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Meadowlands
Ma come è possibile che l’amore si estingua? Come possiamo accettare che si trasformi in odio? In questo profondo scandaglio del cuore umano, ancora una volta sono protagonisti i miti. Louise Glück si misura in queste pagine direttamente con le principali figure dell’Odissea: riprende le posizioni di Penelope e di Ulisse, i dubbi e i dolori di Telemaco, e li intreccia con le angosce, le crisi e le crudeltà che, dall’antichità classica fino al presente, segnano i rapporti tra esseri umani. -
Terra silenziosa. Come possiamo e perché dobbiamo evitare che gli insetti scompaiano
A guardarli da lontano possono sembrare creature spaventose, con le loro zampette formicolanti, orride antenne e piccole ali ronzanti, che passano la loro esistenza guizzando e svolazzando tra la polvere e il buio. Eppure se solo si prova ad avvicinarsi, ecco che appaiono iridescenze arcobaleno, corpi color smeraldo e ali blu violaceo maculate di crema. Ecco che i loro movimenti si fanno ordinati e organizzati come quelli di un esercito, le loro strategie rivelano un acume geniale, la loro forza si mostra sorprendente. Ecco che davanti ai nostri occhi si manifesta un microcosmo affascinante e meraviglioso, del cui ruolo fondamentale nella sopravvivenza della vita sul nostro pianeta non ci rendiamo sufficientemente conto. Dave Goulson ci porta a scoprire l'universo degli insetti, in tutta la sua complessità e vulnerabilità: dalla loro importanza evoluzionistica e di tutela degli ecosistemi, fino alle loro sorprendenti abilità – come i bruchi delle licene azzurre del timo, che si fingono larve di formica rossa per farsi nutrire con l'inganno, o i paffuti bombi, che sono in grado di memorizzare le posizioni di punti di riferimento e tappeti fioriti. Tra storia e biologia, confronto dei dati e proposte concrete, quella di Goulson è una dettagliata analisi dei gravi pericoli che gli insetti stanno correndo – basti pensare che in soli cinquant'anni l'impoverimento dei terreni e l'uso massiccio di pesticidi ne hanno ridotto la popolazione del 75% –, delle ripercussioni che ciò ha sulla nostra stessa esistenza e delle azioni che ognuno di noi può compiere, personalmente e attraverso le istituzioni, per invertire questa tendenza fatale. Terra silenziosa ci spinge a guardare con rinnovato interesse e partecipazione ai piccoli esseri che si muovono in ogni istante attorno a noi e ai modi in cui siamo interconnessi: perché dare vita a un ambiente più verde, variegato e brulicante di insetti non è solo possibile, è necessario. -
Il libro della memoria. Dimore, stanze, oggetti. Dove abitano i ricordi
Niente più della letteratura è in grado di rivelare le tracce che si nascondono negli oggetti, nelle stanze e nelle rovine del nostro comune passato. Ponendo in dialogo le parole dei grandi autori di ogni tempo - da Cicerone a Kafka, da Stendhal a Sebald, da Henry James a DeLillo - con le proprie riflessioni personali, Antonella Tarpino ci invita a riscoprire il valore della memoria nel suo salvare ciò che credevamo perso. ""Il libro della memoria"""" è il racconto collettivo di un incessante divenire: un viaggio alla ricerca del tempo perduto attraverso le dimore dell'anima e i simboli universali della vita, per trovare le radici di ciò che siamo diventati."" -
Stravinskij. Con il carteggio Stravinskij-Vald. Nuova ediz.
