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Buchi nell'acqua e altri esperimenti
Ragazzi allo sbaraglio, come lo siamo stati tutti. O forse un po' di più, con le famiglie scassate e i genitori tanto benintenzionati quanto disorientati. Sono i protagonisti dei sei racconti di cui si compone la silloge: adolescenti, dai dodici ai diciassette anni, colti in un momento particolare delle loro giovani vite. La difficoltà di farsi accettare nonostante un corpo goffo e sgraziato. L'ansia di piacere a un ragazzo e di potersi sentire come le coetanee che sbandierano le loro conquiste. L'amore impossibile che sembra improvvisamente potersi realizzare. Oppure l'ossessione segreta e ""pericolosa"""" di un ragazzo timido e isolato per il compagno più affascinante della classe. L'incontro di un sedicenne in piena crisi per la separazione dei suoi con una coetanea """"speciale"""" che sembra in grado di indicargli una via. E infine l'amicizia più importante, che apre la porta, fino allora sbattuta in faccia, della popolarità, ma allo stesso tempo lascia la giovane protagonista in preda ai dubbi e all'angoscia del tradimento. Sono storie vissute o solo immaginate, ma sempre realistiche e coinvolgenti, raccontate con la voce e lo sguardo degli adolescenti alle prese con le loro """"prove di volo"""" senza bussola né paracadute."" -
Una famiglia di carbonai
Non solo un ritratto di famiglia, il nuovo libro di Rolando Guerriero, quanto lo spaccato di un'epoca, i primi decenni del Novecento, e con esso il tentativo di salvaguardare un patrimonio culturale che nell'era digitale rischia di andare perduto per sempre. Un caleidoscopio di parole, aneddoti, brevi racconti, momenti di vita quotidiana amalgamati ai suoi ricordi di bambino e adolescente. Indifferenti alle più elementari nozioni di geografia, gli abitanti del versante emiliano dell'Appennino si consideravano lombardi e così, dunque, anche i parenti materni dell'autore. Le loro gesta, speranze, affanni rivivono nelle parole della madre che racconta al figlio storie e favole di quel mitico popolo degli antenati lombardi, gli narra della vita avventurosa del padre, dei sacrifici che tutta la famiglia - grandi e piccoli - aveva affrontato per arrivare a piantare le loro radici nella più fertile terra della pianura pisana. La giornata dell'autore era piacevolmente punteggiata da incitamenti ed esortazioni in dialetto lombardo che derivavano appunto da storielle tramandate da generazione a generazione oppure da piccoli fatterelli accaduti al nonno durante il suo faticoso periodo di apprendistato come garzone oppure ancora quando faceva il carbone nella macchia. Quasi tutte avevano una loro morale e un loro significato, rispecchiavano la filosofia della vita di onesto e duro lavoro di quella gente. -
Logastellus
Logastellus indica una persona il cui amore per le parole supera la conoscenza delle parole stesse. Termine che riassume in maniera quasi perfetta il senso della silloge di esordio di Maria Cristina Di Buduo, scrittrice che pare conversare con le sue storie, decantare e incantare i suoi personaggi. E con essi il lettore. Il fil rouge della silloge, composta da sette racconti, non sta nei temi affrontati o nel genere sperimentato, dunque, quanto piuttosto nella volontà dell'autrice di vestire i panni di una cantastorie, di un'affabulatrice d'altri tempi. Ed ecco allora improvvisati cacciatori di mostri, una giovane donna cerca di sfuggire al dolore e ritrovare la bussola nella sua vita, misteriosi omicidi compiuti da una creatura sovrannaturale in esecuzione della sentenza di un Giudice altrettanto sovrannaturale, il diario di un monaco che dà rifugio a una donna malata e senza memoria, il mistero di cadaveri prosciugati, una donna che esce illesa da un massacro e ripercorre gli eventi che l'hanno portata a una strana alleanza. E, infine, un racconto profeticamente intitolato ""La Musa"""" in cui l'autrice cerca di dare una risposta all'annosa domanda che molti artisti si sentono fare: da dove prendete l'ispirazione?"" -
