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Cuore di fiumara
Rugiada Marina è ancora una bambina quando perde la madre e si ritrova sola al mondo, costretta a sopravvivere in un istituto di suore salesiane. Qui, tenuta lontana dalle altre allieve, in cambio di vitto, alloggio e istruzione deve sobbarcarsi lavori di fatica. La solitudine, la fame, la stanchezza acuiscono il senso di perdita che dolorosamente le preme sul cuore. Ben presto reagisce a questa situazione ostentando indifferenza e frivolezza e alla prima occasione lascia l'istituto per una vita errabonda. Dapprima si trasferisce a Ushuaia dove trova lavoro come cantante in un night club, poi a Buenos Aires dove vive sulla propria pelle il dramma dei desaparacidos. Quindi, Centro America, Canada e infine il ritorno in Italia, a Lucca. Sempre portandosi dentro un senso di inquieta melanconia. Un romanzo che esplora con ferma e spietata tenerezza le pieghe dell'animo umano, quell'infinita caleidoscopica varietà del nostro essere parte di un gruppo sociale, di una collettività. Paola Bigozzi mette a nudo sentimenti, rimpianti, angosce e con essi l'amore, il sesso, la morte, l'amicizia, il bisogno di avere una casa, un affetto, dando vita a una narrazione fluida che non disdegna elementi propri del genere erotico. -
Nella vita non si sa mai
Gloria è una giovane alle prese con l'ultimo anno di liceo, i primi turbamenti d'amore, che vive con disagio a causa della sua altezza sopra la media, e il desiderio di fare qualcosa di importante nella sua vita. Appassionata di pittura sogna di entrare all'Accademia di Belle Arti della sua città: Venezia. Nel frattempo, trascorre le sue serate con gli amici, sbriga le commissioni affidatele dalla mamma, dedica alcune ore la settimana ad aiutare un anziano pensionato, Bepi, che vive da solo portandogli da mangiare e assicurandosi che stia bene. Una mattina incontra un ragazzo altoatesino, Franz, giunto in città da poco che è stato derubato dei soldi e ha smarrito il cellulare; proprio grazie al suo intervento verrà ospitato da una coppia che abita vicino a lei. Tra loro nasce fin da subito una forte simpatia. E mentre questa simpatia si trasforma in un sentimento più importante, Gloria deve fare fronte a una malattia in famiglia di cui ha sottovalutato i segni premonitori. E non solo. Scoperto che Bepi ha un figlio di cui non sa più nulla da anni si impegna per trovare la via più giusta per fare delle ricerche. Il destino pare voltarle le spalle, proprio a lei sempre pronta a correre in aiuto di chi ha bisogno. Ma ecco che uno strano personaggio irrompe nella sua vita e narrandole una strana storia di vite precedenti e di colpe da espiare le regala un amuleto che le assicura le donerà la felicità. -
Holden, vattelappesca!
Holden Caulfield, protagonista del romanzo Il giovane Holden di Salinger, alla mezzanotte del 10 dicembre 1949 lascia la scuola Pencey dove si trova per completare i suoi studi e prende un treno con destinazione New York. È l'inizio di un viaggio verso se stesso che segnerà generazioni di giovani. Il libro di Salinger è ambientato dal 10 al 12 dicembre 1949. In realtà dei tre giorni solo due Holden li trascorrerà nella Grande Mela. Sessantasei natali dopo, Marco Palagi vi trascorre una settimana in occasione delle festività natalizie 2015. Il suo programma prevede un caffè da Tiffany in onore di Audrey Hepburn e sulle orme letterarie di Holden la rivisitazione dei luoghi citati nel libro. Nasce così un connubio interessante quanto anomalo: le fotografie digitali di Marco e le parole di Holden, al quale ovviamente spetta l'onore-onere di descrivere la sua New York affinché questa possa rivivere sotto i nostri occhi sì come la vide lui, il ribelle introverso più famoso della letteratura. Ma quanto è cambiata la città da allora? Per venire incontro ai lettori, Marco Palagi inserisce nel suo libro una time-line che ricostruisce gli spostamenti di Holden a New York, ovvero cosa fa e chi incontra, nonché una mappa che dettaglia i luoghi che visita con relativa legenda. La mappa è del 1945 e dunque rispecchia quasi fedelmente l'aspetto che poteva avere l'isola di Manhattan nel 1949. -
Prima che vinca il sole