Igor' Stravinskij: forse il musicista più discusso del Novecento, nel bene e nel male; sicuramente il più conosciuto. Antiromantico, neoclassico, rivoluzionario e, per alcuni, persino reazionario; dalla musica folclorica a quella sacra, da quella per il balletto al recupero della musica antica e all'incursione nella dodecafonia, la complessità della sua opera ha attraversato Russia, Europa e Nord America, generando le reazioni più diverse. Fra i critici più influenti del nostro paese, Roman Vlad ha rivestito un ruolo cruciale nell'interpretazione di Stravinskij. Apparso per la prima volta nel 1958, il suo Stravinskij è diventato un work in progress dalla durata trentennale; forse lo studio dell'opera del musicista più importante e completo che gli sia stato dedicato quando questi era ancora in vita e che - vista la prolificità di Stravinskij nei suoi anni più tardi - ha voluto accompagnarne l'evoluzione compositiva fino agli ultimi lavori. Dal taglio storico e volutamente divulgativo, il libro è una «grande narrazione», frutto di una profonda conoscenza delle partiture e di uno scambio intellettuale con il loro autore lungo decenni - testimoniato dal carteggio inedito riportato in questa nuova edizione -, che tuttavia non ha minato l'indipendenza di giudizio critico. Vlad parte per il suo excursus stravinskiano dagli esordi e dalla mitica stagione dei Balletti russi, con L'uccello di fuoco, Petruska e la Sagra della primavera, si sofferma poi sulla musica del periodo neoclassico, culminato con La carriera di un libertino, per concludere con i Requiem Canticles, confermando quel desiderio di musica assoluta che mai abbandonò «l'inattuale compositore à la page il quale, oltre ogni moda, mirava ai valori eterni». A sessant'anni dalla sua prima pubblicazione Stravinskij è ancora un caposaldo della critica stravinskiana e conserva tutta la sua modernità. Comprendere Stravinskij significa comprendere lo spirito artistico che ha percorso il Novecento e i venti che lo hanno scosso; significa ambire, ancora oggi e sempre, a «incarnare il nostro tempo e trascenderlo». -
Economia commestibile. Comprendere la teoria economica attraverso il cibo
Come può il pollo arrosto farsi metafora delle disuguaglianze sociali? E come può la segale spiegare la nascita del concetto di welfare in Europa? Diciotto diversi assaggi – dall’aglio al cioccolato, dal peperoncino alla Coca-Cola, dalle fragole alla pasta – illustrano l’attuale configurazione economico- politica del nostro pianeta e il modo in cui le scelte degli stati si riverberano nel comportamento individuale e quotidiano di tutti noi. Un’alimentazione bilanciata è fondamentale per mantenersi in salute e Economia commestibile ci dimostra che una cattiva gestione economica mina un’esistenza sana tanto quanto una cattiva dieta. Così come noi abbiamo bisogno di una varietà di sapori e sostanze nutritive per sopravvivere, tradizioni e modi di pensare diversi possono dare alla nostra economia l’impulso per produrre i migliori risultati per il maggior numero di persone. Ma quanto sappiamo degli ingredienti che compongono la piramide economica?rnrnHa-Joon Chang, uno dei più importanti studiosi e divulgatori di scienze economiche, scrive un libro sentito e personale che unisce le sue due grandi passioni, invitandoci a una tavola imbandita di cibi, sapori e colori, che, come un grande cuoco, assembla alla perfezione, esplorando le infinite possibilità che l’economia ha di combinare elementi diversi per creare qualcosa di speciale. Un tour gastronomico adatto a tutti i palati per capire l’economia attraverso il cibo. -
Bestiario invisibile. Guida agli animali delle nostre città