Sulla via del Totem
La protagonista e autrice di questa silloge di racconti decide di darsi il nome di Ederlezi sul volo che la porta in Brasile quando il suo iPod si blocca inavvertitamente sulla canzone popolare in lingua romaní arrangiata da Goran Bregovi? e intitolata appunto ""Ederlezi"""". Il termine, che deriva probabilmente dalla parola turca Hidirellez, indica la rinascita della natura e il ritorno della primavera e in un certo senso la giovane donna rinasce a se stessa sospinta da un'energia che via via si autoalimenta ma che le appare indefinita, enigmatica. L'impatto con lo straordinario e variegato scenario naturale del nord est brasiliano la sospende in una dimensione liminale, dominata da percezioni e credenze: un confine tra il reale e il surreale. Un reale che supera se stesso nell'efferata concretezza della povertà e della criminalità della società brasiliana. Annota dialoghi, canzoni, modi di dire. Incontra donne, uomini, bambini che lasceranno un segno nella sua vita, per la loro peculiare capacità di cogliere l'epifania delle cose e del mondo. La vita insieme a loro, nel loro naturale rapporto con l'Altrove, induce il realismo crudo all'osmosi con un realismo magico rendendoli due aspetti complementari e inscindibili nella narrazione dell'autrice. La quale, alla fine del percorso, scoprirà che c'è qualcosa che non può più negare a se stessa, ritrovandosi sulla via del proprio destino."" -
Dark Decameron
Un musicista metal dal volto dipinto, una prostituta non più giovane, un bambino muto che suona il djembe, una sposina, un galeotto, un professore-inventore, una giovane suora mancata, un nerd, un nonno e il narratore, una sorta di protagonista/spettatore, il quale osserva e vive la situazione con un misto di ironia, disperazione e rassegnazione. Dieci persone che non si conoscono, dieci sopravvissuti a quello che essi chiamano Disastro rifugiandosi in una sala prove. Non è chiaro cosa ci sia fuori dal rifugio, però tutti concordano sul fatto che uscire sia pericoloso. Fortunatamente il gruppo si è ritrovato in un edificio con acqua corrente, cibo, bibite, sigarette ed energia elettrica; ma piano piano tutto ciò inizia a esaurirsi, insieme alla speranza, alla tolleranza, al rispetto. Così, per alimentare un po' la voglia di vivere, viene ideato un passatempo che consiste nell'inventare e raccontare storie. La storia principale, quindi, come nel Decamerone di Boccaccio diventa cornice di una serie di racconti, che si rivelano sempre più cupi, specchi della degenerazione implacabile, fino a un imprevedibile finale. -
Ti racconto una storia
Si racconta una storia ai bambini per far loro cominciare bene la giornata scolastica o magari per concludere le loro giornate e conciliarne il sonno. In ogni caso esse hanno anche uno scopo educativo, infatti, utilizzando metafore, descrivono situazioni della vita con linguaggio semplice, diretto e accattivante sì da tenere viva l'attenzione dei piccoli ascoltatori. ""Ti racconto una storia"""" si compone di sette racconti fantastici, immaginifici che colpiscono la fantasia sia di chi ascolta che di chi legge catapultandolo in situazioni fuori dal comune. I protagonisti vivono situazioni problematiche che però riescono a superare o ad affrontare grazie alla forza di volontà, al coraggio ma anche alla fantasia che li aiuta a superare i propri limiti aprendo prospettive nuove. Storie che offrono stimoli e aiutano la riflessione cosicché il bambino possa meglio interpretare la realtà osservandola senza preconcetti e da punti di vista diversi. Età di lettura: da 5 anni."" -
