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La Collezione Panza. Villa Menafoglio Litta Panza Varese 2002-2020. Ediz. illustrata
A dieci anni dalla morte del noto collezionista Giuseppe Panza di Biumo e a vent'anni dall'apertura al pubblico della sua collezione a Villa Menafoglio Litta Panza, viene riproposto il volume ideato e costruito in prima persona dallo stesso Panza che racconta la collezione: oltre 150 opere di artisti americani, ispirate ai temi della luce e del colore, che convivono in armonia con gli ambienti antichi della Villa, gli arredi rinascimentali e le preziose raccolte di arte africana e precolombiana. Il volume di Panza - già edito da Skira - è ora accompagnato da un secondo volume in cofanetto che racconta l'evoluzione della Villa e della Collezione dal 2002 al 2020, i nuovi allestimenti, le nuove acquisizioni, le mostre più importanti dell'ultimo ventennio avvenute sotto la sapiente gestione del Fondo Ambiente Italiano. Sono presenti installazioni site specific di Robert Irwin, James Turrell e Robert Wilson, le spettacolari stanze luminose di Dan Flavin e il commovente tributo di Wim Wenders a Ground Zero. Un'ampia sezione fotografica è dedicata al secolare parco all'Italiana arricchito da installazioni d'arte ambientale. -
Il Lazzaretto di Verona. Storia di un monumento cittadino. Ediz. illustrata
Naturalisti, geografi, archeologi, storici delle istituzioni, della società e dell'economia, dell'arte, dell'architettura e della letteratura approfondiscono, analizzano e ricostruiscono, nella prima e unica pubblicazione finora integralmente dedicata al Lazzaretto di Verona, le vicende plurisecolari di un luogo e di un edificio che, seppur geograficamente marginali per necessità, sono da sempre al centro della memoria della città e ne hanno segnato l'identità. Non mancano sguardi comparativi ad altre realtà urbane, perché ovunque in Italia, come del resto in tutta Europa, le istituzioni civiche di assistenza sono al centro di relazioni politiche, sociali, religiose e in definitiva umane di cruciale importanza. Il volume nasce dall'iniziativa del FAI - Fondo per l'Ambiente Italiano nell'ambito dell'accordo di valorizzazione del complesso monumentale sottoscritto con il Comune di Verona nel 2014; l'avvio di un cantiere per la conoscenza del monumento ha coinvolto in un progetto di ricerca multidisciplinare, coordinato dall'Università di Verona, oltre venti studiosi. Un esperimento virtuoso di collaborazione tra istituzioni diverse per portare l'eccellenza della ricerca scientifica a beneficio del territorio. -
Mantova. Splendore dei Gonzaga
Dal 1328 al 1707 la città di Mantova fu governata dalla famiglia dei Gonzaga. E, con i suoi quasi quattro secoli di storia, il casato gonzaghesco si configura come la più longeva signoria nel panorama storico italiano. Nel lungo corso della loro avventura dinastica, i Gonzaga disseminarono il territorio sottoposto al loro dominio di castelli, ville e palazzi. Ed è soprattutto grazie ai Gonzaga che la stessa città di Mantova divenne una delle capitali del Rinascimento italiano, assumendo l'aspetto che ancora oggi la contraddistingue. Nel corso dei secoli la corte dei Gonzaga richiamò a Mantova figure chiave dell'arte e della cultura del tempo. Qui Vittorino da Feltre fondò la sua celebre scuola, la Ca' Zoiosa. Qui lavorarono ai progetti di importanti edifici Leon Battista Alberti e Giulio Romano. Qui impugnarono il pennello pittori del calibro di Pisanello, Andrea Mantegna, Correggio e Rubens. Qui andò in scena per la prima volta la più antica opera lirica che si conservi, La Fabula de Orpbeo di Claudio Monteverdi. E oltre a richiamare a sé grandi pittori e architetti, investiti del ruolo di artisti di corte, attraverso l'esercizio del collezionismo i signori di Mantova raccolsero nei loro palazzi un'enorme quantità di capolavori, comprendenti opere di Michelangelo, Raffaello, Leonardo da Vinci, Tiziano, Caravaggio, Lorenzo Lotto, Perugino, Guido Reni, Tintoretto, Veronese e molti altri. Insieme a questi capolavori, una gran quantità di antichità greco-romane trovò dimora negli interni delle corti gonzaghesche, dando ulteriore lustro al casato. Per quanto la maggior parte di questi tesori non si trovi più in città (i Gonzaga in bancarotta furono costretti a vendere quasi l'intera collezione al re d'Inghilterra nel 1627), a Mantova è ancora possibile ammirare il riverbero degli splendori della loro corte. Fra i principali lasciti gonzagheschi figurano infatti il Palazzo Ducale, residenza ufficiale della dinastia, e Palazzo Te, villa suburbana eletta a luogo di piaceri dal casato. Gli ambienti sontuosi, i soffitti dorati, le pareti affrescate, i ricercati apparati decorativi e i lussureggianti giardini di questi monumentali edifici, entrambi oggi musei, perpetuano il mito e la fama di una delle più importanti dinastie del Rinascimento italiano. -
