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Protagoniste
Diciassette interviste a diciassette donne che ci ispirano perché importanti e autorevoli nei loro ambiti di vita e lavoro, che sanno quello che vogliono e che lavorano ogni giorno con passione, dedizione e impegno. Le interviste sono tratte dal suo blog, “L’angolo di Key”. Cristina, la local blogger che racconta la sua città Padova e fa amare la sua regione; Francesca, che ha saputo cambiare la sua vita dopo aver alleggerito la sua anima; Chiara, che ha fatto della sua passione per il caffè un’arte mondiale; Cristina, che a New York è un punto di riferimento per gli italiani che vogliono visitare la Grande Mela; Sanda, che fuggita da una guerra ha fatto successo puntando sul suo bagaglio culturale; Francesca, che ha sconfitto un cancro diventando mamma; Assunta, che credendo nelle buone notizie promuove il giornalismo costruttivo; Luisa, che ha rivoluzionato la sua laurea in architettura diventando muratore; Daphne, che si è lanciata con successo in una impresa vibrante; Roberta, che ha affrontato la crisi edificando il benessere dei bambini; Donatella, che sa raccontare storie e ogni suo racconto è un dono. Elena, che ci cura con i libri; Simonetta, che con l’arte della sfoglina ha portato le Marche nel mondo; Gaia, che dal suo blog “Vendetta Uncinetta” è diventata imprenditrice; Federica, che ha lo Sci nel Dna restando una di noi; Margherita, la criminologa che combatte per le donne. E infine c’è Sandra, la regina dei colori. “Le donne imparano sin da piccole che bisogna essere flessibili per riuscire a superare con successo i mille ostacoli e pregiudizi che rallentano il cammino verso la realizzazione dei propri sogni. Ogni età ha i suoi problemi e si inizia già all’asilo a fare i conti con le discriminazioni e la convinzione che le bambine siano più portate verso alcune attività considerate più femminili. Numerosi studi di autorevoli università ci hanno spiegato però che il talento si scopre solo mettendosi alla prova nella totale libertà di scelta, ma se nessuno ti offre l’opportunità di sapere quali siano le tue qualità, finirai per seguire un percorso costruito su un modello culturale deciso da altri. La famiglia, le mamme i papà i nonni, e la scuola giocano un ruolo decisivo nel non ingabbiare maschi e femmine in ruoli che appartengono ad una società patriarcale che voleva le donne chiuse in casa ad accudire la prole, il marito e gli anziani, e gli uomini capofamiglia. Bisogna avere tanta determinazione ancora oggi per non farsi imprigionare in questi schemi” (dalla prefazione di Tiziana Ferrario). -
L'uva e l'acciaio. Biografia romanzata del tenore che fece tremare il Metropolitan di New York
Cos'è il talento? Ne siamo tutti dotati? Quando diventa illusione e inganno? Attorno a queste domande ruota L’uva e l’acciaio. Un dialogo immaginario tra il grande tenore di fama mondiale, Daniele Barioni, e un giovane artista. A confronto sono due mondi, due generazioni, due temperamenti. Tutto si snoda attraverso il concetto di sogno, nostro e altrui, che spesso vogliamo raggiungere a costo di smarrirci, intimoriti dall'idea di deludere chi ha proiettato in noi speranze proprie. C’è la famiglia, che può farci volare o castrarci. La casualità. Il coraggio. L’ambizione. La biografia di Barioni diventa strumento per riflettere sul concetto di successo e di carriera, che è tale solo se non ci snatura. Un inno alla costanza e alla determinazione che diventano merito e orgoglio. Valori che oggi vacillano, quasi fossero accessori e non indispensabili. E così Barioni diventa Maestro di canto e di vita sottraendosi al ruolo. Perché i grandi della storia, da sempre, la differenza la fanno con la loro umanità. Ghedini, col tratto che la contraddistingue, lascia il lettore con i suoi protagonisti senza concessione di particolari, luoghi, spazi. Una scrittura concisa ed essenziale, figlia dell’essere giornalista, che sviscera i sentimenti in tutte le loro declinazioni. -
