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Gli eroi muoiono
L'apparente vita perfetta di Giada viene sconvolta dalla perdita dell'amatissimo nonno. Il dolore per la sua morte scaraventa Giada nel baratro e fa emerge un dolore più grande che va ben oltre: una sofferenza radicata che ha origine nel passato. Il ricordo di un figlio mai nato, che finora era riuscita a sotterrare, e di un amore violento la fanno precipitare in una buia sofferenza. Né il marito né la sua famiglia le saranno di aiuto, personaggi tenuti a distanza studiata, quasi odiati. L'uomo che ha scelto come compagno per la vita ora le risulta un estraneo capace solo di pretese. La madre diventa la sua nemica numero uno, l'essere pericoloso da cui tenersi distante. Il padre amatissimo non riesce a vederla davvero e Giada si sente perduta come se non fosse più sua figlia. È allora che al suo fianco, come a volerla tormentare - o svegliare - compare un alter ego spietato e sensuale che la trascina in un percorso a ritroso costringendola ad aprire gli occhi della memoria: qualcosa di ben più doloroso la attende alla fine del cammino, un evento sotterrato e mai raccontato, il segno della colpa che ha nascosto a tutti. L'alternanza tra quotidianità, flashback, ricordi reali o presunti, gettano Giada in un viaggio pericoloso quanto necessario per scoprire realmente chi è. -
Nel nome della dea
In un medioevo fantastico dove la magia esiste ma rimane avvolta da un manto di superstizione, Thara, anziana sacerdotessa della Dea dell'Amore, scrive una lunga lettera a sua nipote Jora, cercando di spiegarle cosa significhi far parte dell'ordine sacerdotale più equivocato che la storia ricordi. Per questo le racconta un aneddoto del suo passato. Il lettore apprende così che la giovane Thara è inviata a prendersi cura dell'infermità di Re Evrart, invecchiato precocemente nell'arco di soli tre mesi. La novizia scoprirà tuttavia che neppure i suoi poteri di guarigione potranno aiutare il Sovrano, vittima di una maledizione che Robard, l'affascinante e ambiguo sacerdote del Dio Sole e più fidato consigliere del Re, attribuisce alla seconda moglie di Re Evrart, l'incantevole Dama Elisot, per la quale nutre una segreta e morbosa passione non corrisposta. Thara si troverà così coinvolta in un mistero dove nessuno appare del tutto colpevole ma neppure completamente innocente: la maledizione affonda le sue radici nel primo matrimonio del Re, finito con la morte a tinte fosche della prima moglie. A complicare le indagini, un antico tomo di sinistri rituali appartenuto a una genia di possenti streghe, e l'amnesia che da un anno affligge la bella Elisot, per la quale la sacerdotessa svilupperà un appassionato sentimento: nei ricordi perduti della principessa si nasconde infatti un passato oscuro che l'ha condotta, assieme al suo sposo, nel mezzo di una ragnatela di odio e vendetta. -
Il tavolo antico
Una silloge lieve come una canzone animata da una profonda ricerca di senso, dal continuo scavo sotto la superficie dell'esistenza per raggiungerne il messaggio più autentico. Marisa Cecchetti attinge al suo vissuto e si conferma una voce originale, mai assuefatta alle mode del momento, sempre attenta a rinnovarsi, con la sua scrittura precisa e intensa che nasconde dietro l'apparente semplicità una straordinaria potenza emotiva, saldamente ancorata al reale eppure percorsa da una vena di sogno, in un equilibrio pieno di grazia. I suoi versi esaltano la pienezza dei sensi, cantano la quotidianità, narrano l'avventura dell'essere umano di fronte al proprio destino, esprimono una visione sostanzialmente positiva della vita, la felicità di dire l'indicibile delle cose e celebrano il mondo nel suo continuo mutare, la metamorfosi degli eventi che ne scandiscono il ritmo, il nascere e il morire delle cose e degli uomini. Una sorta di ricognizione per epifanie, impegno preso con se stessa accanto a un tavolo antico fedele compagno, alleato e muto testimone del fluire del tempo. Io voglio essere felice adesso, pare confessargli mentre ogni ricordo acquista il volto, la voce di un mondo vitale che non si rassegna e si sfuma in una rapsodia di vivaci colori. -
Mio marito...