Di viaggio in viaggio
L'autrice viaggia nei suoi ricordi di bambina, di adolescente e poi di donna sovrapponendo alle memorie familiari le emozioni e le atmosfere vissute dando loro un respiro più ampio. Nata negli anni Quaranta del secolo scorso la protagonista del romanzo vive sulla propria pelle il dramma della guerra e le sue conseguenze. Costretta a lasciare per qualche tempo la famiglia avverte tale separazione come un salto nel vuoto, una ferita insanabile che neppure il rientro in seno agli affetti familiari riuscirà a guarire. Il viaggio inizia da qui e prosegue quando adolescente si confronta con la ripresa economica del Paese, le nuove mode ed esplode il desiderio di realizzarsi, di conquistare il proprio spazio vitale, finché giovane donna incontra l'amore e un inseparabile compagno di viaggio. Taranto, Altamura, Napoli sono alcuni dei luoghi che l'autrice assapora e incamera sottopelle. Man mano che la narrazione procede, il viaggio si fa amore per la scoperta e sinonimo di esplorazione e cammino, di speranza e conquista. Narrando degli spostamenti, dei viaggi della protagonista, Anna Maria Casavola ritrova e ricompone non solo la propria identità ma l'identità di un'intera generazione, quella sopravvissuta alle macerie della Seconda guerra mondiale, che ha affrontato cambi epocali. -
Epistolario dell'umana consolazione
Dieci racconti, in bilico tra sogno e realtà, che trattano i temi universali da cui traggono linfa le passioni umane più profonde: l'amore, il significato dell'esistenza, la morte. Quest'ultima, in particolare, ha un ruolo centrale nella raccolta. Talvolta viene esorcizzata, seppure da prospettive diverse, in modo beffardo dal narratore, talaltre essa incombe sui protagonisti, ineluttabilmente, nel corso dell'intera storia per poi cedere il passo a un inaspettato, quanto agognato, consolatorio epilogo. In altri racconti si legge di una risibile rimpatriata erotico-culinaria tra amici di vecchia data, un atto di accusa verso l'ossessione estetica, conformismo, una dichiarazione d'amore nei confronti dell'esercizio sistematico del dubbio. L'ironia è per l'autore lo strumento gnoseologico e narrativo irrinunciabile grazie al quale ogni accadimento viene ricondotto alla sua giusta dimensione. Perfino nei racconti più dolorosi - di cui ""Risorgimento"""" è in qualche modo l'emblema, dove l'ironia cede necessariamente il passo alla riflessione straziata sull'impossibilità di mettere fine a eventi luttuosi causati da nemici invisibili - non manca quella visone disincantata della vita che sola sembra offrire a ognuno di noi una speranza di riscatto di fronte a un destino già scritto nella natura umana."" -
La divisione dei ruoli
Nove esperimenti di viaggio, diversi tra loro ma con una matrice in comune: quella crepa invisibile nel tessuto del mondo dalla quale sorge il mistero, l'incontro con il destino, il cambiamento, dove il tutto si delinea nella sua caleidoscopica realtà. Occorre solo lasciarsi andare al flusso delle cose, vedere dove ci portano queste correnti. Si passa dall'esplorazione di una crisi coniugale a un'immersione nella notte ctonia in cui la Grande Madre dominava il mondo, approdando a situazioni in cui tempo spazio e luoghi sembrano aver perso qualunque importanza. Si va dalla dolorosa iniziazione di un'adolescenza ""normale"""", alla solitudine profonda di una giovane attrice porno. Si parte dall'ascesi spirituale di un'addetta alle pulizie di un bagno pubblico, passando alle memorie di un anonimo traghettatore di morti. Ci si tuffa nella mente di uno strano assassino in odore di santità, arrivando a toccare la crudele mancanza di amore che si cela dietro ogni mania di grandezza. Alla conclusione di questi strani viaggi, in cui reale e fantastico si mescolano senza più distinzioni, si arriva a una sola certezza: finché ci saranno storie da raccontare, tra uomo e mondo non sarà mai finita."" -