Viaggio come occasione, come possibilità di percepire e scelta di essere, ma soprattutto come esigenza interiore di naturale evoluzione. Se l'idea sui generis di un'esperienza così unica presuppone il momento della partenza come quello del ritorno, il viaggio deve compiersi entro un termine stabilito. Le liriche della raccolta si muovono dunque su una linea ideale: ciascuna appare un universo in sé concluso poiché leggibile in chiave circolare e, al contempo, un luogo aperto alla riflessione e alla libera interpretazione, terra di nessuno fatta di parole scelte come convoglio di situazioni s-cordate, di sensazioni appaganti, di miti ricordi, di interrogativi irrisolti. La ricerca estetica sposa i contenuti per offrire emozioni piacevoli al tatto e riprodurre il più fedelmente possibile l'immagine catturata restituendola senza inutili orpelli, raramente in veste prosastica. I versi, liberi ed essenziali, si nutrono di se stessi, votandosi alla sostanziale autonomia per evidenziarsi rispetto al contesto: spesso aderiscono per analogia e giocano sul parallelismo, di rado indulgono alla rima e si inarcano anche violentemente, avidi di senso. Varie le tematiche affrontate: l'esigenza della poesia del resto nasce improvvisa e mal si concilia con la volontà di veicolare un concetto specifico nell'oggetto della parola. -
Storie d'amore
"Storie d'amore"""" è concepita dalla poetessa come un cammino non solo in versi attraverso i vari stati d'amore. Perché si fa presto a dire amare, ma quanti di noi possono dire di essere o essere stati innamorati davvero? E quanti sono capaci di andare oltre l'innamoramento, esplorare i bisogni e i desideri dell'altro, lasciarsi andare fino all'amore? E ancora affrontare i fallimenti, le battute d'arresto, risorgere come araba fenice dalle ceneri di un lutto d'amore, intatti e se possibile ancora più forti? Il cammino è supportato in modo ineccepibile e arricchito dal contributo del più noto sociologo italiano Francesco Alberoni. Egli, con lo stile inimitabile che lo ha reso familiare a migliaia di lettori, si addentra nei vari stati d'amore e ce ne fornisce una chiave di lettura. Completa il cammino d'amore una raccolta di illustrazioni a cura di Giorgio Michetti, pittore viareggino." -
Un alito di bossanova
Horace Dehu, francese di estrazione borghese, figlio di un imprenditore navale e proprietario terriero in Provenza e di una benestante irlandese, si arruola nelle file naziste come ufficiale della Gestapo per concludere nelle SS Charlemagne a difesa del bunker di Hitler a Berlino. Prescelto da Hitler per portare in salvo il suo delfino Bormann, nel 1945 riesce a scappare in Cile. Qui, senza cambiare nome, si accasa e coltiva il sogno di andare in Nuova Zelanda tramite un inverosimile viaggio in barca per sfuggire alla vendetta di Israele. Conduce una vita finalmente piatta, facendo il tassista abusivo per conto di un potente pappone del posto e aiutando il suocero nel piccolo cantiere navale, il cui unico dipendente è un fido ragazzo, Carlos, molto più giovane e legatissimo sia a lui che a Florencia, sua moglie. Ma un giorno un commando anti-nazi di Israele rintraccia Horace. È a questo punto che il lungo viaggio di Horace Dehu attraverso due continenti vive il suo momento più doloroso e dolcemente malinconico: un alito di bossanova, musica tanto cara alla sua amatissima moglie spira mentre i personaggi si staccano con decisione dalla pagina e ogni parola cola densa a ricostruire una vita in cui c'è troppo da cancellare perché tutti possano arrivare illesi fino alla fine. -
Cerco un'anima
C'è un dolore nelle poesie di Stefano De Angelis, che maturato nell'accettazione ma anche nella speranza e nella constatazione del valore delle cose semplici, ha saputo prendere atto e distanza dalle lusinghe della menzogna, ha imparato ad ascoltare la voce sommessa della solitudine. Un dolore che affiora, icastico ma discreto, nei suoi componimenti, che allude chiaro e inequivocabile ma che non urla fragorosamente, piuttosto racconta con forza e lucida consapevolezza la vicenda di un uomo, le sue esperienze, le sue delusioni, i suoi errori, ma anche la sua volontà di andare oltre le negatività vissute e di riappropriarsi della propria vita, di affacciarsi ancora una volta al futuro, e soprattutto, di condividere, di suscitare empatia, comprensione, speranza. La realtà da cui attinge, la storia anche personale che è protagonista dei suoi scritti, non sono mai offerte a chi legge, in maniera brutale e improvvisa, ma, pur se chiaramente delineate, sono piuttosto evocate da emozioni, appaiono gradualmente come se emergessero da un fondo scuro e indefinito di memorie rarefatte per palesarsi poi in tutta la loro forza, illuminate dalla luce chiara della ragione e della coscienza. Questa rappresentazione lirica del mondo reale è ottenuta attraverso l'uso di un linguaggio ricercato ma assolutamente fruibile. La silloge è suddivisa in due sezioni, una raccoglie le liriche in italiano, l'altra quelle in dialetto. -