Rapkoka
Il commissario Lucien Bertot ha un nuovo collega: suo figlio. Antoine non è più un bambino: ha compiuto diciassette anni. Abbastanza per Lucien. E anche per Antoine. E comunque non è tempo di indecisioni. C’è un altro caso, e va risolto in fretta: trovare Mr Bye-Bye, il killer dei rapper. Prima che uccida ancora. I Bertot: li chiamano così al Quai des Orfèvres, i colleghi amici e anche gli altri, quelli che dell’amicizia non sanno che farsene. I Bertot: il nome è piaciuto anche ai giornali francesi, perché le indagini condotte a due, da un commissario e da suo figlio ancora ragazzino, fanno notizia. L’idea funziona. Il commissario non rinuncia al suo stile di vita antiquato e ribelle: sinfonie di Tchaikovsky sul giradischi, metodi sbrigativi che le scuole di polizia non insegnano, qualche amico delinquente e amori impossibili. Antoine è lo sguardo sul mondo moderno che suo padre si rifiuta d’avere, tra locator, app, database e altri strumenti insospettabili per Lucien Bertot. A parte questo, Antoine ha una dote ereditaria: un infallibile istinto investigativo. Tutto suo padre. Quanto alla musica, niente classica per Antoine. Lui fa il rapper. Forse non è un caso che i Bertot si siano ritrovati lungo la loro strada proprio Mr Bye-Bye. E in ogni modo sarà una lunga strada: una caccia all’uomo da Parigi a Londra a Oslo. E oltre. In nome di una parola misteriosa: Rapkoka -
Natura d'altri mondi. Testo russo a fronte
Poesie di vari autori russi con traduzione in italiano. «La cosa che più mi colpisce nei versi di questi autori è come il loro sguardo cristallino sulle cose apparentemente semplici che li circondano riesca a riconoscere in tutto la meraviglia che le apparenze nascondono, e a tradurla facilmente in parole. A volte con il pregio di una grandissima immediatezza, che rende ancor più intenso il desiderio di far emergere, come fanno loro, la bellezza e il mistero racchiusi in ogni aspetto della vita e del mondo. È una piccola scorciatoia verso l'illuminazione, dato che in molte dottrine esoteriche il requisito principale per arrivarci è appunto l'attenzione, la presenza consapevole» (Fantomars). ""Colpiscono in questi testi la musicalità, la fede nell'organizzazione ritmica del linguaggio – evidenti, grazie alla versione di Vasily Biserov, anche attraverso l'inevitabile impoverimento del passaggio all'italiano. Colpisce, anche, il coraggio nell'interrogare gli eterni grandi temi esistenziali, insieme a una sorprendente vicinanza alla natura. Chi oggi proscrive aprioristicamente l'immaginario naturale e nega ai testi poetici la """"salvezza per sola metrica"""" troverà probabilmente irritanti queste poesie. Per tutti gli altri, fra meraviglia, straniamento e perplessità, la traduzione si conferma ancora una volta come via insostituibile d'incontro con l'Altro». (Roberto Batisti)."" -
L'era del cinefumetto. Il modello dell'universo cinematografico Marvel nel panorama filmico internazionale
L’ecosistema narrativo è un racconto che si dirama attraverso più media interconnessi tra loro, e l’esempio di maggiore successo è sicuramente l’Universo Cinematografico Marvel. L’autore traccia un percorso che parte dall'influenza di franchise come Blade, X-Men, Spider-Man e Batman di Nolan, per poi analizzare criticamente significati e collegamenti interni ed esterni di ogni film della Saga dell’Infinito, testa di ponte dell’intera struttura filmica prodotta dalla Casa delle Idee a partire dal 2008. Autore del libro -