Non siamo soli nelle nostre città. Confuse tra i fiori dei balconi volteggiano farfalle variopinte; al limitare della strada, volpi furtive sgusciano e si nascondono fra gli arbusti dei parchi, scomparendo nel loro labirintico sottobosco in cerca di cibo; nel buio della notte metropolitana, una civetta va a caccia, padrona delle ombre. Per quanto impressionante ci possa sembrare, ognuno di loro – zanzare e topi compresi – contribuisce a mantenere in equilibrio un ecosistema unico e che perlopiù ci è ignoto, sebbene proliferi sotto i nostri occhi. Il biologo Marco Granata ci apre le pagine di questo sorprendente bestiario urbano. Il suo è un inedito manuale illustrato dell'ecosistema cittadino, che ci porta alla scoperta degli animali che abitano gli spazi a noi più prossimi, raccontandoci in che modo si siano adattati alla nostra presenza: dalle cornacchie, che hanno imparato a riconoscere le luci dei semafori per farsi aprire le noci dalle automobili, alle vespe, la cui femmina dopo la fecondazione inizia da sola la costruzione del proprio nido nei sottotetti o nelle cavità dei muri in cemento; dai grandi scarabei eremiti che profumano di pesca alle testuggini dalle orecchie rosse, alieni che hanno invaso i laghetti dei nostri parchi. Un racconto scientifico in prima persona dei misteriosi collegamenti che la biologia intesse tra la sala e il tetto, tra le grondaie e le fognature, tra i campi di periferia e le grandi piazze. Bestiario invisibile ci svela i segreti delle città selvatiche, dell'universo che vive silenziosamente accanto a noi. Un'opera che ci mostra come in ogni momento e in ogni contesto sia possibile trovare qualcosa di straordinario nascosto nelle pieghe dell'ordinario, perfino sotto la terra di un vaso o tra i fili d'erba al centro di una rotonda. -
Oroscopo felino. Manuale astrologico per capire il tuo gatto
Da sempre animali dai tratti misteriosi, al limite dell’esoterico – basti pensare che nell’antico Egitto erano sacri –, i nostri felini si rivelano spesso creature indecifrabili. Eliane Arav ci offre in queste pagine uno strumento nuovo per aiutarci a capire i loro comportamenti e le loro reazioni: l’astrologia. Attraverso carte astrali e tabelle delle fasi lunari, il suo Oroscopo felino è un prontuario sorprendente di informazioni per analizzare e comprendere il nostro gatto. È del segno della Vergine? Allora avrà un carattere contemplativo e ingegnoso, semplice e spontaneo come l’Europeo. È dello Scorpione? Sarà un temerario e curioso Bombay dal pelo nero come la notte. Tra citazioni letterarie, indicazioni per calcolare l’ascendente e persino una canzone abbinata a ogni segno, questa guida ci accompagna alla scoperta dello zodiaco dei gatti, fornendo consigli pratici per avere un rapporto idilliaco con loro. In fondo, in ognuno di noi si riflette almeno un po’ l’energia delle stelle; perché non dovrebbe essercene anche tra le vibrisse? -
Lettere
Le Lettere sono una finestra sul mondo ironico e nevrotico di Italo Svevo, scrittore in grado di mettere su carta la psicologia di un'epoca intera, di un cambio di secolo folle. Sullo sfondo di una Trieste in fermento, cogliamo tutte le sfumature dell'uomo Schmitz, dell'autore Svevo, di uno dei più grandi prosatori del Novecento italiano.«Deve esserci nel mio cervello qualche ruota che non sa cessare di fare quei romanzi che nessuno volle leggere e si ribella e gira vertiginosamente. Non è l’attività che mi rende tanto vivo, è il sogno.»Chi è Italo Svevo? In quale misura la sua esistenza da Ettore Schmitz, ottimo commerciante e industriale, si è riversata nella scrittura dei suoi romanzi? Quanto Schmitz c'è in Svevo e quanto Svevo in Schmitz? Queste domande hanno assillato Eugenio Montale e Bobi Bazlen sin dai momenti immediatamente successivi alla sua morte. Le riprende Federico Bertoni nel suo saggio introduttivo a questa nuova edizione delle Lettere: «Quali sono gli snodi, i compromessi, le intercapedini tra l'uomo e l'opera, tra l'esperienza vissuta e l'invenzione letteraria?». Nulla come un epistolario può aiutare a sciogliere i grovigli di una vita intera, illuminare gli angoli remoti e difficilmente raggiungibili di una personalità. Quella di Svevo emerge nei suoi lati più privati - l'ipocondriaco, l'innamorato, il marito, il padre - e più tardi in quelli pubblici - l'autore affermato, l'intellettuale ormai riconosciuto - attraverso i dialoghi con i grandi del suo tempo: Montale, Prezzolini, Comisso e soprattutto l'amico James Joyce. Il carteggio tratteggia i lineamenti di uno scrittore tra i più originali del panorama letterario del nostro paese. La sua prosa multiforme, che attinge dal dialetto, dai gerghi tecnici e dalle lingue straniere, è un grande esempio, visibile in maniera evidente anche nelle Lettere, di espressionismo e ibridismo letterario, fatto di contrasti e accumulazioni, di splendido e istintivo disordine, di sprezzo per il bello stile che ancora dominava il canone letterario del suo tempo: «Ho avuto sempre una certa antipatia per la parola dolce ch'è tanto facile di vergare e che non dice niente», scrive in una lettera. Il volume di Lettere qui presentato raccoglie tutte le ultime scoperte, nonché quattro missive fino a oggi inedite destinate a Joyce, ed è dunque la più completa edizione dell'epistolario sveviano finora mai pubblicata, curata scientificamente da Simone Ticciati. -