Rutti a pancia vuota
La poesia di Jonathan Lazzini fotografa l'età della giovinezza o meglio ancora quell'età incerta e misteriosa compresa tra l'adolescenza e la prima maturità. Netta e innegabile l'influenza di Charles Bukowski soprattutto nei temi affrontati e nel dettato dei versi che portano con sé il sapore di episodi di vita sbalzati via dalla realtà come schegge, schizzi, reperti. Una poesia che nasce vive e si riversa sulle strade, i suoi versi sono il sangue, le ferite, il sudore, il dolore, l'amore, la speranza troppe volte tradita della gente comune; analizza, spezzetta, sbriciola, inchioda, scarnifica la quotidianità con la lucidità di un visionario che si pone al di là del bene e del male, in modo disincantato e spietato. Versi scritti a caso per caso che sembrano poter dire qualcosa, suggerire qualche luce in fondo al tunnel, ma è soltanto un'illusione; il tunnel non ha vie d'uscita anche se al suo interno succedono comunque cose interessanti che possono valere un'occhiata veloce. Quello del Poeta è una sorta di invito a leggere senza aspettarsi intimistiche riflessioni o decadenti confessioni. Una poesia che nulla concede alla tradizione, al contrario esplode in un lessico diretto quasi dissacrante, di certo irriverente nel tentativo di sbarazzarsi del superfluo, di guardare senza falsi preconcetti oltre l'apparente banalità delle cose. -
Oltre il muro
Nelle prime ore del tredici agosto del 1961 le unità armate della Germania dell'Est interrompono tutti i collegamenti tra Berlino Est e Ovest e iniziano a costruire, davanti agli occhi esterrefatti degli abitanti di entrambe le parti, un muro insuperabile che attraversa tutta la città, dividendo le famiglie in due e tagliando la strada tra casa e posto di lavoro, scuola e università. Non solo a Berlino ma in tutta la Germania il confine tra Est e Ovest diventa una trappola mortale. I soldati ricevono l'ordine di sparare su tutti coloro che cercano di attraversare la zona di confine, la cosiddetta striscia della morte. Vicini amici e parenti vengono separati. Persone disperate arrivano a saltare dalle finestre delle loro abitazioni che danno sulla parte Ovest della città spesso pagando questo tentativo con la vita. Altri tentano di passare all'Ovest attraverso tunnel scavati nelle cantine. Romano Nigiani ricostruisce un periodo difficile della nostra Storia recente senza sentimentalismo e partigianeria. Anche a Bernauer Straße, via rimasta nella parte Est, alcuni abitanti tra cui la famiglia di Hans Schuster si cimentano in un drammatico tentativo di fuga. Helmut Wimmer, coetaneo di Hans, non si dimenticherà dell'amico né della bellissima sorella e continuerà a interrogarsi sul loro destino. -
Corri Carlo, corri
Un professore ordinario, con seri problemi di deambulazione, non si presenta all'appuntamento con un collega il quale messo sull'avviso da un sogno premonitore si allarma e presenta denuncia di scomparsa. A indagare sul caso, con le dovute cautele, è l'ispettore Di Montalto e la sua squadra. Nel corso di un sopralluogo a casa dello scomparso viene rinvenuto il suo diario su cui aveva annotato le sue avventure di giovane studente e atleta fino agli avvenimenti più recenti. Ammaliati dai racconti sportivi del professore, gli investigatori percorrono a ritroso la sua vita e interrogano i suoi conoscenti senza lasciar trapelare il vero motivo del loro interesse. Anzi, si celano dietro un possibile interessamento alla pubblicazione del diario di Carlo questo il nome del professore scomparso. Via via dalla lettura del diario sì come dagli interrogatori-interviste emerge il ritratto di un giovane genuino e puro alle prese coi primi turbamenti d'amore e dedito alla sua grande passione: la corsa. La soluzione al mistero della scomparsa arriva quasi per caso lasciando un pizzico di amaro in bocca al lettore che nel frattempo si sarà affezionato a Carlo, ai suoi sogni, alle sue speranze, alle sue debolezze, e con lui avrà gioito e sofferto. -