La silloge si compone di trentatré storie tessute su esperienze vissute in cui i mariti sono raccontati in diretta con parole schiette, asciutte tratteggiando quell'immagine sicura e stabile che spesso vorrebbero proporre all'esterno. Per contro traspare poi esitante anche il riflesso più intimo e autentico: uomini colti nel loro agire o nella loro immobilità, amati, ricordati, desiderati, avvicinati, a volte definitivamente allontanati. I loro ritratti prendono forma attraverso i pensieri di donne diverse, donne giovani, a tratti ancora inconsapevoli, mature, sagge e disincantate che svelano ciò in cui sono o sono state immerse, scandagliano i propri sentimenti e i propri vissuti. Donne che acquisiscono familiarità con l'intimità profonda del corpo e dell'anima. Alcune possiedono la chiave della vita, altre sono semplicemente in cammino o decidono di sostare in attesa di un segno, di qualcosa da ascoltare, mettere in pratica o trasformare. Ogni donna, attraverso le proprie esperienze quotidiane, realizza il marito che, nel gioco della relazione affettiva, in un continuo divenire, porta con sé curiosità, stupore, amore e disincanto, ferite, tradimenti, gioia e un rinnovato richiamo all'autenticità. -
Quando tramonta il sole
Marcello è un uomo apparentemente sereno, sposato con una giovane bella e di buona famiglia dedita al suo lavoro di artista, ma poco avvezza a confrontarsi con le difficoltà quotidiane. Agli occhi di tutti sono una coppia perfetta. Marcello, però, avverte una sorda insoddisfazione causata, in parte, dal suo lavoro di giornalista che non lo appaga. L'unico momento in cui si sente davvero felice è quando tramonta il sole e passeggia da solo sul molo, osservando i colori magnifici che dipingono il cielo e il mare della sua Viareggio. Improvvisamente, scoppia la guerra e non importa precisare esattamente quando e quale: occasione drammatica e dirompente per confrontarsi e maturare. Una cesura tra il prima e il dopo. Marcello è costretto a partire per il fronte, così che tutta la serenità e la pace che ristagnavano, come una nebbia, nella sua vita ne escono stravolte. Conoscerà la realtà della vita, il dolore, la sofferenza, il male, ma anche l'amore e la bontà che risiedono in pochi elementi isolati e spesso scherniti dalla vita, messi alla prova giorno dopo giorno, soprattutto in guerra, dove tutto sembra volto alla distruzione e alla disfatta fisica e morale. Marcello dovrà scegliere se lasciarsi corrompere dall'odio, dal dolore e cadere nell'assoluto pessimismo della ragione o se avere fiducia negli uomini buoni, chi ha la volontà di non perdersi e di ricercare sempre la bellezza e l'amore nella natura, come ci riesce lui, quando tramonta il sole. -
Carmina
I versi di Luca Centoni sono una discesa nell'abisso del cuore delle donne che ha incontrato, amato, perduto, abbracciato. Un cuore illuminato da lampi, popolato di progetti, di sogni e di delusioni, di confessioni, e di contrasti, altamente vitale. Carmina, silloge emblematica a partire dal titolo, è la sintesi delle sue esperienze relazionali. Liriche legatissime fra loro, in parte concatenate, in parte attraversate da fili addirittura lessicali non mancano di scissioni interiori, proliferare di voci intime e talvolta laceranti che pure accompagnano il poeta lungo un percorso di felicità istintivo e infuocato, ma nello stesso tempo pacificante. -
La setta dei frati gaudenti
A ottobre del 2015 un mandriano della Valcamonica si presenta alla locale stazione dei carabinieri per denunciare il ritrovamento del cadavere di una donna, legata e sepolta, e di un quadro religioso in un ripostiglio interrato all'interno di un deposito per gli attrezzi. Lo stato di conservazione del corpo è buono e presenta un principio di mummificazione. Il medico legale conferma che la morte potrebbe risalire a una decina di anni prima e che a un primo esame, non presenta colpi mortali. La donna dunque potrebbe essere stata sepolta. I carabinieri sono convinti si tratti di un rito macabro opera di qualche setta di fanatici religiosi e ricostruiscono, sulla