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A lezione di Wittgenstein e Derrida. Ovvero come diventa reale un dialogo impossibile
Un dialogo che cresce d’intensità al crescere della confi denza: così i due autori hanno pensato di dar vita al confronto ‘impossibile’ tra Wittgenstein e Derrida. Formatisi alla ‘lezione’ dei due grandi filosofi, hanno inteso realizzarne il ‘magistero’ attraverso un dialogo che li ha spinti sempre più a parlare in prima persona. Infatti, per paradossale che possa sembrare, essere fedeli al pensiero di Wittgenstein e Derrida significa anzitutto affrancarsi da qualunque forma di ossequio estrinseco o di pregiudiziale chiusura, da operazioni compilative o semplici imitazioni. Significa dunque, inevitabilmente, filosofare con libertà o, se si preferisce - visto che alla fine sono quattro le voci - con-fi losofare. Ecco perché questo lavoro, oltre che uno studio su due eminenti figure del novecento, è anche un esercizio di pratica filosofica. -
Umanesimo radicale di Edward W. Said
La riflessione di Edward W. Said sulla letteratura e sullo statuto della critica letteraria è spesso messa in ombra da un’immagine unilaterale e limitante dello studioso palestinese, che lo relega ai campi degli studi postcoloniali e del giornalismo politico. In realtà, non è possibile disgiungere l’impegno civile di Said dal suo attivismo culturale, così come è scorretto rubricare i suoi sforzi teorici a una semplificativa etichetta di scuola. Questo libro intende dimostrare come l’impegno di Said per un umanesimo radicale si saldi fortemente a una critica delle rappresentazioni letterarie e culturali, il cui risvolto politico consiste nella conquista del carattere inclusivo e non-coercitivo di un sapere realmente democratico. Il ritorno a una filologia capace di garantire un’interpretazione rispettosa del testo, l’idea che gli oggetti culturali siano intimamente attraversati dalle forze storiche, la prospettiva gramsciana di un intellettuale capace di accettare la propria residualità per farne un punto di forza: concetti e riflessioni che fanno di Said un modello intellettuale di grande attualità e interesse, anche e soprattutto per il pubblico italiano. -
Jacques Derrida. Sotto il segno della mancanza
Jacques Derrida è uno dei filosofi più importanti del nostro tempo. Il suo pensiero ha lasciato il segno, pur nella mancanza del suo portavoce. E proprio di segno e di mancanza parlano queste pagine, che si ripropongono di indagare il pensiero del filosofo, tanto esposto al tema della mancanza, proprio quando lui ci manca. -
Il segno irraggiungibile. Martino Oberto (OM)
Il libro costituisce la prima monografia completa sull’opera e il pensiero di Martino Oberto (OM), artista della “avanguardia nascosta” genovese, come egli stesso definiva l’ambiente culturale degli anni cinquanta nel quale fondò la sua personalissima idea di scrittura, di filosofia astratta e di riflessione artistica sul linguaggio. I testi percorrono con intenzioni e stili differenti la vitalità culturale, l’opera artistica, il pensiero articolato e l’amore per la parola come principale veicolo (ma che è anche il più fragile e critico) di comunicazione e libertà dell’uomo. “Martino ha lavorato tutta la vita intorno al medesimo progetto, quello di disfare il linguaggio, la politica, la poesia allo scopo di accogliere una lingua, una politica, una poesia di un mondo nuovo. Anche la sua pittura è un’attesa del nuovo e le sue tele sembrano più preparare e offrire aperture che non mostrare pittura.” Dal saggio di A. Accattino -
Il duca di Sabbioneta. Guerre e amori di un europeo errante
Frutto di una lunghissima gestazione, il libro ricostruisce, con rigore scientifico e piglio narrativo, la vita di Vespasiano Gonzaga Colonna (restituendogli, fin dalla prima edizione, la sua dimensione politica continentale). Troviamo così il protagonista ora alla testa di eserciti nella campagna romana come in Spagna, ora impegnato in delicate missioni, in Germania come sulle coste africane, sempre accompagnato dal sogno di dar vita a una città ideale, una “Piccola Atene”. Un sogno coronato di successo. Il fondatore della città Stato di Sabbioneta fu uomo al confine tra realtà e leggenda: su di lui pende il sospetto di avere ucciso la moglie e, involontariamente, il figlio; ebbe amori sofferti, ispirò Torquato Tasso e William Shakespeare, e formò una raccolta d’arte tra le maggiori d’Europa. Introspezione psicologica e antropologia di luoghi e personaggi sono amalgamati nella semplicità