Heavy metal. Acciaio, oro e polvere da sparo al Museo Marzoli. Ediz. illustrata
Quando Luigi Marzoli, imprenditore di successo di Palazzolo sull'Oglio, morì nel 1965, la sua celebre collezione di armi e armature, considerata la più significativa d'Europa, passò per volontà testamentaria al Comune di Brescia che, con questo ricco lascito, progettò un museo all'interno del Mastio Visconteo del Castello. Inaugurato nel 1988, il museo vide subito l'interesse dei più grandi esperti di armi antiche, non solo per l'alta qualità delle opere ma soprattutto perché Luigi Marzoli era riuscito a raccogliere nel corso della sua vita le più belle e importanti armi e armature della grande tradizione armiera bresciana. A trent'anni dall'inaugurazione del museo, la collezione Marzoli e i suoi oggetti continuano ad attirare l'interesse di studiosi e appassionati. Grazie anche a nuovi metodi e strumenti di ricerca che abbracciano differenti discipline, dall'ingegneria dei materiali alla storia dell'arte, i ventuno contributi che compongono questo volume, partendo proprio dall'analisi di alcuni capolavori della collezione, forniscono preziose e inedite informazioni, permettendo di ricostruire le storie di eccellenza artigianale e imprenditoriale che, dal Quattrocento ai giorni nostri, hanno reso la produzione armiera bresciana celebre nel mondo. -
Non solo kimono. Come il Giappone ha rivoluzionato la moda italiana
La moda italiana tra influenze e suggestioni orientali: questo libro racconta gli influssi dell'arte e dell'abbigliamento giapponese tra stoffe, colori, tagli e atmosfere. Quando si considera l'abbigliamento giapponese, il pensiero corre subito al kimono, che ha riscosso uno straordinario successo in Europa e in Italia fin dal tardo Ottocento. Da allora il suo taglio e i suoi motivi decorativi sono diventati fonte di ispirazione per gli stilisti desiderosi di proporre abiti con forme e decorazioni sconosciute alla tradizione sartoriale occidentale. Ma il kimono non è stato l'unico aspetto della moda nipponica a rivoluzionare lo stile italiano. A partire dagli anni Settanta, i fashion designer giapponesi d'avanguardia (Kenzo Takada, Issey Miyake, Yohji Yamamoto e Rei Kawakubo) con i loro abiti informi e asimmetrici hanno sovvertito i tradizionali canoni estetici e sono diventati un punto di riferimento anche in Italia per i creatori di moda anticonformisti. Tra la fine del Novecento e l'inizio del nuovo millennio si sono poi diffuse in Italia le subculture giapponesi, dalla moda kawaii ai cosplayers, alle Lolita. Il volume è corredato da un ricco apparato iconografico, con immagini tratte da riviste di moda, fotografie e bozzetti provenienti dagli archivi dei musei e delle case di moda. Con una prefazione di Akiko Fukai, direttrice e Curator Emeritus del Kyoto Costume Institute, massima esperta del giapponismo nella moda. Docente e studiosa di storia della moda, Laura Dimitrio ha compiuto studi specifici sul giapponismo e sulla moda italiana del Novecento. Tra le sue pubblicazioni vi sono saggi sul giapponismo italiano, sui costumi per la prima rappresentazione di Madama Butterfly e sulla condizione di lavoro delle sarte nel XX secolo. -
L' arte del manifesto giapponese. Ediz. illustrata