Il ritardo
Una vacanza, la giovinezza, l’imprevisto. L’amore improvviso e il destino assurdo si mescolano nella vita di Eleonora come un meteorite senza scampo. Situazioni irrisolte e desideri potenti porteranno quella ragazza, diventata donna adulta, a ripercorrere quegli itinerari, ritornare in quei luoghi che le hanno segnato e cambiato la vita, nel tentativo di rincontrare persone e rimettere in sesto un mosaico frastagliato. Il Tirolo, sul versante austriaco e poi su quello italiano, è il teatro di una vicenda che si snoda per un arco lungo venticinque anni: “1995” e “2020” sono infatti i capitoli che si susseguono ripercorrendo altrettanti momenti che si sono incrociati nella casualità inaspettata di molte esistenze e personaggi. Prefazione di Isa Grassano -
Un giorno sì un altro no
“Avrete giorni felici”. Solleticata da un oroscopo in cui di solito non crede, Arabella si muove alla ricerca di questa felicità. Imbranata e disillusa dall’amore – con un impiego che più “nero” non si può, scrive necrologie – si lascia condizionare dalle previsioni astrali dal giorno in cui casualmente incontra Ludovico. Ludo per gli amici, Ludo come gioco (ludus) che può anche fare male. Ludo enigmatico, schivo e riservato, di cui si sa poco o nulla. E tuttavia, il suo essere affascinante disorienta Arabella che si abbandona al sogno, all’evasione, al piacere e alla voglia di barattare il sempreepersempre con il perora. Perché come sosteneva Emily Dickinson: “per sempre” è composto da tanti “ora”. Così tra il tempo speso a consultare il calendario astrologico e a fare i conti con un passato che qua e là riemerge, Arabella impara che ci sono “giorni sì e giorni no” ma anche che ci sono cose che i pianeti non possono svelare. “Astra inclinant, non necessitant” sostenevano gli antichi, che però non negavano l'esistenza di un flusso extra. Lo stesso che si è creato tra i due protagonisti, un incastro meraviglioso di teste e di corpi. Un incastro però fuggente e destabilizzante: Ludo appare e scompare come per magia. A poco a poco, Arabella apre gli occhi, cambia vita, casa, s’inventa un lavoro bizzarro e ci si getta anima e corpo. E quando finalmente, la ruota inizia a girare nel verso giusto e sembra che ci sia pure un nuovo uomo all’orizzonte, ecco che Ludo – in un momento di disperazione o, chissà, di vero amore – si toglie la corazza e confessa le sue fragilità, quelle che nessuno è stato in grado di predire. Sullo sfondo di una Roma incantevole, si consuma una storia ironica, romantica, piena di ritmo, tra attese e conferme, dolcezza ed erotismo, spunti di riflessione e che apre a un finale del tutto inaspettato. Un romanzo che parla al cuore con il cuore e ci insegna che le emozioni forti durano poco, perché, forse, più a lungo non potremmo reggerle. Ci ricorda che non esiste la persona perfetta. Esiste chi combacia alla perfezione con il “nostro” essere imperfetti, qualsiasi sia il suo segno zodiacale. -
Bologna al tempo del Coronavirus
“L’insuperabile bellezza di una città che si mostra nuda a visitatori inesistenti agita le pagine di questo libro come un soffio di vento liberatorio. Nelle piazze spogliate di vita, sotto portici affollati solo di luce, guardando finestre rovesciate, affacciate su interni di case inviolabili, sbuffa il sollievo di una sventura finita, la paura di un dolore che ancora si fa sentire insieme alla speranza che tutto questo diventi presto solo memoria: ecco la Bologna ai tempi dell’epidemia, che bisogna ricordare per potere, finalmente, dimenticare. Paolo Miccoli ce la racconta usando il suo alfabeto di immagini. Il risultato è un linguaggio di prospettive, di scalinate dove la fine è di nuovo l’inizio, di fughe in panorami senza fondale, fotografie che paiono quadri, quadri che rubano all'obiettivo il sogno nascosto dietro il reale. C’è un’ombra che insegue le emozioni della città vuota” (dall'introduzione di Gianluigi Schiavon). -