del racconto (che non diventa mai romanzo perché non ce n’è bisogno). Attraverso un ritratto del XVI secolo nei suoi vari aspetti, il volume offre una chiave di lettura di fenomeni presenti ancora oggi: eurocentrismo, autonomismo, conflitti etnici e religiosi, forme di colonialismo (come nel caso del Monferrato di allora, che può ricordare la Grecia di oggi) perpetrate col ricatto del debito. Un invito insomma a comprendere il sostrato politico e umano della nostra Europa, e a riflettere sull’aspirazione ad uno Stato, ad una patria (sullo sfondo, il tormentato, ineludibile rapporto con l’Africa). Congiure di principi e di popolo, banchetti, viaggi sulle due sponde del Mediterraneo s’intrecciano in un racconto appassionante ed attuale. -
Intrecci filosofici
La questione del “sé” ricorre in ogni profonda indagine sull’essere umano: culture e religioni diverse convergono nel pronunciare questa sillaba, sino a considerarla sacra o trasformarla in concetto. Il presente volume raccoglie contributi di filosofi e orientalisti che, radunatisi a Trieste, città di convergenze tra ovest ed est, si sono confrontati sul senso della ricerca di sé. Il quadro che ne emerge spazia dalla riflessione su verità, destino, assoluto e trascendenza, attestata in Occidente, al pensiero sullo spirito e l’identità, formulato in epoche e contesti diversi in Oriente. È messo a tema l’intreccio, a cominciare dall’intrigo dell’”io” con se stesso, della filosofia con la religione, degli autori tra loro, come nel caso di Maurizio Pagano e Aldo Magris, che incrociano qui le loro considerazioni facendo perno sulla libertà di essere se stessi. Il consiglio delfico della conoscenza di sé trova inesausta eco in queste pagine. -
Fisica dell'anima. Estetica e antropologia in Johann Gottfried Herder
«Si tratta della lingua naturale dell’anima, la quale parla attraverso il nostro intero corpo.» Nell’ampio dibattito filosofico e scientifico settecentesco l’estetica herderiana vale come filo conduttore privilegiato del progetto di rifondazione della filosofia su basi antropologiche e psicologiche, condotto a partire dal pieno riconoscimento del radicamento storico, sensibile, corporeo dell’uomo, nella sua interezza fisica e spirituale e nei modi concreti della sua formazione naturale e storica. In questo volume la riflessione antropologica ed estetica del giovane Herder appare nel singolare intreccio di filosofia della natura, morfologia della storia, teoria della sensibilità e del linguaggio e indagine sulla specificità delle singole arti. In particolare, l’esperienza della bellezza plastica – nella versione herderiana di una fisiologia e fisiognomica di Pigmalione, capace di mostrare l’intima congiunzione tra sensibile e spirituale, il mutuo rapporto tra la «sostanza vivente» della statua e la «creatura con-senziente» del fruitore amante – viene indagata come paradigma del processo ontogenetico mediante in cui l’anima si è data un corpo, ed è attestazione esemplare di un’antropologia del corpo vivente e della genesi al contempo storica, naturale, sensibile-corporea di ogni forza o impulso formativo. -
IperParmenide. Scienza, cultura e comunicazione al di là del postmoderno
La figura di Parmenide svetta sulla storia del pensiero occidentale fino al punto da influenzare filosofi, scrittori e artisti in transito dalla modernità verso il postmoderno e oltre. Da K. Popper a P. Watzlawick da P. K. Dick a D. Foster Wallace, in molti hanno espresso un’ammirazione sconfinata nei confronti di questo grande filosofo, rendendo sorprendentemente attuale il suo pensiero arcaico e in parte imperscrutabile. Grazie a una simile ricognizione, questo libro vuole utilizzare la dottrina di Parmenide come strumento metodologico e pratico che ci aiuti ad affrontare la complessità crescente del nostro mondo e a stemperare alcuni radicalismi che animano il nostro tempo, come quello che vede contrapposti i profeti del “nuovo realismo” ai vecchi difensori dell’ermeneutica. Forse un vademecum che può insegnarci a gestire le contraddizioni insite nello sviluppo della comunicazione e della cultura globale. Un modello che trova riscontro nelle conquiste più avanzate della nuova fisica, come anche negli effetti più problematici e dirompenti generati dalle nuove tecnologie: la compressione dello spazio, la dilatazione del tempo, l’interferenza tra reale e virtuale, l’isomorfismo tra pensiero e realtà, la perdita di definizione dei confini dell’io, una nuova spiritualità diffusa -
Ágalma. Vol. 23: Scrittori o scriventi?.