Donne, malintesi ed euro maltesi
Che cosa hanno in comune due generazioni di donne, una moneta rara, un giovane spocchioso e un severissimo vigile urbano? E, ancora, quale legame unisce una strana festa a un vecchio scrittore e a un fanatico del pallone? Prima di tutto le donne, protagoniste assolute di ognuno dei sette racconti di cui si compone la silloge. Quindi, l'ineluttabilità della vita, il suo scorrere e assumere pieghe inaspettate, che è consuetudine definire malintesi. Termine che nella sua accezione più ampia assume valore di ""qualcosa che non va come dovrebbe"""", non per forza, tuttavia, in senso negativo. E infine, l'euro anzi, la due euro - maltese: un'incognita, una mina vagante, una scheggia impazzita, che ci si presenta inaspettata, in un certo momento della nostra vita e la trasforma per sempre. Perché, in fondo, ciascuno di noi è su questa Terra per vivere un certo numero di anni. E siamo tutti in attesa della due euro maltese ovvero di quell'elemento capace di scompaginare la routine e farci provare l'ebbrezza dell'imprevisto."" -
Un anno solare
Consuelo Belardi, solare e ironica, paladina della verità e della giustizia, con una spiccata propensione a cacciarsi nei guai, è una giornalista di cronaca che collabora con un giornale del catanese. Viene richiamata dalle ferie dalla redazione del suo giornale per occuparsi della scomparsa della ventenne Sarah Muratori, di cui non si sa più nulla dopo che la stessa ha partecipato a una festa in una villa in periferia insieme ad alcuni amici. Secondo gli inquirenti, la giovane potrebbe avere abbandonato la festa di sua spontanea volontà, quello che pare certo è che l'auto su cui viaggiava è stata ritrovata parzialmente carbonizzata in fondo a un dirupo. Gli amici sostengono che quella sera fosse molto triste a causa di un litigio avuto col suo amante, un uomo sposato. L'indagine giornalistica su Sarah assorbe e coinvolge molto Consuelo che deve fare anche i conti con alcuni cambiamenti, imprevisti e imprevedibili, nella sua sfera privata. -
Le morti di Colette
Umani e vampiri ormai convivono da anni, anche se con reciproca diffidenza e, almeno da parte degli umani, scarsa propensione a vantare la conoscenza gli uni degli altri. Fa eccezione la giovanissima Colette, rimasta orfana da bambina e da sempre attratta dal mondo vampiresco. Trasformata lei stessa in vampiro in una notte fredda e piovosa, dimentica del suo passato, si affida al tenebroso Derek e al suo gruppo di accoliti per imparare a sopravvivere al suo nuovo status. Egli le insegna a cacciare in dispregio della vita umana, la imprigiona in una ragnatela di passione e possesso. L'incontro con Nathan, vampiro di un clan rivale, però, riporta alla superficie frammenti di ricordi perduti e ben presto Colette si troverà al centro di una lotta per il potere, costretta a fare appello a tutte le sue risorse. Aiutata da un giovane stregone, combatterà una battaglia disperata nel tentativo di annullare un'antica maledizione. -
Storie di immaginaria realtà. Vol. 2
Una miscellanea di trenta racconti e quindici liriche, che rappresenta un assaggio del meglio che la quinta edizione del Premio Letterario Nazionale Streghe Vampiri & Co. ha prodotto a livello lirico e narrativo. -
La figlia che non fu