Il ventaglio del tempo
Questo romanzo, che chiude la “Trilogia dell’Umano”, sviluppa i temi già introdotti dai due precedenti romanzi, nell’ambito di una saga familiare, sullo sfondo della crisi economica dell’ultimo decennio. In particolare, il tema del dolore profondo, ancora una volta causato dalla malvagità umana, cui soggiacciono i protagonisti dei tre romanzi, in quest’opera assume carattere di ineluttabilità per quanto riguarda il protagonista Antonio: “Antonio conviene sulla ineluttabilità del suo dolore. Gli sembra che ogni cosa si decomponga irrimediabilmente in tanti frammenti”. Tuttavia, come in tutte le opere di questo autore, non c’è spazio per la resa del protagonista al destino persecutorio e per la rinuncia a vivere pienamente l’avventura dell’esistenza: “Gli è ancora caro questo luogo, che rivede nelle case di stile antico, nelle vie, nei sentieri, negli spazi della conoscenza in cui apprese il senso felice della vita, anche nel dolore profondo”. Ancora una volta è l’amore, difficile e travagliato, ma infine salvifico, che sostiene nella resistenza ai colpi del destino, conducendo gli innamorati “a percorrere lo stesso sentiero della vita, vicini come due tronchi di betulla, a guardare insieme l’orizzonte di nebbia”. Su tutto domina il tema del tempo, uno dei leitmotiv dell’intera opera narrativa e poetica di Mario Agnoli, “lamina infuocata” che attraversa l’esperienza umana, recidendone la continuità, divoratore di ogni cosa (“il tempo, questo tempo… è una insaziabile piovra che divora persino le illusioni”), che dà compimento alle trame del destino (“Un altro cerchio della saga familiare si chiude improvvisamente”), che pervade la storia di ciascuna vicenda esistenziale (“Ed è sempre l’alito del tempo che ritorna… a rivelare i segreti delle inerzie, dei pensieri oscuri, dell’incolmabile noia che assilla”). Le oscillazioni del grande “ventaglio del tempo” definiscono i “bordi” della nostra esperienza, ma la speranza, che si colloca al di fuori di essi “come un’ala incoerente”, segna il punto d’uscita dalla palude esistenziale dell’essere umano, non solo “pellegrino svagato”, ma anche “viandante innamorato”. -
Countdown
Se di colpo le prospettive si appiattissero e il futuro venisse negato, quale potrebbe essere la reazione possibile? Dopo quarant’anni non vissuti, per insicurezza, paura e una cronica fuga in un mondo immaginario, Arianna riceve una diagnosi che non le lascia scampo. Dalla sua cameretta, dove è nata e dove ha trascorso un’esistenza mai sbocciata, il risveglio dal letargo è drammatico e una divorante fame di vita la sbalzerà, all’improvviso, verso luoghi e situazioni impensabili fino a poco prima, in un viaggio senza tregua che, giorno dopo giorno, ora dopo ora, la renderà una donna irriconoscibile. Un conto alla rovescia durante il quale recuperare tutta una vita e grazie al quale capire che, superati i propri limiti, niente è davvero impossibile. -
Dillo a Curvy Pride. Storie di vita