Editoriale. Tutti scriventi, nessuno scrittore? -
Tra esegesi e teologia. Studi sul neoplatonismo
La serie di studi proposti in questo volume è intesa a fornire al lettore alcuni fondamentali punti di riferimento concettuali utili per comprendere il senso complessivo della riflessione filosofica elaborata all’interno della tradizione neoplatonica antica e tardo-antica. L’attività esegetica neoplatonica, su cui si basa e si fonda la speculazione filosofica sviluppata in tale tradizione di pensiero, giunge all’elaborazione di un complesso ed articolato sistema metafisico-teoretico che, a sua volta, finisce per confluire in una sorta di complessiva sinossi di matrice teologica. Ermeneutica e teologia risultano così inscindibilmente legate fra loro. Ma proprio all’interno della sinossi teologica neoplatonica è possibile cogliere alcuni aspetti intrinsecamente aporetici insiti in tale tradizione di pensiero. In primo luogo quella che potremmo definire come l’aporia originaria che è alla base della nozione stessa di “Principio autenticamente primo”. -
La barba di Platone
La barba di Platone è una metafora utilizzata in un famoso saggio del fi losofo Willard Van Orman Quine, esponente di spicco della fi losofi a analitica, in contrapposizione al rasoio di Occam che dovrebbe limitarne la crescita scomposta e indebita. Essa indica quelle ontologie ricche e anti-riduzioniste per le quali si possono attribuire requisiti, seppur deboli, di esistenza, anche ad oggetti non fi sicamente percepibili e non completamente defi nibili dentro una cornice meramente empirica. Per Quine invece esiste solo l’arido deserto del fattuale. Gli oggetti di fi nzione narrativa, come Pegaso, il cavallo alato, o come Babbo Natale, non hanno alcuna dignità ontologica. Non sono nemmeno idee nella mente degli uomini. Semplicemente non sono. Il mondo delle parole, delle rappresentazioni, dei concetti è trattato con sospetto. Innocue proprietà degli oggetti, come “essere bianco” o “essere rotondo”, nascondono il pericolo della reifi cazione degli universali “bianchezza” e “rotondità”. E perfi no il fi ume, ente formato da una successione di fasi transitorie ed effi mere, non è considerato un oggetto reale del nostro mondo. In questa prospettiva anche una minima trasformazione delle proprietà di un oggetto può mettere a repentaglio il suo requisito di ente permanente e ben individuato nel tempo. Con evidenti conseguenze per lo statuto metafi sico di quello strano e aporetico oggetto materiale che è la persona umana: ens successivum, soggetto psico-fi sico processuale e diveniente, in continua trasformazione, che si percepisce però come sostanza compatta e sempre identica a se stessa. Se per Quine il problema della esistenza di certe entità non si pone nemmeno, una ontologia che voglia salvare i fenomeni e la realtà del nostro mondo quotidiano deve trovare una teoria più inclusiva della nozione di esistenza. Andrea Velardi propone un internismo ontologico in cui le teorie di matrice analitica sono integrate con la prospettiva di Brentano e di Meinong, e in cui si sostiene che non è possibile costruire una ontologia degli oggetti materiali che non dia conto delle nostre intuizioni preanalitiche sul mondo e che non rispecchi i nostri vincoli cognitivi, in un continuo riferimento alle capacità descrittive e alle proprietà causali sui nostri atteggiamenti esibite dai nostri schemi concettuali, dalle rappresentazioni mentali, dai mondi possibili e dagli universi di discorso. Mostrando che la barba di Platone prospera felicemente nonostante l’uso troppo rigido del rasoio medievale. -
Attraversare le emozioni. Vol. 2: I nuovi modelli di psicoterapia
Come possiamo curare con le emozioni i disagi, i sintomi, i traumi determinati da altre emozioni? Dopo il primo volume (dedicato ai più recenti contributi alla comprensione delle emozioni provenienti dalle neuroscienze e dalla psicologia dello sviluppo) questo secondo volume introduce il lettore alla conoscenza di nuovi modelli di psicoterapia, rispondendo in tal modo sia alle domande specialistiche degli psicoterapeuti sia alla curiosità delle persone che vogliono vivere con maggior consapevolezza le proprie vite. Una storia antica racconta di due pesci che si incontrano. Uno chiede all’altro: “come è l’acqua dalla tua parte? ”. L’altro gli risponde: “l’acqua, che cosa è l’acqua?”