base di casi analoghi, una timeline a partire dal 1998 secondo cui pare probabile si sia verificato un delitto ogni sei anni. Qualche mese dopo un architetto impegnato nella ristrutturazione della sua baita si imbatte per caso in un passaggio sotterraneo sotto il pavimento della sua cucina, e in un quadro raffigurante una madonna davanti al quale sta in preghiera un frate. È l'avvio di una misteriosa vicenda che lo vede protagonista insieme a una giovane e bellissima barista e a un vecchio frate eremita, il quale gli svela che la sua casa sorge sopra i resti di un ex convento medioevale al cui interno è nascosto un misterioso tesoro e un crocefisso ligneo dorato. Non solo, ma una pericolosa congrega segreta mira al recupero del tesoro e minaccia chiunque voglia avvicinarsi alla verità. -
Melancholy
"La malinconia è la felicità di essere tristi"""", diceva Victor Hugo. Un titolo denso di significati e corrispondenze per la nuova silloge di Gabriella Pison, Melancholy, in cui una leggera venatura di tristezza si intreccia con un flusso di emozioni e sensazioni, che conducono il lettore lungo le rive del suo vissuto, in un'operazione quasi catartica, capace di esorcizzare il male di vivere e dell'oltre, cercando l'armonia tra l'essere umano, la natura e il tempo infinito del cosmo. Un variopinto mosaico di riflessioni esistenziali, sospese nel tempo e nel ricordo, che si alimentano di profumi, di sensi, di incanti, di musica, di colore; una ritualità che sembra fatta di malie, sospesa tra la nostalgia, la pioggia, il vento o gli alberi di Natale, perché anche la carezza di un venditore d'abeti fa intuire che esiste un'anima nel mondo. Sono versi che sollecitano il desiderio di luce, tra giochi di metafora e ombre; la Poetessa scende nelle profondità del dolore, dell'impotenza di fronte al vano affannarsi, ma come per magia, servendosi dell'arma del disincanto e dell'ironia, si scioglie in atmosfere di speranza, intuendo una tensione continua verso qualcosa che non sia effimero, fragile, transitorio, che le impedisce di perdersi nell'incertezza, nel vuoto, nella solitudine che l'accompagnano." -
La casa delle paure
Giulia è una ragazzina di dodici anni amante della lettura e aspirante scrittrice. Vive a Lucca con i genitori, affettuosi e un po' in crisi tra loro, la nonna ormai fuori di testa, il fratello maggiore con cui è solita confidarsi e la cagnolina Musetta. Durante le vacanze estive viene mandata a Viareggio presso i nonni paterni, mentre padre e fratello si recano a Londra. Il fitto scambio di chat con quest'ultimo accompagnerà la sua estate alle prese con nuove amicizie, il primo amore, nonché la ricerca di luoghi inquietanti in cui ambientare il racconto giallo da portare a scuola all'inizio del nuovo anno. Tra questi, la famigerata casa delle paure così chiamata perché lasciata andare in rovina e abitata da strani figuri, uno dei quali scava buche profonde nel giardino pieno di rovi... Ma il gusto per il mistero e l'avventura sarà sollecitato anche dal contatto con personaggi curiosi e stravaganti, tra cui zia Melania, appassionata di sedute spiritiche, e l'ambiguo Callisto, apparentemente un assiduo corteggiatore della giovane donna. Giulia, calatasi in pieno nei panni di un novello Sherlock Holmes, si destreggia tra misteriosi omicidi, rocamboleschi furti e impavide esplorazioni fino a un finale degno di un racconto tale da far morire d'invidia le compagne di scuole! -
Parlando con le nuvole