Il volume più completo, finora mai realizzato, sul graphic design giapponese. Il volume vuole colmare una lacuna sulla storia del graphic design giapponese, quella relativa ai primi due decenni del nuovo millennio, raccontando da un lato il passato, con l'opera dei grandi maestri, e dall'altro esplorando nuovi nomi e tendenze. Il volume comprende 85 grafici e 756 poster. È il volume più completo sull'argomento, ma pubblicato finora. Si ritiene che i manifesti contemporanei giapponesi siano iniziati a metà degli anni '50, dopo la seconda guerra mondiale e dopo un periodo di depressione, post-militarismo e post-autarchia. La nuova modalità espressiva, in quegli anni, venne alimentata da stimoli provenienti dall'estero, ma reinterpreta anche temi e colori della tradizione, portandoli nella modernità. Dal dopoguerra, il Giappone ha visto una rapida evoluzione nelle arti: pittura, architettura, scultura, grafica, teatro, musica e cinema. Influenze, assimilazioni, trasformazioni, nuovi processi creativi hanno dato origine a una grande quantità di movimenti culturali e artistici. In questo dedalo di forme espressive, la grafica è diventata uno strumento prezioso per tracciare e seguire il filo della creatività nazionale. Dalla ""nascita"""" della grafica giapponese arrivando a Tokyo 2020, questo volume intende dare una visione ampia delle tendenze, dei cambiamenti estetici e della storia del design grafico in Giappone."" -
La sacra famiglia della Cascata di Ridolfo del Ghirlandaio. Ediz. illustrata
La Sacra Famiglia della Cascata, tavola inedita di Ridolfo del Ghirlandaio, costituisce una sorta di spartiacque tra due fasi e stili differenti che è possibile discernere nell'ambito della produzione artistica del pittore fiorentino e della sua bottega. Il volume è il frutto di indagini condotte da un gruppo interdisciplinare che comprende storici ed esperti dell'arte del Rinascimento, restauratori, studiosi del costume e della moda del Cinquecento e ricercatori del CNR di Perugia, Napoli e Firenze. La disamina delle risultanze ha permesso l'attribuzione del dipinto e la sua collocazione culturale e storica, oltre a illustrarne le fasi di esecuzione, identificando in questa tavola una traccia, di alto profilo artistico, di quella storia che portò i Medici a stabilire un asse politico-culturale tra Firenze e Roma. A eccezione, infatti, della brevissima parentesi di pontificato di Adriano VI (1522-1523), il predominio della potente famiglia di banchieri fiorentini sulle due città si concretizzò per circa un ventennio, a partire dal 1513 e sino al 1534, nel pontificato di Leone X prima e di Clemente VII poi. Al centro di questo progetto politico, che fece rivivere l'età dell'oro delle arti, delle tecniche e della cultura, ci fu il matrimonio tra Lorenzo il Magnifico e Clarice, rampolla dell'influente casata degli Orsini del ramo di Monterotondo. Seguendo le vicissitudini della tavola dipinta, si ripercorreranno gli anni in cui questa cittadina visse uno dei suoi massimi periodi di splendore, trovandosi coinvolta nelle vicende più significative del Rinascimento italiano, quasi fosse lei stessa l'anello nuziale che servì a unire Firenze e Roma. Grazie alla sua particolare posizione sullo scacchiere politico, Monterotondo vide arrivare numerose opere di straordinaria importanza e raffinatezza, come ad esempio il quadro di Ridolfo del Ghirlandaio di cui si narra la storia in questo volume. -
A.B.O. Theatron. L'arte o la vita-Art or life. Ediz. a colori
Alla fine degli anni Settanta Achille Bonito Oliva ha scardinato il sistema dell'arte concettuale d'avanguardia (che ha definito ""puritano"""") introducendo la Transavanguardia, il quarto movimento artistico italiano (dopo Futurismo, Metafisica e Arte povera) che nel XX secolo si è affermato internazionalmente. Ma è anche uno dei pochi ad aver saputo combinare una seria ricerca teorica ed espositiva con una presenza ironica e istrionica sui mezzi di comunicazione di massa, a partire dalla televisione, esprimendo un costante senso del proprio dovere al servizio della divulgazione pubblica. Attraverso la presentazione di una molteplicità di materiali d'archivio e una puntuale selezione di opere connesse ad alcune delle sue più importanti mostre dal 1970 al 2019 (incluse opere dalla collezione del Castello di Rivoli), """"A.B.O. Theatron. L'arte o la vita"""" intende celebrare l'importanza di Bonito Oliva per l'affermazione del ruolo del curatore nell'ambito dell'arte contemporanea, delineando il composito ritratto di un intellettuale propositivo ed espressivo, che ha superato le limitazioni delle strutture accademiche e ridefinito campi e strumenti d'indagine della curatela, divenendo una delle figure cardine della storia dell'arte del XX e XXI secolo."" -
Simone Micheli architecture since 1990