. Le emozioni costituiscono una componente fondamentale dell’ambiente esperienziale in cui siamo sempre immersi anche se ne ignoriamo l’esistenza, così come il pesce della storia ignora l’esistenza dell’acqua in cui vive. Questo libro costituisce l’espressione editoriale più recente di una complessa disciplina volta, tra l’altro, alla comprensione delle emozioni: tale disciplina viene definita da Daniel Siegel come IPNB, Interpersonal Neurobiology. Tale disciplina è costituita dall’ integrazione di differenti branche scientifiche, quali ad esempio la neurobiologia, la psicologia clinica, la psicologia dello sviluppo, le neuroscienze cognitive. Comprendere le emozioni e sviluppare, quindi, una competenza emotiva, costituisce un passaggio decisivo per lo sviluppo del benessere psicologico e la cura di eventuali disagi. -
Narrazione e testimonianza. Quattro scrittori del Novecento
Quattro voci – piuttosto trascurate – del romanzo italiano del Novecento, nel tematizzare l’impossibilità della parola ultima e conclusiva, esibiscono in modo esemplare quella connessione di etica ed estetica che costituisce, più in generale, uno dei tratti distintivi dell’arte moderna in opposizione a quella tradizionale. Negli scrittori qui esaminati, non a caso, la parola è sempre carica di quel silenzio dal quale proviene e che la parola stessa custodisce al suo interno, essendone la rammemorazione e insieme la testimonianza. Di qui la capacità delle loro opere di far emergere, nel dato, la possibilità del possibile. -
Ágalma. Vol. 24: Presa diretta. Estetica e politica da Nietzsche a Breivik.
Editoriale. Da Nietzsche a Breivik -
Philosophical news (2012). Vol. 4
Apre questo numero dedicato al tema delle “virtu?” l’intervista a Stanislaw Grygiel dal titolo “Prawda si? razem dochodzi i czeka!” (“La verità si aspetta e si raggiunge insieme!”); queste pagine costituiscono un invito ad un filosofare attento e appassionato. Segue il dialogo con Stanley Hauwerwas, professore presso la Duke Divinity School, il quale spiegando lo sviluppo del suo pensiero sulla base di diversi autori, quali Alasdair MacIntyre, John Howard Yoder, Karl Barth e Tommaso d’Aquino, propone una analisi approfondita della correlazione tra ragion pratica e le virtù. In esclusiva abbiamo scelto di includere per la prima volta in traduzione italiana il celebre saggio di Philippa Foot “Razionalità e virtù” e l’inedito “51 per cento” del “Mozart della Poesia” Wisawa Szymborska, premio Nobel per la letteratura nel 1996. Composto in onore della poetessa di recente mancata, è inoltre il contributo di Luca Bernardini dal titolo “L’ermeneutica dello stupore nella poesia di Wisawa Szymborska”. Molti sono gli autori che in questo numero analizzano il tema delle ‘virtù’ alla luce delle ultime ricerche tra cui: Michele Mangini, Margarita Mauri, Roger Pouivet, Giacomo Samek Lodovici, Nicoletta Scotti Muth, Linda Zagzebski. A conclusione presentiamo una ricca sezione di cronache di recenti convegni e testi di ultima pubblicazione; tra i contributors: Glenda Franchin, Paolo Valvo, Andrea Kimberley Hefti, Luca Pelliccioli, Paolo Monti, Ariberto Acerbi, Juan Jose Sanguineti, Angelo Campodonico, Gabriele De Anna, Francesco Calemi, Marco Damonte, Mario Micheletti, Ruggero D’Alessandro, Anna Rita Innocenzi, Michele Paolini Paoletti. -
Misura di sé tra virtù e malafede. Lessici e materiali per un discorso in frammenti
Ognuno di noi nella vita avrà sentito rivolgersi la classica espressionerimprovero: «Questo da te non me lo sarei mai aspettato?». Ciò sta ad indicare che, nella percezione dell’altro, siamo dati una volta per tutte. Noi avvertiamo, invece, la permanente latenza di possibili scelte nuove e dirompenti. Non vogliamo, insomma, rappresentare un’icona immobile nell’immaginario altrui. Però il problema non si risolve nell’annullare la nozione e la percezione di un nostro «sé»: senza di esse non potremmo mai operare scelte basate su un minimo di continuità e coerenza, che sono pure necessarie per costituirci in unità di persona. Si tratta di mettere in conto che il sé è in permanente divenire, perché la realtà, il contesto, gli eventi chiedono integrazioni, crescite, tagli. Allora abbiamo la consapevolezza del sé, di essere un sé. Ma cos’è il «sé» di cui ognuno di noi dovrebbe o vorrebbe avere misura? E con quali categorie misurarlo? Ed è possibile questa misurazione che ci permetterebbe di evitare sopravalutazioni o sottovalutazioni di quello che “siamo” o potremmo essere? -
Tempo al tempo. Riflessione corale sul concetto di tempo