Il mondo in un carrello. Come la nostra spesa cambia le sorti di ecologia, economia e cultura
C'è un luogo nelle nostre città in cui, volenti o nolenti, ci rechiamo tutti almeno una volta a settimana. È un luogo fatto di luci led e annunci all'altoparlante, banchi frigo e frutta variopinta, confezioni convenienza e bustine biodegradabili. Un luogo dove sembra dominare il caos ma in realtà tutto è disposto secondo un ordine calcolato. Ciò cui solitamente non pensiamo, entrando in un supermercato, è quante storie contenga. O meglio, quanto «mondo» ci sia in ognuno degli articoli che finiscono nei nostri carrelli della spesa. Antonio Canu ci conduce in un curioso viaggio attraverso i corridoi di un supermercato, alla scoperta delle vite di cibi e oggetti che acquistiamo ogni giorno. Spostandosi di scaffale in scaffale, Canu ci racconta da dove arriva ogni singolo prodotto e in che modo la sua presenza su questo Pianeta si è intersecata con la storia dell'umanità: dal limone, «inventato» come ibrido di cedro e arancio in India ed esportato da Cristoforo Colombo nelle Americhe, al formaggio, nato forse per caso oltre 8000 anni fa e diventato una delle pietanze fondamentali nella dieta dei nostri avi; dal tonno in scatola, figlio dell'intuizione della famiglia Florio che lo introdusse in tutti i continenti, al merluzzo essiccato, la cui fortuna si lega a quella di Erik il Rosso e dei suoi eredi; dal pollo, il cui allevamento è oggi una delle cause dei cambiamenti climatici, fino alla contraddittoria soia, assieme perno dell'alimentazione vegetariana e tra i responsabili principali della deforestazione. Il mondo in un carrello ci spinge a confrontarci con il ruolo che le nostre scelte alimentari e di acquisto hanno su ciò che ci circonda. Arricchita dalle illustrazioni di Bianca Buoncristiani, quest'opera incrocia economia e antropologia, geografia e storia ambientale per offrirci un punto di vista inedito sul nostro sviluppo e sulla sua sostenibilità. Per quanto ci possa sembrare strano, il cambiamento potrebbe iniziare proprio dalla nostra prossima lista della spesa. -
Albert e la balena
Nel 1520 una balena di dimensioni inaudite si arena su una spiaggia olandese. Gli abitanti della zona non hanno mai visto nulla del genere e ne sono assieme attratti e spaventati. La notizia scivola di bocca in bocca e giunge fino alle orecchie di Albrecht Dürer, che, a ormai quasi cinquant'anni, dopo aver raffigurato apocalissi e imperatori e senza più il sostegno del suo mecenate, è in cerca di nuove avventure. Così decide di imbarcarsi e partire verso l'animale morente. Per lui il viaggio rappresenta l'occasione di una vita: la possibilità di incidere un ritratto dell'ignoto, sfidare la grandezza di Dio e passare alla storia. Ma quando giunge su quella spiaggia, la balena è scomparsa. Albert e la balena parte dal racconto della folle spedizione di Dürer e si espande fino a diventare la biografia di un personaggio dalle molte anime, un bestiario eccentrico, una rassegna di spiriti ribelli, un memoir e una dissertazione sul rapporto tra arte e vita. Con una scrittura di rara eleganza, Philip Hoare dà vita a una narrazione liquida in cui si confondono le epoche e i personaggi, le discipline e gli immaginari. Un'opera che si rivolge a tutti noi: perché anche se Dürer non vide mai la balena, la sua impresa ci mostra come solo inseguendo fino in fondo un desiderio il mare del possibile può spalancarsi. -
Maddalena sulla tomba