Accanto alle liriche in versi compaiono brevi narrazioni in prosa poetica in cui prende vita un confronto sotto forma di dialogo tra la poetessa e la parte più intima di sé che appare come una terza e soggettiva persona. La struttura è in certo qual modo spiazzante per il lettore che a fronte del suo sentire immediato ricavato dalla lirica può misurarsi con l'epifania della poetessa che interroga il proprio immaginifico e intimo caleidoscopio emozionale. Da annotare la ricerca attenta e puntuale nell'uso dei lemmi, sì da raggiungere un linguaggio semplice, ma profondo, che presta il fianco a più piani di lettura. Non ci sono filtri di alcun genere, men che meno quelli retorici, nell'esposizione fluida e generosa di Silvia Caselli. C'è lei, il suo cuore, il suo vissuto, le sue conquiste digressionali. Affronta temi intimi ma che si incasellano nella vita di ognuno, riflette e invita il lettore a guardarsi dentro anche attraverso spunti neoromantici ma pur sempre realistici. Il punto di forza della silloge è nella sincerità del dettato, nella semplicità espositiva e nell'invito, dolce e intrigante al contempo, di essere, accettare e amare se stessi sempre e comunque. Sì come il bambino ha l'amico immaginario, il credente ha la guida spirituale, il pragmatico ha il super io, il poeta ha le nuvole. E a esse volge lo sguardo con anima libera e pura. -
Venezia-Dakar
Gaia è una ragazzina di tredici anni, non molto soddisfatta del suo aspetto e un po' ingenua. Costretta a trascorrere l'estate con la nonna, nella sua casa a Torcello, poiché i genitori sono in un viaggio di lavoro dapprima si annoia molto, ben presto però inizia a fare nuove e interessanti conoscenze: il Musicista, un anziano ex-attore che ha scelto di ritirarsi nella piccola isola e Marco un bel ragazzo mulatto, in vacanza con la madre scrittrice. In seguito a un'escursione in laguna in compagnia di amici Gaia e Marco rinvengono sull'isoletta un piccolo scrigno, contente un anellino e un libricino, che reca la scritta Ossario seguita da una serie di numeri. Incuriositi i due ragazzi cercano di decifrare quello che pare un mistero intrigante ma innocuo. Invece, sarà solo l'inizio di una serie di avventure che, due anni dopo, trascinerà Gaia fino in Senegal, sulle tracce dell'amico improvvisamente scomparso dalla sua residenza di Dakar. Qui tra sciamani e promesse d'amore si consuma un colpo di scena dietro l'altro. Una bella storia in cui due giovani protagonisti si scontrano con le intemperanze del primo amore, la realtà quotidiana che è fatta anche di lontananza, di disagi, di incontri non sempre fortunati. -
Il quaderno di Jo
Guendalina Ginevra Orchidea o meglio Jo, come ha deciso di farsi chiamare in onore della più combattiva delle sorelle March, protagonista del romanzo Piccole donne di Louisa May Alcott, è una quarantenne in crisi con se stessa. La monotonia di una vita che scorre tra le piccole grandi incombenze quotidiane - un marito, due figli, una casa da gestire, un'amica del cuore, una sorella e un fratello - si sgretola alla morte della madre, destabilizzando un già fragile e solo apparente equilibrio. La solitudine la avvolge in una tela di sensazioni e rumori indistinti. Jo decide, allora, di affidare i suoi pensieri a un quaderno. In copertina un gatto nero che tanto somiglia alla sua Ipazia, fedele compagna rinvenuta ai margini di un cassonetto con le zampe legate, e che le pare un segno del destino. Mettere nero su bianco i pensieri per Jo significa riordinare tassello dopo tassello il suo vissuto, fare i conti con un antico dolore e trovare la forza di guardare oltre l'abisso. Barbara Giorgi presta la sua voce a un personaggio femminile che parla all'anima delle donne, con dignità e intima sofferenza, di una violenza che segna una vita per sempre. -
I giovani di Holden. Vol. 2
Una miscellanea di trenta racconti e altrettante poesie, che rappresenta un assaggio del meglio che la decima edizione del Premio Letterario Nazionale Giovane Holden ha prodotto a livello lirico e narrativo. -
Il giornalino di Gian Burrasca