Simone Micheli, pluripremiato architetto di fama internazionale, celebra i trent'anni anni di attività professionale: un'analisi di ampio respiro sugli sviluppi presenti e futuri del suo fare progettuale, vere e proprie icone di architettura, interior design e product design. Il suo percorso, mai statico, ha attraversato i molteplici campi in cui la progettazione si articola: dall'architettura all'architettura degli interni, dal design al visual design passando per il ruolo centrale fin da subito attribuito alla comunicazione; le sue creazioni, sostenibili e sempre attente all'ambiente, sono connotate da forte identità ed unicità. ""Del mio percorso professionale non cambierei nulla, sono molto orgoglioso ed entusiasta del cammino fino ad ora fatto e delle opere che in questi 30 anni veramente intensi e densi di emozioni ho realizzato. I temi che guidano la mia attività si rinnovano continuamente, fin dagli esordi non ho mai lasciato che il mio pensiero si focalizzasse su un tipo di oggetto soltanto o su un unico agire architettonico. Ho sempre cercato di lavorare a 360° gradi, di tenere la mente aperta e di far sì che il mio fare progettuale spazi dalla definizione del più piccolo dettaglio fino alla realizzazione di grandi edifici e master plan. La vita è il risultato dell'addizione di tante componenti piccole quanto meravigliose, tutte fondamentali, tutte ugualmente perfette. Dal medesimo ideale sono ispirate le mie opere: unicum organici, iconiche opere al di fuori dello spazio-tempo consueto. Ogni nuovo progetto per me è una sfida affascinante, un'avventura da vivere con energia, un viaggio che lascia molti sedimenti nel mio animo e che non cessa di offrire al mio spirito nuovi modelli a cui dare forma viva."""" L'intento che da sempre guida la filosofia progettuale dell'architetto Micheli consiste nella volontà di creare luoghi """"altri"""" al di fuori dalle tradizionali consuetudini, in grado di soddisfare l'esigenza di benessere dell'uomo contemporaneo."" -
Painting is back. Anni Ottanta, la pittura in Italia. Ediz. illustrata
La mostra ""Il ritorno della pittura. Italia anni Ottanta"""" intende esplorare la pittura degli anni Ottanta in Italia, attraverso alcuni protagonisti emblematici di quegli anni e le loro operernIl catalogo, insieme alla mostra, propone uno sguardo meno disincantato e più attuale che presenti alle nuove generazioni il dirompente ritorno alla pittura che caratterizza l’arte italiana degli anni Ottanta. Un percorso lontano da intenti di esaustività per rivedere oggi non solo l’ironia, l’edonismo e il “desiderio della pittura” di quel decennio, ma anche per rileggerli come una risposta agli anni Settanta e un’anticipazione di quel nuovo interesse per la pittura che oggi attraversa il mondo dell’arte contemporanea.rnÈ un ritorno – rivoluzionario per l’epoca – alla pittura come figura e come materia, ma anche come terreno per una rinnovata libertà di citazione, per una personale riappropriazione della tradizione artistica del passato, con la volontà di superare il rigore, l’ortodossia concettuale e politica del decennio precedente. Per affrontare i temi del nuovo paesaggio visivo delineatosi in Italia, la selezione di oltre 50 dipinti, provenienti dalla Collezione Intesa Sanpaolo, da musei, fondazioni e collezioni private, propone un’ipotesi di dialogo e contrasto tra artisti dell’epoca: accostamenti al di fuori di movimenti ed etichette critiche, senza limitarsi alla presentazione delle correnti artistiche più note di quel periodo storico.rnIl volume è ricco di saggi critici, testimonianze e apparati iconografici che ricostruiscono il clima di un decennio e ripercorreranno gli sviluppi della pittura italiana dalla fine degli anni Settanta al 1990."" -
Grazia Varisco. Percorsi contemporanei 1957-2022
