lorenzo Da Ponte - Veronica Bonanni analizza a tutto tondo l'edizione di una raccolta di fiabe francesi tradotte nel 1876 da Collodi - Irene Cappelletti ricostruisce metodo critico e categorie teoriche dei primi saggi variantistici di Gianfranco Contini. -
Bernardo Di Chiaravalle. Alcune storie fuori dall'alveo
Bernardo di Chiaravalle fu fortemente famoso nel corso della sua vita e profondamente rispettato e lodato ininterrottamente, per secoli, da tutto il mondo occidentale, religioso e non. Le reiterate espressioni valutative e i ribaditi solenni riconoscimenti sono da considerare la naturale conseguenza di quanto venissero apprezzati i suoi pensieri, le sue sempre attese decisioni, i suoi suggerimenti per la soluzione di complesse problematiche di natura religiosa, storica, politica che il suo periodo poneva. Si è sempre trattato di lodi e riconoscimenti dai quali scaturisce autonomamente il concetto di grandiosità del personaggio. Bernardo riceveva anche convinta ammirazione per il suo profondo sapere generale, per il valore della sua preparazione teologica, per il misticismo che pretendeva dal mondo monacale e che imponeva a se stesso. A fronte di questa estesa panoramica di lodi, Sergio Scarselli denuncia, con questo elaborato, non senza penare, il suo forte disagio ad accettare i protratti cori laudativi, in quanto ritiene di riscontrare, nel complessivo comportameli to del famoso abate, non pochi elementi di possibili censure. Soprattutto quando l'autore è impegnato ad analizzare non pochi peculiari comportamenti assunti da Bernardo di Chiaravalle nei rapporti interpersonali con saggi coevi, il cui bagaglio culturale non collimava con le sue tesi. Il punto focale sostenuto da Scarselli, a conforto del suo dubbio sulla esaltata grandiosità di Bernardo di Chiaravalle, è esposto nel capitolo V, quando l'autore esprime con chiarezza che una compiuta valutazione di un Uomo è possibile solo dopo aver di questi effettuato una indagine che afferisce ""l'Uomo visto in toto"""". Scarselli nell'offrire al lettore la sua sofferta visione in ordine a comportamenti peculiari (messi a fuoco soprattutto nel capitolo XV), denuncia anche quanto sia difficoltosa l'operazione di intaccare un ormai diffuso pensiero, soprattutto per la resistenza vuota e pigra dei conformisti."" -
Qualità dell'educazione e nuove specializzazioni negli asili nido
La crescente diversificazione dei progetti pedagogici del nido e la specializzazione dei servizi testimoniano la vitalità e la capacità di innovazione del settore dell'educazione della prima infanzia: La sfida attuale consiste nel concepire una idea di nido sensibile al mutare dei bisogni, alla molteplicità degli approcci, dei linguaggi, delle metodologie, all'emergere anche inatteso di nuove opportunità e risorse, ma nel contempo capace di rielaborare e integrare il nuovo nell'alveo di un progetto pedagogico di qualità, eticamente orientato, concettualmente fondato e socialmente condiviso. Il libro propone una riflessione pedagogica sull'identità del nido e i processi innovativi che lo attraversano, anche con riferimento ad alcune esperienze significative e di ampio respiro. -
Studi su Gianfranco Contini: «fra laboratorio e letteratura». Dalla critica stilistica alla grammatica della poesia
Nella vasta opera critica del grande studioso viene preso in esame in questo libro un numero ristretto di autori (Croce, De Sanctis, Gadda, Montale), tutti fondamentali per Contini. Se l'incontro dei due autori contemporanei col giovanissimo filologo e critico militante d'eccezione fu decisivo da entrambe le parti, nell'ambito più propriamente metodologico e storiografico fu centrale il confronto col pensiero e con la critica letteraria di Croce. Ciò vale sia per il commentatore di Dante e di Petrarca, sia per lo straordinario analista di varianti d'autore, l'esercizio critico che a buon diritto può considerarsi invenzione di Contini stesso, anche se all'inizio suggestionato dal magistero filosofico di Croce. La precoce scoperta della Stilkritik di Spitzer segna non solo i primi saggi di Contini nella direzione di un superamento del crocianesimo, in parte ancora interno al suo orizzonte categoriale, ma anche la sua produzione matura almeno sino alla fine degli anni Cinquanta. Spitzer fu per Contini un punto di riferimento mai del tutto abbandonato, sebbene dopo la svolta più apertamente strutturalistica sia evidente una presa di distanza.