Giancarla Melecci tenta un singolare esperimento poetico e suddivide la sua silloge in due parti distinte: nella prima ""La ribelle che è in me"""" raccoglie liriche e versi scritti in piena età adolescenziale, nella seconda, """"La ribelle matura che è in me"""", invece, esplora la maturità e la piena consapevolezza di ciò che è il suo vissuto. L'originalità sta nel fatto che, l'età della ribelle giovanile non è l'età che sta vivendo una qualsiasi ragazza adolescente, ma un'età che ha già alle spalle una vita vissuta di dolore e di esperienze atroci. Pertanto, la poetessa si osserva e si ritrova in un mondo che non le appartiene, in un mondo che non capisce, dove vuole mettere alla prova tutti quelli che la circondano, vuole capire quanto gli altri siano veramente sinceri con lei, quanto le vogliono bene. Ha paura di essere nuovamente abbandonata, ha il terrore di ritrovarsi nuovamente da sola a combattere contro gli spiriti malvagi e i fantasmi che l'hanno terrorizzata. Fino all'oggi, quando i dolori assumono una dimensione diversa, altra, dolori che si ripropongono nella perdita di qualcuno tanto amato, nel chiedersi perché sapendo già la risposta ai numerosi quesiti. Conferme di ciò che non si può più cambiare, ma solo accettare con l'amaro nel cuore."" -
Scacco dell'imbecille
19 aprile 1972: l'ex colonnello delle SS Herbert Kappler, detenuto all'ergastolo nel carcere militare di Gaeta, sposa Annelise Wenger, un'infermiera conosciuta circa sei anni prima. Il matrimonio rinfocola la polemica sul regime carcerario riservato al prigioniero, secondo alcuni troppo blando. C'è chi ne attribuisce la responsabilità al Vaticano e c'è chi se la prende con il governo italiano. Di certo, neppure i terribili fatti di cronaca di quei giorni sopisce la diatriba e Fräu Kappler, che da tempo soggiorna varie settimane all'anno in albergo a Gaeta, riceve gravi intimidazioni telefoniche e per posta. Lei, evidentemente abituata al biasimo per la sua scelta coniugale, mostra più fastidio che timore per le reiterate minacce almeno fino alla notte in cui una sua giovane connazionale, la bella e disinibita Sabine Werner, anche lei ospite dell'hotel, viene brutalmente ammazzata durante un misterioso black-out telefonico. A indagare sul caso non troppo ufficialmente tocca ancora una volta al commissario Soccodato, convinto a tradire la riviera romagnola per Gaeta dal cugino, vicedirettore dei Servizi segreti inviato col compito di vigilare in incognito sull'incolumità e sui movimenti della signora Annelise. -
Constantin e Bausani
Uno spaccato di vita raccontato con una sottile vena ironica e goliardica, la breve storia di Costantin e Bausani, ovvero la nascita di una straordinaria amicizia tra due artisti diversi che sembrano vivere fuori dal tempo, proprio come i due amici pittori, Van Gogh e Gauguin, che lavoravano insieme in mezzo ai campi di grano nella romantica campagna della Provenza. Qui, invece, a fare da scenografia sono le spiagge, i borghi e la campagna dell'agro pontino. Una storia semplice e ricca di umanità in cui l'autore narra in prima persona, con la leggerezza tipica della favola, il suo incontro con l'esule pittore rumeno Constantin Canache e della sua frequentazione con il pittore pontino Osvaldo Martufi, in arte Bausani. Le loro schermaglie artistiche, dialettiche e ideologiche, l'istrionesca abilità affabulatoria di Bausani sorprenderanno e sconcerteranno il lettore. -
Nous
Marcello è un uomo normale, famiglia normale, vita normale. Eppure, serpeggia nel suo animo una certa inquietudine che si riversa negli affetti e nei rapporti interpersonali. Nel corso di una vacanza a Napoli, presso la casa dei parenti della moglie, incontra un affascinante artista in occasione di una mostra, ed è costretto a misurarsi con una realtà che non può più negare. Il suo matrimonio finisce - senza che ci siano effettive colpe da una parte o dall'altra - e si ritrova ad affrontare la parte nascosta di sé, quel lato oscuro che ognuno di noi cela più o meno bene. Il lettore assiste così a uno straziante straripamento di sensazioni, sentimenti, desideri senza canale e senza scopo. Violenza, crudeltà, sesso perverso e tanto dolore. E sopra ogni cosa solitudine e disagio. Un romanzo che testimonia e denuncia l'incapacità dell'uomo a sopravvivere a se stesso quando non riesce a tenere il male dentro di sé, a rielaborarlo, a dargli un senso. Possibile che nulla possa supportarlo in questo suo disagio? E che l'unica strada sia quella di divenire, magari, il protagonista di un macabro snuff movie? -