La monografia ripercorre sessant'anni di ricerca e di attività dell'artista milanese. Dalle prime ricerche di arte cinetica e programmata, il lavoro di Grazia Varisco ha una costante evoluzione nella sperimentazione di diverse tematiche che mettono in relazione spazio/tempo, caso/programma, presentate in differenti forme espressive non convenzionali. Pubblicato in occasione della mostra antologica milanese, Grazia Varisco. Percorsi contemporanei evidenzia la complessità della ricerca di un'artista protagonista della nostra modernità e costituisce un'occasione unica per una rivisitazione completa e approfondita del suo lavoro. Curata da Marco Meneguzzo, la monografia ripercorre sessant'anni attività di Grazia Varisco, documentando le tematiche di ricerca e sperimentazione svolte dall'artista a partire dagli anni Sessanta e presentando una ricca selezione di importanti opere dei vari periodi artistici: dalle Tavole Magnetiche (un invito al gioco attribuendo una funzione espressiva agli elementi in campo) alla riproposizione della storica mostra personale dell'artista alla Galleria Schwarz 1969 a Milano; dagli Schemi Luminosi Variabili ai Reticoli Frangibili, Mercuriali e Variabili + Quadrionda degli anni Sessanta alle esperienze delle Extrapagine, degli Spazi Potenziali, Meridiana e Gnomoni (in cui una riflessione verso l'essenziale, esalta il Caso come elemento di indagine che si insinua in tutte le occasioni); dalla proposta di essenzialità e semplificazione della forma degli anni Novanta alla ricerca degli anni 2000 che assume nuove forme sempre legate al cambiamento e alla ambiguità della percezione che coinvolge il visitatore, sollecitando una continua verifica tra Programma e Caso. Ne risulta un ritratto esaustivo di questa straordinaria interprete delle arti visive che ha ricevuto riconoscimenti internazionali e nazionali, tra cui il premio del presidente della Repubblica per la scultura e il titolo di ""Accademico di San Luca"""" nel 2008 e, negli anni più recenti, il premio A. Feltrinelli per le Arti Visive dell'Accademia dei Lincei nel 2018."" -
Gian Alberto Dell'Acqua. Ricordi di una lunga vita
L’arte fu il filo conduttore della vita di Gian Alberto Dell’Acqua, suo costante impegno professionale ma anche piacere e interesse personale Il “gentiluomo delle arti figurative”: questo era Gian Alberto Dell’Acqua per Paolo Grassi, che riassumeva in questa definizione alcuni degli aspetti salienti della sua personalità. La signorilità dei modi, la grande correttezza, la dedizione al lavoro inteso come servizio, la capacità di ascolto e di mediazione, sono tratti ben chiari nel ricordo di chi l’ha conosciuto. E anche il racconto della sua vita lunga e operosa, che Dell’Acqua aveva pensato di riservare ai suoi familiari ma che ora si aggiunge alle testimonianze con cui Brera ha voluto rendere omaggio ai suoi più grandi soprintendenti, conferma quelle doti che ne hanno resa indimenticabile la memoria. Dalla formazione alle esperienze della Biennale, dai viaggi alla ricchissima biblioteca dedicata alla passione per la filosofia, Dell’Acqua racconta la propria vita e analizza gli interventi più importanti fatti come soprintendente: le acquisizioni, che arricchirono la pinacoteca di opere specialmente lombarde - da Giovanni da Milano, al Cairo, al Cerano, al Procaccini - nonché lo straordinario acquisto dei Tarocchi di Bonifacio Bembo; e poi i tanti restauri condotti con il “mago” Pellicioli e con i molti restauratori di fiducia, da Ottemi della Rotta, a Mario Rossi, a Guido Fiume, incontrato – giovane partigiano – durante la guerra. Ricorda l’autorizzazione concessa alla chiesa di San Fedele di collocare su un altare dell’antico edificio tibaldiano la pala in ceramica policroma di Lucio Fontana. Altra importante iniziativa, destinata a mutare la fisionomia di Brera aprendola alla modernità, l’acquisto nel 1972 di Palazzo Citterio. Ma nel riandare a quegli anni ormai lontani, Dell’Acqua non dimentica i suoi diretti collaboratori, dall’economo all’archivista, alle dattilografe, agli allora giovani ispettori storici dell’arte, a tutti i quali riserva un pensiero. Un ricordo va anche ai suoi successori, al loro infaticabile lavoro ha caratterizzato la vita di Brera. -
Cantiere navale Vittoria. L'arte di navigare il mare e il tempo. Ediz. italiana e inglese