Caro Buk
Un epistolario sospeso tra sfogo e liberazione, della durata di cinque anni e mezzo che rievoca tanti episodi di vita quotidiana e dimostra come sia possibile risollevarsi anche dalle cadute più dure. Il romanzo di esordio di Pasquale Mincione, è un dialogo immaginario che l'autore sostiene con il suo scrittore preferito, Charles Bukowski, nonché maestro di vita. Come Bukowski, infatti, anche Mincione ha conosciuto la sofferenza e l'oblio, vivendo ai margini, è stato a un passo dall'arrendersi ma ha saputo reagire alle avversità affidandosi prima di tutto alla sua grande passione: la scrittura. Non ci sono regole in questo libro, le parole scorrono come un flusso difficile da arginare. Riflessioni sulla società, ricordi che si mischiano a frammenti di vita reale, situazioni grottesche e disperate alle quali l'autore reagisce sempre con uno spirito bukowskiano, inteso come sfida beffarda, irriverente e (auto)ironica alle difficoltà che si incontrano lungo il cammino. Il gusto per la citazione, i continui rimandi ad autori che hanno segnato l'esistenza dell'autore, la scrittura vista come terapia fanno di Caro Buk un pastiche quasi surreale, nel cui messaggio finale è racchiuso il senso del lavoro di Mincione: ""[...] anche se la Vita non vale niente non c'è niente però che valga una Vita, bella o brutta che sia""""."" -
1018. Sonata per noi due soli
La vita di una giovane ragazza di provincia è segnata da due grandi passioni: la musica classica, in particolar modo le sonate di Bach, e un ragazzo ricco, ambiguo e misterioso che condivide assieme a lei l'amore per la musica. La fine della loro relazione, interrotta da lui senza un apparente motivo, apre uno squarcio nell'esistenza della ragazza che cercherà di rinascere lontano, in un piccolo paese di montagna. La laurea in farmacia, il lavoro e una nuova famiglia la illudono di aver superato il trauma della giovinezza. Non sarà così. Il passato, che non l'ha mai abbandonata, tornerà in maniera casuale in tutta la sua meschinità, finendo per soffocare irrimediabilmente la nuova vita, il presente e il futuro. Al termine del libro, una playlist per invitare il lettore all'ascolto dei brani musicali citati nel testo. -
La botte di Floreana
Una donna è costretta da un'epidemia di tifo a rimanere a bordo del brigantino Roxane, fermo per quarantena in mezzo al Pacifico. Inganna la noia dei lunghi giorni in mare scrivendo le proprie memorie: ha intenzione di lasciarle sotto forma di plico nella botte di Floreana - isola delle Galapagos - dove un postale raccoglie le lettere imbucate dai marinai in transito. Nel Journal rievoca così la sua vita movimentata, dall'infanzia fino a quell'ultimo incerto viaggio per mare. Sul finire del Diciottesimo secolo, infatti, Viola D'Ondariva - questa l'identità della misteriosa signora - fra Grand Tour in Italia e in Europa, fra nuove idee, fermenti culturali, rivoluzioni, guerre e amori complicati, attraversa il Secolo dei Lumi, osservando la contemporaneità ai suoi albori. La protagonista della storia è in realtà uscita da un altro romanzo: si tratta della stessa irrequieta marchesina, grande amore di Cosimo Piovasco di Rondò, incontrata ne Il barone rampante di Italo Calvino, che qui racconta la propria versione dei fatti. Un po' romanzo d'avventure, un po' racconto di formazione, si compone così, attraverso la voce di un'inedita Viola, un vivace e divertente pout pourri che ci riporta il profumo di un'epoca. -
Katábasis. La rinascita
Katábasis. La rinascita, il primo episodio della saga del giovane scrittore Fabrizio Malagoli, è un epic fantasy dalle tinte gotiche. Sulle ceneri di una civiltà post-apocalittica, nell'oscurità di un'antica foresta, da un antico altare, è rinato un potente dio: una nuova calamità minaccia il futuro del mondo e delle terre cristiane. Lucifero, nelle profondità della terra, brama grazie alla creazione di una nuova e terribile arma di poter ribaltare le sorti, peraltro ancora incerte, di una guerra secolare: quella tra il Bene e il Male. Quattro guerrieri cristiani rappresentano l'unica possibilità per ribaltare le sorti di un conflitto destinato a sconvolgere