"Maddalena sulla tomba"""" è la storia di un perturbante mistero, di un segreto che si manifesta solo nella confusione di finzione e realtà, testo e interpretazione. Hollywood, metà anni ottanta: uno studente di regia, ispirato dal Vangelo secondo Matteo di Pasolini, decide di mettere in scena l'episodio narrato in Giovanni 20,1?18 noto come «Maddalena al sepolcro»: il riconoscimento di Cristo risorto da parte di Maria di Magdala. Gli attori sono quattro: tre amici e una ragazza di origini italiane appena conosciuta che dovrà interpretare la Maddalena. Il regista e l'attrice si incontrano per provare la scena in una casa abbandonata, dalle parti di Mulholland Drive. La donna sembra tormentata, triste; lui ne è ammaliato. Man mano che la scena viene ripetuta, l'attenzione dei due si astrae dalla rappresentazione e inizia a convergere su un'unica frase: un passaggio che fa trasparire un significato fino a quel momento nascosto nel testo biblico e che sconvolgerà le loro esistenze. Patrick Roth dà vita a un romanzo denso di spiritualità ed echi cinematografici, da Hitchcock a Bergman, sino a Lynch: un'opera breve come il pronunciarsi di una rivelazione, ma il cui messaggio è destinato a interrogare a lungo il suo lettore." -
Poena damni
Una ""Odissea contemporanea"""" in tre volumi. Un'opera di prestigio in una confezione unica. """"Z213: Exit"""", il primo volume della trilogia, ci pone di fronte alla più pura idea di orrore. Evaso da un carcere, un ospedale o una città distrutta, il protagonista, un Ulisse gettato in un cosmo senza dèi, attraversa le macerie di un mondo violato da una catastrofe bellica. Giunto in una stazione, compra un cappotto logoro, appartenuto a un soldato, nella cui tasca trova una Bibbia tempestata di arcane annotazioni. Da quel momento deciderà di scrivere un diario per raccontare il viaggio che lo ha portato fino a lì: la fuga da una morte collettiva; da un'Apocalisse in cui non vi è speranza di catarsi. Il secondo volume, """"Con la gente dal ponte"""", evoca un mondo in cui la morte è un'esperienza reversibile. Il viaggio del protagonista continua. L'uomo giunge in un luogo oscuro, avvolto dalla penombra, costellato di figure umane buttate in un angolo di strada, cani randagi e palazzi degradati; un ambiente che presto si trasforma in una scena di teatro, in cui viene rappresentato il dramma di un uomo e il suo tentativo di strappare alla morte la donna che ha amato. Tra il rincorrersi di voci nei vicoli e il rumore bianco di una tv che non funziona, la realtà si confonde, scandita unicamente dai treni che continuano a correre sulle sopraelevate. E infine """"La prima morte"""", il terzo volume, dà voce a un delirio allucinatorio, che nasce nel solco della tragedia. «La prima morte» è il titolo di un libriccino, rinvenuto dal protagonista durante un viaggio in treno, del quale qui leggiamo il contenuto: un uomo è disperso su un'isola deserta, e nelle quattordici sezioni che compongono il poema vengono narrati i suoi tentativi di sopravvivenza in un mondo avvolto dalla morte. Il deterioramento sembra giungere al culmine, ma qualcosa, un lampo prima dell'oscurità, sottrae l'uomo al suo destino, proiettandolo nello spazio come una particella alla deriva, verso un luogo in cui forse potrà un giorno tornare a vivere."" -
Oga Magoga
Ci sono libri che accompagnano il loro autore per una vita intera. Sono libri rari e infiniti, scritti in molte versioni, limati fino all’ossessione. Se è vero che esistono libri capaci di aprire mondi, ne esistono altri, come questo, che sono mondi essi stessi. Giuseppe Occhiato inizia a comporre Oga Magoga nella sua casa nella Calabria meridionale appena ventenne, nel 1954, e lo termina nella sua versione definitiva solo nel 1999. Pubblicato nel 2000 in tre volumi da una piccola casa editrice di Cosenza in poche centinaia di copie, il libro affiora dal nulla per scomparire nel silenzio praticamente nello stesso istante. Negli anni che seguono, questa opera-mondo in cui, come scrive l’autore, «ogni parola è sangue, ogni ricordo una ferita ancora aperta», intercetta l’attenzione di una piccola parte della critica: escono saggi, si tengono piccoli convegni, echi della sua esistenza rimbalzano su riviste accademiche e culturali. Al di là però di qualche attento lettore, il romanzo-poema di Occhiato continua la sua esistenza silenziosa sotto il pelo dell’acqua, ignorato dai più. -
Tempo di neve