A dicembre 2019, con la pubblicazione del libro La mia resilienza in un corpo morbido, di Marianna Lo Preiato (presidente dell’Associazione CURVY PRIDE – APS), è nato il progetto DILLO A CURVY PRIDE, supportato dalla Giraldi Editore di Bologna, che devolverà parte del ricavato all’Associazione. Da qui nasce l’idea di realizzare un’antologia di storie che raccontano di discriminazioni, di vittorie, di malattie, di bullismo, di amicizie e di amori. Storie di vita raccontate da persone che hanno deciso di aprire il loro cuore per aiutare se stesse e gli altri. Per dare voce alle tante donne, ma anche agli uomini, che hanno vissuto e vivono sulla loro pelle la realtà di ogni giorno. Gli occhi del lettore son la variabile che definisce quanto una storia arrivi dritta al cuore. C'è chi si immedesimerà in qualche situazione, chi avrà già provato le stesse sensazioni dei protagonisti, le avrà già forse risolte e le leggerà con emozione, e chi le sta vivendo in questo momento, riconoscendosi appieno nei sentimenti descritti e creando così grande empatia con alcuni di loro. Questo libro vuole trasmettere un messaggio di speranza in un futuro migliore per le tante persone che avranno il coraggio di guardare in faccia le loro vite, capire quello che vogliono migliorare e muoversi da dove sono per andarselo a prendere! Un progetto letterario in cui la scrittura e la lettura sono strumenti di rinascita, di resilienza e di coraggio. Prefazione di Luca Ward. -
Spariam bene
Amareno Fabbri, commissario capo della Questura di Bologna, è alle prese con un caso difficile, deve scoprire chi è l’assassino seriale dalla mira infallibile che uccide le sue vittime da lontano, con un solo colpo al cuore. Come sempre, gli autori Zap e Ida non si limitano a descrivere le indagini che incollano il lettore al libro fino all’ultima pagina. I due, nel contempo, hanno la capacità di mettere a nudo vizi e virtù di una città solo apparentemente opulenta e felice. Anche Spariam bene si presenta come “film su carta”. La scrittura visiva che caratterizza gli autori trasmette le immagini nel lettore dandogli l’impressione di trovarsi comodamente seduto sulla poltroncina di una sala cinematografica. Leggere per credere. Le quattro stagioni del commissario Amareno Fabbri: con Spariam bene si chiude la quadrilogia che vede protagonista, con la sua squadra, il commissario della Questura di Bologna dottor Amareno Fabbri. Il primo romanzo, Passi, è ambientato in inverno, il secondo Amareno Fabbri, in primavera, il terzo Amareno e il caso P.P.F. in estate e Spariam bene in autunno. A richiesta, possiamo prevedere le mezze stagioni... -
Ragazzi, la mamma parte! Viaggiare da sola con la famiglia a casa
Un viaggio solitario per una donna costituisce un'occasione straordinaria per assaporare se stessa, conoscersi meglio, respirare la propria libertà, affinare empatia e spirito di osservazione. A volte basta una passeggiata dietro casa perché spesso si parte da ciò che è noto e rassicurante. Basta modificare lo sguardo, esercitare l'attenzione per programmare itinerari sempre più complessi. Si impara così a organizzare il bagaglio, a cenare da sole, ad affrontare situazioni che mettono alla prova. Si sperimentano la paura, la rabbia, momenti di sconforto, di gioia e di incontenibile entusiasmo. Un viaggio solitario è tanti viaggi insieme che, a cascata, coinvolgono coloro che ti attendono al ritorno. Percepita come una sorta di strega contemporanea e come una mina vagante, la donna che viaggia sola, soprattutto se con una famiglia a casa, innesca una miriade di interrogativi: che cosa ne pensano tuo marito e i tuoi figli? Non hai paura? Come ti organizzi concretamente? E... soprattutto, perché lo fai? Questo libro vuole essere, dunque, una storia narrata di emozioni, immagini, luoghi, incontri, sentimenti, consigli pratici e magari lo stimolo per altre viaggiatrici. ""C'era un gatto una sera di fronte al Santo Sepolcro. Eravamo io, lui e un turista rumeno. Da poco la chiesa era stata chiusa. La piazza deserta e il gatto se ne stava lì davanti al sagrato..."""" Prefazione di Pierangelo Garzia. Postfazione di Maria Laura Veneziano."" -