il mondo. Essi hanno il compito di raggiungere la città di Summa Acolythiis, capitale del regno degli Accoliti, per rinsaldare fragili alleanze, cercarne di nuove sì da opporsi al dio prima che oscuri presagi stendano un nero manto sulla Cristianità intera. Malagoli sfrutta la sua passione per il genere fantasy e firma un romanzo dai forti connotati simbolici, in cui il conflitto tra figure mitologiche diviene pretesto per affrontare temi di forte attualità. Non ci sono pause in questa storia: l'azione scandisce il corso degli eventi, nella frenetica rincorsa per salvare il mondo e offrire una nuova possibilità di redenzione. All'umanità rimane ancora una speranza frutto del disperato tentativo di ripartire dagli antichi valori. -
Storia di una donna che voleva remare
Stefania è una donna sulla quarantina, in crociera con marito, fratello e cognata, per una vacanza da sogno che si trasformerà in un incubo. Abita con Alberto, da appena due anni a Reggio Emilia, dopo aver vissuto per qualche tempo in un paesino della Svizzera tedesca dove si era recata in gioventù in cerca di un lavoro meglio remunerato; qui aveva vissuto una tormentata storia d'amore con un giovane indiano. Una relazione fatta di sofferenze, d'incomprensioni, di litigi per lo strano rapporto amoroso che fra i due si era instaurato e di cui lei non era affatto soddisfatta. Alla rottura era seguita la scomparsa di Daniel di cui lei non aveva più voluto sapere alcuna notizia. Tutta la loro storia, creduta da Stefania ormai dimenticata, riemerge dal cassetto della memoria, con il suo carico di rabbia e di dolore, quando durante la crociera, a uno scalo, le sembra di rivedere il suo grande amore salire sulla nave. Inizia allora il suo tormento e cresce la collera che ben presto si trasforma in odio, un odio profondo e feroce che la sconvolge. Un romanzo impietoso, che penetra nell'abisso dell'anima e mette a nudo la fragilità dei sentimenti e la facilità con cui ognuno di noi può arrivare a compiere azioni malvagie. -
Paesaggi in versi
Sospesa fra immaginazione e pensiero, solitudine, ricordi e rimpianti. Vorrei ed essere. In questa caleidoscopica dualità risiede la forza espressiva di Loretta De March. Paesaggi in versi è molto più che un corpus poetico, è una dichiarazione d'intenti, un atto d'amore verso l'arte dello scrivere che denota una sensibilità e una struggente capacità di descrivere i moti dell'animo e di focalizzare i sentimenti. Lo stile mai retorico, privo di fronzoli, senza filtri, che mira direttamente al cuore, affascina il Lettore in una dimensione nuova e altra, alla ricerca del proprio io interiore. Poesia intesa come smacco alla solitudine, come unica salvezza, come speranza di una vita migliore. Una luce sempre accesa quando viene a mancare qualcuno che si ama, quando sembra che tutto sia perduto fra le spire del tempo. Finché appare ineluttabile, una volta e per sempre, che l'altra metà del nostro cielo, la persona per la quale il nostro cuore batte incessantemente e nonostante la nostra volontà, è il viaggio da cui non abbiamo fatto più ritorno. La poetessa si interroga sul significato dell'apparenza, applicandola ai sentimenti umani, ai gesti, ai pensieri, alle parole dette e taciute, che ci accompagnano in quella interminabile sequenza di notti perenni che costellano la nostra vita. L'amore è il sentimento che meglio si presta a incarnare il doppio significato insito nell'apparenza: effimero e vitale, reale e immaginario, portatore di speranza e di estrema, lancinante, delusione. -
Trasgressioni
Una società in cui l'egocentrismo e l'individualismo portano a ritenere interscambiabili i partner mettendo al primo posto la soddisfazione dei bisogni individuali piuttosto che quelli di coppia rappresenta un terreno fertile per il tradimento. Conseguentemente l'infedeltà, collettivamente sempre più tollerata e giustificata, diventa un'esperienza assai frequente nelle odierne e fragili coppie. La propensione al tradimento o alla trasgressione è una caratteristica individuale e se per alcuni l'infedeltà è una tentazione irresistibile, per altri essa rappresenta un atto contro se stessi e i propri ideali, prima ancora che un'infrazione nei confronti del partner. Gianni Cameri in questa silloge di racconti, spietato affresco di varia e caleidoscopica umanità, guarda a coloro che nella trasgressione trovano una sorta di passaggio verso se stessi senza per questo dover interrompere alcun viaggio di coppia. Amori profani che travolgono la gran parte degli umani. Almeno una volta nella vita l'avventura, cercata o trovata, li investe ma, di norma, non lascia ferite sanguinanti. Produce soltanto una smagliatura nel tessuto della loro storia. Convinto che il dominio eroico dei propri sensi sia una virtù praticata o per un esasperato sentimento di pudore o per un'illimitata fede in valori superiori, l'autore narra, con indulgenza, debolezze umane spesso contenute in vicende di cui soltanto i protagonisti hanno nozione. -