Una figlia e sua madre, che vivono da tempo lontane, si danno appuntamento nella capitale giapponese. Non è un viaggio come gli altri: questo ha l'aspetto di un addio. Così come la giovane regola il diaframma della sua Nikon per fissare l'immagine dell'anziana donna per sempre, allo stesso modo è costretta a scegliere quali dettagli del loro rapporto mettere a fuoco e quali invece lasciar galleggiare in superficie e poi disperdere, come sull'acqua increspata dei canali della città. Le due condividono ciotole di noodle fumanti in minuscoli ristoranti, visitano mostre e fanno del loro meglio per evitare che la pioggia di ottobre rovini i loro programmi. Ma rifugiarsi nei ricordi non è sufficiente quando ci si trova in un corpo a corpo privato di ogni traccia di intimità e possibilità di avvicinamento. Qual è allora il significato di questo errare fianco a fianco, se non la ricerca di una serena solitudine nel mondo? Nel confronto in punta di piedi che avviene pagina dopo pagina, la tanto agognata familiarità sembra sfuggire ogni volta e la vicinanza si trasforma lentamente in un'inadeguatezza: l'angoscia di essere ormai fuori tempo massimo. -
Un secolo dentro l'altro. Dal Duemila al Novecento
«Ciò che troviamo e ci viene offerto in una mostra, in una libreria, in un concerto, non è cultura se non quando pronunciamo un giudizio compiendo delle scelte. Non c'è cultura se non c'è critica.» È seguendo questa idea che, quasi quotidianamente, Alfonso Berardinelli ha esplorato, analizzato, commentato, giudicato su giornali e riviste la produzione culturale degli ultimi anni. Di questo lavoro di scavo nel presente, ""Un secolo dentro l'altro"""" raccoglie gli articoli pubblicati tra il 1990 e il 2012: un momento di passaggio cruciale, in cui la transizione tra XX secolo e nuovo millennio ha prodotto un cambiamento nella percezione del ruolo e del valore della critica, nella massificazione dei pubblici, negli schemi con cui si è in precedenza guardato ad arte e letteratura, successo e consumo. In queste pagine Berardinelli attraversa, con sguardo novecentesco, i temi dell'attualità e del dibattito intellettuale, senza mai indietreggiare di fronte ad alcuna riflessione, per quanto scomoda possa essere: dalla fine della postmodernità alle trasformazioni della scuola, dalla rilettura di vari saggisti e poeti alla crisi dell'editoria, dalle evoluzioni della Chiesa cattolica ai problemi di legalità e moralità, fino alla retorica dei premi Oscar e Nobel. Un'opera che è anche un invito a mantenere vivo il nostro sguardo critico su ciò che ci circonda: perché è solo attraverso di esso che il reale può respirare."" -
Mille cervelli in uno. Nuova teoria della mente
Che cosa significa essere intelligenti? In che modo le cellule del nostro cervello danno origine alla comprensione del mondo? Come viene trasformata la percezione dei sensi in conoscenza? La verità è che non lo sappiamo. Per quanto si parli costantemente degli enormi progressi delle neuroscienze, abbiamo ancora più domande che risposte. Jeff Hawkins ha trascorso quasi vent'anni provando a colmare questa lacuna e, come spesso succede per le grandi scoperte, si è accorto che è sufficiente cambiare il nostro approccio per farci sorprendere dalla realtà. La sua Teoria dei mille cervelli, esposta qui per la prima volta, nasce infatti da una nuova prospettiva sulla neocorteccia. L'intuizione chiave riguarda le sue unità di base, chiamate colonne corticali, che imparano singolarmente un modello del mondo e lo tengono in continuo aggiornamento. All'interno della scatola cranica non c'è però una sala di controllo che decide a quale singolo modello dare ascolto: la nostra percezione è un consenso che le colonne raggiungono votando. Una vera e propria democrazia di neuroni nella testa. Ma Hawkins, ingegnere oltre che neuroscienziato, fa un passo in più: una volta che abbiamo capito davvero come funziona il cervello, sarà più facile costruirne uno. Combinando le neuroscienze con uno studio ambizioso sullo sviluppo delle intelligenze artificiali del futuro, ""Mille cervelli in uno"""" annuncia una vera e propria rivoluzione nel modo di avvicinarci alla conoscenza, umana e artificiale. È un libro che pensa in grande, in tutti i sensi."" -
Abbi pietà del mio piccolo dolore