Tempo come sfuggente entità fisica. Tempo come epoca. I 117 autori di questo libro offrono una riflessione su come il tempo influisce nel settore di ricerca o lavoro di ciascuno di loro. Preso un libro impegnato, il lettore di oggi spesso si annoia a partire dalla terza pagina. Questo libro impegnato è composto da tanti saggi brevissimi. Finito uno si andrà avanti. Come con le pericolosissime scatole di cioccolatini, come con le liquirizie. Saggi in forma di saggio, articolo, manifesto, novella, dramma, poesia, autobiografia, test, musica, glossario, intervista. Giro del giorno in 117 mondi, il volume è prezioso anche in quanto gli autori, fra di loro o con i lettori, troverebbero difficilmente spunti di dialogo - tanto distanti ed eterogenei sono i loro approcci. Sorprendenti i risultati, perché chi opera veramente in un settore spesso non ne ha una visione romantica come chi lo immagina dall'esterno. Posizioni e stili sono stati assolutamente conservati nella forma originaria, per nulla togliere alla varietà e alla complessità di questa specie di Antologia di Spoon River scritta però da tante persone ben vive. -
Punti principali della metafisica
Gli Hauptpunkte der Metaphysik, pubblicati per la prima volta nel 1806, in un’edizione fuori commercio e poi, in seconda edizione, nel 1808, costituiscono una sorta di manifesto programmatico del realismo critico herbartiano e della sua battaglia contro l’Idealismo. La brevità di questo libriccino non deve infatti trarre in inganno. Nonostante la sua concisione e laconicità, che non concedono nulla al lettore, esso presenta un’esposizione ormai matura e completa dei punti principali della metafisica herbartiana. Col suo caratteristico stile essenziale e tagliente, sorretto da grande rigore metodologico, Herbart analizza puntualmente alcuni dei problemi metafisici che sono tornati prepotentemente al centro del dibattito filosofico contemporaneo. Dibattito che avrebbe tutto da guadagnare dalla conoscenza di questo pensatore ormai quasi dimenticato. -
Grammatica dell'interno
Lo scopo di questo saggio – in intima consonanza con quanto Wittgenstein ha lasciato trasparire, in filigrana, dalle sue riflessioni filosofiche – non è solo quello di chiarire i concetti filosofici in uso nella tradizione filosofica occidentale, ma anche quello, come in una seduta psicoanalitica, di smascherare gli errori categoriali sottesi ad un uso improprio degli stessi: imparare ad usare parole come “dolore”, “ricordo”, “pensiero” richiede l’affinamento di un particolare modo di vedere le cose piuttosto che l’utilizzo di un metodo sistematico che carpisca la struttura segreta del reale. Filosofare è quindi più un’attività di superficie che di scavo. La sintomatologia che accompagna l’investigazione filosofica del mentale dunque non va ricondotta a profondità su cui far luce allo scopo di misurare la portata veritativa dei risultati filosofici via via conseguiti. Ludwig Wittgenstein ha mostrato il modo in cui uscire da quelle trappole concettuali fondate su presunti fatti metafisici o metapsicologici. Se, nell’analisi del mentale, si ipostatizzano le distinzioni interno/interno e superficie/profondità, allora è inevitabile la caduta in confusioni ed errori grammaticali. -
Nation and/or homeland. Identity in 19th century music and literature between central and mediterranean Europe
The aim of this book is to focus on the development of national consciousness elaborated around a series of different case studies, in which the terms nation, homeland and people have been applied. This Romantic lexicon identifies similar but various conceptions of the national idea in some countries dominated by Italian, German and Slavic cultures, and in some groups or minorities such as the Jews and the Vlachs in Central and Mediterranean Europe. In order to clarify the cultural framework, the authors explore the construction of identity through folk tunes, poetry inspired by popular culture, and opera in which the national myths or heroes appear. In the self-making tradition, the national traits are sustained by the process of embodiment of any regional utterance, and also by the elimination of the ‘other’, in particular the minorities. The symbols of the nation, as an achievement of the power that flourishes from the sense of belonging, are defined per differentiam. Theoretical perspectives are shaped by the new approaches to this topic, taking into consideration the artistic issues as socio-historical events and subsequently evaluating them in their aesthetic quality.