Il 17 febbraio 1907 Luigi Bertelli, che si faceva chiamare Vamba come il buffone di Ivanhoe, iniziò a pubblicare a puntate ne Il Giornalino della Domenica le esilaranti vicende di un certo Giannino soprannominato Gian Burrasca, fiorentino, famiglia borghese, anni nove, il quale ne combina di tutti i colori, facendo impazzire la sua famiglia e tutti quelli che hanno a che fare con lui; tanto che dopo mille tentativi di raddrizzare il ragazzo, i genitori, disperati, decidono di mandarlo in collegio: sarà l'inizio di una lunga serie di birbonate. Il ragazzo usa un diario, regalatogli dalla mamma per il suo compleanno, come confidente e amico al quale racconta le sue avventure con un linguaggio disinvolto e pieno di ironia, ivi comprese le punizioni che è costretto a subire ingiustamente, secondo lui. La finezza psicologica di Vamba consiste, soprattutto, nell'elaborare un personaggio che il più delle volte agisce in base a un suo preciso codice morale e comportamentale, alternando eccessi di vivacità e qualche raro lampo di stizza a una disarmante e ingenua buona fede. Giannino, infatti, è convinto di agire bene, e non esita a mettere in atto quanto gli passa per la mente, senza prevedere neppure lontanamente le conseguenze delle sue azioni. Età di lettura: da 9 anni. -
Non togliete le ali alla libellula
Una silloge dai ritmi spezzati quasi plasmati nella creta delle sensazioni e delle intemperanze che affida a una libellula, un essere apparentemente esile ma capace di resistere alla tempesta, il compito di tracciare la segnaletica di un percorso di ascolto e purificazione attraverso la Poesia. Il nostro è un mondo globalizzato in cui se non hai una connessione, un punto di vista uniformato, sei tagliato fuori, isolato. I social network creano un'illusione di appartenenza attraverso una comunicazione veloce ma effimera niente affatto interessata ai conflitti interiori. La Poesia, quale espressione di libertà di pensiero, pura emozione esistenziale, riafferma l'individualità e si fa strumento di comunicazione scevra da pregiudizi senza timore di giudizi, di ostracismo riuscendo ad affrescare senza veli la nostra società. In questo ordito si libra la libellula simbolo di trasformazione, di consapevolezza, di volontà di andare oltre le apparenze, di ricerca della verità. Misterico viatico di un viaggio dentro se stessi, le proprie percezioni ed epifanie. Toglierle le ali significherebbe spezzare ogni libertà e precipitare nel baratro dell'ignoranza e del degrado. -
Il geranio rosso
Nell'immaginario collettivo Maria Antonietta, regina di Francia condannata alla ghigliottina nel 1793, è una donna frivola, egoista e superficiale; accusata di aver sperperato il denaro del proprio paese, già fortemente in crisi economica: capro espiatorio per il popolo in rivolta; le vennero attribuite frasi celebri, falsi storici oggi riconosciuti. Ultima figlia di Maria Teresa d'Austria, fu promessa come sposa al nipote di Luigi XIV all'età di quattordici anni quando era ancora una bambina. La futura Delfina di Francia era immatura e ingenua quando arrivò a Versailles, incapace di affrontare un ambiente altezzoso e sofisticato come quello della corte Francia. Dovette fare i conti con usanze e consuetudini che talvolta la intimidivano, altre volte le lasciavano un gelido vuoto nell'anima. Paola Gianoli Caregnato scompagina l'immagine ufficiale di questa sfortunata regina e ricompone un dipinto più realistico che guarda oltre la semplice figura mondana e modaiola di Maria Antonietta; narra della crescita introspettiva della regina e la immagina scampata alla furia della ghigliottina grazie al complotto di pochi fedelissimi. Ecco dunque che Maria Antonietta il quattordici aprile del 1801 è ancora viva e si trova in Belgio. -
Il mondo nelle mani di Chumb
Chumb è un gigante a cui la mamma, in occasione del suo decimo compleanno, affida il ruolo di custode del pianeta Terra. Tutto preso dal suo compito, osserva volentieri gli esseri umani mentre svolgono le loro incombenze quotidiane anche perché se è vero che a volte gli appaiono incomprensibili, restano pur sempre uno spasso! Ben presto però Chumb matura un sogno: diventare amico di una bambina di nome Mary, buona, curiosa, studiosa e allegra. Ci riuscirà? Come? Una storia che racconta l'amicizia tra diversi che, sebbene apparentemente impossibile, rende la fantasia un mondo dove tutto è fattibile. Un'opportunità per piccoli e grandi di riflettere insieme su alcuni aspetti della vita: l'amore e l'accettazione del prossimo e di se stessi, la riscoperta della bellezza del nostro pianeta, la semplicità dei sentimenti e la voglia di credere e sperare sempre, in ogni circostanza. Età di lettura: da 6 anni. -