Attraverso le principali imbarcazioni realizzate nel cantiere di Adria, il libro racconta la storia delle quattro generazioni della famiglia Duò che guida il cantiere da quasi 100 anni.Dalle barche in legno per i pescatori della laguna sino ai più moderni incrociatori della marina militare passando per i vaporetti di Venezia e le navi della Guardia di Finanza il volume si snoda tra dettagli tecnici, aneddoti familiari e grandi immagini spettacolari. Il volume racconterà anche il futuro del cantiere che vede il knowhow della nautica militare impiegato al servizio di un nuovo progetto: Vittoria Yachts. Dove l’estrema attenzione ai dettagli e la precisione figli di decenni di commesse militari e civili fanno sì che questo nuovo brand possa distinguersi nel panorama del luxury mondiale, realizzando imbarcazioni innovative e uniche, sempre nel rispetto delle richieste dell’armatore e dagli altissimi standard qualitativi. L’apparato iconografico è realizzato dal fotografo Alessandro Puccinelli mentre la curatela del volume e dei testi è del noto autore Luca Masia (firma della rubrica Paesi e Paesaggi di Striscia la Notizia). -
Giuliana Balice. Una geometria inquieta. Ediz. illustrata
La monografia presenta l'opera completa di Giuliana Balice (Napoli, 1931), partendo dagli esordi negli anni Cinquanta con la presa di distanza dalla raffigurazione naturalistica per arrivare, nel decennio successivo, al radicale trapasso che trasforma la varietà delle percezioni (soprattutto la differenza delle profondità delle forme in un dato spazio) nella struttura ripetuta e costante di precise entità formali. A partire dal 1974 l'istanza geometrica e il richiamo della pratica collegata alla pittura tornano in evidenza con le Costruzioni immaginarie, opere in cui il disegno e il rilievo si fondono in un unicum tenuto insieme dall'energia di una comune e continua matrice espressiva. Il progetto di una praticabilità materiale dello spazio continua a rimanere un impegno costante che procede insieme all'esigenza di armonizzare preventivamente le forme ""pure"""" a una praticabilità spaziale la cui percezione, senza questo controllo, resterebbe disordinata e confusa da fattori esterni. Su questa via dell'impostazione di una corretta percezione visiva dello spazio attraverso il filtro della forma, si svolgono le ricerche di Giuliana Balice di fine anni novanta e dei primi anni duemila. Una maturità espressiva realizzata attraverso il collage e il costante impiego di materiali (acciaio e alluminio, metacrilato e plexiglas, legno verniciato) che permettono di verificare come le intuizioni e le pratiche giovanili dell'artista abbiano mantenuto una coerenza formale e poetica concentrata sull'esigenza primaria di rapportare l'eleganza e la compiutezza del lavoro grafico con la proiezione volumetrica delle realizzazioni oggettuali e plastiche sullo spazio ambientale. Negli anni duemila Giuliana Balice si concentra sulla perfettibilità di organismi grafici distantissimi dalla naturalità, ma concepiti per coltivare il privilegio di un dialogo in grado di cucire una possibile totalità tra creatività e mondo, esistenza e forma. Una ricapitolazione visiva del percorso creativo di Giuliana Balice conferma, in estrema sintesi, una elaborazione del paradigma geometrico in termini sostanzialmente primari, di linguaggio empirico ma assumibile dentro il rigore di una forma pura che non prescinde mai dallo spazio nel quale si andrà a collocare, e dunque studiata per un dialogo sempre possibile con l'altro da sé."" -
Not vital. Sculpture. Ediz. illustrata
La prima monografia interamente dedicata all'opera scultorea di Not Vital, uno dei più importanti scultori internazionali La carriera di Not Vital (Sent, Svizzera, 1948) si sviluppa in oltre cinquant’anni di attività e l’artista è considerato una delle voci principali e più radicali nel panorama della scultura contemporanea. Questa monografia offre una selezione estremamente ampia della sua produzione e fornisce un quadro illuminante di una carriera straordinaria, costituendo un imprescindibile punto di riferimento per chi vuole conoscere l’artista e le sue pratiche scultoree e architettoniche davvero uniche. Il volume è introdotto da un’analisi tematica dell’opera scultorea di Not Vital, suddivisa in cinque sezioni (La trasformazione; I sogni, le esperienze e l’identità; L’umorismo; La natura, gli animali e il folclore; La materialità e la scultoreità); questi temi vengono successivamente affrontati e ampliati per creare una sorta di narrazione. Il libro è scandito in dieci capitoli intitolati e definiti dai diversi luoghi in cui Not Vital ha vissuto e lavorato dalla sua nascita, nel 1948, fino alla fine del 2021. Segue il corpus principale dell’opera, costituito dal catalogo cronologico e descrittivo di 455 sculture, “SCARCH” e relative opere su carta; questa sezione centrale è accompagnata da un’ampia selezione di disegni e scritti originali di Not Vital, oltre a fotografie d’archivio e disegni tecnici delle opere architettoniche, materiali in gran parte inediti. La sezione finale comprende una breve biografia dell’artista, l’elenco delle esposizioni, la bibliografia e l’indice. Il termine “SCARCH” è stato coniato dall’artista per descrivere la sua combinazione unica di scultura e architettura, un’intersezione che lo ha sempre interessato e che negli ultimi decenni è diventato un aspetto centrale della sua pratica. -