Storia e leggenda del Serpentegatto
Il testo mette a fuoco una leggenda, quella del Serpentegatto, unica nel panorama favolistico alpino. Marcoenrico Manoni ha ritenuto utile approfondire e portare all'attenzione del grande pubblico questa singolare e sconosciuta tradizione - non esistono altri testi pubblicati sull'argomento - convinto che possa non solo contribuire alla identità di certi territori alpini dove la leggenda si è diffusa, ma anche ad allargare ulteriormente l'orizzonte della nostra immaginazione. La tesi che sta alla base del libro pone, infatti, l'accento sulle peculiarità di questo immaginario e inafferrabile essere e sulle differenze storiche, geografiche e culturali che lo caratterizzano rispetto ad altri esseri leggendari. Molti affermano, scrive l'autore, che l'esistenza del Serpentegatto sia riconducibile solo a una ingenua fantasia in quanto il protagonista di questa storia non è mai stato né fotografato, né catturato e quindi mai confermato dalla scienza ufficiale. È probabile che questa moltitudine di critici possa aver ragione. Al contrario, invece, si potrebbe pensare ingenuamente a un passato non molto lontano quando questo inafferrabile essere sopravviveva al suo naturale destino in un mondo ormai non più suo. Forse il Serpentegatto è sempre stato un timido animale, tanto schivo da non voler incrociare il suo sguardo con il nostro se non per pura coincidenza, e solo quando qualche curioso e indiscreto turista si fosse intromesso nel suo territorio. -
Il bambino delle fate
Il romanzo, seconda parte della trilogia iniziata con ""Il finocchio selvatico sa d'anice"""", ripropone le avventure dei Castiglioni dal Fiume, che alla fine delle Seconda guerra mondiale avevano lasciato Livorno per trovare rifugio in Brianza. Sono trascorsi quattro anni. La loro vita, in apparenza tranquilla e serena, scorre tra i mille guai della normalità quotidiana e alterna momenti esaltanti ad amare disillusioni. Eugenia e Rodolfo, attirati dalla prospettiva di un ritorno definitivo in Toscana, vanno a Livorno, ma trovano la città ancora devastata della guerra e alla fine, per una serie di imprevedibili circostanze, sono costretti a una fuga precipitosa. Anche al paese si sono complicate le cose: la Penerona, un tempo moglie dispotica di Aimone, è alla ricerca dei fantasmi del suo passato e sprofonda nella pazzia. Eugenia si scontra con la dura realtà: non c'è posto per suo figlio Augustino alla scuola del paese. Ma la caparbietà di Rosa, diventata maestra, e la scoperta che il bambino ha delle capacità insospettate capovolgeranno la situazione. Intanto nuove scoperte gettano luce su vecchie vicende: cosa è successo ad Aimone quattro anni prima? Le storie degli adulti sfiorano, senza toccarlo, il mondo parallelo in cui si muovono i due bambini: Augustino e Federica. Solo il nonno possiede la chiave per entrare nell'universo segreto e, con delicatezza, cerca di costruire un ponte per avvicinare il nipotino autistico alla realtà."" -
Storie sdrucciolevoli
Al suo esordio narrativo, Chiara Nobilia compone un libro lieve e intensissimo. Nove racconti veloci ed essenziali, una scrittura precisa per uno stile originale. Arijana, che rimane incinta prostituendosi, e Franco, stritolato nella morsa dell'usura, ma anche Paolo, invischiato in una storia d'amore patologica, e Giordana, alle prese con un licenziamento subito dopo la fine del suo matrimonio: sono alcuni dei personaggi di Storie sdrucciolevoli, che raccontano tentativi di affrancamento all'insegna di una resilienza innestata nella fragilità. Il tutto, nello scenario dell'Italia di oggi - quel terreno sdrucciolevole su cui Arijana, Franco e gli altri poggiano i piedi.