Siamo nel gelido Nord dell’Inghilterra, è il 1413. Margery cammina vestita interamente di bianco, come una vergine, i piedi nudi sul fango delle strade del Norfolk. Si è lasciata alle spalle i quattordici figli e il marito per intraprendere un viaggio misterioso, una missione verso cui, dice, l’ha chiamata Dio stesso. I passi di Julian invece percorrono una distanza molto più piccola, il perimetro della cella di un monastero a Norwich nella quale da ventitré anni vive come anacoreta, reclusa assieme alle sue inconfessabili visioni. Le immagini che visitano Margery, e che muovono i suoi passi in un pellegrinaggio santo tra Roma, Santiago e Gerusalemme, l’hanno resa invisa agli uomini di Chiesa della sua comunità, i quali hanno iniziato a perseguirla in quanto eretica. Quelle che affollano i sogni a occhi aperti di Julian, invece, le chiudono la bocca, le fanno sentire nella carne la morte vicina e il sangue di Cristo: ogni giorno, per lei, è un giorno in meno rimasto per raccontarle. Infine, guidati da un’energia divina, i loro passi si incontrano. E, sole in quella stanza, le loro bocche si spalancano come mai fino ad allora. Dialogano di infanzia, di maternità, di malattia. Di perdita. Di dubbio. Di fede. Di rivelazioni, più potenti di quanto il mondo al di fuori del loro guscio sia pronto a sentire. -
L'esitazione di Amleto. Scritti su William Shakespeare
Il legame tra Bonnefoy e Shakespeare è difficile da isolare in una singola descrizione. Il Bardo è stato oggetto di studio e approfondimento costanti da parte del primo, ed è d’altronde proprio traducendolo che i versi del poeta francese hanno trovato nuova linfa e nuovo smalto. Da un tale dialogo tra i secoli sono nati questi scritti, nei quali Bonnefoy ha riversato il proprio sguardo e le proprie intuizioni. È soprattutto Amleto – inteso sia come testo teatrale che come protagonista – a occupare le sue riflessioni, in quanto esemplificazione dei pericoli corsi da un’umanità e una parola poetica incapaci di aprirsi alla verità concreta dell’esistenza, schiacciate come sono dall’astrattezza dei concetti e dell’ideologia. Un'indagine che ha il suo culmine nella «Lettera a Shakespeare», nella quale Bonnefoy immagina di incontrare il drammaturgo inglese mentre è intento ad allestire una messinscena e di chiedergli di accedere al suo mistero. rnrnL’esitazione di Amleto è un esempio sorprendente di «critica poetica»: in queste pagine la prosa densa di Bonnefoy sposta i confini della scrittura saggistica, facendo emergere il fascino eterno e indiscutibile di Shakespeare, la sua natura di testimone dell'abisso, la speranza racchiusa nelle sue parole, che ancora oggi riescono a illuminare le tenebre che avvolgono il nostro presente. -
Storia della pizza. Da Napoli a Hollywood
Questa è una storia di re e regine, viaggiatori e scrittori, attori e cantanti d’opera. Ma soprattutto di pizzaioli e di forni, di cuochi e di impasti tirati a mano, di vicoli stretti che accomunano i rioni di Napoli e la Little Italy di New York. Questo è il racconto di come una semplice focaccia ricoperta di salsa di pomodoro e mozzarella sia diventata il cibo più amato del mondo; di come abbia attraversato gli oceani, raggiunto le tavole di tutti i continenti e costruito un mercato globale che ogni anno supera i 200 miliardi di dollari. rnrnLuca Cesari torna a indagare i misteri e le fortune della gastronomia italiana e nella sua Storia della pizza non solo ci racconta fatti e misfatti culinari della celeberrima pietanza napoletana, ma ne rivela le vere origini, fugando ogni stereotipo e trascrivendo minuziosamente le ricette che si sono avvicendate nel corso dei secoli. Ci svela, inoltre, le leggende legate alla sua preparazione, i modi per mangiarla correttamente, e l’immaginario che ha influenzato il cinema di ogni tempo. -
Insieme ancora
Ciascuno dei testi raccolti nella silloge riflette l’esigenza di rivolgersi a qualcosa o a qualcuno: una luce, un amico, una donna amata, un luogo custode di ricordi, il cielo stellato. Ma il dire che il poeta sperimenta non si riduce a una ricostruzione di sensazioni o memorie, non costituisce un mero significato; Bonnefoy rintraccia innanzitutto un suono, un ritmo, una dimensione in cui il senso profondo della sua stessa esistenza, del suo lavoro, divenga armonico e, in accordo con l’universo, si faccia musica. Una musica che, nonostante la mortalità a cui ogni cosa è soggetta, non si estingue e continua ancora a farsi legame e «lascito», come sottolinea Fabio Scotto nell’Introduzione, per le future generazioni dell’umanità.