Toni Zuccheri alla Venini
Nato a San Vito al Tagliamento (Pordenone), ma veneziano d'adozione, Toni Zuccheri (1936-2008) si forma alla scuola del padre Luigi, pittore animalista, frequentando poi l'Istituto Universitario di Architettura di Venezia dove si laurea nel 1968. Ancora studente alla fine del 1961 giunge alla Venini - in sostituzione del padre - per la progettazione di un bestiario in vetro che Ludovico de Santillana voleva realizzare dando corso a un'idea di Paolo Venini, cui egli era succeduto nella direzione dell'azienda. Inizia così in modo quasi fortuito una collaborazione destinata a protrarsi nel tempo seppur in maniera discontinua. In una fase ""iniziale"""", anche con l'appoggio di Ginette Gignous Venini, vedova di Paolo, Toni Zuccheri ha la possibilità di prendere confidenza con il vetro muranese, materia che lo affascinerà tutta la vita. Artista di grande curiosità e inventiva, egli si dedica con passione alla ricerca e alle sperimentazioni acquisendo nel tempo una notevole dimestichezza sia con le tecniche di lavorazione a caldo sia con quelle a freddo, instaurando rapporti proficui con i vari reparti della vetreria (fornace e moleria). Nascono così serie di vetro come quelle esposte alla Biennale di Venezia del 1964, dove è evidente una prima riflessione sulla trasparenza e sul colore (Crepuscoli e Giade). Accanto ad esse vengono esposte le anatre in vetro policromo insieme a inediti animali da cortile di in vetro e bronzo (tacchino e faraone) in breve pubblicati sulle pagine di """"Domus"""", insieme alla celebre upupa, dalle innumerevoli penne eseguite a caldo e dalla valenza scultorea. Questo stesso periodo è segnato anche dalla collaborazione tra Gio Ponti e la vetreria, alla quale l'architetto milanese si era rivolto per la realizzazione di vetrate con lastre di grosso spessore."" -
Tapio Wirkkala alla Venini
Tra i maggiori protagonisti del vetro finlandese, Tapio Wirkkala (1915-1985) giunse a Murano nel 1965 chiamato a collaborare con la vetreria Venini dal suo giovane direttore, l'architetto Ludovico de Santillana, che al design nordico guardava con un certo interesse anche in un'ottica di rilancio della produzione a livello internazionale, in linea con l'operare del suocero Paolo Venini, a cui era succeduto. Attivo alla Karhula Iittala dal 1947, Wirkkala si era affermato, in particolare, con una produzione in cristallo di grosso spessore dalle caratteristiche forme organiche che, tra l'altro, aveva ricevuto ampi consensi alle Triennali di Milano del 1951 e del 1954. Quando Wirkkala ha disegnato i suoi primi oggetti per VENINI, a metà degli anni '60, era già una figura di fama mondiale, con progetti di spicco nei vari settori del design. Particolarmente interessato al vetro veneziano e alle sue tecniche di lavorazione, che permettevano possibilità espressive del tutto diverse rispetto a quelle del cristallo nordico, Wirkkala affrontò l'esperienza muranese con entusiasmo, potendo contare anche sulla grande abilità delle maestranze con cui riuscì a stabilire una straordinaria intesa. Questo lavoro intende documentare l'intera opera vetraria di Tapio Wirkkala alla Venini, frutto della contaminazione tra realtà apparentemente antitetiche, un'opera che innestandosi nella tradizione dell'azienda è stata in grado di attualizzarne la produzione con ampie ricadute anche sulla contemporanea vetraria muranese. -
Luisella Traversi Guerra. Ediz. illustrata