Imperfetti
Due vicende parallele, apparentemente disconnesse tra loro. Una lirica precede ogni coppia di capitoli. Una struttura narrativa che procede su doppio binario, a tratti spiazzante. La prima vicenda è incentrata sull'efferato omicidio di due fidanzati, Ashley Boots e Luke Kirsten, avvenuto in una piccola cittadina. A indagare è chiamato il commissario Hoffman che sarà affiancato da una squadra volenterosa ma inesperta. La seconda vicenda ha come protagonista il giovane Jeff Kavrak, che si risveglia una mattina insanguinato e senza memoria di quanto accaduto. Consapevole del problema imputabile all'amnesia, tenta comunque di ritornare a vivere normalmente con l'aiuto dei suoi amici, con i quali ha formato da anni una band, e di Christopher Horn. Questi è un vecchio professore ormai caduto in disgrazia, a causa di guai con la giustizia, che gira per il paese raccontando strambe storie sulla sua vita. Riuscirà Jeff, stordito dalle apparizioni in sogno di un bambino con i lineamenti nordici e da eventi imprevisti, a ritrovare se stesso e a ricordare? Qual è il mistero che accomuna le due storie? Qual è la connessione? E ancora, c'è davvero una connessione? Il commissario Hoffman si ritrova alle prese con un groviglio di sospetti, tradimenti, rancori e motivi di risentimento passati e presenti; attraverso lande inesplorate del cuore umano la narrazione incalza e il lettore viene trascinato dalla suspence. -
Le parole del pettirosso
Quindici storie dal sapore agro, delicate o spietate, tristi e melanconiche. Una contrapposizione di grande impatto figurativo quella tra la voce melodiosa del pettirosso, la sua spavalderia, l'indole battagliera e la struttura narrativa che restituisce il quadro di una bambina che si confronta con il complicato mondo degli adulti, di donne deboli alle prese con una realtà troppo grande per loro, di solitudine, di violenza, di annullamento di se stesse. Ma anche di ricordi cristallizzati, di lutti da elaborare, di scelte da compiere. E di fede nel valore salvifico della scrittura. Un universo immaginifico fosco, a tratti grottesco se non fosse rischiarato dalla dignità che l'autrice conferisce a ogni storia, accompagnando i personaggi verso il loro destino, quasi carezzando le loro anime piagate e facendo della loro sofferenza un canto sospeso tra sogno e realtà. Una dicotomia tra luce e ombra, tra dolore e speranza. Un conflitto intimo che acuisce la consapevolezza di quanto la vita potrebbe offrire. Se solo... -
Un diabolico visitatore sotto mentite spoglie
Elvios è un giovane diavolo sedicenne che vive all'Inferno, curioso del mondo da cui provengono i dannati che sorveglia. Suo padre, Sallkan il Grande, gli fornisce sporadiche informazioni che risalgono al periodo in cui egli vi trascorse del tempo in missione per conto di Lucifero. Tutti gli altri diavoli si mostrano assai reticenti a parte ripetergli che sulla Terra la malvagità regna sovrana, l'uomo è una creatura cattiva e lui può averne la prova osservando il pienone che c'è da loro. Ma Elvios è scettico, se sono tutti così restii qualcosa di interessante ci deve essere per forza, soprattutto nell'amore, una forza che governa o meglio dovrebbe governare il mondo e di cui gli ha parlato il saggio Bilath. Il diavoletto sa ben poco anche della sua nascita che pare avvolta nel mistero, pare che debba avere a che fare con una certa Letizia di cui suo padre si era innamorato, ma che costei fosse una creatura terrena gli sembra assai fantasioso. Sia come sia, Elvios è sempre più deciso e pertanto continua imperterrito a cercare, fra i tanti cunicoli degli Inferi, la via per raggiungere la Terra sì da soddisfare la sua curiosità. Finalmente, un giorno di dicembre la trova e per lui inizia un'avventura straordinaria e per certi aspetti surreale. Tra bizzarre peripezie, scoperte sorprendenti, situazioni imbarazzanti e paradossali in cui viene a trovarsi, ovunque vada persegue ostinato lo scopo di verificare se la brutta opinione che i suoi amici diavoli hanno dell'uomo sia veritiera.