Di sogni e di avventure
L'autore attinge al suo bagaglio di lettore onnivoro e critico e plasma una miscellanea di racconti eterogenei, quasi una sorta di sperimentazioni letterarie che vanno dalla fiaba allo stile epistolare. Una varietà che si riflette positivamente nell'approccio al testo il quale risulta frizzante, leggero e divertente. Una raccolta di racconti che può essere letta senza necessità di continuità, ma prendendone uno di qui, uno di lì, come capita, quando e come risulta più gradevole al lettore. -
Due vite condivise
Serena e Stefano sono una coppia sposata con figli apparentemente tranquilla. Lei si è dedicata al suo ruolo di madre e moglie rinunciando alla carriera, lui è un insegnante di liceo. Un tradimento rompe questo fragile e precario equilibrio. E allora nasce una domanda che mette in discussione tutto quello che si è vissuto fino a ora, si impone una scelta: lasciar perdere tutto ciò che si credeva di avere raggiunto, guadagnato, posseduto oppure riscoprire il sentimento forte e vero che ha dato inizio a un patto, a una promessa, quella di condividere insieme e per sempre il proprio futuro con qualcun altro? Una narrazione sincera e autentica, una sorta di screening letterario, di un legame affettivo vissuto da un uomo e da una donna nella cornice del loro matrimonio. Semplicemente stare insieme, condividere le proprie vite, restare comunque uniti nell'amore, nonostante i momenti di difficoltà, soprattutto dopo una tempesta improvvisa, un tradimento inconcepibile, vissuto come un'offesa immeritata, tanto da generare la fatidica e indicibile domanda: ""Perché?"""" Un percorso lungo, faticoso, a volte complicato da dubbi e incertezze, da tentazioni e fantasie ingannevoli, che fa soffrire, rischia di lacerarci nel tentativo di rielaborare il senso di quello che è accaduto per riuscire a trovare dentro di noi il coraggio di perdonare e la voglia, magari, di ricominciare."" -
Altre sponde
Le poesie di Adele Bevacqua Cambon nascono da un profondo bisogno interiore di esprimere e testimoniare in forma poetica il suo avvicinamento, scevro da pregiudizi e con anima aperta, a zingari e detenuti. Sia gli uni che gli altri ispirano diffidenza nelle persone le quali si approcciano loro solo se costrette e quasi mai con atteggiamento propositivo. La poetessa, invece, coniuga nel ritmo cadenzato dei versi, passione e dolore - sociale e umano e, con dignità, con rispetto, si fa portavoce della sofferenza di un popolo che non ha mai perso il sorriso e la speranza e di una parte della società troppo spesso abbandonata a se stessa. Le sue poesie non sono semplicemente liriche, quasi immediate, effusive e ritmiche manifestazioni dei suoi stati d'animo quanto piuttosto un caleidoscopico arcobaleno di sentimenti e immagini, di sogni e di pensieri che ha la giusta pretesa e la non tenue ambizione di lasciare un'impronta di sé. Esse, infatti, per un verso lasciano trasparire il profondo e ben assimilato bagaglio o sostrato culturale di cui la poetessa dispone e per altro verso evidenziano come la causa occasionale e il motivo ispiratore, che sono alla sorgente o alla radice dei suoi versi, vengono sempre mediati e arricchiti da sovrasensi che conferiscono loro non univoche ma variegate e inattese risonanze.