L'opera dell'artista che utilizza la pittura per esprimere una profonda ricerca interiore attraverso immagini simboliche. Questa monografia dedicata a Luisella Traversi Guerra propone una ricostruzione della ricca produzione di un'artista autodidatta che considera la pittura come un importante cammino di conoscenza. Quella di Luisella Traversi Guerra si può definire come una carriera artistica articolata e nata da bisogni differenti rispetto alle consuetudini. Se da una parte già da ragazzina sente l'esigenza di esprimere il suo io interiore attraverso un mezzo (che sarà prima la scrittura e solo successivamente la pittura), solo in una fase di maturità personale, dopo essere diventata madre e imprenditrice, la vita la mette davanti alla necessità di risolvere un problema pratico: abbellire con un tocco femminile l'azienda americana appena rilevata. Apprezzata dai critici più importanti che hanno scritto di lei e per lei, nella sua pittura, l'artista riesce a filtrare i sentimenti rendendoli sempre positivi, trasformandoli in luce e in continua ricerca, in emblematica trasformazione, in crescita che va di pari passo tra maturità e creazioni. La pittura di Luisella Traversi Guerra è realisticamente un processo di conoscenza che si trasforma e si manifesta nella ricerca appassionata di una forma e di colori che possano esprimere coerentemente la gamma dei sentimenti e dei valori che appartengono alla sua vita. Nata a Borgonovo Val Tidone (PC) nel 1944, Luisella Traversi Guerra è pittrice, scrittrice e imprenditrice innovativa, formatore e animatore di processi aziendali da oltre trent'anni. Ha al suo attivo quattro personali presso l'Arai Gallery di Tokyo e quattro personali a Newburg (Indiana, USA). Nel 2005 ha ricevuto una menzione di eccellenza dalla Galleria Esart di Barcellona. Ha partecipato a esposizioni collettive. -
Campari e il cinema
Campari e il cinema: la storia di una perfetta alchimia tra passione, creatività e immaginazione.Questo libro vuole raccontare come la passione per l'arte e la creatività di Campari siano intimamente connesse alla sua esigenza e al suo desiderio di comunicare e di innovare. Da sempre la sua predilezione per l'arte cinematografica ha costituito il motore per sperimentare e dare vita a progetti ogni volta diversi e inattesi: un'evoluzione espressiva che - dopo le esperienze dei Red Diaries - sfocia in una nuova produzione, Fellini Forward, che è un modo di fare cinema davvero senza precedenti. I saggi pubblicati in questo volume non si limitano alla narrazione dell'esperienza di Campari ma la affrontano con uno sguardo di ampio respiro sulla storia del cinema: grazie a una fitta rete di rimandi, mostrano come il lavoro di Campari, e dei registi con cui ha collaborato negli anni, sia inserito in una storia ancora più grande e nobile. Il volume è articolato in quattro sezioni (Rivoluzione Cinema; Rivoluzione Campari; Campari e il cinema: un'attrazione fatale; Il cinema nell'era dell'AI) e riunisce i contributi critici di Gianni Canova, Giuseppe Mazza, Rocco Moccagatta, Guido Cornara, Guido Di Fraia. -
Tom of Finland. An imaginary sketchbook. Ediz. a colori
Il primo libro dedicato agli straordinari schizzi e disegni a mano libera dell'artista finlandese, icona dell'omosessualità. Tom of Finland è senza dubbio una delle figure più influenti e celebrate della cultura gay del XX secolo. Attraverso le sue immagini iconiche, ha cambiato il modo in cui gli uomini gay erano percepiti dalla società e, forse ancora più importante, di come gli uomini gay percepivano loro stessi. La grande quantità di opere che l'artista ha prodotto nel corso di una carriera di quasi sei decenni è dedicata quasi interamente a questo tema: gli uomini, i loro corpi e i loro spiriti. Questa straordinaria coerenza di soggetto è stata accompagnata da una passione ininterrotta per la disciplina suprema del disegno a mano libera. Tutto ciò di cui aveva bisogno per creare un universo di uomini incredibilmente belli era una matita e un foglio di carta. Il mondo di Tom è popolato da cowboy, meccanici, poliziotti, punk, teppisti e tutti assecondavano i loro desideri con grande cameratismo e senza sensi di colpa o pregiudizi. Questo libro riunisce una sezione trasversale di disegni e schizzi di questi personaggi (appena abbozzati o definiti più nel dettaglio) che per lo più servivano come disegni preparatori per le opere finite, molte delle quali erano destinate alla pubblicazione. Un originale quaderno di schizzi immaginario che offre al lettore uno sguardo intimo nell'opera dell'artista e nella sua esuberante joie de vivre.