#ioscrivodigetto
La raccolta poetica si compone di alcune prose, che spiegano un viaggio di “sangue e di terra”, di sentimenti che affiorano nei luoghi dove si incontra l’amore felice o dannato: un percorso esistenziale basato sull’autenticità e sulla permeabilità di un paesaggio che si fonde con l’autrice. L’uso della scrittura immediata, basata sull’improvvisazione, è voluto e si lega con naturalezza alla storia di versi che narrano la vita di una donna. Un percorso duro che va dall’amore al cinismo del non amore. La vita, però, è anche amore immenso per la terra, per gli altri, e non solo per un uomo che l’ha resa donna, al di la di tutte le difficoltà di un amore difficile da vivere. L’amore guarisce le ferite più profonde e ti fa continuare a vivere perché senza non è vita. Il sentimento, in queste rime, è mistero che sconfigge la morte, è nei legami eterni con quelli che amiamo di più. Di qua, la poetica del ricordo, degli affetti più grandi, di quei genitori nonni per i quali la vita è un atto d’amore per il mondo, per le formiche, per i ramarri di cui certi uomini speciali, forse toccati dalla luce dell’immenso, ne conoscono il linguaggio. L’universo cade dentro noi se ci apriamo ad esso, e ci perdiamo per essere granello in un margine. Questo il messaggio di un’opera che vuole essere solo la storia semplice di una donna qualsiasi. -
Tramontalba
L'estate non arriva mai prima dell'inverno, un nuovo nato solamente in seguito a una gravidanza, la sera sempre dopo l'alba. Per ogni cosa c'è il momento giusto e a noi spetta soltanto di fluire, nel mezzo. E così, per qualche lirica l'attesa è stata di oltre 15 anni, dopo la pandemia, l'europeo, i Màneskin, eccola, la mia prima raccolta di versi. Molti i riferimenti musicali, tanto il ritmo e ancora due pittopoesie in collaborazione con Liroi e Aurora Pilati del collettivo SUBWORD di Ostia. E ancora, citazioni e aforismi, pensieri in libertà, siccome le parole costituiscono i mattoni dai quali è eretta la coscienza; insomma, prenditi del tempo che, in fin dei conti, è l'unica cosa che ci appartiene davvero. Non sprecarlo, rifletti ed espandi il tuo Universo! Come sopra, così sotto e così sia... in Armonia! E infine una preghiera che si usava ripetere in India all'inizio di ogni spettacolo teatrale: che ognuno possa essere libero dalla sofferenza, che ogni essere possa godere della felicità e delle sue cause, ora e sempre! -
La barca dipinta di blu
Nel 1997 un ragazzino di dodici anni ed un pescatore (Lupo) si incontrano per caso lungo il porto canale di Bellaria Igea Marina. Dopo alcuni giorni cominciano a restaurare una vecchia barca in legno per poi dipingerla tutta di blu. Un caso che li ha fatti incontrare e tante passioni comuni che poi li terranno insieme: l’amore per il mare, per il cielo, per le parole e per la scrittura. Arriverà il 2002 e Luca diventerà maggiorenne e poi nel 2018 un uomo. Nonostante i contrasti con suo padre Paolo, Lupo sarà sempre lì al suo fianco. Giocheranno con i pensieri, viaggeranno con la mente, scriveranno riflessioni, saranno sempre l’uno ispirazione per l’altro. Tutto in una sola estate, o forse no. Tutto per un puro caso, o forse no. Una lettura dolce e veloce, una storia semplice ma che vi avvolgerà, un romanzo da leggere tutto d’un fiato. Lasciatevi cullare dal mare romagnolo, tra i sogni, i desideri e le speranze di Luca e Lupo. -
E già le foglie...
«Il “come se” poetico è un “come se” ludico perché ne ha le caratteristiche e gli scopi. Questo “come se” non è fatto per perdersi, ma per conoscersi. Questa è la dimensione che si avverte, in generale, nella Poesia di Giancarlo Cuscino e ancora di più nella presente raccolta. In tale dimensione tutto sembra falso e nello stesso tempo tutto è vero. Di fatto tutto è giocoso perché, proprio come accade nel gioco, si crea uno sviluppo prossimale: si guarda avanti per scorgere possibilità che vanno al di là di ciò che prima si conosceva. In questa “magia” del come se, risiede il gioco e risiede la poesia. Non è dunque un caso che la raccolta sia scandita dai semi delle carte da gioco (Come, Quando, Fuori, Piove) con quel vezzo ingenuo di raccogliere le “picche” napoletane nella quarta sezione intitolata, per questo, Chiove. Dunque non sbaglieremmo di molto se chiamassimo la Poesia di Cuscino un gioco da svelare. Gioco che intenderebbe riconoscere e mostrare il vero e proprio fare poetico di Cuscino con le connessioni misteriose tra noi e le foglie, tra un uomo e l’altro, tra Uomo e Altro. La Poesia può quindi diventare attraverso il suo armamentario di Parole, Sonorità e Metafore, uno strumento importante per partecipare consapevolmente al Gioco e svelarlo: basta saper leggere le carte che si hanno in mano». (Dalla Prefazione di Giuseppe Ferrara). -
La felicità come optional
Lory Del Santo, in quella che lei chiama “autobiografia dei miei pensieri”, racconta storie e momenti della sua vita, dall’infanzia ad oggi, tra passato e presente, volutamente senza un ordine cronologico prestabilito e talvolta mantenendo un certo mistero su personaggi, tempi, luoghi. Si addentra coraggiosamente nei meandri spesso dolorosi dei ricordi di una vita ricca e sorprendente di esperienze, racconti, aneddoti, incontri, e lo fa con autenticità sentita e una profondità lucida e coinvolgente. Tramite la finezza e la sensibilità narrativa che le appartengono, ripercorre gioie e dolori di una vita incredibile, e ci rende partecipi delle sue riflessioni sull’amore, il successo, il sesso, il mondo dello spettacolo, il destino come in un diario di vita, un flusso di coscienza misterioso, affascinante, emozionante. “Tutti abbiamo vicende da raccontare e ciò che ci circonda è una miniera di storia. I miei occhi scrutano lo spazio per aiutarmi a trovare la mia collocazione, una ragion d’essere. […] I miei ricordi si perdono nei secoli trascorsi a studiare il mondo, i giorni, le ore, i minuti e i secondi di questa vita tormentata”. -
Una poltronia per due
Non tutti sanno che nell’Europa del nord esiste un piccolo regno chiamato Poltronia. Una bizzarra maledizione della maga Circa ha segnato i destini del paese: da quasi cinquant’anni gli unici programmi visibili in TV sono quelli italiani. A causa di ciò l’italiano è diventato la lingua ufficiale del regno. Dobecca, figlia del re Folco III di Timsor e di Violetta, vive un amore ostacolato dai genitori e dalle ferree tradizioni di corte. Uno strano libro di ludolinguistica, scovato per caso nella biblioteca di corte, le suggerisce il modo per contrastare il proprio destino. Come una novella Turandot, Dobecca sottopone i nobili pretendenti a una serie di enigmi: il vincitore sarà il suo futuro sposo? La principessa si destreggia con ingegno tra misteri e intrighi di corte, fughe notturne e riunioni clandestine. Giochi divertenti e originali s’intrecciano con le vicende del curioso regno di Poltronia, dove TV e sport scandiscono le lente giornate. Prefazione di Duilio Pizzocchi -
Bacia tutti quelli che mi ricorderanno. Una Spoon River (quasi) romagnola
A volte i morti raccontano. Evocati da Giovanni, un disoccupato casalingo ultracinquantenne con un’invadente madre cieca, e accompagnato a Marta, docente in carriera alla Bocconi, compaiono uno dopo l’altro in una misteriosissima chiesa di clausura di una località non precisata nell’Alta Valmarecchia. Raccontano storie vere (la partigiana Anty), vicende di gente contadina abituata a strappare il cibo alla terra, e storie inventate, ambientate nell’antico Egitto, in Spagna o persino a Ravenna nell’inevitabile era del Covid. Tutti, vivi o morti, alla ricerca delle proprie origini, anche inquietanti, o delle autenticità dell’esistenza che sfugge e stenta ad essere catturata. Non mancano toni horror, fantastici, e financo umoristici, con litigiosissimi dialoghi fra morti che rendono più sapido l’insieme.